Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sul tema “stop ai paragoni”.
Oggi voglio solo fare una piccola riflessione.
Non solo scuola
Quante volte ho visto e sentito, sia in famiglia che a scuola, adulti che sminuiscono un ragazzo facendo paragoni con qualcun altro.
E questo qualcun altro è il compagno, la sorella, il fratello, il cugino… c’è sempre qualcuno migliore di lui. Ma è davvero così?
C’è sempre qualcuno migliore di noi e noi siamo davvero inferiore a tutti gli altri?
Ragazzi e adulti
Mi rivolgo ad entrambe le categorie.
Nessuno, e ripeto nessuno, è superiore o inferiore a nessun altro.
Fortunatamente siamo tutti diversi e tutti, e ripeto tutti, abbiamo delle abilità, delle inclinazioni, delle caratteristiche che ci rendono unici nel nostro genere.
Purtroppo molto spesso i genitori decidono prima ancora che un ragazzo scelga un indirizzo di studi specifico, quello che, questo, deve fare. Loro hanno un’idea di quello che in futuro un figlio deve essere, diventare, quale lavoro andrà a fare, chi dovrà frequentare.
Aspettative che per la maggior parte dei casi sono diverse dai desideri e le reali inclinazioni dei figli.
E quindi?
Frustrazioni
E quindi succede che i ragazzi si sentono sbagliati, frustrati, inferiori, non all’altezza delle aspettative dei genitori.
Quindi scelgono la scuola o un lavoro solo per accontentarli ma che succede? Che non riusciranno e non perché sono dei falliti( ho sentito anche queste parole)ma perché non è nelle loro corde quello che stanno facendo.
Cosa si deve fare allora? Spingere i ragazzi ad approfondire i loro talenti. Ricordando che saranno sicuramente diversi da quelli che voi, adulti, vi aspettate ma va benissimo così.
Dovete insegnar loro a combattere per i loro sogni, per realizzare i loro obiettivi. Ad impegnarsi con tutte le loro forze per diventare quello che vogliono .
Insegnate loro a cadere e a rialzarsi perché è dagli errori che si impara a diventare adulti. E voi, genitori in primis, camminate sempre accanto a loro, non davanti a loro. E se avete bisogno di me contattatemi https://dottoressanapolitano.it
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sul saper dire di no, sulla sua importanza per la nostra vita da adulti e da ragazzi.
Che voi siate adulti o adolescenti dovete assolutamente imparare a dire di no quando serve e, soprattutto, quando volete dare importanza alla vostra persona.
Dire no è rispetto per voi stessi, è amor proprio, è avere personalità, è non sottomettersi al volere degli altri….qualsiasi persone esse siano.
Ma andiamo per gradi.
No
NO è una parola meravigliosa… che a volte però fatichiamo a fare nostra. Diciamocelo…quando qualcuno ci fa una richiesta, la nostra risposta immediata è in genere “SI“.
Spinti dal desiderio di dare una mano o magari dalla volontà di non deludere gli altri, ci offriamo all’istante senza esitare. Eppure, sapersi appropriare della possibilità di dire NO è senza dubbio un passo di evoluzione personale.
C’è una buona ragione per cui “No” è una delle prime parole che impariamo a pronunciare fin da piccoli
Infatti, i bambini attraversano una fase di negazione in cui dicono no a tutto, per principio e senza scendere troppo nei dettagli. In questo modo riaffermano la loro identità.
A questo proposito, scoprire l’esistenza del no e le sue implicazioni è un grande evento per il bambino, perché si rende conto che ha il diritto di decidere della sua vita, anche se inizialmente si tratta solo di piccole decisioni.
Imparare a dire di no è importante anche per mantenere il nostro equilibrio emotivo
La vita ci apre continuamente nuove possibilità che possiamo cogliere, ci tenta con opportunità che a volte non sono le più adatte a noi.
In questi casi, dire di no vuol dire essere in grado di rimanere sul percorso che abbiamo scelto, concentrati sui nostri obiettivi. Inoltre, a volte dire di no è l’unico modo che abbiamo per difendere i nostri diritti e tenere controllate le persone che sono disposte a violare la nostra libertà, appropriandosi del nostro tempo e agendo come veri e propri vampiri emotivi.
Perché abbiamo difficoltà a dire di no?
Chi ha a cuore il nostro benessere potrà anche rimanere disorientato del nostro diniego, ma successivamente non avrà problemi ad accoglierlo, perché anche attraverso quel “NO” impareranno a conoscerci meglio, a rispettare i nostri confini, i nostri limiti e ad apprezzarci per la nostra autenticità.
Per chi invece non ha a cuore il nostro benessere, chi è abituato ad approfittarsi della nostra disponibilità, sentirsi dire da noi quel “NO” sarà sicuramente un problema, ovvio!
Ma sarà grazie alla loro reazione che riusciremo a capire chi merita la nostra presenza e chi merita la nostra assenza. Ma perché è così difficile per molte persone pronunciare questa semplice parola?
Perché abbiamo paura di essere considerati persone chiuse e rigide, perché nella nostra società il sì è stato associato a maggiore flessibilità e apertura, quando a volte nasconde solo una profonda mancanza di carattere.
Perché è un’abitudine che abbiamo imparato da bambini, quando pensavamo che dire di sì significava ottenere l’approvazione degli altri, in particolare i genitori, che solevano infuriarsi quando dicevamo di no.
Perché abbiamo paura di bruciare i ponti dietro di noi precludendoci una via di fuga che potrebbe esserci utile in futuro.
Perché abbiamo paura della reazione degli altri o di ferirli con la nostra negazione pensando che non la prenderanno bene.
Perché siamo preoccupati di venire accusati di egoismo, quando in realtà stiamo solo difendendo il nostro diritto di porre dei limiti che ci proteggano.
Cosa significa davvero NON dire NO
Per tutti i motivi appena indicati, dire di sì è probabilmente la risposta più facile quando qualcuno ci rivolge una richiesta, ma se guardiamo con attenzione non sempre è la risposta migliore.
Così come dire di no ha le sue implicazioni, anche NON dire di no ha le sue rilevanti conseguenze. Ogni volta che diciamo di sì a qualcosa stiamo di fatto dicendo di no a qualcos’altro.
Quando dici di sì a qualcosa che non ti piace, stai dicendo di no alle cose che ami.
Quando dici di sì a un lavoro che non ami, stai dicendo di no ai tuoi sogni.
Quando dici di sì a una persona che non ti va a genio, stai dicendo di no a una relazione profonda.
Quando dici di sì al troppo lavoro, stai dicendo di no alla tua vita sociale.
Il principio è molto semplice: chi cerca di accontentare tutti, non accontenta nessuno. Neppure sé stesso.
Anche stabilire dei limiti è espressione di amor proprio
Dire di no è un diritto, soprattutto quando le altre persone pretendono di avere il nostro tempo e le risorse a loro piacimento. In realtà, a volte dire di no è una questione di sopravvivenza psicologica, non di egoismo.
1. Il “No” categorico
A volte incontri delle persone che ti propongono progetti o fanno richieste per i quali sai bene la risposta: un no assoluto e categorico. Quando hai preso una decisione molto chiara e sai che quello che ti stanno chiedendo o proponendo non fa per te, perché può danneggiarti o va contro i tuoi valori, non devi avere paura di rispondere con un no categorico.
È vero che dire di no è complicato, ma ricorda che se qualcosa non ti piace e può danneggiarti in qualche modo, non c’è alcuna ragione di farlo. In realtà, a volte dire di no è espressione di amor proprio, di rispetto di sé.
Stabilire dei limiti non è negativo, è l’espressione di una persona che sa quello che vuole e sa perfettamente fino a dove è disposta a cedere. Inoltre, un no sincero, invece di una inutile titubanza, è anche espressione di rispetto per l’altra persona perché gli farà risparmiare tempo permettendogli di riorientare rapidamente la ricerca. Se non siamo disposti a fare qualcosa è meglio dirlo subito.
2. Il “No” a metà
Non è sempre necessario dire di no, ma a volte non siamo disposti a fare fino in fondo tutto ciò che ci chiede l’altra persona. Infatti, queste situazioni sono molto comuni nella nostra vita quotidiana e, dato che in ultima analisi tendiamo a cedere, sono le principali responsabili del fatto che ci coinvolgiamo in progetti o relazioni che non ci soddisfano veramente.
In tal caso, puoi dire “No” a metà. Cioè, puoi dire a questa persona che sei disposto ad aiutarla in alcuni aspetti, ma non in altri, che puoi soddisfarla solo fino a un certo punto, ma non sei disposto ad andare oltre.
Puoi approfittare di questo momento per indicare esattamente quali sono i tuoi limiti e le condizioni. All’altra persona deve essere chiara la tua posizione rispetto alla sua richiesta, in modo tale che non pretenda ciò che non ti sei compromesso a fare.
Un’altra possibilità che prevede il “No” a metà è la trattativa. Ad esempio, potresti non essere d’accordo con la richiesta iniziale, ma se l’altra persona cambia qualche dettaglio potresti accettare. In realtà, si tratta di una strategia molto assertiva perché in questo modo tutti vincono.
3. Il “No”, forse più tardi
Se qualcosa non ti interessa è meglio dirlo subito. In questo modo sei sincero e rispetti l’altra persona. Ma ci sono momenti in cui non siamo semplicemente disposti ad accettare una determinata proposta, almeno in quel momento, ma potremmo farlo in seguito.
In questo caso, è meglio non lasciarsi convincere mettendo in chiaro che non siamo disponibili al momento, ma forse più tardi potremmo accettare di coinvolgerci nel progetto o soddisfare la richiesta.
Si tratta di far capire chiaramente che non ci interessa la cosa perchè non abbiamo tempo e non perché non abbiamo il coraggio di dire di no.
Ad esempio, una persona potrebbe proporti un progetto professionale molto interessante, ma i tuoi problemi attuali ti impediscono di accettare. In tal caso, la proposta ti interessa davvero, ma non ti puoi compromettere immediatamente. L’ideale per entrambe le parti sarebbe concordare un periodo di tempo ragionevole, dopo il quale dare la tua risposta definitiva.
Riconquista la tua libertà
In conclusione, il non saper dire “no” spesso ha delle radici profonde nella nostra persona e nel nostro modo di vedere il mondo. E’ da lì che dobbiamo partire per risolvere il problema.
Dire di sì sempre e comunque non ti darà né amore, né ti metterà al riparo dai pericoli
Al contrario. Impara dunque a dire di No ai vampiri psichici ed energetici, a tutte le persone negative che vogliono distruggere i tuoi sogni, ai parassiti sociali, alla bruttezza, e tutti coloro che cercano di abusare del tuo tempo e delle tue preziose energie. E per farlo, a volte è necessario spiegare le nostre ragioni. Ricorda che un no sincero è anche un modo per mostrare rispetto per la persona, ed è sempre preferibile a un sì che non si porta a termine e del quale dovremo scusarci. La nostra autostima va sempre alimentata e il migliore modo di farlo è riconquistare la nostra libertà, imparando a dire di no in maniera educata e senza sensi di colpa.
Non aspettarti considerazione dall’esterno!
Hai presente quando vedi un bambino andare per la prima volta in bicicletta sotto gli occhi ammirati dei genitori? Il bambino dice «guardami, mamma, guarda quanto sono bravo». Molti adulti vivono bloccati in questa modalità. «vi prego, mondo! Nota quanto sono bravo». Questo arresto è legato a carenze nel passato. Nessuno può tornare indietro e darti la considerazione e la comprensione che non hai mai avuto quando più ne avevi bisogno. Quel bisogno, però, ora è rimasto intatto e ciò che posso fare è darti i mezzi per soddisfarlo da solo. Perché tu puoi farlo.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sul ma cos’è davvero la scuola?
Riflessione- ma cos’è davvero la scuola?
Oggi una piccola importante riflessione. A cosa serve davvero la scuola?
Si pensa alla scuola solo per l’aspetto cognitivo. I ragazzi stanno ore4 sui libri ad imparare nozioni che serviranno per trovare un lavoro (Onestamente, non tutte).
Devono fare verifiche, compiti a casa e in classe e tenere un comportamento rispettoso verso i professori che, però, spesso, non li tutelano.
I professori
Ma chi sono? Sono quelle persone che ti insegnano tutte le materie che devi apprendere . Si siedono, aprono i libri, spiegano, interrogano, fanno verifiche..ecc…ecc…eccc.
E poi? Stop..
Ma chi dovrebbero essere?
In realtà i professori sono i secondi educatori dopo i genitori e prima di me. Ma in realtà, in molti molti casi, io vengo prima dei genitori e dei professori.
Il motivo?
Perché i genitori on fanno i genitori in casa e i professori pensano solo alle nozioni da imparare.
E invece…
E invece la scuola deve formare. Deve formare la personalità di un ragazzo.
Lasciamo perdere per un attimo la parte cognitiva. La scuola deve educare i ragazzi al relazionarsi in maniera corretta con chi sta attorno: dall’adulto al pari.
Deve formare la mente del ragazzo al ragionamento senza condizionamenti.
Deve insegnare l’empatia, il sentimento, l’accettare il fatto che dobbiamo esternare quello che proviamo perché è giusto e va bene così.
Deve educare alla comprensione al condannare il bullismo e il pregiudizio.
Perché l’adolescenza è il passaggio dall’età infantile a quella adulta..
Perché se non abbiamo delle buone basi, queste basi e questi esempi, diventeremo degli adulti sbandati, senza meta, senza sogni e obiettivi…e questo, purtroppo, porta a gesti estremi a volte.
Quello che i genitori hanno il dovere di dare ai figli
Buongiorno amici. Oggi parliamo de il nostro tempo, quello che i genitori hanno il dovere di dare ai figli.
Figli
Il regalo più bello che la vita può farti. Cercati, perché non vengono per caso. E proprio per questo, chi diventa genitori deve assumersi non solo le responsabilità legate al prendersi cura di una vita appena nata; ma, nel tempo, deve avere il dovere di stargli/le accanto, di dedicar loro del tempo.
Doveri
Spesso i genitori pensano che un figlio debba esser loro grato per il fatto che si occupi di lui. “io ti ho dato la vita. ti ho fatto crescere sano, mi sono occupata/o di te”…come se fosse una sorta di ricatto morale.
Ma non capiscono che quelli che vantano, solo i semplici over di un genitore, niente di eccezionale ma la base per poter crescere una vita.
Da lì al saperli crescere bene ce ne passa.
Un genitore deve crescere col figli, deve modificare anche il suo modo di stargli accanto, di comprenderlo, di empatizzare con lui, di educarlo.
Semplicemente, seguire le fasi della sua crescita. Ricordandosi che tutti noi abbiamo passato le stesse fasi di vita no?
Le fasi
Ogni fase della vita di un figlio ha delle tappe, importanti per la sua vita.
Quando un figlio è piccolo si pensa che l’unica cosa importante d fare sia nutrirlo e lavarlo. Ma non si pensa che, n questa fase, l’esempio è fondamentale.
Ma quando arriva la pre adolescenza e ancor più l’ adolescenza…beh, lì cominciano problemi…pregiudizi da parte dei genitori.
Sì, perché c’è lo spauracchio di quest’età: “oddio adesso chissà cosa combina..e gli amici…le droghe,…deve stare attento a chi frequenta”.
Calma genitori, calma, non mettete avanti le mani prima del tempo. Perché se i ragazzi hanno avuto un buon esempio da seguire tutto è più semplice, anche per voi.
Il tempo
Ma cos’è la cosa pi importante che molto, troppo spesso manca n famiglia? Il tempo…il tempo che troppe volte i genitori negano ai figli.
“sono troppo impegnata adesso” “devo lavorare, dopo ti ascolto” “mamma/papà è stanca/o…ti prego facciamo un’altra volta”…
Lavoro lavoro lavoro. S, è importante ma avete il dovere di dedicare tempo ai vostri figli..dovete. Per numerosissimi motivi.
Perché, semplicemente, siete i genitori, le persone da cui dovrebbero prendere esempio.
Quelle persone a cui si dovrebbero chiedere le cose più importanti, il cuscino che attutisce le botte della vita, la spalla su cui si è certi di poter piangere e di poter contare. Nessun tablet, nessuna baby sitter può sostituirsi all’importanza che deve avere un genitore.
Si predica tanto il rispetto. Ma attenzione: deve essere reciproco.
Se il ragazzo in questione non percepisce a vostra presenza, non si rivolgerà a voi. Si sentirà escluso, non ascoltato, messo da parte e non vi cercherà più. E, credetemi, in questa fase cruciale della loro vita la presenza dei genitori è fondamentale se non volete tirare su muri difficilmente abbattibili.
Lasciate la porta del dialogo sempre aperta, dedicate tempo ai vostri ragazzi. E’ il regalo più belo che potete far loro e, vi assicuro, che passare l’adolescenza così sarà molto più facile e piacevole per tutti.
Cosa significa essere vincenti a come allenare le risorse dei ragazzi
Buongiorno amici. Oggi vediamo il perché la forza di volontà da sola non basta!
Se vogliamo davvero comprendere cosa significhi costruire una mentalità vincente e, dunque, acquisire gli strumenti più giusti per aiutare anche i più giovani, sin da piccoli, a farlo, dobbiamo partire da una premessa: non basta la sola forza di volontà! Frasi come “credi in te stesso e vincerai”, “volere è potere” e cose simili rischiano di farci sentire, o di far sentire i figli, ancora più perdenti: se davvero bastasse volere per ottenere qualcosa, chi non riesce rischia automaticamente di sentirsi inadeguato, incapace, non portato.
Non esistono strumenti magici, ma strategie che necessitano di essere comprese, costruire e allenate!
Obiettivi
Per raggiungere obiettivi e risultati servono le conoscenze e gli strumenti adeguati, impegno, perseveranza e allenamento costante.
Per sviluppare una mentalità vincente, per imparare a vincere, bisogna avere le idee chiare su quello che si deve fare e che si può realmente e concretamente fare ed essere anche disposti a lottare.
Quando lotto per ottenere le cose nel modo giusto, mi attivo e genero energia per il corpo e la mente, si verifica un’attivazione chimica che mi permette di focalizzarmi su ciò che sto facendo e sul processo, su ciò che è necessario fare per arrivare a determinati risultati. Significa essere consapevoli che non basta uno schiocco di dita, che non è immediato il raggiungimento di un determinato tipo di prestazione.
Sentirsi vincenti
Sentirsi vincenti significa attivare una chimica interna positiva che permette di essere concentrati e presenti nella situazione e che fornisce una sensazione di gratificazione, associata non solo al risultato ma all’intero processo che è stato messo in atto, all’intero percorso che è stato compiuto. Significa anche affrontare e superare le proprie paure, acquisire consapevolezza e fiducia in se stessi, essere costanti e perseveranti.
I grandi obiettivi si raggiungono passo dopo passo, si costruiscono, non si può puntare direttamente a funzionare in maniera diversa. Avere chiaro nella nostra mente cosa fare e come farlo è uno strumento: il tempismo nello sport, come nella vita, è fondamentale. E questa è una lezione importante che dobbiamo trasmettere anche a bambini e ragazzi, sin da piccoli, a scuola, in famiglia, nelle relazioni, nello sport.
Mettersi in gioco
Vale la pena lasciare che i figli si mettano in gioco senza intervenire immediatamente, per costruire anche un modo nuovo di affrontare le cose e di funzionare. Agevolarli troppo, lottare per loro, fare le cose per loro o al posto loro significa renderli più fragili perché non possono sviluppare quelle competenze che la società invece richiede. Significa anche dirgli che non ci fidiamo di loro, perché nel momento in cui io ti permetto di farlo ti sto dicendo che tu sei in grado di farlo.
Per sviluppare una mentalità forte, di successo e vincente è fondamentale la fiducia che si acquisisce solo facendo, lotta dopo lotta, successo dopo successo. Dargli la possibilità di farlo, quindi, significa fargli capire che lo possono fare e dargli degli strumenti importanti per vivere e farli crescere.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di persone tossiche e di come influenzano, e rovinano, la nostra vita.
Anche se non ci crediamo, siamo circondati da gente dalla personalità tossica. Persone che ci fanno stare male anche se non abbiamo alcuna colpa, che ci usano senza che in apparenza sia possibile evitarlo, che ci tengono alla loro mercé senza che ce ne rendiamo conto. Molte di queste personalità ci sono note, ma non siamo consapevoli del loro influsso negativo.
Ecco i sette tipi di personalità tossiche più comuni nella vita quotidiana, che ci circondano di continuo. In questo modo, sarà possibile identificarle e provare a porre alcuni limiti e strategie per non rimanerne feriti.
“Molte volte permettiamo di entrare nella nostra cerchia più intima i pettegoli, gli invidiosi, gli autoritari, gli psicopatici, gli orgogliosi, i mediocri, ovvero gente tossica, persone sbagliate che giudicano continuamente quello che diciamo e facciamo o quello che non diciamo e non facciamo”.
-Bernardo Stamateas-
7 personalità tossiche
L’invidioso
Una persona invidiosa cercherà sempre di cercare alleati. Questo gli garantirà di avvelenare gli altri con le sue parole ed i suoi pensieri maligni. Una persona del genere non è felice. Desidera sempre quello che gli altri possiedono o conquistano e cerca di boicottarli.
Invidiosi. Si vedono arrivare. L’importante è sapersi allontanare da loro, non lasciare che ci influiscano con i loro pensieri tossici. Se siamo le vittime, dobbiamo cercare di ignorarli. Se ci trasformiamo in un loro probabile alleato, non dobbiamo lasciare che guidino i nostri pensieri nei confronti di un’altra persona.
Nessuno pensa allo stesso modo su qualcuno e dobbiamo averlo ben chiaro. Non permettete a nessuno di cambiare quello che pensate né che vi metta contro un’altra persona per via dei suoi pensieri tossici.
L’autoritario
La persona autoritaria di solito è un capo. Qualcuno che tiene al suo giogo gli altri. Spesso si tratta di persone molto insicure di sé e, per questo, intimoriscono i propri subordinati per mantenere il controllo ed il potere che hanno. Ma non finisce qui. Una persona autoritaria arriva ad umiliare, minacciare e gode nell’imporre la propria volontà. Si approfitta della necessità delle persone di mantenere il proprio posto di lavoro.
Nessuno dovrebbe tollerare questa situazione. Al giorno d’oggi godiamo di una legge per difenderci dal mobbing. Se vi trovate in un caso come questo, non temete ed adottate le misure necessarie. Andare al lavoro può divenire una vera tortura.
Il manipolatore
Una persona manipolatrice è difficile da individuare. Il manipolatore è una personalità tossica che può passare inosservata durante molto tempo. Si mostra gentile e compiacente, ha una grande capacità empatica. Tuttavia, quando la si conosce meglio, ci sono certi fattori che bisogna evitare nei suoi confronti.
Innanzitutto, non siate mai sinceri con una persona manipolatrice perché rigirerà la frittata; si sentirà attaccata e riuscirà a farvi sentire in colpa per la vostra sincerità. Sarete voi, dunque, gli unici colpevoli ed è così che vi farà sentire. Anche se sapete di avere ragione, finirete per controllare quello che dite per non stare poi male.
I manipolatori giocano sporco e spesso mentono. Se avete un problema, il loro sarà peggiore. Infine, hanno il dono di contaminare chi sta intorno a loro. Se sono tristi, chi li circonda si rattristerà.
Il pessimista
Come indica il nome stesso, il pessimista vede tutto in modo negativo. Sono persone che si risentono di tutto e che si arrendono con grande facilità. Questo pessimismo in cui vivono attrae ulteriore negatività, dunque si trasforma in un circolo vizioso. Si mostrano come vittime indifese dinanzi al mondo. Si lamentano sempre del proprio passato, del proprio presente e, probabilmente, del proprio futuro.
È necessario allontanarsi da persone di questo tipo. Per quanto cerchiate di fargli vedere che le cose non sono così negative come credono, vi contraddiranno e riusciranno ad alimentarsi del vostro positivismo per stare bene. La conseguenza è che voi, però, non vi sentirete altrettanto bene. Questi soggetti vengono chiamati anche vampiri emotivi.
Il sociopsicopata
È una delle personalità tossiche più pericolose. Ci incontriamo dinanzi a persone impulsive che non stabiliscono limiti affettivi e non provano rimorsi quando feriscono gli altri. Sono persone ambizione che raggiungono i propri obiettivi senza curarsi di chi distruggono lungo il cammino. Sono incapaci di dire “scusa”.
I sociopsicopati sono persone che appaiono incantevoli, vi diranno tutto quello che vorreste sentire dire. Di solito si interessano molto alla persona che hanno di fronte facendole molte domande per ottenere informazioni che ricorderà per utilizzarle, in un secondo momento, contro di lei. Mentirà ed ingannerà per ottenere quello che desidera. Fingerà sentimenti che non prova; è l’opposto di una persona empatica.
Come possiamo riconoscere un sociopsicopata? Dobbiamo essere abili osservatori. Dato che non provano emozioni, bisogna osservarne il viso, lo sguardo e i muscoli facciali. Se vi fissano negli occhi e non muovono un solo muscolo del viso, fate attenzione, probabilmente stanno cercando di manipolarvi.
Il critico
Il critico gode nel disprezzare, nel manipolare e nel destabilizzare emotivamente gli altri. Questo porta l’altra persona a mostrarsi insicura e a dipendere dalle sue opinioni.
Si mostrerà come un grande amico, ma utilizzerà tutto il possibile per, nel momento adatto, sminuirvi davanti agli altri. In questo modo, finge di mostrarsi interessato a quello che gli viene raccontato. Gioca con il fattore sorpresa.
Il nevrotico
La persona nevrotica è di solito insicura. Per questo motivo, riuscirà ad ottenere una buona posizione sociale anche se si prefisserà obiettivi che non potrà raggiungere a causa dei suoi sentimenti di inferiorità che la bloccano. Non sopporta che nessuno sappia più di lui/lei riguardo un tema, per questo
cercherà sempre di attirare l’attenzione.
Per via di queste insicurezze che soffre sin da piccolo e che non è riuscito a risolvere, il nevrotico sviluppa una condotta perfezionista, conflittuale, egoistica ed infantile. Questo lo induce a controllare le altre persone. I suoi sbalzi d’umore, inoltre, rendono impossibile la convivenza con loro.
Ognuna di queste personalità tossiche contamina chi sta loro intorno tramite le sue energie negative. Rendersi conto della natura delle persone con cui ci relazioniamo è altrettanto importante per la nostra salute.
buongiorno amici. Oggi riflettiamo sul fatto che “gli adolescenti si allontanano dai genitori?“
Quando i figli oltrepassano la soglia dell’adolescenza, non cambiano solo da un punto di vista fisico, ma iniziano anche a mettere in discussione i genitori e a cercare maggiore autonomia e indipendenza.
Nuovo equilibrio
Per i genitori può essere faticoso trovare un nuovo equilibrio perché spesso hanno la sensazione di avere di fronte degli sconosciuti! Non riconoscono più i loro “bambini” e trovare le giuste modalità per mantenere con loro un dialogo e un confronto positivo può diventare una vera e propria sfida. I figli cambiano e, necessariamente, anche alcune modalità della relazione devono modificarsi.
In una fase ricca di novità e di fatiche, anche quando sembrano respingere ogni consiglio o aiuto, per i ragazzi sentire che i propri genitori sono presenti e pronti a sostenerli, rappresenta un elemento positivo, che li fa sentire degni di attenzione.
Comprensione
È fondamentale farli sentire compresi, sostenerli nella loro ricerca di autonomia e indipendenza, spiegare l’importanza di confini e limiti che li proteggano nelle loro esperienze. Anche quando non siamo d’accordo con loro, non critichiamo i ragazzi ma cerchiamo di comprenderli e sostenerli, di ascoltare le loro ragioni e le loro idee.
Non dimentichiamo che l’adolescenza comporta delle sfide anche per loro e il ruolo degli adulti è quello di fornire una base sicura da cui muoversi per sperimentare e crescere nella propria individualità e a cui fare riferimento nelle difficoltà.
Nonostante le difficoltà che si possono incontrare in questo percorso, la relazione con i propri figli può modificarsi ma conservare stabilità e fiducia.
L’adolescente ha bisogno di “prendere le distanze”
Durante questa fase i ragazzi si allontanano e prendono le distanze, in modo più o meno marcato, dalla figura genitoriale, cercano altri punti di riferimento, in un processo di ricerca di una nuova identità. I genitori non devono vivere questo momento come un attacco personale: l’adolescente hanno ancora bisogno di loro, ma ha anche bisogno di staccarsi dalla famiglia per sperimentare, mettersi alla prova, crescere.
Talvolta si è convinti che non ci sia altro da fare che aspettare che i ragazzi crescano. Il rischio è quello di considerare l’adolescenza soltanto come un momento difficile, da sopportare e superare il prima possibile.
Certamente si tratta di una fase della vita che porta a sperimentare sentimenti anche molto diversi tra loro e che mette a dura prova non solo i ragazzi, ma anche i genitori. Spesso i comportamenti di un adolescente possono sembrare insensati e può essere davvero molto difficile avere a che fare con loro. Tuttavia il lavoro dell’adolescenza è fondamentale per gettare le basi per lo sviluppo dell’adulto.
Per crescere, l’adolescente non diventa totalmente indipendente dagli adulti!
È vero che in questa fase è presente quella spinta, naturale e fisiologica, verso l’autonomia e l’indipendenza che va incoraggiata e sostenuta. Ma è altrettanto vero che il legame e la relazione con i genitori hanno un peso e un’influenza fondamentale anche durante l’adolescenza. Un percorso sano verso l’età adulta non porta al totale isolamento, ma all’interdipendenza cioè alla dipendenza reciproca e al confronto.
È normale che un genitore si senta in difficoltà, le sfide sono tantissime, ma è importante non perdere mai di vista gli aspetti positivi e le potenzialità, aiutando i figli a sperimentare la loro auto-efficacia, per confrontarsi con se stessi e con gli altri, e crescere diventando sempre più autonomi e responsabili.
E se avete bisogno di me, che voi siate i genitori o i ragazzi, contattatemi:))
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sulla parola accorgersi.
Accorgersi
Il sentire che una persona ha bisogno di noi anche se, questa, non lo dice a parolw.
E’ sinonimo di empatizzare, di capire, di ascoltare, quello che tutti dovremmo fare con chi ci sta accanto, con chi amiamo e con chi ci sta semplicemente parlando.
Ci accorgiamo quando ci passa davanti qualcosa o qualcuno che attira la nostra attenzione per un qualsiasi motivo. A volte il motivo è positivo altre volte no.
Il problema , oggi, è che non ci accorgiamo più degli altri, nemmeno di chi vive con noi , base di ogni malessere adolescenziale.
Gli adolescenti
Sì, perché alla base di ogni problema che caratterizza questa fascia d’età c’è il non sentirsi visti. Il fatto che “i miei non si accorgono di me. E’ come se io non esistessi in casa e per farmi notare devo urlare. O fare qualcosa che a loro non piace “…o smettere di mangiare, fare uso di sostanze, non andare a scuola, farmi del male, togliermi la vita, scappare di casa.
sì, è tutta responsabilità dei genitori che, spesso(non generalizzo mai) , non hanno tempo per loro. Riempiono la giornata, ovviamente, di lavoro…e poi di tempo per loro… e poi si è stanchi e “magari ti ascolto dopo…adesso sono stanca/o lasciami risposare”.
Ma non funziona così. I vostri figli non sono un accessorio da arredamento . Quando sono adolescenti vivono un periodo complesso della loro vita ricco di cambiamenti, domande da porsi, problematiche da risolvere di qualsiasi origine e natura…e se non ho nessuno che mi ascolta in casa mi dite dove devo andare, con chi devo parlare?
La maggior parte delle volte , quando si accorgono di non essere visti, cercano riposte in posti e n persone che non possono darne. Gli amici son amici, non hanno l’esperienza di un genitore accorto per poter consigliar lui al meglio. E quindi? E quindi ci si sente soli, affranti, depressi.
Non solo scuola-accorgersi
I ragazzi non sono solo scuola non sono solo il sodisfare le aspettative e i bisogni dei loro genitori. No…per nulla, al contrario.
I genitori devono crescere con loro, devono immergersi nel loro mondo, devono interessarsi per far sì che, tra loro, ci sia un dialogo, comunicazione.
Per far sì che non cerchino risposte in altri luoghi se non casa loro.
per capire che, nel momento del bisogno, c’è sempre qualcuno a casa che può aiutarli a capire, a risolvere le loro problematiche e perplessità.
Per apire che, nonostante tutto, loro ci sono e ci saranno sempre a supportarli senza avere pregiudizi e giudizi sulla base di…niente.
Chiedete loro come stai e anche se non vi risponderanno o vi risponderanno “Male”, magari stizziti, scocciati, non ce l’hanno con voi, mai. E’ proprio in questi momenti che hanno più bisogno di voi.
Imparate ad accorgervi del loro stato d’animo, del loro malessere. Imparate a capirli solo osservandoli e avvicinatevi, senza dir nulla. Fatelo sena giudicarli, senza arrabbiarvi. Solo in questo modo riuscirete ad instaurare con loro un rapporto fatto di comprensione, di rispetto reciproco, di dialogo, quello vero.
E voi, impegnatevi ad ascoltarli attivamente. E vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete tranquillamente contattarmi
Ossia l’ossessione dei genitori di condividere foto e video sui social dei loro figli.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di sharenting.
Sharenting: Cos’è, i Pericoli e Perché Bisogna Assolutamente Evitarlo
Cos’è lo Sharenting
Lo sharenting è un termine che deriva dalla combinazione delle parole inglesi “share” (condividere) e “parenting” (genitorialità). Indica la tendenza di molti genitori a condividere foto, video e informazioni sui propri figli sui social media. Questo fenomeno, apparentemente innocuo, può avere conseguenze inaspettate e pericolose.
Lo sharenting coinvolge principalmente i genitori che utilizzano frequentemente i social media per raccontare la propria vita quotidiana e quella dei loro figli. Questo comportamento è diffuso in tutto il mondo, indipendentemente dall’età, dallo status sociale o dalla cultura dei genitori.
Le Caratteristiche dello Sharenting
Le principali caratteristiche dello sharenting includono la pubblicazione di foto dei figli in vari momenti della giornata, la condivisione di video che mostrano eventi significativi o divertenti, e la descrizione di dettagli personali riguardanti la crescita e lo sviluppo dei bambini. Spesso, i genitori lo fanno senza riflettere sulle possibili ripercussioni.
Le vere vittime dello sharenting sono i bambini. Non avendo alcun controllo su ciò che viene pubblicato su di loro, rischiano di vedere violata la propria privacy. Inoltre, le immagini e le informazioni condivise possono rimanere online per sempre, con potenziali conseguenze negative nel loro futuro.
Imporre delle Regole a Casa sull’Uso dei Cellulari
Per evitare i pericoli dello sharenting, è fondamentale che i genitori stabiliscano delle regole chiare sull’uso dei cellulari e dei social media a casa. Ad esempio, potrebbe essere utile concordare momenti della giornata in cui non si utilizzano i dispositivi e discutere apertamente sui motivi per cui è importante limitare la condivisione di contenuti privati.
I Rischi del Postare Foto e Video di Minori
Postare foto e video di minori sui social media comporta diversi rischi significativi. Vediamoli in dettaglio:
Furto di Identità
Le immagini e le informazioni personali pubblicate online possono essere utilizzate da malintenzionati per il furto di identità. Le foto dei bambini, associate ai loro nomi, date di nascita o altri dettagli personali, possono essere raccolte e utilizzate per creare falsi profili o per scopi fraudolenti.
Uso Improprio delle Immagini
Un rischio preoccupante è l’uso improprio delle immagini da parte di terzi. Le foto dei bambini possono essere scaricate, modificate e diffuse su siti inappropriati, inclusi quelli a contenuto pedopornografico. Questa è una violazione gravissima della privacy e della sicurezza dei minori.
Cyberbullismo
I contenuti condivisi online possono diventare materiale per il cyberbullismo. I bambini, crescendo, potrebbero diventare bersagli di prese in giro o attacchi online basati su foto o video pubblicati dai loro genitori. Questo può avere un impatto negativo sul loro benessere emotivo e psicologico.
Impatto sul Futuro
Le informazioni condivise sui social media possono avere ripercussioni a lungo termine. Foto e video imbarazzanti o troppo personali possono riemergere in momenti inopportuni, come durante la ricerca di un lavoro o in contesti sociali, influenzando negativamente la vita dei giovani adulti.
Esposizione a Estranei
Condividere dettagli della vita quotidiana dei bambini, come luoghi frequentati regolarmente, può esporli a rischi di sicurezza fisica. Estranei possono ottenere informazioni su dove si trovano i bambini in determinati momenti, aumentando il rischio di incontri indesiderati o pericolosi.
I Genitori Devono Vivere i Figli
Per contrastare lo sharenting, è utile incoraggiare attività alternative ai social media. Passare più tempo a parlare con i propri figli, guardare film insieme, giocare e leggere storie sono tutte ottime opzioni per rafforzare il legame familiare senza esporre la vita privata sui social.
Vivere i propri figli significa dedicare loro tempo e attenzione, essere presenti nella loro vita quotidiana e partecipare attivamente alla loro crescita. Questo implica creare un ambiente amorevole e aperto al dialogo, dove i bambini si sentano sicuri e valorizzati. I genitori dovrebbero ascoltare i loro figli, rispondere alle loro domande e guidarli con pazienza.
Creare un Ambiente Amorevole
Un ambiente amorevole si costruisce attraverso piccoli gesti quotidiani di affetto e rispetto. Mostrare ai propri figli che li si ama incondizionatamente li aiuta a sviluppare un senso di sicurezza e fiducia in se stessi. Abbracci, parole gentili e il tempo trascorso insieme sono fondamentali per rafforzare il legame familiare.
Essere Presenti e Partecipi
Essere presenti nella vita dei propri figli significa non solo essere fisicamente vicini, ma anche emotivamente disponibili. Questo può includere partecipare alle loro attività, aiutarli con i compiti, ascoltare le loro preoccupazioni e celebrare i loro successi. La presenza attiva dei genitori è cruciale per il benessere emotivo dei bambini.
Favorire il Dialogo Aperto
Un dialogo aperto e sincero aiuta i bambini a sentirsi ascoltati e compresi. I genitori dovrebbero incoraggiare i loro figli a esprimere liberamente i propri pensieri e sentimenti, senza paura di essere giudicati. Questo approccio favorisce la fiducia e rafforza il legame genitore-figlio.
Insegnare attraverso l’Esempio
I genitori sono i primi modelli di comportamento per i loro figli. Vivendo i propri valori e mostrando rispetto, onestà e empatia, i genitori insegnano ai loro figli le qualità essenziali per vivere in armonia con gli altri. L’esempio quotidiano è uno strumento potente per educare i bambini.
Creare Ricordi Preziosi
Le esperienze condivise creano ricordi preziosi che i bambini porteranno con sé per tutta la vita. Organizzare attività familiari come gite, giochi o semplicemente cucinare insieme aiuta a creare momenti speciali e indimenticabili. Questi ricordi rafforzano il legame familiare e offrono ai bambini un senso di appartenenza.
Conclusione e Consigli
Per evitare i pericoli dello sharenting, ecco alcuni consigli pratici:
Pensa prima di postare: Riflettete sempre sulle conseguenze di ciò che state per condividere.
Chiedi il permesso: Se i vostri figli sono abbastanza grandi, chiedete sempre il loro consenso prima di pubblicare qualsiasi contenuto che li riguardi.
Proteggi la tua privacy: Utilizza impostazioni di privacy rigorose sui social media e limita la visibilità dei tuoi post.
Sii consapevole: Informatevi sui rischi e le leggi relative alla tutela dei minori.
Focalizza sulla qualità del tempo: Dedicate più tempo a interazioni genuine con i vostri figli, lontano dagli schermi.
Ricordate, la protezione e il benessere dei vostri figli vengono prima di tutto. Vivete pienamente ogni momento con loro senza la necessità di condividerlo con il mondo.
Buongiorno amici. Oggi pariamo di dialogo e della sua importanza per i ragazzi.
I ragazzi…sempre criticati, additati da giudizi troppo affrettati e da pregiudizi per come parlano, si muovono, vestono, per la musica che ascoltano.
Ma li avete ascoltati davvero anche solo una volta?
Dialogo
A volte sembra che non hanno bisogno di voi genitori, a volte sembra quasi che la vostra presenza dia fastidio ma non è così. La cosa più importante per loro è la presenza, il dialogo.
Quel dialogo che, purtroppo, si sintetizza spesso attraverso una chat, un messaggio su whatsapp o su un social. Pochissime parole per sintetizzare un mondo interiore, un’angoscia, una paura, un sentimento. Possibile? no.
Ma, oggi, è l’unico modo che si ha per rimanere costantemente a contatto con chi ci vuol bene. Un assurdo? Può essere ma riflettiamo.
Se ai ragazzi non fregasse davvero nulla di parlare, del dialogo, di comunicare non starebbe o attaccati ad un mezzo che, poi, di vicinanza ha ben poco. Ma dietro quel nick c’è una persona che lo ascolta, o almeno dovrebbe.
Sì, perché ok, con gli amici si scherza, si confidano piccoli grandi segreti. Ma nel vero momento di crisi, di dubbio, di indecisione e sofferenza e di gioia vogliamo sempre l presenza di chi ci ha messo al mondo e ci ama.
Genitori
Sì, siete proprio voi, cari genitori. Ma cosa succede spesso? Che predicate bene e razzolate male.
Criticate i vostri ragazzi perché passano troppo tempo sul telefono a chattare con amici con chissà chi, a vedere quelli sui social e bla bla bla..ma voi?
Non date spesso il buon esempio. Perché noi adulti siamo i primi ad essere attaccati ai telefoni. Da qui lo sharenting: il trip di fotografare qualsiasi, e dico davvero qualsiasi, cosa faccia il figlio, per la maggior parte delle volte minorenne, bambino, senza goderci quei momenti.
Si fanno centinaia di video , foto, per metterle sui social e ricevere tanti complimenti o tanti insulti. Cominciate a dare l’esempio. Come? Il dialogo.
Parlate
Dedicate tempo ai vostri ragazzi, dovete. Perché, a modo loro, hanno bisogno, un bisogno tremendo della vostra vicinanza, della vostra presenza. Hanno bisogno di essere ascoltati, ma ascoltati attivamente.
Non del “adesso non posso, più tardi”. No, hanno bisogno dic apire che la loro casa è un porto sicuro e che voi siete una spalla su cui potersi appoggiare sempre.
Siete le persone che li amano sopra ogni cosa, senza giudicarli, mai e, che per qualsiasi cosa, ci siete a dare una mano, a consigliare, a fare capire dove hanno sbagliato per aiutarli a non commettere più quello sbaglio.
E quindi, mettete da parte un po’ quei telefoni e…parlate.