Buongiorno amici. Oggi discussione: figli performanti? no, felici.
I genitori vorrebbero figli performanti, ma gli adolescenti chiedono solo di essere felici. Questa la tesi dello psichiatra Sergio De Filippis, docente di Psichiatria delle dipendenze all’Università La Sapienza di Roma e direttore sanitario di Villa von Siebenthal.
Ansia e depressione
Secondo De Filippis, alla base dell’ansia e depressione che colpisce la metà degli adolescenti italiani c’è tanta solitudine e l’incapacità di sentirsi performanti.
“Noi adulti stiamo cercando ossessivamente di crescere giovani performanti, ma ci dimentichiamo che chiedono solo di essere felici” afferma De Filippis. L’adolescente si sente inoltre invisibile, coccolato da piccolo ma poi lasciato solo quando diventa più grande. “Molte volte il genitore si trasforma in adolescente per compiacere il figlio, diventa suo amico. Niente di più sbagliato perché l’adulto deve fare l’adulto, il padre deve fare il padre, la madre la madre. I genitori non possono gareggiare su chi ha più appeal sui social” sottolinea l’esperto.
No ai genitori adolescenti
Molto spesso noto che il considerarsi amici dei propri ragazzi viene fuorviato, non viene capito.
Gli amici, in età adolescenziale, sono il gruppo dei pari, i loro coetanei. Le parsone con cui svagarsi, con cui ridere avere i propri piccoli segreti, confidarsi dell’amore che ci fa battere il cuore.
Tutto questo è raro sia condiviso coi genitori. Non essere amici non vuol dire fare il carabiniere.
Ma i genitori sono importantissimi per i ragazzi, anche se a volte non sembra sia così.
Il ruolo del genitore deve essere quello di supporto, di persona ,matura che consiglia nel modo giusto. Se devo chiedere un coniglio su una questione molto importante devo pensare di poterlo fare con una mamma o un papà che mi ascoltano davvero e che hanno l’esperienza giusta per potermi aiutare a capire cosa fare in diversi ambiti.
l porto sicuro, la casa intesa come focolare in cui non vengo giudicato e, per fare ciò, il genitore deve essere autorevole e mai autoritario. Non l’amico.
Il pensiero dello psichiatra
De Filippis è consulente scientifico del progetto “Mi vedete?” che ha coinvolto oltre 1.800 studenti, insegnanti e famiglie negli istituti scolastici con l’obiettivo di ascoltare gli adolescenti e rispondere ai loro bisogni inespressi. “Ossessivamente pensiamo che nostro figlio debba essere il più bravo a sport o a scuola, senza capire che questo è il piacere di noi genitori, non del figlio” rimarca. “Dobbiamo far sì che i ragazzi commettano errori, cadano e poi si rialzino da soli. Le cicatrici sono importanti in tenera età.”
D’accordissimo. Non abbiate troppe aspettative su vostri ragazzi.
Non progettate la loro vita , scolastica, lavorativa e privata perché, sicuramente, avranno altre mete diverse dalle vostre e va bene così.
Piuttosto, aiutateli e seguirla la loro strada, insegnate loro a sbagliare e a correggere i loro errori. A metterci anima, corpo, mente e cuore per conquistare i loro obiettivi.
Buongiorno amici. Oggi parliamo del parlate Con non Per loro.
Fa riflettere e pensare come una ragazza così giovane abbia tali pensieri, che, oltretutto, condivido, da adulta e professionista del settore, in toto.
A parlare è Jolanda Renga, figli …si sa di chi. Una ragazza come tutte, se non avesse due genitori famosi. Una ragazza che, come tante, ha subito cattiveria e bullismo. Una ragazza che vive la realtà di molti adolescenti e che da’ voce ai suoi pensieri, posso dirlo, da ragazza matura.
Gli adulti parlano per noi non con noi.
Come non posso essere d’accordo. Ovviamente, e lo dico sempre, non si può nè si deve generalizzare.
In molte famiglie, fortunatamente c’è dialogo e sana comunicazione. Ma ce ne sono altre che, invece, sono pinee i pregiudizi, giudizi, aspettative.
Il parlare per e non cn noi ha un significato importantissimo.
Sono tutti quegli adulti, quei genitori che sembrano avere le verità assolute sul mondo dei ragazzi E perché? Perché sono spinti dai luoghi comuni e dal pregiudizio. Senza davvero conoscere le loro realtà fatte davvero di mille sfaccettature.
Dialogo
“Mio figlio è fatto così e cosà…deve essere un avvocato, medico, ingegnere ,..bla bla…ma certo che è il più bravo di tutta la classe, deve esserlo. No, a mio figlio non piace questo o quello, te lo dico io che lo conosco”..
a invece di avere tutte queste aspettative, invece di parlare così non sarebbe meglio chiedere al diretto interessato quali sono i suoi reali interessi?
Quante volte i ragazzi vanno male a scuola perché genitori impongono o scelgono la scuola per loro(secondo i gusti e le aspettative dei genitori intendo) vedendoli poi “Fallire” e pensare che non faranno mai nulla nella vita?
E quanti ragazzi sono venuti da me disperati perché credevano davvero a questo o, altre volte perché vorrebbero parlare coi genitori ma “ogni volta è un ,uro. non mi capiscono, è inutile”..
E purtroppo questo atteggiamento non va bene.
Autorevolezza non despotismo
Più volte si è detto che i genitori non devono essere amici ma genitori Attenzione, questo non deve essere frainteso.
Con i veri amici, coetanei, si gioca, scherza, si parla di ragazzi/e…
Ai genitori si fanno altre domande, si chiede consiglio.
genitori devono essere re non autoritari perché, se lo sono(autoritari) otterranno solo chiusure, bugie, atti non piacevoli.
Il genitore non deve parlare per il figlio, non deve fare le sue veci sempre comunque.
Il genitore deve aiutare il ragazzo a crescere nel modo più sano ma, per farlo, deve essere autorevole. Se fai una cazzata io te lo faccio notare .
Se voglio che tu rispetti una regola ne discuto con te, ti dico il perché di un no. No ti lascio senza risposte, non ti lascio con un “è così perché te lo dico io”: Non funziona.
I genitori devono mettersi in testa che durante l’adolescenza avrete di fronte una persona nuova che sta cercando se stesso, che non è più un bambino ma nemmeno un adulto. E’ in un bimbo ed è per questo che si cresce insieme, voi con loro.
La porta del dialogo dev’ essere sempre aperta. Solo così creerete un rapporto sano e di fiducia, reciproca, con i vostri ragazzi.
Ascoltateli, capiteli e immergetevi nel loro fantastico mondo in cui, voi, ci sarete sempre.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di inside out, episodio 2. Ossia, viaggio all’interno delle proprie emozioni.
“È cambiato da un giorno all’altro, non lo riconosco più!”
Il senso di “Inside out”
Se anche voi avete pensato almeno una volta qualcosa del genere a proposito dei figli adolescenti, comprenderete in modo immediato ciò che viene mostrato nel nuovo film di animazione Pixar da poco uscito nelle sale.
In questa seconda puntata, Riley ha appena compiuto 13 anni: il suo mondo, i suoi pensieri, le isole della personalità e i ricordi iniziano a cambiare rapidamente, assistiamo alla costruzione (importante ma faticosa) di un senso di sé più definito.
Non appena scatta il pulsante della “pubertà”, si innescano un turbinio di situazioni e stravolgimenti. Ci sono tante emozioni diverse che entrano in conflitto tra loro, ma trovano poi ciascuna il proprio spazio e il modo di collaborare. Anche stavolta, il film riesce a mostrare in modo chiaro e semplice ciò che accade nella mente di Riley.
Genitori disorientati
Quando i figli oltrepassano la soglia dell’adolescenza, i genitori si trovano spesso disorientati, confusi. Non li riconoscono più e hanno la sensazione che i loro bambini, improvvisamente, senza alcuna ragione precisa, siano cambiati. La famiglia assume un ruolo diverso e più marginale, le amicizie, il bisogno di essere parte di un gruppo e di essere accettati, le paure per il futuro iniziano invece ad occupare sempre più spazio.
Ciò che si fa più fatica a comprendere è che anche i ragazzi hanno la stessa difficoltà: non si riconoscono più, stanno cercando di capire chi sono e chi vogliono diventare, sono raggiunti da un turbinio di emozioni e stimoli spesso contrastanti e che “lottano” tra loro.
L’adolescenza è il momento del cambiamento, in tutti i sensi, non solo ormonali. Si cambia idea da un giorno, anzi da un momento, all’altro; si cambiano idee, pensieri, desideri, hobby, canzoni, vestiti, abitudini…E tutto questo continuamente.
E non è un aspetto negativo. E’ solo che, i vostri ragazzi, stanno cercando di capire chi sono, chi vogliono diventare, chi vogliono al loro fianco e cosa vogliono fare e, per la maggior parte delle volte, non corrisponde a quello che voi avete pensato per loro. Ed è normale, perché i figli sono persone distinte, non sono il vostro proseguimento.
Emozioni
Sperimentano nuove emozioni oppure vivono una vera e propria tempesta emotiva in cui ogni vissuto è amplificato, più forte e immediato, senza che ci sia un adeguato filtro cognitivo.
Inside Out 2 ci ricorda, ancora una volta, che non ci sono emozioni buone ed emozioni cattive. Tutte hanno un valore adattivo e un ruolo centrale nello sviluppo: imparare a riconoscerle, elaborarle e gestirle è fondamentale.
Un film di animazione destinato non solo ai ragazzi, che hanno riempito le sale dei cinema in questi primi giorni di programmazione perché desiderosi di comprendere ciò che accade nella loro mente. Ma anche per tutta la famiglia e per i genitori che possono così riconoscere alcuni meccanismi, entrare nella testa dei figli e sentirsi meno soli di fronte ai tanti cambiamenti che si vivono.
Genitori
Crescete con loro, entrate nel loro mondo, nei loro interessi, senza partire pregiudicanti e senza giudicarli ma viveteli. E lasciate sempre aperta la porta del dialogo, non dell’attacco perché, anche se molte volte non sembra, ma voi siete essenziali .
Devono comprendere che siete il loro porto sicuro, quelle persone che saranno sempre lì per aiutarli a crescere nel modo più sano.
Infine, anche se è faticoso e si vorrebbe vedere sempre sorridere i propri figli, dobbiamo lasciare che sperimentino e conoscano tutta la gamma delle emozioni, aiutandoli a riconoscerle e gestirle, per trasformare in parole ciò che sentono nel loro cuore e nella loro mente.
È importante anche cercare di non anticipare e risolvere le difficoltà al loro posto: solo così potranno imparare a fidarsi dei propri sentimenti, a regolare le proprie emozioni e a risolvere i problemi in autonomia.
Buongiorno amici. Oggi parliamo un piccolo importante monologo sull’importanza dell’ascolto attivo.
L’ascolto…ho trovato questo piccolo monologo di Michele Bravi su tiktok…eh, ogni tanto c’è anche qualcosa di importante e bello sui social, vedete?:)
Ascoltate
Tutto gira attorno ad un indovinello provocatorio iniziale. E’ vero, lo dice anche Bravi, se un albero cade per forza fa rumore e si sente. Ma ogni volta che qualcosa…qualcuno viene sentito, percepito, ascoltato…c’è qualcuno che, dall’altra parte, è predisposto all’ascolto.
Ascoltare è fondamentale in un qualsiasi tipo di rapporto: genitori figli, amici, moglie e marito, fidanzati, uomo animale. Dove c’è ascolto attivo c’è attenzione e dove c’è attenzione c’è una forma d’amore. Vuol dire che siamo importanti per qualcuno.
Dialogo e amore
Perché parlo di ascolto attivo e non di semplice ascolto. Perché spesso ci capita di essere sentiti, non ascoltati e la differenza è abissale.
Sento quando percepisco il suono della tua voce ma sono distratto\a. A volte, purtroppo, capita anche tra genitori e figli. Dove i genitori sono troppo presi nel loro fare da lasciare ai margini la persona più importante della propria vita che ti sta venendo incontro, ti cerca, ti chiede aiuto, di essere ascoltato. E quando percepisce che non lo stai facendo, si chiede in se’ e non verrà più da te, perché si sente come un peso.
L’ascolto attivo è differente. Vuol dire che, nel momento ni cui, prendiamo l’esempio precedente, mio figlio mi chiede un attimo io quell’attimo, quei due attimi a lui li dedico davvero. E lo ascolto, se me lo chiede do un consigli, non mi distraggo, faccio capire, anche con uno sguardo( a volte non servono parole) che io per lui ci sono.
E’ in questo modo che tuo figlio sarà felice, compreso, tranquillo nel sapere che una persona, a casa, ci sarà sempre a stargli accanto.
Se avete bisogno di un mio aiuto, che voi siate genitori o ragazzi, contattatemi:)
Buongiorno amici. Oggi parliamo di come “sopravvivere” a questa fase: l’adolescenza.
Quando i figli oltrepassano la soglia dell’adolescenza, non cambiano solo da un punto di vista fisico, ma iniziano anche a mettere in discussione i modelli genitoriali e iniziano a ribellarsi, provocando anche frequenti tensioni e litigi in famiglia.
Disorientamento
I genitori si trovano spesso disorientati di fronte agli atteggiamenti e ai comportamenti dei figli che crescono, non li riconoscono più, sentono di non avere più il controllo e temono che la situazione possa sfuggirgli di mano.
“Il bambino affettuoso del passato, sempre pronto ad accettare i suggerimenti e gli ordini paterni, non esisteva più. I genitori, al momento dell’adolescenza del figlio, vivono un vero e proprio lutto: non esiste più il bambino tanto amato che li faceva sentire importanti e addirittura indispensabili” (Tratto dal libro Nel nome del figlio di Nicolò e Massimo Ammaniti).
Non bisogna salire sul ring: ascolto e dialogo sono le chiavi principali
Litigi e conflitti possono essere all’ordine del giorno, un tira e molla sui compiti, sul disordine, sull’uso eccessivo di videogiochi e cellulare nonostante l’adolescenza non sia una terra di mezzo ma una fase di crescita fisiologica e necessaria: una sorta di ricerca o pretesa della propria autonomia.
Far capire le proprie ragioni può essere molto difficile e i genitori si sentono spesso messi a dura prova e costretti a provarle tutte pur di gestire la ribellione dei figli, anche se si ha spesso la sensazione che qualunque strategia adottata sembri non funzionare.
Regole
Poche regole, ma ben definite, saranno in grado di dare contenimento ai figli. La via di mezzo è quella più efficace: valutare in base alle diverse situazioni e non avere un’unica linea rigida. Ci saranno momenti in cui chiudere un occhio e altri in cui restare fermi nelle proprie decisioni, anche di fronte a rabbia e proteste.
“L’adolescenza assume significati e valori diversi nel linguaggio degli adolescenti e nelle parole degli adulti, che siano genitori, insegnanti o anche istruttori sportivi. Molti adulti non riescono a comprenderne le manifestazioni e i comportamenti” (Tratto dal libro Nel nome del figlio di Nicolò e Massimo Ammaniti).
Certamente, bisogna partire dal dialogo e dall’ascolto e cercare di comprendere le loro esigenze che spesso non corrispondono a quelle dell’adulto. La disponibilità all’ascolto è molto apprezzata dai ragazzi, anche se non lo riconosceranno mai apertamente, e può evitare di farli partire sul piede di guerra.
Bongiorno amici. Oggi riflessione…cari genitori imparate a mettervi nei panni dei ragazzi.
Una cosa non dobbiamo mai dimenticarci: sono ragazzi, hanno bisogno di essere compresi.
Disagi- genitori imparate a mettervi nei panni dei ragazzi
Alcuni dei disagi che esprimono sono una modalità non adattiva attraverso la quale cercano disperatamente di essere visti: meno vengono riconosciuti, più il problema si rinforza.
Per non perdersi hanno bisogno di poter contare su qualcuno, e per questa ragione si deve andare oltre i comportamenti superficiali o oppositivi, oltre il «non ho niente, sto bene» e guardarli davvero.
Mettersi nei loro panni può aiutarci a comprendere il senso profondo delle loro azioni, leggere nei loro pensieri può consentirci di anticiparli, tendendo loro la mano quando serve. In fondo, i giovani hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a navigare senza perdersi, né dentro se stessi né dentro il mondo complesso che li circonda. Hanno bisogno di adulti che li aiutino a capire che ce la possono fare. E che crescere non fa poi così paura.”
I bisogni dei ragazzi
I ragazzi non hanno bisogno di chi legga nei loro pensieri, ma di chi li veda e riconosca nel loro essere, nel loro essere figli e nel loro essere adolescenti.
Vederli con occhi diversi rispetto ai loro comportamenti o alle prestazioni, a tutto ciò che ruota intorno al verbo “dovere” perché li rinforza anche dal punto di vista dell’autostima. A volte per fare la differenza basta uno sguardo, una piccola attenzione, non servono grandi gesti. Non è vero che non sanno apprezzare. In tanti casi non sono campioni nella comunicazione.
“Tu mi capisci!”. “Tu mi leggi nel pensiero” è quello che mi ripetono più spesso. Non sono abituati a chi arriva prima di loro, a chi li sa vedere, li stupisce ma li rasserena perché bisogna ricordare una cosa molto importante: giocano a fare i grandi, ma in fondo non lo sono.
Insicurezze- genitori imparate a mettervi nei panni dei ragazzi
Hanno tante insicurezze e bisogno di una guida che gli insegni a ragionare, riflettere, farsi le domande giuste per poi darsi le risposte, non che spiani la loro strada in tutto e per tutto perché la loro autonomia va rinforzata, non limitata se si vuole che diventino adulti in grado di prendere decisioni e di essere consapevoli dei propri mezzi e di se stessi.
Lasciate che il rapporto coi vostri figli muti
Spesso i genitori si chiedono come poter aiutare il figlio in questa delicata fase della sua vita. Essi hanno spesso la sensazione di non avere la situazione sotto controllo e si sentono impotenti. La sensazione di sentirsi “estromessi dalla vita del figlio” fa provare loro un sentimento di inutilità che porta i genitori stessi ad interrogarsi sulla propria vita, ricercando il senso e l’utilità delle scelte finora fatte.
ll cambiamento in questa fase, non coinvolge solo l’adolescente, ma riguarda l’intero nucleo familiare. Risulta fondamentale che i genitori siano consapevoli dell’importanza del proprio ruolo in questa fase delicata, favorendo costantemente il confronto con il figlio adolescente.
In questo periodo conflitti aumentano proprio perché, grazie al continuo confronto, anche aspro e vivace, si avviano quei cambiamenti nel rapporto che sono necessari alla famiglia intera per superare questa fase. Si discute per temi apparentemente banali: le uscite serali, i soldi, l’abbigliamento, l’aiuto in casa.
Ma le questioni in gioco sono altre: la possibilità di dire di “No”, quella di frequentare persone nuove, di sbagliare e non seguire i consigli degli adulti. Quello che chiede ogni adolescente è la possibilità di sperimentarsi come diverso dai propri genitori, paradossalmente proprio con il supporto dei genitori stessi che hanno il compito di aiutarlo attraverso la ricerca di una “giusta distanza”.
Questo non significa per l’adolescente voler rompere il legame ma poter avere la libertà di viversi, di creare nuove relazioni amicali e sentimentali al di fuori della famiglia. La sicurezza di poter sempre tornare gli consente di allontanarsi con maggiore serenità e di affrontare le nuove esperienze sentendosi al sicuro.
Parola d’ordine…
Empatia. E se avete bisogno del mio aiuto contattatemi
buongiorno amici. Oggi parliamo di abusi sui minori.
Cos’è un abuso sessuale?- abusi sui minori
E’ ogni atto di una persona adulta, o di un altro minore, che con violenza, coercizione e minacce costringe un minore ad avere qualsiasi forma di contatto e atto sessuale.
L’abuso non comprende solo l’atto sessuale in se’ ma anche comportamenti molesti senza che ci sia questo tipo di contatto.
L’abuso, ovviamente, può avvenire anche in chat o online.
Quali le caratteristiche?
uso raro di forza fisica: il minore viene attirato con al predatore conquistando la sua fiducia
il predatore è solitamente una persona di cui il minore si fida e conosce bene
spesso il rapporto si prolunga per settimane o addirittura anni
gli episodi sono sempre più ricorrenti ed invasivi fino ad arrivare m infine, all’abuso sessuale
gli abusi di solito si consumano all’interno della famiglia
la scoperta dell’abuso
Solitamente il minore non parla di quello che gli sta accadendo subito perchè, erroneamente, ne prova vergogna. Tende, così, a tenere tutto dentro . Ha paura di essere additato, giudicato e non creduto dalla famiglia e, per questo motivo, tende ad assecondare l’aguzzino.
Se il minore rivela l’abuso , il fallimento della famiglia diventa, per lui, causa di maggiore stress.
Quando gli abusi accadono in età molto giovane, addirittura su bambini molto piccoli, difficilmente si riesce a capire che quello che sta succedendo è una cosa sbagliata e, ovviamente, il bimbo non ne parla.
Tutto questo, crescendo, innesca delle dinamiche e dei comportamenti pericolosi soprattutto per se stessi.
ma come dimostrare un abuso sessuale?
Si pensa spesso che le dichiarazioni e i racconti di un bambino non siano completamente attendibili ma è esattamente il contrario. Da qui, i test fatti coi disegni perché dietro ai pensieri anche nascosti di un bambino si nasconde la verità.
Ma ci sono dei segnali espliciti?
Il primo e il più importante è un cambiamento repentino di comportamento o comportamenti anomali, mai visto prima nel bambino o nel ragazzo adolescente.
Non siate superficiali cari genitori, cercate di capire davvero se c’è una variazione che si protrarre nei giorni in vostro figlio o figlia perché può nascondere qualcosa di importante che non ha il coraggio di rivelare.
Col tempo, negli abusati, che siano bimbi o meno, si sviluppano senso di colpa, paura degli estranei, paura di rivelare le proprie emozioni. Si innescano meccanismi di difesa come rimozione e dissociazione: si cerca, come negli adulti, di rimuovere il trauma ma non capiscono che se non si affronta il problema con un professionista non si riuscirà a vivere mai bene.
Le patologie che si possono riscontrare sono atteggiamenti borderline, depressione , disturbi alimentari, dipendenze.
Parole d’ordine?
Protezione, aiuto, comprensione. E se avete bisogno di me contattatemi.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di Adolescenti e disagio ma soprattutto degli errori, nei loro confronti, di scuole e famiglie.
Adolescenti e disagio: questo rappresenta una problematica complessa e multifattoriale, che richiede un’analisi approfondita delle dinamiche sia all’interno della famiglia che della scuola. L’adolescenza è una fase cruciale di sviluppo, caratterizzata da cambiamenti fisici, emotivi e sociali significativi. Tuttavia, le istituzioni educative e familiari spesso non riescono a rispondere adeguatamente alle esigenze di questa fascia d’età, contribuendo così al malessere giovanile. Esamineremo qui quattro aree principali in cui scuola e famiglia possono commettere errori, approfondendo le conseguenze di tali lacune.
La Mancanza di Supporto Emotivo e Relazionale
Una delle principali carenze riscontrate sia nelle scuole che nelle famiglie è la mancanza di supporto emotivo e relazionale adeguato. Gli adolescenti attraversano una fase di ricerca della propria identità e autonomia, caratterizzata da cambiamenti fisici, emotivi e sociali significativi. Questa fase della vita è spesso accompagnata da un senso di insicurezza e vulnerabilità, che rende gli adolescenti particolarmente bisognosi di sostegno emotivo e relazionale.
Il Ruolo della Famiglia-adolescenti e disagio
In ambito familiare, i genitori svolgono un ruolo cruciale nel fornire il supporto necessario ai propri figli. Tuttavia, molte famiglie tendono a minimizzare o ignorare i segnali di disagio, attribuendoli a normali “crisi adolescenziali”. Questo approccio può portare a una sottovalutazione delle problematiche psicologiche che i ragazzi stanno vivendo. I genitori possono non riconoscere i sintomi di ansia, depressione o stress nei loro figli, e ciò può ritardare l’intervento necessario. Inoltre, la mancanza di una comunicazione aperta e di un ascolto attivo può impedire agli adolescenti di esprimere le proprie emozioni e preoccupazioni. I genitori devono essere in grado di creare un ambiente di fiducia, dove i ragazzi si sentano sicuri nel condividere i loro sentimenti senza il timore di essere giudicati o incompresi.
Il Ruolo della Scuola-adolescenti e disagio
Le scuole, pur essendo luoghi di socializzazione, spesso mancano del personale adeguatamente formato per riconoscere e gestire i problemi emotivi degli studenti. La carenza di consulenti scolastici e psicologi può portare a una mancata individuazione precoce dei disturbi emotivi, aggravando la situazione degli adolescenti in difficoltà. Inoltre, il personale scolastico potrebbe non essere preparato a gestire situazioni di bullismo, esclusione sociale o altre forme di disagio relazionale che possono emergere all’interno della comunità scolastica. Un ambiente scolastico che non fornisce il giusto supporto emotivo può contribuire a creare un senso di isolamento e alienazione negli studenti.
L’Importanza del Supporto Emotivo-adolescenti e disagio
Il supporto emotivo è fondamentale per il benessere psicologico degli adolescenti. Esso include l’attenzione ai bisogni emotivi, la capacità di ascolto, l’empatia e la comprensione. Gli adolescenti devono sapere che possono contare su adulti di riferimento che siano pronti a sostenerli nelle sfide quotidiane. Un supporto emotivo efficace aiuta a sviluppare la resilienza, la capacità di affrontare le difficoltà e di gestire lo stress. Inoltre, un ambiente familiare e scolastico che promuove il benessere emotivo favorisce lo sviluppo di una sana autostima e di relazioni interpersonali positive.
Strategie di Miglioramento-adolescenti e disagio
Per migliorare il supporto emotivo e relazionale offerto agli adolescenti, è necessario adottare alcune strategie chiave. In ambito familiare, i genitori possono beneficiare di programmi di formazione e supporto alla genitorialità, che li aiutino a riconoscere e rispondere adeguatamente ai segnali di disagio dei loro figli. Inoltre, promuovere una comunicazione aperta e autentica all’interno della famiglia è essenziale per costruire relazioni di fiducia.
Nelle scuole, è fondamentale aumentare la disponibilità di consulenti scolastici e psicologi, e fornire formazione al personale docente per riconoscere i segnali di disagio emotivo e intervenire in modo appropriato. Creare programmi di supporto tra pari e gruppi di sostegno può aiutare gli studenti a sentirsi meno soli e più compresi nelle loro difficoltà. Inoltre, promuovere un ambiente scolastico inclusivo e accogliente, dove ogni studente si senta valorizzato e supportato, è cruciale per il loro benessere emotivo e relazionale.
In conclusione, la mancanza di supporto emotivo e relazionale rappresenta una delle principali criticità che contribuiscono al disagio degli adolescenti. Famiglia e scuola devono lavorare insieme per creare un ambiente di sostegno, ascolto e comprensione, in modo da favorire il benessere psicologico e lo sviluppo armonioso dei giovani.
L’Inadeguatezza del Sistema Educativo-adolescenti e disagio
Un’altra problematica significativa che contribuisce al disagio degli adolescenti è l’inadeguatezza del sistema educativo. Questo problema si manifesta attraverso vari aspetti, tra cui il sovraccarico di compiti, l’enfasi eccessiva sulla performance accademica e la mancanza di personalizzazione dell’insegnamento. Questi fattori possono portare a elevati livelli di stress, ansia e insoddisfazione tra gli studenti, compromettendo il loro benessere generale e il loro sviluppo personale.
Sovraccarico di Compiti
Il sistema educativo spesso impone un carico eccessivo di compiti agli studenti, che devono destreggiarsi tra numerosi esami, verifiche e progetti. Questo sovraccarico può diventare opprimente, lasciando poco tempo per il riposo, le attività ricreative e la socializzazione, elementi fondamentali per un sano sviluppo adolescenziale. La pressione di dover eccellere in tutte le materie può generare un senso di inadeguatezza e frustrazione nei ragazzi, portandoli a sentirsi costantemente sotto esame e giudicati solo in base alle loro performance accademiche. Questo approccio ignora le diverse capacità e inclinazioni individuali, penalizzando chi potrebbe eccellere in ambiti non tradizionalmente valutati dal sistema scolastico.
Enfasi sulla Performance Accademica
La forte enfasi sulla performance accademica e sui risultati dei test standardizzati è un’altra componente critica. Gli studenti sono spesso spinti a ottenere voti alti per accedere a buone università e, in futuro, a posti di lavoro competitivi. Questa pressione per ottenere risultati eccellenti può portare a livelli elevati di stress e ansia, soprattutto per coloro che potrebbero non sentirsi all’altezza delle aspettative. Inoltre, questa focalizzazione sui risultati può ridurre la motivazione intrinseca allo studio, trasformando l’apprendimento in un compito meccanico e privo di piacere. Gli studenti possono sentirsi ridotti a semplici numeri, valutati solo per le loro prestazioni scolastiche, trascurando aspetti fondamentali come la creatività, il pensiero critico e lo sviluppo personale.
Mancanza di Personalizzazione dell’Insegnamento
La mancanza di personalizzazione dell’insegnamento è un ulteriore fattore che contribuisce al disagio degli adolescenti. Ogni studente ha bisogni, interessi e modalità di apprendimento unici, ma il sistema educativo tradizionale tende a utilizzare un approccio standardizzato che non tiene conto di queste differenze. Questa mancanza di adattamento può portare a un disinteresse generale verso lo studio e a un senso di alienazione. Gli studenti che non si riconoscono nei metodi di insegnamento adottati possono sentirsi esclusi e non valorizzati, il che può compromettere il loro impegno e la loro partecipazione attiva. È fondamentale che le scuole sviluppino programmi didattici più flessibili e personalizzati, in grado di rispondere alle esigenze individuali degli studenti e di valorizzare le loro diverse potenzialità.
Strategie di Miglioramento
Per affrontare l’inadeguatezza del sistema educativo, è necessario adottare una serie di strategie. Innanzitutto, ridurre il carico di compiti e fornire un equilibrio tra studio e tempo libero può contribuire a diminuire i livelli di stress tra gli studenti. Promuovere un approccio all’apprendimento più equilibrato, che valorizzi tanto le competenze accademiche quanto quelle sociali ed emotive, è essenziale per il benessere complessivo degli adolescenti.
Inoltre, è fondamentale che le scuole adottino metodi di insegnamento più personalizzati. Questo può essere realizzato attraverso l’uso di tecnologie educative avanzate, che permettono di adattare il percorso di apprendimento alle esigenze di ogni singolo studente. L’introduzione di programmi scolastici che promuovano il pensiero critico, la creatività e le competenze pratiche può aiutare a creare un ambiente di apprendimento più stimolante e inclusivo.
Infine, è importante che il sistema educativo riconosca e valorizzi i diversi talenti e le diverse inclinazioni degli studenti, andando oltre la semplice valutazione delle performance accademiche. Creare un ambiente scolastico che supporti lo sviluppo integrale degli studenti, inclusi gli aspetti emotivi e sociali, è fondamentale per favorire una crescita equilibrata e armoniosa.
In sintesi, l’inadeguatezza del sistema educativo è una delle principali cause di disagio tra gli adolescenti. È necessario un cambiamento radicale nel modo in cui viene concepita e implementata l’istruzione, promuovendo un approccio più olistico e personalizzato che tenga conto delle esigenze e delle peculiarità di ogni studente.
La Pressione Sociale e la Comparazione con i Pari
Un ulteriore fattore che contribuisce significativamente al disagio degli adolescenti è la pressione sociale e la costante comparazione con i pari. In un’epoca dominata dai social media e dall’accesso immediato alle informazioni, gli adolescenti sono continuamente esposti a immagini e messaggi che possono influenzare negativamente la loro autostima e il loro benessere emotivo. Questa pressione si manifesta attraverso varie forme, tra cui il confronto sociale, il cyberbullismo e le aspettative irrealistiche riguardanti l’aspetto fisico e il successo personale.
Confronto Sociale
Il confronto sociale è un fenomeno comune tra gli adolescenti, che cercano di definire la propria identità e il proprio valore in relazione agli altri. Questo processo, sebbene naturale, può diventare problematico quando gli adolescenti si confrontano con immagini idealizzate e irrealistiche di successo e bellezza promosse dai media e dai social network. La continua esposizione a tali modelli può portare a sentimenti di inadeguatezza e insicurezza, poiché gli adolescenti possono percepire di non essere mai all’altezza degli standard imposti dalla società. Questo confronto può erodere la loro autostima e alimentare problemi di immagine corporea, contribuendo a disturbi alimentari e depressione.
Cyberbullismo
Il cyberbullismo rappresenta una minaccia crescente per il benessere degli adolescenti. A differenza del bullismo tradizionale, che si limita agli ambienti fisici come la scuola, il cyberbullismo può avvenire in qualsiasi momento e luogo attraverso l’uso di dispositivi digitali. Gli adolescenti possono essere vittime di attacchi personali, diffusione di voci infondate, esclusione dai gruppi sociali online e altre forme di abuso psicologico. Le conseguenze del cyberbullismo sono spesso gravi, portando a isolamento sociale, ansia, depressione e, in alcuni casi, a comportamenti autolesionistici o suicidari. La natura pervasiva e anonima del cyberbullismo rende difficile per le vittime trovare sollievo e supporto, aumentando il loro senso di vulnerabilità e impotenza.
Aspettative Irrealistiche
Le aspettative irrealistiche riguardanti l’aspetto fisico e il successo personale sono alimentate dai media e dai social network, che spesso promuovono standard di bellezza e realizzazione difficilmente raggiungibili. Gli adolescenti, in particolare le ragazze, possono sentirsi costantemente sotto pressione per conformarsi a questi ideali, investendo tempo ed energie in diete estreme, esercizi fisici intensivi e altre pratiche dannose per la salute. Queste aspettative possono estendersi anche al rendimento scolastico e alle carriere future, con gli adolescenti che sentono il bisogno di eccellere in ogni ambito per essere considerati di successo. Questo carico di pressione può portare a stress cronico, ansia e una visione distorta della propria identità e dei propri obiettivi.
Strategie di Mitigazione
Per mitigare l’impatto della pressione sociale e della comparazione con i pari, è essenziale adottare una serie di strategie a livello familiare, scolastico e sociale. Le famiglie possono svolgere un ruolo cruciale promuovendo un ambiente di supporto e comprensione, in cui gli adolescenti si sentano liberi di esprimere le loro preoccupazioni e insicurezze senza timore di giudizio. È importante che i genitori e i caregiver educhino i loro figli sull’uso responsabile dei social media e li incoraggino a sviluppare una visione critica dei contenuti a cui sono esposti.
Le scuole possono contribuire implementando programmi di educazione emotiva e sociale che insegnino agli studenti competenze di resilienza, autostima e gestione dello stress. Creare spazi sicuri in cui gli adolescenti possano discutere apertamente delle loro esperienze e dei loro sentimenti può aiutare a ridurre il senso di isolamento e favorire il sostegno reciproco. Inoltre, è fondamentale che le istituzioni scolastiche adottino politiche rigorose contro il cyberbullismo, fornendo risorse e supporto alle vittime.
A livello sociale, è necessario promuovere campagne di sensibilizzazione che sfidino gli stereotipi irrealistici di bellezza e successo, presentando modelli più diversificati e realistici. Collaborare con influencer e personaggi pubblici che possano diffondere messaggi positivi e incoraggianti può contribuire a creare un ambiente culturale più inclusivo e supportivo.
In sintesi, la pressione sociale e la comparazione con i pari sono fattori significativi che contribuiscono al disagio degli adolescenti. Affrontare queste problematiche richiede un impegno congiunto da parte di famiglie, scuole e società per promuovere un ambiente più sano, inclusivo e comprensivo per i giovani.
Comunicazione Inefficace e Conflitti Generazionali
La comunicazione inefficace e i conflitti generazionali rappresentano un ulteriore fattore che contribuisce significativamente al disagio negli adolescenti. La mancanza di un dialogo aperto e comprensivo tra adolescenti e adulti può creare un ambiente di incomprensione e alienazione, aggravando le difficoltà emotive e psicologiche dei giovani. Inoltre, le differenze generazionali possono amplificare le tensioni, rendendo ancora più complicata la costruzione di relazioni solide e di fiducia.
Barriere di Comunicazione
Una delle principali cause di una comunicazione inefficace tra adolescenti e adulti sono le barriere di comunicazione. Queste barriere possono essere di natura linguistica, culturale o psicologica. Gli adolescenti spesso sentono che i loro genitori o insegnanti non comprendono le loro esperienze, preoccupazioni e punti di vista. Questa percezione può portare a un rifiuto del dialogo, chiusura emotiva e isolamento. D’altra parte, gli adulti possono trovare difficile relazionarsi con i problemi moderni degli adolescenti, spesso sottovalutando o banalizzando le loro preoccupazioni.
Differenze nei Valori e nelle Prospettive
Le differenze nei valori e nelle prospettive tra generazioni possono essere un terreno fertile per i conflitti. Gli adolescenti oggi crescono in un mondo molto diverso da quello dei loro genitori, caratterizzato da rapide innovazioni tecnologiche, cambiamenti sociali e un panorama culturale in continua evoluzione. Queste differenze possono portare a visioni contrastanti su temi come l’uso della tecnologia, l’educazione, le relazioni e la carriera. I genitori e gli educatori possono avere aspettative che non risuonano con le aspirazioni e le realità degli adolescenti, creando tensioni e incomprensioni.
Mancanza di Ascolto Attivo-adolescenti e disagio
La mancanza di ascolto attivo è un altro problema cruciale. Gli adolescenti spesso sentono che le loro opinioni e sentimenti non vengono presi sul serio. L’ascolto attivo implica non solo sentire le parole pronunciate, ma anche comprendere il significato e le emozioni sottostanti. Quando gli adulti falliscono in questo, gli adolescenti possono sentirsi non rispettati o ignorati, il che può aumentare il loro disagio emotivo e alimentare conflitti. La capacità di ascoltare attivamente è fondamentale per costruire un dialogo costruttivo e relazioni basate sulla fiducia e il rispetto reciproco.
Ruolo dei Media e delle Tecnologie
L’avvento dei media digitali e delle tecnologie ha ulteriormente complicato la comunicazione tra le generazioni. I social media, le piattaforme di messaggistica e i giochi online rappresentano una parte significativa della vita degli adolescenti, spesso incomprensibile per gli adulti. Questa disparità nella comprensione e nell’utilizzo delle tecnologie può creare un gap di comunicazione, dove gli adolescenti si sentono più compresi e connessi con i loro coetanei online piuttosto che con i loro familiari o insegnanti. I genitori e gli educatori devono aggiornarsi e cercare di comprendere l’importanza di questi nuovi strumenti di comunicazione per poter interagire efficacemente con gli adolescenti.
Strategie di Miglioramento
Per migliorare la comunicazione e ridurre i conflitti generazionali, è necessario adottare alcune strategie mirate. In primo luogo, promuovere l’apertura e il dialogo sincero. Gli adulti dovrebbero creare spazi sicuri dove gli adolescenti possano esprimere liberamente i loro pensieri e sentimenti senza timore di giudizi o ritorsioni.
In secondo luogo, è fondamentale l’educazione emotiva per entrambi, adolescenti e adulti. Corsi e workshop su comunicazione efficace, ascolto attivo e risoluzione dei conflitti possono fornire gli strumenti necessari per migliorare le interazioni.
Inoltre, è importante che i genitori e gli educatori siano disposti a imparare e ad adattarsi. Comprendere le nuove tecnologie e i cambiamenti sociali può aiutare a ridurre il gap generazionale e a facilitare una comunicazione più efficace.
Infine, incoraggiare attività comuni che possano costruire un terreno di comprensione reciproca. Progetti familiari, discussioni su temi di interesse comune e momenti di svago condivisi possono rafforzare i legami e migliorare la qualità della comunicazione.
In sintesi, la comunicazione inefficace e i conflitti generazionali sono sfide significative nel contesto del disagio adolescenziale. Adottando strategie mirate per migliorare il dialogo e ridurre le incomprensioni, è possibile creare un ambiente più armonioso e di supporto per gli adolescenti.
Disattenzione ai Bisogni Individuali e Diversità
La disattenzione ai bisogni individuali e alle diversità rappresenta un problema cruciale nel contesto educativo e familiare che contribuisce significativamente al disagio adolescenziale. Ogni adolescente è unico, con bisogni, interessi e capacità diversi, ma spesso scuole e famiglie non riescono a riconoscere e rispettare queste differenze. Questo può portare a sentimenti di inadeguatezza, esclusione e demotivazione.
Bisogni Educativi Individuali-adolescenti e disagio
Ogni studente ha un proprio stile di apprendimento e ritmo di sviluppo. Tuttavia, molti sistemi educativi adottano un approccio uniforme che non tiene conto delle differenze individuali. Gli adolescenti con bisogni educativi speciali o con diverse capacità cognitive possono sentirsi trascurati e non supportati adeguatamente. L’incapacità di adattare l’insegnamento ai singoli bisogni può portare a frustrazione, bassa autostima e, in alcuni casi, all’abbandono scolastico. È essenziale che le scuole sviluppino programmi educativi personalizzati e forniscano risorse adeguate per supportare tutti gli studenti, compresi quelli con difficoltà di apprendimento o con talenti speciali.
Diversità Culturale e Inclusività
La diversità culturale è un altro aspetto cruciale spesso trascurato. Gli adolescenti provenienti da diverse etnie, religioni e background culturali possono sentirsi emarginati se le loro esperienze e prospettive non sono riconosciute o rispettate. Le scuole e le famiglie dovrebbero promuovere un ambiente inclusivo che valorizzi la diversità e incoraggi il rispetto reciproco. Programmi di educazione interculturale e attività che celebrano le diverse tradizioni possono contribuire a creare un clima di accettazione e comprensione, riducendo così i conflitti e il disagio tra gli adolescenti.
Bisogni Emotivi e Psicologici
Gli adolescenti attraversano un periodo di intensa crescita emotiva e psicologica. Tuttavia, spesso questi bisogni non vengono adeguatamente considerati né a scuola né in famiglia. Il supporto emotivo è fondamentale per aiutare gli adolescenti a gestire lo stress, l’ansia e altre difficoltà psicologiche. La mancanza di attenzione ai bisogni emotivi può portare a gravi conseguenze, come depressione e comportamenti autodistruttivi. È importante che scuole e famiglie forniscano accesso a consulenti scolastici, psicologi e altre risorse di supporto. La formazione degli insegnanti e dei genitori sull’importanza della salute mentale può contribuire a creare un ambiente più sensibile e di supporto per gli adolescenti.
Identità di Genere e Orientamento Sessuale
Il riconoscimento e il rispetto dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale sono essenziali per il benessere degli adolescenti. Gli adolescenti LGBTQ+ spesso affrontano discriminazione, bullismo e incomprensione, sia a scuola che in famiglia. Questa mancanza di supporto può portare a un maggiore rischio di problemi di salute mentale e di isolamento sociale. È fondamentale che le scuole adottino politiche antidiscriminatorie e programmi di educazione alla diversità sessuale e di genere. Inoltre, le famiglie dovrebbero essere educate sull’importanza del sostegno e dell’accettazione, fornendo un ambiente sicuro e amorevole per i loro figli.
Strumenti e Strategie di Intervento-adolescenti e disagio
Per affrontare la disattenzione ai bisogni individuali e alla diversità, è necessario implementare strumenti e strategie mirate. In primo luogo, le scuole dovrebbero effettuare valutazioni periodiche per identificare i bisogni specifici degli studenti e sviluppare piani educativi personalizzati. L’inclusione di programmi di tutoraggio e di apprendimento individualizzato può aiutare a soddisfare le diverse esigenze educative.
In secondo luogo, la formazione continua per insegnanti e genitori sull’importanza della diversità e dell’inclusione è cruciale. Workshop e seminari possono fornire le competenze necessarie per creare ambienti scolastici e familiari più sensibili e inclusivi.
Inoltre, è importante che le scuole collaborino con professionisti della salute mentale per offrire supporto psicologico agli studenti. Questo può includere servizi di consulenza, gruppi di supporto e programmi di prevenzione del bullismo.
Infine, le famiglie devono essere incoraggiate a partecipare attivamente alla vita scolastica dei loro figli e a collaborare con gli insegnanti per sostenere il loro sviluppo individuale. La creazione di reti di supporto comunitario può anche offrire risorse aggiuntive e un senso di appartenenza per gli adolescenti e le loro famiglie.
In sintesi, la disattenzione ai bisogni individuali e alle diversità può avere gravi ripercussioni sul benessere degli adolescenti. Adottando un approccio più sensibile e inclusivo, scuole e famiglie possono contribuire a creare un ambiente in cui ogni adolescente si senta valorizzato, supportato e compreso.
Buongiorno amici. Oggi voglio parlarvi di ansia sociale che, purtroppo, non colpisce solo gli adulti. Ma, ultimamente, ne sono affetti adolescenti e addirittura bambini.
Cos’è l’ansia sociale
E’ una paura, più o meno intensa, in situazioni socialmente connotate.
A differenza dell’ansia generalizzata, questa si verifica in specifiche condizioni, ad esempio: parlare in pubblico, esibirsi, parlare con altre persone, parlare al telefono, mangiare con altre persone ecc.
Sostanzialmente è una paura molto intensa di essere valutati/giudicati negativamente dagli altri. Nel disturbo d’ansia sociale, l’intensità dell’emozione compromette significativamente la qualità della vita e delle relazioni.
Quindi, non è ansia sociale il fatto di vergognarsi a parlare in pubblico (quello è molto diffuso!) ma piuttosto ritrovarsi ad avere una vita compromessa perché non si riesce a gestire nessuna situazione in cui ci si trova a contatto con altre persone.
Segnali d’allarme
Che tu sia un ragazzo o una ragazza, un genitore oppure un docente, nonostante la definizione di ansia sociale potresti ancora essere in dubbio su come riconoscerla e, eventualmente, intervenire.
Il segnale principe è l’evitamento, le persone ansiose evitano vistosamente le situazioni che creano ansia, quindi, nel caso dell’ansia sociale si potrebbe assistere al rifiuto di partecipare ad occasioni sociali.
Per esempio se tu (o tuo/a figlio/a o alunno/a) rifiuti inviti a feste, uscite, compleanni, non vuoi praticare uno sport o addirittura ti rifiuti di andare a scuola, ci sono buone probabilità che tu possa esserne affetto.
Nei casi più gravi, spiega la psicologa, si arriva a un ritiro completo, a persone che non escono più dalla propria stanza, come i cosiddetti hikikomori.
Ma come prevenirla ed evitarla?
Vi lascio i link che potete scaricare dove ne parliamo insieme.
Buongiorno amici. Oggi parliamo delle diverse fasi della bulimia e le quattro tipologie.
La bulimia è una condizione complessa che comprende diversi tipi e non è uguale in tutte le persone.
Un errore comune è presumere che qualcuno con questo disturbo debba essere sottopeso e autoindursi il vomito. Non è sempre così.
Una persona con disturbo bulimico può anche avere un peso corporeo compreso nell’intervallo considerato “sano” e non aver mai usato lassativi o praticato vomito autoindotto.
Sebbene tutti condividano un rapporto problematico con il cibo e un ciclo disfunzionale ripetitivo, esistono varie categorie, ciascuna con caratteristiche particolari che affronteremo in questa lettura.
Cos’è la bulimia nervosa?
La bulimia nervosa (BN) è identificata dal DSM-V come uno dei tipici disturbi alimentari (DE), insieme all’anoressia nervosa e al disturbo da alimentazione incontrollata.
È caratterizzato da un ciclo ricorrente che prevede periodi di abbuffate seguiti da comportamenti di eliminazione o di compensazione, con lo scopo di evitare l’aumento di peso.
Secondo un lavoro pubblicato sulla rivista Current Problems in Pediatric and Adolescent Health Care, la prevalenza di questo disturbo nel corso della vita è compresa tra lo 0,9% e il 3%.
Inoltre, è più comune nelle donne. D’altro canto, la bulimia negli adolescenti si sviluppa solitamente intorno ai 16 anni, anche se spesso persiste fino all’età adulta.
Un aspetto importante da evidenziare è che questa condizione va oltre i comportamenti alimentari. Essendo legato alla salute mentale ed emotiva, è considerato anche un problema psicologico. Per questo motivo il trattamento deve essere globale.
Segnali di avvertimento
Ci sono alcuni segnali che suggeriscono la presenza di BN. I segnali di allarme (che possono anche essere considerati sintomi) variano da persona a persona, tuttavia alcuni indicatori comuni sono:
Si isola dai gruppi sociali ed evita di mangiare con altre persone.
Ha tratti molto perfezionisti ed egoisti riguardo al suo aspetto.
La persona cambia drasticamente le proprie abitudini alimentari, passando da un estremo all’altro.
Diventa ossessionato dal peso corporeo, ha una bassa autostima e un’immagine corporea distorta.
Esegui rituali specifici prima o dopo i pasti, come pesarti, contare le calorie o andare in bagno.
Nasconde o mente riguardo alle purghe, ai comportamenti compensatori o alla quantità di cibo consumato.
Evidenza di problemi dentali dovuti a vomito frequente, come carie o deterioramento dello smalto dei denti.
Si verificano improvvisi cambiamenti di umore che possono includere irritabilità, ansia e/o sintomi depressivi.
Sebbene sia importante essere consapevoli degli allarmi, questi non possono essere considerati decisivi o valutati in modo isolato o irresponsabile. Per ottenere una diagnosi accurata è necessario rivolgersi a un operatore sanitario.
Quanti tipi di bulimia esistono?
La BN può essere classificata in base a due variabili: in base a come si manifestano i comportamenti compensatori oppure in base al peso corporeo.
A seconda della presenza o assenza di spurgo
Come reagisce l’individuo dopo un’abbuffata? Quali strategie utilizzate per ridurre le conseguenze dell’eccesso di cibo?
Come gestisci i sensi di colpa? Tali domande sono fondamentali per comprendere i seguenti tipi di bulimia secondo questa categorizzazione.
1. Purgante
Nella bulimia purgativa si utilizzano metodi per eliminare rapidamente le calorie del cibo ingerito, come il vomito autoindotto o l’uso eccessivo di lassativi o diuretici.
2. Non purgativo
La persona con questo tipo di BN utilizza comportamenti compensatori estranei all’eliminazione diretta.
Nel tentativo di prevenire l’aumento di peso e alleviare il disagio psicologico, si pratica un eccessivo esercizio fisico, si digiuna o si limita significativamente il cibo.
In base al peso corporeo
Al di là della suddivisione in base alle strategie compensative, le tipologie di bulimia legate al peso sono quelle di cui abbiamo subito bisogno.
3. Associato a sovrappeso o obesità
Include persone che soffrono di BN, sia purgativa che non purgativa, e che sono in una certa misura sovrappeso o obese. Sebbene possano esserci alterazioni del peso corporeo, solitamente non sono evidenti ad occhio nudo.
4. Associato a peso variabile
In questo caso, la persona presenta costanti fluttuazioni del peso. Puoi attraversare periodi di sovrappeso, di peso “sano” e di sottopeso.
Questa variazione contribuisce a credere che potrai raggiungere la figura desiderata se continui con questi comportamenti.
Inoltre, si aggrappa all’idea che la sua vera identità sia la sua versione più leggera, alimentando così il ciclo bulimico.
Fasi del disturbo bulimico
Sebbene l’intensità di ciascuna fase possa cambiare a seconda del paziente, si individuano alcune fasi comuni nello sviluppo o nel decorso della BN, indipendentemente dal tipo di cui si parla.
Binge eating: la persona perde il controllo e mangia in modo vorace e compulsivo in un breve periodo di tempo. Ha poca consapevolezza di ciò che mangia e mastica a malapena. In genere, si consumano cibi ricchi di grassi, alternando bruscamente tra opzioni dolci e salate, nonché opzioni calde e fredde.
Sentimenti di colpa e vergogna: queste emozioni derivano dalla perdita di controllo durante le abbuffate e tendono ad essere aggravate dalle preoccupazioni legate al peso e all’immagine corporea. Frasi come “Non posso credere di averlo fatto di nuovo” o “Dovrei riuscire a controllarmi” possono risuonare nella mente.
Episodi di eliminazione o comportamenti compensatori: iniziano con il rimorso. A seconda del tipo di BN, la persona ricorre ad episodi purgativi o a condotte compensatorie. Cerca di prevenire l’aumento di peso attraverso il vomito autoindotto, l’uso di lassativi o l’esercizio fisico eccessivo.
Sensazione temporanea di controllo: si sperimenta una sensazione momentanea di calma e controllo. Pensieri come “Non mi abbufferò mai più” o “D’ora in poi controllerò il mio mangiare” sono comuni durante questa fase.
Ripetizione del ciclo: la persona diventa nuovamente ossessionata da ciò che mangia e decide di seguire una dieta restrittiva e rigorosa. Ma invece di aiutare, questo approccio finisce per causare più episodi di abbuffate, e così il ciclo si ripete.
Qual è il trattamento della bulimia nervosa?
In primo luogo, è fondamentale programmare una visita medica per valutare la salute fisica.
Questo ci permette di identificare possibili carenze nutrizionali, squilibri nell’organismo e rischi che derivano dal disturbo.
Allo stesso tempo, è essenziale chiedere aiuto ai professionisti della salute mentale. Molte volte, dietro una persona con BN c’è qualcuno che ha difficoltà a regolare le proprie emozioni e che affronta insicurezze e una fragile autostima.
Pertanto, la terapia cognitivo comportamentale può offrire un valido supporto per identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali che alimentano il problema. Inoltre, in alcune circostanze, il terapeuta indica la consulenza psichiatrica come approccio complementare.
D’altra parte, è essenziale rivolgersi a un nutrizionista, che contribuirà con un piano alimentare sano e sostenibile che si adatti alle esigenze e alle preferenze di ciascun paziente.
Dato che gli aspetti della salute mentale e fisica sono chiaramente intrecciati nella BN, è essenziale che il trattamento sia globale e collaborativo.
È opportuno che tutti i professionisti coinvolti condividano l’obiettivo comune di aiutare il paziente e cooperino tra loro in modo efficace.
Pertanto, ribadiamo che l’approccio deve coinvolgere tutte o la maggior parte di queste aree:
Nutrizione
Psicologia
Psichiatria
Medicina Clinica
La collaborazione familiare, un aspetto fondamentale
Spesso il trattamento prevede il lavoro con la famiglia o i propri cari. La tua partecipazione è essenziale fornendo un supporto emotivo continuo, creando un ambiente favorevole al recupero e aiutando a prevenire le ricadute.
La terapia familiare, infatti, si rivela uno strumento efficace, soprattutto negli adolescenti con insorgenza recente della malattia. In questo contesto, si concentra sull’affrontare le dinamiche familiari malsane che contribuiscono alla patologia.
Agire in tempo è fondamentale
Identificare e affrontare precocemente un disturbo alimentare fa la differenza sulla strada del recupero. Per questo motivo comprendere nel dettaglio la bulimia, conoscerne le tipologie, essere consapevoli dei segnali d’allarme e sapere a quali specialisti rivolgersi sono aspetti essenziali.
Sia che tu stia affrontando questa sfida tu stesso o che qualcuno vicino a te la stia affrontando, non esitare a chiedere ai
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