Buongiorno amici:) Oggi parliamo di doni materiali Vs tempo.
I regali. Belli, graditi sempre e certamente rendono felici, soprattutto se inaspettati e fatti da persone che ti amano davvero.
Ma siamo sicuri che sono i doni materiali che rendono davvero felici un ragazzo, un bambino, vostro figlio?
Doni
Mi è capitato molto molto spesso di lavorare in famiglie in cui genitore X, o entrambi a volte, per colmare le carenze d’affetto o il tempo non passato coi figli per motivi di lavoro, pensano di mettere un cerotto e compensare a tutto questo con regali.
Ogni volta regali su regali. Soldi spesi per far felice un figlio. Ma poi?
C’è chi davvero non vada a spese. “gli io comprato un tablet così quando torno a casa dal lavoro stanco e voglio riposare può guardare un film e stiamo tutti tranquilli”.
“continuava a fare i capricci e, per farla smettere le ho comprate quello che voleva”.
Beh, prendete quindi il regalo come un modo per scaricarvi la coscienza. O come baby sitter… O perché non sopportare i capricci quando dovreste essere voi a educare vostro figlio.
Conseguenze
E se vi dicessi che tutto questo è inutile?
Vi sono due conseguenze :p vostro figlio diventa molto furbo e trova un modo per avere da noi tutto quello che desidera; o odierà tutti i doni facendo pagare lo scotto ai figli futuri.
E quindi?
Il tempo
Quindi donate tempo. È la cosa più importante.
I ragazzi hanno bisogno di attenzioni, di tempo passato con voi.
Hanno bisogno di emozioni, di ricordi legati ad un momento che ricorderanno per sempre.
Se regalate un gioco e poi non giocate con loro il dono non avrà senso. Perché loro ricorderanno il momento in cui siete insieme a loro.
Ricorderanno le risate fatte insieme.
E quando tornate a casa dal lavoro, passate tutto il tempo che ho rimane con loro. È questo il dono più grande.
E se avete bisogno di me contattatemi tramite la sezione contatti e consulenze del sito
Buongiorno amici. Oggi parliamo di emozioni e dell’educazione a queste.
Siamo emozione, viviamo di emozioni eppure?
Puntualmente c’è qualcuno, quando siamo piccini, che ci vieta di esternarle o che ci condiziona talmente tanto da essere impauriti.
Atteggiamenti
I bravi genitori sono quelli che accettano i bimbi e i ragazzi così come sono.
Sono quelli che insegnano loro a esprimere le loro emozioni, i loro pensieri e desideri liberi da condizionamenti.
I bravi genitori sono quelli che non giudicano, non ricattano moralmente per portare il bimbo a are quello che loro genitori, decidono debba fare o essere.
Errori
Molti sono gli errori che portano poi, il bimbo a diventare prima un ragazzino frustrato, poi un adulto violento .
E quali sono questi atteggiamenti?
L’inculcare paura.
Non andare lì che c’è il mostro.
Quante volte anche i nonni l’hanno detto. Pensando che ,in questo modo, un bimbo stia lontano dai pericoli.
Invece che succede? Lo intimoriscono facendolo diventare insicuro di quello che davvero può fare.
Dire bugie
Se tic almi la mamma ti porta alle giostre.
E anche qui…sappiamo tutti benissimo che non sarà così però…”almeno così sta buono”. E cosa insegni in questo modo A mentire, a irretire, a ottenere quello che vuoi con la menzogna.
Senso di colpa
Se fai così la mamma piange.
Ma perché? Perché dire una frase del genere invece di spiegare ad un bambino le conseguenze di un’azione non bellissima?
Perché farlo sentire in colpa? Altro insegnamento malsano. E altro modo per crescere un adolescente insicuro.
Essere ipercritici
Sei un pasticcione, non sai fare nulla.
Ecco, atteggiamento che non si deve assolutamente avere. Sei tu il genitore, sei tu che devi essere esempio camminare mano nella mano con una personcina che diventerà un adulto sano o meno.
Sei tu che devi insegnare a tuo figlio a sbagliare perché così impara dai suoi errori e trovare, insieme, un modo per…aggiustare il tiro.
Se pronunci frasi di questo tipo non fai altro ch distruggere l’autostima di un minore.
Condizionare l’amore
Se non mangi non ti voglio più bene.
Quindi il tuo amore va in base a quello che io devo fare per te E se, casualmente, dovessi sbagliare o fare qualcosa che non rientra nei tuoi piani l’amore svanisce? Tremendo.
Invalidare le emozioni
Arrabbiarti non ti servirà a nulla.
Perché? Tutte le mozioni vanno esternate, tutte vanno vissute e condivise e mostrate.
Non deve esserci nessun condizionamento, nessuna vergogna. E’ giusto esternare rabbia, dolore, gioia, tristezza, sorrisi e lacrime. Se tu e devi essere padrone delle tue emozioni.
Punire le emozioni
Se piangi ancora niente gelato.
Un’altra cosa che davvero non capisco è vergognarsi del pianto.
Piangere serve, coem sorridere, come arrabbiarsi.
Si pò piangere per mille motivi e tutti devono essere rispettati. Il non pianto davnti a qualsiasi occasione che, invece lo prevede, non deve essere un pregio, un premio.
Se non piango sono migliore di un altro. No, il contrario.
Non possiamod ecidere quali emozini deve provare ed esternare un bamibo.
Quello che dobbiamo fare è decidere di aiutarlo a farlo.
E se avete bisogno dime potete contattarmi tramite la sezione contatti e consulenze del sito
Buongiorno amici. Oggi parliamo di maschi e femmine e di come dovrebbero essere educati.
Purtroppo vedo ancora molte famiglie fare la differenza su come educare un figlio rispetto a una figlia.
E per quale motivo?
Bimbi
I bambini sono tutti uguali e hanno bisogno degli stessi valori per diventare prima adolescenti e poi adulti sereni e senza l’idea, inculcata dall’infanzia, che un ♂ può ed ha il diritto di essere e fare determinate cose e la femmina no solo perché femmina.
“non pui giocare con le bambole o fare il ballerino…sei un maschio queste cose sono da femminucce”…
e ancora “ma sei una bambina, non puoi giocare a calcio…è uno sport da maschiacci questo”…
Ideali
I ragazzi devono crescere con l’idea che tutti possono e hanno il diritto di fare e diventare quello che vogliono. Negli ultimi anni si vedono donne che fanno lavori o sport che prima erano “non adatti” a loro. Che assurdità.
Sapete qual’è l’unica , forse, sostanzaiale differenza tra uomo e donna? La forza fisica( generalmente è così, poi ci sono sempre le eccezioni ovvio).
Ma per tutto ilr esto, le donne e gli uomini hanno le stesse potenzialità, le stesse capacità per fare quello che più desiderano. Ovviamente, in base alle loro inclinazioni, ai loro obiettivi.
Tante sono state le donne che hanno, nella storia, eguagliato gli uomini in un periodo storico in cui non erano granché considerate. Pensate solo alla regina Elisabetta, un esempio recente, cotnrocorrente per gli inizi del secolo partecipando attivamente alla vita militare.
O ncora alla prima donna pilota d’aerei o alla nostra mervaigliosa Cristoforetti, primo astronauta donna a capo di una spedizione.
Eppure? Ancor amolte persne lo beffeggiano. Ancra molte persone non considerano uan donna medico o manager in grado di esserlo perché donna. Ma il motivo?
Famiglia
Vero è che, negli anni ’50 la maggior parte delle famiglie educavala donna ad essere l’unico membro della famiglia a badare alla casa, ai figli, al marito.
Ora, nel 2022, quasi 23, purtroppo, c’è ancora chi non si è evoluto ed edcua i bambini in questo modo.
Purtroppo, nel mondo del lavoro e non solo la donna deve faticare il doppio per essere presa in considerazione.
E allora, educhiamoli fin da bambini a sconfiggere questa mentalità.
E se siete figli che cercano di staccarsi dalla realtà in cui vivono e volete una persona che vi aiuti in tutto questo; o sesiete genitori e volete capire melgio il mondo dei vostri ragazzi contattatemi nella sezione contatti e consulenze del sito
O su camtv come dottoressanapolitano o col nome del canale “adolescenti istruzioni per l’uso”
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sul “ io sono chi voglio essere” non chi devo.
o sono cho voglio essere. Cho VOGLIO, non chi DEVO.
quante volte ci troviamo, quando siamo ragazzini( ma anche da bimbi succede), nella situazione per cui tutti, e dico davvero tutti, ci dicono cosa dobbiamo essere senza stimolarci a sviluppare una nostra personalità, dei nostri obiettivi che sono nostri soltanto?
Condizionamenti
A partitre dalla famiglia. Spesso, purtroppo, i ragazzi crescono in un ambiente familiare er cui devi fare ed essere quello che i tuoi genitori hanno pensato per te.
Lo fannos empre in buona fede? A volte ma non sempre e, nonostante la buona fede, distruggono qualsiasi tipo di dialogo coi ragazzi.
Dalla scelta della scuola, al lavoro, a come devi comportarti, vestirti, chi devi frequentare…
E poco c’entra il volerbene…perché se voglio bene a mio figlio, invece di parlare èer imposizioni, cerco di guidalro ad essere una persona serena; a dar lui stimoli e coraggio per cercare di migliorarsi sempre e per raggiungere i suoi obiettivi…non i miei.
Non i miei.Perché un altro macro errore è questo: noi non siamo riusciti per X motivi ad essere quello che volevamo e, ora, pretendiamo che i nostri figli siamo quello che NOI volevamo essere.
Personalità- io sono chi voglio essere
E la perosnalità? E i ragazzi? Se continuano a dover essere e non a essere come cresceranno, felici davvero?
No, frustrati, pieni di rabbia nei confronti de mondo o nsicuri da non riuscire a cavarsela da soli nel mondo.
E allora lasciate che i ragazzi SIANO …che accrescano la loro autostima e aiutateli in questo.
Aaccompaganteli mano nella mano ad ESSERE …
E se avete bisogno del mio aiuto contattatemi tramite la sezione contatti e consulenze del sito
Buongiorno amici. Oggi parliamo di bugie delgi adolescenti.
Le bugie degli adolescenti nel rapporto con i genitori.
Il rapporto tra genitori e figli, spesso, è caratterizzato da momenti di scontro, soprattutto durante il periodo dell’adolescenza, un periodo questo caratterizzato da cambiamenti a diversi livelli e in cui i ragazzi si ritrovano più facilmente a mentire.
Alcuni genitori possono arrivare a chiedersi “ma perché mio figlio mi dice le bugie? Cosa mi sta nascondendo? Sto sbagliando qualcosa?”
Le bugie degli adolescenti
L’adolescenza è un periodo delicato che tutti noi ci ritroviamo ad attraversare. Un periodo in cui avvengono cambiamenti a livello fisico, ma anche a livello psicologico e sociale.
In questa fase l’adolescente sente fortemente il bisogno di essere indipendente e di fare da solo le proprie scelte.
Sarà per questo che un figlio, durante il periodo dell’adolescenza, inizia a dire bugie e a nascondere alcuni comportamenti o azioni, omettendo per esempio dettagli importanti su una o più questioni.
E’ come se le bugie in adolescenza diventassero quasi quel rifugio in cui rintanarsi.
Per quanto tutto questo possa dare “fastidio” ai genitori è importante prendere atto del fatto che questo processo è funzionale e del tutto fisiologico: un adolescente che dice bugie, cerca di capire meglio se stesso, prendendo le distanze dai genitori per ritrovare uno spazio in cui esercitare la propria autonomia.
In un primo momento questo può far scattare la rabbia: un genitore che scopre le bugie del proprio figlio può arrivare a sentirsi tradito, deluso. Eppure da genitori dovremmo ricordare che anche una bugia può essere un punto di partenza per capire meglio i bisogni di nostro figlio.
Insomma la bugia è accettabile e fa parte del nostro percorso di crescita e di quello dei nostri figli. Ovviamente il “dire bugie” non deve diventare un’abitudine, o meglio, il proprio modo di rapportarsi all’altro.
Si può dire allora che “la bugia è una tappa fisiologica del processo di crescita. Altrimenti sono sempre mamma e papà che decidono e fanno al posto loro. Mentre i figli non crescono mai”, afferma la psicologa Paola Scalari.
Bugie degli adolescenti e loro funzione
Da quanto abbiamo detto, possiamo evincere una bella verità: una bugia sembra avere un obiettivo o comunque una funzione specifica.
Pensate ad un bambino di 3-4 anni: le sue bugie fanno parte del suo mondo fantastico in cui sembra essere tutto possibile. Per questo, per evitare ad esempio una punizione, un bambino di quest’età può arrivare a dire una bugia raccontando delle storie fantasiose.
Un adolescente, invece, spesso arriva a mentire perché sente di dover di difendere i propri spazi e la sua privacy: tutto ciò è funzionale al raggiungimento della sua autonomia.
A volte le bugie degli adolescenti servono per:
Affermare se stessi. A volte gli adolescenti compiono azioni mal viste dai genitori, come fumare o bere e di conseguenza arrivano a mentire per preservare il quieto vivere.
Aggirare un ostacolo. Quando un adolescente è convinto che dire la verità significa ricevere un no, può decidere di dire una bugia.
Evitare le punizioni. Per paura della reazione dei genitori, spesso un adolescente decide di mentire.
Bypassare il controllo dei genitori che in certi casi risulta particolarmente oppressivo.
Evitare di deludere uno o entrambi i genitori.
Ottenere considerazione e attenzione da parte del genitore: spesso si mente anche per attirare l’attenzione su di sé.
Evitare di sentirsi incompresi se dicessero il vero.
Bugie degli adolescenti che nascondono un disagio
Dietro alle bugie degli adolescenti potrebbero esserci le specifiche problematiche e dei disagi più profondi.
Un adolescente a volte può dire una bugia per compensare la sua bassa autostima, a causa di un disagio sociale o emotivo. Alla base insomma potrebbero esserci depressione, stress o altro.
Insomma, dietro ad una bugia può esserci davvero il mondo: per questo un genitore dovrebbe vivere questa “situazione” come un’opportunità per conoscere meglio il proprio figlio e migliorare il dialogo con lui.
Ovviamente va anche tenuto conto della bugia che viene detta: bisogna contestualizzarla e darle il giusto peso.
Esistono bugie e bugie. Se nostro figlio ci dice, ad esempio, che ha finito di fare i compiti, perché non vede l’ora di andare a giocare e questo non è vero, sicuramente non bisogna farne un dramma.
La questione cambia se queste bugie riguardano cose più serie e possono metterlo nei guai.
In questi casi bisogna tenere alta l’attenzione, che non significa stare addosso ai figli.
Vediamo ora quali sono i campanelli d’allarme che ci fanno capire se nostro figlio ci sta mentendo o meno.
Campanelli d’allarme: quali sono?
Riconoscere le bugie è fondamentale, perché come accennato, a volte rappresentano il sintomo di problematiche più serie e non semplicemente delle “cose da far passare come inosservate”.
Sicuramente è importante prestare attenzione a quello che i nostri figli ci dicono, ma anche al loro linguaggio del corpo.
Quando un adolescente mente evita di guardare negli occhi il genitore, gli tremano le mani o la voce.
Un adolescente che dice una bugia di solito tende a ripetere diverse volte lo stesso concetto magari aggiungendo dettagli con l’intento di rendere più veritiera la propria bugia.
Inoltre è importante considerare le loro abitudini, se sono cambiate.
Il loro umore, i rapporti che intrattengono con gli altri.
Dobbiamo certamente osservare nostro figlio e ciò che si muove intorno, senza però essere opprimenti.
Ricordiamo che un figlio ha il diritto di sbagliare.
Il ruolo dei genitori: cosa possono fare?
Se da una parte le bugie degli adolescenti fanno parte del percorso di crescita, dall’altra possono nascondere un disagio, come già accennato.
Alla base deve esserci sicuramente una buona comunicazione: solo così un genitore avrà la possibilità di capire e quindi aiutare il proprio figlio.
Ma concretamente cosa può fare un genitore in questi casi?
Come comportarsi con i figli
Vediamo qualche consiglio utile.
Evitare di considerare la bugia del figlio come un attacco personale, non entrare in sfida con lui e interessarsi alla motivazione sottostante la bugia.
Mantenere un dialogo sano: un genitore deve essere aperto e mostrare disponibilità circa la comunicazione. Non deve sicuramente avere un atteggiamento rigido e appunto permettere al figlio di aprirsi, senza sentir addosso il giudizio. Frasi del tipo “sei un bugiardo” tendono a chiudere il confronto e la comunicazione. Meglio adottare frasi del tipo “va bene, cosa è successo, come ti senti?”. Insomma l’attenzione deve ricadere sul figlio più che sulla bugia che ha detto.
Creare un clima di fiducia. Un adolescente ha la necessità di fidarsi. Il genitore è il punto di riferimento: a chi possiamo rivolgerci se non ai nostri genitori? Più un adolescente non si fida del proprio genitore, più sarà in un certo senso incline a mentire.
Favorire il confronto esercitando un ascolto attivo. Da genitori dobbiamo considerare la posizione di nostro figlio evitando di dare per scontato che debba ascoltare noi. Ascoltiamoli per comprendere le loro azioni, le loro emozioni, per fare attenzione a quello che provano, a quello che sentono.
Evitare di utilizzare frasi che iniziano con “devi”. Un adolescente vede in quel deve una minaccia e con questo presupposto è più facile che dica una bugia, piuttosto che una scomoda verità.
Evitate di caricare figlio di aspettative esagerate. Se non è in grado di soddisfarle, sarà maggiormente portato a mentire per evitare di deludervi.
Siate chiari e sinceri. Dobbiamo fungere, in un certo senso, da modello positivo. Dare l’esempio a volte è più importante di tante altre parole. Se una madre o un padre riescono ad essere sinceri, onesti, è più facile che diano un esempio di modello positivo che il figlio potrà seguire. Evitiamo quindi di mentire a nostro figlio, altrimenti indirettamente, gli trasmettiamo il messaggio che dire una bugia è meglio che confrontarsi. La comunicazione in questi casi è come se passasse in secondo piano.
Come porsi da genitori
Ricordiamo sempre che i figli osservano i comportamenti dei genitori.
Educhiamo i figli a raccontare la verità, anche quando non ci piace. Come afferma la psicologa Paola Scalari “È senz’altro importante che il genitore educhi il ragazzo alla verità, che serve non solo per costruire con lui un rapporto basato sulla fiducia, ma anche per abituare il ragazzo ad affrontare la realtà, quella che piace e quella che non piace, e a non nascondersi dietro una bugia per scappare da una situazione difficile o che impaurisce”.
Se vostro figlio vi ha raccontato una bugia grossa rimproveratelo, evitando di punirlo, quanto piuttosto cercando di spiegare perché quello che ha fatto è sbagliato e mettendo in rilievo il fatto che se vi avesse raccontato la verità, l’avreste comunque supportato.
Aiutate i vostri figli a valutare i pro e i contro delle loro azioni e il fatto che è importante prendersi la responsabilità delle proprie scelte, anche di quelle sbagliate. Perché se sbagliano, non significa che sono sbagliati, ma semplicemente umani. In questo senso potrebbe essere utile far presente ai vostri figli che commettere un errore non è la fine del mondo, ma un passo che a volte dobbiamo fare per riprendere la retta via. Sbagliare significa avere l’opportunità di imparare. Imparare, soprattutto dai nostri passi falsi, che se condivisi con i nostri genitori, possono rappresentare un valore aggiunto per la nostra crescita.
Mettete in rilievo il fatto che mentire complica i rapporti. Per quanto dire una bugia serva a provare un sollievo, è più utile dire la verità. Se ci pensiamo dire una bugia significa doverne dire un’altra e un’altra ancora. Tutto questo provoca sentimenti di ansia e tensione, finendo per complicare il tutto.
Insomma, dire la verità, anche se all’apparenza può sembrare difficile, è la soluzione che ci può salvare. Questo deve essere chiaro anche ai nostri figli.
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Riflettiamo su questa bellissima frase di Montaigne.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo su il coraggio.
Non dovrebbe essere un’imposizione ma,in realtà, purtroppo, molte volte è così.
Il coraggio…coraggio di fare, di dire, di esprimersi…ecco, proprio questi ultimi aspetti sono i più difficili.
Riflettiamo
Perché, troppe volte, per non dire sempre, riusciamo più a fare quello che abbiamo in mente e non ad esprimerlo?
Quante volte i ragazzi, e non solo, sono costretti a dire bugie bianche per fare quello che desiderano?
“io vorrei andare a ballare…vorrei suonare la chitarra…vorrei fare quella o questa scuola ma non riesco a dirlo ai miei”…”esco con il mio fidanzato ma mamma e papà non lo sanno, non ho il coraggio di dirlo”…
Ecco, non ho il coraggio di dirlo. E perché? Ce lo siamo mai chiesti perché è così difficile dire ,esprimere un concetto, un desiderio, una volontà.
No,non lo sanno però lo faccio lo stesso perchè, alla fine, li metterò al corrente a cosa già compiute e non potranno rifiutare nulla.
Perché?
Perché succede? Perchè, spesso, siam cresciuti in un ambiente dove tacere à meglio per non causare problemi.
Perché a casa non c’è mai stato un vero e proprio dialogo.
Perché abbiamo paura di ripercussioni, per pregiudizi stupidi sulla base di nulla.
Perché non vengo mai ascoltata …per esprimere un concetto devo alzare la voce o compiere dei gesti estremi. solo così mi considerano, forse”
Per paura di punizioni, divieti, per paura che qualcuno distrugga i nostri desideri, perché “per loro tutto è tabu”.
Dialogo
Pensateci…alla base di tutto questo c’è sempre la mancanza di dialogo e di ascolto attivo. C’è la mancanza di apertura mentale, ci sono solo pregiudizi. E allora che si fa? Si preferisce tacere e nascondere.
Ma come vi sentite alla fine? Frustrati, depressi, rabbiosi…in un limbo.
Esternare
E allora non abbiate mai e dico MAI paura di esprimere voi stessi…i vostri concetti, desideri, emozioni.
Fate sempre sentire la vostra voce anche se avrete, in alcune occasioni, tutti contro. Solo così vi farete conoscere davvero. Solo così vi contornerete di persone che vi amano davvero.
Solo così potrete cambiare il rapporto che c’è in famiglia.
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o, in alternativa, su camtv come dottoressa napolitano o col nome del canale “adolescenti istruzioni per l’uso”
Buongiorno amici 🙂 Oggi parliamo di silenzio passivo aggressivo.
C’è silenzio e silenzio. Può essere infatti anche “buono”, quando si vuole prendere del tempo per sé in una discussione «in questo caso può essere un modo per difendersi quando la conversazione sta prendendo una piega che si fa fatica a gestire. Ma è anche un modo utile per prendere tempo e sottrarsi ad una discussione prima che degeneri.
In altri invece il silenzio diventa assordante e soprattutto un’arma nelle mani di una persona ai danni dell’altra. «In questi casi, chi decide di interrompere la comunicazione, utilizza il silenzio come un modo per ottenere un vantaggio innescando una dinamica di potere nella relazione» spiega la dottoressa Perris. Il silenzio diventa quindi un modo non solo per dilatare i tempi, ignorando l’altra persona, ma anche per creare delle situazioni di stallo in cui entrambi si è coinvolti senza quindi giungere a una soluzione. Ma perché succede?
Dietro al silenzio passivo-aggressivo, inadeguatezza e insicurezza
All’origine di questo atteggiamento ci sono molte insicurezze da parte di chi lo porta avanti come mancanza di autostima, incapacità di creare relazioni sane ma anche poca dimestichezza nello stare assieme agli altri e in società. Questi fattori generano quindi grande insicurezza e davanti a un “no” non si sa come reagire. E quindi ci si chiude nel silenzio: «Il silenzio può essere utilizzato per costringere l’altro a vedere la nostra sofferenza, per indurlo a modificare il suo comportamento o punto di vista, per generare in lui sensi di colpa, spingerlo a sentirsi in difetto e quindi a mettere in primo piano i nostri bisogni. In questo senso, può rappresentare un modo per punire l’altro o configurarsi come una dinamica manipolatoria
Atteggiamenti non solo come il silenzio, ma anche lo scomparire, il non rispondere più al telefono, il non prestare attenzione all’altro, sono tutti passivo-aggressivi e tipici di chi non sa come relazionarsi con gli altri e vuole evidenziare il suo essere vittima in una determinata circostanza. In queste situazioni mancano quindi atteggiamenti di autocritica, di flessibilità ma anche di empatia che aiutano a relazionarsi con gli altri.
Come si sente chi subisce il silenzio del passivo-aggressivo
Il passivo-aggressivo pensa quindi solo al proprio dolore e al proprio senso di inadeguatezza, non pensa mai che può essere lui stesso la causa di altro disagio: «Chi subisce l’interruzione della comunicazione può sentirsi arrabbiato, confuso rispetto ai motivi che hanno dato luogo a questa reazione. Può sentirsi in dovere di rivedere le proprie posizioni pur di ripristinare la connessione emotiva con l’altro e uscire da una situazione che genera ansia, solitudine e senso di inadeguatezza.
Uscire da una situazione di silenzio passivo-aggressivo
Come si dovrebbe comportare quindi chi subisce questo tipo di atteggiamento? Generalmente, davanti al silenzio, si ha la tendenza a ripristinare il dialogo, chiedendo cos’è successo o il perché della reazione: Così facendo però si cade esattamente nella dinamica di potere voluta dall’altro, gli si domanda cosa non va, cosa abbiamo fatto di sbagliato, come possiamo rimediare. In alcuni casi può succede che il silenzio va oltre anche le scuse, cessando solo quando chi lo utilizza avverte angoscia e disorientamento nell’altro.
Come comportarsi quindi?
Sarebbe utile, dunque, prendere tempo di fronte al silenzio mantenendo un distacco che sia un chiaro segnale che questa modalità non condurrà all’effetto sperato.
È importante anche capire che questo tipo di atteggiamento non è un attacco personale quanto la manifestazione di un problema dell’altra persona. Per questo, come consiglia la dottoressa Perris, non è consigliabile insistere o “affrontare di petto” la situazione, quanto parlarne una volta che è passato del tempo.
Vi ricordo che, se avete bisogno di me, potete contattarmi tramite la sezione “contatti e consulenze” del sito
Ecco cos’hanno risposto a questa domanda un gruppo di ragazzi.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo su questa domanda: che tipo di genitore vuoi essere?
E le risposte che sono state date dai ragazzi devono assolutamente far riflettere.
Presenza
Queste risposte non hanno bisogno dicommenti.
Infatti, il primo aspetto toccato dai ragazzi la presenza. Il che vuol dire, qualità, tempo davvero dedicato a loro, ascolto attivo..il far capire a un figlio che, in qualsiasi momento, possono contare sui genitori.
Fiducia- che tipo di genitore vuoi essere?
Altra risposta bellissima. Lasciar essere uj figlio quello che vuole, rispettando i suoi obiettivi, aiutandolo ad inseguirli senza influenzarlo nelle scelte, senza giudizi o pregiudizi.
Coerenza-che tipo di genitore vuoi essere?
Uno degli aspetti che ribadisco ogni volta ai genitori. Siate coerenti. Una regola, se volete sia rispettata, va rispettata prima da voi.
I genitori, infatti devono essere un esempio per i ragazzi, una guida affinché diventino degli adulti sereni e capaci.
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