Genitori irrisolti

Chi sono e cosa comporta vivere con loro.

Buongiorno amici. Oggi parliamo di genitori irrisolti. Ma chi sono?

Ci sono genitori che non si mettono mai in dubbio, fermamente convinti della loro autorità genitoriale e poi ci sono genitori che vivono di ansia e paure e talvolta si sentono inadeguati nel loro ruolo genitoriale. Per quest’ultima categoria, c’è una buona notizia: chi riesce a mettersi in dubbio può trovare spunti per crescere, modi per migliorare e sì, via via può imparare ad acquisire la giusta misura di sicurezza così da allentare inadeguatezza, ansie e paure.

Errori

Ogni genitore e, più in genere, ogni essere umano, dovrebbe partire dal presupposto che ha sempre qualcosa da imparare. Ciò non significa che non bisogna muoversi nel mondo con sicurezza, ciò significa semplicemente che tutti possono migliorare e possiamo farlo solo se siamo disposti ad ammettere i nostri errori. In sintesi, chi non riesce ad ammette i propri errori e non si mette mai in dubbio, non cresce.

Avviso preliminare per figli feriti

Le ferite emotive possono essere deleterie, ma anche la ferita più profonda può essere lenita. Nessuno ti chiederà di condonare gli errori di un genitore negligente, abusante o distratto, tutto quello che ti chiedo è ciò che già devi a te stesso: prendi in mano le redini della tua vita e diventa la persona che desideri essere. Solo quando ti sentirai pienamente soddisfatto di te e della persone che sei diventata, sarai pronto a guardare i tuoi genitori con occhi diversi, non più con gli occhi dell’accusa, ma con gli occhi di chi è riuscito a guarire… nonostante tutto.

Avviso preliminare per genitori

Cara mamma, il manuale del genitore perfetto non esiste. Ti prego, in questi paragrafi non leggere giudizi sul tuo operato, accogli queste informazioni come semplici nozioni che possono aiutarti. Ricorda, prima di diventare un genitore, anche tu sei stata una figlia.

Prova a leggere questo articolo con gli occhi della bambina che sei stata e non con gli occhi del giudizio che ti accompagnano oggi. Un genitore ha molte responsabilità e ammetterne l’esistenza non farà di te una cattiva madre. Siamo esseri umani, tutti commettiamo errori. Il passato non si può cambiare ma, nel presente, nessuna impresa non potrà essere compiuta. Nessuna personalità è impossibile da guarire.

Ognuno è responsabile di se stesso

Solo quando si è bambini non si è responsabili per se stessi. Per molte persone questa verità è estremamente dura e talvolta anche crudele, tuttavia è la realtà con la quale ci scontriamo e non possiamo fare altro che accettarla: da adulti, siamo responsabili per ciò che siamo (oltre che per ciò che facciamo).

I nostri vissuti definiscono ciò che siamo, i nostri gusti, desideri, ambizioni, sono le esperienze del passato a “suggerirci” come muoverci nel mondo nel presente… E’ anche vero che ogni vissuto è importante, e da adulti possiamo sperimentare vissuti diversi per definirci in modi differenti, finché non troviamo la “strada che fa per noi” e diventiamo persone risolte.

Ma chi è una persona irrisolta?

Una persona risolta è colei che si muove nella vita con il giusto grado di sicurezza, che riesce a perseguire i propri obiettivi, riesce a stringere legami sani, sa auto-consolarsi e sa anche come trarre appagamento dall’esterno. Una persona risolta non è una persona senza ferite ma una persona che, preso atto delle proprie ferite, è riuscita a guarirle.

I danni dei genitori irrisolti : l’assenza di confini ben definiti

Quando una persona si accinge a diventare genitore senza aver guarito le proprie ferite, è possibile che infligga a sua volta ferite nei figli attivando una reazione a catena generazionale. Tutti i malesseri mentali e, a loro volta, le disfunzioni comportamentali, hanno una cosa in comune: l’assenza di confini ben definiti.

Non è un caso se noi professionisti della salute mentale, affermiamo che una persona che ha vissuto esperienze di neglet (trascuratezza emotiva nella prima infanzia) può dirsi davvero risolta quando è in grado di stabilire sani confini con i propri genitori. Ma cosa sono questi confini?

Nel linguaggio comune, un confine definisce e separa due aree. Sconfinare equivale a invadere. Da un punto di vista psicologico, violare un confine è sinonimo di abuso. In psicologia, i confini appartengono alla mente quanto al corpo e possono essere interni o esterni.

 I confini esterni dei genitori irrisolti

I confini esterni delimitano e regolano i rapporti tra due persone: la vicinanza e la distanza, il contatto e il distacco, ma anche la capacità di riconoscersi al contempo come individuo a sé e parte di un legame o di un gruppo. Senza sani confini, è difficile poter sperimentare un sano senso di appartenenza. Questa mancanza, può aprire le porte alla dipendenza affettiva così come a un forte senso di solitudine, può innescare evitamenti, anaffettività e disfunzioni interpersonali di varia natura.

I confini esterni, inoltre, regolando i legami, restituiscono un’immagine di sé degna di stima o meno. In che modo? Mediante i confini comunichiamo all’altro cosa siamo disposti ad accettare in una relazione interpersonale.

I confini interni dei genitori irrisolti

I confini interni, invece, esprimono la capacità dell’individuo di discernere tra emozioni e pensieri (es.: mi sento inadeguato vs sono inadeguato, mi sento grasso vs sono grasso…) tra bisogni e desideri, così come la differenza tra una sensazione fisica e una suggestione della mente. Inoltre, i confini interni aiutano nel processo di definizione del sé.

Consentono di differenziare ciò che appartiene a sé (pensieri, emozioni, sentimenti, sensazioni, bisogni, valori…) da ciò che appartiene agli altri. I confini interni permettono di scandire l’identità personale.

Un genitore irrisolto non sempre riesce a trasmettere ai figli dei sani confini. Quando sono piccoli, i bambini dovrebbero essere protetti dall’abuso fisico, emotivo e sessuale. Un genitore irrisolto potrebbe non fornire al figlio la giusta sicurezza e la giusta dose di protezione.

Il ruolo dell’accudimento genitori irrisolti

Con l’accudimento, il genitore trasmette al bambino il valore dei propri confini, la dignità dell’essere persone complete, rispettabili, meritevoli di fiducia, stima e amore. E’ in questo modo che i figli imparano a farsi rispettare, a porre dei limiti a ciò che sono disposti a tollerare, apprendono come dire no a richieste eccessive.

Chi è cresciuto con genitori invischianti, abusanti, trascuranti, eccessivamente ansiosi… non saprà «lasciar entrare e accogliere con piacere» ne’ saprà «tenere fuori e respingere». Non saprà trovare la giusta distanza tra sé e l’altro e finirà per fondersi oppure chiudersi completamente. Avrà inoltre problemi con i confini interiori: saprà individuare i propri bisogni e avrà un chiaro senso dell’identità personale.

Un genitore irrisolto rischia di far crescere il figlio in un profondo senso di insicurezza, imprevedibilità, di minaccia e paura. Il bambino impara che i legami possono essere pericolosi e le persone vanno tenute alla larga… oppure impara che per avere amore, deve sottomettersi e fondersi all’altro. In ogni caso, il bambino non impara a disegnare sani confini.

L’assenza di sani confini favorisce ulteriori esperienze di abuso. Non conoscendo altre realtà, alcune persone imparano ad essere “normalmente violate”. Vivono senza capire dove sta il limite. Perdono di vista anche il confine tra giusto e sbagliato.

Stabilire sani confini è il modo migliore per curare se stessi

La buona notizia è che dei sani confini si possono costruire in qualsiasi momento della vita. Riconoscere i propri confini e imparare a rispettarli è un lavoro faticoso e profondo ma che può dare grossi frutti in quando prevede enormi implicazioni identitarie e interpersonali.

Ricordiamo che stabilire sani confini interpersonali è il miglior modo che abbiamo per prenderci cura di noi stessi, perché definire con chiarezza cosa possiamo e non possiamo tollerare, non è una forma di ricatto o una prova di forza: è solo stima di sé.

Perché se è vero che non possiamo controllare o cambiare i comportamenti dell’altro, è altrettanto vero che possiamo decidere come comportarci e come agire (invece di reagire ai torti, alle mancanze e alle provocazioni), considerando l’ipotesi di mettere distanze quando le relazioni divengono disfunzionali.

E voi, viritenete deig enitori irrisolti?

Vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi tramite la sezione “Contatti e consulenze” del sito

Alla prossima amici.

Creare uno spazio

da riempire di cose belle, momenti felici, persone amorevoli d esperienze meravigliose.

Buongiorno amici. Oggi vediamo come creare uno spazio nella nostra mente da riempire delle cose e perone più belle, che possano migliorare la nostra vita.

A volte spendiamo così tante energie per sopportare certe situazioni credendo di essere forti, quando invece la scelta più coraggiosa che possiamo fare e proprio quella di lasciarle andare.

Durante l’infanzia, l’attaccamento è necessario al bambino, al fine di stabilire e definire il rapporto con i propri genitori e con il mondo.

Su questo modello, poi, verranno costruiti tutti i legami di intimità e di amore con gli altri.

Se la natura di questo attaccamento è sana, riusciremo a intessere relazioni soddisfacenti e di fiducia. Quando però l’attaccamento diventa nocivo, anche solo per la nostra condizione psicologica, è necessario imparare l’arte del lasciare andare.

Quanta negatività stai accumulando?- creare uno spazio

Come possiamo pensare di stare bene se continuiamo a mantenere la mente all’erta, se non lasciamo mai andare nulla?  La mente chiacchiera incessantemente, e troppe volte è focalizzata su pensieri di ansia, paura, rabbia. I pensieri non sono neutri: hanno una carica emotiva.

E c’è dell’altro: i pensieri creano sostanze che inondano il nostro corpo. È facile comprendere che pensieri “stressanti”, ovvero quelli che ci danneggiano oltre a rovinarci la giornata, con il tempo minano addirittura la nostra salute.

Pertanto, è importante imparare a chiudere i cerchi, o capitoli della nostra vita, che è la stessa cosa.

Significa lasciare andare persone o esperienze che in un determinato momento avevano un senso, ma che ora non lo hanno più. Significa voltare pagina e aprirsi a nuove esperienze.

“Lasciar andare” significa non forzare le cose

Significa lasciare che “fluiscano” naturalmente! Consapevoli del fatto che lottare insistentemente per qualcosa da cui, siamo certi, non trarremo frutti, può precluderci la scoperta di nuovi traguardi, nuove cose o persone che potrebbero renderci felici.

Comporta quindi l’accettazione del fatto che alcune cose “sono come sono” e che giudicarle o tentare di cambiarle (quando non se ne ha il potere o semplicemente il diritto), comporterebbe un inutile spreco di energie.

Per quali strani percorsi mentali o emotivi continuiamo a farci del male?

E per quale motivo persistiamo anche di fronte alle evidenze negative di determinate situazioni sociali, o di legami affettivi ambigui che ci procurano solo dolore?

Pur accettandoci e instaurando un buon rapporto con noi stessi, o vivendo la reciprocità di un amore, siamo capaci lo stesso di creare l’inferno nella nostra vita interiore, spingendoci a negare ogni sembianza di felicità.

Spesso il restare intrappolati in  relazioni distruttive nasconde problemi più profondi.

Ad esempio, a volte accade che tanto più malsane sono le relazioni familiari tanto più lo sono anche quelle di cui ci circondiamo nella vita adulta.

Se abbiamo imparato a dover soddisfare l’altro, più che noi stessi, per sentirci amati e accettati, nelle relazioni adulte tenderemo a corrispondere alle aspettative altrui in modo automatico, senza dare importanza a noi stessi.

Ecco perché chi nasce in famiglie con dinamiche relazioni disfunzionali è probabile che, una volta adulto, possa farsi coinvolgere in relazioni tossiche e non funzionali al suo benessere e pertanto poco soddisfacenti.

Perché chiudere con il passato?-creare uno spazio

Il passato fa parte di noi, ha contribuito a renderci quello che siamo.

Non possiamo semplicemente nasconderlo perché prima o poi tornerà. Pertanto, è essenziale imparare a sistemare le cose con il nostro passato.

Solo quando assumiamo e accettiamo queste esperienze ci liberiamo dal loro peso e possiamo continuare il nostro cammino.

Sono migliaia le ragioni per cui ci aggrappiamo al passato, ma tra queste vi è sempre la paura dell’ignoto e la nostra tendenza a rimanere nella nostra zona di comfort.

Anche se suona contraddittorio, ci fa più paura fare il passo successivo piuttosto che continuare a soffrire restando nel punto in cui ci troviamo.

Ma non possiamo vivere il presente tenendo un piede nel passato. Ciò che è è successo è successo, dobbiamo liberarci della sua influenza perché altrimenti non potremo crescere come individui!

Infatti, crescere non significa solo appropriarsi di nuove competenze, acquisire conoscenze e incontrare nuove persone, ma significa fondamentalmente troncare con il passato.

Per conquistare alcune cose dobbiamo lasciarne andare altre. Questo significa che dobbiamo avere il coraggio di chiudere i cicli della nostra vita e lasciarci alle spalle le persone o le esperienze che, anche se in un determinato momento ci hanno dato molta felicità, ora rappresentano solo un ostacolo alla nostra crescita.

Cosa dovremmo lasciare andare?- creare uno spazio

  • Tutto quello che ci fa male e genera delle sofferenze inutili
  • Tutto quello che ci toglie felicità e ci fa morire un po’ ogni giorno, spegnendoci lentamente
  • Tutto quello che ci tiene legati al passato sulla base di false speranze
  • Tutto quello che è privo di significato nella nostra vita attuale e non si adatta alla nostra nuova visione del mondo
  • Tutte le persone che ci hanno lasciato e non vogliono che facciamo parte della loro vita
  • Tutti quei luoghi in cui non ci sentiamo più a nostro agio e dove andiamo solo per dovere o per abitudine
  • Tutte quelle abitudini, credenze e atteggiamenti che sono un ostacolo per la nuova fase della vita che stiamo per affrontare

Chiudere i cerchi della vita non significa mettere la parola fine, ma è piuttosto l’inizio di qualcosa di nuovo.

Quando è il momento di lasciare andare?

Quello che si è vissuto ha fatto male, certo, ma quello che si fa con il proprio dolore è probabilmente più importante del dolore stesso. Si preferisce riuscire a godersi per intero la vita che si potrebbe avere o si preferisce rimuginare all’infinito sul passato e su qualcosa che non può essere cambiato? Ma come si può lasciar andare le ferite del passato e andare avanti?

Quando abbiamo troppe aspettative su di noi

Le aspettative  sono quelle che ci tagliano fuori dal flusso della vita, ci portano lontano dal momento presente e ci fanno dire: “sarò felice solo quando avrò una nuova relazione, un nuovo lavoro, una nuova casa, etc”.

Senza aspettative non viviamo più schiacciati tra passato e futuro, siamo presenti. Solo così possiamo assaporare il qui e ora.

Se la nostra mente è continuamente sballottata tra le ferite del passato e le apprensioni per il futuro, come possiamo goderci la magia del presente? Come facciamo allora a vedere, sentire, percepire la bellezza dell’attimo corrente?

Quando ci ostiniamo a volerci far amare

Non possiamo forzare nessuno ad amarci, ma possiamo essere una persona da amare.

Non dobbiamo forzare nessuno a rimanere nella nostra vita quando vuole andarsene. L’amore è libertà, non dipendenza o forzatura. La fine di un amore non é la fine del mondo.

Ogni persona che esce dalla nostra vita lo fa per una ragione, ma non lo fa mai senza prima averci insegnato la lezione. Lasciamo che le cose accadono e si risolvano da sole.

Quando si è legati a un passato che ci tormenta- creare uno spazio

Il passato è passato e non può essere cambiato.

Il segreto della libertà e della felicità non sta nella vendetta, nel rancore verso chi ci ha fatto del male e ci ha fatto anche piangere, ma nel lasciare che le cose si sistemino da sole, naturalmente e nell’imparare dagli errori.

Ciò che conta di più non é il primo capitolo, ma l’ultimo. Liberiamoci dalle catene del passato, apriamo il nostro cuore e la nostra mente a nuove esperienze!

Quando stiamo sacrificando la nostra felicità

Una relazione dovrebbe essere una condivisione di amore, un dare e avere, non un prendere e basta.

Se la persona accanto a noi non ci dà la serenità che cerchiamo è meglio chiudere. Non ha senso elemosinare amore con chi non ci merita o non ci apprezza..

Non permettiamo che questo succeda, non sacrifichiamo la nostra dignità e la nostra felicità solo per tenere qualcuno accanto a noi.

Ripetiamoci sempre, ogni giorno  “IO SONO LA PERSONA PIU’ IMPORTANTE DELLA MIA VITA!

Lasciare andare è un atto che richiede coraggio

Un famoso detto napoletano recita: “Acqua ca nun cammina, fa pantano e feta” (acqua che non scorre si intorbidisce e fa cattivo odore).

Questo vecchio proverbio rende pienamente il concetto: tutto quello che non lasciamo fluire si sedimenta dentro di noi, lasciandoci con energie “sporche” che ci affaticano.

Certo, non è semplice capire quale sia il tempo migliore per andare oltre.

In generale, ogni volta che la memoria ci richiama alla mente attimi dolorosi del passato, e questi influenzano la nostra realtà nel presente, siamo imprigionati in un tempo che non ci rappresenta più.

Senza il peso dei pensieri negativi, il dolore, la sofferenza, riusciremo a camminare a passo svelto in questo folle viaggio che è la vita.

Lasciare andare non significa arrendersi, al contrario: vuol dire accettare la sfida e imparare a non avere bisogno di niente, se non di quello che ci consente di essere felici.

Trova la parte di te  che non rimugina ma sente, che non pensa ma sa, che non dubita e vive, fiduciosa nel fatto che non ti manca nulla in questo momento né per essere felice, né per affrontare le difficoltà.

Se vuoi che da questo momento qualcosa di straordinario entri nella tua vita, crea uno spazio da riempire.. di cose belle, di momenti felici, di persone amorevoli ed esperienze meravigliose.

Insomma, riempi di senso la tua vita perché ti porta a dare un immenso valore al presente. Ti porta ad Esserci.

Io spero che capre come creare uno spazio importante per stare bene nella nostra mente vi sia stato utile

Vi ricordo che se avete bisogno di me potete contattarmi nella sezione “contatti e consulenze” qui

o sulla piattaforma huknow

o su camtv

Vi spetto

Fratelli narcisisti

Quali tratti presentano?

Ciao amici. Oggi parliamo di fratelli narcisisti:quali tratti presentano e cosa fare.

Errori

Spesso arriva un momento nella vita in cui diventiamo consapevoli di essere stati vittime di una famiglia disfunzionale in cui i genitori davano la priorità a un figlio rispetto agli altri. Le preferenze espresse dai genitori plasmano nel tempo la figura di quei fratelli narcisisti con cui si è quasi sempre in guerra.

Liti, condotte egoiste e abusive, pretese eccessive, rimproveri… Se avere un fratello è, in media, un dono della vita e un alleato costante anche a distanza, ci sono situazioni in cui questa formula viene meno. A volte cresciamo con una presenza chiaramente dannosa, plasmata deliberatamente da genitori con tratti altrettanto narcisisti.

Quasi senza sapere come, ci troviamo coinvolti in estenuanti dinamiche che segnano la nostra infanzia e persino la nostra vita adulta. Da un lato, vi è un padre o una madre che ripone tutte le attenzioni, le speranze e gli affetti solo su un figlio.

D’altra, bisogna fare i conti con un fratello tirannico, viziato, competitivo e talvolta anche aggressivo verbalmente o fisicamente. Sono realtà silenziose e molto complesse di cui vale la pena parlare.

Fratelli narcisisti, frutto di un’educazione selettiva

“Plasmare” un narcisista è più facile di quanto pensiamo. È sufficiente rafforzare l’egocentrismo del bambino e disattivarne l’empatia.

È sufficiente educare sulla base di una visione gonfiata e sproporzionata di sé, con messaggi quali: “sei il più bello, il più intelligente, la mamma ti ama più di ogni altra cosa al mondo, etc”.

I fratelli narcisisti sono il risultato di un’educazione ineguale e discriminatoria che li ha portati a costruire un’identità distorta. Questa identità è stata alimentata dall’interiorizzazione delle narrazioni dei genitori che ha permesso loro di presumere, sin dalla più tenera età, che loro e solo loro erano degni di ogni forma di amore e di attenzione.

A poco a poco si è eretta una personalità dannosa che negli anni si fa più pronunciata e dannosa.

Quali tratti e comportamenti mostrano?

Chi cresce con un fratello o una sorella narcisista conserva nella memoria molti ricordi d’infanzia non sempre piacevoli. Nel corso degli anni, il rapporto diventa più teso, dannoso e complesso.

Al punto che in età adulta è comune mantenere le distanze o acconsentire a incontri occasionali per mero impegno familiare. Vediamo ora alcuni tratti che definiscono i fratelli narcisisti:

  • Fin da piccoli avevano bisogno di attenzioni e riconoscimenti eccessivi.
  • Tengono conto solo delle proprie esigenze.
  • Già da bambini ricorrevano spesso a bugie e ricatti.
  • Hanno sempre mostrato un bisogno ossessivo di competere per quasi tutto.
  • Ci incolpano per qualsiasi disaccordo o problema familiare.
  • Amano mostrare i loro successi alla famiglia.
  • Proiettano sempre un chiaro antagonismo nei confronti dei fratelli.
  • Sono reattivi, polemici, non empatici e ascoltano a malapena.
  • Raramente mostrano interesse per la vita dei loro fratelli.
  • Quando ci difendiamo o li rimproveriamo per il suo atteggiamento, ci dicono di essere troppo sensibili.
  • Convincono i genitori a schierarsi sempre a loro favore.

I fratelli narcisisti a volte ci allontanano dalla famiglia

I fratelli narcisisti sono un pomo della discordia, l’elemento dirompente, l’innesco di qualsiasi discussione e quella figura che porta sempre con sé una battaglia che non vogliamo avviare.

Una situazione simile, come possiamo ben supporre, ha un costo. È comune allontanarsi dalla famiglia disfunzionale.

Se l’origine di tutto è l’atteggiamento dei genitori che hanno deliberatamente creato divisione e preferenze, è comune scegliere di evitare, per quanto possibile, il contatto. Quando l’amore della famiglia non è incondizionato, ogni interazione inasprisce la sofferenza.

Come trattare un fratello o una sorella con tratti narcisisti?

Avere uno o più fratelli narcisisti significa dover fare i conti con una gerarchia familiare nella quale ci troviamo alla base, mentre il figlio prediletto è al vertice.

Tuttavia, a volte, ci è impossibile prendere le distanze. In questi casi, è opportuno tenere conto di quanto segue:

  • Non aspettarsi niente da loro. Bisogna accettare la realtà, ovvero che i fratelli e i genitori  non ci apprezzano e non tengono conto dei nostri bisogni. Evitiamo quindi di dipendere da loro in qualsiasi aspetto, e smettiamo di sperare in un cambiamento miracoloso.
  • Stabilire precisi limiti. Se siamo costretti a mantenere i contatti con i fratelli narcisisti, chiariamo cosa possono aspettarsi da noi o meno. Non tutto è lecito ed è necessario chiarirlo il prima possibile.
  • Sanare le ferite passate. Siamo cresciuti in una famiglia disfunzionale che ha concentrato l’affetto solo su un figlio. Probabilmente abbiamo molti ricordi ed esperienze da affrontare. Non esitiamo, dunque, a chiedere l’aiuto di un esperto.

Ultimo, ma non meno importante, concentriamo sulle figure che ci offrono davvero affetto, approvazione e comprensione nella vita quotidiana. Quella e nessun’altra è la nostra vera famiglia; quella che abbiamo scelto e formato.

Vi ricordo che se avete bisogno di aiuto potete contattarmi tramite la sezione “contatti e consulenze” del sito

tramite la piattaforma huknow

o camtv col nome del canale “adolescenti istruzioni per l’uso”.

Alla prossima amici:)

DIPENDENZE

Il male della società.

Parliamo di dipendenze.

 nella morsa della dipendenza: come difendersi?

COSA SONO

Cosa vi viene in mente nell’immediato?

Droga.. Alcol.. Vero, ma non sono solo queste.


C’è la dipendenza da gioco, da cellulare, da un amore da farmaci.. Qualsiasi cosa, persona, ci porta ad avere un rapporto morboso con lei ci danneggia.La fine di un amore malato può portare a farsi del male o a farlo a chi ci ha lasciati.

Non riusciamo banalmente a dormire prendiamo la valeriana e pensiamo che non dormiremo più senza.

Siamo costantemente attaccato ai cellulari che al primo calo di connessione è la fine. Il gioco, la droga l’alcol.

La dipendenza dal sesso,dallo shopping , dal cibo, dal caffé.

Certo, non tutte queste portano a fare gesti estremi ma danneggiano noi, nel profondo e le persone che vivono con noi.

AZIONI E REAZIONI

Ci siamo mai fermati a riflettere sulle azioni che ci portano a compiere le dipendenze?

Non crediamo mai possano essere pericolose.”Lo faccio stavolta e non lo faccio più” “voglio solo provare” “Mi serve per tirarmi su” “da solo non riesco a stare” “quando acquisto qualcosa compulsivamente sto meglio” ” mangiare mi fa stare bene quando sto male” “se non bevo il mio caffè non riesco a carburare” ..

E po? Poi ci ricadiamo..perché in quel momento siamo stati bene.Ma è un bene effimero,falso.

Continuiamo a farlo, ancora e ancora finché non riusciamo più a stare senza…e allora cominciamo con le crisi d’astinenza, col volere a costo di vendere oggetti , di far del male alle persone, al nostro corpo, alla nostra mente.

Poi, ci chiediamo come siamo arrivati a tanto. E siamo fortunati se lo ammettiamo.

Ma ricordatevi che l’unica cosa che vi farà superare un ostacolo è affrontarlo senza paura. Io posso aiutarvi.

Spero che la mia piccola riflessione sulle dipendenze vi sia stata utile.

Ricrodatevi che, se volete parlare con me, di cliccare qui https://www.dottoressanapolitano.it/contatti-consulenza/

Alla prossima:)