Problemi comportamentali in adolescenza

Come riconoscerli

Buongiorno amici. Oggi parliamo di problemi comportamentali in adolescenza e come riconoscerli

Da bambini ad adulti, passando per le temibili crisi adolescenziali. L’adolescenza è una fase di profondi cambiamenti in cui molti ragazzi possono manifestare cambiamenti nel comportamento e causare preoccupazione nei genitori. In questo articolo vediamo quali sono i problemi comportamentali più comuni nell’adolescenza e come si possono affrontare in modo efficace.

Le sfide di ogni adolescente: tra cambiamenti e nuove emozioni

Durante l’adolescenza ogni ragazzo e ogni ragazza deve fare i conti con una serie di cambiamenti fisici, emotivi e sociali che possono generare varie difficoltà, come sensazione di disagio e timidezza, disturbi più invalidanti come ansia e stress, fino a sfociare in problemi di comportamento anche molto seri.

Uno dei principali cambiamenti che gli adolescenti devono affrontare riguarda il proprio corpo e la sua trasformazione durante la pubertà: crescita in altezza, sviluppo di peluria e caratteri sessuali, cambiamento della voce e del modo di parlare…

Quando un figlio non si riconosce più allo specchio, può vivere emozioni contrastanti e servirà un po’ di tempo prima che riesca a rielaborare la propria immagine di sé.

In aggiunta ai cambiamenti fisici, gli adolescenti devono anche confrontarsi con sentimenti sperimentati con maggiore intensità rispetto a quando erano bambini: amore, rabbia, tristezza, felicità possono investirli con una forza che devono ancora imparare a gestire.

Queste nuove emozioni possono portare a comportamenti impulsivi, irrazionali o a situazioni di conflitto con i genitori o gli altri adulti.

Anche la bassa autostima dei giovani adolescenti e al contempo il bisogno di fare scoperte per affermare la propria autonomia portano spesso a crisi di identità e forme di ribellione alle regole che possono manifestarsi attraverso comportamenti difficili o isolamento sociale.

Problemi comportamentali in adolescenza: i più tipici

Tra i problemi comportamentali più comuni di ogni teenager non si può non citare la sua “proverbiale” ribellione.

Molti adolescenti cercano di affermare la propria indipendenza mettendo in discussione l’autorità dei genitori, spesso attraverso comportamenti provocatori o disobbedienza.

Se in parte questo atteggiamento è normale e fa parte del processo di scoperta dei propri limiti, può essere fonte di grandi preoccupazioni per gli adulti. Quando un adolescente non rispetta le regole e i propri famigliari, inoltre, si instaurano conflitti costanti e tensioni in tutta la famiglia.

Un altro problema comune è la tendenza a isolarsi dal mondo esterno. Durante la definizione della propria identità, gli adolescenti possono sentirsi emarginati, diversi e incompresi. La soluzione tipica è la solitudine e il tentativo di evitare le attività sociali e interpersonali.

L’impulsività è un altro problema comportamentale che spesso ricorre nell’adolescenza. I ragazzi possono tendono ad agire senza pensare alle conseguenze, mettendo talvolta a rischio la loro sicurezza e quella degli altri. Questa tendenza all’impulsività può essere collegata allo sviluppo del cervello, in parte non ancora del tutto maturo.

Le suddette difficoltà sono in genere del tutto fisiologiche e fino a certi limiti non richiedono rimedi o interventi particolari, se non un atteggiamento di ascolto, comprensione ma anche fermezza dei genitori e della famiglia. Con il passare degli anni, l’età dell’adolescenza si avvia verso la vita adulta e tutto dovrebbe rientrare nella normalità.

Disturbi e difficoltà: i sintomi del disagio adolescenziale

Diverso è il caso degli adolescenti che manifestano problemi comportamentali più gravi che possono essere indicativi di un disturbo o difficoltà più serie.

L’uso di sostanze come alcol e droghe è uno dei sintomi più conclamati di difficoltà psicologiche e comportamentali. Quando i genitori si accorgono che il proprio figlio usa o abusa di sostanze è sempre bene rivolgersi a specialisti per cercare di arginare il problema e individuare le cause sottostanti.

Un’altra problematica comune sono i disturbi dell’apprendimento. Anche in questa età potrebbero manifestarsi sintomi di dislessia e discalculia ma anche di disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).

I ragazzi con disturbi dell’apprendimento possono avere difficoltà a concentrarsi, essere iperattivi e impulsivi. Questo disturbo può influire negativamente sul rendimento scolastico, sulle relazioni sociali e sul comportamento in generale.

Non pochi adolescenti, soprattutto negli ultimi anni, sperimentano anche problemi di salute mentale, in particolare forme di ansia e depressione.

Questi disturbi possono influire sul comportamento quotidiano, causando irritabilità, apatia, disturbi alimentari e difficoltà nel sonno.

È importante riconoscere tempestivamente tutti questi e altri sintomi e cercare l’aiuto di un professionista per una diagnosi accurata e un trattamento adeguato.

Strategie per prevenire le crisi adolescenziali

Sicuramente essere adolescente non è facile. Ma le difficoltà si ripercuotono anche sui genitori, che non sanno come fornire un aiuto valido al proprio figlio o figlia.

Meglio quindi, quando possibile, prevenire le crisi adolescenziali prima che si sviluppino problemi comportamentali troppo complessi e faticosi da gestire.

Ecco alcune strategie che i genitori possono adottare per aiutare i giovani adolescenti a superare le sfide dell’adolescenza:

  1. Mantenere una comunicazione aperta: creare un ambiente sicuro in cui i ragazzi si sentano liberi di esprimere i propri pensieri e sentimenti senza paura di essere giudicati. Ascoltare attivamente i loro pensieri e preoccupazioni, senza interrompere o criticare. 
  2. Stabilire regole chiare e limiti: gli adolescenti hanno bisogno di confini e riferimenti chiari per sentirsi al sicuro. Spiegare bene cosa ci si aspetta da loro riguardo a orari da rispettare, budget massimo settimanale, aiuto in casa, rendimento scolastico ecc. può aiutare a prevenire comportamenti problematici. 
  3. Offrire sostegno emotivo: l’adolescenza può essere un periodo emotivamente turbolento. Essere disponibili per ascoltare e sostenere i ragazzi durante momenti di stress o difficoltà può aiutarli a sviluppare strategie di coping più sane. 
  4. Incentivare l’autonomia: aiutare i ragazzi a sviluppare un senso di autonomia e responsabilità può essere utile per prevenire comportamenti problematici. Consentire loro di prendere decisioni appropriate per la loro età e incoraggiarli a assumersi responsabilità crescenti può favorire una transizione più fluida verso l’età adulta. 
  5. Evitare la violenza e l’esposizione a contenuti violenti: film, videogiochi… ma anche la violenza in famiglia, sia fisica che verbale.
  6. Non focalizzarsi sui loro gusti estetici, su come si vestono o si pettinano, ma pensare soprattutto a quanto fanno concretamente. Se vostro figlio vuole mettere lo smalto nero ma a scuola è in gamba, accettate il suo bisogno di esprimersi, anche se è lontano dalla vostra percezione del “bello”.

Affrontare i problemi comportamentali in questa fase della vita

Quando i problemi comportamentali nell’adolescenza diventano persistenti e preoccupanti, è importante cercare un aiuto professionale.

Si può iniziare a chiedere al proprio pediatra e al corpo docente: sapranno sicuramente indicarvi le figure di riferimento migliori per il caso di vostro figlio.

I seguenti approcci possono essere utilizzati per affrontare i problemi comportamentali più gravi:

  1. Terapia individuale: la terapia individuale può aiutare gli adolescenti a esplorare le cause intrinseche dei loro problemi comportamentali e sviluppare strategie per affrontarli in modo più consapevole. Un terapeuta può lavorare con il ragazzo per identificare i modelli di pensiero e di comportamento negativi e sostituirli con quelli più positivi. 
  2. Terapia familiare: alcuni specialisti coinvolgono la famiglia nella terapia e questo può essere utile per affrontare i problemi comportamentali che influenzano le dinamiche familiari. L’obiettivo è aiutare a migliorare la comunicazione, risolvere i conflitti e promuovere una maggiore comprensione reciproca. 
  3. Supporto scolastico: coinvolgere gli e le insegnanti può favorire un ambiente di apprendimento positivo per gli adolescenti che stanno affrontando problemi comportamentali. Gli insegnanti passano molto tempo con i ragazzi e spesso vedono dinamiche e segnali che i genitori non possono riconoscere. Anche un docente, quindi, può fornire supporto, oltre a segnalare eventuali preoccupazioni ai genitori.

Nei casi di problemi comportamentali più semplici e comuni queste sono alcuni suggerimenti utili anche per educare i ragazzi

  1. Tenere sotto controllo il ragazzo, semplicemente osservando il suo comportamento ma senza assillarlo o soffocarlo. 
  2. Se l’adolescente non rispetta le regole concordate, revocare permessi e privilegi fino a quando non dimostra di essere maturo e responsabile. 
  3. Affidargli compiti e concedergli momenti di libertà, per responsabilizzarlo. Permettergli di gestire i propri soldi in autonomia.
  4. Lodarlo quando fa progressi nel lasciarsi alle spalle un comportamelo sbagliato.  

In conclusione…

come è noto, l’adolescenza è una fase di cambiamenti intensi che portano inevitabilmente anche a qualche problema nel modo di comportarsi.

Comprendere i problemi più comuni dell’adolescenza e adottare strategie preventive può aiutare i genitori a sostenere i propri adolescenti durante questo periodo di crescita e sviluppo.

E se avete bisogno del mio aiuto contattatemi.

Alla prossima amici:))

Bulimia

Le fasi e i 4 tipi diversi.

Buongiorno amici. Oggi parliamo delle diverse fasi della bulimia e le quattro tipologie.

La bulimia è una condizione complessa che comprende diversi tipi e non è uguale in tutte le persone. 

Un errore comune è presumere che qualcuno con questo disturbo debba essere sottopeso e autoindursi il vomito. Non è sempre così.

Una persona con disturbo bulimico può anche avere un peso corporeo compreso nell’intervallo considerato “sano” e non aver mai usato lassativi o praticato vomito autoindotto.

Sebbene tutti condividano un rapporto problematico con il cibo e un ciclo disfunzionale ripetitivo, esistono varie categorie, ciascuna con caratteristiche particolari che affronteremo in questa lettura.

Cos’è la bulimia nervosa?

La bulimia nervosa (BN) è identificata dal DSM-V come uno dei tipici disturbi alimentari (DE), insieme all’anoressia nervosa e al disturbo da alimentazione incontrollata. 

È caratterizzato da un ciclo ricorrente che prevede periodi di abbuffate seguiti da comportamenti di eliminazione o di compensazione, con lo scopo di evitare l’aumento di peso.

Secondo un lavoro pubblicato sulla rivista Current Problems in Pediatric and Adolescent Health Care, la prevalenza di questo disturbo nel corso della vita è compresa tra lo 0,9% e il 3%.

Inoltre, è più comune nelle donne. D’altro canto, la bulimia negli adolescenti si sviluppa solitamente intorno ai 16 anni, anche se spesso persiste fino all’età adulta.

Un aspetto importante da evidenziare è che questa condizione va oltre i comportamenti alimentari. Essendo legato alla salute mentale ed emotiva, è considerato anche un problema psicologico. Per questo motivo il trattamento deve essere globale.

Segnali di avvertimento

Ci sono alcuni segnali che suggeriscono la presenza di BN. I segnali di allarme (che possono anche essere considerati sintomi) variano da persona a persona, tuttavia alcuni indicatori comuni sono:

  • Si isola dai gruppi sociali ed evita di mangiare con altre persone.
  • Ha tratti molto perfezionisti ed egoisti riguardo al suo aspetto.
  • La persona cambia drasticamente le proprie abitudini alimentari, passando da un estremo all’altro.
  • Diventa ossessionato dal peso corporeo, ha una bassa autostima e un’immagine corporea distorta.
  • Esegui rituali specifici prima o dopo i pasti, come pesarti, contare le calorie o andare in bagno.
  • Nasconde o mente riguardo alle purghe, ai comportamenti compensatori o alla quantità di cibo consumato.
  • Evidenza di problemi dentali dovuti a vomito frequente, come carie o deterioramento dello smalto dei denti.
  • Si verificano improvvisi cambiamenti di umore che possono includere irritabilità, ansia e/o sintomi depressivi.

Sebbene sia importante essere consapevoli degli allarmi, questi non possono essere considerati decisivi o valutati in modo isolato o irresponsabile. Per ottenere una diagnosi accurata è necessario rivolgersi a un operatore sanitario.

Quanti tipi di bulimia esistono?

La BN può essere classificata in base a due variabili: in base a come si manifestano i comportamenti compensatori oppure in base al peso corporeo.

A seconda della presenza o assenza di spurgo

Come reagisce l’individuo dopo un’abbuffata? Quali strategie utilizzate per ridurre le conseguenze dell’eccesso di cibo?

Come gestisci i sensi di colpa? Tali domande sono fondamentali per comprendere i seguenti tipi di bulimia secondo questa categorizzazione.

1. Purgante

Nella bulimia purgativa si utilizzano metodi per eliminare rapidamente le calorie del cibo ingerito, come il vomito autoindotto o l’uso eccessivo di lassativi o diuretici.

2. Non purgativo

La persona con questo tipo di BN utilizza comportamenti compensatori estranei all’eliminazione diretta.

Nel tentativo di prevenire l’aumento di peso e alleviare il disagio psicologico, si pratica un eccessivo esercizio fisico, si digiuna o si limita significativamente il cibo.

In base al peso corporeo

Al di là della suddivisione in base alle strategie compensative, le tipologie di bulimia legate al peso sono quelle di cui abbiamo subito bisogno.

3. Associato a sovrappeso o obesità

Include persone che soffrono di BN, sia purgativa che non purgativa, e che sono in una certa misura sovrappeso o obese. Sebbene possano esserci alterazioni del peso corporeo, solitamente non sono evidenti ad occhio nudo.

4. Associato a peso variabile

In questo caso, la persona presenta costanti fluttuazioni del peso. Puoi attraversare periodi di sovrappeso, di peso “sano” e di sottopeso.

Questa variazione contribuisce a credere che potrai raggiungere la figura desiderata se continui con questi comportamenti.

Inoltre, si aggrappa all’idea che la sua vera identità sia la sua versione più leggera, alimentando così il ciclo bulimico.

Fasi del disturbo bulimico

Sebbene l’intensità di ciascuna fase possa cambiare a seconda del paziente, si individuano alcune fasi comuni nello sviluppo o nel decorso della BN, indipendentemente dal tipo di cui si parla.

  1. Binge eating: la persona perde il controllo e mangia in modo vorace e compulsivo in un breve periodo di tempo. Ha poca consapevolezza di ciò che mangia e mastica a malapena. In genere, si consumano cibi ricchi di grassi, alternando bruscamente tra opzioni dolci e salate, nonché opzioni calde e fredde.
  2. Sentimenti di colpa e vergogna: queste emozioni derivano dalla perdita di controllo durante le abbuffate e tendono ad essere aggravate dalle preoccupazioni legate al peso e all’immagine corporea. Frasi come “Non posso credere di averlo fatto di nuovo” o “Dovrei riuscire a controllarmi” possono risuonare nella mente.
  3. Episodi di eliminazione o comportamenti compensatori: iniziano con il rimorso. A seconda del tipo di BN, la persona ricorre ad episodi purgativi o a condotte compensatorie. Cerca di prevenire l’aumento di peso attraverso il vomito autoindotto, l’uso di lassativi o l’esercizio fisico eccessivo.
  4. Sensazione temporanea di controllo: si sperimenta una sensazione momentanea di calma e controllo. Pensieri come “Non mi abbufferò mai più” o “D’ora in poi controllerò il mio mangiare” sono comuni durante questa fase.
  5. Ripetizione del ciclo: la persona diventa nuovamente ossessionata da ciò che mangia e decide di seguire una dieta restrittiva e rigorosa. Ma invece di aiutare, questo approccio finisce per causare più episodi di abbuffate, e così il ciclo si ripete.

Qual è il trattamento della bulimia nervosa?

In primo luogo, è fondamentale programmare una visita medica per valutare la salute fisica. 

Questo ci permette di identificare possibili carenze nutrizionali, squilibri nell’organismo e rischi che derivano dal disturbo.

Allo stesso tempo, è essenziale chiedere aiuto ai professionisti della salute mentale. Molte volte, dietro una persona con BN c’è qualcuno che ha difficoltà a regolare le proprie emozioni e che affronta insicurezze e una fragile autostima.

Pertanto, la terapia cognitivo comportamentale può offrire un valido supporto per identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali che alimentano il problema. Inoltre, in alcune circostanze, il terapeuta indica la consulenza psichiatrica come approccio complementare.

D’altra parte, è essenziale rivolgersi a un nutrizionista, che contribuirà con un piano alimentare sano e sostenibile che si adatti alle esigenze e alle preferenze di ciascun paziente.

Dato che gli aspetti della salute mentale e fisica sono chiaramente intrecciati nella BN, è essenziale che il trattamento sia globale e collaborativo.

È opportuno che tutti i professionisti coinvolti condividano l’obiettivo comune di aiutare il paziente e cooperino tra loro in modo efficace.

 Pertanto, ribadiamo che l’approccio deve coinvolgere tutte o la maggior parte di queste aree:

  • Nutrizione
  • Psicologia
  • Psichiatria
  • Medicina Clinica

La collaborazione familiare, un aspetto fondamentale

Spesso il trattamento prevede il lavoro con la famiglia o i propri cari. La tua partecipazione è essenziale fornendo un supporto emotivo continuo, creando un ambiente favorevole al recupero e aiutando a prevenire le ricadute.

La terapia familiare, infatti, si rivela uno strumento efficace, soprattutto negli adolescenti con insorgenza recente della malattia. In questo contesto, si concentra sull’affrontare le dinamiche familiari malsane che contribuiscono alla patologia.

Agire in tempo è fondamentale

Identificare e affrontare precocemente un disturbo alimentare fa la differenza sulla strada del recupero. Per questo motivo comprendere nel dettaglio la bulimia, conoscerne le tipologie, essere consapevoli dei segnali d’allarme e sapere a quali specialisti rivolgersi sono aspetti essenziali.

Sia che tu stia affrontando questa sfida tu stesso o che qualcuno vicino a te la stia affrontando, non esitare a chiedere ai

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Alla prossima amici:)