Ciao amici. Oggi riflettiamo sull’importanza dell’ascoltare, dell’ascolto attivo per i ragazzi.
Voglio giusto lasciarvi questo pensiero come riflessione.
E quanta veritàc’è in queste parole amici.
Ascoltare
Molto spesso parlo di ascolto attivo. E, altrettante volte, mi viene detto “ma io ascolto mio figlio”. Forse, ma non attivamente. Che cosa vuol dire?
Si ascolta attivamente una persona che ci sta parlando quando prestiamo attenzione alle sue parole, quando comunichiamo con lei pur non dicendo nulla ma parla il nostro sguardo. Quando ci accorgiamo del suo stat d’animo mentre parliamo.
Errori
“ma certo che ascolto”…mmm…ragioniamo al contrario. Vi è mai capitato, parlando, confidandovi con qualcuno, un amico, un parente, marito, fidanzato, genitore, di parlare e, ad un certo punto, di accorgervi che l’altra persona è distratta?
E come vi siete sentiti? Malissimo.
Vi sentiti non considerati, sentite l’indifferenza della persona che dovrebbe dialogare con noi e cosa fate? Ovviamente, smettete di parlare e , dentro la vostra mente, balza l’idea di non confidare mai più nulla a quella persona perchè tanto non mi ascolta.
Ora, pensiamo in questa situazione un adolescente. E già dovreste essere felici che un ragazzo a quall’età viene da voi pe confidarsi.
Adolescenti
Che cosà farà secondo voi?
Cercherà ascolto in altre persone, in altri luoghi e, spesse volte, è proprio da lì che cominciano i problemi.
E allora non fate che ciò accada.
Se vostro figlio vien da voi per parlarvi di qualsiasi cosa sia importante er lui, non sminuitela.
Lasciate quello che state facendo e mostratevi realmente attenti, interessati.
Perché per loro, in particolar modo, ma per tutti, ascoltare significa esserci, essere visti, considerati e riconosciuti. Semplicemente importanti e amati.
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Buongiorno amici. Oggi parliamo di adolescenti, come educarli nel modo corretto.
“Aiuto, ho un adolescente in casa!” Eh sì, il più delle volte, quando si ha a che fare con un adolescente, il grido di un genitore (o altro familiare) è proprio così: quasi disperato.
Ammetto che, quando anni fa sentii dire una mia conoscente che all’epoca aveva una figlia adolescente “Datemi una botta per addormentarmi e svegliatemi quando tutto sarà finito!”, pensai che fosse un tantino esagerata. I miei figli erano ancora lontani da quell’età e, pur con tutte le fatiche oggettive della genitorialità, ritenevo tutto perfettamente gestibile e “sotto controllo”.
Ecco, quel “sotto controllo” nel gran parte dei casi con un adolescente va in frantumi.
Non è un male, intendiamoci: la cosa è perfettamente fisiologica. Ma non per questo meno spaventosa. Sì, siamo sinceri, per un genitore è spesso spaventosa la trasformazione repentina che subisce il proprio pargolo a livello comportamentale (a quello fisico siamo di solito pronti, e anzi ce lo aspettiamo con curiosità).
La notizia forse consolatoria è che tutto quanto sia altrettanto spaventoso per l’adolescente.
Adolescenza
La parola adolescenza deriva dal verbo latino “adolescĕre” = crescere, e sta a delimitare il tratto dell’età evolutiva di transizione dallo stato infantile a quello dell’individuo adulto, nell’arco di tempo che va generalmente dai 10 ai 17/18 anni (ma oggi si parla del limite spostato fino a 25 anni). È in atto una vera e propria rivoluzione, in quanto il cambiamento avviene rapidamente, coinvolgendo più aree: modifiche somatiche, modifiche psicologiche, sviluppo della sessualità, la maturazione del pensiero, mutamento fisiologico del cervello e la tempesta ormonale a intensità massima. Mettiamoci in concomitanza la crisi di mezza età dei genitori, e la situazione si complica ulteriormente.
Per quanto un genitore possa aspettarselo, non è mai abbastanza preparato per quando arriva il fatidico momento, semplicemente perché ogni caso è a sé. Ci sono quelle poche eccezioni in cui gli adolescenti sono tranquilli, quasi invisibili e non danno problemi – ma al di là della comodità, lì è il caso di farsi qualche domanda ulteriore sul vissuto emotivo dei ragazzi a cui manca l’atteggiamento ribelle, perché potrebbe covare una sofferenza interiore per l’incapacità di un’espressione autentica (le cause possono essere svariate).
Perché? Semplicemente perché è compito dell’adolescenza “rompere” la tipologia del legame stabilito fino a quel momento tra genitori e figli. Quanto è dolorosa la rottura, tanto lo è la sua mancanza.
Crescere
Per crescere bisogna rompere il bozzolo. Punto. Ricordandoci l’adolescenza, forse riusciamo a capire meglio perché anche in età adulta ci spaventa la crescita e il cambiamento: è la fine di un mondo, non ci sono sinonimi.
Ma contemporaneamente è anche l’inizio di un nuovo mondo, inteso nel senso esistenziale. Cresce l’adolescente, ma cresciamo anche noi, come genitori e come persone. È proprio affrontare queste problematiche che ci fa crescere.
In tutti gli inizi sono contenute due dinamiche opposte: la paura dell’ignoto e l’eccitazione del nuovo. Ecco, un adolescente oscilla vistosamente tra queste due emozioni (paura ed eccitazione), e ha bisogno di imparare a gestirle. Tornerà utile in tutte le successive fasi della vita.
Compito del periodo adolescenziale è distaccarsi dai genitori, allontanarsi, rendersi autonomi in tutti i sensi: fisicamente, emotivamente e mentalmente. E contemporaneamente gli adolescenti si distaccano anche da se stessi come erano fino a poco fa. Il corpo stesso in alcuni periodi cambia così velocemente, che ci si trova estranei nella propria pelle. Non è facile, ammettiamolo (anche se magari noi non ce lo ricordiamo più). Ma non è facile nemmeno per un genitore (o altro familiare) trovarsi di persona davanti al “Caso del Dr. Jekyll e Mr. Hide”, dove a volte il primo pensiero che viene è quello di chiamare un esorcista.
Ecco, i 10 Segreti per educare un adolescente:
1. Essere presenti
Sembra banale, ma non lo è: ragazzi, anche se non vi sopportano, hanno bisogno di sapere che ci siete;
2. Porre i limiti
Hanno bisogno di sentirli per poterli forzare e misurarsi, calibrare il proprio comportamento;
3. Esprimere l’amore, qualsiasi cosa succeda
Questo è un punto molto importante, che può essere difficile da gestire: per i genitori troppo “appiccicosi” si tratta di contenersi un po’ e rendere l’espressione dell’affetto più discreta (ma tuttavia presente), mentre per i genitori poco espansivi si tratta di imparare a palesare l’affetto (con parole, gesti o con azioni concrete) senza mai usare la negazione dell’amore come ricatto…dite al figlio adolescente “Ti voglio bene” in tutti i modi;
4. Accettare le proprie imperfezioni
Gli adolescenti hanno bisogno di “massacrare” l’immagine dei genitori (fino a quel momento ritenuti degli supereroi) per sentirsi liberi di costruire la propria autostima “scollegata” da essi…tranquilli, dopo qualche anno tornerete ad essere “niente male”;
5. Essere autorevoli, ma non autoritari
Ragionate con loro sul perché dei “no”, in questo modo li aiutate a costruire le sinapsi nel cervello per fronteggiare le frustrazioni, oltre che a sviluppare la capacità di discernimento;
6. Ammettere i propri errori e se è il caso chiedere scusa
Non è il segno di debolezza o mancanza di autorità, ma di forza di carattere e coerenza (che gli adolescenti apprezzano molto), nonché di accettazione di poter sbagliare (se non lo accettiamo noi, da chi possono prendere esempio?), rimanendo amati lo stesso;
7. Motivarli
Non dandogli subito tutto quello che vogliono, ma creare le sfide da superare, il modo di “guadagnarsi, sudarsi” qualcosa che desiderano…ricordiamoci che il desiderio va coltivato, e si spegne laddove si ottiene tutto e subito;
8. Essere positivi riguardo il futuro
La frase che troppo spesso sento pronunciare, quasi automaticamente, “le cose vanno sempre peggio” magari è detta in buona fede perché si ha a cuore il benessere dei figli, ma di certo sortiscono l’effetto di privarli del coraggio di affrontare il futuro…e ricordiamoci che non ci possiamo sostituire a loro né tantomeno “proteggerli” dalla vita. Abbiamo il dovere di essere incoraggianti, se niente altro per puro rispetto verso le loro sfide, visto che noi, bene o male, le nostre le abbiamo superate;
9. Ascoltarli
Anche se tutto quel che hanno da dire è un fiume di parole più o meno indistinto in cui la frase chiave è “nessuno mi capisce”…è un modo lento e un po’ rocambolesco di capire qualcosa su se stessi;
10. Accettare i loro amici
Anche quando non ci piacciono; anzi se possibile farseli amici e cercare di non criticarli (otterremo un probabile effetto di rinforzare il loro attaccamento), semmai parlare e ragionare insieme dei loro comportamenti o problematiche. Il gruppo dei pari per un adolescente è praticamente la famiglia.
Qualche condivisione sull’esperienza adolescenziale, sia nel ruolo del genitore che del figlio? Aspetto i commenti, dopo l’ascolto del brano “Nessuno ti capisce”.
Io spero che parlare di adolescenti e di come educarli nel modo corretto vi sia stato utile.
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Utili strategie per imparare questa importantissima arte di vivere.
Buongiorno amici:) Oggi parliamo dell’importanza di saper ascoltare.
Saper ascoltare è fondamentale per una comunicazione efficace.
Tuttavia, sono poche le persone che sanno ascoltare davvero. Si tende a non prestare attenzione, pur dissimulandolo, e ciò provoca diversi conflitti che influenzano il rapporto con gli altri.
Non siamo consapevoli dell’importanza di saper ascoltare e di quanto sarebbe utile potenziare questa abilità. Tuttavia, il nostro bisogno di essere ascoltati prevale e diventiamo egoisti senza notarlo.
“Parlare è una necessità, ascoltare è un’arte.”
-Goethe-.
Ascoltare e sentire
Ascoltare e sentire sono due atteggiamenti diversi. Dopo un’intera giornata si sentono molte cose, ma si ascolta poco.
Quando sentiamo, non prestiamo molta attenzione, semplicemente captiamo la successione dei suoni prodotti intorno a noi.
Quando ascoltiamo, la nostra attenzione è diretta verso un suono o un messaggio specifico, ovvero vi è un’intenzione, motivo per cui attiviamo tutti i sensi. Così, le persone che sanno ascoltare gli altri li accompagnano nel loro viaggio attraverso la vita.
Ricordate quando in classe c’era un insegnante e non si era interessati a quello che diceva? Non vi si prestava ascolto, semplicemente si avvertiva la sua voce.
Il canale uditivo riceveva il suono che emetteva, ma non lo capiva. La mente era altrove, ignorando quanto percepito attraverso le orecchie.
“Ascoltare attentamente rende speciale, perché quasi nessuno lo fa.”
-Ernest Hemingway-
Ebbene, questo atteggiamento in una lezione noiosa può essere trasferito nel proprio quotidiano. A volte è molto più facile sentire piuttosto che ascoltare, poiché quest’ultimo richiede la volontà di prestare attenzionee di sforzarsi di capire. Si chiama ascolto attivo ed è necessario e importante.
Saper ascoltare
Un proverbio orientale dice: “Nessuno rende più evidenti la sua goffaggine e la sua cattiva educazione di chi comincia a parlare prima che il suo interlocutore abbia finito”.
A volte si mostra difficoltà di ascolto, poiché si elabora mentalmente quello che si dirà quando l’interlocutore avrà finito di parlare. Si fa ciò piuttosto che sforzarsi di prestare attenzione a quello che dice, il che provoca incontinenza verbale.
Ebbene, parlando allo stesso tempo e non ascoltando le ragioni altrui, non ci saranno dialoghi in quanto tali, ma monologhi giustapposti.
Saper ascoltare è difficile, poiché richiede padronanza di sé e implica attenzione, comprensione e sforzo per cogliere il messaggio. Significa rivolgere la nostra attenzione all’altro, entrare nella sua area di interesse e nel suo quadro di riferimento.
Il dialogo richiede un atteggiamento silenzioso di ascolto attivo. Lo scrittore e oratore J. Krishnamurti ha dichiarato: “Ascoltare è un atto di silenzio”.
Finché non zittiamo il nostro dialogo interiore e prestiamo attenzione al nostro interlocutore, non impareremo ad ascoltare. Solo un atteggiamento di ascolto attivo rende feconda la parola che possiamo dare al nostro interlocutore.
È difficile poter dire all’altro qualcosa di valido se non apriamo bene le orecchie per ascoltarlo. Ciò fa sentire l’altra persona grata e creare un clima di rispetto, stima e fiducia.
L’ascolto è un’abilità che richiede apertura, trasparenza e voglia di capire. Il giusto equilibrio tra saper ascoltare e saper parlare produce dialogo.
Suggerimenti per saper ascoltare
Se vogliamo potenziare la nostra capacità di ascolto, prima di tutto dobbiamo identificare gli aspetti dell’ascolto attivo in cui abbiamo dei deficit e poi lavorare su di essi.
Questi aspetti possono essere sintetizzati in: attenzione all’interlocutore, interesse trasmesso, aspettare prima di rispondere, la capacità di dare e ricevere feedback ed empatia. A seguire presentiamo alcune tecniche che aiutano a lavorare ciascuna dimensione.
Prestare attenzione
Se non ascoltiamo il messaggio dell’altro, ci sarà impossibile ascoltare. Proviamo a concentrarci su ciò che ci dicono e ignoriamo tutti gli elementi di distrazione (interni ed esterni).
Allo stesso modo, facciamo uno sforzo per capire la posizione del nostro interlocutore e prestiamo attenzione al suo linguaggio del corpo, così identificheremo il contesto più facilmente e potremo capire l’intero messaggio. Infine, è di vitale importanza non interrompere e coltivare la pazienza.
Mostrare interesse
Saper ascoltare implica mostrare che siamo interessati a ciò che ci dicono. In caso contrario, l’altro percepirà di non essere curato e noi provocheremo una sua risposta negativa. Per denotare interesse, l’ideale sarebbe:
Fare brevi commenti e gesti di assenso che dimostrino che stiamo ascoltando.
Adottare una posizione del corpo in ascolto, che implica mantenere il contatto visivo, ridurre la distanza, orientare la postura verso l’altro, evitare le braccia incrociate, ecc.
Rinviare il giudizio
Quando l’interlocutore ci esprime le sue idee, dobbiamo essere in grado di mettere a tacere il nostro dialogo interiore. A tale scopo, bisogna evitare di trarre conclusioni mentre l’altra persona sta parlando.
Piuttosto, cercare di cancellare i preconcetti sull’argomento, non interrompere e mettere da parte le emozioni. Per riuscirci, non c’è niente di meglio della pratica.
Dare e ricevere feedback
È un aspetto molto importante per una comunicazione efficace. Possiamo chiedere di chiarirci le idee a noi non chiare e riformulare, con parole nostre, il messaggio che abbiamo catturato. Così evitiamo di cadere in inutili malintesi.
Essere empatici
Senza empatia non c’è ascolto attivo. Pertanto, affinché avvenga una comunicazione efficace, dobbiamo essere in grado di metterci nei panni dell’altro e capirlo.
Oltre a ciò, dobbiamo prestare particolare attenzione a quei messaggi che vanno oltre le parole, come: i loro sentimenti ed emozioni trasmesse, così come il loro linguaggio del corpo.
Conclusioni
Esercitiamo la capacità di saper ascoltare! È un esercizio salutare, appagante e di supporto, soprattutto in una società in cui ci sono molte persone che hanno bisogno di essere ascoltate.
Solo quando siamo in grado di ascoltare l’altro, apriamo la porta per comunicare con noi. Pertanto, non sottovalutiamo la capacità di ascolto. Abbiamo davvero iniziato a farlo?
Io spero che aver parlato di come saper ascoltare vi sia stato utile.
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Buongiorno amici:) Oggi voglio parlarvi del le regole e di quanto possano essere importanti per gli adolescenti.
Eh sì, nella maggior parte dei casi, mi imbatto, col mio lavoro, in genitori che rasentano la disperazione in fatto di regole che, secondo loro, un ragazzo deve rispettare in casa.
Giustissimo, i ragazzi devono rispettare determinate regole e, che se ne dica, anche loro ne sentono il bisogno pur rifiutandole. Ma vi siete ma chiesti, appunto, perché nella maggior parte de casi vengono rifiutate?
Perché i genitori sbagliano nel modo in cui vengono date uqeste benedette regole.
PERCHè I RAGAZZI SI RIBELLANO
Il luoo comune è che, infatti, i ragazzi rifiutano a prescindere le regole perché? Perchè sono adolscenti.
E’ quasi scontato che questo avvenga perché, come sappiano, l’adolescenza è l’età della crescita, del cambiamento interno ed esterno e della ribellione ed è tutto normale, per fortuna.
Quello che, purtroppo, non comprendono genitori è che se le regole sono ragionevoli e discutibili da entrambe le parti, queste vengono accettate senza troppe crisi.
CONSIDERATE QUESTI ASPETTI:
1: REGOLE INFLESSIBILI. Quando un genitore dice”si fa così e basta…si fa così perché lo dico io…si fa così e non si discute”:..beh, queste sono imposizioni .
Infatti, dette così, vengono viste dal ragazzo non come una cintura che lo protegge da eventuali errori ma come una camicia di forza che lo imprigiona. Questo, porterà i ragazzi a nascondere le cose in famiglia.
2. REGOLE NON PIù AdEGUATE ALL’ETà: Dovete rassegnarvi al fatto che i ragazzi stanno crescendo, che le regole che riuscivate a dare quando erano piccini non vanno più bene. Agli adolescenti bisogna sempre spiegare il perché delle cose.
COSA FARE
Non lo direste mai ma, in fondo, i ragazzi hanno bisogno loro stessi delle regole. Ma queste regole devono essere ben gestite, espresse, spiegate e concordate con i diretti interessati.
Quand i ragazzi sanno fin dove possono spingersi e sanno di essere ragionevolmente controllati dai genitori la possibilità di una ribellione alle regole diventa più difficile.
Permettete a vostro figlio di dire la sua su ciò che deve rispettare. Esempio: se vi chiede di spostare l’orario di rientro per uscire con gli amici ascoltate le sue ragioni senza pregiudizi e senza mettersi sulla difensiva.
Se, appunto, sente di essere ascoltato, molto probabilmente accetterà la vostra decisione.
E’ vero, inoltre, che i ragazzi tendono a chiedere più libertà ma è anche vero che, spesso, i genitori tendono a concedere meno di quanto dovrebbero. Se vostro figlio, ad esempio, non ha mai dato preoccupazioni, se è responsabile e ci sono tutti gli estremi per una concessione in più allora fatelo.
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Amici io spero che questo post sul le regole possa esservi stato d’aiuto.
Qualche piccola ma efficace regola per diventare degli ottimi ascoltatori.
Buongiorno amici:) Oggi vi mostro qualche trucchetto, regola efficace per sapere come ascoltare correttamente.
E dopo aver capito come comunicare e qui parole usare anche per un semplice rimprovero oggi vediamo come ASCOLTARE.
TIPOLOGIE DI ASCOLTO
Esistono tre tipi differenti di ascolto:
ascolto passivo: di colui ch fa finta di ascoltare, colui che si fa entrare le informazioni da un orecchio e, istantaneamente, escono dall’altro.
selettivo: di colui che focalizza l’attenzione solo su un elemento del discorso che sta ascoltando
riflessivo: di colui che riprende una parte del discorso che ascolta e lo ripropone all’interlocutore per sottolinearne alcuni aspetti, per lui, salienti.
attivo: di colui che, invece, è realmente interessato ed empatizza con chi parla.
LE REGOLE D’ORO DEL BUON ASCOLTATORE-come ascoltare correttamente
D’altronde la comunicazione coi ragazzi, ma in genere tra persone, comincia con un ottimo ascolto. Ma come fare?
NON INTERROMPERE:
rispetta i silenzi dell’altro. Molto spesso, parlano più di mille parole. Non dobbiamo per fora dire la nostra, soprattutto se non viene richiesto.
👉Silenzio. Raccontarsi, soprattutto se si parla di contenuti che pesano a livello emotivo richiede uno sforzo ed è per questo che si devono rispettare i tempi di chi abbiamo di fronte. Non ci devono essere interruzioni o soluzioni immediate che interrompono la conversazione e raggelano la componente emotiva
.ASCOLTA COL SOLO SCOPO DI ASCOLTRE:
non dobbiamo prestare attenzione soltanto alle parole dette, al tono della voce, appunto, ma:
al tono della voce
al timbro
al ritmo
Fateci caso: quando parlate con qualcuno, infatti, tutti questi elementi parlano proprio, a volte anche inconsciamente, per sottolineare qualcosa, per porre l’attenzione ad un elemento.
👉osservazione del nostro interlocutore. Bisogna ricordarsi che noi parliamo anche con il nostro corpo, con le espressioni facciali, con lo sguardo, con il tono della voce, con le pause. È importante ascoltare anche i non detti e i segnali del corpo. Non serve essere un profiler, serve essere genitori attenti . Ponete l’attenzione sulla posizione delle mani, delle gambe, sulla postura che la persona che avete di fronte ha mentre parla con voi.
ASCOLTA COME SE L’ALTRO AVESSE SEMPRE RAGIONE.
so che risulta difficile ma dovete farlo: dovete dimenticare tutti i preconcetti, i pregiudizi sull’altro. Dovete semplicemente ascoltare come fosse la prima volta, senza pensare a nient’ altro che a quello che ci sta raccontando perché, forse, per quella persona è importante. Dovete ascoltare, capire con la mente e con la pancia. E, altra cosa, arrivate alla fine del discorso senza fretta, con calma prima di poter interagire.
👉È importante che ci sia interesse e presenza non solo fisica, soprattutto emotiva e mentale: “Ci sono, io sono qui per te”. È importante evitare distrazioni, pensare ad altro, esseri lì fisicamente e non con la mente. Non vanno bene neanche le frasi di circostanza tanto per far vedere che state ascoltando. I figli rischiano di sentirsi presi in giro.
👉L’ascolto li rende compresi, capiti e riconosciuti e quindi più sicuri e forti.
ASCOLTA TE STESSO
Sembra banale? non lo è, mai. Prendi consapevolezza di chis ei tu e delle tue emozioni. Prima di amare gli altri ama te stesso, al cosa più difficile. Solo i questo modo imparerai anche ad ascoltare gli altri.
E,se volete, vi aiuto io a imparare come si ascolta un ragazzo, vostro filgio:)
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