Genitori imparate a mettervi nei panni dei ragazzi

Parola d’ordine: empatia

Bongiorno amici. Oggi riflessione…cari genitori imparate a mettervi nei panni dei ragazzi.

Una cosa non dobbiamo mai dimenticarci: sono ragazzi, hanno bisogno di essere compresi.

Disagi- genitori imparate a mettervi nei panni dei ragazzi

Alcuni dei disagi che esprimono sono una modalità non adattiva attraverso la quale cercano disperatamente di essere visti: meno vengono riconosciuti, più il problema si rinforza.

Per non perdersi hanno bisogno di poter contare su qualcuno, e per questa ragione si deve andare oltre i comportamenti superficiali o oppositivi, oltre il «non ho niente, sto bene» e guardarli davvero.

Mettersi nei loro panni può aiutarci a comprendere il senso profondo delle loro azioni, leggere nei loro pensieri può consentirci di anticiparli, tendendo loro la mano quando serve. In fondo, i giovani hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a navigare senza perdersi, né dentro se stessi né dentro il mondo complesso che li circonda. Hanno bisogno di adulti che li aiutino a capire che ce la possono fare. E che crescere non fa poi così paura.”

I bisogni dei ragazzi

I ragazzi non hanno bisogno di chi legga nei loro pensieri, ma di chi li veda e riconosca nel loro essere, nel loro essere figli e nel loro essere adolescenti.

Vederli con occhi diversi rispetto ai loro comportamenti o alle prestazioni, a tutto ciò che ruota intorno al verbo “dovere” perché li rinforza anche dal punto di vista dell’autostima. A volte per fare la differenza basta uno sguardo, una piccola attenzione, non servono grandi gesti. Non è vero che non sanno apprezzare. In tanti casi non sono campioni nella comunicazione.

Tu mi capisci!”. “Tu mi leggi nel pensiero” è quello che mi ripetono più spesso. Non sono abituati a chi arriva prima di loro, a chi li sa vedere, li stupisce ma li rasserena perché bisogna ricordare una cosa molto importante: giocano a fare i grandi, ma in fondo non lo sono.

Insicurezze- genitori imparate a mettervi nei panni dei ragazzi

Hanno tante insicurezze e bisogno di una guida che gli insegni a ragionare, riflettere, farsi le domande giuste per poi darsi le risposte, non che spiani la loro strada in tutto e per tutto perché la loro autonomia va rinforzata, non limitata se si vuole che diventino adulti in grado di prendere decisioni e di essere consapevoli dei propri mezzi e di se stessi.

Lasciate che il rapporto coi vostri figli muti

Spesso i genitori si chiedono come poter aiutare il figlio in questa delicata fase della sua vita. Essi hanno spesso la sensazione di non avere la situazione sotto controllo e si sentono impotenti. La sensazione di sentirsi “estromessi dalla vita del figlio” fa provare loro un sentimento di inutilità che porta i genitori stessi ad interrogarsi sulla propria vita, ricercando il senso e l’utilità delle scelte finora fatte.

ll cambiamento in questa fase, non coinvolge solo l’adolescente, ma riguarda l’intero nucleo familiare. Risulta fondamentale che i genitori siano consapevoli dell’importanza del proprio ruolo in questa fase delicata, favorendo costantemente il confronto con il figlio adolescente. 

In questo periodo conflitti aumentano proprio perché, grazie al continuo confronto, anche aspro e vivace, si avviano quei cambiamenti nel rapporto che sono necessari alla famiglia intera per superare questa fase. Si discute per temi apparentemente banali: le uscite serali, i soldi, l’abbigliamento, l’aiuto in casa.

Ma le questioni in gioco sono altre: la possibilità di dire di “No”, quella di frequentare persone nuove, di sbagliare e non seguire i consigli degli adulti. Quello che chiede ogni adolescente è la possibilità di sperimentarsi come diverso dai propri genitori, paradossalmente proprio con il supporto dei genitori stessi che hanno il compito di aiutarlo attraverso la ricerca di una “giusta distanza”. 

Questo non significa per l’adolescente voler rompere il legame ma poter avere la libertà di viversi, di creare nuove relazioni amicali e sentimentali al di fuori della famiglia. La sicurezza di poter sempre tornare gli consente di allontanarsi con maggiore serenità e di affrontare le nuove esperienze sentendosi al sicuro.

Parola d’ordine…

Empatia. E se avete bisogno del mio aiuto contattatemi

Alla prossima amici.

Bulimia

Le fasi e i 4 tipi diversi.

Buongiorno amici. Oggi parliamo delle diverse fasi della bulimia e le quattro tipologie.

La bulimia è una condizione complessa che comprende diversi tipi e non è uguale in tutte le persone. 

Un errore comune è presumere che qualcuno con questo disturbo debba essere sottopeso e autoindursi il vomito. Non è sempre così.

Una persona con disturbo bulimico può anche avere un peso corporeo compreso nell’intervallo considerato “sano” e non aver mai usato lassativi o praticato vomito autoindotto.

Sebbene tutti condividano un rapporto problematico con il cibo e un ciclo disfunzionale ripetitivo, esistono varie categorie, ciascuna con caratteristiche particolari che affronteremo in questa lettura.

Cos’è la bulimia nervosa?

La bulimia nervosa (BN) è identificata dal DSM-V come uno dei tipici disturbi alimentari (DE), insieme all’anoressia nervosa e al disturbo da alimentazione incontrollata. 

È caratterizzato da un ciclo ricorrente che prevede periodi di abbuffate seguiti da comportamenti di eliminazione o di compensazione, con lo scopo di evitare l’aumento di peso.

Secondo un lavoro pubblicato sulla rivista Current Problems in Pediatric and Adolescent Health Care, la prevalenza di questo disturbo nel corso della vita è compresa tra lo 0,9% e il 3%.

Inoltre, è più comune nelle donne. D’altro canto, la bulimia negli adolescenti si sviluppa solitamente intorno ai 16 anni, anche se spesso persiste fino all’età adulta.

Un aspetto importante da evidenziare è che questa condizione va oltre i comportamenti alimentari. Essendo legato alla salute mentale ed emotiva, è considerato anche un problema psicologico. Per questo motivo il trattamento deve essere globale.

Segnali di avvertimento

Ci sono alcuni segnali che suggeriscono la presenza di BN. I segnali di allarme (che possono anche essere considerati sintomi) variano da persona a persona, tuttavia alcuni indicatori comuni sono:

  • Si isola dai gruppi sociali ed evita di mangiare con altre persone.
  • Ha tratti molto perfezionisti ed egoisti riguardo al suo aspetto.
  • La persona cambia drasticamente le proprie abitudini alimentari, passando da un estremo all’altro.
  • Diventa ossessionato dal peso corporeo, ha una bassa autostima e un’immagine corporea distorta.
  • Esegui rituali specifici prima o dopo i pasti, come pesarti, contare le calorie o andare in bagno.
  • Nasconde o mente riguardo alle purghe, ai comportamenti compensatori o alla quantità di cibo consumato.
  • Evidenza di problemi dentali dovuti a vomito frequente, come carie o deterioramento dello smalto dei denti.
  • Si verificano improvvisi cambiamenti di umore che possono includere irritabilità, ansia e/o sintomi depressivi.

Sebbene sia importante essere consapevoli degli allarmi, questi non possono essere considerati decisivi o valutati in modo isolato o irresponsabile. Per ottenere una diagnosi accurata è necessario rivolgersi a un operatore sanitario.

Quanti tipi di bulimia esistono?

La BN può essere classificata in base a due variabili: in base a come si manifestano i comportamenti compensatori oppure in base al peso corporeo.

A seconda della presenza o assenza di spurgo

Come reagisce l’individuo dopo un’abbuffata? Quali strategie utilizzate per ridurre le conseguenze dell’eccesso di cibo?

Come gestisci i sensi di colpa? Tali domande sono fondamentali per comprendere i seguenti tipi di bulimia secondo questa categorizzazione.

1. Purgante

Nella bulimia purgativa si utilizzano metodi per eliminare rapidamente le calorie del cibo ingerito, come il vomito autoindotto o l’uso eccessivo di lassativi o diuretici.

2. Non purgativo

La persona con questo tipo di BN utilizza comportamenti compensatori estranei all’eliminazione diretta.

Nel tentativo di prevenire l’aumento di peso e alleviare il disagio psicologico, si pratica un eccessivo esercizio fisico, si digiuna o si limita significativamente il cibo.

In base al peso corporeo

Al di là della suddivisione in base alle strategie compensative, le tipologie di bulimia legate al peso sono quelle di cui abbiamo subito bisogno.

3. Associato a sovrappeso o obesità

Include persone che soffrono di BN, sia purgativa che non purgativa, e che sono in una certa misura sovrappeso o obese. Sebbene possano esserci alterazioni del peso corporeo, solitamente non sono evidenti ad occhio nudo.

4. Associato a peso variabile

In questo caso, la persona presenta costanti fluttuazioni del peso. Puoi attraversare periodi di sovrappeso, di peso “sano” e di sottopeso.

Questa variazione contribuisce a credere che potrai raggiungere la figura desiderata se continui con questi comportamenti.

Inoltre, si aggrappa all’idea che la sua vera identità sia la sua versione più leggera, alimentando così il ciclo bulimico.

Fasi del disturbo bulimico

Sebbene l’intensità di ciascuna fase possa cambiare a seconda del paziente, si individuano alcune fasi comuni nello sviluppo o nel decorso della BN, indipendentemente dal tipo di cui si parla.

  1. Binge eating: la persona perde il controllo e mangia in modo vorace e compulsivo in un breve periodo di tempo. Ha poca consapevolezza di ciò che mangia e mastica a malapena. In genere, si consumano cibi ricchi di grassi, alternando bruscamente tra opzioni dolci e salate, nonché opzioni calde e fredde.
  2. Sentimenti di colpa e vergogna: queste emozioni derivano dalla perdita di controllo durante le abbuffate e tendono ad essere aggravate dalle preoccupazioni legate al peso e all’immagine corporea. Frasi come “Non posso credere di averlo fatto di nuovo” o “Dovrei riuscire a controllarmi” possono risuonare nella mente.
  3. Episodi di eliminazione o comportamenti compensatori: iniziano con il rimorso. A seconda del tipo di BN, la persona ricorre ad episodi purgativi o a condotte compensatorie. Cerca di prevenire l’aumento di peso attraverso il vomito autoindotto, l’uso di lassativi o l’esercizio fisico eccessivo.
  4. Sensazione temporanea di controllo: si sperimenta una sensazione momentanea di calma e controllo. Pensieri come “Non mi abbufferò mai più” o “D’ora in poi controllerò il mio mangiare” sono comuni durante questa fase.
  5. Ripetizione del ciclo: la persona diventa nuovamente ossessionata da ciò che mangia e decide di seguire una dieta restrittiva e rigorosa. Ma invece di aiutare, questo approccio finisce per causare più episodi di abbuffate, e così il ciclo si ripete.

Qual è il trattamento della bulimia nervosa?

In primo luogo, è fondamentale programmare una visita medica per valutare la salute fisica. 

Questo ci permette di identificare possibili carenze nutrizionali, squilibri nell’organismo e rischi che derivano dal disturbo.

Allo stesso tempo, è essenziale chiedere aiuto ai professionisti della salute mentale. Molte volte, dietro una persona con BN c’è qualcuno che ha difficoltà a regolare le proprie emozioni e che affronta insicurezze e una fragile autostima.

Pertanto, la terapia cognitivo comportamentale può offrire un valido supporto per identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali che alimentano il problema. Inoltre, in alcune circostanze, il terapeuta indica la consulenza psichiatrica come approccio complementare.

D’altra parte, è essenziale rivolgersi a un nutrizionista, che contribuirà con un piano alimentare sano e sostenibile che si adatti alle esigenze e alle preferenze di ciascun paziente.

Dato che gli aspetti della salute mentale e fisica sono chiaramente intrecciati nella BN, è essenziale che il trattamento sia globale e collaborativo.

È opportuno che tutti i professionisti coinvolti condividano l’obiettivo comune di aiutare il paziente e cooperino tra loro in modo efficace.

 Pertanto, ribadiamo che l’approccio deve coinvolgere tutte o la maggior parte di queste aree:

  • Nutrizione
  • Psicologia
  • Psichiatria
  • Medicina Clinica

La collaborazione familiare, un aspetto fondamentale

Spesso il trattamento prevede il lavoro con la famiglia o i propri cari. La tua partecipazione è essenziale fornendo un supporto emotivo continuo, creando un ambiente favorevole al recupero e aiutando a prevenire le ricadute.

La terapia familiare, infatti, si rivela uno strumento efficace, soprattutto negli adolescenti con insorgenza recente della malattia. In questo contesto, si concentra sull’affrontare le dinamiche familiari malsane che contribuiscono alla patologia.

Agire in tempo è fondamentale

Identificare e affrontare precocemente un disturbo alimentare fa la differenza sulla strada del recupero. Per questo motivo comprendere nel dettaglio la bulimia, conoscerne le tipologie, essere consapevoli dei segnali d’allarme e sapere a quali specialisti rivolgersi sono aspetti essenziali.

Sia che tu stia affrontando questa sfida tu stesso o che qualcuno vicino a te la stia affrontando, non esitare a chiedere ai

Vi ricordo anche di contattarmi sul sito di trustmeup. Esplorate tutti i servizi dedicati a voi, l beneficenza e il vostro cashback con gli sconti.

Alla prossima amici:)