Buonigorno amici. Oggi riflettiamo sul fatto che i figli non riparano nulla.
Uno degli errori che fanno i genitori è quello di avere aspettative sui figli…aspettative, spesso, malate.
Mi capita spesso, purtroppo e lo ribadisco, di incontrare mamme, o papà ( ma sono in minoranza in questo caso), che pretondono che il figlio sia quello che vogliono, che faccia quello che vogliono, che studino quello che decidono loro e che abbiamo gli obiettivi che loro, da giovani, non son riuscite a realizzare.
Ma vi siete chieste, o chiesti, se è proprio questo che è melgio fare per loro?
Errori
A volte viene così spontaneo comportarsi in questo modo che nemmeno ci accorigmao dell’errore che si sta facendo. Magari perché noi stessi siamo stati vittime di un atteggiamento di questo tipo.
E’ il solito discorso della famiglia, del retaggio culturale: siamo crescouti così, ergo, pensiamo sia nrmale comportarsi così.
O, forse, siamo stati costretti, mossi d ricattini morali o dal non voler deludere nessuno, a prendere starde che non desideravamo.
Riflettete
Ma mettetevi ovi, ora, al posto di un figlio, di un ragazzo, non più bambino ma nemmeno ancora adulto, che non può esprimere la propria personalità, le proprie idee, le proprie opinioni.
Un ragazzo che ha i propri sogni,desideri ma ha paura a comuncialri perché non corrispondono a quello che la famiglia ha pensato, anticipatamente, per lui.
Vi accontenterà, certo, perché non vuole deludervi ma cfrescerà insoddisfatto, frustrato, andrà incontro a fallimenti quasi certi perché fa cose che non sono nella sua indole e natura.
E , col tempo, darà la colpa, giustamente(mi permetto di dire), a voi per le sue frustrazioni. Vi sembra giusto? Vis embra il modo corretto di crescere un ragazzo che diventerà presto un adulto e non saprà come camminare da solo nel mondo? no, non lo è.
Vuoti
I figli, oltretutto, non devono essere ricatto nei casi dis eparaione, non è un pacco dono nè una proprietà privata.
Non devono colmare i vostri vuoti. Mis ento sola quindi mio figlio non può andare a vivere da solo.
“dopo tutto quello che ho fatto per lui/lei adesso che o bisogno io se ne va”
Vi sembra corretto? I figli hanno il diritto di cotruire una proprià identità, una propria ita.
Questo non vuol dire che vi abbandonerà…vuol dire che sta crescendo, che avete fatto il giusto lavoro dig eniori che aiutano i propri figli a trovare la LORO strada.
Riflettete su tutto questo e, se avete bisogno di me, che voi siate genitori o figli, contattatemi nella sezione “contatti e consulenze” del sito
Ecco cos’hanno risposto a questa domanda un gruppo di ragazzi.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo su questa domanda: che tipo di genitore vuoi essere?
E le risposte che sono state date dai ragazzi devono assolutamente far riflettere.
Presenza
Queste risposte non hanno bisogno dicommenti.
Infatti, il primo aspetto toccato dai ragazzi la presenza. Il che vuol dire, qualità, tempo davvero dedicato a loro, ascolto attivo..il far capire a un figlio che, in qualsiasi momento, possono contare sui genitori.
Fiducia- che tipo di genitore vuoi essere?
Altra risposta bellissima. Lasciar essere uj figlio quello che vuole, rispettando i suoi obiettivi, aiutandolo ad inseguirli senza influenzarlo nelle scelte, senza giudizi o pregiudizi.
Coerenza-che tipo di genitore vuoi essere?
Uno degli aspetti che ribadisco ogni volta ai genitori. Siate coerenti. Una regola, se volete sia rispettata, va rispettata prima da voi.
I genitori, infatti devono essere un esempio per i ragazzi, una guida affinché diventino degli adulti sereni e capaci.
E se avete bisogno di un aiuto, contattatemi tramite la sezione contatti e consulenze de sito
Buongiorno amici. Oggi parliamo di figli che crescono e del motivo per cui tendono a chiudersi in se stessi.
Adolescenza-figli che crescono
Quando i figli oltrepassano la soglia dell’adolescenza, non si può non rendersene conto, non solo cambiano da un punto di vista fisico, iniziano a mettere in discussione i modelli genitoriali, si concentrano sui loro interessi, tendono a parlare meno, possono essere più scontrosi.
Capita di frequente che i genitori non riconoscano più quello che era il loro bambino, hanno la sensazione di “perdere il controllo” del figlio che non è più gestibile come quando era piccolo.
Figli che crescono: cosa si nasconde dietro la chiusura degli adolescenti?
Definirli chiusi sarebbe un vero errore, non è scontato che quando si entra in adolescenza si attivi automaticamente un processo di chiusura.
Spesso si amplifica ciò che hanno covato silentemente dentro oppure emergono degli aspetti che si conoscevano sotto un’altra forma, nulla si crea, tutto si trasforma.
Che pretendano degli spazi privati, da non interpretare come chiusura, è anche giusto e soprattutto fa parte del naturale processo di crescita.
Devono sperimentarsi e avere la loro autonomia per farlo e per ottenere i loro spazi fisici e mentali, altrimenti non sarebbero adolescenti.
Chiusura
Adolescere significa crescere ed è quella fase che deve portare all’acquisizione dell’autonomia psichica e alla stabilità dei tratti di personalità e identitari.
La chiusura a volte è solo la manifestazione di un’educazione troppo poco basata sul dialogo e sul confronto ma solo sulla rendicontazione.
Capita anche che non si aprano perché dall’altra parte non trovano la giusta accoglienza o sono convinti di non trovarla,.
Non si sentono capiti, per paura delle reazioni genitoriali o perché non vogliono far vedere la loro fragilità. Non sempre è disfunzionale.
La verità è che se ascoltassimo le due campane suonare alle nostre orecchie arriverebbero spesso versioni a volte anche diametralmente opposte.
Genitori
Troviamo da un lato i genitori che non sanno come comportarsi con i figli adolescenti e, dall’altro, molti ragazzi riferiscono di non sentirsi compresi, accettati e riconosciuti per quello che sono e si lamentano del fatto che i genitori mettano al primo posto il rendimento scolastico e la condotta rispetto alle loro esigenze e al loro stato emotivo.
Questa è una delle lamentale più frequenti che ascoltiamo nella stanza dello psicologo e all’interno delle aule scolastiche.
Come sottolineavo in precedenza, di frequente gli adolescenti si tengono i vissuti dentro perché bloccati dalle possibili reazioni genitoriali.
Hanno paura di deluderli, di ferirli, di farli stare male o che si arrabbino.
Tantissimi genitori si impegnano per dare ai figli tutto ciò che possono, cercando di non fargli mancare niente, spesso eccessivamente preoccupati per loro, di ciò che fanno, di ciò che può succedere e di come si comportano.
Sintonizzarsi
Più che preoccuparsi, però, è importante occuparsi dei figli, nel senso di condividere con loro dei momenti, sintonizzarsi sui loro stati emotivi e sulle loro esigenze, spesso differenti da quelle del genitore.
Infine, anche se vogliono sembrare spavaldi e sicuri di sé, sono in realtà molto fragili, condizionabili dalle paure e dal giudizio degli altri, hanno timore di esprimersi, non riescono a gestire le difficoltà quotidiane e hanno bisogno di conferme e sicurezze.
E vi ricordo che se avete bisogno di me potete contattarmi tramite lasezione contatti e consulenze del sito
Buongiorno amici. Oggi parliamo di come negoziare con un figlio adolescente.
L’adolescenza è una fase “ribelle” della vita. Gli adolescenti manifestano una serie di cambiamenti ormonali, oltre a portare a termine un’intensa ricerca dell’identità. Desiderano la loro indipendenza, credono che i genitori non li capiscano e che vogliano controllare la loro vita. Ed è per questo che è importante saper negoziare con i figli adolescenti in questa delicata fase.
A volte gli adolescenti tendono ad allontanarsi e, dato che non sempre si sa come avvicinarli, si sentono soli, incompresi e non si fidano di nessuno. Per questo motivo, la negoziazione può migliorare significativamente una circostanza del genere.
Saper negoziare con i figli adolescenti è un modo per trasmettere loro i valori
Tutti i genitori sono consapevoli dell’importanza di trasmettere i valori ai figli fin da piccoli. Stiamo parlando di valori sani che possano orientare i loro comportamenti, aiutandoli a prendere le decisioni più giuste. Non è sempre facile riuscire in questa impresa, ma negoziare sembra essere una strategia adatta. Cosa insegna ai giovani, e ai genitori, questa strategia?
Migliora la gestione delle emozioni:
saper negoziare con i figli adolescenti permetterà a loro di imparare a fare lo stesso. Si renderanno conto che è molto difficile raggiungere un accordo quando una delle due parti è sempre guidata dall’ira, dalla rabbia, dalla frustrazione o dalla tristezza.
Apporta fiducia e coerenza: l
’incoerenza nei rapporti familiari può scatenare crisi emotive negli adolescenti. Negoziare è un modo per aiutare tutti i membri della famiglia a ritrovare la fiducia l’uno nell’altro e a essere coerenti con quello che dicono, pensano e fanno.
Aiuta a esprimere sentimenti:
per negoziare con i figli adolescenti bisogna parlare in maniera onesta e chiara, esaminando le possibili soluzioni a un problema. I figli si sentiranno a loro agio nell’esprimere i loro sentimenti e pensieri senza la paura di non essere compresi.
Accordi
Trovare degli accordi sul coprifuoco quando i figli escono con gli amici o su altre attività proibite dentro o fuori casa (fumare, bere alcol, invitare amici a dormire, ecc.) è importante e questi accordi sono diversi per ogni famiglia. L’ideale è negoziarli, considerare i punti di vista di tutti e stabilire dei patti che tutti considerano giusti.
Errori che si commettono negoziando con i figli
Saper negoziare con i figli adolescenti non è facile come potrebbe sembrare. Questa difficoltà spesso non dipende dai figli, ma dai genitori. Se esercitate un’autorità quasi dittatoriale nei confronti dei vostri figli e se non tenete conto delle loro opinioni, state sabotando la negoziazione prima ancora di cominciarla.
Per negoziare con i figli adolescenti bisogna eliminare certe “distorsioni”. Stiamo parlando, ad esempio, del classico “io sono tuo padre/madre e qui comando io”. Una frase del genere è deleteria per il processo di negoziazione: impone un principio di autorità che impedisce qualsiasi forma di dialogo. Quando i genitori abusano di questa formula, i figli evitano di dire quello che pensano: si comportano in modo tale da non farsi scoprire dai genitori oppure si piegano ai loro desideri, ma difficilmente si prestano all’argomentazione dato che sanno di non avere alcuna possibilità di trovare soddisfazione dal dialogo stesso.
Bisogna evitare anche qualsiasi tentativo di manipolazione e incoerenza. Se negoziate qualcosa con i vostri figli, non potete venir meno al patto e giustificarvi dicendo: “a questo punto io non cambio quello che faccio da sempre” oppure “io posso fare quello che voglio e tu no”. Una situazione del genere non farà altro che alimentare ira, rabbia e i vostri figli si allontaneranno da voi.
Che succede?
Quando commettete certi errori nel negoziare con i vostri figli, la conseguenza è che il vostro rapporto si deteriora, non ci sarà armonia né possibilità di crescita. In questo senso, ricordate che tutti possiamo imparare da tutti. In qualità di genitori, siete delle guide e non avete motivo di imporre qualcosa in maniera autoritaria aspettandovi che vostro figlio lo accetti perché sì. Perché non parlarne e giungere a un accordo? Vostro figlio non perderà il rispetto nei vostri confronti e la vostra relazione non sarà simmetrica.
Dovete tenere conto dei sentimenti dei vostri figli e del fatto che durante l’adolescenza iniziano a costruire la loro identità e a definire i loro valori. Sono in grado di pensare per se stessi, hanno le loro idee su diversi argomenti e questo va rispettato a mano a mano che crescono. Saper negoziare con i figli adolescenti in maniera saggia migliorerà il vostro rapporto con loro, cioè la cosa per voi più importante.
Vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi nella sezione “contatti e consulenze” del sito
da riempire di cose belle, momenti felici, persone amorevoli d esperienze meravigliose.
Buongiorno amici. Oggi vediamo come creare uno spazio nella nostra mente da riempire delle cose e perone più belle, che possano migliorare la nostra vita.
A volte spendiamo così tante energie per sopportare certe situazioni credendo di essere forti, quando invece la scelta più coraggiosa che possiamo fare e proprio quella di lasciarle andare.
Durante l’infanzia, l’attaccamento è necessario al bambino, al fine di stabilire e definire il rapporto con i propri genitori e con il mondo.
Su questo modello, poi, verranno costruiti tutti i legami di intimità e di amore con gli altri.
Se la natura di questo attaccamento è sana, riusciremo a intessere relazioni soddisfacenti e di fiducia. Quando però l’attaccamento diventa nocivo, anche solo per la nostra condizione psicologica, è necessario imparare l’arte del lasciare andare.
Quanta negatività stai accumulando?- creare uno spazio
Come possiamo pensare di stare bene se continuiamo a mantenere la mente all’erta, se non lasciamo mai andare nulla? La mente chiacchiera incessantemente, e troppe volte è focalizzata su pensieri di ansia, paura, rabbia. I pensieri non sono neutri: hanno una carica emotiva.
E c’è dell’altro: i pensieri creano sostanze che inondano il nostro corpo. È facile comprendere che pensieri “stressanti”, ovvero quelli che ci danneggiano oltre a rovinarci la giornata, con il tempo minano addirittura la nostra salute.
Pertanto, è importante imparare a chiudere i cerchi, o capitoli della nostra vita, che è la stessa cosa.
Significa lasciare andare persone o esperienze che in un determinato momento avevano un senso, ma che ora non lo hanno più. Significa voltare pagina e aprirsi a nuove esperienze.
“Lasciar andare” significa non forzare le cose
Significa lasciare che “fluiscano” naturalmente! Consapevoli del fatto che lottare insistentemente per qualcosa da cui, siamo certi, non trarremo frutti, può precluderci la scoperta di nuovi traguardi, nuove cose o persone che potrebbero renderci felici.
Comporta quindi l’accettazione del fatto che alcune cose “sono come sono” e che giudicarle o tentare di cambiarle (quando non se ne ha il potere o semplicemente il diritto), comporterebbe un inutile spreco di energie.
Per quali strani percorsi mentali o emotivi continuiamo a farci del male?
E per quale motivo persistiamo anche di fronte alle evidenze negative di determinate situazioni sociali, o di legami affettivi ambigui che ci procurano solo dolore?
Pur accettandoci e instaurando un buon rapporto con noi stessi, o vivendo la reciprocità di un amore, siamo capaci lo stesso di creare l’inferno nella nostra vita interiore, spingendoci a negare ogni sembianza di felicità.
Spesso il restare intrappolati in relazioni distruttive nasconde problemi più profondi.
Ad esempio, a volte accade che tanto più malsane sono le relazioni familiari tanto più lo sono anche quelle di cui ci circondiamo nella vita adulta.
Se abbiamo imparato a dover soddisfare l’altro, più che noi stessi, per sentirci amati e accettati, nelle relazioni adulte tenderemo a corrispondere alle aspettative altrui in modo automatico, senza dare importanza a noi stessi.
Ecco perché chi nasce in famiglie con dinamiche relazioni disfunzionali è probabile che, una volta adulto, possa farsi coinvolgere in relazioni tossiche e non funzionali al suo benessere e pertanto poco soddisfacenti.
Perché chiudere con il passato?-creare uno spazio
Il passato fa parte di noi, ha contribuito a renderci quello che siamo.
Non possiamo semplicemente nasconderlo perché prima o poi tornerà. Pertanto, è essenziale imparare a sistemare le cose con il nostro passato.
Solo quando assumiamo e accettiamo queste esperienze ci liberiamo dal loro peso e possiamo continuare il nostro cammino.
Sono migliaia le ragioni per cui ci aggrappiamo al passato, ma tra queste vi è sempre la paura dell’ignoto e la nostra tendenza a rimanere nella nostra zona di comfort.
Anche se suona contraddittorio, ci fa più paura fare il passo successivo piuttosto che continuare a soffrire restando nel punto in cui ci troviamo.
Ma non possiamo vivere il presente tenendo un piede nel passato. Ciò che è è successo è successo, dobbiamo liberarci della sua influenza perché altrimenti non potremo crescere come individui!
Infatti, crescere non significa solo appropriarsi di nuove competenze, acquisire conoscenze e incontrare nuove persone, ma significa fondamentalmente troncare con il passato.
Per conquistare alcune cose dobbiamo lasciarne andare altre. Questo significa che dobbiamo avere il coraggio di chiudere i cicli della nostra vita e lasciarci alle spalle le persone o le esperienze che, anche se in un determinato momento ci hanno dato molta felicità, ora rappresentano solo un ostacolo alla nostra crescita.
Cosa dovremmo lasciare andare?- creare uno spazio
Tutto quello che ci fa male e genera delle sofferenze inutili
Tutto quello che ci toglie felicità e ci fa morire un po’ ogni giorno, spegnendoci lentamente
Tutto quello che ci tiene legati al passato sulla base di false speranze
Tutto quello che è privo di significato nella nostra vita attuale e non si adatta alla nostra nuova visione del mondo
Tutte le persone che ci hanno lasciato e non vogliono che facciamo parte della loro vita
Tutti quei luoghi in cui non ci sentiamo più a nostro agio e dove andiamo solo per dovere o per abitudine
Tutte quelle abitudini, credenze e atteggiamenti che sono un ostacolo per la nuova fase della vita che stiamo per affrontare
Chiudere i cerchi della vita non significa mettere la parola fine, ma è piuttosto l’inizio di qualcosa di nuovo.
Quando è il momento di lasciare andare?
Quello che si è vissuto ha fatto male, certo, ma quello che si fa con il proprio dolore è probabilmente più importante del dolore stesso. Si preferisce riuscire a godersi per intero la vita che si potrebbe avere o si preferisce rimuginare all’infinito sul passato e su qualcosa che non può essere cambiato? Ma come si può lasciar andare le ferite del passato e andare avanti?
Quando abbiamo troppe aspettative su di noi
Le aspettative sono quelle che ci tagliano fuori dal flusso della vita, ci portano lontano dal momento presente e ci fanno dire: “sarò felice solo quando avrò una nuova relazione, un nuovo lavoro, una nuova casa, etc”.
Senza aspettative non viviamo più schiacciati tra passato e futuro, siamo presenti. Solo così possiamo assaporare il qui e ora.
Se la nostra mente è continuamente sballottata tra le ferite del passato e le apprensioni per il futuro, come possiamo goderci la magia del presente? Come facciamo allora a vedere, sentire, percepire la bellezza dell’attimo corrente?
Quando ci ostiniamo a volerci far amare
Non possiamo forzare nessuno ad amarci, ma possiamo essere una persona da amare.
Non dobbiamo forzare nessuno a rimanere nella nostra vita quando vuole andarsene. L’amore è libertà, non dipendenza o forzatura. La fine di un amore non é la fine del mondo.
Ogni persona che esce dalla nostra vita lo fa per una ragione, ma non lo fa mai senza prima averci insegnato la lezione. Lasciamo che le cose accadono e si risolvano da sole.
Quando si è legati a un passato che ci tormenta- creare uno spazio
Il passato è passato e non può essere cambiato.
Il segreto della libertà e della felicità non sta nella vendetta, nel rancore verso chi ci ha fatto del male e ci ha fatto anche piangere, ma nel lasciare che le cose si sistemino da sole, naturalmente e nell’imparare dagli errori.
Ciò che conta di più non é il primo capitolo, ma l’ultimo. Liberiamoci dalle catene del passato, apriamo il nostro cuore e la nostra mente a nuove esperienze!
Quando stiamo sacrificando la nostra felicità
Una relazione dovrebbe essere una condivisione di amore, un dare e avere, non un prendere e basta.
Se la persona accanto a noi non ci dà la serenità che cerchiamo è meglio chiudere. Non ha senso elemosinare amore con chi non ci merita o non ci apprezza..
Non permettiamo che questo succeda, non sacrifichiamo la nostra dignità e la nostra felicità solo per tenere qualcuno accanto a noi.
Ripetiamoci sempre, ogni giorno “IO SONO LA PERSONA PIU’ IMPORTANTE DELLA MIA VITA!
Lasciare andare è un atto che richiede coraggio
Un famoso detto napoletano recita: “Acqua ca nun cammina, fa pantano e feta” (acqua che non scorre si intorbidisce e fa cattivo odore).
Questo vecchio proverbio rende pienamente il concetto: tutto quello che non lasciamo fluire si sedimenta dentro di noi, lasciandoci con energie “sporche” che ci affaticano.
Certo, non è semplice capire quale sia il tempo migliore per andare oltre.
In generale, ogni volta che la memoria ci richiama alla mente attimi dolorosi del passato, e questi influenzano la nostra realtà nel presente, siamo imprigionati in un tempo che non ci rappresenta più.
Senza il peso dei pensieri negativi, il dolore, la sofferenza, riusciremo a camminare a passo svelto in questo folle viaggio che è la vita.
Lasciare andare non significa arrendersi, al contrario: vuol dire accettare la sfida e imparare a non avere bisogno di niente, se non di quello che ci consente di essere felici.
Trova la parte di te che non rimugina ma sente, che non pensa ma sa, che non dubita e vive, fiduciosa nel fatto che non ti manca nulla in questo momento né per essere felice, né per affrontare le difficoltà.
Se vuoi che da questo momento qualcosa di straordinario entri nella tua vita, crea uno spazio da riempire.. di cose belle, di momenti felici, di persone amorevoli ed esperienze meravigliose.
Insomma, riempi di senso la tua vita perché ti porta a dare un immenso valore al presente. Ti porta ad Esserci.
Io spero che capre come creare uno spazio importante per stare bene nella nostra mente vi sia stato utile
Vi ricordo che se avete bisogno di me potete contattarmi nella sezione “contatti e consulenze” qui
Insieme possiamo superare le difficoltà. La vita è un bene prezioso, da vivere attimo per attimo.Se hai bisogno di me contattami, posso aiutarti.Avrai il supporto di cui hai bisogno.
Buongiorno a tutti. Questa è la homepage del mio sito, Qui mi presento e vi spiego di cosa mi occupo, del supporto che offro e della mia esperienza con famiglie e minori.
Mi chiamo Maria Teresa e sono un’educatrice esperta in problemi legati all’adolescenza, alle mille problematiche che caratterizzano questo periodo delicato della vita non solo i diretti interessati ma anche delle famiglie.
FAMIGLIE E RAGAZZI A SCUOLA
Ho aiutato famiglie in situazioni di forte disagio; ho aiutato genitori e figli a ritrovare un dialogo, un rapporto che sembrava ormai perso.
Molta della mia esperienza l’ho maturata in comunità di minori vittime di violenze e abbandoni,in scuole di ogni grado di istruzione affiancando ragazzi con alle spalle delle situazioni familiari molto complesse.
Ragazzi che provenivano da comunità che non avevano nessuno. C’era chi era affetto da disturbi dell’attenzione che, quindi, avevano difficoltà a prestare attenzione all’interno della classe disturbando l’operato di insegnanti e compagni.
Altri non riuscivano a interagire nel modo corretto con i coetanei, che non riuscivano ad esprimere nel modo corretto i loro pensieri, bullizzati o semplicemente timorosi.
Altri ancora che avevano bisogno di sostegno, iperattivi, con ansie da prestazione che, poi, si riflettevano anche nella vita personale.
ESPERIENZA IN TUTELA MINORI
Ho lavorato, in tutela minori, presso cooperative sociali svolgendo a.d.m. (assistenze domiciliari minori presso famiglie sotto decreto emesso dal tribunale dei minori, nel mio caso Brescia) e svolto molti incontri protetti tra minori e genitore o intero nucleo familiare allontanato da loro. Ho collaborato con avvocati, con famiglie affidatarie e con minori, e non, vittime di dipendenze, che fossero di droga, di alcool o di gioco.
Il mio bagaglio di esperienze è vasto. Ma io non vedo quello di educatrice un semplice lavoro. La mia, come ho sempre detto, è una vera e propria missione.
L’EMPATIA, BASE DEL MIO OPERARE
Con le famiglie e con i ragazzi riesco ad instaurare un legame particolare che dura negli anni, anche dopo aver concluso il percorso professionale.Non solo supporto lavorativamente parlando ma la mia è una vera missione: aiutare gli altri.
Il mio approccio è empatico. Ho basato la mia professione e la mia vita su questa bellissima qualità, caratteristica. Empatizzare significa entrare nei vissuti non solo delle persone che ti chiedono aiuto ma anche delle persone che ti stanno accanto.
ARTE, MUSICA E MIMICA
Nel mio percorso di formazione, ma anche per puro interesse personale che mi ha portato a tenermi costantemente aggiornata sull’argomento, rientra anche lo studio del linguaggio del corpo, della mimica facciale involontaria, dell’intonazione della voce per poter capire davvero a fondo chi ho davanti, anche senza dire una parola. Il detto “gli occhi sono lo specchio dell’anima” non sapete quanto è vero.
Ho studiato per anni in conservatorio, pianoforte, e la musica, spesso, la uso come una forma di comunicazione, un’ennesima. E’ un linguaggio universale che ti permette di esprimere quello che, a volte, a parole non riusci a fare. Un ottimo supporto alternativo.
Dipingo e anche l’arte pittorica è comunicazione. Sono tutti linguaggi non verbali ma che nascondono un mondo, il mondo interiore complesso ma estremamente affascinante di ognuno di noi.
METODO DI STUDIO EFFICACE E…GIOCHI DI RUOLO
E, infine, ultimo ma non per importanza, insegno a ragazzi dalle scuole medie fino all’università, un metodo di studio efficace per poter superare esami, verifiche, accessibile davvero a tutti.
Lo sapete cosa sono i giochi di ruolo? Ecco, uno dei progetti che spesso ho cercato di presentare alle scuole è proprio quello dei giochi di ruolo, utilissimo per conoscere le difficoltà nascoste dei ragazzi, per cooperare, per imparare a relazionarsi e ad affrontare le piccoli grandi paure. Non a caso, i giochi di ruolo sono spesso utilizzati dalle aziende per il team building .
Gli orari e il modo per contattarmi li trovate nella sezione “Contatti”. Io sono qui, se avete bisogno di un aiuto concreto che non sia solo fatto di parole chiamatemi, sono qui per voi.
Insieme possiamo risolvere tutto. La vita va vissuta in ogni piccolo istante.