Genitori amici

Perché non è il tipo di rapporto migliore.

Buongiorno amici. Oggi video parlando di Genitori amici.

Nella diretta pubblicata sul mio canale camtv parliamo del perché un genitore deve essere aperto al dialogo ma non un amico.

Sembra sstrano? Guardate la diretta e riflettete.

Diretta genitori amici

https://www.cam.tv/drssanapolitano/blog/genitori-amici/CNT9B6E5C?shun=drssanapolitano

Io sspero che l’argomento genitori amici vi piaccia e vi sia utile.

Vi ricordo che se avete bisogno di me potete contattarmi tramite la sezione contatti e consulenze del sito

Alla prossima amici 🙂

Figli che crescono

Perché si chiudono in se stessi?

Buongiorno amici. Oggi parliamo di figli che crescono e del motivo per cui tendono a chiudersi in se stessi.

Adolescenza-figli che crescono

Quando i figli oltrepassano la soglia dell’adolescenza, non si può non rendersene conto, non solo cambiano da un punto di vista fisico, iniziano a mettere in discussione i modelli genitoriali, si concentrano sui loro interessi, tendono a parlare meno, possono essere più scontrosi.

Capita di frequente che i genitori non riconoscano più quello che era il loro bambino, hanno la sensazione di “perdere il controllo” del figlio che non è più gestibile come quando era piccolo.

Figli che crescono: cosa si nasconde dietro la chiusura degli adolescenti?

Definirli chiusi sarebbe un vero errore, non è scontato che quando si entra in adolescenza si attivi automaticamente un processo di chiusura.

Spesso si amplifica ciò che hanno covato silentemente dentro oppure emergono degli aspetti che si conoscevano sotto un’altra forma, nulla si crea, tutto si trasforma.

Che pretendano degli spazi privati, da non interpretare come chiusura, è anche giusto e soprattutto fa parte del naturale processo di crescita.

Devono sperimentarsi e avere la loro autonomia per farlo e per ottenere i loro spazi fisici e mentali, altrimenti non sarebbero adolescenti.

Chiusura

Adolescere significa crescere ed è quella fase che deve portare all’acquisizione dell’autonomia psichica e alla stabilità dei tratti di personalità e identitari.

La chiusura a volte è solo la manifestazione di un’educazione troppo poco basata sul dialogo e sul confronto ma solo sulla rendicontazione.

Capita anche che non si aprano perché dall’altra parte non trovano la giusta accoglienza o sono convinti di non trovarla,.

Non si sentono capiti, per paura delle reazioni genitoriali o perché non vogliono far vedere la loro fragilità. Non sempre è disfunzionale.

La verità è che se ascoltassimo le due campane suonare alle nostre orecchie arriverebbero spesso versioni a volte anche diametralmente opposte.


Genitori

Troviamo da un lato i genitori che non sanno come comportarsi con i figli adolescenti e, dall’altro, molti ragazzi riferiscono di non sentirsi compresi, accettati e riconosciuti per quello che sono e si lamentano del fatto che i genitori mettano al primo posto il rendimento scolastico e la condotta rispetto alle loro esigenze e al loro stato emotivo.

Questa è una delle lamentale più frequenti che ascoltiamo nella stanza dello psicologo e all’interno delle aule scolastiche.


Come sottolineavo in precedenza, di frequente gli adolescenti si tengono i vissuti dentro perché bloccati dalle possibili reazioni genitoriali.

Hanno paura di deluderli, di ferirli, di farli stare male o che si arrabbino.

Tantissimi genitori si impegnano per dare ai figli tutto ciò che possono, cercando di non fargli mancare niente, spesso eccessivamente preoccupati per loro, di ciò che fanno, di ciò che può succedere e di come si comportano.

Sintonizzarsi

Più che preoccuparsi, però, è importante occuparsi dei figli, nel senso di condividere con loro dei momenti, sintonizzarsi sui loro stati emotivi e sulle loro esigenze, spesso differenti da quelle del genitore.

Infine, anche se vogliono sembrare spavaldi e sicuri di sé, sono in realtà molto fragili, condizionabili dalle paure e dal giudizio degli altri, hanno timore di esprimersi, non riescono a gestire le difficoltà quotidiane e hanno bisogno di conferme e sicurezze.

E vi ricordo che se avete bisogno di me potete contattarmi tramite lasezione contatti e consulenze del sito

Alla prossima amici

Violenza assistita sui bambini

Quali sono le gravi conseguenze

Buongiorno amici. Oggi parliamo di violenza assistita sui bambini.

La violenza assistita è una violenza a tutti gli effetti, ha lo stesso impatto psicologico di quella fisica e diretta, non può essere trascurata.

VIOLENZA ASSISTITA significa far assistere al minore a scene di violenza fra i genitori, dove i maltrattamenti possono essere di tipo fisico, sessuale, psicologico ed economico.

Il bambino può fare esperienza diretta della violenza intrafamiliare, quando avviene nel suo campo percettivo o indiretta, quando è a conoscenza dei conflitti tra i genitori o quando ne percepisce gli effetti.

I livelli di violenza a cui un figlio può essere esposto sono svariati: dalla piccola violenza quotidiana, alle forme più gravi, che creano nel minore traumi tanto gravi quanto le altre forme di violenza.

È violenza anche quando i genitori amplificano i propri stati ansiosi nei figli, esponendoli a situazioni psicologiche difficili da affrontare, senza curarsi del carico emotivo negativo che provocano nei propri bambini.

I danni della violenza assistita a breve e a lungo termine

Purtroppo, si vive ancora nella convinzione errata che i bambini non vedano o non capiscano realmente cosa accade sotto i loro occhi all’interno delle mura domestiche. I bambini vedono e sentono tutto e si comportano di conseguenza.

Subiscono, anche se a volte non lo manifestano apertamente e si portano dentro i segni a volte apparentemente invisibili della violenza assistita.

Viene trascurato l’impatto da un punto di vista emotivo, fisico, relazionale, affettivo e sociale di queste forme di violenza che a volte sono estremamente condizionanti e hanno esiti clinicamente importanti.

violenza domestica

Le differenti modalità con cui si agisce la violenza all’interno delle mura domestiche costituiscono, per la vittima, una condizione che confonde e destabilizza l’integrità e la personalità di un bambino ancora in fase di maturazione e di stabilizzazione dei tratti andando a gravare sul processo di crescita.

Si favoriscono, così,  gravi conseguenze sullo sviluppo psicologico a breve, medio e lungo termine.

Enuresi, encopresi, disturbi alimentari, bassa autostima, sbalzi d’umore, mancanza di fiducia negli altri, dipendenze da droghe e alcol, difficoltà di apprendimento, depressione, ritardo nello sviluppo, fino ad arrivare alla prostituzione, delinquenza, criminalità e sviluppare disturbi psicopatologici in età adulta.

Psicosomaticità

Anche se non lo esprimono a parole o con comportamenti manifesti, l’impatto della violenza assistita si manifesta con problematiche psicosomatiche, di umore, di autostima, relazionali e legate all’inibizione dell’esternazione dei propri stati interni.

Certamente, le reazioni più gravi a un’esposizione sistematica e continuativa alla violenza, si manifestano in quei bambini costretti a vivere in un contesto familiare che li tiene continuamente in allarme, in quanto il minore non si sente protetto.

Se il vissuto traumatico del bambino vittima non viene elaborato e rimane inespresso, l’impatto sulla psiche sarà ancora più devastante.

Un bambino che è cresciuto in un ambiente violento, non ha sicuramente sviluppato un legame di fiducia con il genitore, o con i genitori violenti, non può fidarsi di lui e affidarsi a lui (o loro) dopo aver visto le sue reazioni e aver subìto i suoi comportamenti.

Vive in una condizione di costante allerta, di attivazione interna generata dalla paura che la violenza sia dietro l’angolo.

Vivere a contatto con il, o i genitori violenti, potrebbe rappresentare un rivivere, anche in maniera indiretta, ciò che è stato subito per anni.

Come possono lasciarsi andare, esprimersi e vivere invece che sopravvivere? Chi aiuta questi bambini che si sentono soli e troppe volte non riconosciuti e incompresi?

Vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete cotnattarmit ramite la sezione contatti e consulenze de sito

O su camtv

o huknow

Alla prossima amici:)

Come gestire le delusioni

Cosa sono, come uscirne, come comportarsi con chi ti ha deluso.

Buongiorno amici. Oggi parliamo di come gestire le delusioni.

Almeno una volta nella vita, a ognuno di noi capita di trovarsi di fronte ad una delusione da parte di un amico, un partner, un familiare oppure verso sé stessi. 

Alla delusione segue spesso una sofferenza, che può manifestarsi in modi molto diversi. Se non gestita, può avere conseguenze trasversali sulle relazioni, gli ambienti in cui ci troviamo e sull’autostima.

COS’È UNA DELUSIONE?

Innanzitutto è importante sapere che la delusione è un sentimento e non un’emozione: non si tratta di una semplice reazione ad un evento ma è implicata anche la nostra cognizione, cioè pensieri, credenze e schemi di ragionamento.

Per definizione la delusione si presenta quando ciò che vogliamo, desideriamo o ci aspettiamo non coincide con ciò che si verifica nella realtà.

Di conseguenza, maggiore idealizzazione degli altri o degli esiti di un’azione, maggiori aspettative e desideri irrealistici e maggiore sarà la delusione che viviamo.

 Trattandosi di un sentimento, le conseguenze possono essere molteplici:

  • frustrazione
  • rabbia
  • tristezza
  • pensieri
  • intrusivi
  • isolamento
  •  abbandono di alcuni percorsi
  • fiducia in sé stessi

COME COMPORTARSI CON CHI CI DELUDE

 Come detto sopra, la delusione è generata dalla distanza tra ciò che ci aspettiamo e ciò che desideriamo.

Spesso quando entriamo in relazione con gli altri, rischiamo di creare un’idea di come l’altro dovrebbe comportarsi, di cosa dovrebbe fare per noi o addirittura di come ci aspettiamo che sia.

Di conseguenza, nel momento in cui l’altra persona non rispecchierà questa nostra idea, potremmo percepire una delusione nei suoi confronti.

Per evitare che ciò accada è importante comunicare all’altro cosa desideriamo e cosa ci aspettiamo da lui/lei.

Ponendoci in una posizione aperta al confronto e alla possibilità di modificare queste aspettative in base ai suoi feedback. 

Quando la delusione si verifica potrebbe essere utile seguire alcuni passi:

  1. riconoscere che la delusione è determinata dalle nostre aspettative e non ha realmente a che vedere con l’altra persona;
  2. valutare se le aspettative che avevamo erano realistiche o irragionevoli;se si tratta di aspettative realistiche, allora possiamo comunicare all’altro cosa ci aspettavamo e come ci ha fatto stare ciò che è successo, senza incolparlo e dandogli la possibilità di rimediare se ne ha la volontà;
  3. individuare delle strategie funzionali a gestire le emozioni scatenate che ci fanno stare male;
  4. riformulare le aspettative che abbiamo per gli altri in termini più realistici;

COME GESTIRE LA DELUSIONE VERSO SE STESSI

 Talvolta, e per alcuni molto spesso, la delusione può essere rivolta proprio a sé stessi.

Possiamo essere delusi del nostro comportamento, delle nostre prestazioni sportive, scolastiche o lavorative.

Addirittura possiamo essere delusi rispetto ad alcune nostre caratteristiche personali.

Questo succede perché il nostro Sé Ideale (che rappresenta come noi vorremmo essere) ed il nostro.

Sé Reale (ciò che effettivamente siamo) non coincidono. Più idealizziamo ciò che vorremo essere e maggiore è la delusione per noi stessi.

In questo caso più che mai un percorso di terapia ci è d’aiuto per accettare ciò che siamo e le nostre prestazioni e diminuire così la delusione percepita.

  1. Può però esserci d’aiuto iniziare a lavorare in autonomia su alcuni aspetti:aumentare la consapevolezza dei nostri limiti e delle nostre risorse, e individuare quali possono essere modificati, rinforzati o acquisiti;
  2. formulare obiettivi realistici sulla base delle nostre risorse e dei nostri limiti;
  3. allenarci a trattarci con compassione quando qualcosa va male, proprio come facciamo con le persone a cui vogliamo bene;
  4. allenare la nostra autoironia per ridimensionare la delusione e mantenere uno stato d’animo positivo e propositivo

E vi ricordo come sempre che, se avete bisogno di me, potete contattarmi nella sezione contatti e consulenze del sito

Alla prossima amici