Buongiorno amici. Oggi riflessione su Il fallimento…non esiste.
Il fallimento
Quante volte ho sentito purtroppo, genitori lamentarsi perché “Mio figlio/a è un/a fallito/a…non farà mai nulla nella vita”. Il fallimento.
Mamma mia, che brutto sentire queste cose da un genitore nei confronti di un figlio.
Ma siete poi sicuri che è davvero come dite voi?
Allora rispondete a queste domande. Chiedetevi…
Domande
Vostro figlio fa davvero quello che Lui desidera e lo fa solo per compiacervi?
Quello che fa è, in realtà, quello che avresti voluto fare TU alla sua età?
Se hai risposto sì a entrambe…,beh, cambia..tu.
Aspettative-il fallimento
I genitori non comprendono, in realtà, le abilità dei loro figli che, per la maggior parte dei casi, sono completamente diverse dalle loro. E quindi si creano aspettative sbagliate…soprattutto qu la sua vita.
Pensate di sapere che scuola vuole fare, che lavoro vuol fare solo perché, secondo voi, è il meglio per lui.
Ma vi siete mai chiesti quali sono le sue reali abilità? Ecco, quello che deve fare il buon genitore è accettare le inclinazioni de figli e insegnar loro a dare anima e corpo per quello che vogliono realizzare.
Ma vi lascio al piccolo video. Scaricatelo pure, senza nessun problema e guardatelo, ogni giorno se serve.
Buongiorno amici. Oggi parliamo del concetto che giudicare definisce se stessi.
Siamo persone, tutte diverse e uniche. Per questo ognuno presenta determinate condotte, una personalità specifica e un significativo mondo interiore che mostra la sua natura. Ma proprio questa unicità ci porta a giudicare gli altri.
Tuttavia, la persona che giudica dice più su se stessa rispetto a quello che intende dire sull’altro. In altre parole, se giudico qualcuno perché è ipocrita, forse dovremmo osservare in quali aspetti della propria vita si è ipocriti. Potrebbe anche essere necessario imparare a essere più flessibili e rispettare gli altri così come sono.
Rispetto come sei e non ti giudico
È difficile sfuggire alla semplicità con cui capita di giudicare gli altri. La varietà di persone che possiamo incontrare è grande alla pari dei danni che possiamo arrecare parlando di loro senza conoscerli. Lo stesso succede anche quando li conosciamo e non li ascoltiamo.
I gusti non sono uguali, sicuramente ciascuno di noi si comporta in maniera diversa e, molto probabilmente, anche il coinvolgimento dei vari eventi risulta diverso per ogni individui.
Rispetto
Ecco perché un rapporto sano si basa sul rispetto e sulla tolleranza, anche se strettamente cordiale. Condividiamo la nostra vita con le persone che apprezziamo, con i loro pregi e difetti, e vorremmo che non cambiassero mai.
Se qualcuno ti ha detto che sei speciale, non si sbagliava. La tua personalità dipende dal tuo particolare modo di vedere il mondo e di stare in esso.
Giudicare gli altri equivale a non capire perché quelle persone sono in un dato modo. Non sappiamo quali esperienza ha vissuto l’altra persona, cosa l’ha resa com’è o quanto possano ferirle le critiche prive di un motivo giustificato.
Mi piace come sono e non voglio che tu mi giudichi
Giudicare gli altri è come lanciare una moneta in aria e vedere cosa esce: il bersaglio può essere un’altra persona oppure noi stessi.
Se siamo noi, non ci piacerà affatto che parlino di noi alla leggera. Per capire qualcuno, bisogna mettersi nei suoi panni e quando si giudica non lo si fa.
“Conosci il mio nome, ma non la mia storia. Hai sentito quello che ho fatto, ma non hai passato quello che ho passato io. Sai dove sono, ma non da dove vengo. Mi vedi ridere, ma non sai cosa ho passato. Smettila di giudicarmi.”
-Anonimo-
Ci sentiamo quindi incompresi, scoraggiati e talvolta la nostra autostima può risentirne. Ci piace che gli altri abbiano un’idea positiva di noi, che ci prendano in considerazione e ci accettino.
Non importa i difetti o le diverse prospettive degli altri. Ci rende felici essere, agire e vivere in un dato modo. Pertanto, abbiamo bisogno che le persone che ci amano apprezzino questo più di ogni altra cosa.
Giudicare gli altri ci definisce
Abbiamo già detto che lo stesso danno che possiamo arrecare agli altri può essere arrecato a noi, dunque
è altrettanto importante conoscere ed essere conosciuti.
Riconosciamo noi stessi attraverso le nostre azioni. In altre parole, se abbiamo l’abitudine di giudicare gli altri, saremo conosciuti per questo e quindi giudicati a nostra volta. Ma può anche succedere che non sia così e che ci si senta giudicati senza meritarlo.
Se è questo il caso, pensate che non c’è motivo per cui le parole altrui debbano ferirvi. Non lasciatevi influenzare da che quello che dice di voi qualcuno che non sta nemmeno cercando di capirvi. Non tutti viviamo o proviamo le esperienze allo stesso modo.
La persona che oggi ci giudica probabilmente sta dicendo più di sé che di noi, quindi dobbiamo essere forti e lasciarci solo consigliare, non giudicare a nostra volta. E se stiamo male per questo, ricordiamo che quando qualcuno ci giudica, possiamo invitarlo a mettersi nei nostri panni.
Io spero che vi abbia fatto riflettere. Ci ricordo che se avete bisogno di me potete contattarmi.
Buongiorno amici. Oggi una riflessione: fatti bella per te stessa, non per compiacere gli altri.
La verità è che molte di noi faticano a ritagliarsi il proprio spazio nel mondo finendo finanche per vivere ai margini della vita degli altri. Troppo spesso, infatti, affidiamo agli altri non solo la nostra felicità ma anche l’idea che abbiamo di noi stesse! Affidiamo agli occhi altrui la nostra identità (letteralmente, ci guardiamo con gli occhi degli altri e non con i nostri) dimenticandoci che siamo persone complete, degne di stima e meritevoli d’amore, dimenticandoci soprattutto che se imparassimo a guardarci davvero con i nostri occhi, non sentiremmo più il bisogno di ricercare sicurezza nell’altro, andremmo avanti con l’intima consapevolezza di non dover dimostrare nulla a nessuno.
Perché questa è una questione tipicamente femminile?
La questione dell’affermazione di sé non conosce identità di genere. Questo discorso potrebbe riguardare anche alcuni uomini ma certamente parla di tantissime donne! Basta guardare le statistiche sugli interventi di chirurgia estetica: l’86% dei clienti è di sesso femminile. Eppure di uomini con il naso storto, il sedere piatto e la pancia tondeggiante, ce ne sono parecchi… ma non necessariamente ne risentono.
Non hanno bisogno di “essere perfetti” per stare bene con se stessi, e questo è un bel vantaggio dato che la perfezione non esiste! Gli uomini sono sicuramente esposti a un giudizio sociale differente ma in un periodo storico in cui tutto cambia in fretta, la vera evoluzione può partire da noi, dal rapporto che abbiamo con il nostro corpo e con la nostra identità.
Due essenziali conquiste
Il corpo che abbiamo, non è nostro fin dalla nascita. Quella corporea è una conquista che facciamo tutti -un po’ a fatica e, ahimé, una conquista che qualcuno non riesce mai a compiere-.
Ora potresti obiettare: “il corpo non è affatto una conquista, è qualcosa che ci appartiene fin dalla nascita”. Questo è errato. Quando veniamo al mondo, la gestione del nostro corpo è affidata alle cure genitoriale. Vestiti, igiene, nutrizione, movimento… tutto è affidato a qualcun altro. Solo crescendo iniziamo a conquistarci e il rapporto che abbiamo con il nostro corpo dipende in gran parte da come ci viene “restituito”.
Se controvoglia (tipico dei genitori chioccia che non vorrebbero mai separarsi, mai veder crescere i propri bambini), se frettolosamente (tipico dei genitori distratti), se in modo ambivalente (tipico dei genitori che hanno vissuti contrastanti), se in modo oppressivo (tipico dei genitori irrisolti che vedono nel figlio un’estensione di sé)… Le esperienze che possiamo fare nel legame genitoriale sono numerosissime e tutte hanno riscontri corporei. Tutte mediano la nostra futura accettazione o non accettazione di sé, di tratti somatici così come personali.
Allora, se sentiamo il bisogno di essere perfetti, se sentiamo il bisogno disperato di dimostrare il nostro valore, è perché qualcosa -nei nostri primi anni di vita- è andato storto. Insieme alla conquista corporea, i nostri genitori dovrebbero consentirci un ulteriore conquista: quella dell’autonomia emotiva.
Esatto, insieme all’autonomia corporea (con la quale impariamo ad accogliere il nostro corpo e autogestirci, quindi a scegliere cosa indossare, pettinarci, lavarci i denti…) dovremmo conquistare anche una certa autonomia emotiva (con la quale impariamo ad accogliere le nostre emozioni, anche in questo caso, impariamo ad autogestirci, apprezzarci da sole per ciò che siamo, autoconsolarci, contare le nostre emozioni e pian piano impariamo a comprenderle…).
Se queste due conquiste non avvengono in modo armonioso, finiremo per spostare sull’altro ogni nostro onere, deprivandoci della più immensa possibilità che abbiamo: essere noi stesse, esprimerci e accettarci in modo incondizionato! L’altro sarà sempre la nostra bussola, la persona che dovrà dirci “
sì, tu vai bene così”
, l’altro sarà sempre la persona che dovrà contenere i nostri affetti, garantirci -per noi- emozioni positive e appagamento. Ci sfugge una realtà in cui noi possiamo appagarci, consolarci e soddisfarci da sole. Quindi se siamo tristi, è necessario che qualcuno dall’esterno ci consoli, da sole non ci bastiamo! Non ci bastiamo mai! L’errore più grande che commettiamo è quello di sottostimarci, allora, per compensare, fissiamo standard elevatissimi (irraggiungibili), pretendiamo il massimo e, anche così, sembra quasi che non sia mai abbastanza. Ancora una volta, aspetttiamo che l’altro ci dica
“sì, tu vai bene così”.
Circa un anno fa ero all’inizio di una frequentazione amorosa. Lei mi invitò a cena a casa sua. Quando arrivai, notai che non solo aveva preparato la cena (deliziosa) ma era anche tutta in tiro, come se fino a pochi minuti prima non fosse ai fornelli, come se non fosse nella sua comfort zone. Aveva un make-up perfetto, lenti a contatto, strati di fondo tinta, cipria, ombretto… wow, lì per lì ne rimasi lusingata. Sapevo che lo aveva fatto per me. Da donna, però, so benissimo che quando sei truccata non puoi grattarti il viso, non puoi strofinarti gli occhi, ne’ tantomeno rinfrescarti la faccia. Volevo che fosse serena, comoda, allora le posi delicatamente alcune domande per riflettere insieme e alla fine lei fu molto più rilassata, si struccò e si mise comoda. Trascorremmo una bellissima serata.
Il lusso di sentirsi liberi, sempre
In qualsiasi ambiente, dovremmo concederci sempre il lusso di sentirci a nostro agio. Certo, il make-up, le griffe, in un corpo in forma, possono essere fonte di sicurezza, ma dobbiamo ricordarci che in nessun caso dovrebbero essere l’unica fonte di sicurezza. In nessun caso dovremmo apprezzare noi stessi in base a quanto riteniamo di essere apprezzabili dagli altri! Ognuno di noi, uomo o donna che sia, ha un suo valore intrinseco, è unico, speciale, irripetibile. Dovrebbe bastarci questa consapevolezza a farci stare bene con noi stessi.
Se non ci accettiamo, non significa che siamo inaccettabili! Significa solo che non abbiamo avuto la possibilità di completato quel processo di autonomia emotiva che avremmo dovuto attraversare durante l’infanzia. I nostri genitori, per un motivo o un altro, non hanno saputo/potuto sostenerci nelle nostre conquiste. Anzi, alcuni genitori ci hanno reso le cose davvero difficili. Ora che siamo adulti, però, sta a noi emanciparci, sta a noi affermare la nostra identità di persone complete.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di ragazzi fragili.
Come mai tanti bambini e tanti adolescenti sono così fragili? Come mai non sono competitivi in un mondo che spinge alla competitività, a un confronto costante e continuativo attraverso anche l’uso quotidiano dei social e di tutte le app di interazione che portano in maniera diretta a confrontarsi con gli altri?
Sono le domande che spesso mi fanno e sono, tante volte, degli aspetti alla base della chiusura di tanti ragazzi, di tanti giovani che non lottano.
A volte mi chiedono perché non lottano. Io rispondo che questo succede perché non sanno per cosa lottare, perché nessuno gli ha insegnato come fare, ma soprattutto perché nessuno li fa più lottare. Viviamo in un mondo sempre più basato sull’iperprotezione, sulla necessità di andare veloci, rapidi, orientati al risultato e non al costruire quel risultato.
Gli strumenti
Non gli stiamo dando gli strumenti. Perché è tutta una competizione con l’altro, ma nel momento in cui io non ti faccio più lottare e mi sostituisco a te, ti privo della capacità di lottare e ti sto togliendo tante opportunità.
Molte volte capita che i genitori non tollerino di vedere i figli faticare, cosa che è normalissima e umanissima. Nessun genitore è contento quando il figlio non è contento. Però quella condizione ti farà imparare tante cose, ti farà star bene, ti permetterà di trovarti bene, fa parte del processo. Quella fatica, quello sforzo, quel momento di difficoltà sono necessari e permettere ai figli di sperimentarli significa fare un dono al figlio.
Lottare è fondamentale perché chi lotta crede vivamente, fortemente in qualcosa. Lotto per ottenere qualcosa.
Quando gli adolescenti o i bambini si fissano che vogliono qualcosa per forza, quel qualcosa diventa fondamentale per loro: lottano in tutti i modi, piangono, urlano, strillano, si agitano. Gli adolescenti, ad esempio, quando vogliono uscire oppure ottenere qualcosa a tutti costi, fanno addirittura gli scioperi della fame e si ribellano in ogni modo possibile, lottano per dimostrare le proprie ragioni.
Lottare
La lotta, dunque, è fondamentale perché significa che è attivo un processo di pensiero. Si lotta per ciò che si reputa giusto.
A volte lottare porta anche a scontrarti. Quando ero piccola ci lasciavano giocare nei cortili o nei parchi vicino a casa. C’erano delle lotte enormi. Si tornava a casa arrabbiati, sporchi, minacciando di non parlare più con l’altro, si litigava.
Si litigava, ad esempio, dopo aver perso; si perdeva e ci si arrabbiava. Ma quell’arrabbiarsi dopo aver perso, quel lottare per ottenere qualcosa sono una spinta che conduce a trovare un modo per fare meglio, per fare in maniera diversa, per vincere, per dimostrare di avere ragione, permettendo di attivare anche l’intelligenza strategica.
Il grande valore della lotta e il ruolo degli adulti
Lasciare che si mettano in gioco senza intervenire immediatamente, senza che gli sia impedito di farlo, significa costruire anche un modo nuovo di affrontare le cose e di funzionare. Se i miei genitori mi avessero impedito di lottare, probabilmente non avrei sviluppato le competenze che ho oggi.
È l’adulto che deve dare gli strumenti, e questo è uno strumento, perché è attraverso la lotta che si ottengono le cose.
E man mano il genitore spiega, perché tante volte si lotta anche per condizioni che si credono giuste, per l’età, per la propria visione, per le proprie esperienze. E l’adulto gradualmente spiega anche l’importanza, fornisce altri punti di vista, aprendo una visione e non impedendo di farlo.
Errori genitoriali
Molte volte il genitore non permette al figlio di lottare perché ha paura che possa perdere, perché ha paura di una delusione o perché, spesso, l’errore del figlio è visto come una valutazione delle competenze genitoriali.
Se il figlio non performa ad alti livelli, se il figlio perde, il genitore non è un bravo genitore e ci si preoccupa di ciò che pensano o dicono gli altri. I genitori sono in competizione con i figli degli altri e allora molte volte non li si lascia lottare e si cerca di agevolarli il più possibile.
Agevolarli troppo, però, lottare per loro, fare le cose per loro o al posto loro significa farli diventare più deboli, renderli più fragili perché non possono sviluppare quelle competenze che la società invece richiede. Significa anche dirgli che non ci fidiamo di loro, perché nel momento in cui io ti permetto di farlo ti sto dicendo che tu sei in grado di farlo.
Per sviluppare una mentalità forte, di successo e vincente è fondamentale la fiducia che si acquisisce solo facendo, lotta dopo lotta, successo dopo successo. Dargli la possibilità di farlo, quindi, significa fargli capire che lo possono fare e dargli degli strumenti importanti per vivere e farli crescere.
Come farlo? L’importanza dello sport per bambini e adolescenti
Lo sport è fondamentale perché è competizione con se stessi, è competizione con l’altro. I bambini sono estremamente competitivi anche quando giocano. E vedi che si impegnano, che sudano, che si arrabbiano. È bello, ci credono ed è fondamentale.
Lo sport andrebbe valorizzato perché insegna a lottare per un obiettivo, a identificare un obiettivo, a lottare contro le proprie paure e contro ciò che si credono essere i propri limiti, a lottare con un avversario, insieme anche agli altri, quando si parla di squadra.
E quindi è fondamentale che i bambini e gli adolescenti facciano sport, per crescere e per sviluppare queste competenze, come è fondamentale che giochino da soli, che si organizzino e gestiscano il gioco, anche nei giochi di gruppo, che non ci sia sempre l’adulto a dettare le regole e che siano loro a lottare per quale gioco fare e in quale ruolo giocare. È fondamentale in questo senso lo sport libero, lo sport con un allenatore che dà strumenti e che insegna come fare lasciandoli fare.
Questo significa anche che quando i bambini fanno sport, è importante che i genitori riconoscano e lascino ad altri adulti lo spazio di persone competenti in quel settore, senza diventare anche allenatori o senza essere loro a far sempre le cose al posto dei figli.
Io vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi qui
Buongiorno amici. Oggi parliamo del parlate Con non Per loro.
Fa riflettere e pensare come una ragazza così giovane abbia tali pensieri, che, oltretutto, condivido, da adulta e professionista del settore, in toto.
A parlare è Jolanda Renga, figli …si sa di chi. Una ragazza come tutte, se non avesse due genitori famosi. Una ragazza che, come tante, ha subito cattiveria e bullismo. Una ragazza che vive la realtà di molti adolescenti e che da’ voce ai suoi pensieri, posso dirlo, da ragazza matura.
Gli adulti parlano per noi non con noi.
Come non posso essere d’accordo. Ovviamente, e lo dico sempre, non si può nè si deve generalizzare.
In molte famiglie, fortunatamente c’è dialogo e sana comunicazione. Ma ce ne sono altre che, invece, sono pinee i pregiudizi, giudizi, aspettative.
Il parlare per e non cn noi ha un significato importantissimo.
Sono tutti quegli adulti, quei genitori che sembrano avere le verità assolute sul mondo dei ragazzi E perché? Perché sono spinti dai luoghi comuni e dal pregiudizio. Senza davvero conoscere le loro realtà fatte davvero di mille sfaccettature.
Dialogo
“Mio figlio è fatto così e cosà…deve essere un avvocato, medico, ingegnere ,..bla bla…ma certo che è il più bravo di tutta la classe, deve esserlo. No, a mio figlio non piace questo o quello, te lo dico io che lo conosco”..
a invece di avere tutte queste aspettative, invece di parlare così non sarebbe meglio chiedere al diretto interessato quali sono i suoi reali interessi?
Quante volte i ragazzi vanno male a scuola perché genitori impongono o scelgono la scuola per loro(secondo i gusti e le aspettative dei genitori intendo) vedendoli poi “Fallire” e pensare che non faranno mai nulla nella vita?
E quanti ragazzi sono venuti da me disperati perché credevano davvero a questo o, altre volte perché vorrebbero parlare coi genitori ma “ogni volta è un ,uro. non mi capiscono, è inutile”..
E purtroppo questo atteggiamento non va bene.
Autorevolezza non despotismo
Più volte si è detto che i genitori non devono essere amici ma genitori Attenzione, questo non deve essere frainteso.
Con i veri amici, coetanei, si gioca, scherza, si parla di ragazzi/e…
Ai genitori si fanno altre domande, si chiede consiglio.
genitori devono essere re non autoritari perché, se lo sono(autoritari) otterranno solo chiusure, bugie, atti non piacevoli.
Il genitore non deve parlare per il figlio, non deve fare le sue veci sempre comunque.
Il genitore deve aiutare il ragazzo a crescere nel modo più sano ma, per farlo, deve essere autorevole. Se fai una cazzata io te lo faccio notare .
Se voglio che tu rispetti una regola ne discuto con te, ti dico il perché di un no. No ti lascio senza risposte, non ti lascio con un “è così perché te lo dico io”: Non funziona.
I genitori devono mettersi in testa che durante l’adolescenza avrete di fronte una persona nuova che sta cercando se stesso, che non è più un bambino ma nemmeno un adulto. E’ in un bimbo ed è per questo che si cresce insieme, voi con loro.
La porta del dialogo dev’ essere sempre aperta. Solo così creerete un rapporto sano e di fiducia, reciproca, con i vostri ragazzi.
Ascoltateli, capiteli e immergetevi nel loro fantastico mondo in cui, voi, ci sarete sempre.
Buongiorno amici. Oggi parliamo un piccolo importante monologo sull’importanza dell’ascolto attivo.
L’ascolto…ho trovato questo piccolo monologo di Michele Bravi su tiktok…eh, ogni tanto c’è anche qualcosa di importante e bello sui social, vedete?:)
Ascoltate
Tutto gira attorno ad un indovinello provocatorio iniziale. E’ vero, lo dice anche Bravi, se un albero cade per forza fa rumore e si sente. Ma ogni volta che qualcosa…qualcuno viene sentito, percepito, ascoltato…c’è qualcuno che, dall’altra parte, è predisposto all’ascolto.
Ascoltare è fondamentale in un qualsiasi tipo di rapporto: genitori figli, amici, moglie e marito, fidanzati, uomo animale. Dove c’è ascolto attivo c’è attenzione e dove c’è attenzione c’è una forma d’amore. Vuol dire che siamo importanti per qualcuno.
Dialogo e amore
Perché parlo di ascolto attivo e non di semplice ascolto. Perché spesso ci capita di essere sentiti, non ascoltati e la differenza è abissale.
Sento quando percepisco il suono della tua voce ma sono distratto\a. A volte, purtroppo, capita anche tra genitori e figli. Dove i genitori sono troppo presi nel loro fare da lasciare ai margini la persona più importante della propria vita che ti sta venendo incontro, ti cerca, ti chiede aiuto, di essere ascoltato. E quando percepisce che non lo stai facendo, si chiede in se’ e non verrà più da te, perché si sente come un peso.
L’ascolto attivo è differente. Vuol dire che, nel momento ni cui, prendiamo l’esempio precedente, mio figlio mi chiede un attimo io quell’attimo, quei due attimi a lui li dedico davvero. E lo ascolto, se me lo chiede do un consigli, non mi distraggo, faccio capire, anche con uno sguardo( a volte non servono parole) che io per lui ci sono.
E’ in questo modo che tuo figlio sarà felice, compreso, tranquillo nel sapere che una persona, a casa, ci sarà sempre a stargli accanto.
Se avete bisogno di un mio aiuto, che voi siate genitori o ragazzi, contattatemi:)
Buongiorno amici. Oggi parliamo dell’importanza che hanno i genitori per gli adolescenti.
Ci sono atteggiamenti e comportamenti dei figli, quando diventano adolescenti, che mettono a dura prova mamme e papà.
Dov’è finito il bambino che conoscevano così bene e con il quale giocavano, parlavano e che sembrava avere bisogno del loro affetto e della loro presenza?
Un estraneo
La sensazione che prevale, in alcuni momenti, è quella di ritrovarsi con un estraneo accanto, che non riconoscono più e che non vuole avere nulla a che fare con loro. Ebbene, sappiate che non è così! Anche se spesso sembrano non avere alcuna intenzione di dialogo o sembrano quasi voler rifuggire lo sguardo degli adulti, e dei genitori in modo particolare.
I ragazzi stanno cercando la loro identità e sì, vero, molto spesso preferiscono starsene da soli, o ad ascoltare gli amici che, per loro, sono il microcosmo che stanno creando e va benissimo così.
Presenza
Questo non significa che non ne abbiano più bisogno e che non lo vogliano più: è forse proprio in quei momenti che ne hanno maggiormente necessità. Si sentono come “osservati” dagli altri, come sotto un riflettore che punta la luce su di loro e sono pronti a essere giudicati e criticati.
Vogliono essere visti da mamma e papà, vogliono sapere che hanno ancora la stessa attenzione nei loro confronti, che li osservano, che notano i loro comportamenti e atteggiamenti, che sanno andare al di là delle parole o dei silenzi.
Silenzi
Quanto parlano i loro silenzi. A volte è solo perché vogliono stare da soli coi loro pensieri ma aspettano, comunque, che mamma o papà vadano da loro dicendo “se hai bisogno di me ci sono”: Ecco, basta questo, basta essere compresi. Basta che i ragazzi abbiamo un porto sicuro a cui possono sempre fare affidamento: presenza, vicinanza non invadente. Osservarli .
E, ancora di più, anche se sembrano non essere più interessati alla vostra presenza, hanno bisogno di sapere che, qualunque cosa accada, il genitore sarà sempre lì, ad ascoltare e accogliere.
Sono ragazzi
“Una cosa non dobbiamo mai dimenticarci: sono ragazzi, hanno bisogno di essere compresi. Per non perdersi hanno bisogno di poter contare su qualcuno, e per questa ragione si deve andare oltre i comportamenti superficiali o oppositivi, oltre il ‹‹non ho niente, sto bene›› e guardarli davvero.
Empatizzare davvero, mettersi nei loro panni può aiutarci a comprendere il senso profondo delle loro azioni, leggere nei loro pensieri può consentirci di anticiparli, tendendo loro la mano quando serve.
Dedicate loro del tempo…anche solo guadandoli, interessandovi alla loro vita, ai loro interessi senza pregiudizi, senza giudicarli perché , con loro, dovete lasciare sempre aperta la porta del dialogo e dell’ascolto attivo. Dimostrate che siete lì, sempre, per incoraggiarli, proteggerli, aiutarli a camminare co le proprie gambe.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo insieme sul fatto che la bocciatura non è una tragedia.
L’anno scolastico si è appena concluso, è tempo di bilanci, e non per tutti positivi. Dopo attese accompagnate da ansie e preoccupazioni, alcuni studenti e le loro famiglie si trovano a dover affrontare la tanto temuta “bocciatura”.
Bocciatura
Risulta complesso per i genitori affrontare questa situazione in maniera funzionale ed equilibrata: spesso è percepita come un importante insuccesso, una sorta di “fallimento familiare”. Nella quotidianità del lavoro con ragazzi e famiglie, sempre più spesso, incontro genitori che vivono il percorso scolastico dei figli come un qualcosa di personale.
Di fronte all’insuccesso o all’esito negativo di una prova scaturiscono sentimenti spiacevoli, “autorimproveri “ per non essere stati abbastanza “bravi”, dei “genitori all’altezza”. Tutto ciò può sfociare, nel caso della bocciatura, a importanti scontri caratterizzati da accuse, recriminazioni, sconforto, che possono vertere verso il figlio o la scuola.
In questo modo, tuttavia, si rischia di perdere l’obiettivo e la sfida più importante, ovvero, insegnare ai figli come affrontare e superare la delusione e ripartire con la giusta motivazione allo studio.
Reagire
Come è meglio reagire, dunque, di fronte alla bocciatura del proprio figlio?
Trovare la giusta distanza: anche se per i genitori è naturale identificarsi con i figli e sentire una forte responsabilità, è importante ricordarsi che il percorso scolastico è il loro. Come genitori, possiamo spronarli, confortarli, consigliare un metodo di studio, ma poi la responsabilità deve essere dei figli.
Partire da questo presupposto può aiutare ad evitare frasi come: “sei una delusione”, “da te non me lo sarei mai aspettato”, frutto di un investimento emotivo eccessivo.
Non sminuire: per quanto sia difficile per un genitore vedere il proprio figlio deluso o triste per la bocciatura, è importante non cercare delle giustificazioni esterne per tutelarlo dalle emozioni spiacevoli. Può essere utile, aiutare lo studente ad acquisire maggiore consapevolezza di ciò che è accaduto, indagarne le cause per ripartire in maniera più positiva.
Ricordarsi che la bocciatura non è sulla persona. Così come i voti, anche l’esito scolastico finale, giudica il comportamento, il metodo di studio utilizzato e la motivazione scolastica.
Essere bocciati non vuol dire essere “sbagliati” o inadeguati, ed è importante ricordarlo ai ragazzi. Dicendo frasi come: “Sei il solito”, “Sei un incapace”, si rischia di minare l’autostima dei figli, la voglia di riprovare e di rialzarsi di fronte all’ostacolo.
Comprendere e sostenere: è importante ricordare che ognuno reagisce con tempi e modalità diverse. Soprattutto gli adolescenti, talvolta, faticano ad esprimere le emozioni spiacevoli e ad ammettere i propri errori. Siate lì, disponibili all’ascolto, a comprendere il loro stato d’animo e a cogliere eventuali segni di sofferenza dietro la loro tipica spavalderia.
Ripartire dalla domanda: “Cosa non mi ha permesso di essere promosso?” Sarà molto importante, per il futuro scolastico dei figli, aiutarli a formulare un bilancio dei punti di forza e di debolezza al fine di individuare le strategie più utili da utilizzare per ripartire al meglio
Riflettere
Riflettere attentamente sul cambio di scuola. Rispetto a questa decisione, è importante prendersi il tempo adeguato per riflettere, e magari, chiedere aiuto ad un esperto. La bocciatura, può portare alcuni genitori a spronare il figlio verso la scelta di un altro istituto, ma questo non sempre è utile.
Risulta di fondamentale importanza chiedersi se non sia una strategia che rischia di svalutare ulteriormente il figlio, anziché permettere l’espressione delle sue attitudini e potenzialità.
Attivare un programma di recupero: può essere molto educativo coinvolgere il figlio in attività produttive e impegnarlo in maniera costante con compiti e attività di potenziamento.
E se avete bisogno di un aiuto, genitori o ragazzi, contattatemi
Buongiorno amici. Oggi parliamo di Adolescenti e disagio ma soprattutto degli errori, nei loro confronti, di scuole e famiglie.
Adolescenti e disagio: questo rappresenta una problematica complessa e multifattoriale, che richiede un’analisi approfondita delle dinamiche sia all’interno della famiglia che della scuola. L’adolescenza è una fase cruciale di sviluppo, caratterizzata da cambiamenti fisici, emotivi e sociali significativi. Tuttavia, le istituzioni educative e familiari spesso non riescono a rispondere adeguatamente alle esigenze di questa fascia d’età, contribuendo così al malessere giovanile. Esamineremo qui quattro aree principali in cui scuola e famiglia possono commettere errori, approfondendo le conseguenze di tali lacune.
La Mancanza di Supporto Emotivo e Relazionale
Una delle principali carenze riscontrate sia nelle scuole che nelle famiglie è la mancanza di supporto emotivo e relazionale adeguato. Gli adolescenti attraversano una fase di ricerca della propria identità e autonomia, caratterizzata da cambiamenti fisici, emotivi e sociali significativi. Questa fase della vita è spesso accompagnata da un senso di insicurezza e vulnerabilità, che rende gli adolescenti particolarmente bisognosi di sostegno emotivo e relazionale.
Il Ruolo della Famiglia-adolescenti e disagio
In ambito familiare, i genitori svolgono un ruolo cruciale nel fornire il supporto necessario ai propri figli. Tuttavia, molte famiglie tendono a minimizzare o ignorare i segnali di disagio, attribuendoli a normali “crisi adolescenziali”. Questo approccio può portare a una sottovalutazione delle problematiche psicologiche che i ragazzi stanno vivendo. I genitori possono non riconoscere i sintomi di ansia, depressione o stress nei loro figli, e ciò può ritardare l’intervento necessario. Inoltre, la mancanza di una comunicazione aperta e di un ascolto attivo può impedire agli adolescenti di esprimere le proprie emozioni e preoccupazioni. I genitori devono essere in grado di creare un ambiente di fiducia, dove i ragazzi si sentano sicuri nel condividere i loro sentimenti senza il timore di essere giudicati o incompresi.
Il Ruolo della Scuola-adolescenti e disagio
Le scuole, pur essendo luoghi di socializzazione, spesso mancano del personale adeguatamente formato per riconoscere e gestire i problemi emotivi degli studenti. La carenza di consulenti scolastici e psicologi può portare a una mancata individuazione precoce dei disturbi emotivi, aggravando la situazione degli adolescenti in difficoltà. Inoltre, il personale scolastico potrebbe non essere preparato a gestire situazioni di bullismo, esclusione sociale o altre forme di disagio relazionale che possono emergere all’interno della comunità scolastica. Un ambiente scolastico che non fornisce il giusto supporto emotivo può contribuire a creare un senso di isolamento e alienazione negli studenti.
L’Importanza del Supporto Emotivo-adolescenti e disagio
Il supporto emotivo è fondamentale per il benessere psicologico degli adolescenti. Esso include l’attenzione ai bisogni emotivi, la capacità di ascolto, l’empatia e la comprensione. Gli adolescenti devono sapere che possono contare su adulti di riferimento che siano pronti a sostenerli nelle sfide quotidiane. Un supporto emotivo efficace aiuta a sviluppare la resilienza, la capacità di affrontare le difficoltà e di gestire lo stress. Inoltre, un ambiente familiare e scolastico che promuove il benessere emotivo favorisce lo sviluppo di una sana autostima e di relazioni interpersonali positive.
Strategie di Miglioramento-adolescenti e disagio
Per migliorare il supporto emotivo e relazionale offerto agli adolescenti, è necessario adottare alcune strategie chiave. In ambito familiare, i genitori possono beneficiare di programmi di formazione e supporto alla genitorialità, che li aiutino a riconoscere e rispondere adeguatamente ai segnali di disagio dei loro figli. Inoltre, promuovere una comunicazione aperta e autentica all’interno della famiglia è essenziale per costruire relazioni di fiducia.
Nelle scuole, è fondamentale aumentare la disponibilità di consulenti scolastici e psicologi, e fornire formazione al personale docente per riconoscere i segnali di disagio emotivo e intervenire in modo appropriato. Creare programmi di supporto tra pari e gruppi di sostegno può aiutare gli studenti a sentirsi meno soli e più compresi nelle loro difficoltà. Inoltre, promuovere un ambiente scolastico inclusivo e accogliente, dove ogni studente si senta valorizzato e supportato, è cruciale per il loro benessere emotivo e relazionale.
In conclusione, la mancanza di supporto emotivo e relazionale rappresenta una delle principali criticità che contribuiscono al disagio degli adolescenti. Famiglia e scuola devono lavorare insieme per creare un ambiente di sostegno, ascolto e comprensione, in modo da favorire il benessere psicologico e lo sviluppo armonioso dei giovani.
L’Inadeguatezza del Sistema Educativo-adolescenti e disagio
Un’altra problematica significativa che contribuisce al disagio degli adolescenti è l’inadeguatezza del sistema educativo. Questo problema si manifesta attraverso vari aspetti, tra cui il sovraccarico di compiti, l’enfasi eccessiva sulla performance accademica e la mancanza di personalizzazione dell’insegnamento. Questi fattori possono portare a elevati livelli di stress, ansia e insoddisfazione tra gli studenti, compromettendo il loro benessere generale e il loro sviluppo personale.
Sovraccarico di Compiti
Il sistema educativo spesso impone un carico eccessivo di compiti agli studenti, che devono destreggiarsi tra numerosi esami, verifiche e progetti. Questo sovraccarico può diventare opprimente, lasciando poco tempo per il riposo, le attività ricreative e la socializzazione, elementi fondamentali per un sano sviluppo adolescenziale. La pressione di dover eccellere in tutte le materie può generare un senso di inadeguatezza e frustrazione nei ragazzi, portandoli a sentirsi costantemente sotto esame e giudicati solo in base alle loro performance accademiche. Questo approccio ignora le diverse capacità e inclinazioni individuali, penalizzando chi potrebbe eccellere in ambiti non tradizionalmente valutati dal sistema scolastico.
Enfasi sulla Performance Accademica
La forte enfasi sulla performance accademica e sui risultati dei test standardizzati è un’altra componente critica. Gli studenti sono spesso spinti a ottenere voti alti per accedere a buone università e, in futuro, a posti di lavoro competitivi. Questa pressione per ottenere risultati eccellenti può portare a livelli elevati di stress e ansia, soprattutto per coloro che potrebbero non sentirsi all’altezza delle aspettative. Inoltre, questa focalizzazione sui risultati può ridurre la motivazione intrinseca allo studio, trasformando l’apprendimento in un compito meccanico e privo di piacere. Gli studenti possono sentirsi ridotti a semplici numeri, valutati solo per le loro prestazioni scolastiche, trascurando aspetti fondamentali come la creatività, il pensiero critico e lo sviluppo personale.
Mancanza di Personalizzazione dell’Insegnamento
La mancanza di personalizzazione dell’insegnamento è un ulteriore fattore che contribuisce al disagio degli adolescenti. Ogni studente ha bisogni, interessi e modalità di apprendimento unici, ma il sistema educativo tradizionale tende a utilizzare un approccio standardizzato che non tiene conto di queste differenze. Questa mancanza di adattamento può portare a un disinteresse generale verso lo studio e a un senso di alienazione. Gli studenti che non si riconoscono nei metodi di insegnamento adottati possono sentirsi esclusi e non valorizzati, il che può compromettere il loro impegno e la loro partecipazione attiva. È fondamentale che le scuole sviluppino programmi didattici più flessibili e personalizzati, in grado di rispondere alle esigenze individuali degli studenti e di valorizzare le loro diverse potenzialità.
Strategie di Miglioramento
Per affrontare l’inadeguatezza del sistema educativo, è necessario adottare una serie di strategie. Innanzitutto, ridurre il carico di compiti e fornire un equilibrio tra studio e tempo libero può contribuire a diminuire i livelli di stress tra gli studenti. Promuovere un approccio all’apprendimento più equilibrato, che valorizzi tanto le competenze accademiche quanto quelle sociali ed emotive, è essenziale per il benessere complessivo degli adolescenti.
Inoltre, è fondamentale che le scuole adottino metodi di insegnamento più personalizzati. Questo può essere realizzato attraverso l’uso di tecnologie educative avanzate, che permettono di adattare il percorso di apprendimento alle esigenze di ogni singolo studente. L’introduzione di programmi scolastici che promuovano il pensiero critico, la creatività e le competenze pratiche può aiutare a creare un ambiente di apprendimento più stimolante e inclusivo.
Infine, è importante che il sistema educativo riconosca e valorizzi i diversi talenti e le diverse inclinazioni degli studenti, andando oltre la semplice valutazione delle performance accademiche. Creare un ambiente scolastico che supporti lo sviluppo integrale degli studenti, inclusi gli aspetti emotivi e sociali, è fondamentale per favorire una crescita equilibrata e armoniosa.
In sintesi, l’inadeguatezza del sistema educativo è una delle principali cause di disagio tra gli adolescenti. È necessario un cambiamento radicale nel modo in cui viene concepita e implementata l’istruzione, promuovendo un approccio più olistico e personalizzato che tenga conto delle esigenze e delle peculiarità di ogni studente.
La Pressione Sociale e la Comparazione con i Pari
Un ulteriore fattore che contribuisce significativamente al disagio degli adolescenti è la pressione sociale e la costante comparazione con i pari. In un’epoca dominata dai social media e dall’accesso immediato alle informazioni, gli adolescenti sono continuamente esposti a immagini e messaggi che possono influenzare negativamente la loro autostima e il loro benessere emotivo. Questa pressione si manifesta attraverso varie forme, tra cui il confronto sociale, il cyberbullismo e le aspettative irrealistiche riguardanti l’aspetto fisico e il successo personale.
Confronto Sociale
Il confronto sociale è un fenomeno comune tra gli adolescenti, che cercano di definire la propria identità e il proprio valore in relazione agli altri. Questo processo, sebbene naturale, può diventare problematico quando gli adolescenti si confrontano con immagini idealizzate e irrealistiche di successo e bellezza promosse dai media e dai social network. La continua esposizione a tali modelli può portare a sentimenti di inadeguatezza e insicurezza, poiché gli adolescenti possono percepire di non essere mai all’altezza degli standard imposti dalla società. Questo confronto può erodere la loro autostima e alimentare problemi di immagine corporea, contribuendo a disturbi alimentari e depressione.
Cyberbullismo
Il cyberbullismo rappresenta una minaccia crescente per il benessere degli adolescenti. A differenza del bullismo tradizionale, che si limita agli ambienti fisici come la scuola, il cyberbullismo può avvenire in qualsiasi momento e luogo attraverso l’uso di dispositivi digitali. Gli adolescenti possono essere vittime di attacchi personali, diffusione di voci infondate, esclusione dai gruppi sociali online e altre forme di abuso psicologico. Le conseguenze del cyberbullismo sono spesso gravi, portando a isolamento sociale, ansia, depressione e, in alcuni casi, a comportamenti autolesionistici o suicidari. La natura pervasiva e anonima del cyberbullismo rende difficile per le vittime trovare sollievo e supporto, aumentando il loro senso di vulnerabilità e impotenza.
Aspettative Irrealistiche
Le aspettative irrealistiche riguardanti l’aspetto fisico e il successo personale sono alimentate dai media e dai social network, che spesso promuovono standard di bellezza e realizzazione difficilmente raggiungibili. Gli adolescenti, in particolare le ragazze, possono sentirsi costantemente sotto pressione per conformarsi a questi ideali, investendo tempo ed energie in diete estreme, esercizi fisici intensivi e altre pratiche dannose per la salute. Queste aspettative possono estendersi anche al rendimento scolastico e alle carriere future, con gli adolescenti che sentono il bisogno di eccellere in ogni ambito per essere considerati di successo. Questo carico di pressione può portare a stress cronico, ansia e una visione distorta della propria identità e dei propri obiettivi.
Strategie di Mitigazione
Per mitigare l’impatto della pressione sociale e della comparazione con i pari, è essenziale adottare una serie di strategie a livello familiare, scolastico e sociale. Le famiglie possono svolgere un ruolo cruciale promuovendo un ambiente di supporto e comprensione, in cui gli adolescenti si sentano liberi di esprimere le loro preoccupazioni e insicurezze senza timore di giudizio. È importante che i genitori e i caregiver educhino i loro figli sull’uso responsabile dei social media e li incoraggino a sviluppare una visione critica dei contenuti a cui sono esposti.
Le scuole possono contribuire implementando programmi di educazione emotiva e sociale che insegnino agli studenti competenze di resilienza, autostima e gestione dello stress. Creare spazi sicuri in cui gli adolescenti possano discutere apertamente delle loro esperienze e dei loro sentimenti può aiutare a ridurre il senso di isolamento e favorire il sostegno reciproco. Inoltre, è fondamentale che le istituzioni scolastiche adottino politiche rigorose contro il cyberbullismo, fornendo risorse e supporto alle vittime.
A livello sociale, è necessario promuovere campagne di sensibilizzazione che sfidino gli stereotipi irrealistici di bellezza e successo, presentando modelli più diversificati e realistici. Collaborare con influencer e personaggi pubblici che possano diffondere messaggi positivi e incoraggianti può contribuire a creare un ambiente culturale più inclusivo e supportivo.
In sintesi, la pressione sociale e la comparazione con i pari sono fattori significativi che contribuiscono al disagio degli adolescenti. Affrontare queste problematiche richiede un impegno congiunto da parte di famiglie, scuole e società per promuovere un ambiente più sano, inclusivo e comprensivo per i giovani.
Comunicazione Inefficace e Conflitti Generazionali
La comunicazione inefficace e i conflitti generazionali rappresentano un ulteriore fattore che contribuisce significativamente al disagio negli adolescenti. La mancanza di un dialogo aperto e comprensivo tra adolescenti e adulti può creare un ambiente di incomprensione e alienazione, aggravando le difficoltà emotive e psicologiche dei giovani. Inoltre, le differenze generazionali possono amplificare le tensioni, rendendo ancora più complicata la costruzione di relazioni solide e di fiducia.
Barriere di Comunicazione
Una delle principali cause di una comunicazione inefficace tra adolescenti e adulti sono le barriere di comunicazione. Queste barriere possono essere di natura linguistica, culturale o psicologica. Gli adolescenti spesso sentono che i loro genitori o insegnanti non comprendono le loro esperienze, preoccupazioni e punti di vista. Questa percezione può portare a un rifiuto del dialogo, chiusura emotiva e isolamento. D’altra parte, gli adulti possono trovare difficile relazionarsi con i problemi moderni degli adolescenti, spesso sottovalutando o banalizzando le loro preoccupazioni.
Differenze nei Valori e nelle Prospettive
Le differenze nei valori e nelle prospettive tra generazioni possono essere un terreno fertile per i conflitti. Gli adolescenti oggi crescono in un mondo molto diverso da quello dei loro genitori, caratterizzato da rapide innovazioni tecnologiche, cambiamenti sociali e un panorama culturale in continua evoluzione. Queste differenze possono portare a visioni contrastanti su temi come l’uso della tecnologia, l’educazione, le relazioni e la carriera. I genitori e gli educatori possono avere aspettative che non risuonano con le aspirazioni e le realità degli adolescenti, creando tensioni e incomprensioni.
Mancanza di Ascolto Attivo-adolescenti e disagio
La mancanza di ascolto attivo è un altro problema cruciale. Gli adolescenti spesso sentono che le loro opinioni e sentimenti non vengono presi sul serio. L’ascolto attivo implica non solo sentire le parole pronunciate, ma anche comprendere il significato e le emozioni sottostanti. Quando gli adulti falliscono in questo, gli adolescenti possono sentirsi non rispettati o ignorati, il che può aumentare il loro disagio emotivo e alimentare conflitti. La capacità di ascoltare attivamente è fondamentale per costruire un dialogo costruttivo e relazioni basate sulla fiducia e il rispetto reciproco.
Ruolo dei Media e delle Tecnologie
L’avvento dei media digitali e delle tecnologie ha ulteriormente complicato la comunicazione tra le generazioni. I social media, le piattaforme di messaggistica e i giochi online rappresentano una parte significativa della vita degli adolescenti, spesso incomprensibile per gli adulti. Questa disparità nella comprensione e nell’utilizzo delle tecnologie può creare un gap di comunicazione, dove gli adolescenti si sentono più compresi e connessi con i loro coetanei online piuttosto che con i loro familiari o insegnanti. I genitori e gli educatori devono aggiornarsi e cercare di comprendere l’importanza di questi nuovi strumenti di comunicazione per poter interagire efficacemente con gli adolescenti.
Strategie di Miglioramento
Per migliorare la comunicazione e ridurre i conflitti generazionali, è necessario adottare alcune strategie mirate. In primo luogo, promuovere l’apertura e il dialogo sincero. Gli adulti dovrebbero creare spazi sicuri dove gli adolescenti possano esprimere liberamente i loro pensieri e sentimenti senza timore di giudizi o ritorsioni.
In secondo luogo, è fondamentale l’educazione emotiva per entrambi, adolescenti e adulti. Corsi e workshop su comunicazione efficace, ascolto attivo e risoluzione dei conflitti possono fornire gli strumenti necessari per migliorare le interazioni.
Inoltre, è importante che i genitori e gli educatori siano disposti a imparare e ad adattarsi. Comprendere le nuove tecnologie e i cambiamenti sociali può aiutare a ridurre il gap generazionale e a facilitare una comunicazione più efficace.
Infine, incoraggiare attività comuni che possano costruire un terreno di comprensione reciproca. Progetti familiari, discussioni su temi di interesse comune e momenti di svago condivisi possono rafforzare i legami e migliorare la qualità della comunicazione.
In sintesi, la comunicazione inefficace e i conflitti generazionali sono sfide significative nel contesto del disagio adolescenziale. Adottando strategie mirate per migliorare il dialogo e ridurre le incomprensioni, è possibile creare un ambiente più armonioso e di supporto per gli adolescenti.
Disattenzione ai Bisogni Individuali e Diversità
La disattenzione ai bisogni individuali e alle diversità rappresenta un problema cruciale nel contesto educativo e familiare che contribuisce significativamente al disagio adolescenziale. Ogni adolescente è unico, con bisogni, interessi e capacità diversi, ma spesso scuole e famiglie non riescono a riconoscere e rispettare queste differenze. Questo può portare a sentimenti di inadeguatezza, esclusione e demotivazione.
Bisogni Educativi Individuali-adolescenti e disagio
Ogni studente ha un proprio stile di apprendimento e ritmo di sviluppo. Tuttavia, molti sistemi educativi adottano un approccio uniforme che non tiene conto delle differenze individuali. Gli adolescenti con bisogni educativi speciali o con diverse capacità cognitive possono sentirsi trascurati e non supportati adeguatamente. L’incapacità di adattare l’insegnamento ai singoli bisogni può portare a frustrazione, bassa autostima e, in alcuni casi, all’abbandono scolastico. È essenziale che le scuole sviluppino programmi educativi personalizzati e forniscano risorse adeguate per supportare tutti gli studenti, compresi quelli con difficoltà di apprendimento o con talenti speciali.
Diversità Culturale e Inclusività
La diversità culturale è un altro aspetto cruciale spesso trascurato. Gli adolescenti provenienti da diverse etnie, religioni e background culturali possono sentirsi emarginati se le loro esperienze e prospettive non sono riconosciute o rispettate. Le scuole e le famiglie dovrebbero promuovere un ambiente inclusivo che valorizzi la diversità e incoraggi il rispetto reciproco. Programmi di educazione interculturale e attività che celebrano le diverse tradizioni possono contribuire a creare un clima di accettazione e comprensione, riducendo così i conflitti e il disagio tra gli adolescenti.
Bisogni Emotivi e Psicologici
Gli adolescenti attraversano un periodo di intensa crescita emotiva e psicologica. Tuttavia, spesso questi bisogni non vengono adeguatamente considerati né a scuola né in famiglia. Il supporto emotivo è fondamentale per aiutare gli adolescenti a gestire lo stress, l’ansia e altre difficoltà psicologiche. La mancanza di attenzione ai bisogni emotivi può portare a gravi conseguenze, come depressione e comportamenti autodistruttivi. È importante che scuole e famiglie forniscano accesso a consulenti scolastici, psicologi e altre risorse di supporto. La formazione degli insegnanti e dei genitori sull’importanza della salute mentale può contribuire a creare un ambiente più sensibile e di supporto per gli adolescenti.
Identità di Genere e Orientamento Sessuale
Il riconoscimento e il rispetto dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale sono essenziali per il benessere degli adolescenti. Gli adolescenti LGBTQ+ spesso affrontano discriminazione, bullismo e incomprensione, sia a scuola che in famiglia. Questa mancanza di supporto può portare a un maggiore rischio di problemi di salute mentale e di isolamento sociale. È fondamentale che le scuole adottino politiche antidiscriminatorie e programmi di educazione alla diversità sessuale e di genere. Inoltre, le famiglie dovrebbero essere educate sull’importanza del sostegno e dell’accettazione, fornendo un ambiente sicuro e amorevole per i loro figli.
Strumenti e Strategie di Intervento-adolescenti e disagio
Per affrontare la disattenzione ai bisogni individuali e alla diversità, è necessario implementare strumenti e strategie mirate. In primo luogo, le scuole dovrebbero effettuare valutazioni periodiche per identificare i bisogni specifici degli studenti e sviluppare piani educativi personalizzati. L’inclusione di programmi di tutoraggio e di apprendimento individualizzato può aiutare a soddisfare le diverse esigenze educative.
In secondo luogo, la formazione continua per insegnanti e genitori sull’importanza della diversità e dell’inclusione è cruciale. Workshop e seminari possono fornire le competenze necessarie per creare ambienti scolastici e familiari più sensibili e inclusivi.
Inoltre, è importante che le scuole collaborino con professionisti della salute mentale per offrire supporto psicologico agli studenti. Questo può includere servizi di consulenza, gruppi di supporto e programmi di prevenzione del bullismo.
Infine, le famiglie devono essere incoraggiate a partecipare attivamente alla vita scolastica dei loro figli e a collaborare con gli insegnanti per sostenere il loro sviluppo individuale. La creazione di reti di supporto comunitario può anche offrire risorse aggiuntive e un senso di appartenenza per gli adolescenti e le loro famiglie.
In sintesi, la disattenzione ai bisogni individuali e alle diversità può avere gravi ripercussioni sul benessere degli adolescenti. Adottando un approccio più sensibile e inclusivo, scuole e famiglie possono contribuire a creare un ambiente in cui ogni adolescente si senta valorizzato, supportato e compreso.
Buongiorno amici. Oggi vediamo perché figli si allontanano dai genitori quando sono adolescenti.
Gli adolescenti hanno un atteggiamento spesso scontroso e difficile da comprendere per i loro genitori. Come spiega l’NHS, tra i comportamenti tipici dei ragazzi in questo periodo della vita vi sono la tendenza ad isolarsi, la distanza dai genitori e il totale rifiuto del dialogo con loro.
E’ vero, i figli tendono a staccarsi dai genitori durante l’adolescenza perché stanno crescendo e stanno cercando di capire chi sono e chi vogliono essere. La cosa importante è non prendere questa fase come un affronto alla figura genitoriale: “L’adolescenza è un momento difficile, ma che va affrontato, perché il rifiuto dei genitori serve ai ragazzi a definire meglio la loro personalità. Il genitore deve diventare un equilibrista tra l’allontanamento e la presenza discreta.
Ma da che età i figli iniziano a rifiutare i genitori?
Il rifiuto dei genitori che forse definirei più come una sorta di allontanamento dalla figura genitoriale, arriva con la pre-adolescenza e continua soprattutto in adolescenza. Questa è una fase della vita delicata, per figli e genitori, che però va attraversata per arrivare al pieno sviluppo della persona.
Se il compito dell’infanzia è quello di insegnare ad avere fiducia, imparando ad affidarsi ai genitori, che diventano un punto di riferimento. Il compito dell’adolescenza è invece quello di liberarsi dalla dipendenza dai genitori, per trovare la propria adultità, diventando adulti autonomi che accettano se stessi e gli altri.
In adolescenza si parla di un allontanamento sia fisico che mentale dei genitori, per cercare la propria identità e capire chi siamo. Questo passaggio non è una colpa, anche se a volte i genitori pensano di aver sbagliato o si sentono in colpa, è un momento fondamentale che serve per passare dall’età infantile a quella adulta.
Anzi se nel passaggio non c’è un distacco dalla figura genitoriale, ci saranno poi conseguenze nella vita adulta, quindi questo distacco è lo scopo dell’adolescenza.
In questa fase diventano altri i punti di riferimento
Spesso durante questa fase, i ragazzi si staccano dalla figura genitoriale, per poi trovare un altro punto di riferimento, una guida che non è più il genitore ma una figura esterna alla famiglia.
Potrebbe essere una star, un coetaneo, un calciatore o qualsiasi persona cui l’adolescente fa riferimento, prendendo in prestito la sua identità per farla propria, non perché l’adolescente voglia mettere in atto una ripicca nei confronti dei genitori, ma perché ha bisogno di staccarsi dalla famiglia e dal suo porto sicuro, per entrare nel mondo da solo, sperimentando nuove identità. Quindi il ragazzo assume un’identità temporanea che lo possa guidare mentre abbandona i vecchi modi di vivere e cerca dei nuovi.
Mi ritrovo spesso a parlare con genitori infastiditi dal fatto che i figli passino più tempo con gli amici invece di stare in famiglia quando ci si riunisce insieme.
Ma è tutto nella norma. I genitori non possono fare gli amici dei figli semplicemente perché sono il loro punto di riferimento, i loro eroi, le persone cui andranno sempre quando avranno bisogno di un aiuto, di una spalla, un consiglio saggio, un sostegno.
Gli amici sono importanti per la loro identità, per il loro piccolo mondo che, a questa età, è importantissimo. Sono altro dalla famiglia ma sono il loro momento di svago, di confidenze che non farebbero mai ai genitori.
Essere parte di un gruppo è di vitale importanza per loro perché si sentono accettati dai loro coetanei e non solo dalla loro famiglia.
Come deve comportarsi il genitore in questa fase?
Non è facile per un genitore attraversare l’adolescenza del figlio, ma è un periodo che non si può evitare e che quindi va affrontato. I genitori dovrebbero accettare con pazienza e accoglienza il distacco e l’allontanamento fisico e affettivo del figlio, perché consapevoli che questo atteggiamento è dovuto a un cambiamento a livello cerebrale del ragazzo.
Un’altra cosa da tenere ben presente è che mentre gli adolescenti cercano l’indipendenza, sono in realtà molto fragili e hanno ancora un estremo bisogno dei genitori, perché si affacciano al mondo da soli.
Quindi il genitore deve cercare di trovare un nuovo equilibrio, tra l’allontanamento e la presenza discreta, diventando così un bravo equilibrista.
Tenete sempre aperta la porta del dialogo coi ragazzi Solo così instaurerete un rapporto sano e davvero forte. E se avete bisogno del mio aiuto contattatemi