Adolescenti e droga

Come capire se si sono avvicinati alle droghe, come ascoltarli, come aiutarli.

Buongiorno amici. Oggi parliamo insieme di adolescenti e droga.

Qui di seguito vi ho linkato a diretta fatta su instagram, giusto questa settimana, sul tema.

Molti i partecipanti, molti interessati all’ argomento ed è questo lo scopo delle dirette, cui invito tutti a partecipare il giovedì.

Perché…-adolescenti e droga

Perché gli argomenti trattati toccano la maggior parte di voi..perché, molte volte, siete proprio voi a chiedermi di trattare determinati argomenti per capire cosa fare in certe situazioni.

Il tema della droga, purtroppo, è caro a molti genitori che cercano di capire se il figlio è si è davvero avvicinato a questo mondo come parlare con loro e come aiutarli al meglio.

Ecco di cosa si parla in questa diretta.

https://www.instagram.com/p/ClEnOhGPYpb/

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Spero che questa diretta sul tema adolescenti e droga vi sia utile.

Ricordo a tutti voi che, se avete bisogno del mio aiuto, potete contattarmi nella sezione “contatti e consulenze” del sito

Alla prossima amici

Come gestire le delusioni

Cosa sono, come uscirne, come comportarsi con chi ti ha deluso.

Buongiorno amici. Oggi parliamo di come gestire le delusioni.

Almeno una volta nella vita, a ognuno di noi capita di trovarsi di fronte ad una delusione da parte di un amico, un partner, un familiare oppure verso sé stessi. 

Alla delusione segue spesso una sofferenza, che può manifestarsi in modi molto diversi. Se non gestita, può avere conseguenze trasversali sulle relazioni, gli ambienti in cui ci troviamo e sull’autostima.

COS’È UNA DELUSIONE?

Innanzitutto è importante sapere che la delusione è un sentimento e non un’emozione: non si tratta di una semplice reazione ad un evento ma è implicata anche la nostra cognizione, cioè pensieri, credenze e schemi di ragionamento.

Per definizione la delusione si presenta quando ciò che vogliamo, desideriamo o ci aspettiamo non coincide con ciò che si verifica nella realtà.

Di conseguenza, maggiore idealizzazione degli altri o degli esiti di un’azione, maggiori aspettative e desideri irrealistici e maggiore sarà la delusione che viviamo.

 Trattandosi di un sentimento, le conseguenze possono essere molteplici:

  • frustrazione
  • rabbia
  • tristezza
  • pensieri
  • intrusivi
  • isolamento
  •  abbandono di alcuni percorsi
  • fiducia in sé stessi

COME COMPORTARSI CON CHI CI DELUDE

 Come detto sopra, la delusione è generata dalla distanza tra ciò che ci aspettiamo e ciò che desideriamo.

Spesso quando entriamo in relazione con gli altri, rischiamo di creare un’idea di come l’altro dovrebbe comportarsi, di cosa dovrebbe fare per noi o addirittura di come ci aspettiamo che sia.

Di conseguenza, nel momento in cui l’altra persona non rispecchierà questa nostra idea, potremmo percepire una delusione nei suoi confronti.

Per evitare che ciò accada è importante comunicare all’altro cosa desideriamo e cosa ci aspettiamo da lui/lei.

Ponendoci in una posizione aperta al confronto e alla possibilità di modificare queste aspettative in base ai suoi feedback. 

Quando la delusione si verifica potrebbe essere utile seguire alcuni passi:

  1. riconoscere che la delusione è determinata dalle nostre aspettative e non ha realmente a che vedere con l’altra persona;
  2. valutare se le aspettative che avevamo erano realistiche o irragionevoli;se si tratta di aspettative realistiche, allora possiamo comunicare all’altro cosa ci aspettavamo e come ci ha fatto stare ciò che è successo, senza incolparlo e dandogli la possibilità di rimediare se ne ha la volontà;
  3. individuare delle strategie funzionali a gestire le emozioni scatenate che ci fanno stare male;
  4. riformulare le aspettative che abbiamo per gli altri in termini più realistici;

COME GESTIRE LA DELUSIONE VERSO SE STESSI

 Talvolta, e per alcuni molto spesso, la delusione può essere rivolta proprio a sé stessi.

Possiamo essere delusi del nostro comportamento, delle nostre prestazioni sportive, scolastiche o lavorative.

Addirittura possiamo essere delusi rispetto ad alcune nostre caratteristiche personali.

Questo succede perché il nostro Sé Ideale (che rappresenta come noi vorremmo essere) ed il nostro.

Sé Reale (ciò che effettivamente siamo) non coincidono. Più idealizziamo ciò che vorremo essere e maggiore è la delusione per noi stessi.

In questo caso più che mai un percorso di terapia ci è d’aiuto per accettare ciò che siamo e le nostre prestazioni e diminuire così la delusione percepita.

  1. Può però esserci d’aiuto iniziare a lavorare in autonomia su alcuni aspetti:aumentare la consapevolezza dei nostri limiti e delle nostre risorse, e individuare quali possono essere modificati, rinforzati o acquisiti;
  2. formulare obiettivi realistici sulla base delle nostre risorse e dei nostri limiti;
  3. allenarci a trattarci con compassione quando qualcosa va male, proprio come facciamo con le persone a cui vogliamo bene;
  4. allenare la nostra autoironia per ridimensionare la delusione e mantenere uno stato d’animo positivo e propositivo

E vi ricordo come sempre che, se avete bisogno di me, potete contattarmi nella sezione contatti e consulenze del sito

Alla prossima amici

Body shaming

quali le conseguenze sugli adolescenti

Buongiorno amici. Oggi parliamo di body shaming e delle conseguenze sugli adolescenti.

Quello del Body shaming è un problema quotidiano per bambini e adolescenti: ecco quali sono i motivi più comuni. 

Il problema

Il problema del body shaming esiste da molto, moltissimo tempo. Durante la nostra infanzia, e ancor più durante l’adolescenza, a molte sarà capitato di ricevere offese e insulti (più o meno diretti) per via di una particolare caratteristica del proprio aspetto fisico. Un tempo questa forma di bullismo veniva spesso semplicemente ignorata dagli adulti. Nel frattempo, noi abbiamo cercato di superare gli attacchi nel miglior modo possibile. Fortunatamente, con il passare degli anni si è prestata sempre più attenzione nei confronti di comportamenti che un tempo venivano considerati “normali” o frutto di innocue “ragazzate”.

Questo rappresenta senz’altro un progresso per la nostra società, ma purtroppo la strada da percorrere è ancora molto lunga.

Sondaggio

Un recente sondaggio condotto su un campione di più di 6 mila pre-adolescenti e giovani di età compresa fra i 10 e i 17 anni ha infatti rivelato che 9 intervistati su 10 sono stati vittime di body shaming almeno una volta nella vita.

Il sondaggio intitolato “Domande Scomode sull’adolescenza” è stato realizzato da Skuola.net in collaborazione con Lines e Tampax, ed ha fatto emergere una realtà ancora ben lontana dall’essere rosea. Dalla ricerca è infatti emerso che 3 adolescenti su 10 considerano un fatto “quotidiano” l’essere presi in giro per il proprio aspetto fisico.

Oltre al peso (un problema che interessa più della metà dei partecipanti), anche l’aspetto delle braccia, delle gambe e dei fianchi sembra essere spesso preso di mira. Ma esattamente da chi provengono gli insulti e le critiche? Non sorprende sapere che nella maggior parte dei casi gli artefici del body shaming sono proprio i coetanei e i compagni di classe (nel 60% dei casi), ma anche i compagni più grandi e talvolta persino gli adulti non risparmiano i giovani dalle critiche. 

Body shaming: le conseguenze per adolescenti e bambini

Ma a questo punto, quali saranno le conseguenze di questo dannoso comportamento? Semplice: circa 1 intervistato su 4 ha ammesso di non sopportare la vista del proprio corpo senza vestiti, neanche nell’intimità della propria camera.

A pagare le spese di un fenomeno che non sembra accennare a diminuire sono soprattutto le ragazze. Queste ultime ricevono insulti non “solo” per il loro aspetto fisico, ma anche per una serie di luoghi comuni e falsi miti legati al ciclo mestruale. Ad esempio,  il nervosismo o l’eccessiva tendenza a lamentarsi vengono immediatamente associati alle mestruazioni, più che a un problema “reale”.

Come combattere il problema?

Ma è possibile superare questo problema? In realtà si. La soluzione però non deve essere lasciata solo nelle mani dei giovanissimi. Genitori, insegnanti e medici dovrebbero infatti fornire le giuste informazioni e il giusto supporto a questi ragazzi sempre più vittime delle critiche.

Purtroppo sembra che al momento gli adolescenti e i giovanissimi cerchino invece le informazioni on line e al massimo dai loro coetanei. Così facendo, ricevono spesso indicazioni scorrette o persino suggerimenti dannosi per il loro benessere fisico e psicologico.

Vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi tramite la sezioen “contatti e consulenze” del sito

Alla prossima amici.

Genitori figli

come recuperare la relazione tra le due parti

Buongiorno amici. Oggi pariamo di genitori figli e di come recuperare la relazione tra le due parti.

Se hai una relazione genitore-figlio frastagliata, l’ascolto empatico, la reciprocità e un lavoro incentrato su te stesso, possono aiutarti a migliorarla. Le relazioni interpersonali, soprattutto quelle di lunga durata, possono essere molto complesse e talvolta si verificano eventi che allontanano le persone. Gli eventi e la ricerca estenuante di un colpevole, possono logorare anche i legami più significativi e il rapporto genitore-figlio non fa eccezione.

A volte, gli eventi della vita e le caratteristiche di personalità del genitore e del figlio, possono rendere il legame insanabile. Altre volte, invece, ci sono dei fattori che possono aiutare a superare anche il peggiore attrito. Il recupero diviene più fattibile quando il figlio ha risanato le sue ferite (spesso inflitte proprio da quel genitore con il quale intende recuperare il rapporto) e il genitore è riuscito a mettersi in discussione nel suo stesso ruolo genitoriale.

Recuperare un rapporto non è possibile quando il genitore si identifica rigidamente nel ruolo del genitore perfetto e tende a giustificare le sue mancanze. Analogamente, recuperare il rapporto non è possibile quando il figlio è rigidamente ingabbiato nel suo ruolo di vittima e cova ancora rancore per le mancanze e i torti subiti in passato. Sebbene sia vero che un figlio possa essere stato vittima di trascuratezza emotiva, è altrettanto vero che un attento lavoro su se stesso può eliminare ogni gabbia e lavare via qualsiasi rancore. Una volta guarito, il figlio potrà scegliere consapevolmente se ricucire quel rapporto. Alla base di tutto, infatti, dovrà essere la volontà reciproca di riavvicinarsi.

5 consigli per il genitore-genitori figli

Entriamo nel vivo dell’argomento e cerchiamo di capire come migliorare la relazione genitore figlio. Care mamme e cari papà, se tuo figlio si è allontanato da te, potresti sentire un forte peso sul cuore. Sappi che se lei/lui non vuole, non puoi costringerlo a riavvicinarsi. Anche se è doloroso, l’unica cosa che puoi fare è accettare la sua decisione e lavorare su te stesso. Puoi sicuramente porgergli la mano e ricordargli che la tua porta è sempre aperte e che tu sei disponibile al dialogo.

Sai, ci sono dei modi per aumentare il senso di connessione tra te e tuo figlio. Lavorare sul legame, anche quando questo è stato messo a dura prova da diversi eventi, è possibilissimo. Ci sono alcune cose che puoi fare per far sì che tuo figlio si senta maggiormente a suo agio con te.

#1. Assumiti le tue responsabilità genitoriali

Se tuo figlio è schivo, si è allontanato o in qualche modo ti ha ferito, sappi che tu potresti essere, almeno in parte, responsabile per la sua condotta. Le azioni di un genitore, così come il suo modello educativo, hanno sempre un forte impatto sullo sviluppo psicoaffettivo del figlio. Anche se a te possono sfuggire dei nessi causa-effetto, cerca di mettere in discussione il tuo operato. Come ho spiegato nel mio libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita», talvolta i genitori possono commettere delle mancanze spinti anche dalle migliori intenzioni.

Per esempio, l’eccessiva premura, oppure il voler spronare il figlio a ogni costo a fare bene a scuola, possono involontariamente negare al bambino di sviluppare una propria autonomia. I bambini, mentre crescono, subiscono mille pressioni (imparare a camminare, a parlare, a leggere e scrivere, a comportarsi bene in società) la più grande? Soddisfare i genitori e assicurarsi il loro amore! A volte un genitore, involontariamente, fallisce totalmente o parzialmente nel suo compito. I genitori, prima di essere genitori, sono umani, quindi imperfetti. Possono sbagliare. Tieni conto di questo.

#2. Sii di larghe vedute

Essere ascoltati e accettati è uno dei nostri principali bisogni. Per un figlio, essere accettati e stimati da un genitore, è di fondamentale importanza. Anche se quando i figli sono adulti, questo non sembra essere un vero bisogno, sappi che è tutto. La tua accettazione conta.

Quando tuo figlio si apre e condivide qualcosa con te, tieni la tua mente aperta, non giudicare. Sappi che non sei tu a dettare ciò che è il meglio per lui. Amare qualcuno significa accettarlo e accettare che sia lui a valutare ciò che è per lui il meglio.

#3. Fai sentire il tuo supporto

Ogni volta che puoi, sostienilo. Fagli sentire che sei dalla sua parte. Questo aumenterà la sua percezione di fiducia. Già, nonostante gli anni passati insieme, quando qualcosa si rompe, tuo figlio dovrà di nuovo imparare a fidarsi di te (e forse tu di lui). Il mondo è pieno di persone dal giudizio facile, criticoni e oppositori incalliti, tuo figlio non ha bisogno dell’ennesima critica, ciò di cui ha bisogno è di sostegno, qualcuno che convalidi le sue esperienze e lo faccia sentire meno solo.

#4. Ascolto empatico

Ascoltare empaticamente significa prestare particolare attenzione ai sentimenti che tuo figlio esprime quando parla. In questo modo, tuo figlio si sentirà accolto e compreso da te.

#5. Concedigli spazio

La vicinanza emotiva richiede anche un pizzico di distacco. Lascia che tuo figlio si costruisca il suo spazio, lascia che si affermi nella propria identità. Concedigli spazio e tempo. In questo modo, quando starete insieme, riuscirà ad apprezzare di più i momenti di condivisione e vicinanza.

5 consigli per il figlio-genitori figli

Anche se qualcuno di voi sarà restio ad ammetterlo, i tuoi genitori, in qualche modo, sono già entrati a far parte della tua identità. Non importa quanto tu sia diverso da loro, non si tratta di ciò che fai o chi sei, ma di come ti senti. Questo è vero sia se i tuoi genitori ti sono rimasti accanto durante la crescita, sia se hai dovuto cavartela da solo. Se hai deciso di recuperare la relazione che hai con i tuoi genitori, considera questi cinque punti.

#1. Assumiti le tue responsabilità personali

È vero, le condotte genitoriali hanno sicuramente avuto un impatto su di te. Di certo trascuratezza e diverse forme di abuso perpetuate in modo involontario e maldestro, possono averti causato un forte dolore, ma anche i genitori sono umani e possono sbagliare. Se un tempo erano loro responsabili per te, oggi sei tu l’unico responsabile del tuo benessere. Ciò significa che se loro sono responsabili delle tue ferite, tu sei responsabile di guarirle quelle ferite. Non aspettare che, per magia, sia tuo padre o tua madre a guarirle. Lavoraci da solo. La tua guarigione ti renderà libero e ti darà modo di vivere nuovi momenti di gioia con i tuoi genitori.

#2. Non rinfacciare

Quando dialoghi con i tuoi genitori, cerca di non puntualizzare continuamente le mancanze subite. Non rinfacciare gli errori del passato. Ogni volta che lo fai, dai modo a eventi del passato di interferire (ancora e ancora) con il tuo presente. Quando lo fai, non solo ferisci i tuoi genitori ma condanni anche te stesso: divieni prigioniero del passato.

Cerca di essere indulgente. Sappi che anche i tuoi genitori sono stati figli e probabilmente anche loro hanno ferite nascoste. So che se stai ancora soffrendo, più che comprendere loro vorresti essere compreso da loro. Tu fai il tuo cammino. Sappi solo che probabilmente ancora i tuoi genitori hanno avuto le loro esperienze dolorose dalle quali tentano di guarire.

Potrebbe essere saggio ricordare che tutti fanno il meglio che possono con le risorse e le conoscenze che hanno a loro disposizione. Se ci sono state omissioni, probabilmente non c’erano risorse o conoscenze per fare altrimenti.

#3. Ricorda che fa parte della tua famiglia

Per proteggerti dal dolore, potresti essere tentato di lasciare fuori tua madre (o tuo padre) da diversi aspetti della tua vita. Magari hai smesso di condividere informazioni sulla tua salute, sulla tua carriera lavorativa o sulla tua situazione sentimentale. Queste omissioni, faranno sentire tuo madre (o tuo padre), molto distante da te. Prova a migliorare il senso di connessione condividendo qualcosa. Concedi ai tuoi genitori di far parte della tua vita, anche a piccole dosi.

4. Dedica del tempo al vostro legame

Lo so, gli impegni della vita possono essere molto gravosi. La vita da adulto può essere molto impegnativa e il tempo libero pochissimo. Ricavare un po’ di tempo per stare insieme, può essere un passo importante per avvicinarti. Magari prova a portare avanti qualche tradizione di famiglia, qualcosa di cui senti la nostalgia e che sai che ti potrà riempire il cuore.

#5. Né troppo vicini, né troppo lontani

Un indicatore del successo della psicoterapia sai qual è? La buona gestione dei confini genitoriali. Osservando come un adulto gestisce i confini con i genitori, si può capire molto. I confini che hai con i tuoi genitori come sono? Troppo rigidi o inesistenti? I confini inesistenti sono il frutto di una dipendenza affettiva (potresti ritrovarti con un genitore che ti gestisce la vita). Al contrario, confini troppo rigidi sono il frutto di un atteggiamento estremamente difensivo (per sfuggire a un genitore invischiante o per proteggerti da ulteriori ferite genitoriali).

i confini sono inesistenti, inizia a porre dei limiti. Prova a porre un limite per volta così da non sconvolgere le vite di entrambi. Al contrario, se i confini sono troppo rigidi, prova a riavvicinarti gradualmente, magari provando a coinvolgere tua madre (o tuo padre) in una decisione da prendere, anche qualcosa di banale.

Ripartire da se stessi-genitori figli

Che tu sia un figlio o un genitore, sappi che i conflitti che vivi oggi risiedono nella tua infanzia. È certamente difficile essere genitori ma lo è perché prima è stato difficile essere figli. Quando veniamo al mondo, un genitore investe su di noi mille aspettative e questo genera forti pressioni nello sviluppo dell’identità del figlio. 

Io vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi nella sezione contatti e consulenze del sito.

Alla prossima:)

Adolescenti ribelli

Ma è poi così sbagliato?

Buongiorno amici. Oggi parliamo degli adolescenti ribelli e del perché, in fondo, essere ribelli è positivo.

Molti genitori potrebbero storcere il naso, eppure essere un adolescente ribelle è positivo. In termini di indipendenza emotiva, la ribellione è una parte fondamentale del percorso di costruzione della personalità.

L’adolescenza è una fase vitale ricca di cambiamenti fisici, ormonali e sociali. Dura approssimativamente dai 10 ai 19 anni. È l’abbandono dell’infanzia per iniziare una fase più vicina all’età adulta.

Adolescente ribelle, perché?

La stragrande maggioranza degli adolescenti è ribelle, sebbene ognuno a modo proprio. In linea di massima possiamo affermare che i primi dissapori tra genitori e figli emergono proprio durante l’adolescenza.

Durante l’infanzia, di fatto, i figli raramente mettono in discussione i propri genitori: possono protestare se i loro desideri non vengono realizzati, ma non dubitano del loro ruolo; sono i loro modelli, i loro punti di riferimento.

Grazie a loro, imparano come si fanno molte cose, come dovrebbero comportarsi nella sfera sociale e cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ma ecco che una volta raggiunta l’adolescenza, inizia la famosa indipendenza emotiva, fondamentale per la vita adulta.

Per quanto possa sembrare impegnativo, si tratta di un passo fondamentale nella costruzione della personalità e della vita interiore del giovane. Ricevere un “no” come risposta può essere vissuto come provocatorio e segno di ribellione, perché in un certo senso lo è.

Che significato ha la ribellione?

La ribellione adolescenziale è conseguenza della costruzione della propria identità. Tutto appreso e accettato durante l’infanzia è ora messo in discussione. Da bambini si ha una libertà di scelta alquanto ristretta.

  1. PSICOLOGIAPSICOLOGIA EDUCATIVA E DELLO SVILUPPO

Adolescente ribelle: ricerca dell’Io

5 minuti

La ribellione adolescenziale è una realtà, almeno nella nostra cultura, e in molti casi un bisogno. Il giovane deve iniziare a uscire dai sentieri battuti per trovare la propria strada. In questo momento, i genitori devono affrontare una missione complicata: crescere insieme ai figli.

Ultimo aggiornamento: 06 ottobre, 2022

Molti genitori potrebbero storcere il naso, eppure essere un adolescente ribelle è positivo. In termini di indipendenza emotiva, la ribellione è una parte fondamentale del percorso di costruzione della personalità.

L’adolescenza è una fase vitale ricca di cambiamenti fisici, ormonali e sociali. Dura approssimativamente dai 10 ai 19 anni. È l’abbandono dell’infanzia per iniziare una fase più vicina all’età adulta.

Questo passaggio tra infanzia ed età adulta può creare grande confusione nell’adolescente che lotta per capire chi è.

Quali cambiamenti possiamo vedere nell’adolescente?

Durante l’adolescenza, i cambiamenti più evidenti sono fisici, come l’altezza, la crescita dei peli del corpo, tono di voce diverso, l’odore del corpo cambia e si assiste a un generale sviluppo fisico.

A ciò si aggiunge che la cerchia di amici diventa un elemento fondamentale, che porta a trascurare la famiglia; questo aspetto può causare tensioni nelle dinamiche familiari.

Meno visibili, ma certamente evidenti, i cambiamenti interiori. Nello specifico questi riguardano la costruzione dell’identità e della personalità.

L’adolescenza è una fase di cambiamenti, compresi quelli legati alla costruzione dell’identità e della personalità.

Adolescente ribelle, perché?

La stragrande maggioranza degli adolescenti è ribelle, sebbene ognuno a modo proprio. In linea di massima possiamo affermare che i primi dissapori tra genitori e figli emergono proprio durante l’adolescenza.

Durante l’infanzia, di fatto, i figli raramente mettono in discussione i propri genitori: possono protestare se i loro desideri non vengono realizzati, ma non dubitano del loro ruolo; sono i loro modelli, i loro punti di riferimento.

Grazie a loro, imparano come si fanno molte cose, come dovrebbero comportarsi nella sfera sociale e cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ma ecco che una volta raggiunta l’adolescenza, inizia la famosa indipendenza emotiva, fondamentale per la vita adulta.

L’adolescenza è il trampolino di lancio. Ecco, dunque, che i genitori possono opporsi di fronte a questa nuova sfaccettatura dei loro figli, con cui non sempre saranno d’accordo. Gli adolescenti iniziano a esprimere desideri, preoccupazioni e, soprattutto, a dire di “no” ai genitori.

Per quanto possa sembrare impegnativo, si tratta di un passo fondamentale nella costruzione della personalità e della vita interiore del giovane. Ricevere un “no” come risposta può essere vissuto come provocatorio e segno di ribellione, perché in un certo senso lo è.

Va notato che i genitori devono mantenere alcune regole, ma al tempo stesso essere flessibili in questa fase.

Che significato ha la ribellione?

La ribellione adolescenziale è conseguenza della costruzione della propria identità. Tutto appreso e accettato durante l’infanzia è ora messo in discussione. Da bambini si ha una libertà di scelta alquanto ristretta.

Se ciò viene mantenuto anche durante l’adolescenza, i genitori si scontreranno probabilmente con figli infastiditi, provocatori e che fanno l’opposto. È il loro di uscire dai sentieri battuti, di provare, di sperimentare.

Per la prima volta, pensano al di là di quello che viene suggerito loro per dare la priorità alle loro sensazioni. Ciò riguarda diversi ambiti come i vestiti, la musica, il cibo: capiscono che possono trovare opzioni che sostituiscono quello che non amano e che forniscono più soddisfazione.

L’adolescente ribelle, tuttavia, non ha in nessun caso smesso di amare i suoi genitori, ma piuttosto si fa strada nel mondo insieme a loro, ma essendo se stesso.

Non tutti gli adolescenti si ribellano allo stesso modo né tutti lo fanno. Ma per quale motivo l’adolescente non si ribella?

  1. PSICOLOGIAPSICOLOGIA EDUCATIVA E DELLO SVILUPPO

Adolescente ribelle: ricerca dell’Io

5 minuti

La ribellione adolescenziale è una realtà, almeno nella nostra cultura, e in molti casi un bisogno. Il giovane deve iniziare a uscire dai sentieri battuti per trovare la propria strada. In questo momento, i genitori devono affrontare una missione complicata: crescere insieme ai figli.

Ultimo aggiornamento: 06 ottobre, 2022

Molti genitori potrebbero storcere il naso, eppure essere un adolescente ribelle è positivo. In termini di indipendenza emotiva, la ribellione è una parte fondamentale del percorso di costruzione della personalità.

L’adolescenza è una fase vitale ricca di cambiamenti fisici, ormonali e sociali. Dura approssimativamente dai 10 ai 19 anni. È l’abbandono dell’infanzia per iniziare una fase più vicina all’età adulta.

Questo passaggio tra infanzia ed età adulta può creare grande confusione nell’adolescente che lotta per capire chi è.

Quali cambiamenti possiamo vedere nell’adolescente?

Durante l’adolescenza, i cambiamenti più evidenti sono fisici, come l’altezza, la crescita dei peli del corpo, tono di voce diverso, l’odore del corpo cambia e si assiste a un generale sviluppo fisico.

A ciò si aggiunge che la cerchia di amici diventa un elemento fondamentale, che porta a trascurare la famiglia; questo aspetto può causare tensioni nelle dinamiche familiari.

Meno visibili, ma certamente evidenti, i cambiamenti interiori. Nello specifico questi riguardano la costruzione dell’identità e della personalità.

L’adolescenza è una fase di cambiamenti, compresi quelli legati alla costruzione dell’identità e della personalità.

Adolescente ribelle, perché?

La stragrande maggioranza degli adolescenti è ribelle, sebbene ognuno a modo proprio. In linea di massima possiamo affermare che i primi dissapori tra genitori e figli emergono proprio durante l’adolescenza.

Durante l’infanzia, di fatto, i figli raramente mettono in discussione i propri genitori: possono protestare se i loro desideri non vengono realizzati, ma non dubitano del loro ruolo; sono i loro modelli, i loro punti di riferimento.

Grazie a loro, imparano come si fanno molte cose, come dovrebbero comportarsi nella sfera sociale e cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ma ecco che una volta raggiunta l’adolescenza, inizia la famosa indipendenza emotiva, fondamentale per la vita adulta.

L’adolescenza è il trampolino di lancio. Ecco, dunque, che i genitori possono opporsi di fronte a questa nuova sfaccettatura dei loro figli, con cui non sempre saranno d’accordo. Gli adolescenti iniziano a esprimere desideri, preoccupazioni e, soprattutto, a dire di “no” ai genitori.

Per quanto possa sembrare impegnativo, si tratta di un passo fondamentale nella costruzione della personalità e della vita interiore del giovane. Ricevere un “no” come risposta può essere vissuto come provocatorio e segno di ribellione, perché in un certo senso lo è.

Va notato che i genitori devono mantenere alcune regole, ma al tempo stesso essere flessibili in questa fase.

Che significato ha la ribellione?

La ribellione adolescenziale è conseguenza della costruzione della propria identità. Tutto appreso e accettato durante l’infanzia è ora messo in discussione. Da bambini si ha una libertà di scelta alquanto ristretta.

Se ciò viene mantenuto anche durante l’adolescenza, i genitori si scontreranno probabilmente con figli infastiditi, provocatori e che fanno l’opposto. È il loro di uscire dai sentieri battuti, di provare, di sperimentare.

Per la prima volta, pensano al di là di quello che viene suggerito loro per dare la priorità alle loro sensazioni. Ciò riguarda diversi ambiti come i vestiti, la musica, il cibo: capiscono che possono trovare opzioni che sostituiscono quello che non amano e che forniscono più soddisfazione.

L’adolescente ribelle, tuttavia, non ha in nessun caso smesso di amare i suoi genitori, ma piuttosto si fa strada nel mondo insieme a loro, ma essendo se stesso.

“In questa fase della vita qualcosa deve morire per dare origine a qualcosa di nuovo. Si affronta un lutto per abbandonare la persona che si era per i propri genitori”.

-Garcia, 2019-

Quando preoccuparsi?

È importante tenere a mente che ci sono manifestazioni più delicate che non hanno nulla a che fare con l’indipendenza emotiva.

La ricostruzione soggettiva può essere accompagnata dalla ribellione, ma alcuni adolescenti assumono condotte violente e autodistruttive che dovrebbero essere comprese e affrontate diversamente (Bayo-Borras, 1997).

Non tutti gli adolescenti si ribellano allo stesso modo né tutti lo fanno. Ma per quale motivo l’adolescente non si ribella?

L’adolescente continua ad attenersi a ciò che dicono i suoi genitori, senza interrogarsi o senza esprimere la propria opinione, potremmo avere qualche difficoltà a costruire la propria identità e ad allontanarsi dallo scenario infantile.

In questi casi, i genitori devono favorire spazi affinché il giovane possa scoprire i suoi interessi. Sebbene possa essere più facile non litigare mai con i figli, uno sviluppo incompleto dell’identità avrà conseguenze sullo sviluppo e l’indipendenza emotiva.

Come gestire l’adolescente ribelle senza ostacolarne la crescita

  1. PSICOLOGIAPSICOLOGIA EDUCATIVA E DELLO SVILUPPO

Adolescente ribelle: ricerca dell’Io

5 minuti

La ribellione adolescenziale è una realtà, almeno nella nostra cultura, e in molti casi un bisogno. Il giovane deve iniziare a uscire dai sentieri battuti per trovare la propria strada. In questo momento, i genitori devono affrontare una missione complicata: crescere insieme ai figli.

Ultimo aggiornamento: 06 ottobre, 2022

Molti genitori potrebbero storcere il naso, eppure essere un adolescente ribelle è positivo. In termini di indipendenza emotiva, la ribellione è una parte fondamentale del percorso di costruzione della personalità.

L’adolescenza è una fase vitale ricca di cambiamenti fisici, ormonali e sociali. Dura approssimativamente dai 10 ai 19 anni. È l’abbandono dell’infanzia per iniziare una fase più vicina all’età adulta.

Questo passaggio tra infanzia ed età adulta può creare grande confusione nell’adolescente che lotta per capire chi è.

Quali cambiamenti possiamo vedere nell’adolescente?

Durante l’adolescenza, i cambiamenti più evidenti sono fisici, come l’altezza, la crescita dei peli del corpo, tono di voce diverso, l’odore del corpo cambia e si assiste a un generale sviluppo fisico.

A ciò si aggiunge che la cerchia di amici diventa un elemento fondamentale, che porta a trascurare la famiglia; questo aspetto può causare tensioni nelle dinamiche familiari.

Meno visibili, ma certamente evidenti, i cambiamenti interiori. Nello specifico questi riguardano la costruzione dell’identità e della personalità.

L’adolescenza è una fase di cambiamenti, compresi quelli legati alla costruzione dell’identità e della personalità.

Adolescente ribelle, perché?

La stragrande maggioranza degli adolescenti è ribelle, sebbene ognuno a modo proprio. In linea di massima possiamo affermare che i primi dissapori tra genitori e figli emergono proprio durante l’adolescenza.

Durante l’infanzia, di fatto, i figli raramente mettono in discussione i propri genitori: possono protestare se i loro desideri non vengono realizzati, ma non dubitano del loro ruolo; sono i loro modelli, i loro punti di riferimento.

Grazie a loro, imparano come si fanno molte cose, come dovrebbero comportarsi nella sfera sociale e cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ma ecco che una volta raggiunta l’adolescenza, inizia la famosa indipendenza emotiva, fondamentale per la vita adulta.

L’adolescenza è il trampolino di lancio. Ecco, dunque, che i genitori possono opporsi di fronte a questa nuova sfaccettatura dei loro figli, con cui non sempre saranno d’accordo. Gli adolescenti iniziano a esprimere desideri, preoccupazioni e, soprattutto, a dire di “no” ai genitori.

Per quanto possa sembrare impegnativo, si tratta di un passo fondamentale nella costruzione della personalità e della vita interiore del giovane. Ricevere un “no” come risposta può essere vissuto come provocatorio e segno di ribellione, perché in un certo senso lo è.

Va notato che i genitori devono mantenere alcune regole, ma al tempo stesso essere flessibili in questa fase.

Che significato ha la ribellione?

La ribellione adolescenziale è conseguenza della costruzione della propria identità. Tutto appreso e accettato durante l’infanzia è ora messo in discussione. Da bambini si ha una libertà di scelta alquanto ristretta.

Se ciò viene mantenuto anche durante l’adolescenza, i genitori si scontreranno probabilmente con figli infastiditi, provocatori e che fanno l’opposto. È il loro di uscire dai sentieri battuti, di provare, di sperimentare.

Per la prima volta, pensano al di là di quello che viene suggerito loro per dare la priorità alle loro sensazioni. Ciò riguarda diversi ambiti come i vestiti, la musica, il cibo: capiscono che possono trovare opzioni che sostituiscono quello che non amano e che forniscono più soddisfazione.

L’adolescente ribelle, tuttavia, non ha in nessun caso smesso di amare i suoi genitori, ma piuttosto si fa strada nel mondo insieme a loro, ma essendo se stesso.

“In questa fase della vita qualcosa deve morire per dare origine a qualcosa di nuovo. Si affronta un lutto per abbandonare la persona che si era per i propri genitori”.

-Garcia, 2019-

Quando preoccuparsi?

È importante tenere a mente che ci sono manifestazioni più delicate che non hanno nulla a che fare con l’indipendenza emotiva.

La ricostruzione soggettiva può essere accompagnata dalla ribellione, ma alcuni adolescenti assumono condotte violente e autodistruttive che dovrebbero essere comprese e affrontate diversamente (Bayo-Borras, 1997).

Non tutti gli adolescenti si ribellano allo stesso modo né tutti lo fanno. Ma per quale motivo l’adolescente non si ribella?

L’adolescente continua ad attenersi a ciò che dicono i suoi genitori, senza interrogarsi o senza esprimere la propria opinione, potremmo avere qualche difficoltà a costruire la propria identità e ad allontanarsi dallo scenario infantile.

In questi casi, i genitori devono favorire spazi affinché il giovane possa scoprire i suoi interessi. Sebbene possa essere più facile non litigare mai con i figli, uno sviluppo incompleto dell’identità avrà conseguenze sullo sviluppo e l’indipendenza emotiva.

L’indipendenza emotiva può generare nell’adolescente paure, dubbi e insicurezze.

Come gestire l’adolescente ribelle senza ostacolarne la crescita

Sebbene ogni adolescente sia diversi, le seguenti linee guida possono aiutare i genitori a non ostacolare l’indipendenza dei propri figli:

  • Lavoro di terapia personale. Vedere i figli abbandonare l’infanzia fa male, può essere molto doloroso rendersi conto di non essere più le loro uniche figure di riferimento. Lavorare su queste emozioni si rivela estremamente utile.
  • Confrontarsi con altri genitori per condividere esperienze e consigli.
  • Essere flessibili e tolleranti. Tollerare una risposta negativa e accettare i desideri dei figli, completamente diversi dai desideri personali.
  • Essere empatici ricordando la propria esperienza adolescenziale. Pur trattandosi di persone e tempi molto diversi, sicuramente potrebbero esserci degli elementi in comune.
  • Parlare molto con gli adolescenti per cercare di capire davvero i loro desideri.

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Io spero di aver fatto un po’ di chiarezza sugli adolescenti ribelli.

Alla prossima amici.