Possono realmente influenzare la crescita di un minore?
Buongiorno amici. Ogg riflettiamo su film-serie tv-social che possono influenzare la crescita di un bambino e di un ragazzo.
Influenza
Ormai, film, serie tv, social occupano la maggior parte del nostro tempo libero, giusto o sbagliato che sia.
Ma dobbiamo, noi adulti, e soprattutto genitori, stare attenti a cosa guardano i più piccini.
Bimbi
Sappiamo tutti che i bimbi, soprattutto, non avendo altro esempio che il nucleo familiare, assorbono comporamente e credenze della familgia.
Ma anche un film, una serie, uncartone animato, soprattutto se si identificano col protagonista di una storia, può unfluenzare il modo di agire di un bambino.
Ma on voglio dirvi tanto di più
Guardate con attenione la diretta, molto itneressante, e fate le vostre riflessioni e, se avete bisogno del mio aiuto, contattatemi trmaite la sezione “contatti e consulenze” del sito
Buongiorno amici. Oggi parliamo dell’eliminare i difetti per i like: trend sbagliatissimo tra i ragazzi.
Ragazzi che si piacciono solo con filtri e fotoritocco e utilizzano qualunque strategia pur di apparire “più belli” sui social e ottenere il maggior numero di like. Tantissimi adolescenti trascorrono ore a scattare foto e selfie che, prima di essere pubblicati, vengono rigorosamente manipolati ed elaborati con programmi e filtri specifici, per eliminare ogni difetto.
Filtri e fotoritocco: alla ricerca di una perfezione che non esiste
I filtri spopolano tra gli under 14: secondo una ricerca dell’Università di Cassino, infatti, il 50% dei giovani con età inferiore ai 14 anni usa i filtri messi a disposizione dai social per modificare la propria immagine e il 42% di loro vorrebbe essere nella vita reale così come appare quando li utilizza.
Uno studio condotto da Edelman Data & Intelligence, inoltre, sui potenziali effetti nocivi dell’utilizzo costante di filtri sull’autostima delle ragazze, ha evidenziato come il 77% delle ragazze utilizzi filtri o app per il ritocco foto prima di postare sui social e il 48% di coloro che usano abitualmente i filtri nelle loro foto mostri poca stima di sé stesse.
La ricerca dell’approvazione social danneggia l’autostima dei più giovani
In Italia, circa 1 adolescente su 10 (l’80% sono ragazze) decide di effettuare una dieta per apparire più bello nei selfie, già a partire dagli 11 anni di età (Dati Osservatorio Nazionale Adolescenza).
Il 45% circa scatta anche tanti selfie nella stessa posa per scegliere quello migliore e lo modifica con filtri o fotoritocco prima di pubblicare.
Quasi 3 su 10 dai 14 ai 19 anni, e il 22% dagli 11 ai 13 anni, dichiarano di essere in ansia prima di pubblicare una foto per paura che non piaccia, che non ottenga like o venga criticata. Il 60% dai 14 ai 19 anni e il 65% dagli 11 ai 13 anni, invece, si sente più felice e sicuro quando riceve like e commenti positivi.
Dati importanti che confermano come la ricerca compulsiva dell’approvazione social stia intaccando l’autostima dei ragazzi, fin dall’infanzia, condizionando le loro emozioni e i loro comportamenti.
Bold Glamour: il filtro della bellezza “finta” che sta spopolando su TikTok
Nelle ultime settimane si è molto parlato di “Bold Glamour”, un filtro che sembra spopolare su TikTok, creando anche polemiche e preoccupazione rispetto alle possibili influenze negative che questo genere di effetti può avere sui teenager.
Una funzione che si basa su un algoritmo in grado di ringiovanire il viso, con grande precisione, come se fosse stato truccato da professionisti: scompaiono rughe, pallore e qualsiasi tipo di difetto.
Aumenta al contempo anche l’attenzione verso questi fenomeni ed aumentano le campagne di sensibilizzazione, come quella promossa da Dove (#TurnYourBack) e lanciata lo scorso 8 marzo in occasione della Festa della Donna, per ribellarsi ai filtri presenti sulle piattaforme social, che creano standard di bellezza irrealistici e dannosi soprattutto per le ragazze più giovani.
La campagna ha riscontrato l’adesione e la partecipazione di diverse creator TikTok che hanno deciso di mostrarsi senza filtri, sottolineando proprio quelle imperfezioni che vengono solitamente cancellate o nascoste.
Nonostante i filtri dei social media possano essere anche fonte di creatività e di auto-espressione, è importante prestare attenzione ai possibili rischi derivanti da un utilizzo costante o eccessivo e inadeguato di questi strumenti.
Bisogna tener conto di come i ragazzi oggi siano sottoposti, fin da bambini, alla pressione di media e modelli sociali che diffondono una precisa idea di bellezza, ispirata alla perfezione e al controllo dell’immagine. Il corpo si trasforma, in questo modo, in un oggetto da controllare e modificare pur di apparire in un certo modo e di eliminare ogni imperfezione.
Il problema non sono le foto o i selfie, il problema si pone quando la propria immagine sovrappone la persona, quando si vive in funzione di come si appare, quando filtri e app non bastano più, non si accetta più la differenza tra l’immagine reale e quella perennemente ritoccata e si è disposti, senza pensarci due volte, a ricorrere a strategie di ogni tipo pur di eliminare i propri difetti.
Vi ricordo, ragazze genitori, che se avete bisogno di parlare con me , del mio aiuto mi trovate nell sezione “contatti e consulenze” del sito
Bongiorno amici. Ogg vediamo perché i ragazzi sono sempre più arrabbiati.
In rete ci si imbatte spessissimo in un linguaggio provocatorio, violento, fatto di messaggi offensivi e di odio.
Sembra non si aspetti altro che entrare nel proprio “sfogatoio online” per imporre il proprio pensiero, la propria voce e il proprio “sapere”: la libertà di esprimersi viene spesso travisata nella possibilità di scaricare sull’altro i propri stati interni e i propri pensieri senza filtri, dimenticandosi che dietro l’immagine di un profilo c’è una persona e che le parole sono reali.
Purtroppo, non siamo abituati al confronto, alla tolleranza e al rispetto.
Gli haters sono in forte crescita anche tra gli adolescenti: secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza oltre 2 ragazzi su 10, tra i 14 e i 19 anni, di cui il 53% sono maschi, commentano intenzionalmente in modo negativo e aggressivo foto, video, immagini, con lo scopo di offendere l’altro.
Equivoci a portata di click
Partiamo da un presupposto di base: ogni volta che ci addentriamo nella rete, siamo tempestati da ogni tipo di contenuto e da una tendenza all’estremizzazione che inevitabilmente genera frustrazione, insoddisfazione e rabbia.
Inoltre, il confronto con gli abitanti del web non è il confronto con il vicino di casa o con gli amici più stretti, è un confronto con un numero rilevante di persone che amplifica lo stimolo e la sensazione di inadeguatezza di tanti adulti e adolescenti. Nelle piattaforme online è tutto troppo veloce.
Questa accelerazione va ad intaccare la capacità di pensare in maniera critica e la capacità attentiva.
Leggere senza attenzione, focalizzarsi sulle prime parole o impressioni, leggere quello che si vuole leggere (bias di conferma), innalzano notevolmente la probabilità di fraintendimento.
La rapidità, l’assenza della attesa e il doversi quasi imporre sull’altro sono altri aspetti sottostanti queste dinamiche.
Sembra ci sia una competitività estrema su tutto, una ricerca della propria ragione, un’assenza di flessibilità mentale che incrementa il livello di tensione di fondo e abbassa notevolmente quello di tolleranza.
Si cercano profili e post che confermano le proprie tesi e si attacca chi non è in linea con i propri pensieri, ideologie e convinzioni. Sta diventando un continuo schierarsi.
In questo modo ci si dimentica di un concetto molto importante, che dovrebbe essere alla base della tolleranza: non esiste una realtà oggettiva, esiste una realtà soggettiva, che non è assoluta.
Scienza e cervello: quali meccanismi scattano?
Secondo un recente studio pubblicato nella rivista Science Advances (Brady et al., 2021), i social network portano le persone a tirar fuori nel tempo una maggiore rabbia e frustrazione.
Infatti, nelle piattaforme online le reazioni violente e cariche di odio ottengono un maggior numero di like e condivisioni, suscitano molte più interazioni e hanno un potere attrattivo molto forte.
Tutto questo attiva nel cervello una sensazione di forte gratificazione e di appagamento immediato che vanno a stimolare specifiche aree cerebrali e il rilascio di dopamina e altri neurotrasmettitori che fanno sperimentare la piacevolezza e la sensazione di essere ricompensati.
Inoltre, se pensiamo in modo specifico agli adolescenti, bisogna tener conto del fatto che in questa fase evolutiva la corteccia prefrontale non ha raggiunto il suo pieno sviluppo.
Questa parte del cervello è quell’area deputata prettamente alle funzioni esecutive e di controllo come prendere decisioni, valutare le conseguenze delle proprie azioni e bloccare i comportamenti inappropriati.
Al contrario, le aree emotive del cervello, a causa delle numerose trasformazioni in atto, sono molto più attive, meno gestibili e possono portare i ragazzi ad agire in modo più impulsivo.
Per questo gli adulti devono lavorare tantissimo sull’aiutarli a pensare in maniera più pertinente e bilanciare questo sbilanciamento dovuto allo sviluppo.
Loro tendono maggiormente ad agire piuttosto che a pensare e anche in rete, quindi, si è portati a commentare senza pensare dimenticandosi troppe volte che dietro uno schermo, un’immagine o un profilo c’è una persona e che le parole possono essere taglienti come lame.
E vi ricordo che se avete bisogno di me potete cotnattarmi tramite la sezione “contatti e consulenze” del sito
o sulla piattafoema camtv col nome del canale adolescenti istruzioni per l’uso