“se non provo non sarò mai bravo”.

Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sulla frase di un genitore “lascia stare non sei bravo”.

Le parole che un genitore usa con il proprio figlio hanno un impatto profondo sullo sviluppo della sua autostima e sulla sua voglia di mettersi in gioco. Dire a un ragazzo “Lascia stare, non sei bravo” può avere conseguenze devastanti, minando la sua fiducia e bloccando il suo desiderio di imparare. Al contrario, permettere ai figli di provare, sbagliare e migliorare è fondamentale per il loro sviluppo emotivo e cognitivo.


1. Il peso delle parole dei genitori-lascia stare non sei bravo

I genitori, spesso senza rendersene conto, influenzano profondamente la percezione di sé che i figli sviluppano. Dire “Non sei bravo” può sembrare una frase innocua o perfino un modo per proteggere il figlio da una possibile delusione, ma in realtà può trasmettere un messaggio scoraggiante e limitante. Il bambino o l’adolescente potrebbe percepirlo come una sentenza definitiva, che lo porta a interiorizzare l’idea di non essere all’altezza.

Gli effetti di questo atteggiamento possono includere:

  • Bassa autostima: il ragazzo comincia a dubitare delle proprie capacità e si sente inferiore agli altri.
  • Paura del fallimento: evitando di mettersi alla prova, il ragazzo preferisce non tentare piuttosto che rischiare di sbagliare.
  • Mancanza di resilienza: la difficoltà nell’affrontare gli ostacoli e la tendenza ad arrendersi facilmente.
  • Dipendenza dall’approvazione esterna: il bisogno costante di conferme da parte di genitori, insegnanti o amici, senza sviluppare una sicurezza interiore.

Per questo motivo, i genitori dovrebbero prestare grande attenzione alle parole che usano con i propri figli. Anche una semplice modifica nel linguaggio può fare una grande differenza: dire “Per ora non riesci bene, ma con la pratica puoi migliorare” trasmette un messaggio completamente diverso da “Lascia stare, non sei portato”.


2. L’importanza dell’esperienza diretta-lascia stare non sei bravo

L’apprendimento avviene attraverso l’esperienza diretta. Se un bambino non ha la possibilità di provare, non può acquisire le competenze necessarie per migliorare. Nessuno nasce esperto in qualcosa: ogni abilità si sviluppa con la pratica, il tempo e la dedizione.

I genitori devono tenere presente alcuni aspetti fondamentali:

  • Il cervello impara attraverso il tentativo e l’errore: ogni errore è un’opportunità per comprendere meglio un compito e migliorarsi.
  • Il sostegno genitoriale rafforza la motivazione: sapere che un genitore crede nelle proprie capacità aiuta il figlio a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà.
  • L’errore non è sinonimo di incapacità: è una fase naturale del processo di crescita. Anche gli adulti imparano ogni giorno attraverso l’esperienza.

Quando un genitore impedisce a un figlio di provare, gli sta negando la possibilità di sviluppare abilità e competenze. Lasciare che i ragazzi affrontino sfide, anche se all’inizio possono sembrare difficili, è essenziale per la loro crescita.


3. Come l’atteggiamento genitoriale influenza la mentalità dei figli

Il modo in cui un genitore reagisce ai tentativi del figlio modella la sua mentalità nei confronti dell’apprendimento e della crescita personale. Carol Dweck, psicologa di Stanford, ha descritto due tipi di mentalità:

  • Mentalità fissa: chi la possiede crede che le capacità siano innate e che il talento sia un fattore determinante e immutabile.
  • Mentalità di crescita: chi la possiede crede che con impegno e dedizione si possa migliorare in qualsiasi ambito.

Un genitore che scoraggia il figlio o che sottolinea solo le sue mancanze contribuisce a sviluppare una mentalità fissa, nella quale il ragazzo crederà di non poter migliorare. Al contrario, un genitore che incoraggia i tentativi, valorizza lo sforzo e aiuta il figlio a capire che le abilità si possono sviluppare lo aiuterà a costruire una mentalità di crescita, utile per affrontare le sfide della vita adulta con maggiore sicurezza.


4. Come i genitori possono incoraggiare i figli a provare

Per aiutare i figli a sviluppare fiducia in sé stessi, i genitori possono adottare alcune strategie:

  • Sostituire la critica con il supporto: invece di dire “Non sei bravo”, dire “Puoi migliorare con la pratica”.
  • Normalizzare l’errore: raccontare ai figli i propri errori e come si sono trasformati in opportunità di crescita.
  • Creare un ambiente sicuro per sperimentare: lasciare spazio ai tentativi senza giudizi affrettati.
  • Valorizzare lo sforzo piuttosto che il risultato: lodare l’impegno e la perseveranza piuttosto che il talento innato.
  • Aiutare a superare la paura del fallimento: spiegare che il fallimento non è un limite, ma una tappa fondamentale del processo di crescita.

Conclusione: consigli pratici per i genitori

  1. Evita frasi demotivanti: sostituisci “Lascia stare” con “Prova, e vediamo come va”. Le parole hanno un peso enorme sulla percezione che un ragazzo ha di sé stesso.
  2. Aiuta tuo figlio a fissare obiettivi realistici: se un compito sembra troppo difficile, suddividerlo in piccoli passi renderà il processo più gestibile.
  3. Festeggia i progressi, non solo i successi: ogni piccolo miglioramento merita riconoscimento, perché aiuta a costruire fiducia e motivazione.
  4. Sii un modello di perseveranza: mostra ai tuoi figli che anche tu affronti difficoltà con determinazione e senza arrenderti.
  5. Insegna il valore della pazienza e della pratica: le competenze si sviluppano con il tempo e l’esercizio costante.

Incoraggiare un figlio a provare non significa illuderlo che tutto sia facile, ma dargli gli strumenti per affrontare le sfide con fiducia. Solo provando, sbagliando e migliorando, un ragazzo potrà scoprire il suo vero potenziale e diventare una persona sicura di sé e capace di affrontare la vita con resilienza.

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Alla prossima amici:)


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