Body shaming

quali le conseguenze sugli adolescenti

Buongiorno amici. Oggi parliamo di body shaming e delle conseguenze sugli adolescenti.

Quello del Body shaming è un problema quotidiano per bambini e adolescenti: ecco quali sono i motivi più comuni. 

Il problema

Il problema del body shaming esiste da molto, moltissimo tempo. Durante la nostra infanzia, e ancor più durante l’adolescenza, a molte sarà capitato di ricevere offese e insulti (più o meno diretti) per via di una particolare caratteristica del proprio aspetto fisico. Un tempo questa forma di bullismo veniva spesso semplicemente ignorata dagli adulti. Nel frattempo, noi abbiamo cercato di superare gli attacchi nel miglior modo possibile. Fortunatamente, con il passare degli anni si è prestata sempre più attenzione nei confronti di comportamenti che un tempo venivano considerati “normali” o frutto di innocue “ragazzate”.

Questo rappresenta senz’altro un progresso per la nostra società, ma purtroppo la strada da percorrere è ancora molto lunga.

Sondaggio

Un recente sondaggio condotto su un campione di più di 6 mila pre-adolescenti e giovani di età compresa fra i 10 e i 17 anni ha infatti rivelato che 9 intervistati su 10 sono stati vittime di body shaming almeno una volta nella vita.

Il sondaggio intitolato “Domande Scomode sull’adolescenza” è stato realizzato da Skuola.net in collaborazione con Lines e Tampax, ed ha fatto emergere una realtà ancora ben lontana dall’essere rosea. Dalla ricerca è infatti emerso che 3 adolescenti su 10 considerano un fatto “quotidiano” l’essere presi in giro per il proprio aspetto fisico.

Oltre al peso (un problema che interessa più della metà dei partecipanti), anche l’aspetto delle braccia, delle gambe e dei fianchi sembra essere spesso preso di mira. Ma esattamente da chi provengono gli insulti e le critiche? Non sorprende sapere che nella maggior parte dei casi gli artefici del body shaming sono proprio i coetanei e i compagni di classe (nel 60% dei casi), ma anche i compagni più grandi e talvolta persino gli adulti non risparmiano i giovani dalle critiche. 

Body shaming: le conseguenze per adolescenti e bambini

Ma a questo punto, quali saranno le conseguenze di questo dannoso comportamento? Semplice: circa 1 intervistato su 4 ha ammesso di non sopportare la vista del proprio corpo senza vestiti, neanche nell’intimità della propria camera.

A pagare le spese di un fenomeno che non sembra accennare a diminuire sono soprattutto le ragazze. Queste ultime ricevono insulti non “solo” per il loro aspetto fisico, ma anche per una serie di luoghi comuni e falsi miti legati al ciclo mestruale. Ad esempio,  il nervosismo o l’eccessiva tendenza a lamentarsi vengono immediatamente associati alle mestruazioni, più che a un problema “reale”.

Come combattere il problema?

Ma è possibile superare questo problema? In realtà si. La soluzione però non deve essere lasciata solo nelle mani dei giovanissimi. Genitori, insegnanti e medici dovrebbero infatti fornire le giuste informazioni e il giusto supporto a questi ragazzi sempre più vittime delle critiche.

Purtroppo sembra che al momento gli adolescenti e i giovanissimi cerchino invece le informazioni on line e al massimo dai loro coetanei. Così facendo, ricevono spesso indicazioni scorrette o persino suggerimenti dannosi per il loro benessere fisico e psicologico.

Vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi tramite la sezioen “contatti e consulenze” del sito

Alla prossima amici.

Perché gli altri…

ci sembrano migliori di noi?

Buongiorno amici. Oggi riflettiamo su questa domanda: “perché gli altri… ci sembrano migliori di noi?”

volte farci cogliere dallo sconforto e pensare che gli altri siano migliori di noi viene fin troppo facile: ma perché lo facciamo e soprattutto, come uscire da questo evitare intrusivo?

L’amica che ha un lavoro che sembra più interessante del nostro, la sorella che da piccola riceveva sempre le lodi dei genitori, la vicina di casa sempre vestita impeccabile e firmata: perché a volte gli altri ci sembrano tutti migliori di noi?

Se ci troviamo in un momento della nostra vita in cui chiunque sembra più felice, più bello, più soddisfatto o di successo di noi, forse il problema non sono gli altri, ma la percezione che abbiamo di noi stessi. Forse tendiamo a sottovalutarci e dobbiamo prenderci del tempo per lavorare su noi stessi e sulla nostra autostima.

COSA RICORDARE QUANDO GLI ALTRI CI SEMBRANO MIGLIORI


Certo, è normale e anche giusto provare ammirazione e un po’ di sana invidia per gli altri: una collega da cui imparare qualcosa sul lavoro, una persona che stimiamo e a cui vorremmo assomigliare.

Finché questi sentimenti sono percepiti positivamente e ci incoraggiano a migliorarci sono da accogliere e anzi, possono essere uno sprone di crescita. Se però gli altri ci fanno sentire sempre da meno, allora il problema è dentro di noi e ha a che fare con la nostra autostima.

PERCHÉ È IMPORTANTE SMETTERE DI PARAGONARSI AGLI ALTRI PER VIVERE IN MANIERA PIÙ PIENA

In questo senso ricordarci che anche gli altri sono umani, con insicurezze, debolezze e difetti e con giornate no, esattamente come noi ci aiuta a rimettere tutto in prospettiva.

Un’altra cosa da tenere a mente è che ogni momento che spendiamo a crogiolarci in quanto gli altri sono migliori di noi, potremmo invece spenderlo a migliorarci, ad amarci di più, a conoscerci meglio. Ma ogni momento trascorso a essere gelosi del successo di qualcun altro è un momento sprecato, che non solo non tornerà indietro ma ci lascerà solo insoddisfatti e frustrati.

PERCHÉ PENSIAMO CHE GLI ALTRI SIANO MIGLIORI?


Ma perché spesso tendiamo a vedere gli altri come migliori e ci sentiamo da meno? Spesso e volentieri questa percezione non dipende dagli altri o da ciò che fanno, quanto dalla percezione che abbiamo di noi stessi in un momento della nostra vita.

Quante volte, nei momenti più difficili, ci è sembrato improvvisamente di essere circondati di persone più belle, intelligenti, forti e di successo di noi? E automaticamente, di sentirci da meno, sciocchi, infantili, incapaci? Non è un caso.

Spesso percepiamo gli altri in base a come percepiamo noi stessi, e questo potrebbe anche rovinare i rapporti con persone che invece potrebbero essere di grande valore per noi e darci tantissimo, se solo non fossimo così impegnati a invidiarli.

COSA FARE INVECE DI INVIDIARE GLI ALTRI E SENTIRCI DA MENO


Nel momento in cui non riusciamo a evitare di sentirci meno degli altri e non riusciamo a evitare il confronto, ci sono delle cose da fare per evitare di stare peggio.

PENSARE A NOI STESSI


Quando ci concentriamo sugli altri, perdiamo tempo che altrimenti potremmo investire in noi stessi.

Quindi, la prossima volta che sentiamo la necesità di piangerci addosso e perdere tempo a confrontare il nostro percorso con quello di qualcun altro, è bene ricordarsi che dobbiamo concentrarci su noi stessi, piuttosto che sull’erba del vicino.

AMARE IL NOSTRO PASSATO


La nostra vita potrebbe essere stata disordinata e confusionaria. Potrebbe essere stata costellata da errori, ansia e paura.

Ma tutte queste cose hanno sicuramente avuto anche un impatto positivo, ci hanno reso le persone che siamo oggi, una versione migliore, più saggia e più coraggiosa di noi stessi. Quindi, la cosa migliore è abbracciare e accettare la nostra storia e riconoscere quanto siamo cresciuti grazie ad essa.

DISINTOSSICARSI DAI SOCIAL MEDIA


Siamo costantemente bombardati da persone che conducono una vita “perfeta” su Instagram, o TikTok. Quello che non consideriamo è che spesso confrontiamo le nostre vite reali con delle rappresentazioni idealizzate che di vero hanno ben poco.

I social media possono essere una fonte di ispirazione. Ma se producono in noi un senso di inadeguatezza, dubbi su se stessi e frustrazione, meglio scegliere di disintossicarsi e prendersi una pausa con un digital detox.

NON È LA FINE DEL MONDO


Se non siamo felici di dove siamo oggi, è bene tenere a mente che questa è solo una tappa del viaggio nostra vita e non la definisce nella sua interezza, né definisce chi siamo come persone.

Dove siamo oggi non dice nulla di dove saremo tra uno o tre anni, né nulla su che tipo di persone siamo o potremo essere.

PRATICARE LA GRATIDUTINE


Ogni volta che ci troviamo a invidiare ciò che hanno gli altri, dovremmo invece ricordarci di ciò per cui siamo grati. Potrebbe significare prendersi un momento per apprezzare la famiglia, gli amici o il tempo che passiamo all’aria aperta o facendo qualcosa che amiamo.

Esercitare la gratitudine anche solo cinque, dieci minuti al giorno può fare davvero miracoli per l’umore e l’autostima e non andrebbe mai sottovalutato.

Il confronto con gli altri spesso ci fa sentire frustrati e ansiosi e l’invidia porta solo tristezza e negatività. Non ci aiuta affatto a creare la vita che vogliamo. Anzi, ci sottrae tempo ed energie preziose che avremmo potuto impiegare noi stessi.

Ogni volta che ci sembra che gli altri siano migliori di noi, rinunciamo a diventare persone migliori a nostra volta. Per questo è molto importante concentrarsi su noi stessi sul costruire un percorso di cui andare fieri e rapporti di valore che ci facciano stare bene e ci rendano felici.

Io spero che parlare di questo tema vi sia stato d’aiuto per riflettere.

Vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potte contattarmi nella sezione “Contatti e consulenze” del sito

Alla prossima amici

Genitori figli

come recuperare la relazione tra le due parti

Buongiorno amici. Oggi pariamo di genitori figli e di come recuperare la relazione tra le due parti.

Se hai una relazione genitore-figlio frastagliata, l’ascolto empatico, la reciprocità e un lavoro incentrato su te stesso, possono aiutarti a migliorarla. Le relazioni interpersonali, soprattutto quelle di lunga durata, possono essere molto complesse e talvolta si verificano eventi che allontanano le persone. Gli eventi e la ricerca estenuante di un colpevole, possono logorare anche i legami più significativi e il rapporto genitore-figlio non fa eccezione.

A volte, gli eventi della vita e le caratteristiche di personalità del genitore e del figlio, possono rendere il legame insanabile. Altre volte, invece, ci sono dei fattori che possono aiutare a superare anche il peggiore attrito. Il recupero diviene più fattibile quando il figlio ha risanato le sue ferite (spesso inflitte proprio da quel genitore con il quale intende recuperare il rapporto) e il genitore è riuscito a mettersi in discussione nel suo stesso ruolo genitoriale.

Recuperare un rapporto non è possibile quando il genitore si identifica rigidamente nel ruolo del genitore perfetto e tende a giustificare le sue mancanze. Analogamente, recuperare il rapporto non è possibile quando il figlio è rigidamente ingabbiato nel suo ruolo di vittima e cova ancora rancore per le mancanze e i torti subiti in passato. Sebbene sia vero che un figlio possa essere stato vittima di trascuratezza emotiva, è altrettanto vero che un attento lavoro su se stesso può eliminare ogni gabbia e lavare via qualsiasi rancore. Una volta guarito, il figlio potrà scegliere consapevolmente se ricucire quel rapporto. Alla base di tutto, infatti, dovrà essere la volontà reciproca di riavvicinarsi.

5 consigli per il genitore-genitori figli

Entriamo nel vivo dell’argomento e cerchiamo di capire come migliorare la relazione genitore figlio. Care mamme e cari papà, se tuo figlio si è allontanato da te, potresti sentire un forte peso sul cuore. Sappi che se lei/lui non vuole, non puoi costringerlo a riavvicinarsi. Anche se è doloroso, l’unica cosa che puoi fare è accettare la sua decisione e lavorare su te stesso. Puoi sicuramente porgergli la mano e ricordargli che la tua porta è sempre aperte e che tu sei disponibile al dialogo.

Sai, ci sono dei modi per aumentare il senso di connessione tra te e tuo figlio. Lavorare sul legame, anche quando questo è stato messo a dura prova da diversi eventi, è possibilissimo. Ci sono alcune cose che puoi fare per far sì che tuo figlio si senta maggiormente a suo agio con te.

#1. Assumiti le tue responsabilità genitoriali

Se tuo figlio è schivo, si è allontanato o in qualche modo ti ha ferito, sappi che tu potresti essere, almeno in parte, responsabile per la sua condotta. Le azioni di un genitore, così come il suo modello educativo, hanno sempre un forte impatto sullo sviluppo psicoaffettivo del figlio. Anche se a te possono sfuggire dei nessi causa-effetto, cerca di mettere in discussione il tuo operato. Come ho spiegato nel mio libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita», talvolta i genitori possono commettere delle mancanze spinti anche dalle migliori intenzioni.

Per esempio, l’eccessiva premura, oppure il voler spronare il figlio a ogni costo a fare bene a scuola, possono involontariamente negare al bambino di sviluppare una propria autonomia. I bambini, mentre crescono, subiscono mille pressioni (imparare a camminare, a parlare, a leggere e scrivere, a comportarsi bene in società) la più grande? Soddisfare i genitori e assicurarsi il loro amore! A volte un genitore, involontariamente, fallisce totalmente o parzialmente nel suo compito. I genitori, prima di essere genitori, sono umani, quindi imperfetti. Possono sbagliare. Tieni conto di questo.

#2. Sii di larghe vedute

Essere ascoltati e accettati è uno dei nostri principali bisogni. Per un figlio, essere accettati e stimati da un genitore, è di fondamentale importanza. Anche se quando i figli sono adulti, questo non sembra essere un vero bisogno, sappi che è tutto. La tua accettazione conta.

Quando tuo figlio si apre e condivide qualcosa con te, tieni la tua mente aperta, non giudicare. Sappi che non sei tu a dettare ciò che è il meglio per lui. Amare qualcuno significa accettarlo e accettare che sia lui a valutare ciò che è per lui il meglio.

#3. Fai sentire il tuo supporto

Ogni volta che puoi, sostienilo. Fagli sentire che sei dalla sua parte. Questo aumenterà la sua percezione di fiducia. Già, nonostante gli anni passati insieme, quando qualcosa si rompe, tuo figlio dovrà di nuovo imparare a fidarsi di te (e forse tu di lui). Il mondo è pieno di persone dal giudizio facile, criticoni e oppositori incalliti, tuo figlio non ha bisogno dell’ennesima critica, ciò di cui ha bisogno è di sostegno, qualcuno che convalidi le sue esperienze e lo faccia sentire meno solo.

#4. Ascolto empatico

Ascoltare empaticamente significa prestare particolare attenzione ai sentimenti che tuo figlio esprime quando parla. In questo modo, tuo figlio si sentirà accolto e compreso da te.

#5. Concedigli spazio

La vicinanza emotiva richiede anche un pizzico di distacco. Lascia che tuo figlio si costruisca il suo spazio, lascia che si affermi nella propria identità. Concedigli spazio e tempo. In questo modo, quando starete insieme, riuscirà ad apprezzare di più i momenti di condivisione e vicinanza.

5 consigli per il figlio-genitori figli

Anche se qualcuno di voi sarà restio ad ammetterlo, i tuoi genitori, in qualche modo, sono già entrati a far parte della tua identità. Non importa quanto tu sia diverso da loro, non si tratta di ciò che fai o chi sei, ma di come ti senti. Questo è vero sia se i tuoi genitori ti sono rimasti accanto durante la crescita, sia se hai dovuto cavartela da solo. Se hai deciso di recuperare la relazione che hai con i tuoi genitori, considera questi cinque punti.

#1. Assumiti le tue responsabilità personali

È vero, le condotte genitoriali hanno sicuramente avuto un impatto su di te. Di certo trascuratezza e diverse forme di abuso perpetuate in modo involontario e maldestro, possono averti causato un forte dolore, ma anche i genitori sono umani e possono sbagliare. Se un tempo erano loro responsabili per te, oggi sei tu l’unico responsabile del tuo benessere. Ciò significa che se loro sono responsabili delle tue ferite, tu sei responsabile di guarirle quelle ferite. Non aspettare che, per magia, sia tuo padre o tua madre a guarirle. Lavoraci da solo. La tua guarigione ti renderà libero e ti darà modo di vivere nuovi momenti di gioia con i tuoi genitori.

#2. Non rinfacciare

Quando dialoghi con i tuoi genitori, cerca di non puntualizzare continuamente le mancanze subite. Non rinfacciare gli errori del passato. Ogni volta che lo fai, dai modo a eventi del passato di interferire (ancora e ancora) con il tuo presente. Quando lo fai, non solo ferisci i tuoi genitori ma condanni anche te stesso: divieni prigioniero del passato.

Cerca di essere indulgente. Sappi che anche i tuoi genitori sono stati figli e probabilmente anche loro hanno ferite nascoste. So che se stai ancora soffrendo, più che comprendere loro vorresti essere compreso da loro. Tu fai il tuo cammino. Sappi solo che probabilmente ancora i tuoi genitori hanno avuto le loro esperienze dolorose dalle quali tentano di guarire.

Potrebbe essere saggio ricordare che tutti fanno il meglio che possono con le risorse e le conoscenze che hanno a loro disposizione. Se ci sono state omissioni, probabilmente non c’erano risorse o conoscenze per fare altrimenti.

#3. Ricorda che fa parte della tua famiglia

Per proteggerti dal dolore, potresti essere tentato di lasciare fuori tua madre (o tuo padre) da diversi aspetti della tua vita. Magari hai smesso di condividere informazioni sulla tua salute, sulla tua carriera lavorativa o sulla tua situazione sentimentale. Queste omissioni, faranno sentire tuo madre (o tuo padre), molto distante da te. Prova a migliorare il senso di connessione condividendo qualcosa. Concedi ai tuoi genitori di far parte della tua vita, anche a piccole dosi.

4. Dedica del tempo al vostro legame

Lo so, gli impegni della vita possono essere molto gravosi. La vita da adulto può essere molto impegnativa e il tempo libero pochissimo. Ricavare un po’ di tempo per stare insieme, può essere un passo importante per avvicinarti. Magari prova a portare avanti qualche tradizione di famiglia, qualcosa di cui senti la nostalgia e che sai che ti potrà riempire il cuore.

#5. Né troppo vicini, né troppo lontani

Un indicatore del successo della psicoterapia sai qual è? La buona gestione dei confini genitoriali. Osservando come un adulto gestisce i confini con i genitori, si può capire molto. I confini che hai con i tuoi genitori come sono? Troppo rigidi o inesistenti? I confini inesistenti sono il frutto di una dipendenza affettiva (potresti ritrovarti con un genitore che ti gestisce la vita). Al contrario, confini troppo rigidi sono il frutto di un atteggiamento estremamente difensivo (per sfuggire a un genitore invischiante o per proteggerti da ulteriori ferite genitoriali).

i confini sono inesistenti, inizia a porre dei limiti. Prova a porre un limite per volta così da non sconvolgere le vite di entrambi. Al contrario, se i confini sono troppo rigidi, prova a riavvicinarti gradualmente, magari provando a coinvolgere tua madre (o tuo padre) in una decisione da prendere, anche qualcosa di banale.

Ripartire da se stessi-genitori figli

Che tu sia un figlio o un genitore, sappi che i conflitti che vivi oggi risiedono nella tua infanzia. È certamente difficile essere genitori ma lo è perché prima è stato difficile essere figli. Quando veniamo al mondo, un genitore investe su di noi mille aspettative e questo genera forti pressioni nello sviluppo dell’identità del figlio. 

Io vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi nella sezione contatti e consulenze del sito.

Alla prossima:)