Qual’è il motivo della loro fragilità?
Buongiorno amici. Oggi parliamo di ragazzi fragili.
Come mai tanti bambini e tanti adolescenti sono così fragili? Come mai non sono competitivi in un mondo che spinge alla competitività, a un confronto costante e continuativo attraverso anche l’uso quotidiano dei social e di tutte le app di interazione che portano in maniera diretta a confrontarsi con gli altri?
Sono le domande che spesso mi fanno e sono, tante volte, degli aspetti alla base della chiusura di tanti ragazzi, di tanti giovani che non lottano.
A volte mi chiedono perché non lottano. Io rispondo che questo succede perché non sanno per cosa lottare, perché nessuno gli ha insegnato come fare, ma soprattutto perché nessuno li fa più lottare. Viviamo in un mondo sempre più basato sull’iperprotezione, sulla necessità di andare veloci, rapidi, orientati al risultato e non al costruire quel risultato.
Gli strumenti
Non gli stiamo dando gli strumenti. Perché è tutta una competizione con l’altro, ma nel momento in cui io non ti faccio più lottare e mi sostituisco a te, ti privo della capacità di lottare e ti sto togliendo tante opportunità.
Molte volte capita che i genitori non tollerino di vedere i figli faticare, cosa che è normalissima e umanissima. Nessun genitore è contento quando il figlio non è contento. Però quella condizione ti farà imparare tante cose, ti farà star bene, ti permetterà di trovarti bene, fa parte del processo. Quella fatica, quello sforzo, quel momento di difficoltà sono necessari e permettere ai figli di sperimentarli significa fare un dono al figlio.
Lottare è fondamentale perché chi lotta crede vivamente, fortemente in qualcosa. Lotto per ottenere qualcosa.
Quando gli adolescenti o i bambini si fissano che vogliono qualcosa per forza, quel qualcosa diventa fondamentale per loro: lottano in tutti i modi, piangono, urlano, strillano, si agitano. Gli adolescenti, ad esempio, quando vogliono uscire oppure ottenere qualcosa a tutti costi, fanno addirittura gli scioperi della fame e si ribellano in ogni modo possibile, lottano per dimostrare le proprie ragioni.
Lottare
La lotta, dunque, è fondamentale perché significa che è attivo un processo di pensiero. Si lotta per ciò che si reputa giusto.
A volte lottare porta anche a scontrarti. Quando ero piccola ci lasciavano giocare nei cortili o nei parchi vicino a casa. C’erano delle lotte enormi. Si tornava a casa arrabbiati, sporchi, minacciando di non parlare più con l’altro, si litigava.
Si litigava, ad esempio, dopo aver perso; si perdeva e ci si arrabbiava. Ma quell’arrabbiarsi dopo aver perso, quel lottare per ottenere qualcosa sono una spinta che conduce a trovare un modo per fare meglio, per fare in maniera diversa, per vincere, per dimostrare di avere ragione, permettendo di attivare anche l’intelligenza strategica.
Il grande valore della lotta e il ruolo degli adulti
Lasciare che si mettano in gioco senza intervenire immediatamente, senza che gli sia impedito di farlo, significa costruire anche un modo nuovo di affrontare le cose e di funzionare. Se i miei genitori mi avessero impedito di lottare, probabilmente non avrei sviluppato le competenze che ho oggi.
È l’adulto che deve dare gli strumenti, e questo è uno strumento, perché è attraverso la lotta che si ottengono le cose.
E man mano il genitore spiega, perché tante volte si lotta anche per condizioni che si credono giuste, per l’età, per la propria visione, per le proprie esperienze. E l’adulto gradualmente spiega anche l’importanza, fornisce altri punti di vista, aprendo una visione e non impedendo di farlo.
Errori genitoriali
Molte volte il genitore non permette al figlio di lottare perché ha paura che possa perdere, perché ha paura di una delusione o perché, spesso, l’errore del figlio è visto come una valutazione delle competenze genitoriali.
Se il figlio non performa ad alti livelli, se il figlio perde, il genitore non è un bravo genitore e ci si preoccupa di ciò che pensano o dicono gli altri. I genitori sono in competizione con i figli degli altri e allora molte volte non li si lascia lottare e si cerca di agevolarli il più possibile.
Agevolarli troppo, però, lottare per loro, fare le cose per loro o al posto loro significa farli diventare più deboli, renderli più fragili perché non possono sviluppare quelle competenze che la società invece richiede. Significa anche dirgli che non ci fidiamo di loro, perché nel momento in cui io ti permetto di farlo ti sto dicendo che tu sei in grado di farlo.
Per sviluppare una mentalità forte, di successo e vincente è fondamentale la fiducia che si acquisisce solo facendo, lotta dopo lotta, successo dopo successo. Dargli la possibilità di farlo, quindi, significa fargli capire che lo possono fare e dargli degli strumenti importanti per vivere e farli crescere.
Come farlo? L’importanza dello sport per bambini e adolescenti
Lo sport è fondamentale perché è competizione con se stessi, è competizione con l’altro. I bambini sono estremamente competitivi anche quando giocano. E vedi che si impegnano, che sudano, che si arrabbiano. È bello, ci credono ed è fondamentale.
Lo sport andrebbe valorizzato perché insegna a lottare per un obiettivo, a identificare un obiettivo, a lottare contro le proprie paure e contro ciò che si credono essere i propri limiti, a lottare con un avversario, insieme anche agli altri, quando si parla di squadra.
E quindi è fondamentale che i bambini e gli adolescenti facciano sport, per crescere e per sviluppare queste competenze, come è fondamentale che giochino da soli, che si organizzino e gestiscano il gioco, anche nei giochi di gruppo, che non ci sia sempre l’adulto a dettare le regole e che siano loro a lottare per quale gioco fare e in quale ruolo giocare. È fondamentale in questo senso lo sport libero, lo sport con un allenatore che dà strumenti e che insegna come fare lasciandoli fare.
Questo significa anche che quando i bambini fanno sport, è importante che i genitori riconoscano e lascino ad altri adulti lo spazio di persone competenti in quel settore, senza diventare anche allenatori o senza essere loro a far sempre le cose al posto dei figli.
Io vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi qui
Alla prossima amici:)