Parlare coi ragazzi non è poi così difficile
Buongiorno amici. Oggi parliamo di inquisizione vs ascolto. Parlare coi ragazzi non è poi così difficile.
Ascoltare i figli significa vederli, riconoscerli, rispettare i loro tempi e le loro modalità, spesso diverse da quelle degli adulti.
Non facciamo l’errore di pensare che “non hanno nulla da dire”, “non vogliono parlare”, “non gliene importa nulla”. Non è così! Anche quando non lo chiedono apertamente o non riescono a dirlo a parole, hanno un mondo dentro che aspetta solo di uscire fuori al momento giusto.
Anche se a volte può essere molto faticoso per i genitori, dobbiamo anzitutto imparare ad ascoltarli, affinché possano aprirsi e parlare con noi, e poi essere disposti a parlare davvero con loro, con il loro linguaggio, affinché possano ascoltarci.
Potere dell’empatia
Non è facile leggere nel pensiero delle persone, capire cosa provano e cosa sentono. È ancora più difficile entrare nella mente di un figlio, di un adolescente, di un giovane. Per questa ragione ho scritto Leggimi nel pensiero, un libro che è più uno strumento, un aiuto per capire l’importanza dell’ascolto, della presenza, del mettersi nei panni dell’altro senza giudizi e pregiudizi.
I ragazzi, e non solo, anche gli adulti, hanno un bisogno fondamentale di qualcuno che legga nei loro pensieri. Leggimi nel pensiero non è un libro che insegna la telepatia ma insegna ad andare oltre un non ho niente, sto bene e un finto sorriso. È un libro che fa capire il potere dell’empatia. Andiamo veloci e siamo sempre di fretta, non abbiamo il tempo di sintonizzarci con noi stessi e con l’altro e arriviamo a dare troppe cose per scontate quando invece serve esserci. Esserci per noi stessi e per le persone che amiamo perché dove c’è amore ci deve essere presenza.
Fondamentale è rivolgersi ai ragazzi non con la mente piena di pregiudizi, per la maggior parte dei casi, inutili e falsi. E, altrettanto importante, ponderate bene e parole che usate perché, se usate male, possono fare molto molto male.
Inquisizione verso ascolto
“Loro dicono di essere sempre disposti ad ascoltarmi, ma in realtà non sempre lo fanno! Pensano di poter parlare con me solo perché mi chiedono cose, ma non hanno capito che non serve riempirmi di domande. Mi chiedono di tutto, ma sembra più un interrogatorio, un terzo grado. Così penso che nessuno avrebbe voglia di chiacchierare!”
Potremmo definire inquisitoria quella modalità di fare domande che risponde, però, più al bisogno di controllo del genitore che non alla ricerca di un dialogo. Porta a fare domande, spesso senza sosta, che non lasciano spazio alle emozioni. Spesso si attivano critiche e giudizi che portano i figli a chiudersi ancora di più.
Ascoltare, al contrario, significa fare attenzione al modo in cui vengono poste le domande, rispettando tempi e modalità dei figli, spesso molto diversi da quelli degli adulti, stimolando anche il pensiero autonomo e la riflessione.
E’ importante farli ragionare, c’è sempre tempo, se serve, per mettere dei paletti ma i ragazzi hanno bisogno di sentirsi considerati, di vedere che mamma e papà sono interessati a comprendere il loro punto di vista, anche se non corrisponde a quello del genitore.
Come riuscire a parlare con loro?
– LASCIARE AI FIGLI IL TEMPO DI APRIRSI.
Tante volte, quando non si è d’accordo, si tende a ribattere subito la propria posizione senza dare modo ai figli di dire la loro. Sicuramente non è facile riuscire ad aspettare, ma è importante mostrarsi disponibili all’ascolto e osservarli. L’obiettivo è quello di conoscere il proprio figlio, capire cosa scatta nella sua testa e riuscire a mantenere il dialogo attivo anche in futuro. Piuttosto che dire subito “Sei il solito, ti metto in punizione, hai sbagliato… non hai fatto questo…” provate a capire le motivazioni alla base del loro comportamento con frasi del tipo “Perché ti sei comportato in questo modo? Vorrei capire cosa è successo”. Il figlio, inoltre, deve sapere che in caso di bisogno o difficoltà, può sempre contare sui genitori perché, anche quando non condividono delle sue scelte, sono comunque lì per aiutarlo.
– PORRE LE DOMANDE NEL MODO GIUSTO.
Bisogna evitare di fare il terzo grado, tempestando il figlio di domande, perché si rischia di ottenere l’effetto opposto. I ragazzi si chiudono ancora di più quando sentono che il genitore insiste perché non si fida o per placare la sua ansia, e non perché è davvero interessato a loro. Ad esempio piuttosto che dire “Hai studiato? A che stai giocando? Che stai facendo? A chi scrivi?” provate a chiedere “Vedo che ti stai appassionando a quel videogioco, di cosa si tratta? Cosa ti piace in particolare?” I figli in questo modo si sentiranno apprezzati, soprattutto se fate domande su cose che li stimolano ad esprimere il loro punto di vista anche quando si tratta di argomenti che vi interessano poco o di cui non capite molto.
– MOSTRARE INTERESSE.
Se tendete a sminuire ciò che fanno, i loro interessi e quello che gli piace fare nel tempo libero, non si apriranno facilmente. Bisogna cercare di fare delle domande, a partire da un film, un viaggio, una storia, mostrando che siete interessati a capire i loro gusti, le loro idee. Piuttosto che fare domande chiuse a cui si risponde con un “sì”, un “no” oppure con una sola parola, è molto più efficace rivolgere ad un adolescente delle domande aperte che possano stimolare un racconto. Cercate di fargli domande del tipo “Qual è il posto che ti è piaciuto di più visitare in vacanza? Quali viaggi ti piacerebbe fare in futuro?” Non scoraggiatevi se non gli va di parlare oppure se tende a chiudere la conversazione dopo poco. L’importante è continuare a mostrare interesse nei loro confronti, perché al momento giusto si apriranno, sapendo già che siete interessati a ciò che pensano.
– SAPER ASCOLTARE.
È inutile fare le domande giuste se poi non si ascolta attentamente quello che hanno da dire i figli oppure se già state pensando a cosa rispondere per dimostrare di avere ragione. In questo modo, non si sentiranno considerati, non si riuscirà a conoscerli fino in fondo, né a comprenderli o aiutarli quando ne avranno bisogno. Nel momento in cui si stanno aprendo, smettete di fare altro e ascoltate in maniera attiva cosa hanno da dire.
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Alla prossima amici:)