Buongiorno amici. Oggi riflessione: Se cercate una persona che vi cambi la vita… guardate allo specchio, siete voi.
Impieghiamo gran parte del nostro tempo alla ricerca di quella persona speciale, magica e vibrante che ci cambi la vita. La sogniamo, la desideriamo come la consolazione ad ogni nostra pena.
Fino a quando, un bel giorno, la troviamo. Ci guardiamo allo specchio e ci rendiamo conto che quella persona è sempre stata lì: siamo noi.
Quando qualcuno non ha imparato ad essere sufficiente a se stesso, vive come un vagabondo che elemosina continuamente l’attenzione e le briciole di affetto, che lo rendono ancora più povero.
Dobbiamo capire che non sempre arriverà qualcuno a placare le nostre paure, a riempire i nostri vuoti e a spezzare le nostre insicurezze per trasformarci in persone coraggiose. Gli eroi non si aspettano. Gli eroi si creano. Per questo motivo, dobbiamo rivelarci esseri autosufficienti, persone degne e capaci di creare i propri sentieri.
Dialogo positivo con la persona che vi è nel nostro specchio- se cercate una persona che vi cambi la vita…
Carl Rogers diceva spesso che l’essere umano è come un’isola solitaria. A volte, lungi dall’investire il nostro tempo alla scoperta delle ricchezze dei nostri scenari personali, accettandone la loro varietà e singolarità, ci nascondiamo. Solo quando una persona è capace di essere esattamente com’è, sarà in grado di costruire ponti fermi e solidi verso altre isole. Verso altre persone.
Per riuscirci, non c’è niente di meglio che iniziare con quattro tipi di dialogo con quell’essere prezioso che vive nel nostro specchio e di cui non sempre teniamo conto.
1. Il dialogo razionale
Per favorire il ricongiungimento con noi stessi, dobbiamo innanzitutto dar vita ad un dialogo razionale.
Questo dialogo è inquisitivo e ha carattere di sfida: il suo obbiettivo è quello di farci svegliare.
Ci porremo domande precise sulla nostra realtà attuale, al fine di limitare molte di quelle distorsioni cognitive che si originano dentro di noi. Ecco alcuni esempi:“Perché mi preoccupo tanto dell’impressione che do agli altri?”
“Perché ho tanta paura di deludere la mia famiglia, i miei amici e il mio partner?”
“Perché penso che facendo questo o quell’altro non verrò accettato?”
Per semplificare questo dialogo interiore, dovremo porci anche domande riguardo il nostro futuro a breve e lungo termine.Come vorrei essere tra un anno?
Cosa sto facendo per raggiungere il mio obbiettivo?
Cosa mi impedisce di raggiungere questo obbiettivo?
2. Il dialogo comprensivo
Se il dialogo razione ha agito come un astuto avvocato, estrapolando realtà spiacevoli dal nostro specchio,
adesso è il momento di riconoscere le emozioni che proviamo. Siamo consapevoli di molte delusioni, di paure profonde e di amare frustrazioni.
Il dialogo comprensivo ci accoglie con frasi del tipo:
So come ti senti, piangi se ne hai bisogno.
Non avere paura di accettare i tuoi sentimenti.
Non sei debole solo perché in questi momenti ti senti vulnerabile. Forte è chi ha il coraggio di guardarsi allo specchio e scoprire che non sta bene. Ci sono ferite interiori che fanno male e che bisogna curare: fatelo.
3. La voce dei valori-se cercate una persona che vi cambi la vita….
La meravigliosa persona del nostro specchio sa già che ci sono cose che vanno cambiate. Che ci sono aspetti personali che vanno potenziati. Inoltre, abbiamo capito che esistono cose e persone che ci fanno sentire più tristi che felici. Accettare le nostre emozioni e il successivo sfogo ci permette di vedere le cose con maggiore lucidità e calma.
Dopo quell’alba razionale ed emotiva, arriverà un momento importante. Qual è allora il seguente passo dell’autoconoscenza? Ricordare quali sono i nostri valori.
I valori danno forma a quella voce affabile e serena della nostra coscienza. Sono le nostre radici e non dobbiamo agire contro esse.
Per favorire un’adeguata riflessione riguardo ai nostri valori, possiamo prendere un foglio bianco. Vi scriveremo una lista con varie colonne, ciascuna dedicata ad una delle seguenti categorie:“Io sono”
“Io credo”
“Io sono contrario a”
“Io sostengo”
Dedicate qualche minuto alla realizzazione di questo esercizio, completando ogni colonna. Può trattarsi di un’attività rivitalizzante e rassicurante.
Il dialogo motivante
A questo punto, la meravigliosa persona del nostro specchio è uscita dal buio e si mostra a noi. Ebbene, è il momento di tirarla fuori da questa dimensione per abbracciarla e fonderci con lei in un’unica entità coraggiosa e decisa.
Il dialogo motivante ci aiuta a realizzare i nostri propositi, armonizzando le nostre emozioni, i nostri sentimenti e i nostri valori.
Dobbiamo essere capaci di agire in accordo a ciò che proviamo tramite piccole auto-istruzioni ferme e positive. Ecco alcuni esempi:Oggi sarò capace di dire di “sì” senza paura e “no” senza sentirmi in colpa. È giunto il momento di sentirmi libero e sicuro di me stesso/a.
Darò il meglio di me senza farmi influenzare da quello che gli altri dicono o fanno. Non voglio più soffrire inutilmente.
Per concludere, quella persona speciale che vive nel nostro specchio desidera di essere visibile, di avere voce propria e libertà per dimostrare al mondo di cos’è capace. Che ci crediate o meno, potete ottenere molte cose, difatti, solo questa può cambiarci la vita…
Buongiorno amici. Oggi parliamo di figli non amati e di cosa dovrebbero fare ogni giorno.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’abuso minorile come un costrutto molto ampio che comprende maltrattamenti e disattenzione. Include tutte le forme di violenza fisica ed emotiva, abuso sessuale, incuria, negligenza emotiva.. e qualsiasi comportamento che possa causare un danno reale o potenziale per la salute del bambino, la sua sopravvivenza, il suo sviluppo o la sua dignità nel contesto di una relazione di responsabilità, fiducia o potere (OMS, 2003).
Quando si parla di abuso non si può fare a meno di citare la negligenza infantile, ma che cos’è? La negligenza emotiva è una forma di maltrattamento quasi invisibile.
Alla base può esserci inadeguatezza genitoriale e/o mancanza di amore.
Con negligenza emotiva si fa riferimento all’assenza persistente di risposte adeguate ai bisogni emotivi del bambino.
Il bambino esprime i suoi bisogni affettivi e il genitore, sistematicamente, li ignora per inadeguatezza o perché distratto da altro.
Esempi
Esempi pratici? Un genitore che ignora in modo continuo e persistente, il piccolo che piange pensando che tanto, prima o poi si stancherà!
Oppure un genitore che invece di accogliere e accudire, pensa che il piccolo lo stia sfidando con i suoi naturali comportamenti.
Per non parlare della mancata interazione tra bambino e genitore (noncuranza del genitore, anaffettività, completo disimpegno).
Mancanza di una figura stabile (genitore depresso, affetto da malattie, genitore assente). Incoerenza, disparità di trattamento tra fratelli, umiliazioni, ricatti emotivi… Insomma, le forme di negligenza emotiva sono davvero numerose
Variabili- figli non amati
Ci sono poi alcune variabili che possono intervenire peggiorando qualcosa che è già di per sé un grosso problema… come dire: non c’è mai fine al peggio!
A gettare benzina sul fuoco, in un contesto di negligenza emotiva, possono intervenire alcune circostanze come:
Relazione di coppia instabile: i bambini sono costretti ad assistere a litigi tra i genitori. Nella famiglia nascono difficoltà nella comunicazione e si forma un serio squilibrio nella distribuzione del potere.
Relazioni conflittuali con la famiglia estesa: nonni, zii o altri parenti interferiscono negativamente con la vita famigliare.
Nessuno adulto si occupa delle faccende domestiche e nel genitore che considera il figlio subordinato, nasce la pretesa che sia il minore a realizzarle.
Una casa piccola e spazi ristretti possono azzerare il concetto di privacy, la sicurezza e i confini tra sé e l’altro diventano difficili da strutturare.
Basso livello educativo dei genitori. In pratica i genitori non sono solo inadeguati da un punto di vista affettivo ma lo sono anche da un punto di vista dell’istruzione, non mostrano interesse per i figli e non li incoraggiano alla conoscenza. Il basso livello di istruzione induce anche a un disinteresse medico. Bada bene, non significa che i genitori poco colti non possono essere buoni genitori. Significa che i genitori menefreghisti nei confronti della prole e (per di più) non istruiti, sono terribili genitori.
Modello educativo gerarchico. Qui l’abuso emotivo è inevitabile: i genitori reputano i figli una “proprietà” di cui avvalersi piuttosto che persone con un’identità propria con le quali condividere armoniosamente un pezzo di vita.
Negligenza emotiva-figli non amati
La negligenza emotiva è un problema molto complesso tanto che bisogna tenere conto di numerosi fattori.
Data la sua complessità, bisognerebbe agire con urgenza perché le conseguenze a lungo termine possono essere paragonabili e in taluni casi persino più gravi di quelle legate alla violenza fisica.
Niente paura. Per fortuna è possibile intervenire anche in età adulta: un percorso di auto-consapevolezza, auto-accettazione può essere il cammino ideale per chi è cresciuto in una famiglia tossica.
La psicoterapia è indubbiamente l’intervento più saggio per il recupero. In cosa consiste il recupero? Nel cambiare i comportamenti e i modelli che hai acquisito fin dall’infanzia. Tali modelli sono il frutto di un adattamento in un ambiente ostile.
Ed ecco la parte peggiore: ciò che apprendi inconsapevolmente durante l’infanzia è davvero difficile da lavare via, entra a far parte del tuo bagaglio inconscio che condiziona la tua vita da adulta. Lasciarsi alle spalle un abuso emotivo equivale a guarire.
La guarigione consiste neldisimparare schemi, modelli, credenze e comportamenti e sostituirli con nuovi apprendimenti in grado di supportare la tua felicità a lungo termine! Il primo regalo che puoi farti, dunque, è un percorso di introspezione.
5 doni che i figli non amati dovrebbe farsi ogni giorno
L’auto-consapevolezza è un dono che non hai bisogno di incartare eppure è uno dei regali più belli che puoi farti. Con l’auto-consapevolezza puoi imparare a vederti chiaramente per ciò che sei e non per quello che ti hanno indotto a credere gli altri.
1. Conoscenza. Impara a conoscerti
I figli non amati vedono se stessi attraverso una lente d’ingrandimento difettosa, ereditata dalle esperienze infantili. Questa lente riflette il modo in cui ti hanno fatto sentire da piccolo.
La tua visione distorta arriva dalla persistente abitudine all’autocritica. Sei così abituato a essere severo con te stesso che ormai per te questo è lo standard della normalità. In realtà, esiste un altro modo di esistere che ancora non conosci. La lente che oggi usi non è abituata a vedere le meraviglie che ti porti dentro, ciò che di enormemente buono c’è in te, quella lente ha imparato solo a mettere in evidenza i tuoi aspetti negativi e… ingigantirli!
Concediti il tempo e lo spazio per conoscerti bene. Cerca di essere razionale nei giudizi che ti dai continuamente. Anzi, sarebbe bene mettere da parte ogni giudizio. Cerca di conoscerti davvero: chi sei? L’immagine che vedi di te è autentica o ti è stata inculcata da qualcuno? Esplora i tuoi mondi interiori e fallo con amicalità. In fondo, tu, potresti essere il tuo migliore alleato, il più grande amico di sempre e non colui che ti rema contro!
Invece di concentrarti su ciò che non va, dai un’occhiata a quanto c’è di buono. Ecco un piccolo esercizio da fare ogni giorno. Impara a conoscerti: prova a scrivere 10 parole positive che ti descrivono. Se proprio non ci riesci, chiedi a chi ti stima di aiutarti.
2. Comunicazione e ascolto. Non trarre conclusioni affrettate
Il confronto è una cosa buona e giusta, lo è di meno, però, se parti prevenuto sulle intenzioni altrui. Non puoi pretendere che un’altra persona capisca al volo i tuoi bisogni e li soddisfi. Impara a comunicare con calma ciò che vuoi o ciò che ti aspetti dall’altro. Se hai bisogno di qualcosa, comunicala in modo garbato e assicurati che l’altro abbia compreso.
Per lo stesso principio, non dare per scontato la prospettiva dell’altro. Non giungere a conclusioni affrettate. Prima di sentirti offeso o ferito nel profondo, chiedi spiegazioni. Sei sicuro di aver letto correttamente la situazione? Quando interagisci con gli altri, prova a porti domande in modo “distaccato”. La tua sfera emotiva può “viziare” le tue valutazioni, proprio come quella lente difettosa fa con te stesso.
3. Comprensione. Impara a capirti
Se credi di aver commesso un errore, non condannarti. L’auto-compresione è l’antidoto che cerchi solo che probabilmente ancora non sei capace di somministrartela. Non riesce a essere comprensivo e compassionevole con te stesso semplicemente perché nessuno lo è mai stato con te! Se durante la tua infanzia non ti sei sentito compreso e pienamente accolto nelle tue fragilità, solo difficilmente riuscirai a farlo da solo in età adulta. I primi due doni sono strettamente correlati.
Impara a dare un nome alle tue emozioni, ogni giorno. I figli non amati non sempre riescono a regolare e gestire le loro emozioni così finiscono per esserne vittime. L’ansia, il panico, le incongruenze tra desideri e azioni, tutti quei «vorrei ma non posso…» sono in realtà un esempio tangibile di emozioni mal gestite. Anche il bisogno di controllo riflette solo emozioni soverchianti.
Fortunatamente l’intelligenza emotiva non è una dotazione di serie ma è un qualcosa che si acquisisce con la pratica. Sapere cosa provi e perché lo stai provando ti stenderà un tappeto rosso verso il cammino dell’auto-consapevolezza.
4. Pazienza. Non essere impaziente
Hai passato l’intera infanzia a subire l’influenza negativa di tua madre o di tuo padre e ora non vedi l’ora di riscattarti e migliorare ma finisci per inciampare sempre negli stessi errori. Posso capire perfettamente la tua impazienza ma nel giro di poco tempo non puoi riscrivere il tuo presente: hai bisogno di imparare le basi perché queste ti sono mancate, purtroppo. Non è qualcosa che è dipeso da te ma è capitato. È qualcosa con cui ancora oggi ci fai i conti ma da cui sicuramente riuscirai a uscirne. Non ti basta la forza di volontà, quella ne hai da vendere.
Se c’è una cosa che accomuna le persone con un’infanzia difficile è proprio questo: la volontà di riscattarsi! Quel riscatto arriverà, il tuo prossimo passo per ottenerlo è un semplice apprendimento: imparare a essere più gentile con te stesso e avere pazienza per raccogliere i frutti dei tuoi sforzi. Ci arriverai.
“Faccio sempre gli stessi errori” “Non imparo mai…” “Sono un fallito”.Sono frasi che non fanno bene. Rivolgiti a te stesso con compassione, gentilezza e pazienza: “oggi ho commesso questo errore ma probabilmente la prossima volta riuscirò a padroneggiare meglio la situazione, non è questo singolo episodio che può definire la mia intera persona”. Analizza bene il contesto. Ricorda che ogni giorno, fai sempre il meglio che puoi con ciò che sai. Molte cose non hai potuto ancora impararle.
5. Stimati e… Circondati di persone che ti stimano
Mentre impari ad accettarti e stimarti, ricordati di circondarti di persone positive, degne di stima e in grado di mostrarti autentica stima. Ogni rapporto deve basarsi sulla reciprocità. Se hai sempre avuto esperienze negative, se la tua fiducia è stata tradita sia in amicizia che in amore, sappi che potrebbe non essere un caso. Quando cresciamo con ferite interiori nascoste, mai elaborate o guarite, non siamo lucidi nei rapporti e finiamo per legarci a chi può, in qualche modo, approfittarsi di noi e della nostra bontà.
Quando guarirai te stesso dal tuo passato, ti verrà naturale selezionare solo le persone che possono davvero arricchirti e che sono capaci di autentica stima e rispetto. Chi non ti apprezza, finirà per allontanarsi in autonomia, così come giusto che sia: la guarigione di sé mette ognuno al suo posto.
E se avete bisogno del mio aiuto contattatemi tramite la sezioen “contatti e consulenze ” del sito
O su camtv come dottoressanapolitano o col nome del canale “adolescenti istruzioni per l’uso”