Questa volta, mi sono cocnentrata sulla fragilità dei legami non solo tra coppie, ma anche tra amici. E, in questo caso vengono coinvolti soprattutto gli adolescenti.
E sì, perché ultimamente c’è molta più fragilità nelle relazioni, nei legami affettivi di qualsiasi genere e natura. E perché?
Il digitale- come creare rapporti solidi
Semplicemente abbiamo più opportunità e mezzi, soprattutto grazie a internet e ad app varie, di conoscere persone.
Quindi, “ow, posso conoscere tanta gene grazie al sito Tot”…c’è un hype grandissimo all’inizio dove l’interesse per la persona, o le persone, con cui parli è altissimo. Ci si incotnra dopo qualche tempo che si parla. Ma?
M apoi si scopre che tutto l’hype inr ealtà era fumo nelgi occhi. Quindi che si fa?
“ma sì dai, tanto lì sopra posso conoscere altra gente”…banalizzando i rapporti umani.
Legami- come creare rapporti solidi
Ed è strano e rutto che spesso la gente gestisce così i rapporti umani quando è nella antura dell’uomo ceracer in tutti i modi rapporti concreti, solidi per potersi sentire parte di un qualcosa.
Ma non voglio spoilerare molto della diretta.
Ascoltatela e, se avete bisogno del mio aiuto, potete contattarmi tramite la sezione “contatti e consulenze” del sito.
Buongiorno amici:) Oggi parliamo di doni materiali Vs tempo.
I regali. Belli, graditi sempre e certamente rendono felici, soprattutto se inaspettati e fatti da persone che ti amano davvero.
Ma siamo sicuri che sono i doni materiali che rendono davvero felici un ragazzo, un bambino, vostro figlio?
Doni
Mi è capitato molto molto spesso di lavorare in famiglie in cui genitore X, o entrambi a volte, per colmare le carenze d’affetto o il tempo non passato coi figli per motivi di lavoro, pensano di mettere un cerotto e compensare a tutto questo con regali.
Ogni volta regali su regali. Soldi spesi per far felice un figlio. Ma poi?
C’è chi davvero non vada a spese. “gli io comprato un tablet così quando torno a casa dal lavoro stanco e voglio riposare può guardare un film e stiamo tutti tranquilli”.
“continuava a fare i capricci e, per farla smettere le ho comprate quello che voleva”.
Beh, prendete quindi il regalo come un modo per scaricarvi la coscienza. O come baby sitter… O perché non sopportare i capricci quando dovreste essere voi a educare vostro figlio.
Conseguenze
E se vi dicessi che tutto questo è inutile?
Vi sono due conseguenze :p vostro figlio diventa molto furbo e trova un modo per avere da noi tutto quello che desidera; o odierà tutti i doni facendo pagare lo scotto ai figli futuri.
E quindi?
Il tempo
Quindi donate tempo. È la cosa più importante.
I ragazzi hanno bisogno di attenzioni, di tempo passato con voi.
Hanno bisogno di emozioni, di ricordi legati ad un momento che ricorderanno per sempre.
Se regalate un gioco e poi non giocate con loro il dono non avrà senso. Perché loro ricorderanno il momento in cui siete insieme a loro.
Ricorderanno le risate fatte insieme.
E quando tornate a casa dal lavoro, passate tutto il tempo che ho rimane con loro. È questo il dono più grande.
E se avete bisogno di me contattatemi tramite la sezione contatti e consulenze del sito
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sul tagliare i ponti.
Tagliare i ponti, a volte, è di fondamentale importanza.
Perché..
Pensiamo a noi adulti e a noi ragazzi.
In una situazione adulta, solitamente all’interno di una coppia, facciamo l’errore di voler “aggiustare” una situazione che sappiamo non porterà a nulla.
“ma magari cambia… Magari è colpa mia”
” adesso metto un cerotto a tutto e voltiamo pagina”.
No, non funziona così.
Ragazzi
Quando siamo adolescenti la cosa più importante è sentirci parte di un gruppo di coetanei. E, spesso, si fa l’errore di annullare la nostra personalità per accondiscendere al volere del gruppo.
Perché? Per essere accettati.
Errore – tagliare i ponti
In entrambi i casi facciamo un gravissimo errore. E perché?
Per paura di rimanere soli. Ma non è così.
Non siamo per tutti né tantomeno dobbiamo per forza piacere a tutti o farci piacere tutti.
Per quale motivo?
Feelings
Come vi sentireste in una situazione del genere? Senza farvi conoscere davvero, senza far sapere agli altri cosa ci fa star male, cosa ci rende felici?
Frustrati, infelici.
Cosa fare? Tagliare i ponti
Tagliate I ponti, con tutte quelle situazioni e persone che vi fanno stare male, che non ridoettanonil vostro modo di essere, che non vi rendono sereni.
Che non sono un valore aggiunto per la vostra vita. Io spero che riflettere sul tagliare i ponti vi sia stato d’aiuto.
Buongiorno amici. Oggi parliamo de la solitudine dei ragazzi.
La solitudine
Potremmo dire che la solitudine è un problema di molti giovani di questa generazione che appaiono iper connessi e con un grande vuoto intorno, ma sarebbe una grossolana semplificazione di un tema che è molto presente in adolescenza perlomeno in quella delle ultime generazioni. La solitudine accompagna il percorso evolutivo dalla preadolescenza all’età adulta anche se è un tema molto “caldo” quasi una vergogna per un ragazzo.
Il gruppo
Pensiamo a quanto sia importante far parte del gruppo dei “popolari” piuttosto che degli “sfigati” negli anni della scuola media: c’è chi si isola o viene isolato e chi si circonda sempre di compagni e non sta mai da solo. Ad aspetti di facciata opposti spesso corrispondono uguali sentimenti di solitudine. La solitudine è un sentimento tenuto nascosto, una debolezza da non mostrare e fa effetto il gesto di Potes che ammette la difficoltà di socializzare al netto della popolarità.
Popolarità
Una popolarità che parte probabilmente dal lockdown quando la necessità di depotenziare un virus ha costretto molti ragazzi all’isolamento, isolamento che per definizione è una minaccia in adolescenza.
Il perseguimento dell’autonomia, il consolidamento dell’identità personale, la relativizzazione delle figure genitoriali vengono perseguiti attraverso un graduale e costante allontanamento fisico e psicologico dalle famiglia.
È un percorso che inevitabilmente stimola sentimenti di solitudine visto che ogni aumento dell’autonomia porta con sé un aumento del senso di solitudine.
Sostegno
Per questo è importante il sostegno dei coetanei che durante il lockdown ha preso strade più virtuali, astratte che non sempre sono ritornate alla normalità alla fine del periodo di restrizioni. All’impossibilità di sfuggire al ritorno all’indietro tra le mura famigliari ed evadere dalla coercizione ognuno ha reagito a suo modo.
La ricerca di centralità e visibilità in internet è stato uno di questi e probabilmente è quello che è successo a Potes che ha fatto del problema un’opportunità. Ma non ha cambiato i bisogni, le criticità e i sentimenti adolescenziali che hanno sempre bisogno di condivisione e presenza per essere superati.
E vi ricordo che, se avete bisogno di me, potete contattarmi tramite la sezione contatti e consulenze del sito
Buongiorno amici. Oggi parliamo di maschi e femmine e di come dovrebbero essere educati.
Purtroppo vedo ancora molte famiglie fare la differenza su come educare un figlio rispetto a una figlia.
E per quale motivo?
Bimbi
I bambini sono tutti uguali e hanno bisogno degli stessi valori per diventare prima adolescenti e poi adulti sereni e senza l’idea, inculcata dall’infanzia, che un ♂ può ed ha il diritto di essere e fare determinate cose e la femmina no solo perché femmina.
“non pui giocare con le bambole o fare il ballerino…sei un maschio queste cose sono da femminucce”…
e ancora “ma sei una bambina, non puoi giocare a calcio…è uno sport da maschiacci questo”…
Ideali
I ragazzi devono crescere con l’idea che tutti possono e hanno il diritto di fare e diventare quello che vogliono. Negli ultimi anni si vedono donne che fanno lavori o sport che prima erano “non adatti” a loro. Che assurdità.
Sapete qual’è l’unica , forse, sostanzaiale differenza tra uomo e donna? La forza fisica( generalmente è così, poi ci sono sempre le eccezioni ovvio).
Ma per tutto ilr esto, le donne e gli uomini hanno le stesse potenzialità, le stesse capacità per fare quello che più desiderano. Ovviamente, in base alle loro inclinazioni, ai loro obiettivi.
Tante sono state le donne che hanno, nella storia, eguagliato gli uomini in un periodo storico in cui non erano granché considerate. Pensate solo alla regina Elisabetta, un esempio recente, cotnrocorrente per gli inizi del secolo partecipando attivamente alla vita militare.
O ncora alla prima donna pilota d’aerei o alla nostra mervaigliosa Cristoforetti, primo astronauta donna a capo di una spedizione.
Eppure? Ancor amolte persne lo beffeggiano. Ancra molte persone non considerano uan donna medico o manager in grado di esserlo perché donna. Ma il motivo?
Famiglia
Vero è che, negli anni ’50 la maggior parte delle famiglie educavala donna ad essere l’unico membro della famiglia a badare alla casa, ai figli, al marito.
Ora, nel 2022, quasi 23, purtroppo, c’è ancora chi non si è evoluto ed edcua i bambini in questo modo.
Purtroppo, nel mondo del lavoro e non solo la donna deve faticare il doppio per essere presa in considerazione.
E allora, educhiamoli fin da bambini a sconfiggere questa mentalità.
E se siete figli che cercano di staccarsi dalla realtà in cui vivono e volete una persona che vi aiuti in tutto questo; o sesiete genitori e volete capire melgio il mondo dei vostri ragazzi contattatemi nella sezione contatti e consulenze del sito
O su camtv come dottoressanapolitano o col nome del canale “adolescenti istruzioni per l’uso”
Buongiorno amici. Oggi parliamo di aspettative troppo alte e delle loro cosneguenze.
Molto spesso nella vita vogliamo di tutto e di più; fino ad un certo punto questo impulso ci serve per lottare per ciò che desideriamo. Le aspettative sono soggettive e parziali e non dobbiamo confondere il fatto di avere obiettivi ambiziosi con l’aspettarci qualcosa su cui non abbiamo nessun potere. Poco a poco, infatti, ci renderemo conto che alcune cose non vanno come ci aspettavamo e che tendiamo sempre ad idealizzare i nostri amici, le nostre relazioni e i nostri progetti.
Uno studio recente ha dimostrato che la personalità evitante è strettamente relazionata ad una bassa capacità di godersi la vita. Una delle caratteristiche di queste persone è la tendenza a distorcere tutti gli stimoli neutri e a percepirli in modo negativo. Hanno anche bisogno della costante approvazione altrui.
Le aspettative sono un’arma a doppio taglio, che è necessario saper gestire nel modo migliore. A volte sono un incentivo necessario per aiutarci ad andare avanti, mentre altre rappresentano un tunnel senza via di fuga verso la delusione. Avere aspettative positive aumenta il nostro entusiasmo, anticipando il lieto fine della situazione. Il pericolo, però, è di peccare di un eccesso di ottimismo, che sarebbe più appropriato chiamare “irrealtà”.
L’umiltà: la ricetta contro le aspettative irrealizzabili
L’umiltà può essere definita come la consapevolezza delle nostre debolezze e dei nostri limiti e la capacità di agire di conseguenza. Possiamo sentirci orgogliosi di noi stessi quando riconosciamo i nostri successi o miglioramenti, senza per questo doverci sentire superiori alle altre persone. Dovremmo tutti sforzarci ogni giorno di coltivare la nostra umiltà.
Coltivare l’umiltà ci allontanerebbe dall’eccesso di orgoglio. Una persona superba o troppo orgogliosa nasconde la sua mancanza di capacità o conoscenze nell’affrontare determinate situazioni. La superbia implica un’eccessiva soddisfazione e contemplazione nei confronti di se stessi; il superbo si sente migliore e più importante degli altri e per questo i suoi obiettivi devono sempre essere più grandi di quelli degli altri. Questo lo porta spesso a porsi mete poco coerenti con le sue capacità, che sopravvaluta.
Le persone umili sono autentiche, senza complessi e con una sana autostima. Sono persone così sicure di sé che non hanno bisogno di dimostrare al mondo quanto sono brave, a tutte le ore. Sono persone che affascinano, che contagiano entusiasmo, passione, e si godono la vita giorno dopo giorno.
Praticare la gratitudine ci aiuterà a dare valore alle piccole cose
La gratitudine è uno degli atteggiamenti più importanti che possiamo acquisire e una meravigliosa fonte di benessere. Oltre a far stare bene gli altri e noi stessi, ci permette di affrontare i cambiamenti e i miglioramenti in modo consapevole e sereno, allontanando la sensazione di urgenza.
Ci sono persone che sembrano in grado di essere grate per tutto ciò che la vita mette lungo il loro cammino senza uno sforzo apparente, mentre per altre è difficilissimo, perché non hanno ancora imparato come farlo. Lamentarsi ed essere continuamente insoddisfatti, invece, ci porta soltanto verso una costante sensazione di infelicità per ciò che abbiamo.
Per quante cose abbiamo o quanti obiettivi raggiungiamo, ci concentriamo solo su ciò che ci manca. Invece di essere grati per quello che abbiamo, siamo condannati all’infelicità. La gratitudine è un atteggiamento che nasce dall’umiltà; per essere grati, quindi, bisogna prima essere umili. È questa la qualità di cui spesso peccano le persone che sono sempre scontente e insoddisfatte.
Esprimere gratitudine, anche solo tramite un semplice “grazie” o un sorriso, comunica all’altro che la sua presenza, le sue parole o le sue azioni sono importanti e che ci aiutano ad andare avanti. Si tratta di dimostra rispetto e di dare valore a ciò che gli altri fanno per noi, a prescindere dal motivo che li spinge a farlo.
Se ci aspettiamo di svegliarci ogni giorno, è poco probabile che ci sentiremo grati per il fatto di essere vivi.
Vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi tramite la sezione “contatti e consulenze” del sito
Buonigorno amici. Oggi riflettiamo sul fatto che i figli non riparano nulla.
Uno degli errori che fanno i genitori è quello di avere aspettative sui figli…aspettative, spesso, malate.
Mi capita spesso, purtroppo e lo ribadisco, di incontrare mamme, o papà ( ma sono in minoranza in questo caso), che pretondono che il figlio sia quello che vogliono, che faccia quello che vogliono, che studino quello che decidono loro e che abbiamo gli obiettivi che loro, da giovani, non son riuscite a realizzare.
Ma vi siete chieste, o chiesti, se è proprio questo che è melgio fare per loro?
Errori
A volte viene così spontaneo comportarsi in questo modo che nemmeno ci accorigmao dell’errore che si sta facendo. Magari perché noi stessi siamo stati vittime di un atteggiamento di questo tipo.
E’ il solito discorso della famiglia, del retaggio culturale: siamo crescouti così, ergo, pensiamo sia nrmale comportarsi così.
O, forse, siamo stati costretti, mossi d ricattini morali o dal non voler deludere nessuno, a prendere starde che non desideravamo.
Riflettete
Ma mettetevi ovi, ora, al posto di un figlio, di un ragazzo, non più bambino ma nemmeno ancora adulto, che non può esprimere la propria personalità, le proprie idee, le proprie opinioni.
Un ragazzo che ha i propri sogni,desideri ma ha paura a comuncialri perché non corrispondono a quello che la famiglia ha pensato, anticipatamente, per lui.
Vi accontenterà, certo, perché non vuole deludervi ma cfrescerà insoddisfatto, frustrato, andrà incontro a fallimenti quasi certi perché fa cose che non sono nella sua indole e natura.
E , col tempo, darà la colpa, giustamente(mi permetto di dire), a voi per le sue frustrazioni. Vi sembra giusto? Vis embra il modo corretto di crescere un ragazzo che diventerà presto un adulto e non saprà come camminare da solo nel mondo? no, non lo è.
Vuoti
I figli, oltretutto, non devono essere ricatto nei casi dis eparaione, non è un pacco dono nè una proprietà privata.
Non devono colmare i vostri vuoti. Mis ento sola quindi mio figlio non può andare a vivere da solo.
“dopo tutto quello che ho fatto per lui/lei adesso che o bisogno io se ne va”
Vi sembra corretto? I figli hanno il diritto di cotruire una proprià identità, una propria ita.
Questo non vuol dire che vi abbandonerà…vuol dire che sta crescendo, che avete fatto il giusto lavoro dig eniori che aiutano i propri figli a trovare la LORO strada.
Riflettete su tutto questo e, se avete bisogno di me, che voi siate genitori o figli, contattatemi nella sezione “contatti e consulenze” del sito
Buongiorno amici. Oggi parliamo di bugie delgi adolescenti.
Le bugie degli adolescenti nel rapporto con i genitori.
Il rapporto tra genitori e figli, spesso, è caratterizzato da momenti di scontro, soprattutto durante il periodo dell’adolescenza, un periodo questo caratterizzato da cambiamenti a diversi livelli e in cui i ragazzi si ritrovano più facilmente a mentire.
Alcuni genitori possono arrivare a chiedersi “ma perché mio figlio mi dice le bugie? Cosa mi sta nascondendo? Sto sbagliando qualcosa?”
Le bugie degli adolescenti
L’adolescenza è un periodo delicato che tutti noi ci ritroviamo ad attraversare. Un periodo in cui avvengono cambiamenti a livello fisico, ma anche a livello psicologico e sociale.
In questa fase l’adolescente sente fortemente il bisogno di essere indipendente e di fare da solo le proprie scelte.
Sarà per questo che un figlio, durante il periodo dell’adolescenza, inizia a dire bugie e a nascondere alcuni comportamenti o azioni, omettendo per esempio dettagli importanti su una o più questioni.
E’ come se le bugie in adolescenza diventassero quasi quel rifugio in cui rintanarsi.
Per quanto tutto questo possa dare “fastidio” ai genitori è importante prendere atto del fatto che questo processo è funzionale e del tutto fisiologico: un adolescente che dice bugie, cerca di capire meglio se stesso, prendendo le distanze dai genitori per ritrovare uno spazio in cui esercitare la propria autonomia.
In un primo momento questo può far scattare la rabbia: un genitore che scopre le bugie del proprio figlio può arrivare a sentirsi tradito, deluso. Eppure da genitori dovremmo ricordare che anche una bugia può essere un punto di partenza per capire meglio i bisogni di nostro figlio.
Insomma la bugia è accettabile e fa parte del nostro percorso di crescita e di quello dei nostri figli. Ovviamente il “dire bugie” non deve diventare un’abitudine, o meglio, il proprio modo di rapportarsi all’altro.
Si può dire allora che “la bugia è una tappa fisiologica del processo di crescita. Altrimenti sono sempre mamma e papà che decidono e fanno al posto loro. Mentre i figli non crescono mai”, afferma la psicologa Paola Scalari.
Bugie degli adolescenti e loro funzione
Da quanto abbiamo detto, possiamo evincere una bella verità: una bugia sembra avere un obiettivo o comunque una funzione specifica.
Pensate ad un bambino di 3-4 anni: le sue bugie fanno parte del suo mondo fantastico in cui sembra essere tutto possibile. Per questo, per evitare ad esempio una punizione, un bambino di quest’età può arrivare a dire una bugia raccontando delle storie fantasiose.
Un adolescente, invece, spesso arriva a mentire perché sente di dover di difendere i propri spazi e la sua privacy: tutto ciò è funzionale al raggiungimento della sua autonomia.
A volte le bugie degli adolescenti servono per:
Affermare se stessi. A volte gli adolescenti compiono azioni mal viste dai genitori, come fumare o bere e di conseguenza arrivano a mentire per preservare il quieto vivere.
Aggirare un ostacolo. Quando un adolescente è convinto che dire la verità significa ricevere un no, può decidere di dire una bugia.
Evitare le punizioni. Per paura della reazione dei genitori, spesso un adolescente decide di mentire.
Bypassare il controllo dei genitori che in certi casi risulta particolarmente oppressivo.
Evitare di deludere uno o entrambi i genitori.
Ottenere considerazione e attenzione da parte del genitore: spesso si mente anche per attirare l’attenzione su di sé.
Evitare di sentirsi incompresi se dicessero il vero.
Bugie degli adolescenti che nascondono un disagio
Dietro alle bugie degli adolescenti potrebbero esserci le specifiche problematiche e dei disagi più profondi.
Un adolescente a volte può dire una bugia per compensare la sua bassa autostima, a causa di un disagio sociale o emotivo. Alla base insomma potrebbero esserci depressione, stress o altro.
Insomma, dietro ad una bugia può esserci davvero il mondo: per questo un genitore dovrebbe vivere questa “situazione” come un’opportunità per conoscere meglio il proprio figlio e migliorare il dialogo con lui.
Ovviamente va anche tenuto conto della bugia che viene detta: bisogna contestualizzarla e darle il giusto peso.
Esistono bugie e bugie. Se nostro figlio ci dice, ad esempio, che ha finito di fare i compiti, perché non vede l’ora di andare a giocare e questo non è vero, sicuramente non bisogna farne un dramma.
La questione cambia se queste bugie riguardano cose più serie e possono metterlo nei guai.
In questi casi bisogna tenere alta l’attenzione, che non significa stare addosso ai figli.
Vediamo ora quali sono i campanelli d’allarme che ci fanno capire se nostro figlio ci sta mentendo o meno.
Campanelli d’allarme: quali sono?
Riconoscere le bugie è fondamentale, perché come accennato, a volte rappresentano il sintomo di problematiche più serie e non semplicemente delle “cose da far passare come inosservate”.
Sicuramente è importante prestare attenzione a quello che i nostri figli ci dicono, ma anche al loro linguaggio del corpo.
Quando un adolescente mente evita di guardare negli occhi il genitore, gli tremano le mani o la voce.
Un adolescente che dice una bugia di solito tende a ripetere diverse volte lo stesso concetto magari aggiungendo dettagli con l’intento di rendere più veritiera la propria bugia.
Inoltre è importante considerare le loro abitudini, se sono cambiate.
Il loro umore, i rapporti che intrattengono con gli altri.
Dobbiamo certamente osservare nostro figlio e ciò che si muove intorno, senza però essere opprimenti.
Ricordiamo che un figlio ha il diritto di sbagliare.
Il ruolo dei genitori: cosa possono fare?
Se da una parte le bugie degli adolescenti fanno parte del percorso di crescita, dall’altra possono nascondere un disagio, come già accennato.
Alla base deve esserci sicuramente una buona comunicazione: solo così un genitore avrà la possibilità di capire e quindi aiutare il proprio figlio.
Ma concretamente cosa può fare un genitore in questi casi?
Come comportarsi con i figli
Vediamo qualche consiglio utile.
Evitare di considerare la bugia del figlio come un attacco personale, non entrare in sfida con lui e interessarsi alla motivazione sottostante la bugia.
Mantenere un dialogo sano: un genitore deve essere aperto e mostrare disponibilità circa la comunicazione. Non deve sicuramente avere un atteggiamento rigido e appunto permettere al figlio di aprirsi, senza sentir addosso il giudizio. Frasi del tipo “sei un bugiardo” tendono a chiudere il confronto e la comunicazione. Meglio adottare frasi del tipo “va bene, cosa è successo, come ti senti?”. Insomma l’attenzione deve ricadere sul figlio più che sulla bugia che ha detto.
Creare un clima di fiducia. Un adolescente ha la necessità di fidarsi. Il genitore è il punto di riferimento: a chi possiamo rivolgerci se non ai nostri genitori? Più un adolescente non si fida del proprio genitore, più sarà in un certo senso incline a mentire.
Favorire il confronto esercitando un ascolto attivo. Da genitori dobbiamo considerare la posizione di nostro figlio evitando di dare per scontato che debba ascoltare noi. Ascoltiamoli per comprendere le loro azioni, le loro emozioni, per fare attenzione a quello che provano, a quello che sentono.
Evitare di utilizzare frasi che iniziano con “devi”. Un adolescente vede in quel deve una minaccia e con questo presupposto è più facile che dica una bugia, piuttosto che una scomoda verità.
Evitate di caricare figlio di aspettative esagerate. Se non è in grado di soddisfarle, sarà maggiormente portato a mentire per evitare di deludervi.
Siate chiari e sinceri. Dobbiamo fungere, in un certo senso, da modello positivo. Dare l’esempio a volte è più importante di tante altre parole. Se una madre o un padre riescono ad essere sinceri, onesti, è più facile che diano un esempio di modello positivo che il figlio potrà seguire. Evitiamo quindi di mentire a nostro figlio, altrimenti indirettamente, gli trasmettiamo il messaggio che dire una bugia è meglio che confrontarsi. La comunicazione in questi casi è come se passasse in secondo piano.
Come porsi da genitori
Ricordiamo sempre che i figli osservano i comportamenti dei genitori.
Educhiamo i figli a raccontare la verità, anche quando non ci piace. Come afferma la psicologa Paola Scalari “È senz’altro importante che il genitore educhi il ragazzo alla verità, che serve non solo per costruire con lui un rapporto basato sulla fiducia, ma anche per abituare il ragazzo ad affrontare la realtà, quella che piace e quella che non piace, e a non nascondersi dietro una bugia per scappare da una situazione difficile o che impaurisce”.
Se vostro figlio vi ha raccontato una bugia grossa rimproveratelo, evitando di punirlo, quanto piuttosto cercando di spiegare perché quello che ha fatto è sbagliato e mettendo in rilievo il fatto che se vi avesse raccontato la verità, l’avreste comunque supportato.
Aiutate i vostri figli a valutare i pro e i contro delle loro azioni e il fatto che è importante prendersi la responsabilità delle proprie scelte, anche di quelle sbagliate. Perché se sbagliano, non significa che sono sbagliati, ma semplicemente umani. In questo senso potrebbe essere utile far presente ai vostri figli che commettere un errore non è la fine del mondo, ma un passo che a volte dobbiamo fare per riprendere la retta via. Sbagliare significa avere l’opportunità di imparare. Imparare, soprattutto dai nostri passi falsi, che se condivisi con i nostri genitori, possono rappresentare un valore aggiunto per la nostra crescita.
Mettete in rilievo il fatto che mentire complica i rapporti. Per quanto dire una bugia serva a provare un sollievo, è più utile dire la verità. Se ci pensiamo dire una bugia significa doverne dire un’altra e un’altra ancora. Tutto questo provoca sentimenti di ansia e tensione, finendo per complicare il tutto.
Insomma, dire la verità, anche se all’apparenza può sembrare difficile, è la soluzione che ci può salvare. Questo deve essere chiaro anche ai nostri figli.
Se avete poi bisogno del mio aiuto potete contattarmi nella sezione contatti e consulenze del sito
Ecco cos’hanno risposto a questa domanda un gruppo di ragazzi.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo su questa domanda: che tipo di genitore vuoi essere?
E le risposte che sono state date dai ragazzi devono assolutamente far riflettere.
Presenza
Queste risposte non hanno bisogno dicommenti.
Infatti, il primo aspetto toccato dai ragazzi la presenza. Il che vuol dire, qualità, tempo davvero dedicato a loro, ascolto attivo..il far capire a un figlio che, in qualsiasi momento, possono contare sui genitori.
Fiducia- che tipo di genitore vuoi essere?
Altra risposta bellissima. Lasciar essere uj figlio quello che vuole, rispettando i suoi obiettivi, aiutandolo ad inseguirli senza influenzarlo nelle scelte, senza giudizi o pregiudizi.
Coerenza-che tipo di genitore vuoi essere?
Uno degli aspetti che ribadisco ogni volta ai genitori. Siate coerenti. Una regola, se volete sia rispettata, va rispettata prima da voi.
I genitori, infatti devono essere un esempio per i ragazzi, una guida affinché diventino degli adulti sereni e capaci.
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