Buongiornoa mici:) Oggi parliamo di violenza di genere-diretta.
Adolescenti
E’ cronaca, purtroppo, quasi quotidiana sentire di donne, soprattutto, vittime di violenza sessuale e non solo.
Ragazza di 17 anni trascinata, tramortita, portata in un boschetto e violentata mentre aspettava l’autobus per portarla casa da scuola, quindi pieno giorno.
Donna di 33 anni va in bagno in un locale dove stava passando la serata con i suoi amici e viene violentata all’interno del bagno.
E , purtroppo, queste non solo le uniche forme di violenza.
Violenza di genere-diretta
Non esiste solo la violenza sessuale. C’è quella psicologica, manipolatoria, fisico e sessuale.
Durante al diretta, per l’ appunto, spiegherò la differenza tra queste, il fatto che già d ragazzi sci sano comportamenti di questo tipo su coetanee e coetanei.
Parlerò, poi, di come educare al rispetto i ragazzini , maschi, fin da piccini, cosa scatena questi atteggiamenti violenti e come, i gentiori, devono stare attenti per capire se la figlia è stata vittima di una di queste violenze.
Buongiorno amici. Riflettiamo.. più spessa è l’armatura…più fragile è chi la indossa
Fragilità
Essere una persona fragile implica avere una particolare sensibilità che aiutiamo a proteggere con una corazza, aggiungendo strati su strati ogni volta che soffriamo una delusione o ci sentiamo frustrati. Persino la persona più sensibile può diventare una persona fredda quando si sente minacciata da una situazione che non è disposta ad affrontare.
Ci sono situazioni che per tutti noi sono difficili da affrontare, da accettare o da gestire, come può essere l’abbandono, il rifiuto, il disprezzo, la colpa, ecc. Nelle situazioni in cui ci sentiamo particolarmente vulnerabili, facciamo sempre un passo indietro per proteggerci. Questo comportamento è fondamentale per preservare la nostra integrità.
Il carattere e l’atteggiamento di ognuno di noi influisce sul comportamento che si decide di adottare di fronte a quelle situazioni che possono essere fonte di grande dolore emotivo. Per questo motivo, c’è chi si espone a situazioni dolorose senza protezione, e anche con una certa tendenza masochista, fino a rimanere alquanto malmenato e ferito.
Altri tipi di persone, invece, hanno un atteggiamento più prudente: quando anticipano una situazione simile ad un’esperienza precedente, sono in grado di innalzare delle barriere e diventare impermeabili, indifferenti di fronte a qualsiasi emozione o sentimento.
“Non ci sono dubbi, la tua corazza ti protegge dalle persone che vogliono distruggerti. Eppure, se non la togli mai, ti isolerà anche dall’unica persona che potrà mai amarti”.
-Richard Bach-
Essere fragili non significa essere deboli
I due tipi di persone che abbiamo appena descritto si trovano ai due poli opposti, anche se entrambe dipendono dalla stessa fragilità. Buttarsi nel vuoto non è certo un’opzione sana, ma non lo è nemmeno circondarsi da mura per rendersi insensibili.
La fragilità viene spesso collegata e confusa con la debolezza: essere fragili è un indicatore che ci mostra l’intensità delle nostre emozioni, la sensibilità con cui viviamo i nostri sentimenti e la difficoltà che abbiamo nel mostrarci tali e quali siamo, per paura di essere feriti.
Essendo fragile, posso essere forte di fronte alle circostanze, andando avanti e conquistando le mie paure. Nonostante ciò, non mi permetto di mostrarmi sensibile, anche se dentro sto soffrendo, sto male e mi sento solo. Voglio mostrarmi forte indossando la mia armatura, facendo credere agli altri che niente può ferirmi, quando, in realtà, mi fa talmente male che sento di non poterlo sopportare.
Siamo in grado di mettere alla prova la nostra forza quando continuiamo ad avere fiducia nonostante i tradimenti, quando andiamo avanti nonostante le paure e la nostra tristezza, quando mostriamo la nostra vulnerabilità e sensibilità a chi se lo merita.
Mostrarsi tali e quali siamo-più spessa è l’armatura…
Quando sopprimiamo le nostre emozioni, quando alziamo dei muri di fronte a tutto ciò che proviamo, diamo agli altri il permesso di conoscerci solo in modo superficiale e finiamo persino per trattare gli altri allo stesso modo, avendo così relazioni superflue, senza nessun impegno speciale.
In questo modo, possiamo conoscerci per le persone che siamo davvero? Diamo agli altri l’opportunità di conoscerci a fondo? Aggiungere strati alla nostra armatura ha delle conseguenze, perché perdiamo chi siamo. Viviamo intrappolati nella paura per cercare di chiudere fuori il dolore.
“Se voglio conoscere me stesso, tutto il mio essere, la totalità di ciò che sono e non solo uno o due strati, allora, ovviamente, non devo condannare, devo essere aperto ad ogni pensiero, ad ogni sentimento, a tutti gli stati d’animo, a tutte le inibizioni”.
-Krishnamurti-
Quando siamo particolarmente sensibili, sviluppiamo la capacità di evitare di essere noi stessi, affrontiamo il mondo creando diverse personalità, che cambiano a seconda del proprio carattere: i timidi e vergognosi, gli scontrosi, gli impertinenti, i compiacenti, quelli che si prendono sempre cura degli altri, quelli che ci sono sempre per tutti, ecc.
In un certo senso, tutte queste sono le nostre maschere, quelle con le quali ci proteggiamo adottando un certo ruolo. In questo modo, e ogni volta che ci è possibile, evitiamo di parlare di noi stessi e di indossare i panni di chi siamo davvero.
Imparare a conoscersi facendo spazio alle proprie emozioni-più spessa è l’armatura…
Di sicuro mi tradiranno di nuovo, mi faranno ancora del male e le cicatrici delle mie ferite torneranno ad aprirsi. È qualcosa che non posso evitare, perché fa parte della vita stessa, del mio camminare lungo i suoi sentieri. Se voglio viverla davvero, imparare a conoscermi e ad entrare in sintonia con gli altri, devo correre il rischio che tutto ciò possa accadere, anche se mi sento fragile.
La mia insensibilità, la mia freddezza, la mia armatura, la mia corazza e i muri che ho innalzato non sono la soluzione. Nascondermi confondendomi tra gli altri è il mio autoinganno, il ruolo che assumo per sentirmi sicuro. È tutta una menzogna, uno stratagemma che mi impedisce di riconoscermi.
Anestetizziamo la nostra sensibilità impedendoci di esprimerla, perché quando in passato abbiamo avuto l’impressione di aver trovato la persona giusta con la quale condividerla, siamo stati traditi. Quando ci siamo aperti, abbiamo perso il nostro ritmo e il nostro amore per poterci accettare tornando a costruire un amore ancora più vero.
Questo processo è ciò che ci rende ancora più vulnerabili, poiché stiamo ricostruendo la nostra identità, facendo un passo dopo l’altro, imparando ad esplorare e a riconoscere quella sensibilità che abbiamo nascosto e chiuso a chiave. Ovviamente, essendo più esposti, c’è anche più probabilità di restare feriti, perché questi cambiamenti implicano anche una trasformazione nelle relazioni che abbiamo con gli altri e nei ruoli stabiliti.
Le delusioni che abbiamo affrontato, causate sia da noi stessi sia dagli altri, ci aiutano a vedere più chiaramente con quali persone vogliamo stare. Poco alla volta riusciamo a fare una selezione grazie a questioni più profonde come i valori, l’onestà e l’autenticità.
Contatti
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Quelli che ti trovi accanto nel momento del bisogno.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di amici veri.
C’è und etto che dice “gli amici veri si vedono nel momento del bisogno”. Mai parole più azzeccate.
Amici veri
Certo, non solo ma è nei momenti più difficili, quando abbiamo bisogno di un sostegno emotivo, di affetto anche senza parole che si vede la vera amicizia.
Ed quello che dovrebbero capire tutti i ragazzi giovani. Che l’amico vero non è quello che esce con te al sabato e poi quando sei giù, si defila.
E lo so che, quando sei adolescente, hai bisogno di gente attorno, d esplorare, di far parte di un gruppo di pari. Ma stare con chi, in realtà, non ti è davvero amico è come uscire da soli.
Comunicazione emotiva e sostegno emotivo
Sono le parti più intense e importanti della diretta,
Come al solito, non voglio spoilerarvi tutto ma, entrambe le cose, si basano sulla presenza, la vicinanza, quel silenzio pieno d’affetto e di gestualità…non di parole al vento.
a bando alle ciance, vi lascio il link per vedere la diretta.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sulla scuola senza voti.
Notizia d qualche giorno fa. Una docente di un liceo di Palermo fa una proposta: la scuola senza voti. Perché’ Per non far sì che i ragazzi, a scuola, vivano con l’ansia del voto. Solo alla fine dell’anno potranno essere visibili.
Pareri
I pareri sono ovviamente contrastanti. Da un lato c’è chi dice che è giusto si prenda un provvedimento d questo tipo perché i ragazzi non devono essere giudicati coi voti.
Dall’altra parte, c’è chi dice che anche un due è educativo. Riflettiamo? sì.
Riflettiamo
Penso, e lo dico sempre, che un ragazzo non debba essere giudicato bravo ragazzo o meno, e parlo della sua persona, per i voti che prende a scuola. Ho sempre detto anche che genitori e insegnanti, perché purtroppo spesso la fanno anche loro, non devono fare paragoni.
Con nessuno: che siano compagni, fratelli, vicini di casa, parenti.
Semplicemente perché nessuno è superiore p inferiore a nessuno. Ognuno di noi ha le sue peculiartà, i suoi personali obiettivi. Ognuno di noi ha abilità differenti che non sono né superiori né inferiori a quelle di qualcun altro.
Se un ragazzo ha tutti 8 non vuol dire che è una persona migliore di chi ha tutti 6.
Il voto deve essere visto solo, come un monito, un reminder che ti dice se è il caso di impegnarti di più o se stai andando per la strada giusta. Ma solo per aver raggiunto o meno un obiettivo scolastico..
Il voto aiuta
Una parte di ragione ce l’ha anche chi dice che, in realtà, il voto aiuta a maturare.
Sì, vero. Proprio per il discorso fatto prima. Se l’obiettivo della pro è quello di vedere se avete capito o meno la lezione il voto negativo vuol dire al ragazzo che non lo ha fatto completamente.
Quindi, vista così, un due è educativo, deve essere un incentivo per il ragazzo, quindi, di di impegnarsi di più e infatti, spesso, il prof vuole vedere semplicemente un impegnarsi.
Reminder per i prof però, siate giusti con i voti, non fate preferenze( sì, è, capitato anche questo) prendete anche voi il voto come modo per incentivare i ragazzi a impegnarsi di più e allora, in questo modo, va bene anche un due.
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Io spero che aver parlato di scuola senza voti vi sia stato utile.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di fame emotiva:diretta.
Come sempre non voglio spoilerare l’intero tema trattato durante la diretta ma qualcosina la accenno.
Fame emotiva:diretta Cos’è
E’ quel malatissimo bisogno che alcune persone hanno, e non solo adolescenti, di tuffarsi nel cibo per cercare di non affrontare problemi, di dimenticare traumi o per farsi del male per cose di cui, in realtà, non abbiamo nessuna colpa.
E un cercare consolazione, appagamento nel cibo perché è l’unica cosa che ci fa stare bene, nella nostra mente.
Ma, in realtà, non pensiamo che, dopo la soddisfazione iniziale, i problemi ritornano e l’appagarsi si sostituisce con il senso di colpa che si ha verso noi stessi.
Fame emotiva: diretta le Cause
Svariate che vanno ripescate, per la maggior parte, nell’infanzia, nei nostri vissuti, nella nostra famiglia.
Vanno da chi vede il proprio corpo come un campo di battaglia da punire perché abusato, violentato.
Chi dice” non ho l’amore ma ho il cibo…il cibo è il mio migliore amico…no, non ho tempo di pensare ai problemi, sto mangiando”…si cerca di scappare dalla sfera sessuale, dal confrontarsi con gli altri, dal rifiutare le relazioni con le altre persone…è paura di affrontare gli ostacoli…il cibo…la cosa che mi appaga.
fame emotiva:diretta
Ma bob vado oltre e vi lascio alla diretta dove, alla fine, c’è anche un esercizio da fare in modo molto molto sincero:)
Non fate gli amici ma insegnate ad esternare le emozioni.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di genitori ed emozioni.
Genitori o amici?
No, non siate amici. E questo non vuol dire non essere aperti al dialogo, anzi.
Lo sapete, infatti, che sono la prima a dire ogni santa volta che i genitori devono essere una porta aperta al dialogo e all’ascolto attivo…attivo, appunto.
Ma il genitore deve essere genitore, empatico e amorevole, sempre pronto a dare aiuto e spronare i ragazzi ma genitore. Cioè?
Gli amici
Gli amici sono una parte fondamentale della vita di ognuno di noi, figuriamoci per un ragazzo che è nell’età della scoperta di se stesso , del mondo e degli altri.
L’adolescenza, appunto, è l’età delle scoperte e dei cambiamenti, del distacco primo dalla famiglia, dal primo approccio all’indipendenza. Non si sa ancora chi si è e cosa si vuole dalla vita ma cominciamo a pensarci, a rendercene conto.
Perché un genitore non deve essere amico..perché gli amici ci sono per le confidenze più intime, per ridere, condividere , per parlare di cose che con un genitore non parleresti mai.
Ma, è anche vero, che ad un amico non chiedi un consiglio su cose importanti, non lo consideri come un porto sicuro quando hai bisogno di una spalla. Non richiedi attenzioni, l’essere capito, ascoltato, confortato, amato allo stesso modo cui lo chiedi in famiglia.
E, soprattutto, i genitori devono essere un esempio per poter crescere al meglio.
Ecco che le due figure, per fortuna, si scindono. Ecco perché i genitori non devono avere tabu coi loro ragazzi.
Emozioni
E un’ altra cosa che devono insegnare i genitori ai ragazzi è esternare le proprie emozioni.
Spesso sento dire “non piangere, dimostri debolezza. sei una femminuccia”. Eh no…piangere è un’emozione come le altre e , in quanto tale, deve essere vissuta ed esternata.
Il pianto fa bene, sia quello di gioia che quello dir abbia e di dolore perché aiuta e sfogare le proprie sofferenze o, nell’altro caso, a condividere anche senza parole la propria gioia.
E, se avete bisogno del mio aiuto per tutto questo, contattatemi tramite la sezione contatti e consulenze del sito
Io spero che parlare di genitori ed emozioni v sia stato utile. Alla prossima amici:)
Buongiorno amici. Oggi parliamo di giovani e alcol.
Il problema dell’abuso di alcolici tra i ragazzi è ancora troppo sottovalutato, nonostante sia estremamente diffuso e comporti conseguenze gravissime sulla salute.
Il dato allarmante è che i ragazzi si avvicinano all’alcol sempre più precocemente e ne abusano già a partire dagli 11-12 anni.
Solitamente ciò accade con maggiore frequenza durante le feste, ad esempio capodanno o pasquetta, le vacanze estive o il fine settimana, come riportano spesso anche i titoli dei giornali.
Evasione
I ragazzi, infatti, avendo più tempo a disposizione, vivono questi momenti come un’evasione dai loro problemi e sentendosi svincolati dai doveri della loro quotidianità, come ad esempio la pressione della scuola e dei compiti oppure l’incubo della sveglia la mattina, si sentono in diritto di fare tutto e di andare oltre.
Per questa ragione osano di più, si sentono deresponsabilizzati e sostenuti anche dal gruppo dei pari che ha, da questo punto di vista, una funzione di rinforzo negativo.
Cronache
Uno dei casi di cronaca coinvolge un ragazzo di soli 14 anni, in provincia di Alessandria, trasportato d’urgenza in ospedale perché ha rasentato il coma etilico, dopo aver trascorso una serata insieme agli amici e aver ingerito grosse quantità di rum.
Partendo dal presupposto che alla cronaca arrivano solo ed esclusivamente i casi più gravi, dobbiamo considerare che il numero delle intossicazioni, soprattutto alcoliche, è elevatissimo.
Infatti, secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza nella fascia d’età compresa tra gli 11 e i 13 anni, il 36% dichiara di bere bevande alcoliche e 1 su 10 si è già ubriacato.
Tra i ragazzi più grandi i numeri salgono notevolmente: il 55% degli adolescenti, dai 14 ai 19 anni, beve alcolici e il 24% lo fa anche fino a stare male, non rendendosi conto di quanto sia nocivo per la propria salute.
Abuso
L’abuso di alcol, in una fase di sviluppo delicata come l’adolescenza, può avere effetti devastanti, portando a complicanze gravi e danni irreversibili fino, in alcuni casi, alla morte, considerando che spesso i ragazzi mischiano gli alcolici con energy drink, farmaci e droghe per amplificare gli effetti e raggiungere più rapidamente lo sballo.
Alcol che distorce la realtà ed espone ai pericoli
E’ importante non dimenticarsi dei pericoli associati all’abuso di alcol perché, inevitabilmente, l’assunzione di alcolici e di mix di sostanze genera numerosi incidenti.
Troppo spesso, infatti, i ragazzi si mettono alla guida dopo aver bevuto oppure arrivano a rischiare la vita anche in altri modi, attraverso tutta una serie di comportamenti che mettono a repentaglio la loro vita.
L’alcol mette a dura prova il corpo, lo mette sotto pressione, altera la soglia del dolore e la capacità di percepire il pericolo, inibendo la lucidità mentale e aumentando il rischio di farsi male.
In quei momenti, i ragazzi si sentono onnipotenti, pensano solo all’aspetto ludico legato al divertimento, senza riflettere sugli esiti immediati di ciò che stanno facendo, come è accaduto ad esempio con i selfie estremi, in cui per immortalare le loro inutili “prodezze” hanno messo a repentaglio la loro stessa vita.
Cosa bisogna fare?
Certamente bisognerebbe fare prevenzione a partire dalle scuole primarie, informando i bambini in maniera più sistematica sui danni e sull’impatto degli alcolici sulla salute: nel momento in cui le conseguenze non sono immediate ma a lungo termine, i ragazzi fanno ancora più fatica a prendere consapevolezza del problema e ad avvertirlo come un pericolo reale.
Inoltre, non avendo una maturità e un’autonomia psichica, quando abusano delle sostanze alcoliche lo fanno in maniera irresponsabile, completamente in balìa dell’inconsapevolezza e degli eventi.
Per tale ragione, c’è un bisogno enorme di responsabilizzarli, sin da quando sono piccoli, evitando di fare paternali o parlare unicamente in termini allarmistici.
In questi casi, anche le imposizioni e le minacce di punizioni da parte dei genitori non servono, perché il concetto di limite si costruisce in una fase precoce e deve essere interiorizzato gradualmente, in modo tale che crescendo i figli siano in grado di tutelarsi autonomamente e sappiano dire no quando si accorgono che si sta esagerando, anche quando il gruppo fa delle cose che non si dovrebbero fare.
Vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi tramite la sezione contattie consulenze del sito
Io spero che parlare di giovani e alcol vi sia servito.
Buongiorno amici . Oggi riflettiamo sulla diretta: dipendenza affettiva.
Dipendenze
Tutto ciò che è definito come tale è tossico e merita un aiuto per essere debellato.
Contrariamente a quanto comunemente si pensa, infatti, on esistono solo le dipendenze legate al consumo di alcol, droga, gioco, cuibo…ma esistono anche le dipendenze affettive letali tanto quanto le precedenti.
Cos’é- diretta: dipendenza affettiva
E’ quel bisogno patologico di qualcuno che ci da’ affetto, attenzioni , che si occupa di noi. Ma questa figura diventa così totalitaria che, dovesse, come succede, finire il rapporto, crea un vuoto infinito, perché senza questa persona non si riesce letteralmente a vivere.
E qui comincia l’ansia, la depressione a volte purtroppo, anche la violenza contro la persona stessa o qualcuno legata ad essa vista, oltretutto, come il terzo incomodo, quello che porta via il malcapitato, innocente, da noi.
E la dipendenza affettiva non è solo legata ai legami di coppia. Ma coinvolge anche membri della famiglia e amici.
La gelosia, infatti, per un’amica quando parla con una terza amica è tale da causare disturbi del sonno, paura dell’abbandono e…violenza.
Cause- diretta: dipendenza affettiva
Tantissime le cause che portano a questo tipo di dipendenza e, quasi tutte, da ricercare ne nostro passato. Ma nn voglio anticiparvi troppe cose perché spiegherò tutto nella diretta.
Da cosa nasce l’aggressività, perché, c’è differenza con la violenza?
Buongiorno amici. Oggi diretta sull aggressività.
Aggressività o violenza- diretta sull aggressività
In effetti c’è una sottilissima differenza. Semplicemente nel fatto che la violenza è quando il soggetto aggressivo ha atteggiamenti autodistruttivi o distruttivi nei confronti del malcapitato che, invece, diventa il suo obiettivo, ciò che deve sottomettere.
Cosa fare
Nella diretta, rifletteremo di un sacco di punti legati alle motivazioni per cui un ragazzo può diventare aggressivo o violento nei confronti degli altri e, spesso, di se’ stesso.
E vi dirò come fare a capire se è il caso di intervenire o no.
I ragazzi, a quest’età, sono ribelli, e hanno il diritto di esserlo. Stanno cercando di costruire la propria identità.
Ma se la ribellione non è legata al singolo episodio ma diventa sistemica, beh, allora è il caso di correre ai ripari.
Diretta sull aggressività
Niente ulteriori spoiler. Gustatevi la diretta e vi ricordo, come sempre , che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi in questo modo:
Buongiorno amici. Oggi parliamo di filtri e ritocchi…virtuali.
Ragazzi che si piacciono solo con filtri e fotoritocco e utilizzano qualunque strategia pur di apparire “più belli” sui social e ottenere il maggior numero di like.
Tantissimi adolescenti trascorrono ore a scattare foto e selfie che, prima di essere pubblicati, vengono rigorosamente manipolati ed elaborati con programmi e filtri specifici, per eliminare ogni difetto.
Filtri e fotoritocco: alla ricerca di una perfezione che non esiste
I filtri spopolano tra gli under 14: secondo una ricerca dell’Università di Cassino, infatti, il 50% dei giovani con età inferiore ai 14 anni usa i filtri messi a disposizione dai social per modificare la propria immagine e il 42% di loro vorrebbe essere nella vita reale così come appare quando li utilizza.
Uno studio condotto da Edelman Data & Intelligence, inoltre, sui potenziali effetti nocivi dell’utilizzo costante di filtri sull’autostima delle ragazze, ha evidenziato come il 77% delle ragazze utilizzi filtri o app per il ritocco foto prima di postare sui social e il 48% di coloro che usano abitualmente i filtri nelle loro foto mostri poca stima di sé stesse.
La ricerca dell’approvazione social danneggia l’autostima dei più giovani
In Italia, circa 1 adolescente su 10 (l’80% sono ragazze) decide di effettuare una dieta per apparire più bello nei selfie, già a partire dagli 11 anni di età (Dati Osservatorio Nazionale Adolescenza).
Il 45% circa scatta anche tanti selfie nella stessa posa per scegliere quello migliore e lo modifica con filtri o fotoritocco prima di pubblicare.
Quasi 3 su 10 dai 14 ai 19 anni, e il 22% dagli 11 ai 13 anni, dichiarano di essere in ansia prima di pubblicare una foto per paura che non piaccia, che non ottenga like o venga criticata. Il 60% dai 14 ai 19 anni e il 65% dagli 11 ai 13 anni, invece, si sente più felice e sicuro quando riceve like e commenti positivi.
Dati importanti che confermano come la ricerca compulsiva dell’approvazione social stia intaccando l’autostima dei ragazzi, fin dall’infanzia, condizionando le loro emozioni e i loro comportamenti.
Bold Glamour: il filtro della bellezza “finta” che sta spopolando su TikTok
Nelle ultime settimane si è molto parlato di “Bold Glamour”, un filtro che sembra spopolare su TikTok, creando anche polemiche e preoccupazione rispetto alle possibili influenze negative che questo genere di effetti può avere sui teenager.
Una funzione che si basa su un algoritmo in grado di ringiovanire il viso, con grande precisione, come se fosse stato truccato da professionisti: scompaiono rughe, pallore e qualsiasi tipo di difetto.
Aumenta al contempo anche l’attenzione verso questi fenomeni ed aumentano le campagne di sensibilizzazione, come quella promossa da Dove (#TurnYourBack) in occasione della Festa della Donna, per ribellarsi ai filtri presenti sulle piattaforme social, che creano standard di bellezza irrealistici e dannosi soprattutto per le ragazze più giovani.
La campagna ha riscontrato l’adesione e la partecipazione di diverse creator TikTok che hanno deciso di mostrarsi senza filtri, sottolineando proprio quelle imperfezioni che vengono solitamente cancellate o nascoste.
Se avete bisogno di un aiuto concreto potete contattarmi tramite form
Nonostante i filtri dei social media possano essere anche fonte di creatività e di auto-espressione, è importante prestare attenzione ai possibili rischi derivanti da un utilizzo costante o eccessivo e inadeguato di questi strumenti.
Bisogna tener conto di come i ragazzi oggi siano sottoposti, fin da bambini, alla pressione di media e modelli sociali che diffondono una precisa idea di bellezza, ispirata alla perfezione e al controllo dell’immagine. Il corpo si trasforma, in questo modo, in un oggetto da controllare e modificare pur di apparire in un certo modo e di eliminare ogni imperfezione.
Il problema non sono le foto o i selfie, il problema si pone quando la propria immagine sovrappone la persona, quando si vive in funzione di come si appare, quando filtri e app non bastano più, non si accetta più la differenza tra l’immagine reale e quella perennemente ritoccata e si è disposti, senza pensarci due volte, a ricorrere a strategie di ogni tipo pur di eliminare i propri difetti.
E se avete bisogno di un aiuto concreto potete contattarmi tramite la sezione contatti e consulenze del sito
Io spero che parlare di filtri e ritocchi vi sia servito per riflettere.