Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sul pensiero “ma la felicità è un obbligo?“.
Il Mito dell’Obbligo di Essere Sempre Felici: Accettare Tutte le Emozioni Come Parte della Vita Reale
Viviamo in un’epoca in cui l’idealizzazione della felicità è diventata una sorta di imperativo sociale.
I social media sono pieni di immagini di vite perfette e sorrisi smaglianti, ma dietro questa facciata di allegria si nascondono spesso storie più complesse e sfide personali.
Ci sentiamo così obbligati a mostrare solo il lato positivo delle nostre vite, temendo il giudizio degli altri se dovessimo ammettere di non essere sempre felici.
Questo costante tentativo di conformarsi a un’idea distorta di felicità può trasformarsi in una prigione emotiva, imprigionandoci in una ricerca perenne di un’irraggiungibile perfezione emotiva.
La Trivialità della Felicità Perenne
C’è una differenza sostanziale tra cercare di essere felici e sentirsi obbligati a essere sempre felici.
La vera felicità non è qualcosa che possiamo forzare o costringere; è un’esperienza autentica che nasce dalla nostra connessione con noi stessi e con il mondo che ci circonda.
Pretendere di essere sempre felici trascura il fatto che le emozioni sono un linguaggio universale attraverso il quale esprimiamo le nostre esperienze.
La tristezza, ad esempio, può essere un’opportunità per la riflessione e la crescita personale, mentre la rabbia può indicare la necessità di porre dei limiti o difendere i nostri valori. Accettare la complessità delle nostre emozioni ci permette di abbracciare la totalità della nostra esperienza umana.
La Variegata Gamma delle Emozioni Umane
Immagina di essere su un’isola deserta e di vedere un arcobaleno dopo una tempesta: senza la tristezza e la rabbia, non apprezzeremmo pienamente la bellezza e la magia di quel momento.
Allo stesso modo, senza sperimentare la gamma completa delle nostre emozioni umane, non potremmo veramente gustare le gioie della vita.
Le emozioni negative non sono da evitare, ma da abbracciare come parte integrante della nostra esperienza.
Rifiutare le emozioni meno piacevoli significa negare la nostra umanità e limitare il nostro potenziale di crescita e comprensione di noi stessi e degli altri.
Embracing Real Life
La vera felicità non è una destinazione finale da raggiungere, ma un percorso da percorrere con tutte le sue curve e deviazioni.
Dobbiamo imparare a coltivare la compassione per noi stessi e gli altri nelle nostre esperienze emotive.
Essere gentili con noi stessi significa permetterci di essere umani, con tutte le nostre imperfezioni e contraddizioni.
Accettare la nostra intera gamma di emozioni ci consente di vivere in modo più autentico e connesso con il mondo che ci circonda.
Liberarsi dalla Prigione dell’Obligo di Felicità
In conclusione, la ricerca ossessiva della felicità continua può diventare una sorta di prigione emotiva.
Dobbiamo liberarci da questa aspettativa irrealistica e abbracciare la totalità delle nostre esperienze emotive.
Accettare le emozioni negative non significa essere pessimisti, ma piuttosto essere realisti riguardo alla complessità della vita.
Solo abbracciando la nostra umanità nella sua interezza possiamo sperare di vivere una vita autentica e appagante.
Buongiorno amici. Oggi parliamo de l’invidia, brutto sentimento.
Cosa si nasconde dietro il sentimento dell’invidia?
Purtroppo non tutti i rapporti interpersonali sono facili e non sempre si ci si ritrova ad avere a che fare con persone piacevoli. Tra i sentimenti negativi che purtroppo, delle volte, ci si trova ad affrontare e con cui bisogna convivere è l’invidia.
L’invidia può celare differenti sentimenti: senso di inferiorità, inadeguatezza, frustrazione, impotenza, odio e rabbia per il successo dell’altro che sembra oscurarci.
Chi tendenzialmente prova invidia non riesce a percepire le sue risorse, potenzialità e possibilità; il suo pensiero si concentra sullo svalutare l’altro nel tentativo di preservare il suo valore.
Sentimento
L’invidia è un sentimento molto antico che nasce con l’individuo.
Si instaura fin dalla nascita (alcuni autori affermano che possa instaurarsi già nella vita intrauterina) ed è un sentimento che durante l’età evolutiva va elaborato ogni volta che si presenta affinché non diventi distruttivo per sé e per gli altri.
Già Sigmund Freud parlava del complesso di evirazione: la bambina, quando viene a conoscenza del sesso maschile, si accorge che il bimbo è provvisto di qualcosa che lei non ha (pene) e per il solo fatto di non possederlo lo desidera (il sentimento di invidia del pene).
Questo accade perché l’assenza del pene viene percepita come una mancanza, il marchio di un’evirazione piuttosto che il segno di una differenza, di un’alterità connessa al possesso di un organo diverso, la vagina.
In sintesi, se le esperienze buone, relative soprattutto all’affettività e all’emotività, prevalgono su quelle cattive, il senso d’invidia man mano diminuisce per cedere il posto al senso di soddisfazione e gratitudine.
Si creano, quindi, nel bambino quegli ‘anticorpi psichici’ necessari per fronteggiare lo spiacevole senso di invidia che può facilmente insinuarsi in ognuno di noi.
Questo è un compito che spetta nei primi anni ai caregiver (genitori e chi per loro) e successivamente anche a coloro che sono preposti alla formazione/educazione civile/sociale (docenti scolastici) di bambini e adolescenti.
15 caratteristiche delle persone invidiose
1. Si aspettano il peggio
L’invidioso salta subito alle conclusioni (negative); vede sempre la parte vuota del bicchiere, fosse anche l’1% del volume totale, ma vede proprio quella. E’ passivo verso la vita e il mondo esterno, non prende iniziative perché pensa che comunque le cose andranno male.
2. Negano la verità
Attua meccanismi di rimozione, letteralmente, esclude dalla coscienza gli eventi che l’hanno messo in cattiva luce. In qualsiasi circostanza nega di aver fatto una brutta figura, non ricorda le sue mancanze, i ritardi, gli errori commessi.
3. Portano rancore
Non conosce sentimenti di perdono perché in lui/lei scatta un meccanismo automatico che lo porta ad essere rancoroso. Non si rende conto che il risentimento e il rancore portano soltanto dolore nella propria vita.
4. Non sono riconoscenti
L’invidioso ha una visione molto distorta del mondo, quindi non trova alcun motivo per provare gratitudine. Se gli fai un piacere tende a ridimensionare il tutto, anzi sembra proprio che quel piacere gli sia dovuto. Tende a fare facilmente terra bruciata perché troppo concentrato su se stesso.
5. Non amano il cambiamento
L’invidioso da la colpa alle circostanze, alle persone, al fato… per come stanno le cose nella sua vita. Resta fermo, intrappolato nei suoi malesseri senza mai agire. Se commette errori o fallisce, ne fa un dramma: piuttosto che considerare un fallimento come qualcosa di costruttivo, infierisce sugli altri.
6. Tendono a ingigantire anche un minimo intoppo
La parola “imprevisto” è sinonimo di “tutte a me capitano” per la persona invidiosa. Crede che ogni ostacolo si presenti come una montagna difficile da scalare.
7. Non accettano la loro condizione
Nei momenti difficili l’invidioso vede la realtà come un muro su cui i sogni sono destinati a infrangersi. E per questo motivo tende a vivere il rapporto con gli altri con intenso astio.
8. Evidenziano i tuoi difetti
Non sempre è facile smascherare l’invidioso, spesso si tratta di una persona che si nasconde tra i nostri affetti.
A volte è quasi un insospettabile, per cui dobbiamo fare un po’ di attenzione e tenere gli occhi aperti per stanarlo. Il suo comportamento più frequente è quello di far critica.
L’invidioso trova mille pretesti per farti sentire inadeguato e fuori posto. In sua presenza ti starà male il vestito, il trucco, i capelli. Il tuo lavoro non sarà mai migliore del suo e per quanto ti sforzerai non sarai mai abbastanza.
9. Elargisce falsi complimenti
Per darsi un tono e confermare la sua superiorità, l’invidioso è estremamente ipocrita. La sua ipocrisia s’incarna in falsi complimenti per dimostrarsi gentile e migliorare l’immagine che dà di sé.
10. Fanno continuamente confronti con gli altri
E’ iper-critico, rigido, e giudicante nei confronti degli altri; non ammette che ciascuno di noi è a suo modo diverso, con i propri pregi e i propri difetti, i propri tempi e le proprie peculiarità. Giudicare se stesse in base al confronto con altri.
Ad esempio, se la crisi nasce dalla vita sentimentale, è solito dire: «Gli altri sono tutti accoppiati, soltanto io sono da solo».
Se deriva da scarsi risultati lavorativi ed economici: «Io sono un fallito, gli altri riescono in tutto quello che fanno».
Se nasce da una serie di sintomi e malattie: «Agli altri va sempre bene, non hanno mai niente. A me ne capitano di tutti i colori».
11. Colpevolizzano gli altri per le loro sventure
Per l’invidioso il fallimento non è contemplato….il successo è alle porte (forse ha un cattivo rapporto con il tempo dato che gli anni passano e la sua posizione non migliora).
E se qualcosa dovesse andare storto, sa come uscirne “pulito”: la colpa è degli altri. L’invidioso punta il dito accusatore contro gli altri.
Tutte le sue eventuali disgrazie sono sempre colpa degli altri: aver scelto il partner sbagliato, aver avuto un figlio troppo presto, un padrone-despota sul lavoro… Ogni capro espiatorio è buono.
12. Sminuiscono il tuo operato
Ti osserva, ti scruta, sta con gli occhi puntati a osservare ciò che fai. E, ovviamente, non va mai bene.
Ti critica in continuazione, spesso senza alcun motivo. Poco importa se si rende ridicolo, farà di tutto per convincersi che tu non vali niente. Ne ha bisogno, per nascondere a se stesso di non avere le stesse capacità.
13. Non sopportano i successi altrui
L’invidioso non è capace di provare sincera gioia per i successi altrui. Il suo apprezzamento appare spesso forzato, poco spontaneo, non naturale. Con una notevole astuzia cerca di sminuire i vostri traguardi ridimensionandoli con dei paragoni. Ma con una falsa obiettività di fondo.
14. Sono vampiri energetici
Il vampiro non rispetta nessuna regola e vede le relazioni interpersonali come qualcosa da poter sfruttare a proprio vantaggio.
Di solito ha un atteggiamento amichevole che nasconde il suo vero intento che è quello di servirsi degli altri per ottenere dei benefici senza dare nulla in cambio.
La sua strategia è quella di dare alle sue vittime l’illusione della sua disponibilità che non si concretizzerà mai. In altre parole siamo di fronte ad un personaggio che cerca di manipolare gli altri approfittando della loro disponibilità.
Un’altra strategia che viene adottata dal vampiro è quella del ricatto emotivo che sfrutta facendo sorgere in noi dei forti sensi di colpa che lo aiuteranno a manipolarci con maggior facilità.
Altra tattica è quella del vittimismo emotivo che mette in atto impersonando il ruolo della vittima.
15. Non hanno empatia
Le persone invidiose sono incapaci di provare empatia, incapaci cioè di immedesimarsi negli altri e di coglierne pensieri e stati d’animo, sensibili solo sulle questioni che le riguardano direttamente.
Ricorda…l’invidia è un freno, non un acceleratore
A volte può sembrare una cosa positiva che ti spinge ad agire, ma ricordati che la cosa più importante nella vita non è realizzare grandi cose, ma essere felici.
Se ti paragoni a qualcun altro e in qualche modo ti senti meno capace, meno forte, meno sicuro di te stesso, non lavorerai col tuo pieno potenziale. Non lavorerai come una persona libera da questi pensieri, motivata dalla passione invece che dall’invidia.
Proteggersi dall’invidia altrui
L’unico modo che hai per proteggerti dall’invidia altrui è affermarti, lavorare sul tuo valore ed esserne sempre consapevole.
In questo modo, qualsiasi critica distruttiva, ti scivolerà via! Ricordi cosa ti ho scritto all’inizio del testo? Tutti i problemi della vita insorgono quando perdiamo di vista il nostro valore.
Quando dimentichiamo il nostro valore, vogliamo a tutti i costi che anche gli altri lo riconoscano. A te non servono riconoscimenti, medaglie o coppe. Non ti serve che il tuo nome venga inciso su una targa se sei già consapevole di quanto vali.
Buongiorno amici. Oggi parliamo delle diverse fasi della bulimia e le quattro tipologie.
La bulimia è una condizione complessa che comprende diversi tipi e non è uguale in tutte le persone.
Un errore comune è presumere che qualcuno con questo disturbo debba essere sottopeso e autoindursi il vomito. Non è sempre così.
Una persona con disturbo bulimico può anche avere un peso corporeo compreso nell’intervallo considerato “sano” e non aver mai usato lassativi o praticato vomito autoindotto.
Sebbene tutti condividano un rapporto problematico con il cibo e un ciclo disfunzionale ripetitivo, esistono varie categorie, ciascuna con caratteristiche particolari che affronteremo in questa lettura.
Cos’è la bulimia nervosa?
La bulimia nervosa (BN) è identificata dal DSM-V come uno dei tipici disturbi alimentari (DE), insieme all’anoressia nervosa e al disturbo da alimentazione incontrollata.
È caratterizzato da un ciclo ricorrente che prevede periodi di abbuffate seguiti da comportamenti di eliminazione o di compensazione, con lo scopo di evitare l’aumento di peso.
Secondo un lavoro pubblicato sulla rivista Current Problems in Pediatric and Adolescent Health Care, la prevalenza di questo disturbo nel corso della vita è compresa tra lo 0,9% e il 3%.
Inoltre, è più comune nelle donne. D’altro canto, la bulimia negli adolescenti si sviluppa solitamente intorno ai 16 anni, anche se spesso persiste fino all’età adulta.
Un aspetto importante da evidenziare è che questa condizione va oltre i comportamenti alimentari. Essendo legato alla salute mentale ed emotiva, è considerato anche un problema psicologico. Per questo motivo il trattamento deve essere globale.
Segnali di avvertimento
Ci sono alcuni segnali che suggeriscono la presenza di BN. I segnali di allarme (che possono anche essere considerati sintomi) variano da persona a persona, tuttavia alcuni indicatori comuni sono:
Si isola dai gruppi sociali ed evita di mangiare con altre persone.
Ha tratti molto perfezionisti ed egoisti riguardo al suo aspetto.
La persona cambia drasticamente le proprie abitudini alimentari, passando da un estremo all’altro.
Diventa ossessionato dal peso corporeo, ha una bassa autostima e un’immagine corporea distorta.
Esegui rituali specifici prima o dopo i pasti, come pesarti, contare le calorie o andare in bagno.
Nasconde o mente riguardo alle purghe, ai comportamenti compensatori o alla quantità di cibo consumato.
Evidenza di problemi dentali dovuti a vomito frequente, come carie o deterioramento dello smalto dei denti.
Si verificano improvvisi cambiamenti di umore che possono includere irritabilità, ansia e/o sintomi depressivi.
Sebbene sia importante essere consapevoli degli allarmi, questi non possono essere considerati decisivi o valutati in modo isolato o irresponsabile. Per ottenere una diagnosi accurata è necessario rivolgersi a un operatore sanitario.
Quanti tipi di bulimia esistono?
La BN può essere classificata in base a due variabili: in base a come si manifestano i comportamenti compensatori oppure in base al peso corporeo.
A seconda della presenza o assenza di spurgo
Come reagisce l’individuo dopo un’abbuffata? Quali strategie utilizzate per ridurre le conseguenze dell’eccesso di cibo?
Come gestisci i sensi di colpa? Tali domande sono fondamentali per comprendere i seguenti tipi di bulimia secondo questa categorizzazione.
1. Purgante
Nella bulimia purgativa si utilizzano metodi per eliminare rapidamente le calorie del cibo ingerito, come il vomito autoindotto o l’uso eccessivo di lassativi o diuretici.
2. Non purgativo
La persona con questo tipo di BN utilizza comportamenti compensatori estranei all’eliminazione diretta.
Nel tentativo di prevenire l’aumento di peso e alleviare il disagio psicologico, si pratica un eccessivo esercizio fisico, si digiuna o si limita significativamente il cibo.
In base al peso corporeo
Al di là della suddivisione in base alle strategie compensative, le tipologie di bulimia legate al peso sono quelle di cui abbiamo subito bisogno.
3. Associato a sovrappeso o obesità
Include persone che soffrono di BN, sia purgativa che non purgativa, e che sono in una certa misura sovrappeso o obese. Sebbene possano esserci alterazioni del peso corporeo, solitamente non sono evidenti ad occhio nudo.
4. Associato a peso variabile
In questo caso, la persona presenta costanti fluttuazioni del peso. Puoi attraversare periodi di sovrappeso, di peso “sano” e di sottopeso.
Questa variazione contribuisce a credere che potrai raggiungere la figura desiderata se continui con questi comportamenti.
Inoltre, si aggrappa all’idea che la sua vera identità sia la sua versione più leggera, alimentando così il ciclo bulimico.
Fasi del disturbo bulimico
Sebbene l’intensità di ciascuna fase possa cambiare a seconda del paziente, si individuano alcune fasi comuni nello sviluppo o nel decorso della BN, indipendentemente dal tipo di cui si parla.
Binge eating: la persona perde il controllo e mangia in modo vorace e compulsivo in un breve periodo di tempo. Ha poca consapevolezza di ciò che mangia e mastica a malapena. In genere, si consumano cibi ricchi di grassi, alternando bruscamente tra opzioni dolci e salate, nonché opzioni calde e fredde.
Sentimenti di colpa e vergogna: queste emozioni derivano dalla perdita di controllo durante le abbuffate e tendono ad essere aggravate dalle preoccupazioni legate al peso e all’immagine corporea. Frasi come “Non posso credere di averlo fatto di nuovo” o “Dovrei riuscire a controllarmi” possono risuonare nella mente.
Episodi di eliminazione o comportamenti compensatori: iniziano con il rimorso. A seconda del tipo di BN, la persona ricorre ad episodi purgativi o a condotte compensatorie. Cerca di prevenire l’aumento di peso attraverso il vomito autoindotto, l’uso di lassativi o l’esercizio fisico eccessivo.
Sensazione temporanea di controllo: si sperimenta una sensazione momentanea di calma e controllo. Pensieri come “Non mi abbufferò mai più” o “D’ora in poi controllerò il mio mangiare” sono comuni durante questa fase.
Ripetizione del ciclo: la persona diventa nuovamente ossessionata da ciò che mangia e decide di seguire una dieta restrittiva e rigorosa. Ma invece di aiutare, questo approccio finisce per causare più episodi di abbuffate, e così il ciclo si ripete.
Qual è il trattamento della bulimia nervosa?
In primo luogo, è fondamentale programmare una visita medica per valutare la salute fisica.
Questo ci permette di identificare possibili carenze nutrizionali, squilibri nell’organismo e rischi che derivano dal disturbo.
Allo stesso tempo, è essenziale chiedere aiuto ai professionisti della salute mentale. Molte volte, dietro una persona con BN c’è qualcuno che ha difficoltà a regolare le proprie emozioni e che affronta insicurezze e una fragile autostima.
Pertanto, la terapia cognitivo comportamentale può offrire un valido supporto per identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali che alimentano il problema. Inoltre, in alcune circostanze, il terapeuta indica la consulenza psichiatrica come approccio complementare.
D’altra parte, è essenziale rivolgersi a un nutrizionista, che contribuirà con un piano alimentare sano e sostenibile che si adatti alle esigenze e alle preferenze di ciascun paziente.
Dato che gli aspetti della salute mentale e fisica sono chiaramente intrecciati nella BN, è essenziale che il trattamento sia globale e collaborativo.
È opportuno che tutti i professionisti coinvolti condividano l’obiettivo comune di aiutare il paziente e cooperino tra loro in modo efficace.
Pertanto, ribadiamo che l’approccio deve coinvolgere tutte o la maggior parte di queste aree:
Nutrizione
Psicologia
Psichiatria
Medicina Clinica
La collaborazione familiare, un aspetto fondamentale
Spesso il trattamento prevede il lavoro con la famiglia o i propri cari. La tua partecipazione è essenziale fornendo un supporto emotivo continuo, creando un ambiente favorevole al recupero e aiutando a prevenire le ricadute.
La terapia familiare, infatti, si rivela uno strumento efficace, soprattutto negli adolescenti con insorgenza recente della malattia. In questo contesto, si concentra sull’affrontare le dinamiche familiari malsane che contribuiscono alla patologia.
Agire in tempo è fondamentale
Identificare e affrontare precocemente un disturbo alimentare fa la differenza sulla strada del recupero. Per questo motivo comprendere nel dettaglio la bulimia, conoscerne le tipologie, essere consapevoli dei segnali d’allarme e sapere a quali specialisti rivolgersi sono aspetti essenziali.
Sia che tu stia affrontando questa sfida tu stesso o che qualcuno vicino a te la stia affrontando, non esitare a chiedere ai
Vi ricordo anche di contattarmi sul sito di trustmeup. Esplorate tutti i servizi dedicati a voi, l beneficenza e il vostro cashback con gli sconti.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di quanto la fiducia sia importante per i ragazzi.
La fiducia è Fondamentale: Perché i Figli Adolescenti Hanno Bisogno di Essere Fidati
L’adolescenza è un periodo cruciale di crescita e cambiamento per i ragazzi. Durante questo periodo, i genitori spesso si trovano a navigare le sfide di concedere fiducia ai propri figli adolescenti.
Tuttavia, è importante capire che la fiducia reciproca tra genitori e figli è essenziale per favorire una sana relazione familiare e lo sviluppo positivo dei ragazzi.
In questo articolo, esploreremo l’importanza di concedere fiducia ai figli adolescenti, fornendo esempi concreti e consigli su come costruire un legame fiduciario forte.
L’Importanza della Fiducia nei Figli Adolescenti
Concedere fiducia ai figli adolescenti è fondamentale per diversi motivi. Innanzitutto, aiuta a costruire l’autostima e la fiducia in se stessi dei ragazzi. Quando i genitori dimostrano di credere nelle capacità e nell’integrità dei loro figli, questi ultimi sviluppano un senso di responsabilità e autostima positiva. In secondo luogo, la fiducia favorisce una comunicazione aperta e onesta. Se i ragazzi si sentono fiduciosi che i loro genitori li ascolteranno e li supporteranno senza giudicare, sono più inclini a condividere le loro esperienze e preoccupazioni.
Come Costruire Fiducia nei Figli Adolescenti
1. **Comunicazione Aperta**: Mantenere linee di comunicazione aperte è cruciale. I genitori dovrebbero essere disponibili per ascoltare senza giudicare o interrompere. Fare domande aperte per incoraggiare la condivisione di pensieri e sentimenti.
*Esempio*: Piuttosto che chiedere “Come è andata a scuola?”, potresti dire “Raccontami cosa hai fatto di interessante oggi a scuola.”
2. **Rispetto della Privacy**: È importante rispettare la privacy dei ragazzi. Anche se è importante essere informati sulle attività dei figli, è altrettanto cruciale rispettare i confini personali.
*Esempio*: Chiedere il permesso prima di entrare nella stanza del figlio e rispettare i suoi spazi personali.
3. **Delegare Responsabilità**: Concedere responsabilità adeguate all’età aiuta i ragazzi a sentirsi responsabili e rispettati.
*Esempio*: Assegnare compiti domestici o decisioni relative alla gestione del tempo.
4. **Essere un Modello di Comportamento Positivo**: I genitori devono essere coerenti e mostrare un comportamento basato sui valori che vogliono trasmettere ai loro figli.
*Esempio*: Mostrare rispetto per gli altri, onestà e responsabilità nelle proprie azioni.
Comunicazione Aperta: Il Cuore della Fiducia Familiare**
La comunicazione aperta tra genitori e figli adolescenti è fondamentale per instaurare e mantenere un legame di fiducia solido e positivo. Quando c’è una comunicazione aperta in famiglia, i ragazzi si sentono ascoltati, compresi e rispettati, il che favorisce uno sviluppo sano della loro identità e autostima. Ecco alcuni approfondimenti su come praticare e incoraggiare una comunicazione aperta con i figli adolescenti:
Ascolto Attivo e Senza Giudizio
Un elemento cruciale della comunicazione aperta è l’ascolto attivo da parte dei genitori. Questo significa non solo sentire le parole dei propri figli, ma anche mostrare interesse genuino per i loro pensieri, sentimenti e esperienze. I genitori dovrebbero evitare di interrompere o giudicare prematuramente ciò che i ragazzi stanno condividendo.
*Esempio*: Se il tuo figlio vuole raccontarti di un problema a scuola, assicurati di ascoltare attentamente senza interromperlo. Mostra empatia e rispetta i suoi sentimenti, anche se potresti non essere d’accordo con tutto ciò che sta dicendo.
Fare Domande Aperte e Incoraggiare la Condivisione
Le domande aperte sono un ottimo modo per incoraggiare la condivisione di pensieri più profondi e sentimenti autentici. Piuttosto che limitarsi a chiedere “Sì” o “No”, le domande aperte incoraggiano i ragazzi a esprimersi più completamente.
*Esempio*: Invece di dire “Hai avuto una buona giornata a scuola?”, prova con “Qual è stata la cosa più interessante che ti è successa oggi a scuola?” Questo tipo di domanda invita il tuo ragazzo a riflettere e condividere dettagli significativi.
Essere Disponibili e Presenti
I genitori dovrebbero dimostrare disponibilità e interesse sincero nei confronti dei loro figli adolescenti. Questo significa essere presenti fisicamente e emotivamente quando i ragazzi hanno bisogno di parlare o di condividere qualcosa di importante. Anche se può essere impegnativo trovare tempo nella frenesia quotidiana, dimostrare che sei disponibile e pronto a ascoltare è essenziale per costruire fiducia.
*Esempio*: Assicurati di mantenere tempo di qualità con il tuo figlio adolescente ogni giorno. Anche se sono brevi momenti, come durante i pasti o prima di dormire, dimostra che sei disponibile per loro.
Imparare a Gestire i Conflitti in Modo Costruttivo
Nel corso della comunicazione aperta, è normale incontrare situazioni di conflitto o disaccordo. È importante che i genitori imparino a gestire i conflitti in modo costruttivo, senza lasciare che il confronto danneggi il rapporto di fiducia.
*Esempio*: Se sorgono divergenze di opinioni o tensioni, evita di reagire impulsivamente. Prenditi del tempo per ascoltare il punto di vista del tuo ragazzo e cercare una soluzione che sia rispettosa e equa per entrambi.
Conclusione
La comunicazione aperta tra genitori e figli adolescenti è un pilastro fondamentale per costruire relazioni familiari sane e armoniose. Quando i genitori praticano l’ascolto attivo, fanno domande aperte, sono disponibili e gestiscono i conflitti in modo costruttivo, trasmettono ai loro figli un importante messaggio di fiducia e rispetto. In questo modo, i ragazzi imparano ad aprirsi e a comunicare in modo più efficace, sviluppando una fiducia reciproca che li guiderà attraverso l’adolescenza e oltre.
Rispetto della Privacy: Fondamentale per Costruire Fiducia**
Il rispetto della privacy dei figli adolescenti è un altro aspetto chiave nella creazione di un ambiente familiare basato sulla fiducia reciproca. I ragazzi hanno bisogno di spazi personali e di sentirsi rispettati nelle loro esigenze di privacy per sviluppare un senso di autonomia e integrità. Ecco perché il rispetto della privacy è così importante e come i genitori possono praticarlo efficacemente:
Riconoscere i Limiti Personali
I genitori dovrebbero riconoscere e rispettare i limiti personali dei loro figli adolescenti. Ogni ragazzo ha il diritto di avere spazi personali e di stabilire confini per ciò che desidera condividere o mantenere privato. Rispettare questi limiti dimostra sensibilità e considerazione per il benessere emotivo dei ragazzi.
*Esempio*: Se il tuo figlio preferisce trascorrere del tempo da solo nella sua stanza senza essere disturbato, rispetta questa esigenza di privacy e batti alla porta prima di entrare.
Chiedere il Permesso Prima di Accedere agli Spazi Personali
Quando i genitori hanno bisogno di accedere agli spazi personali dei loro figli, come la loro stanza o il loro telefono, è importante chiedere il permesso in modo rispettoso. Questo dimostra fiducia nel ragazzo e gli conferisce un senso di controllo sulla propria privacy.
*Esempio*: Prima di guardare nel telefono del tuo ragazzo o di entrare nella sua stanza, chiedi gentilmente il permesso e spiega il motivo della tua richiesta.
Rispettare la Confidenzialità delle Conversazioni
Se un adolescente condivide qualcosa di personale o delicato con i genitori, è essenziale mantenere la confidenzialità di queste informazioni, a meno che non sia necessario per proteggere la sicurezza o il benessere del ragazzo. I ragazzi devono sapere di potersi aprire senza timore di violazione della privacy.
*Esempio*: Se il tuo figlio ti confida un problema personale, assicurati di non divulgarlo ad altre persone senza il suo consenso, a meno che non sia necessario per ottenere supporto o assistenza appropriati.
Educare sul Concetto di Privacy
I genitori possono educare i loro figli sull’importanza della privacy e sui diritti personali. Spiegare perché il rispetto della privacy è cruciale per la salute mentale e emotiva può aiutare i ragazzi a comprendere l’importanza di questo valore nella vita familiare e oltre.
*Esempio*: Parla con tuo figlio dell’importanza di avere spazi personali e del rispetto reciproco nella famiglia e nelle relazioni con gli altri.
Conclusione
Il rispetto della privacy dei figli adolescenti è essenziale per costruire e mantenere una relazione di fiducia e rispetto reciproco all’interno della famiglia. Quando i genitori dimostrano sensibilità e rispetto per i confini personali dei loro ragazzi, questi ultimi si sentono valorizzati e rispettati. Questo, a sua volta, favorisce una comunicazione aperta e onesta, consentendo ai ragazzi di crescere in un ambiente familiare che promuove la fiducia e lo sviluppo sano della loro identità.
Delegare Responsabilità: Favorire l’Autonomia e la Fiducia
Delegare responsabilità ai figli adolescenti è un passo importante per favorire lo sviluppo dell’autonomia, della responsabilità e della fiducia in sé stessi. Quando i genitori danno ai ragazzi opportunità di assumersi compiti e decisioni significative, li incoraggiano a crescere e a maturare in un ambiente di fiducia e rispetto reciproco. Ecco come i genitori possono praticare efficacemente la delega di responsabilità:
Assegnare Compiti Adeguati all’Età
È importante assegnare compiti domestici o responsabilità in base all’età e alle capacità del ragazzo. In questo modo, i ragazzi imparano gradualmente a gestire compiti quotidiani e a sviluppare abilità pratiche essenziali per la vita.
*Esempio*: Un adolescente più giovane potrebbe essere incaricato di mettere via i giocattoli o di apparecchiare la tavola, mentre un adolescente più grande potrebbe essere responsabile di fare la spesa o di gestire un piccolo budget per le proprie spese.
Quando si delegano responsabilità, è importante fornire il giusto livello di supporto e orientamento. I genitori possono offrire istruzioni chiare, consigli utili e feedback costruttivo per aiutare i ragazzi a svolgere i compiti assegnati con successo.
*Esempio*: Se il tuo figlio è incaricato di preparare la cena per la famiglia, puoi fornirgli ricette semplici e mostrargli come utilizzare in modo sicuro gli utensili da cucina.
Consentire ai Ragazzi di Prendere Decisioni
Delegare responsabilità significa anche consentire ai ragazzi di prendere decisioni significative. I genitori dovrebbero incoraggiare i ragazzi a fare scelte autonome in situazioni appropriate, come gestire il proprio tempo libero o prendere decisioni riguardo agli studi.
*Esempio*: Se il tuo figlio sta considerando quali attività extracurricolari svolgere, incoraggialo a esplorare le opzioni e a prendere una decisione basata sui propri interessi e passioni.
Riconoscere e Celebrare i Successi
Quando i ragazzi completano con successo i compiti o le responsabilità assegnate, è importante riconoscere e celebrare i loro successi. Questo li motiva a continuare a crescere e a svilupparsi in un ambiente di fiducia e sostegno.
*Esempio*: Lodare il tuo figlio per aver gestito bene un compito domestico o per aver preso una decisione responsabile aiuta a rafforzare la fiducia nei propri mezzi.
Favorire il Progresso Graduale
La delega di responsabilità dovrebbe avvenire in modo graduale e progressivo. Con il tempo, i genitori possono assegnare compiti più complessi e decisioni più impegnative, consentendo ai ragazzi di sviluppare fiducia nelle proprie capacità e competenze.
*Esempio*: Un adolescente potrebbe iniziare con responsabilità minori, come prendersi cura di un animale domestico, e poi passare a compiti più impegnativi, come gestire parte del proprio programma giornaliero.
Conclusione
Delegare responsabilità ai figli adolescenti è un modo efficace per promuovere l’autonomia e la fiducia in sé stessi. Quando i genitori danno ai ragazzi l’opportunità di assumersi compiti e decisioni significative, li aiutano a crescere e a maturare in individui responsabili e sicuri di sé. Questo processo contribuisce a rafforzare il legame familiare basato sulla fiducia reciproca e sul rispetto, preparando i ragazzi per affrontare con successo le sfide della vita adulta.
Essere un Modello di Comportamento Positivo: Guidare con l’Esempio
Essere un modello di comportamento positivo è cruciale per influenzare positivamente il comportamento e lo sviluppo dei figli adolescenti.
I genitori sono i primi modelli di ruolo per i loro ragazzi e il modo in cui si comportano e si relazionano agli altri ha un impatto significativo sulla formazione dei valori e delle abilità sociali dei ragazzi.
Ecco alcuni approfondimenti su come essere un modello di comportamento positivo per i figli adolescenti:
Praticare la Coerenza e l’Integrità
I genitori dovrebbero mostrare coerenza tra ciò che dicono e ciò che fanno. Vivere con integrità e comportarsi in modo coerente con i valori che si desidera trasmettere ai propri figli aiuta a creare un ambiente familiare basato su fiducia e rispetto reciproco.
*Esempio*: Se desideri che tuo figlio sia onesto, assicurati di essere sempre onesto nelle tue interazioni quotidiane, anche quando è difficile.
Gestire le Emozioni in Modo Positivo
I genitori dovrebbero dimostrare capacità di gestire le proprie emozioni in modo positivo e costruttivo. Questo include il modo in cui si gestiscono lo stress, la rabbia o la frustrazione. Mostrare un comportamento calmante e assertivo in situazioni difficili insegna ai ragazzi l’importanza del controllo emotivo.
*Esempio*: Se ti trovi in una situazione stressante, mostra ai tuoi figli come affrontarla in modo calmo e razionale anziché reagire impulsivamente.
Coltivare Relazioni Positive
I genitori dovrebbero coltivare relazioni positive con gli altri, inclusi familiari, amici e colleghi. Mostrare rispetto, empatia e gentilezza nelle interazioni sociali aiuta i ragazzi a imparare l’importanza delle relazioni interpersonali sane.
*Esempio*: Mostra rispetto verso tutti gli individui con cui interagisci, indipendentemente dalla loro età, genere o background.
Essere Attivamente Coinvolti nella Comunità
Partecipare attivamente alla comunità locale attraverso il volontariato o altre attività benefiche dimostra ai ragazzi l’importanza dell’altruismo e della responsabilità sociale. Questo incoraggia l’emergere di cittadini consapevoli e impegnati.
*Esempio*: Coinvolgi i tuoi figli in progetti di volontariato o in attività di servizio per aiutare coloro che sono meno fortunati.
Promuovere uno Stile di Vita Salutare
Essere un modello di comportamento positivo include anche promuovere uno stile di vita sano e equilibrato. I genitori dovrebbero praticare abitudini salutari, come una dieta equilibrata, l’esercizio fisico regolare e il riposo adeguato.
*Esempio*: Coinvolgi la tua famiglia in attività fisiche divertenti, come passeggiate all’aperto o sport di squadra, e prepara pasti sani e nutrienti insieme.
Conclusione
Essere un modello di comportamento positivo per i figli adolescenti è un ruolo importante e responsabile per i genitori.
Il modo in cui i genitori si comportano e si relazionano agli altri ha un impatto duraturo sullo sviluppo e sulle scelte dei ragazzi. Dimostrare coerenza, integrità, controllo emotivo e relazioni positive aiuta i ragazzi a sviluppare abilità sociali e valori importanti per una vita soddisfacente e significativa.
Inoltre, essere un modello positivo promuove un ambiente familiare basato sulla fiducia, sull’amore e sul rispetto reciproco, preparando i ragazzi ad affrontare le sfide e le opportunità della vita con fiducia e determinazione.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sulla frase “parlo ma non mi capiscono”.
Nel nostro percorso di relazioni interpersonali, una delle sfide più comuni che dobbiamo affrontare è quella di sentirci incompresi nonostante i nostri sforzi di comunicazione. Questo articolo esplora i motivi per cui ciò accade e fornisce strategie attuabili per migliorare l’efficacia della comunicazione.
L’enigma della comunicazione
Le interruzioni della comunicazione sono più che semplici parole perse nella traduzione; spesso derivano da problemi più profondi, come stili di comunicazione diversi, barriere emotive e aspettative non soddisfatte.
Certo, possiamo continuare parlando di come comprendere il proprio stile di comunicazione. Ecco qualche approfondimento su ciascuno dei punti:
Comprendere il Tuo Stile di Comunicazione
1. Verbale vs. Non Verbale
La comunicazione verbale riguarda le parole che usiamo per esprimere pensieri, sentimenti e idee. È importante considerare il tono di voce e il modo in cui dici le cose, poiché ciò può influenzare il modo in cui il messaggio viene ricevuto. D’altra parte, la comunicazione non verbale include espressioni facciali, linguaggio del corpo e contatto visivo. Questi segnali possono trasmettere emozioni e intenzioni che possono essere più potenti delle parole stesse.
2. Diretto vs. Indiretto
Il tuo stile di comunicazione può essere diretto o indiretto. Le persone con uno stile diretto tendono a essere chiare e concise nel modo in cui si esprimono, mentre quelle con uno stile indiretto potrebbero preferire suggerire piuttosto che dichiarare apertamente. Capire il proprio stile può aiutare a comunicare in modo più efficace con gli altri, rispettando allo stesso tempo le preferenze individuali di comunicazione.
3. Ascolto vs. Parlato
La comunicazione non riguarda solo l’esprimersi, ma anche l’ascoltare. Essere un buon ascoltatore è fondamentale per una comunicazione efficace. Chiediti se tendi a parlare di più durante le conversazioni o se sei più propenso a prestare attenzione e a rispondere alle esigenze degli altri. Trovare un equilibrio tra ascolto attivo e partecipazione alla conversazione può contribuire a stabilire connessioni più profonde con gli altri.
Superare le Barriere alla Comprensione
1. Chiarezza è Fondamentale
Per comunicare in modo efficace, è essenziale esprimere i propri pensieri in modo chiaro e comprensibile. Evita frasi complesse o ambigue e cerca di essere diretto nei tuoi messaggi. La chiarezza aiuta a ridurre le possibilità di fraintendimenti e facilita una comunicazione più efficace.
2. Ascolto Attivo
L’ascolto attivo significa prestare attenzione non solo alle parole dell’altro, ma anche alle emozioni e al contesto sottostante. Pratica l’ascolto empatico, mettendoti nei panni dell’altro e cercando di comprendere il suo punto di vista. Fai domande per chiarire i dubbi e confermare di aver capito correttamente.
3. Empatia
Essere empatici significa essere in sintonia con le emozioni e le esperienze degli altri. Mostra comprensione e rispetto per i sentimenti altrui, anche se non sei d’accordo con le loro opinioni. L’empatia favorisce un clima di fiducia e apertura nelle relazioni interpersonali.
Affrontare queste barriere alla comprensione può rendere le tue interazioni più significative e autentiche, promuovendo relazioni più sane e soddisfacenti.
Strumenti per una Comunicazione Efficace
1. Utilizzare le Dichiarazioni “Io”
Le dichiarazioni “Io” sono un modo efficace per esprimere i sentimenti e le esigenze personali senza accusare gli altri. Ad esempio, anziché dire “Mi fai sempre aspettare”, potresti dire “Mi sento frustrato quando devo aspettare”. Questo approccio favorisce una comunicazione aperta e riduce il rischio di conflitti.
2. Chiedere Chiarimenti
Non esitare a chiedere chiarimenti durante una conversazione se qualcosa non è chiaro. Fare domande per ottenere informazioni aggiuntive può aiutare a evitare fraintendimenti e a garantire che entrambe le parti siano sulla stessa lunghezza d’onda.
3. Consapevolezza del Linguaggio del Corpo
Il linguaggio del corpo gioca un ruolo importante nella comunicazione. Mantieni un linguaggio del corpo aperto e coinvolto durante le interazioni, facendo attenzione alla postura, agli occhi e alla gestualità. Questo può aiutare a trasmettere fiducia e apertura durante le conversazioni.
4. Pratica dell’Ascolto Attivo
L’ascolto attivo è una capacità preziosa per una comunicazione efficace. Assicurati di dedicare attenzione piena alla persona che sta parlando, facendo contatto visivo e rispondendo in modo appropriato. Evita di interrompere e mostra interesse sincero per ciò che viene detto.
5. Gestione dei Conflitti
Saper gestire i conflitti in modo costruttivo è essenziale per mantenere relazioni sane. Impara a negoziare e a cercare soluzioni di compromesso quando le opinioni divergono. Focalizzati sull’obiettivo comune di trovare una risoluzione piuttosto che insistere sulla propria posizione.
6. Esprimere Gratitudine
Esprimere gratitudine verso gli altri può rafforzare i legami e promuovere una comunicazione positiva. Mostra apprezzamento per le opinioni altrui e per gli sforzi fatti durante le conversazioni. Questo crea un clima di reciprocità e sostegno nelle interazioni quotidiane.
7. Crescita Personale
Investire nella crescita personale può migliorare notevolmente le capacità di comunicazione. Partecipare a corsi di comunicazione o di gestione dello stress, leggere libri sull’argomento o praticare la meditazione possono aiutare a sviluppare competenze di comunicazione più avanzate.
Implementando questi strumenti nella tua vita quotidiana, potrai migliorare significativamente la qualità delle tue interazioni e costruire relazioni più autentiche e soddisfacenti con gli altri.
Coltivare una Mentalità Comunicativa
1. Pratica la Pazienza
La pazienza è fondamentale per una comunicazione efficace. Prenditi il tempo necessario per ascoltare e comprendere gli altri senza fretta. Evita di interrompere o di saltare alle conclusioni. Mostrare pazienza crea un ambiente di rispetto reciproco e favorisce una comunicazione più profonda.
2. Abbraccia la Vulnerabilità
Essere disposti a essere vulnerabili durante le interazioni può migliorare notevolmente la comunicazione. Esprimere i propri sentimenti e condividere esperienze personali può incoraggiare gli altri a fare lo stesso. Questo favorisce la connessione emotiva e rende le conversazioni più autentiche.
3. Cerca il Feedback
Chiedere e accettare feedback costituisce un modo efficace per migliorare le proprie capacità comunicative. Chiedi agli altri cosa pensano delle tue abilità di comunicazione e quali aree potresti migliorare. Utilizza il feedback per adattare e perfezionare il tuo approccio comunicativo nel tempo.
4. Promuovi l’Empatia
L’empatia è la capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri. Pratica mettendoti nei panni degli altri e cercando di vedere le cose dalla loro prospettiva. Mostrare empatia nei confronti degli altri crea un clima di comprensione reciproca e aiuta a costruire relazioni più significative.
5. Sviluppa una Mentalità Aperta
Mantieni una mentalità aperta e flessibile durante le conversazioni. Accetta opinioni diverse dalle tue e sii disposto a esplorare nuove idee e punti di vista. Una mentalità aperta favorisce la creatività e stimola discussioni più profonde e stimolanti.
6. Pratica la Gentilezza
La gentilezza è una qualità importante per una comunicazione efficace. Tratta gli altri con rispetto e cortesia, anche durante le discussioni più difficili. Una comunicazione gentile crea un clima positivo e favorevole alla collaborazione e alla comprensione reciproca.
7. Focalizzati sull’Apprendimento Continuo
La comunicazione è una competenza che può essere migliorata costantemente nel tempo. Cerca opportunità di apprendimento, partecipando a workshop, leggendo libri sull’argomento o seguendo corsi online. L’investimento nell’apprendimento continuo ti aiuterà a sviluppare competenze di comunicazione sempre più avanzate.
Coltivare una mentalità comunicativa richiede impegno e pratica costante, ma i benefici sono inestimabili. Sviluppando una mentalità comunicativa positiva e consapevole, potrai migliorare le tue relazioni interpersonali e trasformare le tue interazioni quotidiane in esperienze significative e gratificanti.
Buongiorno amici. Oggi parliamo della storia di una bambina data in adozione a tre mesi.
Far crescere un figlio richiede tempo e dedizione, ma per qualcuno può essere troppo.
Come dimostra questa storia arrivata dall’America attraverso il sito Reddit.
Due neogenitori hanno deciso di dare in adozione la loro figlia di soli tre mesi, perché sono troppo presi con il lavoro.
L’infelicità cresce
A raccontare la vicenda è stato il padre, che ha spiegato come sua moglie Catherine, di 33 anni, abbia cominciato ad essere infelice subito dopo il parto.
Ha lavorato fino a poco prima di entrare in ospedale, è rientrata in ufficio dopo due settimane dalla nascita della loro bambina Elizabeth e si sentiva sempre triste.
Soprattutto era infelice quando doveva badare alla piccola.
Si relazionava con lei per I bisogni concreti, ma non voleva abbracciarla o starle vicino con affetto e trasporto, come in genere accade alle neomamme.
Anche quando la bimba piangeva, alla madre non veniva spontaneo abbracciarla.
Una vita complicata
La loro vita era diventata complicata. La madre usciva presto per il lavoro e il padre si prendeva cura della bimba nelle prime ore del mattino, poi era la nonna, che viveva insieme a loro, a seguire la neonata.
Nel pomeriggio, quando la mamma rientrava, sarebbe stato compito suo occuparsene, ma Catherine si sentiva a disagio.
La famiglia non fa per noi
Per questa ragione la coppia si è resa conto che non era tagliata per avere una famiglia.
Quindi hanno pensato di dare in adozione la bambina, per il benessere proprio e anche della piccola.
La nonna non ha accettato positivamente la loro idea, quindi i neogenitori le hanno proposto di prendere in adozione Elizabeth, così da non dover cercare alternative.
Non è adatta al lavoro
La spiegazione fornita dall’uomo su Reddit è stata che la bambina non si adattava al loro stile di vita e gli utenti del sito non sono rimasti passivi di fronte a questa affermazione.
Hanno reagito con commenti decisamente negativi e contestato la loro decisione. Anche se sono maniaci del lavoro, i due genitori non possono dimenticarsi dei loro doveri.
La nonna interviene
Quanto alla nonna, ha accettato di prendersi cura anche ufficialmente della bambina, mentre il padre precisava online che poteva immaginare la propria vita senza sua figlia, ma non senza sua moglie.
“Tenere la piccola potrebbe distruggere la nostra relazione” ha sottolineato.
Fondata probabilmente sulla condivisione del valore che il lavoro viene prima di tutto. Anche prima degli affetti familiari o di un figlio.
Riflettiamo
Potrei scrivere dissertazioni in merito a quanto success ma cercherò di essere sintetica.
Mettere al mondo un figlio deve essere un atto cercato, pensato e fortemente voluto. Anche un solo dubbio deve dirti di aspettare o, in altri casi, di riflettere sul voler essere o meno genitori.
Un figlio non è un peluche che lo acquisti, lo coccoli per un po’ e alla fine puoi buttarlo via perché…non mi piaceva più, dava fastidio..potevo vivere anche senza.
Responsabilità
Dal momento in cui diventi una mamma o un papà devi mettere in conto che quella piccola vita che hai generato ha bisogno di tante cure, attenzioni, amore e non solo appena nata ma durante tutto l’arco della sua vita.
E non è vero che nei primi tre mesi, da piccini, non sono in grado di comprendere quello che accade loro. I bambini assorbono tutto: le reazioni, il senso di abbandono, la freddezza e la mancanza di affetto che, teoricamente, un genitore dovrebbe dare ad un figlio incondizionatamente.
Ormai sappiamo come evitare di avere figli. Ci sono tanti modi per farlo ma non mettete al mondo un infelice perché i figli non chiedono di venire al mondo.
e vi ricordo che se avete bisogno di me potete contattarmi.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di autosabotaggio emotivo e di come lo facciamo.
Hanno mai invalidato o sminuito le vostre emozioni? È molto probabile che sia così.
E se vi dicessi che potreste essere voi stessi ad autosabotarvi quotidianamente?
Ognuno di noi mette in atto strategie di cui non siamo a conoscenza e che agiscono come autentici boicottaggi contro il nostro benessere.
Emozioni
È molto probabile che in questo momento vi troviate in un momento in cui le emozioni vi stanno portando all’abisso dell’autocritica, della vergogna e della svalutazione personale. Diventare consapevoli di come ci relazioniamo con il complesso universo delle emozioni vi permetterà di ottenere un migliore controllo sulla vostra vita.
Perché è abbastanza difficile avere a che fare con qualcuno che ci fa del male, essere complici anche di un altro tipo di sofferenza come l’abuso di sé. E se smettessimo di farlo capendo prima come funziona quest’ultimo meccanismo che è l’autosabotaggio emotivo
Ti invalidi quando neghi la tua esperienza emotiva.
Modi in cui ci autosabotiamo emotivamente senza saperlo
Le persone tendono a prestare maggiore attenzione a come gli altri ci trattano rispetto a come trattiamo noi stessi. Lo troviamo più facile e anche molto più comodo. Immergersi nel proprio tessuto è un percorso intricato e sassoso che di solito non percorriamo troppo. Tuttavia, esiste la forma più comune di disagio, come l’autosabotaggio emotivo.
La negazione, l’alterazione e il disprezzo dei propri stati emotivi è un ambito finora poco indagato dalla scienza. Tuttavia, poiché agisce in molti casi come quelle radici che danno origine a condizioni come ansia e depressione, abbiamo già un lavoro tanto interessante quanto utile.
Le dottoresse Regina Schreiber e Jennifer C Veilleux hanno sviluppato quest’anno la scala di autosabotaggio dovuta all’emozione. Con questo strumento possiamo misurare quella tendenza spesso comune a percepire le nostre emozioni come “inadeguate”. E dobbiamo prestare attenzione al meccanismo, perché chi presuppone che ci sia qualcosa che non va nel modo in cui si sente si vede meno rispettabile e dignitoso come persona.
Sapere come mettiamo in pratica questa tendenza sarà di grande aiuto.
1. Quando scappate dalla vostra tristezza perché vi mette a disagio, si parla di autosabotaggio emotivo
Quando attraversiamo, ad esempio, la fine di una relazione, la tristezza è quell’entità appiccicosa che fa crollare tutto. Lottiamo, lo neghiamo, lo nascondiamo e ci diciamo che essere tristi non è come essere malati e che, quindi, dobbiamo tornare alle nostre solite vite. Eppure lo troviamo impossibile.
Esatto, uno dei modi in cui vi autosabotate emotivamente è quando neghiamo e sostituiamo la nostra tristezza, angoscia o malinconia. Più le evitiamo, maggiore è la sua presenza nella vita.
2. Confrontate come reagiscono gli altri e come reagite voi
Chi non l’ha mai fatto? A volte, quando due o più persone vivono la stessa situazione avversa, ognuno reagisce in modo diverso. Se nel vostro caso, vi sentite la parte maggiormente lesa, è possibile che arriviate a pensare che ci sia qualcosa “che non va” in voi. Perché mia sorella ha superato prima la morte di mio padre e io sono ancora a lutto
Ricordate: ognuno di noi reagisce ed elabora ciò che ci accade in modo diverso e questo non significa che ci sia qualcosa di problematico in noi.
3. Mettete a tacere i vostri sentimenti quando qualcosa vi offende, vi ferisce o vi fa arrabbiare
“Questo non è niente, non gli darò importanza.” Nelle nostre interazioni con gli altri, spesso agiamo reprimendo ciò che sentiamo per non contraddire, confrontarci o deludere gli altri. È importante tenere presente che, tra i modi in cui ti invalidi emotivamente, questo è il più ricorrente.
Nel nostro continuo tentativo di “andare d’accordo” con tutti, finiamo per farci del male, nascondendo ciò che ci fa male e ci dà fastidio. Con questo, non solo rafforziamo goccia a goccia il nostro disagio, ma costruiamo anche relazioni malsane. Perché nulla è necessario quanto essere assertivi affinché gli altri conoscano i nostri limiti e, in questo modo, il trattamento è più dignitoso e rispettoso.
4. Vergognarsi per “essere troppo emotivi”
Ci sono molte persone che sentono che c’è qualcosa di difettoso in loro perché tutto li entusiasma e tutto li fa reagire in un modo particolare. Di solito, il modo in cui ci relazioniamo con le nostre emozioni ha a che fare con il modo in cui altre persone le hanno convalidate o invalidate.
Essere stati cresciuti da genitori emotivamente freddi, ad esempio, spesso ci fa avere una visione negativa di come ci sentiamo. Ricorda, siamo tutti esseri emotivi e l’ultima cosa che dovremmo fare è svalutare ciò che sentiamo, perché in questo modo invalidiamo noi stessi come esseri umani.
Ci sono emozioni scomode che ci paralizzano, tuttavia, dobbiamo connetterci con loro per sapere come reagire in ogni situazione.
5. Quando invece di essere compassionevoli di voi stessi, vi autocriticate
Uno dei modi in cui vi autosabotate è quando siete il vostro peggior giudice. Un esempio di ciò sono quelle volte in cui, invece di abbracciarti e provare compassione per te stesso dopo un errore o un fallimento, vi autocriticate. Questa è una lenta forma di autodistruzione in cui non ti permetti di accettare quello che è successo.
Tutte quelle volte in cui metti semplicemente il dito dove ti fa più male, definendoti “goffo o fallito”, stai agendo contro di te. Non farlo, cambia quella dinamica. Niente è più necessario dell’essere compassionevoli con noi stessi per gestire correttamente tutte quelle emozioni complicate.
6. Autosabotaggio emotivo: pensare che potrebbe essere peggio di, quindi, non posso lamentarmi
Se c’è qualcosa a cui siamo abituati, è che gli altri ci dicono che “non è poi così male, poteva andare peggio”. Un esempio di ciò è perdere il lavoro e sentirsi dire che almeno “il nostro partner ha ancora il suo”. La stessa cosa accade quando una donna abortisce e qualcuno, con poca abilità ed empatia, le dice che “può riprovare”.
La cosa che colpisce è che anche noi cadiamo in questa trappola. Molti di noi invalidano le nostre emozioni presenti dicendo a noi stessi che le cose sarebbero potute andare molto peggio. Evitiamo questo pensiero. Ciò che ci ferisce, ci frustra, ci fa arrabbiare o ci rattrista sta accadendo adesso, non sottovalutiamolo.
7. Attenzione a dare per scontato che “potete gestire tutto”
È possibile che voi siate uno di quei tipi di personalità. Quelli che si dicono che nulla li colpisce eccessivamente e che possono affrontare tutto. Affermare di avere un carattere forte e di essere abituati ai colpi della vita può agire anche come autosabotaggio emotivo.
Può darsi che ciò che stiamo realmente facendo sia rinchiudere la nostra sofferenza e questo, prima o poi, ci influenzerà in qualche modo.
Per concludere, impariamo a convalidare ciò che sentiamo. Farlo non eliminerà le emozioni provate, ma ci permetterà di accettarle e gestirle molto meglio per capirci, per amarci come meritiamo.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sull’educate con l’esempio più che con le parole.
La teoria è conosciuta da tutti noi: sappiamo che i figli si educano con l’esempio.
Ma la teoria, come ben sai, non basta e non serve e dare il massimo per i tuoi figli.
Perché la maggior parte dei genitori riescono ad applicare la teoria quando le cose vanno bene ma poi appena si è davanti ad un problema o una difficoltà, saltano gli schemi e le cose cominciano ad andare male.
Succede anche a te? Educate con l’esempio
Sin dalle prime ore di vita dei nostri bambini, noi genitori siamo chiamati a una sfida unica e difficile: l’educazione dei nostri figli.
Sono le nostre scelte che determinano giorno dopo giorno l’insieme di regole che trasmettiamo ai nostri figli. E per scelte mi riferisco a tutto ciò che ci appartiene: quello che pensiamo, quello che viviamo con i nostri sentimenti, quello che diciamo, quello che facciamo.
Come educare efficacemente i figli? Educate con l’esempio
Capiterà anche a te di non riuscire a comunicare con tuo figlio, eppure tu hai così ben chiaro quali regole trasmettere e come fare, ma il comportamento di tuo figlio ti manda un chiaro messaggio: hai fallito.
A volte tuo figlio si ribella, non ti ascolta, fa i capricci, si rifiuta di fare ciò che gli hai chiesto e tu provi un enorme senso di inadeguatezza, ti senti sconfitto e fallito. Ti capisco, capita anche a me.
Esiste però una possibilità per vivere la relazione più bella della vita, quella fra genitore e figlio in modo nuovo.
In questo articolo ti fornirò delle indicazioni concrete per riuscire a comunicare con tuo figlio in maniera efficace, qualsiasi età egli abbia.
Intendo darti delle linee guida, che approfondirò nel mio prossimo incontro del 6 marzo, attraverso le quali, pian piano imparerai a rapportarti con tuo figlio in modo più efficace, anche quando sei stanco, stressato e hai poca pazienza.
È possibile educare un figlio senza conflitti e capricci? Come? educate con l’esempio
Sì, è assolutamente possibile. Occorre allenare alcune abilità. Forse sono già fra le tue abitudini oppure dovrai impegnarti nel portare nella tua vita 10 cose fondamentali + 1.
È impensabile continuare a fare quello che hai sempre fatto e aspettarti risultati diversi. Non funziona, d’altronde se funzionasse probabilmente non staresti leggendo questo articolo alla ricerca del consiglio giusto.
Non esiste una ricetta preconfezionata, valida ed efficace per tutti. Con i bimbi, in quanto persone, è tutto da contestualizzare e da valutare nell’unicità di ogni persona, ogni famiglia… Esistono solo delle linee guida universalmente valide, sperimentate da migliaia di genitori in tutto il mondo ed esaminate nei più grandi istituti di ricerca psicologia.
Vuoi un consiglio su come educare i tuoi figli?
Sono 10 strumenti fondamentali + 1 che ti aiuteranno in tutte quelle occasioni in cui hai bisogno di un piano B per salvare la situazione. Sono anche strumenti che utilizzati quotidianamente, ti aiutano ad avere un rapporto più sereno, fluido e bello, con i tuoi figli.
Sei pronto?
Cominciamo.
1. Sii paziente e ascoltalo con disponibilità: la fretta è nemica della gioia e per i bambini è una della maggiori fonti di stress. I bambini hanno i loro tempi, certamente diversi da quelli di noi adulti, e in questa diversità bisogna trovare un compromesso. Come? Te ne parlerò durante l’incontro del 6 marzo.
2. Evita di arrabbiarti e sorridi di più: l’essere severo non ti aiuta ad essere più efficace, tanto comunque dovrai risolvere e cercare la soluzione, tanto vale farlo nella calma. Il cervello più è calmo e più è intelligente, quindi più sei sereno e più riuscirai a prendere la decisione giusta.
3. Non trattarlo come un burattino: evita di dargli troppi comandi o cose da fare, l’eccesso di regole non fa bene. I bambini non si sentono liberi e sviluppano un profondo senso di incapacità che diventa insicurezza e poca fiducia in se stessi.
4. Ritagliati del tempo esclusivo per lui: gioca con lui e fatti guidare da lui nei giochi. Fai scegliere a lui i giochi da fare, non serve che tu gli dica sempre cosa va fatto. Nella sua natura lui sa di cosa ha bisogno e te lo chiede…ascoltalo e assecondalo.
5. Usa l’ empatia: Quando lo ascolti guardalo negli occhi e cerca di comprendere profondamente le emozioni che sta provando, se è terrorizzato accoglilo e consolalo, se è triste, fai qualcosa per fargli passare la tristezza. Se sta provando emozioni molto forti quello è il momento peggiore per insegnargli qualcosa. Non ti ascolta!
6. Sii fermo nelle decisioni: quando scegli di dire no è no, tuo figlio ha bisogno di vederti sicuro in ciò che bisogna fare. Se ti vede insicuro o indeciso, perderai leadership con lui e lui ne approfitterà. Ci sono no necessari che aiutano a crescere. Comunicali con dolcezza, non hai bisogno di essere duro, ma con fermezza. Così facendo aiuterai tuo figlio a crescere più sicuro di se con ottimi punti di riferimento.
7. Sdrammatizza: non attaccarti con rabbia e rancore ai conflitti, usa l’ironia per uscire da alcune situazioni. Il metodo danese prevede l’uso della risata, del gioco, dell’ironia per risolvere conflitti anche piuttosto importanti.
8. No alla rigidità: le punizioni, le urla, i rimproveri continui, la sculacciata, funzionano a breve termine ma a lungo termine ti allontanano da tuo figlio. Fanno covare in lui rancore, rabbia, che prima o poi viene fuori più violente e irruenta. I bambini sono persone e vanno trattati con rispetto. Non sono animali da ammaestrare (con tutti il rispetto per gli animali!).
9. Anticipa i suoi bisogni: se c’è qualcosa che puoi fare per lui e sai che a lui fa bene, fallo prima che te lo chieda, non è viziarlo ma farlo sentire compreso e accolto. Significa comunicargli che hai ascoltato, compreso e capito per bene le sue esigenze e che sei lì per aiutarlo.
10. Parlagli in modo costruttivo e non distruttivo: la comunicazione è un elemento molto importante, parla di soluzioni e non di problemi in una modalità di aiuto, lui sta imparando, non è perfetto, è normale che faccia degli errori, come non lo sei tu, ma ha bisogno di te, per crescere dal tuo esempio.
Approfondiamo il punto 10. Tieni ben presente che alcune parole sono più efficaci di altre e formulare una frase in modo o in un altro può avere effetti piuttosto differenti. Ci sono frasi che distruggono e frasi che incoraggiano anche se per entrambe ci può essere una intenzione positiva.
Pensa a: “Non fare, non pensare, non dire…”
Quante volte usiamo la negazione come strumento di comunicazione?
Eppure questa abitudine linguistica nasconde una pericolosa insidia perchè ci fa pensare proprio alla realizzazione della situazione. Il cervello funziona per immagini e le immagini sono più potenti delle parole. Quando parli chiediti: che tipo di immagine sto evocando in mio figlio con questa comunicazione?
Ecco un esempio per essere più chiari: famiglia riunita sul divano per guardare un cartone animato.
Giulia e Matteo sono sul divano e giocano. Giulia ha in mano un bicchiere di succo di frutta. La mamma riprende la bambina: “Giulia stai attenta, non rovesciare il succo sul divano!” Cosa farà Giulia? Giulia penserà (inconsciamente) al concretizzarsi di quella situazione, per poi cercare di eliminarlo e di non farlo verificare.
Meglio formulare le frasi in positivo, invitando i bambini a fare qualcosa.
Da tempo ho eliminato la parola “stai attenta” con mia figlia. Quando ho bisogno di chiederle attenzione la invito con un “concentrati”. Mi sembra più positivo e meno allarmante, e ha degli effetti meravigliosi perché la bambina sta sviluppando la capacità di concentrazione, una cosa che serve tantissimo ai nostri figli per la loro vita personale e scolastica.
Inoltre, è consigliato rinforzare i comportamenti positivi, riconoscendo i successi di tuo figlio per il suo impegno, indipendentemente dai risultati raggiunti. I risultati a volte non arrivano subito, ma l’impegno quello sì, lo vedi subito, e se lo sottolinei diventa per tuo figlio più facile.
Per di più, di fronte a un comportamento inappropriato dei bambini, è importante suggerire delle alternative, non ordinando un divieto categorico, ma con due ingredienti indispensabili: la fermezza e la comprensione.
Spesso è utile utilizzare “preferisci A o B?” e far scegliere il bambino piuttosto che dirgli con rigidità: “fai così e basta”.
In questo modo non ti comporti in modo ‘autoritario’ ma ‘autorevole’, tuo figlio percepisce la tua leadership che è per lui fonte di sicurezza, apprendimento e modellamento.
Una comunicazione più efficace significa seguire delle strategie linguistiche nuove che ti aiutano ad ottenere nuovi risultati per educare tuo figlio.
E l’ultimo ingrediente? Quello più importante, tanto da essere il 10 +1?
Ti svelo il segreto dei segreti:
Sii felice e sereno e lo sarà anche lui.
I nostri figli hanno bisogno di vederci pronti ad affrontare la vita, con tutte le sue sfide e difficoltà. Hanno bisogno di vedere che manteniamo la calma anche davanti ad un problema, che ci riempiamo dell’atteggiamento positivo giusto per risolverlo, che affrontiamo la vita – nei suoi dolori e le sue gioie – con la massima efficacia che possiamo, dimostrando che c’è sempre la speranza di qualcosa di migliore.
Oggi i nostri figli hanno il diritto alla speranza.
È una esigenza sociale fortissima. Molti bambini sono demotivati, scarichi, stufi, annoiati, tristi –soprattutto a scuola e nell’affrontare i compiti – perché noi adulti – genitori ed educatori – trasmettiamo loro la fatica di questa vita.
Se è tutto un problema, se è tutto difficile, se non c’è mai tempo, se siamo tutti sotto stress, perché mai un bambino dovrebbe mantenere nel suo cuore quella gioia di vivere con la quale nasce?
Impegniamoci a vivere una vita più leggera e più gioiosa, impegniamoci ad apprezzare le cose belle di cui tutti siamo pieni, offriamo ai nostri figli una visione positiva degli altri e della vita perché loro coltivino la speranza che il mondo è un posto bello in cui vivere e che la vita è ogni giorno scoperta, crescita, possibilità.
Educhiamo i nostri figli alla possibilità.– Educate con l’esempio
Perché il mondo ne è pieno e noi con le nostre scelte scegliamo ogni istante quali possibilità vivere.
Quando un genitore conquista una maggiore efficacia ottiene come risultato che la maggior parte dei figli ascolta quello che diciamo, alcuni fanno persino quello che diciamo, ma tutti i figli fanno quello che facciamo noi.
I nostri figli sono influenzati in ogni istante da ciò che noi siamo. Educate con l’esempio
Se noi per primi saremo più felici, più calmi e più sereni, lo saranno anche loro.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di trust me up tramite un piccolo video.
Cos’è
Semplicemente un’azienda formata da tanti ragazzi spettacolari che ha deciso di creare questa piattaforma, nel 2018, partendo da un’idea di fondo: aiutare gli altri.
Gli altri-trust me up
Chi sono questi altri?
Innanzitutto tutte le persone che hanno un’attività o una passione che vogliono tramutare in lavoro facendosi pubblicità.
Qualsiasi tipo di vendita prodotti o servizi su trust me up ha voce.
Una volta che ir agazzi lavorano sul tuo pofilo, comincerete a creare tre srvizi per la vostra vetrina. Poi, potete aggiungerne quanti ne volete in modo indipendente con costi e descrizione.
Ma qual’è la cosa bella, che ogni servizio avrà una percentuale dis conto per chi vuole comprare sulla piattaforma.
Esempio, le mie consulenze hanno il 10% di sconto su un prezzo già concorrenziale.
Ora, questa percentuale va in beneficienza all’associazione da me scelta: niente truffa, io ho scelto sos villaggio dei bambini e telethon.
Percentuale-trust me up
La percentuale sarà la cifra che andrà in beneficienza. In più , cosa ancora più comoda per voi, avrete il cashback della percentuale così che potrete sempre acquistare servizi.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di ragazzi interrotti e della loro mancata felicità.
C’ è poco da sorridere, scorrendo i dati dell’ultimo World Happiness Report resi pubblici ieri dalle Nazioni Unite.
Paesi felici
Aldilà delle classifiche che sanciscono che per il settimo anno consecutivo è la Finlandia ad aggiudicarsi il titolo di “Paese più felice al mondo“,.
L ’Italia risulta 41ª appena sopra il Guatemala ma parecchio sotto Kosovo e Romania, solo citando a caso, il dato decisamente più preoccupante è quello che riguarda i ragazzi.
Per la prima volta dal 2012 – anno in cui è stato redatto il primo “Report“ – “il trend positivo globale della soddisfazione di vita tra i 15 e i 24 anni si è interrotto”.
E secondo Vivek Murthy, il massimo funzionario Usa ad occuparsi di questioni di salute pubblica, la colpa di tanta infelicità tra i ragazzini è l’uso e soprattutto l’abuso dei social media .
Giovani e felicità
Il binomio gioventù-felicità è andato in crisi (pur se meno bruscamente) anche in Europa occidentale”.
“In Nord America e in Europa Occidentale è come se i giovani stessero vivendo una “crisi di mezz’età“.
“Passando – prosegue il Report – alle età più giovani (10-15 anni), i risultati degli studi sono più limitati. Nei paesi ad alto reddito, la soddisfazione per la propria vita è comunque diminuita dal 2019, soprattutto per le ragazze.
Le ragazze riportano una minore soddisfazione nei confronti della propria vita rispetto ai ragazzi intorno all’età di 12 anni. Questo divario si allarga tra i 13 e 15 anni, e la pandemia ha amplificato la differenza”
Social sotto accusa
Immediato il grido d’allarme lanciato – sulle pagine del Guardian – da Vivek Murthy, Surgeon general degli Stati Uniti: alla luce dei nuovi dati, Murthy ha ribadito l’urgenza di provvedimenti governativi sull’uso dei social media.
“È l’uso incontrollato dei social media a portare all’isolamento e alla depressione i nostri ragazzi – ha ripetuto ieri Murthy –, l’uso senza regole dei social media equivale a guidare macchine che non hanno dispositivi di sicurezza.
La battaglia di Murthy da mesi è volta al recupero della connessione sociale – tra i più giovani – attraverso la creazione di occasioni di attività culturali e sportive.
Emozioni
Nella quotidianità di coloro che oggi hanno dai 15 ai 24 anni negli Stati Uniti e in Europa occidentale, è evidente che a dominare siano le emozioni negative.
“Le protezioni per salvaguardare i più giovani sono necessarie immediatamente” ha detto Murthy: “se hai a che fare con un dodicenne o un quindicenne, non puoi aspettare tre o cinque anni e vedere se intanto la politica per caso fa qualcosa.
Temo che i governi non avvertano tutta l’urgenza che c’è: l’infanzia dei nostri figli è in corso adesso”. Ed è sempre meno felice.