Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sul ma cos’è davvero la scuola?
Riflessione- ma cos’è davvero la scuola?
Oggi una piccola importante riflessione. A cosa serve davvero la scuola?
Si pensa alla scuola solo per l’aspetto cognitivo. I ragazzi stanno ore4 sui libri ad imparare nozioni che serviranno per trovare un lavoro (Onestamente, non tutte).
Devono fare verifiche, compiti a casa e in classe e tenere un comportamento rispettoso verso i professori che, però, spesso, non li tutelano.
I professori
Ma chi sono? Sono quelle persone che ti insegnano tutte le materie che devi apprendere . Si siedono, aprono i libri, spiegano, interrogano, fanno verifiche..ecc…ecc…eccc.
E poi? Stop..
Ma chi dovrebbero essere?
In realtà i professori sono i secondi educatori dopo i genitori e prima di me. Ma in realtà, in molti molti casi, io vengo prima dei genitori e dei professori.
Il motivo?
Perché i genitori on fanno i genitori in casa e i professori pensano solo alle nozioni da imparare.
E invece…
E invece la scuola deve formare. Deve formare la personalità di un ragazzo.
Lasciamo perdere per un attimo la parte cognitiva. La scuola deve educare i ragazzi al relazionarsi in maniera corretta con chi sta attorno: dall’adulto al pari.
Deve formare la mente del ragazzo al ragionamento senza condizionamenti.
Deve insegnare l’empatia, il sentimento, l’accettare il fatto che dobbiamo esternare quello che proviamo perché è giusto e va bene così.
Deve educare alla comprensione al condannare il bullismo e il pregiudizio.
Perché l’adolescenza è il passaggio dall’età infantile a quella adulta..
Perché se non abbiamo delle buone basi, queste basi e questi esempi, diventeremo degli adulti sbandati, senza meta, senza sogni e obiettivi…e questo, purtroppo, porta a gesti estremi a volte.
Si dice che i più grandi geni fossero dei veri e propri monumenti al disordine. La scrivania di Einstein o di Mark Twain, tra i tanti, erano davvero dei nidi di ragno. Oggetti ovunque, fogli piegati, spazzatura qua e là… Insomma, un bel mix di tutto.
Tuttavia, essere disordinati non significa essere dei geni. Così come essere troppo ordinati non ci rende delle persone migliori. Gli estremi non vanno mai bene quando si ha a che fare con le realtà della vita umana.
Nel mondo odierno, il tempo scarseggia. Non è più possibile far brillare i pavimenti come specchi o lasciare immacolato anche il più piccolo angolo della casa. Avere chi si occupa delle pulizie è un lusso che pochi possono concedersi e dedicare del tempo alle pulizie non è così semplice.
Questo, però, non vuol dire che tutto debba rimanere in disordine. Si può mettere in ordine senza spendere troppo tempo. È solo questione di organizzarsi e di adottare alcune abitudini. Ma perché alcune persone non ci riescono? Cosa si nasconde dietro al disordine compulsivo?
Il significato
In generale, se il luogo in cui abitiamo o passiamo la maggior parte del tempo è in disordine, questo è sintomo di un disordine nel nostro mondo interiore. Avere tantissimi oggetti, significa avere troppe idee e progetti incompiuti.
E’ confusione interna, di mancanza di organizzazione e di definizioni.
Inoltre, gli studi del Feng Shui e pratiche simili rivelano che il disordine ha diversi significati a seconda del luogo in cui si accumula. Questo è quanto ci dicono al riguardo:
Il disordine o l’accumulo di oggetti in luoghi vicini all’entrata di casa indica un profondo timore nel relazionarsi con le persone.
l’accumulo di oggetti in cucina o negli spazi in cui vengono preparati gli alimenti indica fragilità emotiva o risentimento.
l’accumulo di oggetti negli armadi rivela difficoltà ad analizzare i sentimenti e le emozioni.
sotto ai mobili indica dipendenza dall’opinione altrui o il fatto di dare importanza alle apparenze.
Il disordine o l’accumulo di oggetti dietro alle porte è espressione di paura di essere rifiutati dagli altri e la convinzione di essere osservati.
Il disordine o l’accumulo di oggetti sulla scrivania o sul posto di lavoro indica paura, frustrazione e necessità di controllo sulle situazioni.
Il disordine o l’accumulo di oggetti in garage implica paura delle cose nuove e sconosciute e incapacità di aggiornarsi.
Il disordine o l’accumulo di oggetti in prossimità del corridoio significa paura di esprimersi, di dire direttamente ciò che si vuole.
Il disordine o l’accumulo di oggetti in sala è paura di essere rifiutati dalla società.
Il disordine o l’accumulo di oggetti in sala da pranzo, ha a che vedere con il fatto di sentirsi controllati dalla famiglia, di essere insicuri di sé.
Il disordine o l’accumulo di oggetti in tutta la casa significa ira repressa, apatia e disinteresse verso la vita.
I vantaggi di superare il disordine
Non è necessario che il nostro spazio sia splendente come un “vassoio d’argento”. Di fatto, preoccuparci troppo del disordine ci ruba energia che potremmo dedicare alle cose più importanti e ci rende esigenti, asociali e nevrotici.
La cosa importante è poter vivere in uno spazio che troviamo gradevole e facile da gestire
. Non ha senso perdere tempo a cercare cose che spariscono nel disordine, né deprimerci solo guardando le condizioni della nostra casa o del posto di lavoro.
Una delle prime cause del disordine è il fatto di non aver classificato bene gli oggetti e, proprio per questo, tante cose non hanno un posto definito dove stare
. È importante analizzare quali sono i tipi di oggetti che ci sono in casa o in ufficio, organizzarli in categorie o gruppi e stabilire il posto di ogni gruppo.
Il Disordine
Gli elementi della scrivania devono avere il loro posto, così come i farmaci, i fogli, i libri, i quaderni, gli ombrelli, etc. È possibile trovarsi a definire due o tre posti per conservare la stessa categoria di oggetti se sono tanti.
Il passo successivo è lavorare sul pensiero per fare spazio alle cose nuove. Finché conserviamo oggetti che non ci servono più o teniamo le cose per il semplice fatto di tenerle, sarà impossibile andare avanti. È necessario disfarsi di tutto ciò che non serve più. Quello che non abbiamo usato nell’ultimo anno deve finire nella spazzatura o in soffitta.
Buongiorno amici. Oggi parliamo de l’invidia, brutto sentimento.
Cosa si nasconde dietro il sentimento dell’invidia?
Purtroppo non tutti i rapporti interpersonali sono facili e non sempre si ci si ritrova ad avere a che fare con persone piacevoli. Tra i sentimenti negativi che purtroppo, delle volte, ci si trova ad affrontare e con cui bisogna convivere è l’invidia.
L’invidia può celare differenti sentimenti: senso di inferiorità, inadeguatezza, frustrazione, impotenza, odio e rabbia per il successo dell’altro che sembra oscurarci.
Chi tendenzialmente prova invidia non riesce a percepire le sue risorse, potenzialità e possibilità; il suo pensiero si concentra sullo svalutare l’altro nel tentativo di preservare il suo valore.
Sentimento
L’invidia è un sentimento molto antico che nasce con l’individuo.
Si instaura fin dalla nascita (alcuni autori affermano che possa instaurarsi già nella vita intrauterina) ed è un sentimento che durante l’età evolutiva va elaborato ogni volta che si presenta affinché non diventi distruttivo per sé e per gli altri.
Già Sigmund Freud parlava del complesso di evirazione: la bambina, quando viene a conoscenza del sesso maschile, si accorge che il bimbo è provvisto di qualcosa che lei non ha (pene) e per il solo fatto di non possederlo lo desidera (il sentimento di invidia del pene).
Questo accade perché l’assenza del pene viene percepita come una mancanza, il marchio di un’evirazione piuttosto che il segno di una differenza, di un’alterità connessa al possesso di un organo diverso, la vagina.
In sintesi, se le esperienze buone, relative soprattutto all’affettività e all’emotività, prevalgono su quelle cattive, il senso d’invidia man mano diminuisce per cedere il posto al senso di soddisfazione e gratitudine.
Si creano, quindi, nel bambino quegli ‘anticorpi psichici’ necessari per fronteggiare lo spiacevole senso di invidia che può facilmente insinuarsi in ognuno di noi.
Questo è un compito che spetta nei primi anni ai caregiver (genitori e chi per loro) e successivamente anche a coloro che sono preposti alla formazione/educazione civile/sociale (docenti scolastici) di bambini e adolescenti.
15 caratteristiche delle persone invidiose
1. Si aspettano il peggio
L’invidioso salta subito alle conclusioni (negative); vede sempre la parte vuota del bicchiere, fosse anche l’1% del volume totale, ma vede proprio quella. E’ passivo verso la vita e il mondo esterno, non prende iniziative perché pensa che comunque le cose andranno male.
2. Negano la verità
Attua meccanismi di rimozione, letteralmente, esclude dalla coscienza gli eventi che l’hanno messo in cattiva luce. In qualsiasi circostanza nega di aver fatto una brutta figura, non ricorda le sue mancanze, i ritardi, gli errori commessi.
3. Portano rancore
Non conosce sentimenti di perdono perché in lui/lei scatta un meccanismo automatico che lo porta ad essere rancoroso. Non si rende conto che il risentimento e il rancore portano soltanto dolore nella propria vita.
4. Non sono riconoscenti
L’invidioso ha una visione molto distorta del mondo, quindi non trova alcun motivo per provare gratitudine. Se gli fai un piacere tende a ridimensionare il tutto, anzi sembra proprio che quel piacere gli sia dovuto. Tende a fare facilmente terra bruciata perché troppo concentrato su se stesso.
5. Non amano il cambiamento
L’invidioso da la colpa alle circostanze, alle persone, al fato… per come stanno le cose nella sua vita. Resta fermo, intrappolato nei suoi malesseri senza mai agire. Se commette errori o fallisce, ne fa un dramma: piuttosto che considerare un fallimento come qualcosa di costruttivo, infierisce sugli altri.
6. Tendono a ingigantire anche un minimo intoppo
La parola “imprevisto” è sinonimo di “tutte a me capitano” per la persona invidiosa. Crede che ogni ostacolo si presenti come una montagna difficile da scalare.
7. Non accettano la loro condizione
Nei momenti difficili l’invidioso vede la realtà come un muro su cui i sogni sono destinati a infrangersi. E per questo motivo tende a vivere il rapporto con gli altri con intenso astio.
8. Evidenziano i tuoi difetti
Non sempre è facile smascherare l’invidioso, spesso si tratta di una persona che si nasconde tra i nostri affetti.
A volte è quasi un insospettabile, per cui dobbiamo fare un po’ di attenzione e tenere gli occhi aperti per stanarlo. Il suo comportamento più frequente è quello di far critica.
L’invidioso trova mille pretesti per farti sentire inadeguato e fuori posto. In sua presenza ti starà male il vestito, il trucco, i capelli. Il tuo lavoro non sarà mai migliore del suo e per quanto ti sforzerai non sarai mai abbastanza.
9. Elargisce falsi complimenti
Per darsi un tono e confermare la sua superiorità, l’invidioso è estremamente ipocrita. La sua ipocrisia s’incarna in falsi complimenti per dimostrarsi gentile e migliorare l’immagine che dà di sé.
10. Fanno continuamente confronti con gli altri
E’ iper-critico, rigido, e giudicante nei confronti degli altri; non ammette che ciascuno di noi è a suo modo diverso, con i propri pregi e i propri difetti, i propri tempi e le proprie peculiarità. Giudicare se stesse in base al confronto con altri.
Ad esempio, se la crisi nasce dalla vita sentimentale, è solito dire: «Gli altri sono tutti accoppiati, soltanto io sono da solo».
Se deriva da scarsi risultati lavorativi ed economici: «Io sono un fallito, gli altri riescono in tutto quello che fanno».
Se nasce da una serie di sintomi e malattie: «Agli altri va sempre bene, non hanno mai niente. A me ne capitano di tutti i colori».
11. Colpevolizzano gli altri per le loro sventure
Per l’invidioso il fallimento non è contemplato….il successo è alle porte (forse ha un cattivo rapporto con il tempo dato che gli anni passano e la sua posizione non migliora).
E se qualcosa dovesse andare storto, sa come uscirne “pulito”: la colpa è degli altri. L’invidioso punta il dito accusatore contro gli altri.
Tutte le sue eventuali disgrazie sono sempre colpa degli altri: aver scelto il partner sbagliato, aver avuto un figlio troppo presto, un padrone-despota sul lavoro… Ogni capro espiatorio è buono.
12. Sminuiscono il tuo operato
Ti osserva, ti scruta, sta con gli occhi puntati a osservare ciò che fai. E, ovviamente, non va mai bene.
Ti critica in continuazione, spesso senza alcun motivo. Poco importa se si rende ridicolo, farà di tutto per convincersi che tu non vali niente. Ne ha bisogno, per nascondere a se stesso di non avere le stesse capacità.
13. Non sopportano i successi altrui
L’invidioso non è capace di provare sincera gioia per i successi altrui. Il suo apprezzamento appare spesso forzato, poco spontaneo, non naturale. Con una notevole astuzia cerca di sminuire i vostri traguardi ridimensionandoli con dei paragoni. Ma con una falsa obiettività di fondo.
14. Sono vampiri energetici
Il vampiro non rispetta nessuna regola e vede le relazioni interpersonali come qualcosa da poter sfruttare a proprio vantaggio.
Di solito ha un atteggiamento amichevole che nasconde il suo vero intento che è quello di servirsi degli altri per ottenere dei benefici senza dare nulla in cambio.
La sua strategia è quella di dare alle sue vittime l’illusione della sua disponibilità che non si concretizzerà mai. In altre parole siamo di fronte ad un personaggio che cerca di manipolare gli altri approfittando della loro disponibilità.
Un’altra strategia che viene adottata dal vampiro è quella del ricatto emotivo che sfrutta facendo sorgere in noi dei forti sensi di colpa che lo aiuteranno a manipolarci con maggior facilità.
Altra tattica è quella del vittimismo emotivo che mette in atto impersonando il ruolo della vittima.
15. Non hanno empatia
Le persone invidiose sono incapaci di provare empatia, incapaci cioè di immedesimarsi negli altri e di coglierne pensieri e stati d’animo, sensibili solo sulle questioni che le riguardano direttamente.
Ricorda…l’invidia è un freno, non un acceleratore
A volte può sembrare una cosa positiva che ti spinge ad agire, ma ricordati che la cosa più importante nella vita non è realizzare grandi cose, ma essere felici.
Se ti paragoni a qualcun altro e in qualche modo ti senti meno capace, meno forte, meno sicuro di te stesso, non lavorerai col tuo pieno potenziale. Non lavorerai come una persona libera da questi pensieri, motivata dalla passione invece che dall’invidia.
Proteggersi dall’invidia altrui
L’unico modo che hai per proteggerti dall’invidia altrui è affermarti, lavorare sul tuo valore ed esserne sempre consapevole.
In questo modo, qualsiasi critica distruttiva, ti scivolerà via! Ricordi cosa ti ho scritto all’inizio del testo? Tutti i problemi della vita insorgono quando perdiamo di vista il nostro valore.
Quando dimentichiamo il nostro valore, vogliamo a tutti i costi che anche gli altri lo riconoscano. A te non servono riconoscimenti, medaglie o coppe. Non ti serve che il tuo nome venga inciso su una targa se sei già consapevole di quanto vali.