Le emozioni

Cosa insegnare ad un bambino

Buongiorno amici. Oggi parliamo di emozioni e dell’educazione a queste.

Siamo emozione, viviamo di emozioni eppure?

Puntualmente c’è qualcuno, quando siamo piccini, che ci vieta di esternarle o che ci condiziona talmente tanto da essere impauriti.

Atteggiamenti

I bravi genitori sono quelli che accettano i bimbi e i ragazzi così come sono.

Sono quelli che insegnano loro a esprimere le loro emozioni, i loro pensieri e desideri liberi da condizionamenti.

I bravi genitori sono quelli che non giudicano, non ricattano moralmente per portare il bimbo a are quello che loro genitori, decidono debba fare o essere.

Errori

Molti sono gli errori che portano poi, il bimbo a diventare prima un ragazzino frustrato, poi un adulto violento .

E quali sono questi atteggiamenti?

L’inculcare paura.

Non andare lì che c’è il mostro.

Quante volte anche  i nonni l’hanno detto. Pensando che ,in questo modo, un bimbo stia lontano dai pericoli.

Invece che succede? Lo intimoriscono facendolo diventare insicuro di quello che davvero può fare.

Dire bugie

Se tic almi la mamma ti porta alle giostre.

E anche qui…sappiamo tutti benissimo che non sarà così però…”almeno così sta buono”. E cosa insegni in questo modo A mentire, a irretire, a ottenere quello che vuoi con la menzogna.

Senso di colpa

Se fai così la mamma piange.

Ma perché? Perché dire una frase del genere invece di spiegare ad un bambino le conseguenze di un’azione non bellissima?

Perché farlo sentire in colpa? Altro insegnamento malsano. E altro modo  per crescere un adolescente insicuro.

Essere ipercritici

Sei un pasticcione, non sai fare nulla.

Ecco, atteggiamento che non si deve assolutamente avere. Sei tu il genitore, sei tu che devi essere esempio camminare mano nella mano con una personcina che diventerà un adulto sano o meno.

Sei tu che devi insegnare a tuo figlio a sbagliare perché così impara dai suoi errori e trovare, insieme, un modo per…aggiustare il tiro.

Se pronunci frasi di questo tipo non fai altro ch distruggere l’autostima di un minore.

Condizionare l’amore

Se non mangi non ti voglio più bene.

Quindi il tuo amore va in base a quello che io devo fare per te E se, casualmente, dovessi sbagliare o fare qualcosa che non rientra nei tuoi piani l’amore svanisce? Tremendo.

Invalidare le emozioni

Arrabbiarti non ti servirà a nulla.

Perché? Tutte le mozioni vanno esternate, tutte vanno vissute e condivise e mostrate.

Non deve esserci nessun condizionamento, nessuna vergogna. E’ giusto esternare rabbia, dolore, gioia, tristezza, sorrisi e  lacrime. Se tu e devi essere padrone delle tue emozioni.

Punire le emozioni

Se piangi ancora niente gelato.

Un’altra cosa che davvero non capisco è vergognarsi del pianto.

Piangere serve, coem sorridere, come arrabbiarsi.

Si pò piangere per mille motivi e tutti devono essere rispettati. Il non pianto davnti a qualsiasi occasione che, invece lo prevede, non deve essere un pregio, un premio.

Se non piango sono migliore di un altro. No, il contrario.

Non possiamod ecidere quali emozini deve provare ed esternare un bamibo.

Quello che dobbiamo fare è decidere di aiutarlo a farlo.

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alla prossima amici:)

La solitudine dei ragazzi

Iper connessi ma con un grande vuoto intorno

Buongiorno amici. Oggi parliamo de la solitudine dei ragazzi.

La solitudine

Potremmo dire che la solitudine è un problema di molti giovani di questa generazione che appaiono iper connessi e con un grande vuoto intorno, ma sarebbe una grossolana semplificazione di un tema che è molto presente in adolescenza perlomeno in quella delle ultime generazioni. La solitudine accompagna il percorso evolutivo dalla preadolescenza all’età adulta anche se è un tema molto “caldo” quasi una vergogna per un ragazzo. 

Il gruppo

Pensiamo a quanto sia importante far parte del gruppo dei “popolari” piuttosto che degli “sfigati” negli anni della scuola media: c’è chi si isola o viene isolato e chi si circonda sempre di compagni e non sta mai da solo. Ad aspetti di facciata opposti spesso corrispondono uguali sentimenti di solitudine. La solitudine è un sentimento tenuto nascosto, una debolezza da non mostrare e fa effetto il gesto di Potes che ammette la difficoltà di socializzare al netto della popolarità.

Popolarità

Una popolarità che parte probabilmente dal lockdown quando la necessità di depotenziare un virus ha costretto molti ragazzi all’isolamento, isolamento che per definizione è una minaccia in adolescenza.

Il perseguimento dell’autonomia, il consolidamento dell’identità personale, la relativizzazione delle figure genitoriali vengono perseguiti attraverso un graduale e costante allontanamento fisico e psicologico dalle famiglia.

È un percorso che inevitabilmente stimola sentimenti di solitudine visto che ogni aumento dell’autonomia porta con sé un aumento del senso di solitudine.

Sostegno

Per questo è importante il sostegno dei coetanei che durante il lockdown ha preso strade più virtuali, astratte che non sempre sono ritornate alla normalità alla fine del periodo di restrizioni. All’impossibilità di sfuggire al ritorno all’indietro tra le mura famigliari ed evadere dalla coercizione ognuno ha reagito a suo modo.

La ricerca di centralità e visibilità in internet è stato uno di questi e probabilmente è quello che è successo a Potes che ha fatto del problema un’opportunità. Ma non ha cambiato i bisogni, le criticità e i sentimenti adolescenziali che hanno sempre bisogno di condivisione e presenza per essere superati.

E vi ricordo che, se avete bisogno di me, potete contattarmi tramite la sezione contatti e consulenze del sito

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Alla prossima amici:)

Figli che crescono

Perché si chiudono in se stessi?

Buongiorno amici. Oggi parliamo di figli che crescono e del motivo per cui tendono a chiudersi in se stessi.

Adolescenza-figli che crescono

Quando i figli oltrepassano la soglia dell’adolescenza, non si può non rendersene conto, non solo cambiano da un punto di vista fisico, iniziano a mettere in discussione i modelli genitoriali, si concentrano sui loro interessi, tendono a parlare meno, possono essere più scontrosi.

Capita di frequente che i genitori non riconoscano più quello che era il loro bambino, hanno la sensazione di “perdere il controllo” del figlio che non è più gestibile come quando era piccolo.

Figli che crescono: cosa si nasconde dietro la chiusura degli adolescenti?

Definirli chiusi sarebbe un vero errore, non è scontato che quando si entra in adolescenza si attivi automaticamente un processo di chiusura.

Spesso si amplifica ciò che hanno covato silentemente dentro oppure emergono degli aspetti che si conoscevano sotto un’altra forma, nulla si crea, tutto si trasforma.

Che pretendano degli spazi privati, da non interpretare come chiusura, è anche giusto e soprattutto fa parte del naturale processo di crescita.

Devono sperimentarsi e avere la loro autonomia per farlo e per ottenere i loro spazi fisici e mentali, altrimenti non sarebbero adolescenti.

Chiusura

Adolescere significa crescere ed è quella fase che deve portare all’acquisizione dell’autonomia psichica e alla stabilità dei tratti di personalità e identitari.

La chiusura a volte è solo la manifestazione di un’educazione troppo poco basata sul dialogo e sul confronto ma solo sulla rendicontazione.

Capita anche che non si aprano perché dall’altra parte non trovano la giusta accoglienza o sono convinti di non trovarla,.

Non si sentono capiti, per paura delle reazioni genitoriali o perché non vogliono far vedere la loro fragilità. Non sempre è disfunzionale.

La verità è che se ascoltassimo le due campane suonare alle nostre orecchie arriverebbero spesso versioni a volte anche diametralmente opposte.


Genitori

Troviamo da un lato i genitori che non sanno come comportarsi con i figli adolescenti e, dall’altro, molti ragazzi riferiscono di non sentirsi compresi, accettati e riconosciuti per quello che sono e si lamentano del fatto che i genitori mettano al primo posto il rendimento scolastico e la condotta rispetto alle loro esigenze e al loro stato emotivo.

Questa è una delle lamentale più frequenti che ascoltiamo nella stanza dello psicologo e all’interno delle aule scolastiche.


Come sottolineavo in precedenza, di frequente gli adolescenti si tengono i vissuti dentro perché bloccati dalle possibili reazioni genitoriali.

Hanno paura di deluderli, di ferirli, di farli stare male o che si arrabbino.

Tantissimi genitori si impegnano per dare ai figli tutto ciò che possono, cercando di non fargli mancare niente, spesso eccessivamente preoccupati per loro, di ciò che fanno, di ciò che può succedere e di come si comportano.

Sintonizzarsi

Più che preoccuparsi, però, è importante occuparsi dei figli, nel senso di condividere con loro dei momenti, sintonizzarsi sui loro stati emotivi e sulle loro esigenze, spesso differenti da quelle del genitore.

Infine, anche se vogliono sembrare spavaldi e sicuri di sé, sono in realtà molto fragili, condizionabili dalle paure e dal giudizio degli altri, hanno timore di esprimersi, non riescono a gestire le difficoltà quotidiane e hanno bisogno di conferme e sicurezze.

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Alla prossima amici