Buongiorno amici:) Oggi un’importante diretta: perché è difficile essere genitori di un adolescente.
La fine dell’idealizzazione
L’adolescenza è un processo attraverso il quale il ragazzo e la ragazza vanno maturando la propria identità di giovani adulti, sessuati ed emancipati. Per l’adolescente è necessario uscir fuori dal mondo infantile, nel quale i genitori erano il principale, se non l’unico, modello cui riferirsi. Per arrivare a questo è necessario togliere i genitori dall’idealizzazione in cui erano stati messi. Devono, in questo processo ruvido e discontinuo, cogliere e sottolineare ogni mancanza dei genitori, ogni loro contraddizione, ogni loro difetto, ogni errore.
E quanto più i genitori erano stati precedentemente idealizzati, tanto più grande sarà per gli adolescenti il dolore e lo scandalo di accorgersi che essi non sono affatto ideali.
Non rinunciare a essere genitori
Allora, se è vero che un adolescente normale che sta vivendo il proprio normale processo di crescita è una persona in crisi, è ugualmente vero che è normale che anche i suoi genitori siano in crisi.
Se i genitori sono preparati a queste evenienze, è più probabile che reggano le onde d’urto interne ed esterne, e che non vengano meno ai loro compiti di genitori, assolutamente indispensabili in questo periodo.
È necessario, infatti, che essi continuino a esserci, senza fuggire, senza annullare il loro ruolocon atteggiamenti seduttivi o di sottomissione acritica, senza mettersi a giocare coi propri figli a chi fa più l’adolescente, senza soccombere all’invidia.
Quali le azioni da compiere e no davanti a tutto ciò
Buongiorno amici:) Oggi riflettiamo su adolescenza a silenzi.
Da un momento all’altro il figlio con cui condividevate tutto decide di tirare su un muro e trasformarsi in quel ragazzo a volte un po’ sgarbato che non ha la minima intenzione di raccontarvi di sé, né tanto meno dirvi cosa abbia fatto a scuola o con i suoi amici.
Niente panico, tutto ciò potrebbe essere necessario per crescere!
Durante l’adolescenza, infatti, si vivono le prime esperienze, i primi amori, il gruppo dei pari assume un ruolo centrale e permette all’adolescente di sperimentarsi maggiormente nelle relazioni e confrontarsi con il mondo esterno.
Non sempre silenzio significa malessere:
il figlio, tenendo per sé tutto quello che fa e pensa, cerca di prendere le distanze dai genitori, cerca di arricchire il proprio ORTICELLO così da poter affermare la propria autonomia e il proprio sé, sebbene sia immerso in un groviglio di emozioni a cui spesso non sa ancora dare un nome.
Come affrontare allora questo momento delicato? Ecco qualche piccolo consiglio:
COSA FARE:
Rispettare i suoi tempi.
Per far sì che vostro figlio si confidi con voi nei momenti importanti è opportuno saper rispettare i suoi tempi, i suoi spazi ed i suoi pensieri.
Soprattutto ricordate di intervenite repentinamente soltanto quando credete che possa esserci qualcosa di grave da metterlo in reale pericolo.
Mostrarsi disponibili all’ascolto.
Instaurare una buona comunicazione è fondamentale per far sì che si crei una relazione di fiducia.
Prima di porvi come giudici, cercate di ascoltare tutto ciò che ha da dirvi, prendendo in considerazione il suo punto di vista, per guidarlo all’autonomia senza aspettarvi che faccia proprio come diciate voi.
“Sbagliando si impara”.
Anche se a volte potrà essere difficile ed impulsivamente vorreste essere voi a dover aggiustare il tiro di una situazione complessa, è importante riconoscere quali siano i momenti in cui essere semplici spettatori e fare un piccolo passo indietro ma al tempo stesso essere pronti a sostenerlo quando necessario.
“E tu come stai?”.
A volte potrebbe sembrare scontato ma troppo spesso ci si concentra maggiormente sulla scuola, sullo sport o su episodi specifici senza prestare attenzione a come si sente vostro figlio.
Infatti, è opportuno sintonizzarsi emotivamente con lui, comprendere ciò che sta attraversando e fornirgli un supporto e non solo regole e rimproveri.
Cosa invece è importante NON FARE:
Non costringerlo a parlare.
È fondamentale non forzarlo in maniera eccessiva e ostinata a raccontarvi tutto quello che fa a scuola o con i suoi amici.
È giusto monitorare e informarsi, ma evitate di sommergerlo di domande continue che potrebbero esasperare e portare a un dialogo poco proficuo e da cui ne ricavereste ben poco.
Non essere invadenti.
Non controllate a sua insaputa il suo smartphone e i suoi profili social, non entrate nella sua camera senza bussare e soprattutto NON SBIRCIATE tra le sue cose soltanto perché siete curiosi.
Sicuramente, invece, è importante che sia consapevole che nei momenti di difficoltà potrà essere lui stesso a venire direttamente da voi per confidarsi e per cercare insieme una soluzione che possa aiutarlo.
Non sminuire ciò che vi racconta.
Le difficoltà che possono incontrare gli adulti sono completamente diverse da quelle di un’adolescente, ma non per questo hanno meno importanza e valore.
Gli adolescenti, infatti, vivono gran parte delle loro esperienze per la prima volta e sentirsi sminuire crea una grande barriera emotiva che non permette di potersi esprimere liberamente, alimentando così l’effetto chiusura.
Non arrendersi.
Il compito più arduo è proprio quello di non sentirsi incapaci come genitori solo perché vostro figlio si sta “allontanando” da voi.
Tutto ciò è fisiologico e non vuol dire che per lui non siete più importanti ma, al contrario, per vostro figlio la vostra opinione è sempre fondamentale.
Il vostro ruolo deve modificarsi in base all’età, dovrete essere una base sicura sulla quale fare affidamento senza sentirsi mai sbagliati e inadeguati.
Ricordate che i cambiamenti di vostro figlio nei vostri confronti sono i segnali positivi della sua crescita e di conquista della sua autonomia.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di adolescenza: così, nell’adolescenza, esce ciò che seminiamo.
L’adolescenza è un periodo di transizione dall’infanzia verso l’età adulta, che va da circa i 12 fino ai 19-20 anni, periodo dell’età evolutiva durante i quali i ragazzi attraversano numerosi cambiamenti nel corpo e nella mente: acquisiscono nuovi ruoli e responsabilità all’interno del contesto sociale e si trovano a dover strutturare una propria identità.
Periodo complesso
È un periodo complesso, come sanno tutti i genitori: se da una parte i ragazzi cercano una nuova autonomia e una maggiore indipendenza, dall’altra hanno ancora bisogno di percepire un «porto sicuro», la famiglia. Ma a volte capita che la conflittualità tra le due generazioni diventi esasperata, rasenta i limiti della tollerabilità. Se è normale una contrapposizione che serve al giovane per esprimere la propria differenza dal nucleo familiare, e quindi un’identità propria, specifica, si scivola talvolta in situazioni in cui crede che tutto sia dovuto, in cui vede solo sé stesso e le sue esigenze, e il genitore come una persona da usare per ciò che serve.
La patente non serve prenderla perché i genitori sono «autisti» sempre disponibili ad accompagnarlo da tutte le parti; ci si può inventare diete vegane o alternative perché c’è sempre qualcuno che cucina, differenziando ogni singolo menù; non c’è bisogno di ricordare di prendere le chiavi di casa perché si può suonare il campanello a qualsiasi ora della notte. Non c’è bisogno di «agire» insomma, perché in tutte le situazioni c’è chi lo fa per lui.
Genitori e comunicazione
La comunicazione è basata sul «fammi», «mi devi dare», «dammi». E questo atteggiamento si riversa non solo nei confronti dei genitori, ma delle regole e di ciò che rappresenta l’istituzione in generale, insegnanti compresi. Spesso, infatti, viene richiamato a scuola o vengono convocati i genitori per problemi comportamentali legati alla disciplina.
Sempre più spesso osserviamo genitori che si rapportano ai figli con un’eccessiva apprensione, quasi ossessiva, che alla lunga finisce per essere deleteria. «Stai attento, te lo faccio io», «Chiamami quando arrivi», «Con chi esci? Dove vai?».
Ibambini, i ragazzi e poi gli adolescenti, hanno bisogno di mettere alla prova le proprie capacità, acquisendo così sempre più sicurezza e fiducia in sé stessi.
Fare le cose al posto loro non li aiuta a crescere: bisogna aiutarli solo quando serve, stimolando la loro autostima, senza mai sostituirsi a loro. Ed è invece proprio l’insicurezza che si genera con atteggiamenti iperprotettivi a determinare scompensi interiori, conflitti, rabbia, frustrazione, premessa per future crisi di panico e attacchi d’ansia.
Protezione
Il compito del genitore quindi non è quello di sostituirsi a lui per poterlo proteggere meglio, ma quello di «esserci», di «essere presente» quando avrà bisogno di sostegno: fornendo affetto, attenzioni, ascolto, accompagnandolo nelle sue insicurezze e dubbi, aiutandolo a comprendere e a gestire le sue emozioni e le sue paure.
Proteggere i figli da ogni singola fatica, impegno o disagio (per non parlare di eventi assolutamente banali e regolari) comporta una rinuncia sul piano esperienziale: il messaggio che recepiscono è «non posso farcela da solo», «non sono capace», così si insinua gradualmente il concetto che «qualcuno lo farà per me…» e quindi alla fine «tutto è dovuto».
Da qualche anno ormai si sente parlare di adolescenza infinita, adolescenti di trent’anni e più… ma quando finisce l’adolescenza? Essere completamente sé stessi, riuscire ad esprimersi e a vivere senza condizionamenti è la base per raggiungere la piena autonomia e indipendenza.
Termina quando è ben chiaro chi si è, dove si vuole andare e quando si è pronti a costruire rapporti stabili e significativi, anche con sé stessi.
Buongiorno amici. Oggi il tema è “cara me stessa…mi merito il meglio dalla vita”.
cosa vedi dentro di te?
E mi rivolgo alle ragazze ma anche alle persone adulte.
Non importa cosa tu faccia e che cosa ottieni dalla tua vita: c’è sempre una piccola voce dentro di te che ti ripete che “non sei abbastanza”.
Vero? Una voce che ti dice che non vali quanto gli altri e che non meriti la felicità e il benessere che, in fondo, noi tutti ricerchiamo. Forse non ne puoi più di sentire il peso di queste voci, e di tutte le delusioni che hai ricevuto nella tua vita.
Basta con i sensi di colpa, basta con la paura di non valere o di essere giudicata. Basta con il senso di solitudine. Cara me stessa, da adesso si apre un nuovo capitolo! Da oggi voglio credere di valere.
Se ti guardassi dentro, cosa vorresti vedere?
Vuoi una vita migliore? Se non ci credi, non la otterrai. Nulla avviene per caso; dietro un successo c’è tanto lavoro e sofferenza.
Quasi tutte le tue credenze nascono da quello che hai accettato o meno come vero da quando eri piccola
Può darsi che i tuoi genitori non ti abbiano dato abbastanza sicurezza. Così sei diventata fragile, la tua autostima ne ha risentito molto e continua ad essere piuttosto bassa anche ora che sei adulta.
Pero, ciò che è stato nel passato ormai è fatto, ma nel presente hai la possibilità di trattarti nel modo in cui desideri.
Rimproverarti ora è un modo per continuare a spaventare ulteriormente il tuo bambino interiore che si sente insicuro e che soffre.
Se non desideri fare del male a uno sconosciuto, perché continui a trattare male il tuo bambino interiore?
Tratteresti così il figlio o la figlia di uno dei tuoi amici? Allora perché non iniziare ad amarlo? Comincia ad amarti e ad approvarti ora.
Perché è così difficile pensare di meritare il meglio dalla vita?
Ci sono tantissimi motivi per cui è così difficile non riconoscere il proprio valore.
Esiste però un aspetto che accomuna ognuno di questi: credere di NON meritare amore. E questo, se diventa il nostro mantra, può essere quanto di più dannoso possa esistere per noi.
Assicurati di essere disposta\o a ricevere
Ciò che sogni e ciò di cui hai bisogno nella vita arriva solo quando pensi di meritarlo davvero.
Apri la tua mente, apri il tuo cuore, e apri le braccia. La vita ti ama e vuole solo darti il meglio.
Non importa se certe cose non le hai imparate prima; tutto si può imparare nella vita!
Non importa quanti anni hai; non è un caso se la vita ti ha messo di fronte a un cambiamento proprio ora … prima forse non saresti stata pronta o forse c’è qualcosa che devi imparare ora.
Non importa se hai vissuto tanti anni in funzione dei tuoi genitori o dei tuoi figli, puoi ancora rimediare e coltivare le tue ambizioni!
Non importa se si è conclusa una storia d’amore con una persona che pensavi fosse la persona della tua vita, puoi incontrare chi davvero ti apprezza!
buongiorno amici. Oggi parliamo di violenza di genere negli adolescenti.
Ci sono varie manifestazioni di violenza di genere negli adolescenti, sebbene le molestie sessuali siano le più diffuse. Ciò è rilevante, soprattutto se si tiene conto del fatto che l’adolescenza è una fase cruciale nell’esplorazione dell’identità e nella comprensione delle aspettative sociali e delle norme di genere che vengono imposte. Una distorsione in questo porterebbe allo sviluppo di comportamenti violenti.
La violenza di genere assume molte forme, comprese le molestie sia fisiche che emotive, nonché le molestie online. Inoltre, le molestie sessuali nel contesto dell’adolescenza hanno il potenziale per essere piuttosto dannose per i giovani, abbassando la loro autostima e diminuendo la loro autostima e l’amor proprio. Isolamento, lesioni o bassa autostima sono solo alcuni dei suoi sintomi.
“La violenza di genere è una delle forme più estreme di discriminazione e una violazione dei diritti umani”.
-Ban Ki-Moon-
Cos’è la violenza di genere?
Questo è un tipo di violenza che ruota attorno a relazioni di potere ineguali tra uomini e donne. In generale, si verifica nel contesto di una relazione, indipendentemente dal fatto che ci sia stato un qualche tipo di convivenza. In questo senso, il rapido aumento del numero di casi che vengono denunciati, giorno dopo giorno, crea la necessità di portare sulla scena pubblica questo problema socio-sanitario.
La violenza di genere può iniziare con comportamenti finalizzati allo stretto controllo delle donne, un fatto che spesso passa inosservato e viene minimizzato. Tuttavia, potrebbe cristallizzarsi in colpi, esplosioni e altre aggressioni. Pertanto, emergono sintomi come mancanza di protezione, impotenza e diminuzione dell’autostima.
La tensione si accumula durante il primo periodo della relazione tra l’adolescente e la sua compagna. Di conseguenza emergono piccoli scoppi di rabbia e irritabilità che finiscono per produrre ansia all’interno della coppia.
Nella fase intermedia, la tensione di cui parliamo si proietta in esplosioni di violenza la cui potenza è variabile. La gravità è così diversa, a questo proposito, che potrebbe passare da uno schiaffo alla morte.
Infine, si verifica la cosiddetta “luna di miele”. In questo caso, l’autore del reato si scusa. Promette che il controllo eccessivo, le percosse o gli abusi verbali non si ripeteranno mai più.
Lungi dall’essere una verità certa, la “luna di miele” minaccia sempre di promesse non mantenute e diventa una speranza che finisce per essere infranta. Ricomincia il ciclo violento di controllo e aggressione fisica e verbale, come un orologio che ha compiuto le 24 ore, cosa si può fare per prevenirlo? Il punto di partenza è il rilevamento.
Chiavi che aiutano l’ambiente a rilevare la violenza di genere negli adolescenti
Essere genitori e vedere male un figlio è un fatto doloroso, come se fosse una legge. È un dolore emotivo che va oltre i margini quando la persona vulnerabile cade nelle reti dell’abuso. Se sei un parente o un amico, secondo la guida che abbiamo citato, ecco alcune chiavi che aiutano a rilevare la violenza di genere negli adolescenti:
Isolamento.
Bassa autostima.
Cambiamenti di atteggiamento.
Abbandono degli studi.
Segni di lesioni fisiche.
Riproduzione di idee maschiliste.
Comportamenti dirompenti come l’aggressività.
Mancanza di autonomia nel processo decisionale.
Cambiamenti nell’abbigliamento e nei rituali di toelettatura.
Abbandono delle attività (pittura, calcio, tennis, ecc.).
Giustificazione della gelosia da parte del partner (“è geloso perché mi ama”).
Dipendenza manifestata dal contatto permanente sui social network o attraverso lo smartphone.
Quando sei in una relazione, la cosa normale è che la relazione si basa sulla fiducia, l’ammirazione e il rispetto reciproci. Tuttavia, a volte questo è ben lungi dall’essere il caso. Se predomina la gelosia e la persona si sente alienata, è un segno di essere consapevoli che sta succedendo qualcosa di malsano. Potrebbe essere prima dell’abuso.
Questi segni consentono alla potenziale vittima di individuare il proprio scenario.
Sentirsi umiliati, controllati e sottovalutati può essere un buco nero capace di inghiottire anche la più piccola lama d’aria. È estenuante. Sembra infinita, poiché la strada che percorri è buia e pensi che non abbia né fine né luce. Chiedi aiuto ai tuoi genitori, ai tuoi insegnanti, alla polizia, al tuo medico se noti i seguenti segnali:
Controlla il tuo telefono.
Non ti fa lavorare.
Ti costringe a fare sesso.
Ti umilia, ti urla o ti insulta.
Ti mette in ridicolo, ti insulta o ti abbatte.
Ti isola dalla famiglia e dagli amici.
Controlla il modo in cui ti vesti.
Minaccia di ferire te o i tuoi cari.
Provi un costante senso di inferiorità.
Hai lasciato fuori i tuoi amici perché non gli piacevano.
Spesso ti ignora e ignora il modo in cui ti senti.
“La GBV può avere conseguenze a lungo termine per le relazioni future e la capacità dei giovani di formare connessioni sane e rispettose”.
-Emma Watson-
La violenza di genere può nascere nell’adolescenza e perpetuarsi per tutta la vita. In questo senso, la diagnosi precoce contribuisce a spezzare il ciclo. Parlare, riferire e contare sono i primi passi e il preludio alla cura di sé e al rispetto di sé. Implica dare priorità alla propria salute, sia fisica che mentale.
Questo tipo di violenza sta diventando sempre più pubblico. Preoccupa la società perché i suoi effetti negativi agiscono come una bomba a orologeria sul corpo e sulla mente. Per questo, se vedi qualcuno in una situazione come questa o ti senti in mezzo al caos che implica la violenza di genere, segnalalo.
Prevenzione e intervento: pilastri contro l’aggressione di genere nei giovani
La violenza di genere è uno degli scenari peggiori che un adolescente possa affrontare. Come risultato di questo atto dannoso, si producono comportamenti come l’isolamento, la giustificazione di un controllo eccessivo da parte dell’altra persona o quelli che si adattano a un quadro di ansia. Pertanto, è fondamentale investire nella prevenzione e intervenire quando identifichiamo una situazione di rischio.
La sfida è grande, sfaccettata e multicausale. L’approccio che richiede deve essere anche multidisciplinare. Richiede piccole azioni individuali che, in breve, diventano grandi azioni come gruppo sociale. A questo collaborano l’educazione all’uguaglianza e la promozione di una cultura della denuncia. Lavoriamo insieme.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di famiglia e del suo significato.
Famiglia
Che bella parola. Che sensazioni vi da’ di solito ?
Di gioia , di dolore, di paura…Attenzione, perché sto parlando della famiglia in senso molto lato, non solo in senso stretto.
Molto, parlando appunto di quella canonica di genitori e figli, non ne ha un ricordo particolarmente felice.
Si tratta di figli che non sono stati amati, legami disfunzionali, divorzi davvero atroci, infanzia per nulla serena. Sicché, una volta adulti, non hanno la minima intenzione di metter su famiglia.
C’è, invece, chi ha avuto una bella storia familiare e cerca di prenderne esempio costruendone una propria.
Il focolare
Quando parliamo di famiglia parliamo di un porto sicuro, del posto, sentimentalmente parlando, in cui ti senti a casa anche quando, magari, una casa non ce l’hai.
E’ quel nucleo che ti protegge, che i sta accanto e ti ama incondizionatamente. Che ti aiuta ad avere fiducia in te stesso, che ti sprona . Che aumenta la tua autostima.
Questo dovrebbe essere.
Il senso di…
Ma esiste davvero solo la quella canonica?
Eh no… anni fa ho conosciuto uno dei miei utenti poi come sempre divenuti amici, che non ne aveva una. Orfano di padre una volta adolescente e di madre. La sua famiglia era la sua dolce metà e la famiglia di lei.
La sua famiglia erano i suoi veri amici.
Erano tutte quelle persone che gli volevano bene e che avrebbero fatto qualsiasi cosa per lui.
Famiglia, ad esempio, sono i tuoi compagni di comunità, che affrontano le tue stesse battaglie e ti comprendono meglio di chiunque altro.
E’ la tua famiglia adottiva. Certo, non è di sangue, ma ti hanno scelto, voluto e ti amano come è giusto che tu venga amato.
E allora pensiamo , se ne abbiamo una in cui ci siamo sempre sentiti voluti, che en abbiamo tanta altre. Che no sono legate da un legame di sangue con noi…ma da un legame di anima.
Vi ricordo che se avete bisogno di me potete contattarmi qui
Ecco cosa vogliono i vostri ragazzi per le vacanze.
Buongiorno amici. Oggi parliamo dei desideri de ragazzi per le vacanze.. voi.
Vacanze E’ arrivato il momento tanto desiderato dai ragazzi: le vacanze estive.
Quelle più lunghe, quelle dove ci si può rilassare dopo tante ore di studio e impegni.
Quelle dove si ha più voglia di uscire e vedere gli amici.
Ma sono anche quelle in cui si ha più voglia, soprattutto per i più piccini, di passare più tempo con mamma e papà.Presi, di solito, dai loro mille impegni.
Genitori Eh sì, voi siete fondamentali, siete la guida, il porto sicuro, il buon esempio che aiutano i figli a crescere nel modo più sereno possibil, aiutandoli, anche , a sbagliare per poter imparare e fortificarsi.
Voi siete coloro che camminano vicino e mai avanti o dietro.
Ma siete anche coloro che, spesso, pensano di accontentare i ragazzi riempiendoli di cose da fare.
O…per tenerli occupati visto che voi…non avete tempo.
Impegni
Ovvio, i genitori lavorano e non possono passare tutta la giornata coi ragazzi. Ma, come dico sempre, non deve essere la quantità ma la qualità del tempo passato insieme.
Organizzare la loro giornata con mille e più attività, che sia durante l’anno scolastico e ancor meno durante le vacanze, non fa bene.
Lasciate che siano loro a scegliere cosa fare. Lasciate che trovino un po’ il tempo, ora, di rilassarsi e svagare la mente.
E soprattutto, lasciate che soddisfino il desiderio di stare un po’ più di tempo con voi.
E, altro consiglio, condividete gli interessi dei ragazzi. Guardate quel film che a loro piace tanto anche se non l’avete mai sopportato. Ascoltate la loro musica, giocate a quello che desiderano, guardate quella partita X.
Condividete, empatizzate e conquisterete i vostri ragazzi.
Buongiorno amici. Oggi diretta: i figli si perdono in casa, non fuori.
Perché
I figli non si “perdono” per strada.
Quella perdita, infatti, inizia dentro casa, con gli stessi genitori assenti, con quella madre che è sempre impegnata, con una montagna di necessità che vengono ignorate e di frustrazioni che non vengono risolte.
Un adolescente si allontana dopo un’infanzia satura di distanza e di un amore che non ha mai saputo educare, orientare, aiutare.
Responsabilità-diretta: i figli si perdono in casa
In realtà, e per quanto possa sembrare curioso, un padre o una madre non sempre riescono ad accettare del tutto le loro responsabilità genitoriali.
Infatti, quando un ragazzo mostra comportamenti aggressivi a scuola, per esempio, e i professori si mettono in contatto con i suoi genitori, è comune che la famiglia dia la colpa al sistema, all’istituto scolastico stesso e alla comunità scolastica perché “non sanno educare”, perché non intuiscono le sue necessità e non usano le giuste strategie.
E quindi cosa fare? diretta: i figli si perdono in casa
Vi lascio il link della diretta, che potete benissimo scaricare e riguardarlo, come per tutte le altre, quando volete.
Ascoltate attentamente le ragioni per cui non c’è comunicazione tra genitori e figli, e non per colpa dei figli, e cosa fare.
Buongiorno amici: Oggi parliamo del regalo più gradito: il tempo.
Doni
A chi non piace ricevere un regalo, soprattutto se inaspettato a tutte le età?
A tutti…la gioia negli occhi e la voglia di scoprire che cos’è..e, se siete voi a farlo, l’abbraccio come ringraziamento e vedere chi lo riceve felice.
Ma, purtroppo, molte volte i genitori adottano questo metodo per colmare le loro carenze nei confronti dei figli, che siano bimbi o ragazzi.
Genitori
Succede spesso che mamma o papà, o entrambi, arrivino a casa dopo il lavoro stanchi. La frase ad una richiesta, anche banale, di un figlio è “ti prego sono stanco, non ho voglia di ascoltare adesso”.
E lì la delusione negli occhi di chi riceve questa risposta. Una delusioni, purtroppo, che non rimane al singolo momento ma fa intendere che il genitore non ha tempo per stare con lui, che non vuole ascoltarlo.
La conseguenza? Un muro che si alza alla comunicazione, che deve essere essenziale, che difficilmente potrà essere abbattuto.
E che, oltretutto, porterà i ragazzi a chiedere anche un consiglio ad amici o persone che spesso non sono idonee allo scopo.
Cosa fare
Io regalo materiale non ha valore se non si passa del tempo con loro.
Il giocattolo non serve a nulla se poi mamma e papà non giocano con loro.
E allora? I ragazzi e i bambini prima ancora, hanno bisogno di tempo, di condivisione, di ascolto e vicinanza. Di amore, in una sola parola.
Invece di tante cose materiali pensate a passare del tempo con loro. Organizzate un’attività: passeggiata, escursione, una visita, una partita a qualsiasi cosa, un film insieme anche solo a casa.
questo li rende davvero felici .
E se avete bisogno del mio auto contattatemi tramite la sezione contatti e consulenze del sito
Buongiorno amici:) Oggi riflettiamo sul tema adolescenti e omosessualità.
Adolescenza
E’ noto a tutti che l ‘adolescenza è una fase della vita molto delicata, i ragazzi e le ragazze sono chiamati a raggiungere diversi compiti evolutivi come l’autonomia, accettare la propria immagine corporea, sviluppare un’identità sociale, costruire un proprio sistema di valori.
Definire, ancora, obiettivi specifici a medio termine, imparare a mediare tra la partecipazione nel gruppo e i propri spazi personali ed infine integrare la sessualità nell’immagine di sé e avere le prime esperienze amorose.
Dati
I dati suggeriscono che almeno il 5%-10% di adolescenti sono gay o lesbiche, questi ragazzi vivono questa fase di vita in profonda solitudine e in maniera molto più complicata e contorta la definizione di sé.
Il senso di solitudine e la vergogna li portano a restare più isolati e a comunicare meno con le famiglie e con i pari.
Ogni tanto si legge su qualche giornale notizie di ragazzi che muoiono suicidi, il rischio è doppio in adolescenti gay.
Tra i fattori di rischio ci sono l’ambiente socio culturale, le discriminazioni tra pari, sentimenti di disgusto verso sé stessi e stati depressivi. Un importante fattore di rischio è l’accettazione all’interno del nucleo familiare, fattore che diviene protettivo quando vi è un buon rapporto tra genitori e figlio/a.
Società
La nostra società è pervasa da messaggi omofobi sociali, basta pensare alle pubblicità di profumi, auto, ecc., che rinforzano un’idea fortemente eterosessuale escludendo la possibilità di comportamenti e orientamenti sessuali differenti.
Un genitore che osserva in un figlio un interesse sessuale verso uno dello stesso sesso può percepirlo come innaturale, immorale e / o pericoloso, come una forma di perversione.
Tali percezioni possono portare i genitori a sperimentare sentimenti di vergogna, di colpa, disgusto , imbarazzo che, a loro volta, possono indurre a una serie di comportamenti come il rifiuto, la disapprovazione, le minacce, le umiliazioni, gli abusi, la violenza fino ad arrivare a cacciare il figlio/a adolescente da casa.
Genitori-adolescenti e omosessualità
Quando i genitori sono rifiutanti e invalidanti rispetto all’orientamento sessuale del loro adolescente, il messaggio che arriva all’adolescente è che c’è qualcosa di sbagliato in lui/lei.
Tale messaggio, rimandato dalle persone più importanti e di riferimento per l’adolescente, può esacerbare il senso di disgusto di sé, la depressione e la disperazione che sono fattori tutti altamente correlati al suicidio come soluzione.
Dall’altra parte la coesione familiare sembra proteggere i giovani. infatti gli adolescenti che riportano alti livelli di supporto e un buon livello di comunicazione con i genitori, una buona relazione con loro presentano un minor numero di sintomi di disagio psicologico e minore ideazione suicidaria. I ragazzi/e si sentono accettati e validati.
L’obiettivo principale è l’integrazione dell’essere gay o lesbica come un’aspetto del proprio Sè e non ritenerlo identificativo della propria identità.
Riflettete
A voi ragazzi dico non abbiate paura di essere voi stessi, mai. E voi genitori, amate i vostri figli per le persone che sono non per le persone che amano.
E se avete bisogno del mio aiuto contattatemi tramite la sezione contatti e consulenze del sito