E in quel niente c’è un mondo.
Buongiorno amici:) Oggi parliamo di quel famoso…”CHE C’è” “NIENTE”…
Sarà successo di sicuro anche a voi di fare questa domanda a chi amate, a chi volete bene, che sia un fidanzato, figlio, amico, parente e, come risposta, avete ricevuto un “niente”…magari etto anche in modo stizzito.
Quante volte è successo a voi, genitori…
PROBLEMA GENTIORI/FIGLI
Succede spesso che, durante una consulenza, mi venga posto il problema “gli chiedo come sta e mi sento sempre dire “nulla ma”…come se gli desse fastidio che mi interesso di lui…e allora lo lascio nel suo brodo, che modi”.
Ecco l’errore più grande: pensare che dietro quel NIENTE c’è un volersi nascondere invece di pensare che, magari, è una velata richiesta di aiuto.
Quello che viene molto spesso a mancare nel rapporto genitori figli è il dialogo. I genitori pensano che, solo perché tali, devono essere rispettati e hanno il diritto di sapere tutto del figlio “io sono la mamma, con ch può parlare più di me”.
Dall’altra parte, invece, i figli credono di avere degli analisti comportamentali come genitori, che comprendono tutto subito al solo movimento di mano diverso.
La realtà è che entrambi hanno ragione e perché? Perchè di base manca il dialogo, il sano dialogo, l’ascolto attivo da parte di entrambi. Se ci fosse un dialogo sereno in famiglia molti problemi non sussisterebbero, dai quelli più banali a quelli più profondi.
“mio figlio non parla”.. non è così. I ragazzi, adolescenti soprattutto, hanno un loro modo di esprimersi che è quello del corpo, degli atteggiamenti, degli sguardi non sguardi.
“NIENTE”
Quel niente viene visto, dalla maggior parte dei genitori, come un “he vuoi, vattene” quando, invece, è il totale opposto.
R’ un mettere alla prova i genitori dalla parte dei ragazzi…è un volere che il genitore si interessi di lui ma nel modo corretto.
E’ vero, a volte i ragazzi, a questa età, rispondono in modo brusco, i vaffa… si contano giornalmente e questo modo di fare demoralizza il genitore, a volte, altre lo innervosisce, lo prende come un affronto personale nei suoi confronti.
Ma pensate solo una cosa: se vostro figlio volesse DAVVERO nascondere i suoi sentimenti più reconditi fingerebbe di stare bene…anche in una semplice risposta.
Invece, il suo essere infastidito è un voler comunicare che qualcosa non va. E allora?
Innanzitutto, pensate al fatto che i problemi dei ragazzi sono legati al loro quotidiano: gli amici, la scuola. Ma questi ambiti, spesse volte, fanno sì che i problemi, anche i più piccoli, possano diventare dei veri e propri disagi, problemi esistenziali che devono essere palesati.
COSA FARE E COSA NO
Il non ascolto non serve a nulla. Come, allo stesso modo, il “lasciarlo nel suo brodo”.
Se date questo tipo di risposte, se avete un atteggiamento di questo tipo, non fate altro che far sì che i ragazzi pensino che la vostra sia totale indifferenza. E tutto ciò, ha come conseguenza l’annullamento dell’autostima dei ragazzi, il sentirsi abbandonati. E questo, ancora, comporta la completa chiusura.
I genitori, davanti a tutto ciò, non devono mai sminuire i problemi del figlio, anche se, agli occhi di un adulto, questi possono essere futili, banali.
Quello che per noi adulti un litigio con un amico, una separazione dalla fidanzatina /ino può essere un problema d poco conto, per oro è la fine del mondo e come tale dovete considerarlo. Perchè dietro tutto ciò c’è la loro emotività, i loro sentimenti, il loro diventare poco alla volta adulti.
E noi dobbiamo essere il loro esempio, la loro guida.
Quindi, interessatevi a loro, e non soltanto per il rendimento scolastico.
Io spero di esservi stata di aiuto con il mio “CHE C’è?” “NIENTE”.
Vi ricordo che , se volete iniziare un percorso con me, di leggere la sezione contatti consulenza del sito
Vi aspetto:)