Buongiorno amici. Oggi educhiamo con i gesti🙂 attraverso un bellissimo video
oggi non voglio fare nessun discorso particolare.
Lo sapete che molte volte uno sguardo, delle immagini, un gesto valgono più di mille e più pole .
E questo è il caso.
Giappone-educhiamo con i gesti
Stavo giusto postando un argomento riguardante i nostri cari adolescenti quando, online, vedo questo video e me ne innamoro.
Un video che dovrebbe essere visto quotidianamente da grandi e piccini perché riassume, in pochi secondi, il senso del rispetto e della gentilezza. L’educazione che, i genitori in primis, dovrebbero insegnare ai propri figli.
I genitori, che devono essere una guida e un buon esempio per i ragazzi fin dalla nascita perché, come dico sempre, i più piccini apprendono dai comportamenti più che dalle parole. Ed è questo il senso di questo video.
Educhiamo con i gesti
Se ad un bimbo così piccino viene detto mille volte, e magari anche a mo’ di rimprovero, che bisogna essere gentili, bisogna fare sedere prima le persone anziane, o una dona incinta, qualsiasi persona abbia più bisogno di noi di un posto sull’autobus, molto probabilmente non apprenderebbe se prima non vedo il, genitore che lo fa.
In Giappone hanno trovato un modo molto carino per insegnare tutto questo.
Nel video i bambini sono impegnati coi gesti, non con le parole, ad essere rispettosi e gentili verso chi ha più bisogno di noi.
E come sono rimasta colpita io, da adulta, di tutto questo lo saranno stati sicuramente tutti i bimbi che hanno visto e che ne sono stati convolti.
Esempio
Quindi imparate, voi adulti , ad educare col vostro esempio. Siate i migliori influencer dei vostri figli.
Buongiorno amici. Oggi il tema è “cara me stessa…mi merito il meglio dalla vita”.
cosa vedi dentro di te?
E mi rivolgo alle ragazze ma anche alle persone adulte.
Non importa cosa tu faccia e che cosa ottieni dalla tua vita: c’è sempre una piccola voce dentro di te che ti ripete che “non sei abbastanza”.
Vero? Una voce che ti dice che non vali quanto gli altri e che non meriti la felicità e il benessere che, in fondo, noi tutti ricerchiamo. Forse non ne puoi più di sentire il peso di queste voci, e di tutte le delusioni che hai ricevuto nella tua vita.
Basta con i sensi di colpa, basta con la paura di non valere o di essere giudicata. Basta con il senso di solitudine. Cara me stessa, da adesso si apre un nuovo capitolo! Da oggi voglio credere di valere.
Se ti guardassi dentro, cosa vorresti vedere?
Vuoi una vita migliore? Se non ci credi, non la otterrai. Nulla avviene per caso; dietro un successo c’è tanto lavoro e sofferenza.
Quasi tutte le tue credenze nascono da quello che hai accettato o meno come vero da quando eri piccola
Può darsi che i tuoi genitori non ti abbiano dato abbastanza sicurezza. Così sei diventata fragile, la tua autostima ne ha risentito molto e continua ad essere piuttosto bassa anche ora che sei adulta.
Pero, ciò che è stato nel passato ormai è fatto, ma nel presente hai la possibilità di trattarti nel modo in cui desideri.
Rimproverarti ora è un modo per continuare a spaventare ulteriormente il tuo bambino interiore che si sente insicuro e che soffre.
Se non desideri fare del male a uno sconosciuto, perché continui a trattare male il tuo bambino interiore?
Tratteresti così il figlio o la figlia di uno dei tuoi amici? Allora perché non iniziare ad amarlo? Comincia ad amarti e ad approvarti ora.
Perché è così difficile pensare di meritare il meglio dalla vita?
Ci sono tantissimi motivi per cui è così difficile non riconoscere il proprio valore.
Esiste però un aspetto che accomuna ognuno di questi: credere di NON meritare amore. E questo, se diventa il nostro mantra, può essere quanto di più dannoso possa esistere per noi.
Assicurati di essere disposta\o a ricevere
Ciò che sogni e ciò di cui hai bisogno nella vita arriva solo quando pensi di meritarlo davvero.
Apri la tua mente, apri il tuo cuore, e apri le braccia. La vita ti ama e vuole solo darti il meglio.
Non importa se certe cose non le hai imparate prima; tutto si può imparare nella vita!
Non importa quanti anni hai; non è un caso se la vita ti ha messo di fronte a un cambiamento proprio ora … prima forse non saresti stata pronta o forse c’è qualcosa che devi imparare ora.
Non importa se hai vissuto tanti anni in funzione dei tuoi genitori o dei tuoi figli, puoi ancora rimediare e coltivare le tue ambizioni!
Non importa se si è conclusa una storia d’amore con una persona che pensavi fosse la persona della tua vita, puoi incontrare chi davvero ti apprezza!
Buongiorno amici. Oggi vediamo perché è impossibile educare la mente senza educare il cuore.
Le relazioni emotive stabilite durante l’infanzia determinano gran parte del futuro di una persona. Tradizionalmente, la razionalità è il cuore dell’educazione, ma ad essa sono strettamente collegate le abilità emotive e sociali.
Il motivo per cui è bene educare il cuore è che, se oggi ci occupiamo delle emozioni, domani avremo meno problemi causati dai conflitti tra esse. Tali problemi possono essere semplici e quotidiani oppure più gravi, come la violenza, il suicidio o il consumo di droghe.
Attraverso l’educazione emotiva, possiamo sviluppare un Io sano, i cui punti forti sono la libertà e la maturità emotiva, e il quale vive le sensazioni di auto-realizzazione e di vittoria.
È bene educare il cuore anche perché la plasticità neurale propria dell’infanzia ci aiuta a modellare lo sviluppo cerebrale, fomentando così il potenziamento di circuiti sani.
La pratica fa il maestro
Il punto più importante sul quale lavorare è il momento in cui veniamo colti da un’emozione, perché è lì quando possiamo imparare a gestirla al meglio. In altre parole, l’apprendimento è maggiore tramite la pratica, perché le emozioni sono qualcosa di intangibile e astratto, difficili da comprendere senza l’esperienza.
Ad esempio, i bambini che riconoscono le loro emozioni negative, come l’ira o la rabbia, imparano a gestirle meglio e ad affrontarle con successo. Tuttavia, purtroppo, attacchiamo di frequente le emozioni dei nostri figli: se si arrabbiano, noi li castighiamo o ce la prendiamo con loro.
Tale reazione degli adulti fa dedurre ai bambini di non dover condividere certe emozioni e, pertanto, finiscono per perdere il contatto con esse. Il risultato non è la scomparsa dell’emozione in questione come si potrebbe pensare, bensì un indurimento del rapporto tra genitori e figli.
Educare il cuore: un compito appagante
Anche se il termine “educazione emotiva” è molto attraente, dobbiamo fare attenzione quando la mettiamo in pratica. Quando insegniamo accuratamente a fare addizioni e sottrazioni, dobbiamo impegnarci ad istruire anche il cuore.
Il bambino deve imparare ad individuare i segnali offertici dai sentimenti e deve impiegarli come base per prendere decisioni adeguate al clima affettivo che respira nel suo ambiente.
A questo scopo, dobbiamo trasmettere un messaggio chiaro ai bambini: tutti i sentimenti sono ben accetti, sono gli atteggiamenti che talvolta vanno corretti. Per svilupparsi emotivamente, è fondamentale capire che tutti, in certe situazioni, avvertono gelosia, avarizia, delusione, ecc. La cosa più importante è che imparino a familiarizzarsi con questi sentimenti e ad esprimerli in modo adeguato.
Per riuscirci, dobbiamo preoccuparci di dare ai più piccoli degli strumenti che li supportino. Questo concetto è molto importante, perché ci sono tanti bambini timorosi dei loro sentimenti: il loro problema è che non sono in grado di separarli dal comportamento.
In altre parole, è molto importante che il bambino capisca che, se è stato rimproverato dopo aver espresso dell’ira, non è stato a causa dell’emozione in sé, ma della sua condotta. Una buona soluzione per riuscirci è raccontargli una storia su un bambino immaginario che ha provato quell’emozione e che ha risolto la situazione agendo in un modo diverso. Possiamo invitarlo anche a comunicarci le sue sensazioni, a esprimerle in un disegno o in un piccolo testo.
In questo modo, il bambino ha la possibilità di imparare a calmarsi prima di pensare e di agire. È normale che si arrabbi o avverta gelosia, ma deve capire che alla radice del suo atteggiamento c’è un’emozione.
Non bisogna dire ai bambini di calmarsi, ma invitarli a comprendere che certi stati emotivi sono spiacevoli per tutti. Per controllare il comportamento derivante dalle sue emozioni, deve imparare a trattare gli altri nello stesso modo in cui lui vuole essere trattato da loro.
Tutte le strategie che contengano giochi, racconti e dinamiche divertenti sono adeguate per favorire l’assorbimento dei principi di cui abbiamo parlato in questo articolo. In questo modo, aiuterete i vostri figli a sviluppare la loro capacità di pensiero e di pianificazione, così da evitare situazioni complicate e infelici.
Buongiorno amici. Oggi parliamo del perché e come chiedere scusa ai figli.
Fare il genitore è veramente un mestiere difficile, un lavoro a tempo pieno, carico di responsabilità, dove può capitare di sbagliare, di perdere la pazienza con i figli.
Genitori perfetti?no
Non esiste il genitore perfetto. Per una mamma e un papà, l’importante NON è “non sbagliare mai”, ma essere consapevoli di certe dinamiche e delle loro conseguenze, riconoscere i propri errori e riuscire a riparare con i figli, ponendosi come una guida per loro.
Se c’è una cosa che fa bene a un figlio, è trovarsi un adulto consapevole delle proprie vulnerabilità, capace di riconoscere un errore e di chiedere scusa.
Molti adulti, specialmente gli uomini, pensano che scusarsi con un figlio li faccia apparire automaticamente deboli e meno autorevoli ai suoi occhi.
Ma non è così: mostrare di avere capito dove abbiamo sbagliato, di non essere soddisfatti di come sono andate le cose è il modo migliore per far comprendere a un ragazzo che ha davanti una persona vera e consapevole, realista e moralmente integra.
Spesso, ciò che fa più soffrire nelle relazioni non è l’errore commesso, ma non ricostruire il legame dopo la rottura.
E chiedere scusa è il modo migliore per ricucire uno strappo.
Perché ?
Molti genitori magari non chiedono scusa per orgoglio, per paura di sottomettersi o di perdere il proprio ruolo.
In realtà, è un gesto che ha in sé un grande insegnamento educativo: per farlo bene, però, ci vuole consapevolezza perché non si tratta semplicemente di chiedere scusa a parole, ma riconoscere che si è sbagliato e cercare di correggere l’errore.
Perché è importante?
1. Si insegna ai figli che si può sbagliare, ma si può anche recuperare. I figli devono sapere che sbagliare è umano, che l’importante è rendersene conto e che si può porre rimedio per cercare almeno di attenuare le conseguenze negative: bisogna però ammetterlo, per agire meglio la volta successiva.
2. Si è un modello positivo per i figli. È importante dare il buon esempio ai figli e non c’è insegnamento migliore che la coerenza, quindi mettere in pratica ciò che si “predica”: se vogliamo che i figli imparino il rispetto, ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni, il genitore deve dimostrarlo per primo attraverso il suo comportamento, più che con le parole.
3. Si favorisce un’educazione basata sul rispetto reciproco. Chiedere scusa ad un figlio significa riconoscerlo come persona che ha un valore e che merita rispetto, come lui dovrebbe dimostrare lo stesso nei confronti degli altri: non significa che, siccome sono piccoli, devono essere trattati diversamente.
Come chiedere scusa ad un figlio?
Se ci si rende conto di aver reagito in modo impulsivo, di non essere stati coerenti o di aver gestito male una situazione, è bene scusarsi con i figli, senza dilungarvi troppo con le parole, ma facendolo in modo autentico.
Le scuse devono nascere da un sentimento maturato dentro.
Per farlo in maniera adeguata, però, bisogna aver preso reale consapevolezza dei propri errori, assumendosi la responsabilità, altrimenti si rischia di farlo solo per scaricarsi la colpa.
Evitate quindi di dire “scusa ma ti comporti male e mi fai perdere la pazienza”; piuttosto andate dai figli quando vi siete calmati e riconoscete realmente di aver sbagliato.
Bisogna anche fare attenzione, però, a non abusare del termine “scusa” perché altrimenti perde di significato e di valore, diventa un’abitudine e si trasmette ai figli che può essere uno strumento per non assumersi le proprie responsabilità, continuando a commettere sempre lo stesso errore.
Non è tanto la parola “scusa” ad essere rilevante, quanto l’aver riflettuto sulla situazione, considerandola dal punto di vista di vostro figlio, riconoscere cosa sia successo e porvi rimedio, ripartendo con maggiore consapevolezza.
L’aspetto importante è riuscire a scusarsi sinceramente e “riparare” la relazione con i figli, dopo una difficoltà o un problema, ricostruendo con loro un clima di fiducia reciproca.
buongiorno amici. Oggi parliamo di violenza di genere negli adolescenti.
Ci sono varie manifestazioni di violenza di genere negli adolescenti, sebbene le molestie sessuali siano le più diffuse. Ciò è rilevante, soprattutto se si tiene conto del fatto che l’adolescenza è una fase cruciale nell’esplorazione dell’identità e nella comprensione delle aspettative sociali e delle norme di genere che vengono imposte. Una distorsione in questo porterebbe allo sviluppo di comportamenti violenti.
La violenza di genere assume molte forme, comprese le molestie sia fisiche che emotive, nonché le molestie online. Inoltre, le molestie sessuali nel contesto dell’adolescenza hanno il potenziale per essere piuttosto dannose per i giovani, abbassando la loro autostima e diminuendo la loro autostima e l’amor proprio. Isolamento, lesioni o bassa autostima sono solo alcuni dei suoi sintomi.
“La violenza di genere è una delle forme più estreme di discriminazione e una violazione dei diritti umani”.
-Ban Ki-Moon-
Cos’è la violenza di genere?
Questo è un tipo di violenza che ruota attorno a relazioni di potere ineguali tra uomini e donne. In generale, si verifica nel contesto di una relazione, indipendentemente dal fatto che ci sia stato un qualche tipo di convivenza. In questo senso, il rapido aumento del numero di casi che vengono denunciati, giorno dopo giorno, crea la necessità di portare sulla scena pubblica questo problema socio-sanitario.
La violenza di genere può iniziare con comportamenti finalizzati allo stretto controllo delle donne, un fatto che spesso passa inosservato e viene minimizzato. Tuttavia, potrebbe cristallizzarsi in colpi, esplosioni e altre aggressioni. Pertanto, emergono sintomi come mancanza di protezione, impotenza e diminuzione dell’autostima.
La tensione si accumula durante il primo periodo della relazione tra l’adolescente e la sua compagna. Di conseguenza emergono piccoli scoppi di rabbia e irritabilità che finiscono per produrre ansia all’interno della coppia.
Nella fase intermedia, la tensione di cui parliamo si proietta in esplosioni di violenza la cui potenza è variabile. La gravità è così diversa, a questo proposito, che potrebbe passare da uno schiaffo alla morte.
Infine, si verifica la cosiddetta “luna di miele”. In questo caso, l’autore del reato si scusa. Promette che il controllo eccessivo, le percosse o gli abusi verbali non si ripeteranno mai più.
Lungi dall’essere una verità certa, la “luna di miele” minaccia sempre di promesse non mantenute e diventa una speranza che finisce per essere infranta. Ricomincia il ciclo violento di controllo e aggressione fisica e verbale, come un orologio che ha compiuto le 24 ore, cosa si può fare per prevenirlo? Il punto di partenza è il rilevamento.
Chiavi che aiutano l’ambiente a rilevare la violenza di genere negli adolescenti
Essere genitori e vedere male un figlio è un fatto doloroso, come se fosse una legge. È un dolore emotivo che va oltre i margini quando la persona vulnerabile cade nelle reti dell’abuso. Se sei un parente o un amico, secondo la guida che abbiamo citato, ecco alcune chiavi che aiutano a rilevare la violenza di genere negli adolescenti:
Isolamento.
Bassa autostima.
Cambiamenti di atteggiamento.
Abbandono degli studi.
Segni di lesioni fisiche.
Riproduzione di idee maschiliste.
Comportamenti dirompenti come l’aggressività.
Mancanza di autonomia nel processo decisionale.
Cambiamenti nell’abbigliamento e nei rituali di toelettatura.
Abbandono delle attività (pittura, calcio, tennis, ecc.).
Giustificazione della gelosia da parte del partner (“è geloso perché mi ama”).
Dipendenza manifestata dal contatto permanente sui social network o attraverso lo smartphone.
Quando sei in una relazione, la cosa normale è che la relazione si basa sulla fiducia, l’ammirazione e il rispetto reciproci. Tuttavia, a volte questo è ben lungi dall’essere il caso. Se predomina la gelosia e la persona si sente alienata, è un segno di essere consapevoli che sta succedendo qualcosa di malsano. Potrebbe essere prima dell’abuso.
Questi segni consentono alla potenziale vittima di individuare il proprio scenario.
Sentirsi umiliati, controllati e sottovalutati può essere un buco nero capace di inghiottire anche la più piccola lama d’aria. È estenuante. Sembra infinita, poiché la strada che percorri è buia e pensi che non abbia né fine né luce. Chiedi aiuto ai tuoi genitori, ai tuoi insegnanti, alla polizia, al tuo medico se noti i seguenti segnali:
Controlla il tuo telefono.
Non ti fa lavorare.
Ti costringe a fare sesso.
Ti umilia, ti urla o ti insulta.
Ti mette in ridicolo, ti insulta o ti abbatte.
Ti isola dalla famiglia e dagli amici.
Controlla il modo in cui ti vesti.
Minaccia di ferire te o i tuoi cari.
Provi un costante senso di inferiorità.
Hai lasciato fuori i tuoi amici perché non gli piacevano.
Spesso ti ignora e ignora il modo in cui ti senti.
“La GBV può avere conseguenze a lungo termine per le relazioni future e la capacità dei giovani di formare connessioni sane e rispettose”.
-Emma Watson-
La violenza di genere può nascere nell’adolescenza e perpetuarsi per tutta la vita. In questo senso, la diagnosi precoce contribuisce a spezzare il ciclo. Parlare, riferire e contare sono i primi passi e il preludio alla cura di sé e al rispetto di sé. Implica dare priorità alla propria salute, sia fisica che mentale.
Questo tipo di violenza sta diventando sempre più pubblico. Preoccupa la società perché i suoi effetti negativi agiscono come una bomba a orologeria sul corpo e sulla mente. Per questo, se vedi qualcuno in una situazione come questa o ti senti in mezzo al caos che implica la violenza di genere, segnalalo.
Prevenzione e intervento: pilastri contro l’aggressione di genere nei giovani
La violenza di genere è uno degli scenari peggiori che un adolescente possa affrontare. Come risultato di questo atto dannoso, si producono comportamenti come l’isolamento, la giustificazione di un controllo eccessivo da parte dell’altra persona o quelli che si adattano a un quadro di ansia. Pertanto, è fondamentale investire nella prevenzione e intervenire quando identifichiamo una situazione di rischio.
La sfida è grande, sfaccettata e multicausale. L’approccio che richiede deve essere anche multidisciplinare. Richiede piccole azioni individuali che, in breve, diventano grandi azioni come gruppo sociale. A questo collaborano l’educazione all’uguaglianza e la promozione di una cultura della denuncia. Lavoriamo insieme.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di resilienza negli adolescenti.
parla con tua figlia/tuo figlio ogni volta che puoi, anche se sembra che non voglia parlare con te.
Un buon momento per parlare potrebbe essere quando siete in auto, oppure mentre svolgete insieme un’attività che le/gli consente di concentrarsi su qualcos’altro.
Rispondi onestamente alle domande, ma con rassicurazione. Chiedi la sua opinione su ciò che sta accadendo e ascolta le sue risposte.
Non sottovalutare i suoi sentimenti: potrebbe essere provocatoria/o solo per testare un’altra opinione.
Incoraggiala/o a evitare generalizzazioni e ad essere onesta/o riguardo ai suoi sentimenti con messaggi di speranza.
Potresti dire: “Anche io ho un po’ di paura, ma so che siamo preparati per qualunque cosa accada e so che ce la faremo”.
Tua figlia/tuo figlio è abbastanza grande per capire che potresti anche sentirti incerta/o o spaventata/o, ma non dovresti lasciare spazio a dubbi sul fatto che farai tutto il necessario per tenerla/o al sicuro.
Rendi la tua casa un luogo emotivamente sicuro
A scuola le provocazioni e il bullismo possono intensificarsi: la casa dovrebbe essere un rifugio.
Tua figlia/tuo figlio potrebbe preferire stare con gli amici piuttosto che passare del tempo con te, ma sii pronta/o a essere disponibile quando ne avrà bisogno.
Potresti prevedere di trascorrere del tempo in famiglia con gli amici di tua figlia/tuo figlio.
Incoraggiala/lo a fare “una pausa dalle notizie”
L’esposizione costante a immagini di guerra può aumentare l’ansia. I ragazzi potrebbero ricevere a scuola dei compiti che richiedono di guardare le notizie per poi confrontarsi a riguardo con gli insegnanti.
In questo caso, guardare un notiziario una volta va bene in ottica informativa, ma guardarlo ripetutamente aggiunge solo stress e non apporta nuove conoscenze.
Quando guardi il telegiornale, usalo come catalizzatore per la discussione con tua figlia/tuo figlio sui suoi sentimenti e le sue paure.
Renditi conto che lo stress della guerra può aumentare lo stress quotidiano
Gli adolescenti potrebbero già vivere momenti di alti e bassi a causa dei livelli ormonali tipici dell’età; l’incertezza in tempo di guerra può far sembrare questi cambiamenti ancora più estremi.
Sii comprensiva/o, ma ferma/o quando tua figlia/tuo figlio risponde allo stress con un comportamento rabbioso o indispettito.
Rassicurala/o dicendo che ti aspetti che faccia del suo meglio.
Traccia una routine e attieniti ad essa
La scuola offre ai ragazzi diverse opportunità di scelta e momenti di libertà. Può essere rassicurante, soprattutto in tempi incerti, sapere che la casa è una costante.
Ricorda che, anche se gli adolescenti possono apprezzare il cambiamento e l’azione, spesso desiderano che la casa rimanga invariata e potrebbero essere ancora meno in grado di gestire il cambiamento quando la situazione a livello internazionale è instabile.
Assicurati di prenderti cura di te stessa/te stesso
Prenderti cura di te ti aiuta ad avere più pazienza e creatività in un momento in cui tua figlia/ tuo figlio potrebbe metterti alla prova mentre negozia fra l’allontanarsi da te e il volersi sentire al sicuro.
Dì a tua figlia/tuo figlio che starà bene
Coinvolgi tua figlia/tuo figlio nella pianificazione della tua strategia per fronteggiare lo stress provocato da questa emergenza ed esamina cosa farebbe ogni membro della famiglia in diversi scenari.
Ad esempio, cosa farebbe tua figlia/ tuo figlio se ci fosse un’emergenza militare ed è a scuola, a casa o fuori con gli amici?
Pensare a soluzioni concrete potrebbe aiutare a tenere sotto controllo il senso di incertezza di questo periodo.
Osserva i segnali di paura e ansia che potrebbero non esprimersi a parole
I voti di tuo figlio sono improvvisamente peggiorati? È insolitamente imbronciato o chiuso?
Potrebbe sentire la pressione di ciò che sta accadendo nel mondo intorno a lui.
Se ha difficoltà a esprimere i suoi sentimenti a parole, incoraggialo a usare un diario per raccontare la sua paura o l’arte per disegnare le sue emozioni.
Chiedi il suo aiuto per un un compito o un’opinione su un’attività familiare
Coinvolgi tua figlia/tuo figlio nelle tue attività di volontariato o incoraggiala/o a fare volontariato da sola/o per qualcosa che ha un significato per lei/lui.
Assicurati che sappia in che modo le sue azioni contribuiscono al benessere dell’intera famiglia.
Sapendo di avere un ruolo da svolgere e di poter aiutare qualcuno meno fortunato, percepirà di avere più controllo personale e si sentirà più sicura/o di sé.
Metti le cose in una prospettiva positiva
Né tu né tua figlia/tuo figlio potreste aver subìto una guerra prima, ma dovresti dirle/dirgli che le guerre finiscono.
Fai notare le volte in cui ha affrontato e conquistato qualcosa che all’inizio potrebbe averlo spaventato, come una verifica a scuola o una competizione sportiva.
Fai notare che le cose importanti sono rimaste le stesse, anche mentre il mondo esterno sta cambiando.
Quando parli di brutti momenti, assicurati di parlare anche di quelli belli che ci saranno. Puoi suggerire tecniche di rilassamento o di ascoltare la musica per rilassarsi.
Buongiorno amici. Oggi diretta: problemi alimentari , nei ragazzi ma anche nei bimbi.
Bimbi
Già a otto o nove anni nelle bambine insorgono le prime avvisaglie di quello che potrebbe essere l’inizio di un disturbo del comportamento alimentare.
Nei bambini parliamo di disturbo dell’alimentazione evitante restrittivo.
Chi soffre di questo secondo tipo di disturbo non ha l’ideazione anoressica, non ha l’ossessione, il pensiero tipico della paura di ingrassare che fa assumere un comportamento alimentare non adeguato.
L’Arfid è un disturbo che solitamente è preceduto da un trauma come un soffocamento mentre si mangiava e questo porta i bambini ad avere difficoltà a deglutire, hanno la sensazione di avere la gola chiusa e di conseguenza non mangiano. In altri casi il disturbo si traduce in un eccesso di selettività: il bambino non mangia certe consistenze o certi colori
Adolescenti
In adolescenza i disturbi alimentari più frequenti restano comunque l’anoressia nervosa e la bulimia.
“La prima è contraddistinta da un’alimentazione non adeguata. Nel caso della bulimia invece le ragazze hanno comunque un’ossessione per la forma fisica e per il controllo dell’alimentazione, ma la modalità non è rigida come nell’anoressia”.
Caratteristica della bulimia sono infatti le abbuffate. “Devono essere oggettive: ovvero si mangia una grande quantità di cibo in un tempo ridotto.
E questo comporta una grande paura delle conseguenze, infatti dopo queste grandi mangiate le ragazze mettono in atto dei comportamenti correttivi.
Il più comune, soprattutto quando sono un po’ più adulte, è il vomito o l’assunzione di lassativi. Quando invece l’età è più bassa si cerca di compensare con un’attività fisica molto intensa”.
Diretta
Nella diretta analizzeremo le cause, i sintomi, i segnali e cosa è meglio fare.
Buongiorno amici:) Oggi parliamo della paura di sbagliare.
Chi ha paura di sbagliare vive nel costante terrore di essere giudicato a causa degli errori che commette, veri o immaginari che siano.
Il fallimento, tuttavia, è una parte integrante della vita e dobbiamo imparare a convivere con esso se non vogliamo ritrovarci imprigionati in una gabbia di finta perfezione.
Per superare l’ansia di sbagliare è utile rafforzare l’autostima.
PERCHÉ ABBIAMO COSÌ TANTA PAURA DI SBAGLIARE?
La paura di sbagliare è probabilmente una delle più diffuse e accomuna moltissime persone. Si tende ad essere eccessivamente perfezionisti, a non tollerare di commettere errori perché si ritiene, a torto, di essere sottoposti al continuo giudizio degli altri.
In realtà, il peggior giudice è quello interno, come sanno bene gli psicologi, e solo se riusciamo a imparare a convivere con la possibilità del fallimento potremo trovare la forza di buttarci in compiti nuovi che ci incutono timore.
Avere paura di sbagliare, se rimane una condizione fisiologica che si presenta in qualche sporadica occasione, può essere addirittura positivo, perché ci spinge a dare il meglio di noi stessi e a sfruttare a pieno le nostre potenzialità.
Diverso è quando l’ansia di commettere un errore si trasforma in una condizione invalidante che mette a dura prova la salute psicologica della persona.
PAURA DEL FALLIMENTO: LE CAUSE
La paura di sbagliare può condizionarci talmente tanto da non farci neppure iniziare qualcosa che non conosciamo.
Ma da cosa deriva questa condizione d’ansia? Secondo gli psicologi, un ruolo rilevante è giocato dalla famiglia d’origine, che, se assume un atteggiamento giudicante può minare alla base l’autostima del bambino.
Tuttavia, anche i genitori che si caratterizzano per avere un atteggiamento eccessivamente protettivo possono ottenere l’effetto contrario perché, pur di evitare al figlio ogni possibile esperienza negativa, lo costringono a non affrontare mai le sue paure e, quindi, a costruire uno schema mentale dominato da perfezionismo e terrore di sbagliare.
La scuola
Un altro contesto dove la possibilità di sbagliare viene fortemente scoraggiata è la scuola, che può causare seri danni all’autostima dei bambini.
Ecco cosa scrive a riguardo l’esperta in psicologia Alina Tugend nel suo libro Better by Mistake: The Unexpected Benefits of Being Wrong.
“Cresciamo generazioni di ragazzi che sono terrorizzati dallo sbagliare. Dal fallire. O addirittura, anche solo dal dover stare alcuni minuti seduti in classe senza sapere qualcosa. Ma se gli studenti hanno paura di sbagliare, ecco che hanno anche paura di provare cose nuove, di essere creativi, di pensare in maniera diversa.”
COME SUPERARE LA PAURA DI SBAGLIARE: ALCUNI CONSIGLI UTILI
Se la ricerca della perfezione e il giudizio degli altri ti paralizzano, prova a mettere in pratica questi consigli:
Cerca di immaginare il fallimento come un’occasione di crescita personale. L’errore è ciò che ti porterà a sviluppare nuove capacità cognitive.
Chi dice che non ha mai fatto neppure un errore… mente!
Eseguire sempre tutti i compiti assegnati alla perfezione è impossibile. Può succedere di sbagliare, anzi, succede molto spesso, tuttavia ciò non deve trattenerci dal metterci alla prova.
Non tutte le persone passano il loro tempo ad osservarci.
Commettere un errore non ti definisce come persona. Fallire non ha nulla a che vedere con il tuo valore individuale perché solo chi non prova mai non commette mai errori.
Tutti possiamo sbagliare perché siamo umani.
Ricordati che per andare avanti occorre mettersi alla prova ed affrontare qualcosa di nuovo, anche se non lo conosciamo bene.
Uno sbaglio è ciò che ci rende interessanti agli occhi degli altri.
Dopo molti errori commessi, raggiungere il successo sarà ancora più bello.
Se analizzare la situazione che ti ha portato a commettere un errore, fallo pure, ma non troppo spesso: meglio lasciar agire l’istinto.
Il divario tra ciò che dicono i genitori e il messaggio che trasmettono ai ragazzi con i loro comportamenti: coerenza.
Buongiorno amici. Oggi parliamo, nella diretta: le parole senza azioni non contano a nulla.
Coerenza
I valori della nostra gioventù sembrano, quelli sui quali, ciascuno di noi, aveva costruito i suoi progetti di vita e di comunità, e i messaggi che stiamo inconsapevolmente, senza intenzionalità, in pratica e talvolta, inviando da adulti paiono essere diventati un vero e proprio problema. Secondo un sondaggio dell’università di Harward, la grande maggioranza dei giovani facenti parte di una variegata composizione di razze, di culture e di classi sembra dare valore, un maggiore valore e una maggiore attenzione agli aspetti del successo personale.
Ad esempio, prima fra tutti, quello della realizzazione lavorativa e della felicità, rispetto a quello che, invece, era per le generazioni precedenti la preoccupazione per gli altri.
Come fare
È necessario creare quelle condizioni per far sì che i giovani, giorno dopo giorno, anche nei momenti in cui questi valori si scontreranno (talvolta interagendo con “fortitudo” e determinazione) con la ricerca della propria felicità o con quei fattori necessaria (per taluni) per raggiungere il successo o conseguire posizioni di successo.
E nello scontro, tali valori continueranno a vivere e ad essere percepiti come fattori indispensabili e decisivi della loro vita.
In sintesi, ecco cosa è emerso dalla ricerca, in primis il divario “retorica / realtà” tra ciò che i genitori e altri adulti dicono.
Diretta: le parole senza azioni non contano a nulla
Ma, come sempre, non voglio sopilerare nulla di più.
La storia di un ragazzino americano che suonava i campanelli del vicinato per trovare amici.
Buongiorno amici. “Ho bisogno di amici”, la storia di un ragazzino e della sua voglia di trovare amici.
Suona i campanelli di coloro che vivono nel suo quartiere per cercare amici.
La storia di Shayden Walker, ragazzino di Amarillo, in Texas, commuove la rete e innesca una rete di solidarietà.
A cambiare le sue sorti è Brennan Ray, vicino di casa che decide di registrare in un video il primo incontro con il suo giovane vicino.
“Ho davvero bisogno di amici” spiega Shayden, che inizialmente viene indirizzato da Brennan da alcuni ragazzini della zona che però vuole evitare in quanto da loro bullizzato in passato.
Brennan
Quando viene a sapere che Brennan e la moglie hanno una bambina di 2 anni, il ragazzino si dice disposto a stringere amicizia con lei.
Non solo: i suoi vicini decidono di aiutarlo e raccolgono 37mila dollari.
Con quei soldi la famiglia di Shayden ha comprato per lui vestiti e giochi oltre a dare un contributo in beneficenza.
Nel frattempo il protagonista di questa storia trova più amici del previsto: in molti gli scrivono e la famiglia Ray organizza un evento pubblico durante il quale il giovane, a questo punto non più solo, viene circondato d’affetto.
Amici
A quest’età, sempre ma quando sei adolescente ancora di più, gli amici svolgono un ruolo molto molto importante.
Il gruppo è il nostro senso di appartenenza ma questa voglia di avere amici, a volte, porta a modificare la nostra personalità per adattarci a comportamenti ed abitudini non consoni a noi.
Ed è questo l’errore che non dovete mai fare. Gli amici, quelli veri, vi accettano così come siete. Non c’è bisogno di dimostrare qualcosa che non siete perché, a lungo andare, non riuscirete a sopportarlo.
La conseguenza? Frustrazione, rabbia, atti violenti nei confronti di chi vi sta attorno.