Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sul ddl che prevede uno stop social agli under 16 e paletti ai baby influencer.
I gestori delle piattaforme social saranno obbligati a verificare l’età degli utenti e l’accesso a questi siti è negato ai minori di 16 anni se l’iscrizione viene effettuata senza il consenso e la supervisione del genitore.
Lo prevede un disegno di legge presentato da Fratelli d’Italia al Senato che, tra i vari obiettivi, si prefigge quello di regolamentare il fenomeno dei cosiddetti ‘baby influencer’.
“Disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale”: questo il titolo del ddl depositato a Palazzo Madama dalla senatrice di Fdi Lavinia Mennuni, componente della Commissione bicamerale infanzia e adolescenza, “in sincrono” con la deputata del Pd Marianna Madia che ha presentato un’analoga iniziativa alla Camera
Stop ai social agli under 16
La bozza del disegno di legge – che l’Adnkronos ha potuto visionare e che è ancora in fase di work in progress – si compone di sei articoli e introduce in primo luogo disposizioni “per la verifica dell’età dell’utente” da parte dei gestori delle piattaforme. All’articolo 3 viene stabilito che “
i contratti con i fornitori di servizi della società dell’informazione conclusi da minori di anni 16 sono nulli e non possono peraltro rappresentare idonea base giuridica per il trattamento dei dati personali”.
Spetterà quindi ai fornitori dei servizi “l’onere di provare che i contratti siano stati firmati da ultra-sedicenni o da minori di anni 16 con l’assistenza di chi ne esercita la responsabilità genitoriale o ne è tutore”.
Ma la soglia minima potrebbe essere ulteriormente abbassata a 15 anni: sono infatti in corso delle riflessioni sull’opportunità di rendere ancora più stringenti i criteri di iscrizione.
Nuove regole per baby influencer
L’articolo 5 del disegno di legge prevede una più incisiva regolamentazione del fenomeno dei baby influencer.
Ossia, “bambini che sin dall’età di tre, quattro, cinque anni vengono utilizzati per la promozione di prodotti e servizi – spesso destinati ad altri coetanei – attraverso le grandi piattaforme di condivisione video e social network”.
In questo caso il ddl stabilisce che “la diffusione, non occasionale, dell’immagine di un minore di sedici anni attraverso un servizio di piattaforma online” è soggetta “all’autorizzazione di chi ne esercita la responsabilità genitoriale o ne è tutore, nonché della direzione provinciale del lavoro”, nel caso in cui la diffusione dell’immagine del minore produca o sia finalizzata a produrre “entrate dirette o indirette superiore ai 12mila euro all’anno”.
Inoltre, “quando le entrate dirette e indirette derivanti dalla diffusione dei contenuti” superano 12mila euro all’anno, i proventi percepiti “a partire dalla data di superamento di tale soglia sono versate su un conto corrente intestato al minore protagonista dei contenuti e non possono essere utilizzate in nessun caso da chi esercita la responsabilità genitoriale sul minore.
Eccezione, eventuali casi di emergenza che può essere utilizzata nell’esclusivo interesse del minore, in entrambi i casi previa autorizzazione della competente autorità giudiziaria minorile”, si legge ancora nella bozza del disegno di legge. Il sesto e ultimo articolo della proposta istituisce il numero emergenza infanzia 114.
Menunni: “Disegno di legge bipartisan”- stop social agli under 16
“La pandemia – spiega la senatrice Mennuni, illustrando i contenuti del suo disegno di legge – ha accelerato in maniera straordinaria l’ingresso di larghe fasce della popolazione italiana nella dimensione digitale. Tale processo ha interessato anche milioni di bambini e adolescenti”.
“Così come, anche in altre nazioni, sono in atto studi e rapporti che registrano quadri allarmanti, a breve partirà una indagine conoscitiva della Commissione bicamerale infanzia e adolescenza”.
“E’ necessario agire anche in Italia al fine di regolamentare l’uso dei social da parte dei giovani, per contrastare le nuove insidiose dipendenze verso contenuti come la cyberpornografia o violenti”.
Mennuni cita il recente decreto Caivano, con il quale “si è avviato un rilevante processo atto ad individuare soluzioni imponendo ai gestori dei siti pornografici di verificare la maggiore età dei loro utenti e demandando ad Agcom di individuare le soluzioni più idonee”.
Questo è un disegno di legge “bipartisan”, presentato “in modo sincrono da me al Senato e dall’onorevole Marianna Madia alla Camera, entrambe madri”, sottolinea Mennuni.
Il ddl “intende offrire un contributo all’azione, che deve vedere protagonisti tutti gli organismi che possano agire insieme dinnanzi al balzo della tecnologia e dei nuovi scenari di rischio, capaci di reagire in modo altrettanto rapido ed efficace, sul fronte della tutela della dignità dei bambini e degli adolescenti nel mondo del digitale”, conclude la parlamentare di Fdi.
ditemi un po’ cosa ne pensate di questo ddl.
Discutiamo
Io penso che alla base di un cattivo comportamento dei ragazzi nei confronti dei social e causa della loro sovraesposizione siano sempre i genitori.
E’ vero che in questi anni molte cose sono cambiate e, come dico sempre, se durante il covid non avessimo avuto i nostri cari mezzi tecnologici per sentirci più vicini sarebbe stat davvero peggio a livello psicologico.
Ma è anche vero che in primis gli adulti stanno esagerando e mal gestendo la cosa.
Siete voi i primi a dare il buon esempio ai vostri ragazzi. Foto su foto dei figli sui social per qualsiasi cosa, gruppi discutibili che condividono davvero anche le cose più personali. E l’utilizzo della tecnologia come baby sitter.
Se sistemassimo questi approcci sbagliati tanti ddl sarebbero inutili.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sulla frase “non è l’amore di un alto che ti guarisce ma è l’amore che tu dai a te stesso”.
“Non produce alcun frutto, a lungo andare, nei rapporti personali, comportarsi come se si fosse diversi da come si è.”
Lo affermava il caro Carl Rogers! Eppure, tanta gente non riesce ad essere serena e ad accettarsi per quel che è: perché accade questo? Questa mancata accettazione pone le sue radici nell’inconscio che farebbe costruire dentro di se una sorta di “elaborazione distorta intrusiva” del tipo: “se io sono perfetto/a, nessuno avrà alcunché da criticare di me: così non sarò rifiutato/a ne criticato/a, e quindi sarò accettato/a”.
Criticare
Ogni volta che qualcuno ci critica o ci fa sentire inadeguati, perdiamo una piccola dose di quell’amore che avevamo per noi stessi.
Impariamo che, se vogliamo essere accettati dagli altri, dobbiamo corrispondere a determinati standard e se non lo facciamo, gli altri ci faranno notare che siamo fuori dalla loro cerchia.
A questo punto smettiamo di amarci incondizionatamente e iniziamo a condizionare la relazione con il nostro “io” ai nostri successi e fallimenti.
Le persone combattono se stesse in diversi modi
Criticando il proprio fisico, trovandosi mille difetti e aspirando ad un ideale irraggiungibile, trovandosi sempre e per sempre insoddisfatte. Oppure si combatte una lotta con il proprio modo di essere, con il proprio carattere, dimenticando che ogni caratteristica ha il suo positivo ed il suo negativo.
Quella che chiamiamo testardaggine potrebbe essere in alcune situazioni la stessa caratteristica che ci porta ad essere determinati. Altre persone si combattono mescolandosi ed invischiandosi in comportamenti non sani che le porteranno ad essere infelici come fumare, bere, mangiare in modo del tutto disordinato, ma anche immergendosi in relazioni tossiche e nocive che non rispondono ad un appagamento e ad un accrescimento di noi come persone attraverso l’altro.
Spesso il nostro dialogo interno è il termometro della nostra autostima, la misura della lotta che combattiamo contro di noi.
Quante volte sbagliando vi siete trovati a rivolgervi parole come “stupida/o” oppure “che cretino” “che maldestro” “sono proprio imbranato”…
Sebbene sembrino piccoli segnali, queste parole scortesi nei nostri confronti sono come delle piccole goccioline che giorno dopo giorno alimentano la giara della disistima e, di conseguenza, dell’insoddisfazione che proviamo verso noi stessi e, di riflesso, verso la nostra vita.
I segnali che indicano che non ci accettiamo incondizionatamente
Ci sentiamo spesso inadeguati in situazioni e contesti diversi
Pensiamo di non meritare l’amore degli altri
Ci paragoniamo costantemente agli altri e finiamo sempre per sentirci inferiori
Pensiamo di non essere abbastanza intelligenti/belli/interessanti/socievoli
Non intraprendiamo nuovi progetti per paura di fallire
Ci reprimiamo costantemente, non ci permetti di essere noi stessi
Ci sentiamo a disagio con noi stessi e non ci piace stare da soli con i nostri pensieri
Per evitare che l’insicurezza ci invalidi l’esistenza è bene elaborare le cause che ci hanno portato ad essere insicuri. E’ pertanto fondamentale accettare e comprendere che i difetti non esistono in se; sono le nostre distorsioni cognitive che ci fanno credere di essere inadeguati.
E’ fondamentale inoltre non guardare a chi dovrebbe giudicarci come quando eravamo bambini: in questo modo eviteremo di mantenere inconsciamente la odiata, ma anche cercata dipendenza dallo sguardo censore degli altri (ma che ormai abbiamo interiorizzato).
Suggerimenti pratici per accettarsi con serenità
Accettarsi incondizionatamente è il primo passo per amarsi incondizionatamente. Non possiamo stare bene con noi stessi se ci critichiamo costantemente, se pensiamo di essere dei falliti o non abbastanza intelligenti e attraenti. È interessante il fatto che accettare i nostri difetti o imperfezioni non significa non impegnarsi a migliorare.
L’accettazione implica, prima di tutto, la piena consapevolezza. Questo vuol dire che siamo consapevoli degli errori che abbiamo fatto ma non continuiamo a punirci per questi, piuttosto cerchiamo di correggerli. Significa che siamo consapevoli dei nostri limiti e cerchiamo di fare un ulteriore passo avanti.
L’accettazione incondizionata implica sperimentare la realtà così com’è, senza alcuna negazione o rifiuto. Con il passare del tempo, se questo atteggiamento è davvero sincero cancellerà le sensazioni negative e spiacevoli che provavamo verso noi stessi e lascerà il posto all’amore.
Il processo di accettazione incondizionata è lungo e doloroso. Ma alla fine del percorso scoprirete che è anche liberatorio. Infatti, troviamo difficile praticare l’accettazione incondizionata perché ci è stato insegnato a criticarci e diventare il nostro giudice più severo. Ci è stato insegnato ad adattarci alla società, ma non a convivere con noi stessi.
Riscopriamo chi siamo
Per accettarci dobbiamo conoscerci. Dedichiamo tutti i giorni qualche minuto a guardare dentro di noi. Chiediamoci cosa ci piace e cosa detestiamo, cosa ci rende felice, cosa non ci piace di noi, chi siamo veramente…
Possono sembrare domande banali, ma forse ci sorprenderemo nel sorprendere che non abbiamo risposte per molte di queste domande perchè da molto tempo abbiamo perso la connessione con il nostro “io interiore”.
Accettiamoci senza criticarci
Ogni volta che commettiamo un errore o scopriamo una parte di noi che non ci piace, invece di giudicarci e criticarci accettiamolo semplicemente. Prendiamo atto della realtà come fossimo un osservatore imparziale.
Chiediamoci cosa possiamo imparare e in che modo questo errore o “difetto” può trasformarci in una persona migliore. Accettiamo di non essere perfetti e che non abbiamo bisogno di esserlo per amarci ed essere una persona di valore.
Buongiorno amici. Oggi voglio parlarvi di ansia sociale che, purtroppo, non colpisce solo gli adulti. Ma, ultimamente, ne sono affetti adolescenti e addirittura bambini.
Cos’è l’ansia sociale
E’ una paura, più o meno intensa, in situazioni socialmente connotate.
A differenza dell’ansia generalizzata, questa si verifica in specifiche condizioni, ad esempio: parlare in pubblico, esibirsi, parlare con altre persone, parlare al telefono, mangiare con altre persone ecc.
Sostanzialmente è una paura molto intensa di essere valutati/giudicati negativamente dagli altri. Nel disturbo d’ansia sociale, l’intensità dell’emozione compromette significativamente la qualità della vita e delle relazioni.
Quindi, non è ansia sociale il fatto di vergognarsi a parlare in pubblico (quello è molto diffuso!) ma piuttosto ritrovarsi ad avere una vita compromessa perché non si riesce a gestire nessuna situazione in cui ci si trova a contatto con altre persone.
Segnali d’allarme
Che tu sia un ragazzo o una ragazza, un genitore oppure un docente, nonostante la definizione di ansia sociale potresti ancora essere in dubbio su come riconoscerla e, eventualmente, intervenire.
Il segnale principe è l’evitamento, le persone ansiose evitano vistosamente le situazioni che creano ansia, quindi, nel caso dell’ansia sociale si potrebbe assistere al rifiuto di partecipare ad occasioni sociali.
Per esempio se tu (o tuo/a figlio/a o alunno/a) rifiuti inviti a feste, uscite, compleanni, non vuoi praticare uno sport o addirittura ti rifiuti di andare a scuola, ci sono buone probabilità che tu possa esserne affetto.
Nei casi più gravi, spiega la psicologa, si arriva a un ritiro completo, a persone che non escono più dalla propria stanza, come i cosiddetti hikikomori.
Ma come prevenirla ed evitarla?
Vi lascio i link che potete scaricare dove ne parliamo insieme.
Perché l’insicurezza non è solo degli adulti ma anche dei minori.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di come identificare l’insicurezza dei nostri figli.
Perché vostro figlio è insicuro?
I bambini sono esseri indifesi, soprattutto quando hanno meno di 6 anni. La loro innocenza e l’incapacità di gestire le emozioni e i problemi che possono dover affrontare li trasforma in facili prede della manipolazione, sia mentale sia fisica.
È un fatto del tutto normale dato che nessuno nasce con il sapere in sé ed è solo l’esperienza a permetterci di affrontare le innumerevoli circostanze con cui ci scontriamo ogni giorno.
I bambini, inoltre, assorbono tutto ciò che c’è attorno a loro; sicuramente avrete sentito più di una volta l’espressione “i bambini sono come delle spugne”. Questo vale per tutti gli aspetti della loro vita.
Litigi
I litigi in famiglia, la pressione a cui vengono sottoposti, la mancanza di attenzione da parte dei genitori possono provocare in loro una forte insicurezza. State dando ai vostri figli l’attenzione necessaria? Vi preoccupate per i loro problemi?
“La migliore eredità che un genitore può lasciare ai suoi figli è un po’ del suo tempo quotidiano”
Spesso riteniamo sciocchezze tutti i bisogni dei nostri bambini… E la maggior parte delle volte è proprio così!
È solo che per loro non sono stupidaggini: sono arrivati da poco a questo mondo e stanno ancora imparando.
I bambini hanno bisogno di essere compresi e di comunicare; in caso contrario, diventeranno bambini insicuri.
Aiutate i vostri figli a superare la loro insicurezza
È importante che tendiate sempre la mano ai vostri figli, affinché possano superare i loro problemi di insicurezza. Se non lo farete, rischierete di trasformarli in adulti insicuri che non sapranno affrontare tale questione.
Se individuate il problema, è bene che prendiate provvedimenti il prima possibile per ristabilire la percezione di sicurezza nel vostro bimbo.
Cosa pensate che succederà quando entrerà nella fase adolescenziale? In quella fase dovrà affrontare molti problemi, non lasciate che l’insicurezza sia uno di essi.
Come sapere se vostro figlio è insicuro?
Come sapere se vostro figlio soffre di insicurezza? Quali sono i segnali?
Per quanto riguarda l’igiene personale, soffre di una sorta di dipendenza nei confronti della madre, dato che lascia a lei l’onere di occuparsene.
Nel suo comportamento affettivo prevalgono l’instabilità emotiva, la disubbidienza e l’aggressività.
Quando gioca, tende a ripetere sempre lo stesso gioco e a voler interpretare il ruolo di un bambino piccolo e/o pauroso.
Ha timori irrazionali e piange per richiamare l’attenzione.
Parla di notte, soffre di insonnia, chiede di dormire con la luce accesa o di farsi raccontare una storia.
A scuola, ha difficoltà nel concentrarsi.
Fa le smorfie o fa uso di altre espressioni corporali od orali innaturali.
Possiede un oggetto (una coperta, un pupazzo, ecc.) da cui non vuole separarsi.
Quando vostro figlio ha un problema, non ditegli che si tratta di una sciocchezza, perché, così facendo, gli starete dando un futuro infelice.
Coltivare l’autostima
Invece di arrabbiarvi coi vostri bambini perché possiedono irrazionalmente un oggetto o perché disobbediscono, è meglio parlare con loro.
Rimproverarli non risolverà il problema: i vostri figli hanno bisogno che stiate dalla loro parte, non che diventiate il loro peggior nemico.
Se non sapete come agire, potete parlare coi loro maestri o con qualche professionista che vi mostri come aumentare la loro autostima affinché smettano di essere insicuri.
L’autostima è il rimedio migliore per questa terribile circostanza, affatto semplice da risolvere, persino negli adulti.
Sintomi
Se non baderete a questi sintomi e li ignorerete, renderete vostro figlio una persona triste, con una bassa autostima e particolarmente esposto al rischio di soffrire di depressione. In questo modo, la sua vita sarà un’esperienza dolorosa, piena di limiti e di emozioni ingestibili.
In quanto genitori, avete il dovere di insegnare ai vostri figli ad essere felici.
Tutti siamo stati bambini una volta, quindi non dimentichiamoci dell’importanza delle sensazioni e delle esperienze in questa prima fase della vita.
Non dobbiamo neanche dimenticarci di quanto influisce il vissuto dell’infanzia sulla vita adulta, provocando problemi che poi sono difficili da risolvere. Il momento per porre fine a tutto questo è ora!
Buongiorno amici. Oggi parliamo delle diverse fasi della bulimia e le quattro tipologie.
La bulimia è una condizione complessa che comprende diversi tipi e non è uguale in tutte le persone.
Un errore comune è presumere che qualcuno con questo disturbo debba essere sottopeso e autoindursi il vomito. Non è sempre così.
Una persona con disturbo bulimico può anche avere un peso corporeo compreso nell’intervallo considerato “sano” e non aver mai usato lassativi o praticato vomito autoindotto.
Sebbene tutti condividano un rapporto problematico con il cibo e un ciclo disfunzionale ripetitivo, esistono varie categorie, ciascuna con caratteristiche particolari che affronteremo in questa lettura.
Cos’è la bulimia nervosa?
La bulimia nervosa (BN) è identificata dal DSM-V come uno dei tipici disturbi alimentari (DE), insieme all’anoressia nervosa e al disturbo da alimentazione incontrollata.
È caratterizzato da un ciclo ricorrente che prevede periodi di abbuffate seguiti da comportamenti di eliminazione o di compensazione, con lo scopo di evitare l’aumento di peso.
Secondo un lavoro pubblicato sulla rivista Current Problems in Pediatric and Adolescent Health Care, la prevalenza di questo disturbo nel corso della vita è compresa tra lo 0,9% e il 3%.
Inoltre, è più comune nelle donne. D’altro canto, la bulimia negli adolescenti si sviluppa solitamente intorno ai 16 anni, anche se spesso persiste fino all’età adulta.
Un aspetto importante da evidenziare è che questa condizione va oltre i comportamenti alimentari. Essendo legato alla salute mentale ed emotiva, è considerato anche un problema psicologico. Per questo motivo il trattamento deve essere globale.
Segnali di avvertimento
Ci sono alcuni segnali che suggeriscono la presenza di BN. I segnali di allarme (che possono anche essere considerati sintomi) variano da persona a persona, tuttavia alcuni indicatori comuni sono:
Si isola dai gruppi sociali ed evita di mangiare con altre persone.
Ha tratti molto perfezionisti ed egoisti riguardo al suo aspetto.
La persona cambia drasticamente le proprie abitudini alimentari, passando da un estremo all’altro.
Diventa ossessionato dal peso corporeo, ha una bassa autostima e un’immagine corporea distorta.
Esegui rituali specifici prima o dopo i pasti, come pesarti, contare le calorie o andare in bagno.
Nasconde o mente riguardo alle purghe, ai comportamenti compensatori o alla quantità di cibo consumato.
Evidenza di problemi dentali dovuti a vomito frequente, come carie o deterioramento dello smalto dei denti.
Si verificano improvvisi cambiamenti di umore che possono includere irritabilità, ansia e/o sintomi depressivi.
Sebbene sia importante essere consapevoli degli allarmi, questi non possono essere considerati decisivi o valutati in modo isolato o irresponsabile. Per ottenere una diagnosi accurata è necessario rivolgersi a un operatore sanitario.
Quanti tipi di bulimia esistono?
La BN può essere classificata in base a due variabili: in base a come si manifestano i comportamenti compensatori oppure in base al peso corporeo.
A seconda della presenza o assenza di spurgo
Come reagisce l’individuo dopo un’abbuffata? Quali strategie utilizzate per ridurre le conseguenze dell’eccesso di cibo?
Come gestisci i sensi di colpa? Tali domande sono fondamentali per comprendere i seguenti tipi di bulimia secondo questa categorizzazione.
1. Purgante
Nella bulimia purgativa si utilizzano metodi per eliminare rapidamente le calorie del cibo ingerito, come il vomito autoindotto o l’uso eccessivo di lassativi o diuretici.
2. Non purgativo
La persona con questo tipo di BN utilizza comportamenti compensatori estranei all’eliminazione diretta.
Nel tentativo di prevenire l’aumento di peso e alleviare il disagio psicologico, si pratica un eccessivo esercizio fisico, si digiuna o si limita significativamente il cibo.
In base al peso corporeo
Al di là della suddivisione in base alle strategie compensative, le tipologie di bulimia legate al peso sono quelle di cui abbiamo subito bisogno.
3. Associato a sovrappeso o obesità
Include persone che soffrono di BN, sia purgativa che non purgativa, e che sono in una certa misura sovrappeso o obese. Sebbene possano esserci alterazioni del peso corporeo, solitamente non sono evidenti ad occhio nudo.
4. Associato a peso variabile
In questo caso, la persona presenta costanti fluttuazioni del peso. Puoi attraversare periodi di sovrappeso, di peso “sano” e di sottopeso.
Questa variazione contribuisce a credere che potrai raggiungere la figura desiderata se continui con questi comportamenti.
Inoltre, si aggrappa all’idea che la sua vera identità sia la sua versione più leggera, alimentando così il ciclo bulimico.
Fasi del disturbo bulimico
Sebbene l’intensità di ciascuna fase possa cambiare a seconda del paziente, si individuano alcune fasi comuni nello sviluppo o nel decorso della BN, indipendentemente dal tipo di cui si parla.
Binge eating: la persona perde il controllo e mangia in modo vorace e compulsivo in un breve periodo di tempo. Ha poca consapevolezza di ciò che mangia e mastica a malapena. In genere, si consumano cibi ricchi di grassi, alternando bruscamente tra opzioni dolci e salate, nonché opzioni calde e fredde.
Sentimenti di colpa e vergogna: queste emozioni derivano dalla perdita di controllo durante le abbuffate e tendono ad essere aggravate dalle preoccupazioni legate al peso e all’immagine corporea. Frasi come “Non posso credere di averlo fatto di nuovo” o “Dovrei riuscire a controllarmi” possono risuonare nella mente.
Episodi di eliminazione o comportamenti compensatori: iniziano con il rimorso. A seconda del tipo di BN, la persona ricorre ad episodi purgativi o a condotte compensatorie. Cerca di prevenire l’aumento di peso attraverso il vomito autoindotto, l’uso di lassativi o l’esercizio fisico eccessivo.
Sensazione temporanea di controllo: si sperimenta una sensazione momentanea di calma e controllo. Pensieri come “Non mi abbufferò mai più” o “D’ora in poi controllerò il mio mangiare” sono comuni durante questa fase.
Ripetizione del ciclo: la persona diventa nuovamente ossessionata da ciò che mangia e decide di seguire una dieta restrittiva e rigorosa. Ma invece di aiutare, questo approccio finisce per causare più episodi di abbuffate, e così il ciclo si ripete.
Qual è il trattamento della bulimia nervosa?
In primo luogo, è fondamentale programmare una visita medica per valutare la salute fisica.
Questo ci permette di identificare possibili carenze nutrizionali, squilibri nell’organismo e rischi che derivano dal disturbo.
Allo stesso tempo, è essenziale chiedere aiuto ai professionisti della salute mentale. Molte volte, dietro una persona con BN c’è qualcuno che ha difficoltà a regolare le proprie emozioni e che affronta insicurezze e una fragile autostima.
Pertanto, la terapia cognitivo comportamentale può offrire un valido supporto per identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali che alimentano il problema. Inoltre, in alcune circostanze, il terapeuta indica la consulenza psichiatrica come approccio complementare.
D’altra parte, è essenziale rivolgersi a un nutrizionista, che contribuirà con un piano alimentare sano e sostenibile che si adatti alle esigenze e alle preferenze di ciascun paziente.
Dato che gli aspetti della salute mentale e fisica sono chiaramente intrecciati nella BN, è essenziale che il trattamento sia globale e collaborativo.
È opportuno che tutti i professionisti coinvolti condividano l’obiettivo comune di aiutare il paziente e cooperino tra loro in modo efficace.
Pertanto, ribadiamo che l’approccio deve coinvolgere tutte o la maggior parte di queste aree:
Nutrizione
Psicologia
Psichiatria
Medicina Clinica
La collaborazione familiare, un aspetto fondamentale
Spesso il trattamento prevede il lavoro con la famiglia o i propri cari. La tua partecipazione è essenziale fornendo un supporto emotivo continuo, creando un ambiente favorevole al recupero e aiutando a prevenire le ricadute.
La terapia familiare, infatti, si rivela uno strumento efficace, soprattutto negli adolescenti con insorgenza recente della malattia. In questo contesto, si concentra sull’affrontare le dinamiche familiari malsane che contribuiscono alla patologia.
Agire in tempo è fondamentale
Identificare e affrontare precocemente un disturbo alimentare fa la differenza sulla strada del recupero. Per questo motivo comprendere nel dettaglio la bulimia, conoscerne le tipologie, essere consapevoli dei segnali d’allarme e sapere a quali specialisti rivolgersi sono aspetti essenziali.
Sia che tu stia affrontando questa sfida tu stesso o che qualcuno vicino a te la stia affrontando, non esitare a chiedere ai
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Buongiorno amici. Oggi parliamo di quanto la fiducia sia importante per i ragazzi.
La fiducia è Fondamentale: Perché i Figli Adolescenti Hanno Bisogno di Essere Fidati
L’adolescenza è un periodo cruciale di crescita e cambiamento per i ragazzi. Durante questo periodo, i genitori spesso si trovano a navigare le sfide di concedere fiducia ai propri figli adolescenti.
Tuttavia, è importante capire che la fiducia reciproca tra genitori e figli è essenziale per favorire una sana relazione familiare e lo sviluppo positivo dei ragazzi.
In questo articolo, esploreremo l’importanza di concedere fiducia ai figli adolescenti, fornendo esempi concreti e consigli su come costruire un legame fiduciario forte.
L’Importanza della Fiducia nei Figli Adolescenti
Concedere fiducia ai figli adolescenti è fondamentale per diversi motivi. Innanzitutto, aiuta a costruire l’autostima e la fiducia in se stessi dei ragazzi. Quando i genitori dimostrano di credere nelle capacità e nell’integrità dei loro figli, questi ultimi sviluppano un senso di responsabilità e autostima positiva. In secondo luogo, la fiducia favorisce una comunicazione aperta e onesta. Se i ragazzi si sentono fiduciosi che i loro genitori li ascolteranno e li supporteranno senza giudicare, sono più inclini a condividere le loro esperienze e preoccupazioni.
Come Costruire Fiducia nei Figli Adolescenti
1. **Comunicazione Aperta**: Mantenere linee di comunicazione aperte è cruciale. I genitori dovrebbero essere disponibili per ascoltare senza giudicare o interrompere. Fare domande aperte per incoraggiare la condivisione di pensieri e sentimenti.
*Esempio*: Piuttosto che chiedere “Come è andata a scuola?”, potresti dire “Raccontami cosa hai fatto di interessante oggi a scuola.”
2. **Rispetto della Privacy**: È importante rispettare la privacy dei ragazzi. Anche se è importante essere informati sulle attività dei figli, è altrettanto cruciale rispettare i confini personali.
*Esempio*: Chiedere il permesso prima di entrare nella stanza del figlio e rispettare i suoi spazi personali.
3. **Delegare Responsabilità**: Concedere responsabilità adeguate all’età aiuta i ragazzi a sentirsi responsabili e rispettati.
*Esempio*: Assegnare compiti domestici o decisioni relative alla gestione del tempo.
4. **Essere un Modello di Comportamento Positivo**: I genitori devono essere coerenti e mostrare un comportamento basato sui valori che vogliono trasmettere ai loro figli.
*Esempio*: Mostrare rispetto per gli altri, onestà e responsabilità nelle proprie azioni.
Comunicazione Aperta: Il Cuore della Fiducia Familiare**
La comunicazione aperta tra genitori e figli adolescenti è fondamentale per instaurare e mantenere un legame di fiducia solido e positivo. Quando c’è una comunicazione aperta in famiglia, i ragazzi si sentono ascoltati, compresi e rispettati, il che favorisce uno sviluppo sano della loro identità e autostima. Ecco alcuni approfondimenti su come praticare e incoraggiare una comunicazione aperta con i figli adolescenti:
Ascolto Attivo e Senza Giudizio
Un elemento cruciale della comunicazione aperta è l’ascolto attivo da parte dei genitori. Questo significa non solo sentire le parole dei propri figli, ma anche mostrare interesse genuino per i loro pensieri, sentimenti e esperienze. I genitori dovrebbero evitare di interrompere o giudicare prematuramente ciò che i ragazzi stanno condividendo.
*Esempio*: Se il tuo figlio vuole raccontarti di un problema a scuola, assicurati di ascoltare attentamente senza interromperlo. Mostra empatia e rispetta i suoi sentimenti, anche se potresti non essere d’accordo con tutto ciò che sta dicendo.
Fare Domande Aperte e Incoraggiare la Condivisione
Le domande aperte sono un ottimo modo per incoraggiare la condivisione di pensieri più profondi e sentimenti autentici. Piuttosto che limitarsi a chiedere “Sì” o “No”, le domande aperte incoraggiano i ragazzi a esprimersi più completamente.
*Esempio*: Invece di dire “Hai avuto una buona giornata a scuola?”, prova con “Qual è stata la cosa più interessante che ti è successa oggi a scuola?” Questo tipo di domanda invita il tuo ragazzo a riflettere e condividere dettagli significativi.
Essere Disponibili e Presenti
I genitori dovrebbero dimostrare disponibilità e interesse sincero nei confronti dei loro figli adolescenti. Questo significa essere presenti fisicamente e emotivamente quando i ragazzi hanno bisogno di parlare o di condividere qualcosa di importante. Anche se può essere impegnativo trovare tempo nella frenesia quotidiana, dimostrare che sei disponibile e pronto a ascoltare è essenziale per costruire fiducia.
*Esempio*: Assicurati di mantenere tempo di qualità con il tuo figlio adolescente ogni giorno. Anche se sono brevi momenti, come durante i pasti o prima di dormire, dimostra che sei disponibile per loro.
Imparare a Gestire i Conflitti in Modo Costruttivo
Nel corso della comunicazione aperta, è normale incontrare situazioni di conflitto o disaccordo. È importante che i genitori imparino a gestire i conflitti in modo costruttivo, senza lasciare che il confronto danneggi il rapporto di fiducia.
*Esempio*: Se sorgono divergenze di opinioni o tensioni, evita di reagire impulsivamente. Prenditi del tempo per ascoltare il punto di vista del tuo ragazzo e cercare una soluzione che sia rispettosa e equa per entrambi.
Conclusione
La comunicazione aperta tra genitori e figli adolescenti è un pilastro fondamentale per costruire relazioni familiari sane e armoniose. Quando i genitori praticano l’ascolto attivo, fanno domande aperte, sono disponibili e gestiscono i conflitti in modo costruttivo, trasmettono ai loro figli un importante messaggio di fiducia e rispetto. In questo modo, i ragazzi imparano ad aprirsi e a comunicare in modo più efficace, sviluppando una fiducia reciproca che li guiderà attraverso l’adolescenza e oltre.
Rispetto della Privacy: Fondamentale per Costruire Fiducia**
Il rispetto della privacy dei figli adolescenti è un altro aspetto chiave nella creazione di un ambiente familiare basato sulla fiducia reciproca. I ragazzi hanno bisogno di spazi personali e di sentirsi rispettati nelle loro esigenze di privacy per sviluppare un senso di autonomia e integrità. Ecco perché il rispetto della privacy è così importante e come i genitori possono praticarlo efficacemente:
Riconoscere i Limiti Personali
I genitori dovrebbero riconoscere e rispettare i limiti personali dei loro figli adolescenti. Ogni ragazzo ha il diritto di avere spazi personali e di stabilire confini per ciò che desidera condividere o mantenere privato. Rispettare questi limiti dimostra sensibilità e considerazione per il benessere emotivo dei ragazzi.
*Esempio*: Se il tuo figlio preferisce trascorrere del tempo da solo nella sua stanza senza essere disturbato, rispetta questa esigenza di privacy e batti alla porta prima di entrare.
Chiedere il Permesso Prima di Accedere agli Spazi Personali
Quando i genitori hanno bisogno di accedere agli spazi personali dei loro figli, come la loro stanza o il loro telefono, è importante chiedere il permesso in modo rispettoso. Questo dimostra fiducia nel ragazzo e gli conferisce un senso di controllo sulla propria privacy.
*Esempio*: Prima di guardare nel telefono del tuo ragazzo o di entrare nella sua stanza, chiedi gentilmente il permesso e spiega il motivo della tua richiesta.
Rispettare la Confidenzialità delle Conversazioni
Se un adolescente condivide qualcosa di personale o delicato con i genitori, è essenziale mantenere la confidenzialità di queste informazioni, a meno che non sia necessario per proteggere la sicurezza o il benessere del ragazzo. I ragazzi devono sapere di potersi aprire senza timore di violazione della privacy.
*Esempio*: Se il tuo figlio ti confida un problema personale, assicurati di non divulgarlo ad altre persone senza il suo consenso, a meno che non sia necessario per ottenere supporto o assistenza appropriati.
Educare sul Concetto di Privacy
I genitori possono educare i loro figli sull’importanza della privacy e sui diritti personali. Spiegare perché il rispetto della privacy è cruciale per la salute mentale e emotiva può aiutare i ragazzi a comprendere l’importanza di questo valore nella vita familiare e oltre.
*Esempio*: Parla con tuo figlio dell’importanza di avere spazi personali e del rispetto reciproco nella famiglia e nelle relazioni con gli altri.
Conclusione
Il rispetto della privacy dei figli adolescenti è essenziale per costruire e mantenere una relazione di fiducia e rispetto reciproco all’interno della famiglia. Quando i genitori dimostrano sensibilità e rispetto per i confini personali dei loro ragazzi, questi ultimi si sentono valorizzati e rispettati. Questo, a sua volta, favorisce una comunicazione aperta e onesta, consentendo ai ragazzi di crescere in un ambiente familiare che promuove la fiducia e lo sviluppo sano della loro identità.
Delegare Responsabilità: Favorire l’Autonomia e la Fiducia
Delegare responsabilità ai figli adolescenti è un passo importante per favorire lo sviluppo dell’autonomia, della responsabilità e della fiducia in sé stessi. Quando i genitori danno ai ragazzi opportunità di assumersi compiti e decisioni significative, li incoraggiano a crescere e a maturare in un ambiente di fiducia e rispetto reciproco. Ecco come i genitori possono praticare efficacemente la delega di responsabilità:
Assegnare Compiti Adeguati all’Età
È importante assegnare compiti domestici o responsabilità in base all’età e alle capacità del ragazzo. In questo modo, i ragazzi imparano gradualmente a gestire compiti quotidiani e a sviluppare abilità pratiche essenziali per la vita.
*Esempio*: Un adolescente più giovane potrebbe essere incaricato di mettere via i giocattoli o di apparecchiare la tavola, mentre un adolescente più grande potrebbe essere responsabile di fare la spesa o di gestire un piccolo budget per le proprie spese.
Quando si delegano responsabilità, è importante fornire il giusto livello di supporto e orientamento. I genitori possono offrire istruzioni chiare, consigli utili e feedback costruttivo per aiutare i ragazzi a svolgere i compiti assegnati con successo.
*Esempio*: Se il tuo figlio è incaricato di preparare la cena per la famiglia, puoi fornirgli ricette semplici e mostrargli come utilizzare in modo sicuro gli utensili da cucina.
Consentire ai Ragazzi di Prendere Decisioni
Delegare responsabilità significa anche consentire ai ragazzi di prendere decisioni significative. I genitori dovrebbero incoraggiare i ragazzi a fare scelte autonome in situazioni appropriate, come gestire il proprio tempo libero o prendere decisioni riguardo agli studi.
*Esempio*: Se il tuo figlio sta considerando quali attività extracurricolari svolgere, incoraggialo a esplorare le opzioni e a prendere una decisione basata sui propri interessi e passioni.
Riconoscere e Celebrare i Successi
Quando i ragazzi completano con successo i compiti o le responsabilità assegnate, è importante riconoscere e celebrare i loro successi. Questo li motiva a continuare a crescere e a svilupparsi in un ambiente di fiducia e sostegno.
*Esempio*: Lodare il tuo figlio per aver gestito bene un compito domestico o per aver preso una decisione responsabile aiuta a rafforzare la fiducia nei propri mezzi.
Favorire il Progresso Graduale
La delega di responsabilità dovrebbe avvenire in modo graduale e progressivo. Con il tempo, i genitori possono assegnare compiti più complessi e decisioni più impegnative, consentendo ai ragazzi di sviluppare fiducia nelle proprie capacità e competenze.
*Esempio*: Un adolescente potrebbe iniziare con responsabilità minori, come prendersi cura di un animale domestico, e poi passare a compiti più impegnativi, come gestire parte del proprio programma giornaliero.
Conclusione
Delegare responsabilità ai figli adolescenti è un modo efficace per promuovere l’autonomia e la fiducia in sé stessi. Quando i genitori danno ai ragazzi l’opportunità di assumersi compiti e decisioni significative, li aiutano a crescere e a maturare in individui responsabili e sicuri di sé. Questo processo contribuisce a rafforzare il legame familiare basato sulla fiducia reciproca e sul rispetto, preparando i ragazzi per affrontare con successo le sfide della vita adulta.
Essere un Modello di Comportamento Positivo: Guidare con l’Esempio
Essere un modello di comportamento positivo è cruciale per influenzare positivamente il comportamento e lo sviluppo dei figli adolescenti.
I genitori sono i primi modelli di ruolo per i loro ragazzi e il modo in cui si comportano e si relazionano agli altri ha un impatto significativo sulla formazione dei valori e delle abilità sociali dei ragazzi.
Ecco alcuni approfondimenti su come essere un modello di comportamento positivo per i figli adolescenti:
Praticare la Coerenza e l’Integrità
I genitori dovrebbero mostrare coerenza tra ciò che dicono e ciò che fanno. Vivere con integrità e comportarsi in modo coerente con i valori che si desidera trasmettere ai propri figli aiuta a creare un ambiente familiare basato su fiducia e rispetto reciproco.
*Esempio*: Se desideri che tuo figlio sia onesto, assicurati di essere sempre onesto nelle tue interazioni quotidiane, anche quando è difficile.
Gestire le Emozioni in Modo Positivo
I genitori dovrebbero dimostrare capacità di gestire le proprie emozioni in modo positivo e costruttivo. Questo include il modo in cui si gestiscono lo stress, la rabbia o la frustrazione. Mostrare un comportamento calmante e assertivo in situazioni difficili insegna ai ragazzi l’importanza del controllo emotivo.
*Esempio*: Se ti trovi in una situazione stressante, mostra ai tuoi figli come affrontarla in modo calmo e razionale anziché reagire impulsivamente.
Coltivare Relazioni Positive
I genitori dovrebbero coltivare relazioni positive con gli altri, inclusi familiari, amici e colleghi. Mostrare rispetto, empatia e gentilezza nelle interazioni sociali aiuta i ragazzi a imparare l’importanza delle relazioni interpersonali sane.
*Esempio*: Mostra rispetto verso tutti gli individui con cui interagisci, indipendentemente dalla loro età, genere o background.
Essere Attivamente Coinvolti nella Comunità
Partecipare attivamente alla comunità locale attraverso il volontariato o altre attività benefiche dimostra ai ragazzi l’importanza dell’altruismo e della responsabilità sociale. Questo incoraggia l’emergere di cittadini consapevoli e impegnati.
*Esempio*: Coinvolgi i tuoi figli in progetti di volontariato o in attività di servizio per aiutare coloro che sono meno fortunati.
Promuovere uno Stile di Vita Salutare
Essere un modello di comportamento positivo include anche promuovere uno stile di vita sano e equilibrato. I genitori dovrebbero praticare abitudini salutari, come una dieta equilibrata, l’esercizio fisico regolare e il riposo adeguato.
*Esempio*: Coinvolgi la tua famiglia in attività fisiche divertenti, come passeggiate all’aperto o sport di squadra, e prepara pasti sani e nutrienti insieme.
Conclusione
Essere un modello di comportamento positivo per i figli adolescenti è un ruolo importante e responsabile per i genitori.
Il modo in cui i genitori si comportano e si relazionano agli altri ha un impatto duraturo sullo sviluppo e sulle scelte dei ragazzi. Dimostrare coerenza, integrità, controllo emotivo e relazioni positive aiuta i ragazzi a sviluppare abilità sociali e valori importanti per una vita soddisfacente e significativa.
Inoltre, essere un modello positivo promuove un ambiente familiare basato sulla fiducia, sull’amore e sul rispetto reciproco, preparando i ragazzi ad affrontare le sfide e le opportunità della vita con fiducia e determinazione.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sulla frase “parlo ma non mi capiscono”.
Nel nostro percorso di relazioni interpersonali, una delle sfide più comuni che dobbiamo affrontare è quella di sentirci incompresi nonostante i nostri sforzi di comunicazione. Questo articolo esplora i motivi per cui ciò accade e fornisce strategie attuabili per migliorare l’efficacia della comunicazione.
L’enigma della comunicazione
Le interruzioni della comunicazione sono più che semplici parole perse nella traduzione; spesso derivano da problemi più profondi, come stili di comunicazione diversi, barriere emotive e aspettative non soddisfatte.
Certo, possiamo continuare parlando di come comprendere il proprio stile di comunicazione. Ecco qualche approfondimento su ciascuno dei punti:
Comprendere il Tuo Stile di Comunicazione
1. Verbale vs. Non Verbale
La comunicazione verbale riguarda le parole che usiamo per esprimere pensieri, sentimenti e idee. È importante considerare il tono di voce e il modo in cui dici le cose, poiché ciò può influenzare il modo in cui il messaggio viene ricevuto. D’altra parte, la comunicazione non verbale include espressioni facciali, linguaggio del corpo e contatto visivo. Questi segnali possono trasmettere emozioni e intenzioni che possono essere più potenti delle parole stesse.
2. Diretto vs. Indiretto
Il tuo stile di comunicazione può essere diretto o indiretto. Le persone con uno stile diretto tendono a essere chiare e concise nel modo in cui si esprimono, mentre quelle con uno stile indiretto potrebbero preferire suggerire piuttosto che dichiarare apertamente. Capire il proprio stile può aiutare a comunicare in modo più efficace con gli altri, rispettando allo stesso tempo le preferenze individuali di comunicazione.
3. Ascolto vs. Parlato
La comunicazione non riguarda solo l’esprimersi, ma anche l’ascoltare. Essere un buon ascoltatore è fondamentale per una comunicazione efficace. Chiediti se tendi a parlare di più durante le conversazioni o se sei più propenso a prestare attenzione e a rispondere alle esigenze degli altri. Trovare un equilibrio tra ascolto attivo e partecipazione alla conversazione può contribuire a stabilire connessioni più profonde con gli altri.
Superare le Barriere alla Comprensione
1. Chiarezza è Fondamentale
Per comunicare in modo efficace, è essenziale esprimere i propri pensieri in modo chiaro e comprensibile. Evita frasi complesse o ambigue e cerca di essere diretto nei tuoi messaggi. La chiarezza aiuta a ridurre le possibilità di fraintendimenti e facilita una comunicazione più efficace.
2. Ascolto Attivo
L’ascolto attivo significa prestare attenzione non solo alle parole dell’altro, ma anche alle emozioni e al contesto sottostante. Pratica l’ascolto empatico, mettendoti nei panni dell’altro e cercando di comprendere il suo punto di vista. Fai domande per chiarire i dubbi e confermare di aver capito correttamente.
3. Empatia
Essere empatici significa essere in sintonia con le emozioni e le esperienze degli altri. Mostra comprensione e rispetto per i sentimenti altrui, anche se non sei d’accordo con le loro opinioni. L’empatia favorisce un clima di fiducia e apertura nelle relazioni interpersonali.
Affrontare queste barriere alla comprensione può rendere le tue interazioni più significative e autentiche, promuovendo relazioni più sane e soddisfacenti.
Strumenti per una Comunicazione Efficace
1. Utilizzare le Dichiarazioni “Io”
Le dichiarazioni “Io” sono un modo efficace per esprimere i sentimenti e le esigenze personali senza accusare gli altri. Ad esempio, anziché dire “Mi fai sempre aspettare”, potresti dire “Mi sento frustrato quando devo aspettare”. Questo approccio favorisce una comunicazione aperta e riduce il rischio di conflitti.
2. Chiedere Chiarimenti
Non esitare a chiedere chiarimenti durante una conversazione se qualcosa non è chiaro. Fare domande per ottenere informazioni aggiuntive può aiutare a evitare fraintendimenti e a garantire che entrambe le parti siano sulla stessa lunghezza d’onda.
3. Consapevolezza del Linguaggio del Corpo
Il linguaggio del corpo gioca un ruolo importante nella comunicazione. Mantieni un linguaggio del corpo aperto e coinvolto durante le interazioni, facendo attenzione alla postura, agli occhi e alla gestualità. Questo può aiutare a trasmettere fiducia e apertura durante le conversazioni.
4. Pratica dell’Ascolto Attivo
L’ascolto attivo è una capacità preziosa per una comunicazione efficace. Assicurati di dedicare attenzione piena alla persona che sta parlando, facendo contatto visivo e rispondendo in modo appropriato. Evita di interrompere e mostra interesse sincero per ciò che viene detto.
5. Gestione dei Conflitti
Saper gestire i conflitti in modo costruttivo è essenziale per mantenere relazioni sane. Impara a negoziare e a cercare soluzioni di compromesso quando le opinioni divergono. Focalizzati sull’obiettivo comune di trovare una risoluzione piuttosto che insistere sulla propria posizione.
6. Esprimere Gratitudine
Esprimere gratitudine verso gli altri può rafforzare i legami e promuovere una comunicazione positiva. Mostra apprezzamento per le opinioni altrui e per gli sforzi fatti durante le conversazioni. Questo crea un clima di reciprocità e sostegno nelle interazioni quotidiane.
7. Crescita Personale
Investire nella crescita personale può migliorare notevolmente le capacità di comunicazione. Partecipare a corsi di comunicazione o di gestione dello stress, leggere libri sull’argomento o praticare la meditazione possono aiutare a sviluppare competenze di comunicazione più avanzate.
Implementando questi strumenti nella tua vita quotidiana, potrai migliorare significativamente la qualità delle tue interazioni e costruire relazioni più autentiche e soddisfacenti con gli altri.
Coltivare una Mentalità Comunicativa
1. Pratica la Pazienza
La pazienza è fondamentale per una comunicazione efficace. Prenditi il tempo necessario per ascoltare e comprendere gli altri senza fretta. Evita di interrompere o di saltare alle conclusioni. Mostrare pazienza crea un ambiente di rispetto reciproco e favorisce una comunicazione più profonda.
2. Abbraccia la Vulnerabilità
Essere disposti a essere vulnerabili durante le interazioni può migliorare notevolmente la comunicazione. Esprimere i propri sentimenti e condividere esperienze personali può incoraggiare gli altri a fare lo stesso. Questo favorisce la connessione emotiva e rende le conversazioni più autentiche.
3. Cerca il Feedback
Chiedere e accettare feedback costituisce un modo efficace per migliorare le proprie capacità comunicative. Chiedi agli altri cosa pensano delle tue abilità di comunicazione e quali aree potresti migliorare. Utilizza il feedback per adattare e perfezionare il tuo approccio comunicativo nel tempo.
4. Promuovi l’Empatia
L’empatia è la capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri. Pratica mettendoti nei panni degli altri e cercando di vedere le cose dalla loro prospettiva. Mostrare empatia nei confronti degli altri crea un clima di comprensione reciproca e aiuta a costruire relazioni più significative.
5. Sviluppa una Mentalità Aperta
Mantieni una mentalità aperta e flessibile durante le conversazioni. Accetta opinioni diverse dalle tue e sii disposto a esplorare nuove idee e punti di vista. Una mentalità aperta favorisce la creatività e stimola discussioni più profonde e stimolanti.
6. Pratica la Gentilezza
La gentilezza è una qualità importante per una comunicazione efficace. Tratta gli altri con rispetto e cortesia, anche durante le discussioni più difficili. Una comunicazione gentile crea un clima positivo e favorevole alla collaborazione e alla comprensione reciproca.
7. Focalizzati sull’Apprendimento Continuo
La comunicazione è una competenza che può essere migliorata costantemente nel tempo. Cerca opportunità di apprendimento, partecipando a workshop, leggendo libri sull’argomento o seguendo corsi online. L’investimento nell’apprendimento continuo ti aiuterà a sviluppare competenze di comunicazione sempre più avanzate.
Coltivare una mentalità comunicativa richiede impegno e pratica costante, ma i benefici sono inestimabili. Sviluppando una mentalità comunicativa positiva e consapevole, potrai migliorare le tue relazioni interpersonali e trasformare le tue interazioni quotidiane in esperienze significative e gratificanti.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di autosabotaggio emotivo e di come lo facciamo.
Hanno mai invalidato o sminuito le vostre emozioni? È molto probabile che sia così.
E se vi dicessi che potreste essere voi stessi ad autosabotarvi quotidianamente?
Ognuno di noi mette in atto strategie di cui non siamo a conoscenza e che agiscono come autentici boicottaggi contro il nostro benessere.
Emozioni
È molto probabile che in questo momento vi troviate in un momento in cui le emozioni vi stanno portando all’abisso dell’autocritica, della vergogna e della svalutazione personale. Diventare consapevoli di come ci relazioniamo con il complesso universo delle emozioni vi permetterà di ottenere un migliore controllo sulla vostra vita.
Perché è abbastanza difficile avere a che fare con qualcuno che ci fa del male, essere complici anche di un altro tipo di sofferenza come l’abuso di sé. E se smettessimo di farlo capendo prima come funziona quest’ultimo meccanismo che è l’autosabotaggio emotivo
Ti invalidi quando neghi la tua esperienza emotiva.
Modi in cui ci autosabotiamo emotivamente senza saperlo
Le persone tendono a prestare maggiore attenzione a come gli altri ci trattano rispetto a come trattiamo noi stessi. Lo troviamo più facile e anche molto più comodo. Immergersi nel proprio tessuto è un percorso intricato e sassoso che di solito non percorriamo troppo. Tuttavia, esiste la forma più comune di disagio, come l’autosabotaggio emotivo.
La negazione, l’alterazione e il disprezzo dei propri stati emotivi è un ambito finora poco indagato dalla scienza. Tuttavia, poiché agisce in molti casi come quelle radici che danno origine a condizioni come ansia e depressione, abbiamo già un lavoro tanto interessante quanto utile.
Le dottoresse Regina Schreiber e Jennifer C Veilleux hanno sviluppato quest’anno la scala di autosabotaggio dovuta all’emozione. Con questo strumento possiamo misurare quella tendenza spesso comune a percepire le nostre emozioni come “inadeguate”. E dobbiamo prestare attenzione al meccanismo, perché chi presuppone che ci sia qualcosa che non va nel modo in cui si sente si vede meno rispettabile e dignitoso come persona.
Sapere come mettiamo in pratica questa tendenza sarà di grande aiuto.
1. Quando scappate dalla vostra tristezza perché vi mette a disagio, si parla di autosabotaggio emotivo
Quando attraversiamo, ad esempio, la fine di una relazione, la tristezza è quell’entità appiccicosa che fa crollare tutto. Lottiamo, lo neghiamo, lo nascondiamo e ci diciamo che essere tristi non è come essere malati e che, quindi, dobbiamo tornare alle nostre solite vite. Eppure lo troviamo impossibile.
Esatto, uno dei modi in cui vi autosabotate emotivamente è quando neghiamo e sostituiamo la nostra tristezza, angoscia o malinconia. Più le evitiamo, maggiore è la sua presenza nella vita.
2. Confrontate come reagiscono gli altri e come reagite voi
Chi non l’ha mai fatto? A volte, quando due o più persone vivono la stessa situazione avversa, ognuno reagisce in modo diverso. Se nel vostro caso, vi sentite la parte maggiormente lesa, è possibile che arriviate a pensare che ci sia qualcosa “che non va” in voi. Perché mia sorella ha superato prima la morte di mio padre e io sono ancora a lutto
Ricordate: ognuno di noi reagisce ed elabora ciò che ci accade in modo diverso e questo non significa che ci sia qualcosa di problematico in noi.
3. Mettete a tacere i vostri sentimenti quando qualcosa vi offende, vi ferisce o vi fa arrabbiare
“Questo non è niente, non gli darò importanza.” Nelle nostre interazioni con gli altri, spesso agiamo reprimendo ciò che sentiamo per non contraddire, confrontarci o deludere gli altri. È importante tenere presente che, tra i modi in cui ti invalidi emotivamente, questo è il più ricorrente.
Nel nostro continuo tentativo di “andare d’accordo” con tutti, finiamo per farci del male, nascondendo ciò che ci fa male e ci dà fastidio. Con questo, non solo rafforziamo goccia a goccia il nostro disagio, ma costruiamo anche relazioni malsane. Perché nulla è necessario quanto essere assertivi affinché gli altri conoscano i nostri limiti e, in questo modo, il trattamento è più dignitoso e rispettoso.
4. Vergognarsi per “essere troppo emotivi”
Ci sono molte persone che sentono che c’è qualcosa di difettoso in loro perché tutto li entusiasma e tutto li fa reagire in un modo particolare. Di solito, il modo in cui ci relazioniamo con le nostre emozioni ha a che fare con il modo in cui altre persone le hanno convalidate o invalidate.
Essere stati cresciuti da genitori emotivamente freddi, ad esempio, spesso ci fa avere una visione negativa di come ci sentiamo. Ricorda, siamo tutti esseri emotivi e l’ultima cosa che dovremmo fare è svalutare ciò che sentiamo, perché in questo modo invalidiamo noi stessi come esseri umani.
Ci sono emozioni scomode che ci paralizzano, tuttavia, dobbiamo connetterci con loro per sapere come reagire in ogni situazione.
5. Quando invece di essere compassionevoli di voi stessi, vi autocriticate
Uno dei modi in cui vi autosabotate è quando siete il vostro peggior giudice. Un esempio di ciò sono quelle volte in cui, invece di abbracciarti e provare compassione per te stesso dopo un errore o un fallimento, vi autocriticate. Questa è una lenta forma di autodistruzione in cui non ti permetti di accettare quello che è successo.
Tutte quelle volte in cui metti semplicemente il dito dove ti fa più male, definendoti “goffo o fallito”, stai agendo contro di te. Non farlo, cambia quella dinamica. Niente è più necessario dell’essere compassionevoli con noi stessi per gestire correttamente tutte quelle emozioni complicate.
6. Autosabotaggio emotivo: pensare che potrebbe essere peggio di, quindi, non posso lamentarmi
Se c’è qualcosa a cui siamo abituati, è che gli altri ci dicono che “non è poi così male, poteva andare peggio”. Un esempio di ciò è perdere il lavoro e sentirsi dire che almeno “il nostro partner ha ancora il suo”. La stessa cosa accade quando una donna abortisce e qualcuno, con poca abilità ed empatia, le dice che “può riprovare”.
La cosa che colpisce è che anche noi cadiamo in questa trappola. Molti di noi invalidano le nostre emozioni presenti dicendo a noi stessi che le cose sarebbero potute andare molto peggio. Evitiamo questo pensiero. Ciò che ci ferisce, ci frustra, ci fa arrabbiare o ci rattrista sta accadendo adesso, non sottovalutiamolo.
7. Attenzione a dare per scontato che “potete gestire tutto”
È possibile che voi siate uno di quei tipi di personalità. Quelli che si dicono che nulla li colpisce eccessivamente e che possono affrontare tutto. Affermare di avere un carattere forte e di essere abituati ai colpi della vita può agire anche come autosabotaggio emotivo.
Può darsi che ciò che stiamo realmente facendo sia rinchiudere la nostra sofferenza e questo, prima o poi, ci influenzerà in qualche modo.
Per concludere, impariamo a convalidare ciò che sentiamo. Farlo non eliminerà le emozioni provate, ma ci permetterà di accettarle e gestirle molto meglio per capirci, per amarci come meritiamo.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di educare all’empatia.
bambini e i ragazzi crescono in una società che tende un pò troppo all’individualismo.
Si dà poco valore all’altro e alle sue emozioni e si attribuisce un peso eccessivo ai confronti, intesi come necessità di dimostrare la propria supremazia sull’altro.
valore alle emozioni
Basti vedere come anche sui social network non ci sia un confronto, anzi, tendenzialmente c’è scontro, sopraffazione e aggressività, dove pur di aver ragione si prevale sull’altro, senza rispetto, né empatia.
L’empatia, dal greco en-pathos, ossia “sentire dentro”, non è altro che la capacità di mettersi nei panni dell’altro, comprendere le sue emozioni e sensazioni e sentirle come se fossero le proprie.
Si tratta di una competenza che va assolutamente nutrita, soprattutto oggi che si interagisce sempre di più da dietro uno schermo di uno smartphone, tablet o pc, con una comunicazione prettamente sintetica ed instant.
Molti giovani, infatti, hanno molta difficoltà a gestire, da un punto di vista emotivo, le relazioni, a riconoscere le emozioni e a risolvere le incomprensioni e i conflitti.
Questo poi va ad influire anche sul loro benessere e stato d’animo.
L’empatia è una competenza importante, alla base dello star bene insieme, di una comunicazione efficace e di relazioni più sincere, soddisfacenti e rispettose.
Come aiutare i figli a svilupparla?
1. METTETE DA PARTE LA TECNOLOGIA.
Per comprendere le proprie emozioni e quelle degli altri, è necessario abituare i figli sin da piccoli alla condivisione, per cui ritagliatevi dei momenti senza tecnologia, in cui ci si guarda negli occhi e si raccontano le proprie esperienze.
Un momento potrebbe essere quello dei pasti in cui si è tutti insieme.
Non basta però semplicemente parlare, è importante focalizzarsi su come ci si sente, sulle emozioni, per allenare i figli a comprendere i propri sentimenti e quelli altrui.
2. DATE IL BUON ESEMPIO.
La gentilezza e il rispetto sono concetti che i bambini e i ragazzi apprendono all’interno della famiglia attraverso l’esempio, osservando come si comportano gli adulti che sono per loro un riferimento.
È inutile che diciamo ai figli di rispettare il prossimo, se poi ci sentono fare battutine o commenti di disprezzo verso le altre persone.
È fondamentale che gli adulti mettano in pratica ciò che vogliono insegnare ai figli.
3. ALLENATELI A METTERSI NEI PANNI DEGLI ALTRI.
Facendo riferimento a degli eventi specifici accaduti a persone vicine ai figli, degli esempi presi dalla quotidianità oppure a partire da una favola, un cartone, un film, abituateli a riflettere e a chiedersi come si sentirebbero al posto di quella persona.
Mettetevi voi in gioco per primi e confrontatevi su questo per aumentare la sensibilità e la capacità di immedesimarsi nell’altro e provare le sue stesse emozioni.
4. AIUTATELI A RICONOSCERE LE EMOZIONI-educare all’empatia
Soprattutto quando il bambino è piccolo, è normale che esprima le sue emozioni attraverso il pianto, il corpo e il comportamento.
Un compito importante dell’adulto è quello di iniziare a decodificare il vissuto e verbalizzarglielo, con frasi del tipo “Capisco, sei proprio arrabbiato”.
In questo modo, quando cresceranno, impareranno a riconoscere le emozioni e a gestirle, altrimenti tenderanno o a reprimerle o ad agirle con comportamenti disfunzionali.
5. COMPRENDETE IL LORO PUNTO DI VISTA-educare all’empatia
È importante, soprattutto quando ci sono discussioni o si è arrabbiati, non restare fermi soltanto sul proprio punto di vista ma ascoltare i figli e mettersi nei loro panni per capire i loro sentimenti, bisogni e la loro prospettiva.
I figli imparano molto di più dall’esperienza relazionale concreta: se basate le interazioni con loro sullo scontro, piuttosto che sul rispetto e l’ascolto reciproco.
Impareranno quella modalità di relazionarsi, considerandola come la modalità corretta con cui interagire con gli altri.
6. INSEGNATEGLI A GESTIRE I CONFLITTI.
I litigi non vanno negati o eliminati, si deve dare la possibilità ai figli di esprimere anche le emozioni negative, accompagnandoli nella gestione dei conflitti.
È importante che i genitori non impongano una soluzione esterna, ad esempio obbligandoli a fare la pace, a chiedere scusa o cercando a tutti i costi un colpevole.
Devono imparare ad ascoltare, a raccontare a turno il proprio punto di vista e a trovare insieme una soluzione, senza imporsi e prevalere sull’altro.
E se avete bisogno di un aiuto concreto, contattatemi
Buongiorno amici. Oggi parliamo di come mettersi nei panni di un figlio adolescente.
Che cosa vuol dire mettersi nei panni di un adolescente?
Spesso da adulti ci dimentichiamo dell’esperienza vissuta in questa fase della nostra vita. Tutte le certezze che avevamo da bambini iniziano a vacillare.
Il corpo cambia, ci guardiamo allo specchio e quel visino tondo e angelico è in un attimo coperto da peli e da sgradevoli puntini bianchi.
Le richieste scolastiche diventano sempre più complesse mentre la voglia di studiare diminuisce esponenzialmente.
Tutto ad un tratto, i genitori, quei due esseri che vivono in casa con noi, che un tempo ci sembravano “perfetti” a tal punto da voler spendere ogni singolo momento della giornata con loro, diventano due persone noiose che sono in grado di farci venire il nervoso solo respirando.
“Cosa mi sta succedendo?” “Cosa sta accadendo al mondo intorno a me?”. Eh sì, è arrivato il momento di dirlo: “Benvenuta adolescenza!”.
Che cos’è l’adolescenza?
E’ quella fase particolare di vita in cui, ogni ragazzo, compie il passaggio da “bambino” ad “adulto”.
In questo percorso il compito dell’adolescente è costruire la propria identità che lo accompagnerà, con numerosi cambiamenti, per il resto della sua vita.
Le domande che gli adolescenti si pongono sono: “Chi sono?”, “Chi voglio essere?” “Quali sono le mie qualità?” “Quali i miei limiti?”.
Affinché questo passaggio di stato avvenga devono realizzarsi varie trasformazioni.
Esse alla fine di questa fase, porteranno il piccolo bambino ad essere un adulto autonomo e indipendente, capace di contare su di sé e di affrontare le sfide della vita.
Quali cambiamenti?
Il percorso adolescenziale inizia con una serie di modificazioni fisiche.
Gli ormoni fanno sviluppare nei ragazzi i caratteri sessuali secondari che consistono nello sviluppo di peli, cambio della voce, barba per i maschi, il menarca e l’aumento del seno per le femmine.
I cambiamenti corporei innescati dalla pubertà scatenano importanti trasformazioni anche nella mente degli adolescenti.
Vedersi diversi davanti allo specchio porta a dover elaborare una nuova immagine di sé: il nuovo corpo va integrato nella mente.
E’ in questo momento che emerge il bisogno di affermare che il proprio corpo appartiene a sé, che fa parte della propria identità e su di esso si possono fare scelte e prendere decisioni.
Ecco qui che il figlio arriva con il desiderio di farsi piercing e tatuaggi, metodi di affermazione di sé che spesso preoccupano i genitori.
In adolescenza emerge anche la capacità di pensare in astratto“Se io facessi…”, “Se potessi...”, l’attitudine all’autoriflessione e all’introspezione. Queste abilità favoriscono la possibilità di pensare in modo autonomo e di riflettere sulle proprie e altrui emozioni.
Come spesso si può notare, in questo periodo le emozioni sono vissute in modo estremo: sia le emozioni negative sia positive vengono provate in modo più intenso.
Questo fornisce la possibilità all’adolescente di imparare a regolare le proprie emozioni e a mettersi nei panni dell’altro sviluppando l’empatia.
Un ultimo, ma non meno importante cambiamento, riguarda le relazioni: diventano sempre meno importanti le relazioni familiari, incluse quelle con i genitori, e sempre più importanti quelle con i pari.
La relazione con gli amici permette all’adolescente di trovare uno specchio entro cui rivedersi, di dare e ricevere supporto facendo sviluppare le sue capacità di stare in relazione con gli altri.
All’interno dei rapporti con i pari spesso si sviluppano delle relazioni sentimentali che rispondono ai bisogni affettivi, di tenerezza e sensualità dell’adolescente.
Lasciare che anche il rapporto con lui/lei si trasformi
Spesso i genitori si chiedono come poter aiutare il figlio in questa delicata fase della sua vita.
Essi hanno spesso la sensazione di non avere la situazione sotto controllo e si sentono impotenti. La sensazione di sentirsi “estromessi dalla vita del figlio” fa provare loro un sentimento di inutilità che porta i genitori stessi ad interrogarsi sulla propria vita, ricercando il senso e l’utilità delle scelte finora fatte.
ll cambiamento in questa fase, non coinvolge solo l’adolescente, ma riguarda l’intero nucleo familiare.
Risulta fondamentale che i genitori siano consapevoli dell’importanza del proprio ruolo in questa fase delicata, favorendo costantemente il confronto con il figlio adolescente.
In questo periodo conflitti aumentano proprio perché, grazie al continuo confronto, anche aspro e vivace, si avviano quei cambiamenti nel rapporto che sono necessari alla famiglia intera per superare questa fase.
Conflitti
Si discute per temi apparentemente banali: le uscite serali, i soldi, l’abbigliamento, l’aiuto in casa.
Ma le questioni in gioco sono altre: la possibilità di dire di “No”, quella di frequentare persone nuove, di sbagliare e non seguire i consigli degli adulti.
Quello che chiede ogni adolescente è la possibilità di sperimentarsi come diverso dai propri genitori, paradossalmente proprio con il supporto dei genitori stessi che hanno il compito di aiutarlo attraverso la ricerca di una “giusta distanza”.
Questo non significa per l’adolescente voler rompere il legame ma poter avere la libertà di viversi, di creare nuove relazioni amicali e sentimentali al di fuori della famiglia.
La sicurezza di poter sempre tornare gli consente di allontanarsi con maggiore serenità e di affrontare le nuove esperienze sentendosi al sicuro.
Essere base sicura
Tanto più i ragazzi sentiranno che la relazione con i propri genitori è sicura e basata sulla fiducia, tanto più si sentiranno liberi di sperimentare nuovi legami.
Non avranno infatti bisogno di continue conferme delle disponibilità dei propri genitori, ma certi di ciò, tenderanno sempre di più a distanziarsi dai genitori per investire su legami e relazioni al di fuori della famiglia.
E vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi