Buongiorno amici. Oggi trust me up diretta, ascoltate davvero molto bene quello che ho da dirvi insieme a Valentina perché è davvero importante.
Buongiorno amici. Questa è una diretta importantissima per me per diversi motivi.
Innanzitutto vi presento la piattaforma di trust me up e, per farlo al meglio, ospite della diretta Valentina Pili, attiva all’interno della piattaforma e dell’azienda.
Trust me up diretta
Cos’è trustmeup. E’ una piattaforma dedicata alle attività, servizi, , e-commerce che vogliono far conoscere semplicemente quello che fanno.
E’ importantissima per chi lavora ma è importantissima anche per chi usufruisce dei servizi che tutti i membri, me compresa, offrono.
Associazioni
La cosa che caratterizza trust me up, la filosofia che sta alla base della piattaforma è aiutare gli altri. Come? Non solo dando modo di far conoscere di cosa ci occupiamo( nel mio caso di arte e di consulenze a famiglie e adolescenti con moltissimi servizi correlati).
Ma anche dando la possibilità a chi acquista un servizio di fare beneficienza ad una delle associazioni presente nella piattaforma, senza dovere spendere di più, ricevendo uno sconto sul servizio acquistato da voi e avendo anche il cashback sempre.
Cashback utilizzabile come volete e cumulabile sempre con gli sconti fissi sulla piattaforma.
Suona bene? E allora non vi resta che ascoltare la diretta e , per qualsiasi cosa, contattatemi
Buongiorno amici. Oggi parliamo di come aiutare i figli ad affrontare le difficoltà.
Aiutare i figli ad affrontare le difficoltà: l’importanza di dare ascolto e presenza, non soluzioni!
Aiutare i nostri figli a superare le sfide della vita è un compito importante e delicato.
Spesso ci sentiamo inclini a fornire soluzioni rapide ai loro problemi, pensando di fare loro un favore.
Tuttavia, c’è un approccio molto più efficace e benefico: dare loro ascolto e presenza emotiva. Scopriamo insieme perché questo approccio è così cruciale per lo sviluppo sano dei nostri figli.
Ascolto Empatico: La Chiave per la Connessione
Quando i nostri figli affrontano difficoltà o problemi, è naturale voler risolvere tutto per loro.
Tuttavia, spesso ciò che veramente desiderano non sono le soluzioni immediate, ma qualcuno che li ascolti e comprenda.
L’ascolto empatico va oltre il semplice udire le parole del bambino; implica mettersi nei suoi panni, cercando di comprendere i suoi sentimenti e le sue emozioni.
È importante mostrare interesse sincero per ciò che il ragazzo sta comunicando, porgendo domande aperte per incoraggiarlo a esprimersi completamente.
Riconoscere e convalidare i suoi sentimenti, anche se non li comprendiamo completamente, è essenziale per stabilire una connessione empatica.
Evitiamo di interrompere o giudicare durante questo processo, concentrandoci invece su ciò che nostro figlio sta provando.
Presenza Attiva: Essere Presenti Senza Giudicare
La presenza attiva significa essere completamente presenti nel momento in cui il nostro ragazzo condivide le sue preoccupazioni con noi.
Questo include guardare il bambino negli occhi, ascoltare con attenzione e rispondere in modo calmo e rassicurante.
Mostrare questa presenza comunica al bambino che siamo lì per lui, indipendentemente dalle circostanze.
Durante le conversazioni difficili, facciamo uno sforzo consapevole per rimanere emotivamente presenti.
Ciò significa limitare le distrazioni esterne, come il telefono o la televisione, per dimostrare al ragazzo che diamo priorità al suo benessere.
La nostra attenzione concentrata e il linguaggio non verbale positivo rafforzano il messaggio che il ragazzo è importante e che le sue preoccupazioni sono ascoltate e rispettate.
L’Importanza del Processo Rispetto al Risultato
Quando incoraggiamo i nostri figli a trovare le proprie soluzioni ai problemi, invece di risolvere tutto noi stessi, promuoviamo lo sviluppo delle loro capacità di problem solving e resilienza. Questo processo è fondamentale per la loro crescita emotiva e intellettuale. Oltre a offrire un supporto empatico, possiamo guidarli nel pensare in modo critico e creativo per trovare soluzioni efficaci.
Invitiamo i bambini a esplorare diverse opzioni e a considerare le conseguenze delle loro decisioni. Questo non solo li aiuta a risolvere il problema attuale, ma li prepara anche ad affrontare sfide future in modo più autonomo e sicuro.
Creare un Ambiente di Apertura e Accettazione
Un ambiente familiare aperto e accogliente è essenziale per aiutare i bambini a sentirsi a proprio agio nel condividere le proprie sfide e paure. Quando i bambini sanno di poter parlare senza paura di essere giudicati o interrotti, si sentiranno più inclini a cercare il nostro sostegno quando ne hanno bisogno.
**Approfondimento sull’ambiente familiare**
Creiamo un clima di fiducia e rispetto reciproco in famiglia, dove ogni membro si sente libero di esprimere i propri pensieri e sentimenti. I momenti di condivisione aperta e sincera contribuiscono a rafforzare il legame familiare e a costruire una rete di supporto emotivo che dura nel tempo
Conclusione
In sintesi, aiutare i nostri figli ad affrontare le difficoltà non significa necessariamente risolvere i loro problemi, ma piuttosto offrire ascolto empatico e presenza genuina.
Questo approccio non solo rafforza il legame emotivo tra genitori e figli, ma aiuta anche i ragazzi a sviluppare autonomia e fiducia in se stessi.
La prossima volta che tuo figlio si trova di fronte a una sfida, prova a offrire il tuo ascolto più che le soluzioni, e vedrai quanto possa fare la differenza nel suo percorso di crescita.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di trust me up tramite un piccolo video.
Cos’è
Semplicemente un’azienda formata da tanti ragazzi spettacolari che ha deciso di creare questa piattaforma, nel 2018, partendo da un’idea di fondo: aiutare gli altri.
Gli altri-trust me up
Chi sono questi altri?
Innanzitutto tutte le persone che hanno un’attività o una passione che vogliono tramutare in lavoro facendosi pubblicità.
Qualsiasi tipo di vendita prodotti o servizi su trust me up ha voce.
Una volta che ir agazzi lavorano sul tuo pofilo, comincerete a creare tre srvizi per la vostra vetrina. Poi, potete aggiungerne quanti ne volete in modo indipendente con costi e descrizione.
Ma qual’è la cosa bella, che ogni servizio avrà una percentuale dis conto per chi vuole comprare sulla piattaforma.
Esempio, le mie consulenze hanno il 10% di sconto su un prezzo già concorrenziale.
Ora, questa percentuale va in beneficienza all’associazione da me scelta: niente truffa, io ho scelto sos villaggio dei bambini e telethon.
Percentuale-trust me up
La percentuale sarà la cifra che andrà in beneficienza. In più , cosa ancora più comoda per voi, avrete il cashback della percentuale così che potrete sempre acquistare servizi.
Buongiorno amici. oggi parliamo di ” Terry i miei non sopportano il mio ragazzo”.
Normalità e disfunzionalità-“Terry i miei non sopportano il mio ragazzo”.
A chi non è capitato di presentare il proprio partner ai genitori e, invece di trovare gioia approvazione, trovano non sopportazione e disappunto?
E può succedere. Il problema è quando avviene in una famiglia disfunzionale dove il partner del figlio/a viene visto come una minaccia.
Perché? Perché spesso le mamma, soprattutto anche se c’è una buona percentuale anche di papà, vedono il figlio come un’estensione di sè senza del quale non potrebbero vivere.
Vendetta
Le conseguenze per la vita del figlio n questione sono devastanti e si possono sviluppare due atteggiamenti diversi.
Sudditanza del ragazzo nei confronti di una madre che cerca d ricattarlo moralmente :”i ho sacrificato la vita per te…nessuno ti ama come tua madre..”.
O atteggiamenti di rabbia e vendetta trasversale in cui, il ragazzo/a, cerca di relazionarsi appositamente con una tipologia di persona che sa non piacerà alla madre.
Diretta “Terry i miei non sopportano il mio ragazzo”
Quindi?
In questa diretta vedremo tutte le situazioni e le caratteristiche di questa tipologia di famiglia disfunzionale e cosa fare per…arginare i danni.
Come sempre non voglio anticiparvi grandi cose ma solo dirvi che, il silenzio attivo, è fondamentale.
Cos’è
E’ la sospensione della comunicazione che un genitore fa nei confronti del proprio ragazzo.
Attenzione però, questo non deve essere un atto punitivo, una reazione emotiva ad una risposta che non ci aspettavamo o ad un non rispettare una regola, cose che, comunque, sono all’ordine del girono in questa fascia d’età.
Quando applicarlo
Deve essere applicato solo e soltanto nei casi in cui c’è una reazione grave, davvero grave ed aggressiva da parte del ragazzo in questione.
E questo silenzio, appunto, deve essere motivato. Deve essere un modo per portare il ragazzo a riflettere sui motivi per cui, io, ho deciso di non parlarti più per due ore, mezza giornata.
Buongiorno amici. Oggi, nella diretta, parliamo della cicatrice francese-diretta, le sue origini e i danni permanenti che può provocare.
Discutiamo Cicatrice francese-diretta
Tremd, prutroppo, che sta spopolando sul socia più cotnroverso e ricco di polemiche: tiktok.
Trend che è natoin francia, tra una comunità magrebina , e che sta spopolando, purtroppo, anche in talia.
Origini cicatrcie francese-diretta
Le origini risalgono a decenni fa quando un dittatore di Haiti, divenuto poi presidente, amava provocarsi questis egni sul volto coems egno di forza e valore.
Oggi, questa comunità magrebina, si provoca le stesse cicatrici per omaggiarlo.
Tiktok. Cicatrice francese-diretta
Da semrpe molto controverso perché genera questo tipo di trend e perché, soprattutto, è popolato da ragazzi troppo trppo giovani.
La responsabilità, però , non deve essere mai attribuita a itnernet, come ad un film o a un genere musicale.
La responsabilità va alla famiglia, va al fatto che non c’è la giusta educazione a come si utilizza al meglio un mezzo così potente .
Non voglio spoilerarvi l’intera diretta che, come sempre, merita di essere segutia con attenzione.
Ma, stavolta, dovete guardarla con i vostri figli, per evitare cha cadano in questi giochi che possono provocare molti danni.
Progetto molto importante dedicato agli adolescenti.
Buonigorno amici. Oggi vi presento no more home abuse.
Progetto
Tutto asce dall’idea di creare uno spazio, un piccolo cntro dove poter dare ascolto a tutti quei ragazzi e ragazze vittime di abusi e violenze domestiche.
E che, per paura, vergogna, non hanno ancora avuto il coraggio di urlare il loro dolor,e la loro rabbi,a di denunicare ed essere sostenuti.
Di chiedere aiuto.
Ragazzi-no more home abuse
Nel mio lavoro, nel corso degli anni, ho avuto, purtroppo, a che fare con situazioni di questo tipo.
Cosa comporta? L’allontanamento dalla famiglia dei ragazzi, il percorso in comunità, il processo, a volte, la presa incarico degli assistenti sociali e del tribunale dei minori.
Ed è rporpio aiutando questi ragazzi, ed è proprio gardando i loro occhi e tenendo le loro mani che ho voluto portare avanti questo progetto.
Incontro- no more home abuse
Un progetto che è , oltretutto, un luogo di incontro tra ragazzi che hanno lo stesso vissuto, che possono darsi coraggio e sostenersi a vicenda. Per non farli sentire soli e sbagliati.
Un luogo dove l’arte può essere da veicolo per esprimere i loro sentimenti e le loro paure.
Ma per avvare tutto questo ho bisogno di voi e del vostro aiuto.
Ascoltate attentamente la diretta .
E se volete, sostenete no more home abuse e fate girare il più possible,ai vostri parenti, amici, conoscenti, sui social media, questo link
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sul fatto che ci ricordiamo di come ci siamo sentiti, non delle parole che c vengono dette.
Piccola ma importantissima riflessione del giorno.
Come ci sentiamo
Molte, troppe volte, quasi sempre, i genitori pensano di ferire con le parole, di faresi rispettare alzando la voce, di dare più pathos e impeto ad un rimprovero alzando la voce o dicendo quella parola di troppo.
Come dico sempre, fin dall’infanzia, ossia quando i bimbi non hanno altro esempio e conoscenza se non quella del nucelo familiare con cui vive tutto il giorno, i genitori devono esere un buon esempio, una guida per los viluppo sano del proprio figlio.
In questa fase, il bambino assorbe tutto quello che vve tra le mura dic asa. E quando dico tutto è davvero tutto.
E non avendo ancora consapevolezza di cosa è giusto e sbagliato, di come si deve comportare o meno nel modo corretto con le persone che lo circondano, prendono come esempio non quello che dicono o genitori ma quello che fanno.
Comportamenti
Se dico al mio bambino fumare fa male, non devif arlo” e poi il bimbo vede mamma o papà che fumano tutto il giorno, essendo una guida per il bimbo, questo non ascolterà, non memorizzerà le parole dette dal genitore ma guarderà i fatti.
E il fatto, qui, è vedere la mia guida fumare. Quindi vuol dire che è corrett farlo. Qundi lo faccio anch’io. Esempio banale ma per farvi capire.
Ferire
Troppe volte mic apita di vedere, in famiglie cona dolescenti, genitori che pretendono di essere ascoltati dai loro ragazzi urlando, attaccandoli con parole che feriscono la loro persona, praticamente insulti.
O, peggio ancora, alzando quanlche schiaffo.
Ecco…ai ragazzi non rimarranno dentro le parole, le urla.
Ma quello che rimarrà dentro di loro è il come si sonos entiti in quel momento: male, inutili, falliti, non capiti o sacoltati.
Uno schiaff verrà ricordato in eterno e farà molto più male di un qualcosa detto alzando il tono della voce.
Attacchi
Non ricorderanno una parola detta furo posto ma come quella parola li avrà feriti; come li avrà fatti sentire in quel momento. Perché è questo che uccide .
Quando un ragazzo, storia vera, mi dice , prlando del suo compleanno “era meglio che non nascevo, tanto…”, dietro questa frase terribile c’è una sofferenza immensa nata da tutti quei momenti in cui questo ragazzo si è sentito solo.
Nasce da come, atteggiamneti, indifferenza, non curanza, mancanza di attenzione e affetto, mancanza di stima, lo hanno fatto sentire…un fallito, depresso, solo, non capito e ascoltato.
Non ricorderannos icuramente la parola in questione, la frase…ma lo stato d’animo quello sì.
E non pensiate di creare un dialogo serio, vero, sano in questo modo.
Ascolto
Prestate attenzione a quello che dicono i vostri ragazzi, ascoltateli senza pregiudizi o giudizi, cercate di empatizzare con loro e il loro mondo e se avete bisogno del mio aiuto contattatemi nella sezione “contatti e consulenze” del sito
o su camtv col nome del canale adolescenti istruzioni per l’uso
La sfida di comunicare in mdoo corretto coi ragazzi.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sulla frase “quante volte te lo devo dire?”
Quante volte ai genitori capita di dover ripetere le stesse cose ai figli adolescenti e fare e rifare le stesse richieste senza ottenere nulla in cambio, se non proteste o risposte come “che stress” o “lo faccio dopo” o “adesso non ne ho voglia”?
Volontà- quante volte te lo devo dire?
In queste situazioni, ci si aspetta di poter ottenere anche un minimo di reazione in un breve lasso di tempo visto che la maggior parte delle volte le richieste non sono poi così impegnative.
Tali aspettative, però, non corrispondono ai comportamenti dei figli oppure non tengono conto delle modalità di pensiero e funzionamento specifiche della loro fascia di età, per cui si può sperimentare un vissuto di rabbia, frustrazione e impotenza.
Essere genitori consapevoli significa fare i conti con le dinamiche tipiche della crescita, conoscere i meccanismi, anche cerebrali, che si nascondono dietro i loro comportamenti, per trovare modalità più efficaci di comunicare.
Quando prevale la sensazione di dover “ripetere diecimila volte le stesse cose” agli adolescenti, dobbiamo fare lo sforzo di comprendere che non si tratta di pigrizia o disinteresse.
Ma il loro cervello funziona in modo differente da quello adulto ed influenza le loro risposte alle nostre richieste.
L’importanza di una comunicazione efficace– quante volte te lo devo dire?
È fondamentale focalizzarsi sul modo in cui si chiedono le cose ai figli, perché reagiscono alle parole utilizzate, al tono, ai gesti, agli sguardi: nelle relazioni ci si influenza reciprocamente.
Urla, critiche e commenti svalutanti possono innescare un braccio di ferro continuo, con il rischio di innervosirsi ancora di più.
Se le critiche nella fase della crescita sono associate a emozioni negative si sperimenta un apprendimento negativo che fa rivivere quelle stesse emozioni anche solo quando si richiama alla memoria quella situazione o si sperimenta qualcosa di simile.
Inserire delle domande prima di reagire impulsivamente è una buona strategia per essere più efficaci e aumentare le probabilità di essere ascoltati.
Pensare alle parole giuste, quelle che accolgono prima, e direzionano poi, è un passaggio fondamentale.
Leggere con gli occhi/cervello di chi si ha davanti permette di essere efficaci. Che parole scelgo di usare? Mi prendo il tempo necessario per spiegare come determinate cose andrebbero fatte o mi aspetto che capisca al volo e lo sappia già fare?
Esseri chiari, non usare troppe parole, armarsi di pazienza e spiegare ciò che devono fare, con suggerimenti ed esempi concreti, è un modo efficace per accompagnarli gradualmente ad assumersi più responsabilità e acquisire autonomia.
Anche se al genitore non lo diranno mai apertamente, hanno bisogno di una guida e di qualcuno che si fidi di loro e delle loro capacità.
Cervello ancora immaturo: cosa tenere in considerazione?
La percezione dei genitori è che i figli siano impermeabili a ciò che viene chiesto, come se avessero i tappi nelle orecchie o abitassero su un altro pianeta.
“I miei genitori ogni giorno mi dicono sempre le stesse cose, a quel punto stacco la spina del cervello, e per me diventa solo un suono senza senso”
Certamente è sfidante trovare un bilanciamento in questa fase, in cui la corteccia prefrontale si sta ancora sviluppando e i ragazzi stanno gradualmente acquisendo diverse competenze cognitive.
Ragionare in modo critico, controllare i propri impulsi e inibire atteggiamenti inappropriati, pianificare e prendere decisioni.
Oltretutto, le neuroscienze hanno evidenziato che i rimproveri disattivano momentaneamente alcune aree del cervello degli adolescenti, impedendo loro di comprendere le intenzioni e il punto di vista degli altri.
“Durante l’adolescenza si verificano un insieme di cambiamenti determinanti a livello cerebrale, che danno origine a nuove capacità, potenzialità e funzioni (…) spesso celate alla vista, ma possono essere portate alla luce e valorizzate in modo più efficace se sappiamo dove cercarle e come coltivarle” (La mente adolescente di D. Siegel).
Quindi, anche quando si ha la sensazione che le parole dei genitori rimbalzino su un muro di gomma, è importante lavorare sul creare una relazione “sufficientemente buona” con loro, coinvolgendoli maggiormente nelle questioni che li riguardano e mettendo in conto che non basterà dirglielo una o poche volte, ma tutte le volte che sarà necessario.
E se vaete bisogno del mio aiuto contattatemi tramite la sezione “contatti e consulenze ” del sito
Buongiorno amici. Oggi parliamo di come negoziare coi propri figli.
Comunicare con i figli adolescenti può essere complesso e a volte anche piuttosto sfidante. Per il genitore è importante imparare l’arte della negoziazione, ossia “l’abilità di negoziare, realizzare delle trattative che portino a un accordo” (dal Vocabolario Treccani).
Tempo e pazienza: come il corpo, anche la mente ha bisogno di allenamento!
Per raggiungere un cambiamento è necessario allenarsi, essere costanti e avere pazienza. Servirà tanto esercizio per far sì che le nuove modalità di comunicazione portino un frutto e si trasformino in nuove abitudini. Allenarsi significa cambiare, modificare i pensieri, le parole e le modalità di reagire.
Il cambiamento non è immediato, richiede tempo. Non c’è un interruttore che si accende o spegne nella mente, ancor di più in quella adolescente: c’è bisogno di ripetizione.
Il ruolo del genitore è fondamentale: è un allenatore, non si può pensare di salire dentro il ring e combattere con la persona che si allena. Non si tratta di imporre perché anche se questa strategia non è efficace anche se potrebbe sembrare utile nell’immediato, non lo è nel lungo periodo perché non porta ad una reale comprensione del problema. Imparare a negoziare con i figli significa trovare degli accordi e far arrivare il messaggio che si vuole far arrivare, portarli verso la propria direzione quando serve, senza condizione il loro modo di essere.
Come essere più efficaci?
– ASCOLTO:
Bisogna, anzitutto, ascoltare e porre attenzione alla scelta delle parole. Quali, e in che sequenza, vengono utilizzate? In che modo vengono comunicate? Come vengono dette? È basilare l’ascolto iniziale da parte del genitore che deve partire dalla comprensione delle esigenze e dello stato dell’altro per poi poter procedere senza che si sentano incompresi.
Le parole attivano delle reazioni nel cervello, creano immagini che innescano, a loro volta, pensieri e comportamenti. Se un adolescente, ad esempio, si definisce “un disastro”, la sua mente ed il suo corpo reagiranno a quell’immagine. Ascoltare significa dare riconoscimento: senza questa fase non si può comunicare in maniera efficace.
– PAROLE E CERVELLO:
Non vanno utilizzati verbi come “provare” e “cercare” perché non è fare. Inoltre, i verbi usati al condizionale, vengono compresi a livello cognitivo ma non innescano una reazione immediata: con i vorrei non si cambia. Il cervello ha bisogno di fiducia e una chiamata all’azione per smuoversi, soprattutto in adolescenza. Il DEVI non è molto gradito e attenzione anche ai “ma” e i “però” che andrebbero sostituite con “e” oppure “o”, salvo che non si voglia annullare il senso di quello che si trova davanti al ma: “sei stato bravo, ma potevi fare di più”. Cosa rimane nella mente di un ragazzo? Il “potevi fare di più”, non il sei stato bravo.
Porre il focus sul linguaggio che utilizziamo è un esercizio, da fare con se stessi oltre che con i figli: utilizzare i termini o i verbi giusti, per attivare un cambiamento e ottenere, gradualmente, un risultato.
– CONCRETEZZA:
Nel cervello adolescente tutto ciò che attiene al pensiero complesso, al ragionamento critico e alla riflessione più profonda è in fase di maturazione. Il compito del genitore è semplificare, rendere più comprensibile e, dunque, più flessibile. È importante usare un linguaggio che conoscono, fare esempi concreti, non fare paragoni o confronti che rimandano a qualcosa di distante e lontano dalla loro quotidianità (“Ai miei tempi”, “Quando avevo la tua età”).
– OSSERVARE:
Quante volte capita di non essere ascoltati dai figli adolescenti, anche quando ci si avvicina a loro o ci si impegna a comprendere e rispettare i loro tempi? È fondamentale andare oltre la risposta prettamente verbale e osservarli, anche nei loro comportamenti. A volte, infatti, non rispondono nel modo in cui l’adulto si aspetta: cambia il loro sguardo, il loro atteggiamento, comunicano proprio attraverso il loro silenzio.
Tenere in mente questi aspetti nella comunicazione con un adolescente permette di comprendere il loro punto di vista ed essere consapevoli che, anche quando non lo dicono a parole, ascoltano e recepiscono i messaggi del genitore.
Vi ricordo ceh se avete bisogno di me potete contattarmi allas ezioen “contatti e consulenze ” del sito