Buongiorno amici. Oggi voglio parlarvi di ansia sociale che, purtroppo, non colpisce solo gli adulti. Ma, ultimamente, ne sono affetti adolescenti e addirittura bambini.
Cos’è l’ansia sociale
E’ una paura, più o meno intensa, in situazioni socialmente connotate.
A differenza dell’ansia generalizzata, questa si verifica in specifiche condizioni, ad esempio: parlare in pubblico, esibirsi, parlare con altre persone, parlare al telefono, mangiare con altre persone ecc.
Sostanzialmente è una paura molto intensa di essere valutati/giudicati negativamente dagli altri. Nel disturbo d’ansia sociale, l’intensità dell’emozione compromette significativamente la qualità della vita e delle relazioni.
Quindi, non è ansia sociale il fatto di vergognarsi a parlare in pubblico (quello è molto diffuso!) ma piuttosto ritrovarsi ad avere una vita compromessa perché non si riesce a gestire nessuna situazione in cui ci si trova a contatto con altre persone.
Segnali d’allarme
Che tu sia un ragazzo o una ragazza, un genitore oppure un docente, nonostante la definizione di ansia sociale potresti ancora essere in dubbio su come riconoscerla e, eventualmente, intervenire.
Il segnale principe è l’evitamento, le persone ansiose evitano vistosamente le situazioni che creano ansia, quindi, nel caso dell’ansia sociale si potrebbe assistere al rifiuto di partecipare ad occasioni sociali.
Per esempio se tu (o tuo/a figlio/a o alunno/a) rifiuti inviti a feste, uscite, compleanni, non vuoi praticare uno sport o addirittura ti rifiuti di andare a scuola, ci sono buone probabilità che tu possa esserne affetto.
Nei casi più gravi, spiega la psicologa, si arriva a un ritiro completo, a persone che non escono più dalla propria stanza, come i cosiddetti hikikomori.
Ma come prevenirla ed evitarla?
Vi lascio i link che potete scaricare dove ne parliamo insieme.
Buongiorno amici. Oggi ci chiediamo ma è vero che i ragazzi sono menefreghisti?
Genitori e figli spesso si trovano a navigare in acque agitate, dove le emozioni sembrano nascoste dietro una facciata di indifferenza e menefreghismo.
Bambino affettuoso
“Il bambino affettuoso del passato, sempre pronto ad accettare i suggerimenti e gli ordini paterni, non esisteva più. I genitori, al momento dell’adolescenza del figlio, vivono un vero e proprio lutto: non esiste più il bambino tanto amato che li faceva sentire importanti e addirittura indispensabili” (Tratto dal libro Nel nome del figlio di Nicolò e Massimo Ammaniti).
Tuttavia, dietro questo velo di apparente distacco si cela spesso un mondo interno ricco di sfumature e sentimenti profondi.
Gli adolescenti, infatti, si trovano in una fase della vita in cui stanno cercando di scoprire chi sono e come vogliono essere visti dagli altri.
In questo percorso di scoperta ed esplorazione, spesso si ritrovano ad indossare una maschera, che il genitore potrebbe percepire come un muro di gomma, piuttosto frustrante da gestire.
Genitori lamentosi
“E’ tornato a casa con l’ennesimo 4 e me lo dice con una tranquillità disarmante: possibile che la scuola non gli interessi a tal punto? Ma neanche un po’ di vergogna, io mi sentirei piccola così”
“Mi dispiace dirlo, ma mio figlio ha il cuore di pietra. Non gli importa assolutamente nulla di noi, potrei morirgli davanti e mi scavalcherebbe”
“Mia figlia quando mi rivolge parola è perché mi deve chiedere qualcosa: sono la sua banca e il suo taxi. Possibile che non le abbia insegnato nulla?”
“Dopo una giornata di lavoro, tornare a casa e trovarla in uno stato pietoso con ancora sul tavolo la tazza della colazione, mi fa uscire letteralmente fuori di testa. Ma come è possibile che mia figlia non riesca ad empatizzare minimamente con me e con la mia stanchezza e non collabori neanche un minimo?”
Vulnerabilità
Molti ragazzi adolescenti, per proteggere se stessi e mascherare la propria vulnerabilità, possono optare per un atteggiamento freddo e indifferente.
Questo comportamento può trarre in inganno i genitori, spingendoli a interpretare erroneamente la situazione come mancanza di interesse o affetto da parte dei propri figli.
Il problema non è certo quello di perdere qualche volta la pazienza: i genitori non possono e non devono essere sempre perfetti e fare sempre la cosa giusta al momento giusto. L’errore è normale, l’importante è usare queste situazioni come momento di riflessione e, se serve, di messa in discussione.
Spesso, l’indifferenza e il menefreghismo sono solo una maschera che nasconde paure, fragilità e difficoltà nel tirare fuori i propri sentimenti ed è fondamentale riuscire ad andare oltre.
Cosa si può fare?
Diventano grandi senza preavviso e spesso si ha la sensazione che siano cambiati nel giro di pochi mesi o addirittura giorni, senza dare ai genitori il tempo necessario per adattarsi a questo cambiamento.
Si trovano in un’età in cui l’identità è ancora in fase di costruzione e la maschera può rappresentare un modo per sentirsi più sicuri e meno esposti alle critiche esterne.
Eppure, questo non significa che non abbiano bisogno degli adulti o che non gliene importi nulla.
Hanno bisogno di essere visti, di essere riconosciuti nelle loro idee e nei loro nuovi bisogni, di sapere che il genitore, pur non condividendo sempre le loro posizioni, riesce comunque a comprendere ciò che vivono, le loro emozioni, i loro sentimenti e sia pronto ad ascoltare, prima ancora che fornire soluzioni.
Diventano, dunque, ingredienti indispensabili il saper ascoltare senza giudicare, mostrare empatia e offrire supporto incondizionato, per instaurare un rapporto di fiducia e favorire un’apertura emotiva.
È importante non scoraggiarsi se non vogliono parlare o se tendono a chiudere la conversazione rapidamente.
Se si continua a mostrare interesse nei loro confronti, al momento giusto si apriranno, sapendo che mamma e papà sono un punto di riferimento.
Intransigenza
“Un fattore che rende difficile la comunicazione sono gli atteggiamenti intransigenti. Soltanto se usiamo lo stesso tono che desideriamo che gli altri usino con noi consentiamo il dialogo.
[…]L’empatia consente di calarsi nei panni dell’altro. In alcuni momenti bisogna saper spingersi al di là delle parole per comprendere lo stato d’animo e le reali esigenze del nostro interlocutore.
L’autocontrollo richiede perseveranza. Invece di scattare alla minima contrarietà, […] e provocare chiusure e irrigidimenti, meglio riflettere e usare toni pacati”
(Tratto dal libro Sopravvivere con un adolescente in casa di Anna Oliverio Ferraris)
Non esiste una formula magica per decifrare il linguaggio criptico di un figlio adolescente.
Ma con pazienza, amore e comprensione si può gradualmente costruire un ponte verso la reciproca comprensione e la condivisione di emozioni autentiche.
Con la consapevolezza che gli aspetti più profondi e intimi sono solo nascosti dietro quella facciata di insensibilità e che non vedono l’ora di trovare uno spazio per essere espressi.
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Buongiorno amici. Oggi parliamo delle diverse fasi della bulimia e le quattro tipologie.
La bulimia è una condizione complessa che comprende diversi tipi e non è uguale in tutte le persone.
Un errore comune è presumere che qualcuno con questo disturbo debba essere sottopeso e autoindursi il vomito. Non è sempre così.
Una persona con disturbo bulimico può anche avere un peso corporeo compreso nell’intervallo considerato “sano” e non aver mai usato lassativi o praticato vomito autoindotto.
Sebbene tutti condividano un rapporto problematico con il cibo e un ciclo disfunzionale ripetitivo, esistono varie categorie, ciascuna con caratteristiche particolari che affronteremo in questa lettura.
Cos’è la bulimia nervosa?
La bulimia nervosa (BN) è identificata dal DSM-V come uno dei tipici disturbi alimentari (DE), insieme all’anoressia nervosa e al disturbo da alimentazione incontrollata.
È caratterizzato da un ciclo ricorrente che prevede periodi di abbuffate seguiti da comportamenti di eliminazione o di compensazione, con lo scopo di evitare l’aumento di peso.
Secondo un lavoro pubblicato sulla rivista Current Problems in Pediatric and Adolescent Health Care, la prevalenza di questo disturbo nel corso della vita è compresa tra lo 0,9% e il 3%.
Inoltre, è più comune nelle donne. D’altro canto, la bulimia negli adolescenti si sviluppa solitamente intorno ai 16 anni, anche se spesso persiste fino all’età adulta.
Un aspetto importante da evidenziare è che questa condizione va oltre i comportamenti alimentari. Essendo legato alla salute mentale ed emotiva, è considerato anche un problema psicologico. Per questo motivo il trattamento deve essere globale.
Segnali di avvertimento
Ci sono alcuni segnali che suggeriscono la presenza di BN. I segnali di allarme (che possono anche essere considerati sintomi) variano da persona a persona, tuttavia alcuni indicatori comuni sono:
Si isola dai gruppi sociali ed evita di mangiare con altre persone.
Ha tratti molto perfezionisti ed egoisti riguardo al suo aspetto.
La persona cambia drasticamente le proprie abitudini alimentari, passando da un estremo all’altro.
Diventa ossessionato dal peso corporeo, ha una bassa autostima e un’immagine corporea distorta.
Esegui rituali specifici prima o dopo i pasti, come pesarti, contare le calorie o andare in bagno.
Nasconde o mente riguardo alle purghe, ai comportamenti compensatori o alla quantità di cibo consumato.
Evidenza di problemi dentali dovuti a vomito frequente, come carie o deterioramento dello smalto dei denti.
Si verificano improvvisi cambiamenti di umore che possono includere irritabilità, ansia e/o sintomi depressivi.
Sebbene sia importante essere consapevoli degli allarmi, questi non possono essere considerati decisivi o valutati in modo isolato o irresponsabile. Per ottenere una diagnosi accurata è necessario rivolgersi a un operatore sanitario.
Quanti tipi di bulimia esistono?
La BN può essere classificata in base a due variabili: in base a come si manifestano i comportamenti compensatori oppure in base al peso corporeo.
A seconda della presenza o assenza di spurgo
Come reagisce l’individuo dopo un’abbuffata? Quali strategie utilizzate per ridurre le conseguenze dell’eccesso di cibo?
Come gestisci i sensi di colpa? Tali domande sono fondamentali per comprendere i seguenti tipi di bulimia secondo questa categorizzazione.
1. Purgante
Nella bulimia purgativa si utilizzano metodi per eliminare rapidamente le calorie del cibo ingerito, come il vomito autoindotto o l’uso eccessivo di lassativi o diuretici.
2. Non purgativo
La persona con questo tipo di BN utilizza comportamenti compensatori estranei all’eliminazione diretta.
Nel tentativo di prevenire l’aumento di peso e alleviare il disagio psicologico, si pratica un eccessivo esercizio fisico, si digiuna o si limita significativamente il cibo.
In base al peso corporeo
Al di là della suddivisione in base alle strategie compensative, le tipologie di bulimia legate al peso sono quelle di cui abbiamo subito bisogno.
3. Associato a sovrappeso o obesità
Include persone che soffrono di BN, sia purgativa che non purgativa, e che sono in una certa misura sovrappeso o obese. Sebbene possano esserci alterazioni del peso corporeo, solitamente non sono evidenti ad occhio nudo.
4. Associato a peso variabile
In questo caso, la persona presenta costanti fluttuazioni del peso. Puoi attraversare periodi di sovrappeso, di peso “sano” e di sottopeso.
Questa variazione contribuisce a credere che potrai raggiungere la figura desiderata se continui con questi comportamenti.
Inoltre, si aggrappa all’idea che la sua vera identità sia la sua versione più leggera, alimentando così il ciclo bulimico.
Fasi del disturbo bulimico
Sebbene l’intensità di ciascuna fase possa cambiare a seconda del paziente, si individuano alcune fasi comuni nello sviluppo o nel decorso della BN, indipendentemente dal tipo di cui si parla.
Binge eating: la persona perde il controllo e mangia in modo vorace e compulsivo in un breve periodo di tempo. Ha poca consapevolezza di ciò che mangia e mastica a malapena. In genere, si consumano cibi ricchi di grassi, alternando bruscamente tra opzioni dolci e salate, nonché opzioni calde e fredde.
Sentimenti di colpa e vergogna: queste emozioni derivano dalla perdita di controllo durante le abbuffate e tendono ad essere aggravate dalle preoccupazioni legate al peso e all’immagine corporea. Frasi come “Non posso credere di averlo fatto di nuovo” o “Dovrei riuscire a controllarmi” possono risuonare nella mente.
Episodi di eliminazione o comportamenti compensatori: iniziano con il rimorso. A seconda del tipo di BN, la persona ricorre ad episodi purgativi o a condotte compensatorie. Cerca di prevenire l’aumento di peso attraverso il vomito autoindotto, l’uso di lassativi o l’esercizio fisico eccessivo.
Sensazione temporanea di controllo: si sperimenta una sensazione momentanea di calma e controllo. Pensieri come “Non mi abbufferò mai più” o “D’ora in poi controllerò il mio mangiare” sono comuni durante questa fase.
Ripetizione del ciclo: la persona diventa nuovamente ossessionata da ciò che mangia e decide di seguire una dieta restrittiva e rigorosa. Ma invece di aiutare, questo approccio finisce per causare più episodi di abbuffate, e così il ciclo si ripete.
Qual è il trattamento della bulimia nervosa?
In primo luogo, è fondamentale programmare una visita medica per valutare la salute fisica.
Questo ci permette di identificare possibili carenze nutrizionali, squilibri nell’organismo e rischi che derivano dal disturbo.
Allo stesso tempo, è essenziale chiedere aiuto ai professionisti della salute mentale. Molte volte, dietro una persona con BN c’è qualcuno che ha difficoltà a regolare le proprie emozioni e che affronta insicurezze e una fragile autostima.
Pertanto, la terapia cognitivo comportamentale può offrire un valido supporto per identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali che alimentano il problema. Inoltre, in alcune circostanze, il terapeuta indica la consulenza psichiatrica come approccio complementare.
D’altra parte, è essenziale rivolgersi a un nutrizionista, che contribuirà con un piano alimentare sano e sostenibile che si adatti alle esigenze e alle preferenze di ciascun paziente.
Dato che gli aspetti della salute mentale e fisica sono chiaramente intrecciati nella BN, è essenziale che il trattamento sia globale e collaborativo.
È opportuno che tutti i professionisti coinvolti condividano l’obiettivo comune di aiutare il paziente e cooperino tra loro in modo efficace.
Pertanto, ribadiamo che l’approccio deve coinvolgere tutte o la maggior parte di queste aree:
Nutrizione
Psicologia
Psichiatria
Medicina Clinica
La collaborazione familiare, un aspetto fondamentale
Spesso il trattamento prevede il lavoro con la famiglia o i propri cari. La tua partecipazione è essenziale fornendo un supporto emotivo continuo, creando un ambiente favorevole al recupero e aiutando a prevenire le ricadute.
La terapia familiare, infatti, si rivela uno strumento efficace, soprattutto negli adolescenti con insorgenza recente della malattia. In questo contesto, si concentra sull’affrontare le dinamiche familiari malsane che contribuiscono alla patologia.
Agire in tempo è fondamentale
Identificare e affrontare precocemente un disturbo alimentare fa la differenza sulla strada del recupero. Per questo motivo comprendere nel dettaglio la bulimia, conoscerne le tipologie, essere consapevoli dei segnali d’allarme e sapere a quali specialisti rivolgersi sono aspetti essenziali.
Sia che tu stia affrontando questa sfida tu stesso o che qualcuno vicino a te la stia affrontando, non esitare a chiedere ai
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Buongiorno amici. Oggi parliamo di quanto la fiducia sia importante per i ragazzi.
La fiducia è Fondamentale: Perché i Figli Adolescenti Hanno Bisogno di Essere Fidati
L’adolescenza è un periodo cruciale di crescita e cambiamento per i ragazzi. Durante questo periodo, i genitori spesso si trovano a navigare le sfide di concedere fiducia ai propri figli adolescenti.
Tuttavia, è importante capire che la fiducia reciproca tra genitori e figli è essenziale per favorire una sana relazione familiare e lo sviluppo positivo dei ragazzi.
In questo articolo, esploreremo l’importanza di concedere fiducia ai figli adolescenti, fornendo esempi concreti e consigli su come costruire un legame fiduciario forte.
L’Importanza della Fiducia nei Figli Adolescenti
Concedere fiducia ai figli adolescenti è fondamentale per diversi motivi. Innanzitutto, aiuta a costruire l’autostima e la fiducia in se stessi dei ragazzi. Quando i genitori dimostrano di credere nelle capacità e nell’integrità dei loro figli, questi ultimi sviluppano un senso di responsabilità e autostima positiva. In secondo luogo, la fiducia favorisce una comunicazione aperta e onesta. Se i ragazzi si sentono fiduciosi che i loro genitori li ascolteranno e li supporteranno senza giudicare, sono più inclini a condividere le loro esperienze e preoccupazioni.
Come Costruire Fiducia nei Figli Adolescenti
1. **Comunicazione Aperta**: Mantenere linee di comunicazione aperte è cruciale. I genitori dovrebbero essere disponibili per ascoltare senza giudicare o interrompere. Fare domande aperte per incoraggiare la condivisione di pensieri e sentimenti.
*Esempio*: Piuttosto che chiedere “Come è andata a scuola?”, potresti dire “Raccontami cosa hai fatto di interessante oggi a scuola.”
2. **Rispetto della Privacy**: È importante rispettare la privacy dei ragazzi. Anche se è importante essere informati sulle attività dei figli, è altrettanto cruciale rispettare i confini personali.
*Esempio*: Chiedere il permesso prima di entrare nella stanza del figlio e rispettare i suoi spazi personali.
3. **Delegare Responsabilità**: Concedere responsabilità adeguate all’età aiuta i ragazzi a sentirsi responsabili e rispettati.
*Esempio*: Assegnare compiti domestici o decisioni relative alla gestione del tempo.
4. **Essere un Modello di Comportamento Positivo**: I genitori devono essere coerenti e mostrare un comportamento basato sui valori che vogliono trasmettere ai loro figli.
*Esempio*: Mostrare rispetto per gli altri, onestà e responsabilità nelle proprie azioni.
Comunicazione Aperta: Il Cuore della Fiducia Familiare**
La comunicazione aperta tra genitori e figli adolescenti è fondamentale per instaurare e mantenere un legame di fiducia solido e positivo. Quando c’è una comunicazione aperta in famiglia, i ragazzi si sentono ascoltati, compresi e rispettati, il che favorisce uno sviluppo sano della loro identità e autostima. Ecco alcuni approfondimenti su come praticare e incoraggiare una comunicazione aperta con i figli adolescenti:
Ascolto Attivo e Senza Giudizio
Un elemento cruciale della comunicazione aperta è l’ascolto attivo da parte dei genitori. Questo significa non solo sentire le parole dei propri figli, ma anche mostrare interesse genuino per i loro pensieri, sentimenti e esperienze. I genitori dovrebbero evitare di interrompere o giudicare prematuramente ciò che i ragazzi stanno condividendo.
*Esempio*: Se il tuo figlio vuole raccontarti di un problema a scuola, assicurati di ascoltare attentamente senza interromperlo. Mostra empatia e rispetta i suoi sentimenti, anche se potresti non essere d’accordo con tutto ciò che sta dicendo.
Fare Domande Aperte e Incoraggiare la Condivisione
Le domande aperte sono un ottimo modo per incoraggiare la condivisione di pensieri più profondi e sentimenti autentici. Piuttosto che limitarsi a chiedere “Sì” o “No”, le domande aperte incoraggiano i ragazzi a esprimersi più completamente.
*Esempio*: Invece di dire “Hai avuto una buona giornata a scuola?”, prova con “Qual è stata la cosa più interessante che ti è successa oggi a scuola?” Questo tipo di domanda invita il tuo ragazzo a riflettere e condividere dettagli significativi.
Essere Disponibili e Presenti
I genitori dovrebbero dimostrare disponibilità e interesse sincero nei confronti dei loro figli adolescenti. Questo significa essere presenti fisicamente e emotivamente quando i ragazzi hanno bisogno di parlare o di condividere qualcosa di importante. Anche se può essere impegnativo trovare tempo nella frenesia quotidiana, dimostrare che sei disponibile e pronto a ascoltare è essenziale per costruire fiducia.
*Esempio*: Assicurati di mantenere tempo di qualità con il tuo figlio adolescente ogni giorno. Anche se sono brevi momenti, come durante i pasti o prima di dormire, dimostra che sei disponibile per loro.
Imparare a Gestire i Conflitti in Modo Costruttivo
Nel corso della comunicazione aperta, è normale incontrare situazioni di conflitto o disaccordo. È importante che i genitori imparino a gestire i conflitti in modo costruttivo, senza lasciare che il confronto danneggi il rapporto di fiducia.
*Esempio*: Se sorgono divergenze di opinioni o tensioni, evita di reagire impulsivamente. Prenditi del tempo per ascoltare il punto di vista del tuo ragazzo e cercare una soluzione che sia rispettosa e equa per entrambi.
Conclusione
La comunicazione aperta tra genitori e figli adolescenti è un pilastro fondamentale per costruire relazioni familiari sane e armoniose. Quando i genitori praticano l’ascolto attivo, fanno domande aperte, sono disponibili e gestiscono i conflitti in modo costruttivo, trasmettono ai loro figli un importante messaggio di fiducia e rispetto. In questo modo, i ragazzi imparano ad aprirsi e a comunicare in modo più efficace, sviluppando una fiducia reciproca che li guiderà attraverso l’adolescenza e oltre.
Rispetto della Privacy: Fondamentale per Costruire Fiducia**
Il rispetto della privacy dei figli adolescenti è un altro aspetto chiave nella creazione di un ambiente familiare basato sulla fiducia reciproca. I ragazzi hanno bisogno di spazi personali e di sentirsi rispettati nelle loro esigenze di privacy per sviluppare un senso di autonomia e integrità. Ecco perché il rispetto della privacy è così importante e come i genitori possono praticarlo efficacemente:
Riconoscere i Limiti Personali
I genitori dovrebbero riconoscere e rispettare i limiti personali dei loro figli adolescenti. Ogni ragazzo ha il diritto di avere spazi personali e di stabilire confini per ciò che desidera condividere o mantenere privato. Rispettare questi limiti dimostra sensibilità e considerazione per il benessere emotivo dei ragazzi.
*Esempio*: Se il tuo figlio preferisce trascorrere del tempo da solo nella sua stanza senza essere disturbato, rispetta questa esigenza di privacy e batti alla porta prima di entrare.
Chiedere il Permesso Prima di Accedere agli Spazi Personali
Quando i genitori hanno bisogno di accedere agli spazi personali dei loro figli, come la loro stanza o il loro telefono, è importante chiedere il permesso in modo rispettoso. Questo dimostra fiducia nel ragazzo e gli conferisce un senso di controllo sulla propria privacy.
*Esempio*: Prima di guardare nel telefono del tuo ragazzo o di entrare nella sua stanza, chiedi gentilmente il permesso e spiega il motivo della tua richiesta.
Rispettare la Confidenzialità delle Conversazioni
Se un adolescente condivide qualcosa di personale o delicato con i genitori, è essenziale mantenere la confidenzialità di queste informazioni, a meno che non sia necessario per proteggere la sicurezza o il benessere del ragazzo. I ragazzi devono sapere di potersi aprire senza timore di violazione della privacy.
*Esempio*: Se il tuo figlio ti confida un problema personale, assicurati di non divulgarlo ad altre persone senza il suo consenso, a meno che non sia necessario per ottenere supporto o assistenza appropriati.
Educare sul Concetto di Privacy
I genitori possono educare i loro figli sull’importanza della privacy e sui diritti personali. Spiegare perché il rispetto della privacy è cruciale per la salute mentale e emotiva può aiutare i ragazzi a comprendere l’importanza di questo valore nella vita familiare e oltre.
*Esempio*: Parla con tuo figlio dell’importanza di avere spazi personali e del rispetto reciproco nella famiglia e nelle relazioni con gli altri.
Conclusione
Il rispetto della privacy dei figli adolescenti è essenziale per costruire e mantenere una relazione di fiducia e rispetto reciproco all’interno della famiglia. Quando i genitori dimostrano sensibilità e rispetto per i confini personali dei loro ragazzi, questi ultimi si sentono valorizzati e rispettati. Questo, a sua volta, favorisce una comunicazione aperta e onesta, consentendo ai ragazzi di crescere in un ambiente familiare che promuove la fiducia e lo sviluppo sano della loro identità.
Delegare Responsabilità: Favorire l’Autonomia e la Fiducia
Delegare responsabilità ai figli adolescenti è un passo importante per favorire lo sviluppo dell’autonomia, della responsabilità e della fiducia in sé stessi. Quando i genitori danno ai ragazzi opportunità di assumersi compiti e decisioni significative, li incoraggiano a crescere e a maturare in un ambiente di fiducia e rispetto reciproco. Ecco come i genitori possono praticare efficacemente la delega di responsabilità:
Assegnare Compiti Adeguati all’Età
È importante assegnare compiti domestici o responsabilità in base all’età e alle capacità del ragazzo. In questo modo, i ragazzi imparano gradualmente a gestire compiti quotidiani e a sviluppare abilità pratiche essenziali per la vita.
*Esempio*: Un adolescente più giovane potrebbe essere incaricato di mettere via i giocattoli o di apparecchiare la tavola, mentre un adolescente più grande potrebbe essere responsabile di fare la spesa o di gestire un piccolo budget per le proprie spese.
Quando si delegano responsabilità, è importante fornire il giusto livello di supporto e orientamento. I genitori possono offrire istruzioni chiare, consigli utili e feedback costruttivo per aiutare i ragazzi a svolgere i compiti assegnati con successo.
*Esempio*: Se il tuo figlio è incaricato di preparare la cena per la famiglia, puoi fornirgli ricette semplici e mostrargli come utilizzare in modo sicuro gli utensili da cucina.
Consentire ai Ragazzi di Prendere Decisioni
Delegare responsabilità significa anche consentire ai ragazzi di prendere decisioni significative. I genitori dovrebbero incoraggiare i ragazzi a fare scelte autonome in situazioni appropriate, come gestire il proprio tempo libero o prendere decisioni riguardo agli studi.
*Esempio*: Se il tuo figlio sta considerando quali attività extracurricolari svolgere, incoraggialo a esplorare le opzioni e a prendere una decisione basata sui propri interessi e passioni.
Riconoscere e Celebrare i Successi
Quando i ragazzi completano con successo i compiti o le responsabilità assegnate, è importante riconoscere e celebrare i loro successi. Questo li motiva a continuare a crescere e a svilupparsi in un ambiente di fiducia e sostegno.
*Esempio*: Lodare il tuo figlio per aver gestito bene un compito domestico o per aver preso una decisione responsabile aiuta a rafforzare la fiducia nei propri mezzi.
Favorire il Progresso Graduale
La delega di responsabilità dovrebbe avvenire in modo graduale e progressivo. Con il tempo, i genitori possono assegnare compiti più complessi e decisioni più impegnative, consentendo ai ragazzi di sviluppare fiducia nelle proprie capacità e competenze.
*Esempio*: Un adolescente potrebbe iniziare con responsabilità minori, come prendersi cura di un animale domestico, e poi passare a compiti più impegnativi, come gestire parte del proprio programma giornaliero.
Conclusione
Delegare responsabilità ai figli adolescenti è un modo efficace per promuovere l’autonomia e la fiducia in sé stessi. Quando i genitori danno ai ragazzi l’opportunità di assumersi compiti e decisioni significative, li aiutano a crescere e a maturare in individui responsabili e sicuri di sé. Questo processo contribuisce a rafforzare il legame familiare basato sulla fiducia reciproca e sul rispetto, preparando i ragazzi per affrontare con successo le sfide della vita adulta.
Essere un Modello di Comportamento Positivo: Guidare con l’Esempio
Essere un modello di comportamento positivo è cruciale per influenzare positivamente il comportamento e lo sviluppo dei figli adolescenti.
I genitori sono i primi modelli di ruolo per i loro ragazzi e il modo in cui si comportano e si relazionano agli altri ha un impatto significativo sulla formazione dei valori e delle abilità sociali dei ragazzi.
Ecco alcuni approfondimenti su come essere un modello di comportamento positivo per i figli adolescenti:
Praticare la Coerenza e l’Integrità
I genitori dovrebbero mostrare coerenza tra ciò che dicono e ciò che fanno. Vivere con integrità e comportarsi in modo coerente con i valori che si desidera trasmettere ai propri figli aiuta a creare un ambiente familiare basato su fiducia e rispetto reciproco.
*Esempio*: Se desideri che tuo figlio sia onesto, assicurati di essere sempre onesto nelle tue interazioni quotidiane, anche quando è difficile.
Gestire le Emozioni in Modo Positivo
I genitori dovrebbero dimostrare capacità di gestire le proprie emozioni in modo positivo e costruttivo. Questo include il modo in cui si gestiscono lo stress, la rabbia o la frustrazione. Mostrare un comportamento calmante e assertivo in situazioni difficili insegna ai ragazzi l’importanza del controllo emotivo.
*Esempio*: Se ti trovi in una situazione stressante, mostra ai tuoi figli come affrontarla in modo calmo e razionale anziché reagire impulsivamente.
Coltivare Relazioni Positive
I genitori dovrebbero coltivare relazioni positive con gli altri, inclusi familiari, amici e colleghi. Mostrare rispetto, empatia e gentilezza nelle interazioni sociali aiuta i ragazzi a imparare l’importanza delle relazioni interpersonali sane.
*Esempio*: Mostra rispetto verso tutti gli individui con cui interagisci, indipendentemente dalla loro età, genere o background.
Essere Attivamente Coinvolti nella Comunità
Partecipare attivamente alla comunità locale attraverso il volontariato o altre attività benefiche dimostra ai ragazzi l’importanza dell’altruismo e della responsabilità sociale. Questo incoraggia l’emergere di cittadini consapevoli e impegnati.
*Esempio*: Coinvolgi i tuoi figli in progetti di volontariato o in attività di servizio per aiutare coloro che sono meno fortunati.
Promuovere uno Stile di Vita Salutare
Essere un modello di comportamento positivo include anche promuovere uno stile di vita sano e equilibrato. I genitori dovrebbero praticare abitudini salutari, come una dieta equilibrata, l’esercizio fisico regolare e il riposo adeguato.
*Esempio*: Coinvolgi la tua famiglia in attività fisiche divertenti, come passeggiate all’aperto o sport di squadra, e prepara pasti sani e nutrienti insieme.
Conclusione
Essere un modello di comportamento positivo per i figli adolescenti è un ruolo importante e responsabile per i genitori.
Il modo in cui i genitori si comportano e si relazionano agli altri ha un impatto duraturo sullo sviluppo e sulle scelte dei ragazzi. Dimostrare coerenza, integrità, controllo emotivo e relazioni positive aiuta i ragazzi a sviluppare abilità sociali e valori importanti per una vita soddisfacente e significativa.
Inoltre, essere un modello positivo promuove un ambiente familiare basato sulla fiducia, sull’amore e sul rispetto reciproco, preparando i ragazzi ad affrontare le sfide e le opportunità della vita con fiducia e determinazione.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sulla frase “parlo ma non mi capiscono”.
Nel nostro percorso di relazioni interpersonali, una delle sfide più comuni che dobbiamo affrontare è quella di sentirci incompresi nonostante i nostri sforzi di comunicazione. Questo articolo esplora i motivi per cui ciò accade e fornisce strategie attuabili per migliorare l’efficacia della comunicazione.
L’enigma della comunicazione
Le interruzioni della comunicazione sono più che semplici parole perse nella traduzione; spesso derivano da problemi più profondi, come stili di comunicazione diversi, barriere emotive e aspettative non soddisfatte.
Certo, possiamo continuare parlando di come comprendere il proprio stile di comunicazione. Ecco qualche approfondimento su ciascuno dei punti:
Comprendere il Tuo Stile di Comunicazione
1. Verbale vs. Non Verbale
La comunicazione verbale riguarda le parole che usiamo per esprimere pensieri, sentimenti e idee. È importante considerare il tono di voce e il modo in cui dici le cose, poiché ciò può influenzare il modo in cui il messaggio viene ricevuto. D’altra parte, la comunicazione non verbale include espressioni facciali, linguaggio del corpo e contatto visivo. Questi segnali possono trasmettere emozioni e intenzioni che possono essere più potenti delle parole stesse.
2. Diretto vs. Indiretto
Il tuo stile di comunicazione può essere diretto o indiretto. Le persone con uno stile diretto tendono a essere chiare e concise nel modo in cui si esprimono, mentre quelle con uno stile indiretto potrebbero preferire suggerire piuttosto che dichiarare apertamente. Capire il proprio stile può aiutare a comunicare in modo più efficace con gli altri, rispettando allo stesso tempo le preferenze individuali di comunicazione.
3. Ascolto vs. Parlato
La comunicazione non riguarda solo l’esprimersi, ma anche l’ascoltare. Essere un buon ascoltatore è fondamentale per una comunicazione efficace. Chiediti se tendi a parlare di più durante le conversazioni o se sei più propenso a prestare attenzione e a rispondere alle esigenze degli altri. Trovare un equilibrio tra ascolto attivo e partecipazione alla conversazione può contribuire a stabilire connessioni più profonde con gli altri.
Superare le Barriere alla Comprensione
1. Chiarezza è Fondamentale
Per comunicare in modo efficace, è essenziale esprimere i propri pensieri in modo chiaro e comprensibile. Evita frasi complesse o ambigue e cerca di essere diretto nei tuoi messaggi. La chiarezza aiuta a ridurre le possibilità di fraintendimenti e facilita una comunicazione più efficace.
2. Ascolto Attivo
L’ascolto attivo significa prestare attenzione non solo alle parole dell’altro, ma anche alle emozioni e al contesto sottostante. Pratica l’ascolto empatico, mettendoti nei panni dell’altro e cercando di comprendere il suo punto di vista. Fai domande per chiarire i dubbi e confermare di aver capito correttamente.
3. Empatia
Essere empatici significa essere in sintonia con le emozioni e le esperienze degli altri. Mostra comprensione e rispetto per i sentimenti altrui, anche se non sei d’accordo con le loro opinioni. L’empatia favorisce un clima di fiducia e apertura nelle relazioni interpersonali.
Affrontare queste barriere alla comprensione può rendere le tue interazioni più significative e autentiche, promuovendo relazioni più sane e soddisfacenti.
Strumenti per una Comunicazione Efficace
1. Utilizzare le Dichiarazioni “Io”
Le dichiarazioni “Io” sono un modo efficace per esprimere i sentimenti e le esigenze personali senza accusare gli altri. Ad esempio, anziché dire “Mi fai sempre aspettare”, potresti dire “Mi sento frustrato quando devo aspettare”. Questo approccio favorisce una comunicazione aperta e riduce il rischio di conflitti.
2. Chiedere Chiarimenti
Non esitare a chiedere chiarimenti durante una conversazione se qualcosa non è chiaro. Fare domande per ottenere informazioni aggiuntive può aiutare a evitare fraintendimenti e a garantire che entrambe le parti siano sulla stessa lunghezza d’onda.
3. Consapevolezza del Linguaggio del Corpo
Il linguaggio del corpo gioca un ruolo importante nella comunicazione. Mantieni un linguaggio del corpo aperto e coinvolto durante le interazioni, facendo attenzione alla postura, agli occhi e alla gestualità. Questo può aiutare a trasmettere fiducia e apertura durante le conversazioni.
4. Pratica dell’Ascolto Attivo
L’ascolto attivo è una capacità preziosa per una comunicazione efficace. Assicurati di dedicare attenzione piena alla persona che sta parlando, facendo contatto visivo e rispondendo in modo appropriato. Evita di interrompere e mostra interesse sincero per ciò che viene detto.
5. Gestione dei Conflitti
Saper gestire i conflitti in modo costruttivo è essenziale per mantenere relazioni sane. Impara a negoziare e a cercare soluzioni di compromesso quando le opinioni divergono. Focalizzati sull’obiettivo comune di trovare una risoluzione piuttosto che insistere sulla propria posizione.
6. Esprimere Gratitudine
Esprimere gratitudine verso gli altri può rafforzare i legami e promuovere una comunicazione positiva. Mostra apprezzamento per le opinioni altrui e per gli sforzi fatti durante le conversazioni. Questo crea un clima di reciprocità e sostegno nelle interazioni quotidiane.
7. Crescita Personale
Investire nella crescita personale può migliorare notevolmente le capacità di comunicazione. Partecipare a corsi di comunicazione o di gestione dello stress, leggere libri sull’argomento o praticare la meditazione possono aiutare a sviluppare competenze di comunicazione più avanzate.
Implementando questi strumenti nella tua vita quotidiana, potrai migliorare significativamente la qualità delle tue interazioni e costruire relazioni più autentiche e soddisfacenti con gli altri.
Coltivare una Mentalità Comunicativa
1. Pratica la Pazienza
La pazienza è fondamentale per una comunicazione efficace. Prenditi il tempo necessario per ascoltare e comprendere gli altri senza fretta. Evita di interrompere o di saltare alle conclusioni. Mostrare pazienza crea un ambiente di rispetto reciproco e favorisce una comunicazione più profonda.
2. Abbraccia la Vulnerabilità
Essere disposti a essere vulnerabili durante le interazioni può migliorare notevolmente la comunicazione. Esprimere i propri sentimenti e condividere esperienze personali può incoraggiare gli altri a fare lo stesso. Questo favorisce la connessione emotiva e rende le conversazioni più autentiche.
3. Cerca il Feedback
Chiedere e accettare feedback costituisce un modo efficace per migliorare le proprie capacità comunicative. Chiedi agli altri cosa pensano delle tue abilità di comunicazione e quali aree potresti migliorare. Utilizza il feedback per adattare e perfezionare il tuo approccio comunicativo nel tempo.
4. Promuovi l’Empatia
L’empatia è la capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri. Pratica mettendoti nei panni degli altri e cercando di vedere le cose dalla loro prospettiva. Mostrare empatia nei confronti degli altri crea un clima di comprensione reciproca e aiuta a costruire relazioni più significative.
5. Sviluppa una Mentalità Aperta
Mantieni una mentalità aperta e flessibile durante le conversazioni. Accetta opinioni diverse dalle tue e sii disposto a esplorare nuove idee e punti di vista. Una mentalità aperta favorisce la creatività e stimola discussioni più profonde e stimolanti.
6. Pratica la Gentilezza
La gentilezza è una qualità importante per una comunicazione efficace. Tratta gli altri con rispetto e cortesia, anche durante le discussioni più difficili. Una comunicazione gentile crea un clima positivo e favorevole alla collaborazione e alla comprensione reciproca.
7. Focalizzati sull’Apprendimento Continuo
La comunicazione è una competenza che può essere migliorata costantemente nel tempo. Cerca opportunità di apprendimento, partecipando a workshop, leggendo libri sull’argomento o seguendo corsi online. L’investimento nell’apprendimento continuo ti aiuterà a sviluppare competenze di comunicazione sempre più avanzate.
Coltivare una mentalità comunicativa richiede impegno e pratica costante, ma i benefici sono inestimabili. Sviluppando una mentalità comunicativa positiva e consapevole, potrai migliorare le tue relazioni interpersonali e trasformare le tue interazioni quotidiane in esperienze significative e gratificanti.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di trust me up tramite un piccolo video.
Cos’è
Semplicemente un’azienda formata da tanti ragazzi spettacolari che ha deciso di creare questa piattaforma, nel 2018, partendo da un’idea di fondo: aiutare gli altri.
Gli altri-trust me up
Chi sono questi altri?
Innanzitutto tutte le persone che hanno un’attività o una passione che vogliono tramutare in lavoro facendosi pubblicità.
Qualsiasi tipo di vendita prodotti o servizi su trust me up ha voce.
Una volta che ir agazzi lavorano sul tuo pofilo, comincerete a creare tre srvizi per la vostra vetrina. Poi, potete aggiungerne quanti ne volete in modo indipendente con costi e descrizione.
Ma qual’è la cosa bella, che ogni servizio avrà una percentuale dis conto per chi vuole comprare sulla piattaforma.
Esempio, le mie consulenze hanno il 10% di sconto su un prezzo già concorrenziale.
Ora, questa percentuale va in beneficienza all’associazione da me scelta: niente truffa, io ho scelto sos villaggio dei bambini e telethon.
Percentuale-trust me up
La percentuale sarà la cifra che andrà in beneficienza. In più , cosa ancora più comoda per voi, avrete il cashback della percentuale così che potrete sempre acquistare servizi.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di educare all’empatia.
bambini e i ragazzi crescono in una società che tende un pò troppo all’individualismo.
Si dà poco valore all’altro e alle sue emozioni e si attribuisce un peso eccessivo ai confronti, intesi come necessità di dimostrare la propria supremazia sull’altro.
valore alle emozioni
Basti vedere come anche sui social network non ci sia un confronto, anzi, tendenzialmente c’è scontro, sopraffazione e aggressività, dove pur di aver ragione si prevale sull’altro, senza rispetto, né empatia.
L’empatia, dal greco en-pathos, ossia “sentire dentro”, non è altro che la capacità di mettersi nei panni dell’altro, comprendere le sue emozioni e sensazioni e sentirle come se fossero le proprie.
Si tratta di una competenza che va assolutamente nutrita, soprattutto oggi che si interagisce sempre di più da dietro uno schermo di uno smartphone, tablet o pc, con una comunicazione prettamente sintetica ed instant.
Molti giovani, infatti, hanno molta difficoltà a gestire, da un punto di vista emotivo, le relazioni, a riconoscere le emozioni e a risolvere le incomprensioni e i conflitti.
Questo poi va ad influire anche sul loro benessere e stato d’animo.
L’empatia è una competenza importante, alla base dello star bene insieme, di una comunicazione efficace e di relazioni più sincere, soddisfacenti e rispettose.
Come aiutare i figli a svilupparla?
1. METTETE DA PARTE LA TECNOLOGIA.
Per comprendere le proprie emozioni e quelle degli altri, è necessario abituare i figli sin da piccoli alla condivisione, per cui ritagliatevi dei momenti senza tecnologia, in cui ci si guarda negli occhi e si raccontano le proprie esperienze.
Un momento potrebbe essere quello dei pasti in cui si è tutti insieme.
Non basta però semplicemente parlare, è importante focalizzarsi su come ci si sente, sulle emozioni, per allenare i figli a comprendere i propri sentimenti e quelli altrui.
2. DATE IL BUON ESEMPIO.
La gentilezza e il rispetto sono concetti che i bambini e i ragazzi apprendono all’interno della famiglia attraverso l’esempio, osservando come si comportano gli adulti che sono per loro un riferimento.
È inutile che diciamo ai figli di rispettare il prossimo, se poi ci sentono fare battutine o commenti di disprezzo verso le altre persone.
È fondamentale che gli adulti mettano in pratica ciò che vogliono insegnare ai figli.
3. ALLENATELI A METTERSI NEI PANNI DEGLI ALTRI.
Facendo riferimento a degli eventi specifici accaduti a persone vicine ai figli, degli esempi presi dalla quotidianità oppure a partire da una favola, un cartone, un film, abituateli a riflettere e a chiedersi come si sentirebbero al posto di quella persona.
Mettetevi voi in gioco per primi e confrontatevi su questo per aumentare la sensibilità e la capacità di immedesimarsi nell’altro e provare le sue stesse emozioni.
4. AIUTATELI A RICONOSCERE LE EMOZIONI-educare all’empatia
Soprattutto quando il bambino è piccolo, è normale che esprima le sue emozioni attraverso il pianto, il corpo e il comportamento.
Un compito importante dell’adulto è quello di iniziare a decodificare il vissuto e verbalizzarglielo, con frasi del tipo “Capisco, sei proprio arrabbiato”.
In questo modo, quando cresceranno, impareranno a riconoscere le emozioni e a gestirle, altrimenti tenderanno o a reprimerle o ad agirle con comportamenti disfunzionali.
5. COMPRENDETE IL LORO PUNTO DI VISTA-educare all’empatia
È importante, soprattutto quando ci sono discussioni o si è arrabbiati, non restare fermi soltanto sul proprio punto di vista ma ascoltare i figli e mettersi nei loro panni per capire i loro sentimenti, bisogni e la loro prospettiva.
I figli imparano molto di più dall’esperienza relazionale concreta: se basate le interazioni con loro sullo scontro, piuttosto che sul rispetto e l’ascolto reciproco.
Impareranno quella modalità di relazionarsi, considerandola come la modalità corretta con cui interagire con gli altri.
6. INSEGNATEGLI A GESTIRE I CONFLITTI.
I litigi non vanno negati o eliminati, si deve dare la possibilità ai figli di esprimere anche le emozioni negative, accompagnandoli nella gestione dei conflitti.
È importante che i genitori non impongano una soluzione esterna, ad esempio obbligandoli a fare la pace, a chiedere scusa o cercando a tutti i costi un colpevole.
Devono imparare ad ascoltare, a raccontare a turno il proprio punto di vista e a trovare insieme una soluzione, senza imporsi e prevalere sull’altro.
E se avete bisogno di un aiuto concreto, contattatemi
Buongiorno amici. Oggi parliamo di come mettersi nei panni di un figlio adolescente.
Che cosa vuol dire mettersi nei panni di un adolescente?
Spesso da adulti ci dimentichiamo dell’esperienza vissuta in questa fase della nostra vita. Tutte le certezze che avevamo da bambini iniziano a vacillare.
Il corpo cambia, ci guardiamo allo specchio e quel visino tondo e angelico è in un attimo coperto da peli e da sgradevoli puntini bianchi.
Le richieste scolastiche diventano sempre più complesse mentre la voglia di studiare diminuisce esponenzialmente.
Tutto ad un tratto, i genitori, quei due esseri che vivono in casa con noi, che un tempo ci sembravano “perfetti” a tal punto da voler spendere ogni singolo momento della giornata con loro, diventano due persone noiose che sono in grado di farci venire il nervoso solo respirando.
“Cosa mi sta succedendo?” “Cosa sta accadendo al mondo intorno a me?”. Eh sì, è arrivato il momento di dirlo: “Benvenuta adolescenza!”.
Che cos’è l’adolescenza?
E’ quella fase particolare di vita in cui, ogni ragazzo, compie il passaggio da “bambino” ad “adulto”.
In questo percorso il compito dell’adolescente è costruire la propria identità che lo accompagnerà, con numerosi cambiamenti, per il resto della sua vita.
Le domande che gli adolescenti si pongono sono: “Chi sono?”, “Chi voglio essere?” “Quali sono le mie qualità?” “Quali i miei limiti?”.
Affinché questo passaggio di stato avvenga devono realizzarsi varie trasformazioni.
Esse alla fine di questa fase, porteranno il piccolo bambino ad essere un adulto autonomo e indipendente, capace di contare su di sé e di affrontare le sfide della vita.
Quali cambiamenti?
Il percorso adolescenziale inizia con una serie di modificazioni fisiche.
Gli ormoni fanno sviluppare nei ragazzi i caratteri sessuali secondari che consistono nello sviluppo di peli, cambio della voce, barba per i maschi, il menarca e l’aumento del seno per le femmine.
I cambiamenti corporei innescati dalla pubertà scatenano importanti trasformazioni anche nella mente degli adolescenti.
Vedersi diversi davanti allo specchio porta a dover elaborare una nuova immagine di sé: il nuovo corpo va integrato nella mente.
E’ in questo momento che emerge il bisogno di affermare che il proprio corpo appartiene a sé, che fa parte della propria identità e su di esso si possono fare scelte e prendere decisioni.
Ecco qui che il figlio arriva con il desiderio di farsi piercing e tatuaggi, metodi di affermazione di sé che spesso preoccupano i genitori.
In adolescenza emerge anche la capacità di pensare in astratto“Se io facessi…”, “Se potessi...”, l’attitudine all’autoriflessione e all’introspezione. Queste abilità favoriscono la possibilità di pensare in modo autonomo e di riflettere sulle proprie e altrui emozioni.
Come spesso si può notare, in questo periodo le emozioni sono vissute in modo estremo: sia le emozioni negative sia positive vengono provate in modo più intenso.
Questo fornisce la possibilità all’adolescente di imparare a regolare le proprie emozioni e a mettersi nei panni dell’altro sviluppando l’empatia.
Un ultimo, ma non meno importante cambiamento, riguarda le relazioni: diventano sempre meno importanti le relazioni familiari, incluse quelle con i genitori, e sempre più importanti quelle con i pari.
La relazione con gli amici permette all’adolescente di trovare uno specchio entro cui rivedersi, di dare e ricevere supporto facendo sviluppare le sue capacità di stare in relazione con gli altri.
All’interno dei rapporti con i pari spesso si sviluppano delle relazioni sentimentali che rispondono ai bisogni affettivi, di tenerezza e sensualità dell’adolescente.
Lasciare che anche il rapporto con lui/lei si trasformi
Spesso i genitori si chiedono come poter aiutare il figlio in questa delicata fase della sua vita.
Essi hanno spesso la sensazione di non avere la situazione sotto controllo e si sentono impotenti. La sensazione di sentirsi “estromessi dalla vita del figlio” fa provare loro un sentimento di inutilità che porta i genitori stessi ad interrogarsi sulla propria vita, ricercando il senso e l’utilità delle scelte finora fatte.
ll cambiamento in questa fase, non coinvolge solo l’adolescente, ma riguarda l’intero nucleo familiare.
Risulta fondamentale che i genitori siano consapevoli dell’importanza del proprio ruolo in questa fase delicata, favorendo costantemente il confronto con il figlio adolescente.
In questo periodo conflitti aumentano proprio perché, grazie al continuo confronto, anche aspro e vivace, si avviano quei cambiamenti nel rapporto che sono necessari alla famiglia intera per superare questa fase.
Conflitti
Si discute per temi apparentemente banali: le uscite serali, i soldi, l’abbigliamento, l’aiuto in casa.
Ma le questioni in gioco sono altre: la possibilità di dire di “No”, quella di frequentare persone nuove, di sbagliare e non seguire i consigli degli adulti.
Quello che chiede ogni adolescente è la possibilità di sperimentarsi come diverso dai propri genitori, paradossalmente proprio con il supporto dei genitori stessi che hanno il compito di aiutarlo attraverso la ricerca di una “giusta distanza”.
Questo non significa per l’adolescente voler rompere il legame ma poter avere la libertà di viversi, di creare nuove relazioni amicali e sentimentali al di fuori della famiglia.
La sicurezza di poter sempre tornare gli consente di allontanarsi con maggiore serenità e di affrontare le nuove esperienze sentendosi al sicuro.
Essere base sicura
Tanto più i ragazzi sentiranno che la relazione con i propri genitori è sicura e basata sulla fiducia, tanto più si sentiranno liberi di sperimentare nuovi legami.
Non avranno infatti bisogno di continue conferme delle disponibilità dei propri genitori, ma certi di ciò, tenderanno sempre di più a distanziarsi dai genitori per investire su legami e relazioni al di fuori della famiglia.
E vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi
Buongiorno amici . Oggi parliamo di genitori e di quanto siano, loro, i migliori influencer per i propri figli.
Genitori
Ah che bello fare i genitori. Cresci i tuoi figli, vivi con loro emozioni e tappe importanti della sua vita e, se hai l fortuna dia verne più di uno, è un viaggio che si ripete m sempre in modo differente.
E, parliamoci sinceramente, come vi mancano quando non sono più a caso, se sono giovani, semplicemente vanno in vacanza per qualche giorno in più.
Beh, questo vi fa capire quanto, aldilà delle discussioni dell’età adolescenziale, all’ordine del giorno, tutto è meravigliosamente importante.
Ma cosa siete voi dai primi giorni di vita? D quando sono bambini fino a che non lasciano l’ovile?
Influencer
Siete esattamente i loro più importanti influencer( e, a mio avviso, dovreste essere anche i soli ma ahimé non è così).
Ma chi sono questi influencer? Riflettiamo sulla parola: influencer. Ossia una persona che, letteralmente, influenza il pensiero, i gusti, la vita, il quotidiano di un’altra persona.
Attenzione, non è un manipolatore. Ma sono quelle persone per cui proviamo una profonda ammirazione ed empatia da esser un esempio che ci porta a comportarci come loro.
E cosa dico sempre io? che i genitori devono essere il buon esempio per i figli fin da che sono bimbi piccoli.
Esempio e guida
Ogni volta che diciamo una cosa che, per noi, è importante, ogni regola, indicazione, suggerimento e anche rimprovero sembra crolli da dosso ai figli. In realtà non è così.
Ma cosa succede.
Prediamo un esempio semplicissimo. Se dite a vostro figli “perché non leggi un libro. E’ bello farlo”, il ragazzo, ma anche il bimbo, non ne è interessato. Anzi, la vede quasi come una costrizione , un compito, nulla di tanto interessante e piacevole.
Se invece di dirlo lo fate vedere, se vostro figlio vede che dopo cena siete interessati a leggere “quel” libro, vi chiederà di cosa parla, perché siete così interessati a questa stori…fino al..”voglio leggerlo anch’io”.
E ancora “tesoro non devi fumare perché fa malissimo”…e poi vostro figlio vede che fumate h24 capite che due domande se le fa. “Lo fa mamma posso farlo anch’io”…ma, così, non dimostrate coerenza con la regola e l’insegnamento che volete far passare.
Certezze
Cominciate a fare i loro influencer da piccini, il periodo più delicato ma dove i figli sono delle spugne che assorbono tutto quello che vivono in casa, sentono, vedono.
Se voi sarete il loro esempio, la loro guida, vedrete che l’adolescenza sarà meno difficile perché sarete la loro fonte di ispirazione.
E vi ricordo che, se avete bisogno, potete contattarmi qui
Buongiorno amici. Oggi parliamo del conflitto tra giovani e boomer.
I motivi principali?
I “grandi” fanno fatica a vedere che i tempi cambiano, oltre a manifestare una certa noncuranza verso le opinioni dei ragazzi.
Tanti adolescenti, poi, sentono una mancanza di comprensione del loro rapporto con il digitale
I grandi? Poco aggiornati e molto distratti
Tra gli elementi che, a detta delle generazioni Z e Alpha, contribuiscono ad allargare la distanza tra i due universi c’è prima di tutto il fatto che le “classi” precedenti non capiscono che i tempi sono molto cambiati rispetto a quando erano giovani loro: così per il 62% degli intervistati.
A seguire, l’idea che da parte dei grandi ci sia una totale noncuranza per quel che pensano i più piccoli: a dirlo è il 46%.
Al terzo posto, troviamo la percezione che i cosiddetti “boomer” non comprendano il rapporto tra i ragazzi e la dimensione digitale, in particolare con i social network: il 41% colpevolizza gli adulti per questo.
Molto quotata – indicata da circa 1 su 3 – anche l’accusa di non capire desideri, passioni, priorità, sentimenti e timori delle nuove generazioni.
Dialogo
E poi ci sono le questioni prettamente legate al “dialogo” in casa.
A renderlo parecchio complicato, lato genitori, ci sono soprattutto tre fattori.
Per cominciare, il fatto di non mettersi mai in discussione e di pensare di avere sempre ragione: lo afferma il 38%.
Quasi alla pari (37%) c’è l’abitudine di tirare fuori la fatidica frase “ai miei tempi…”, lontani però ormai decenni. Senza dimenticare l’utilizzo dei voti scolastici come indice universale di soddisfazione: se ne lamenta il 33%.
Da non sottovalutare, infine, anche l’apparire distratti e quasi di “fingere” di ascoltare ciò che dicono i figli (e i giovani in generale) ma anche di pretendere troppo dai ragazzi, caricandoli di responsabilità.
Entrambi gli aspetti vengono rilevati da oltre uno intervistato su quattro e, nel caso delle ragazze, le percentuali salgono ulteriormente.
A conti fatti, solo il 19% degli intervistati non si sente di rimproverare nulla agli adulti di riferimento.
Il confronto tra figli e genitori è ai minimi termini
Tutto quanto appena detto, all’atto pratico, si traduce in una diffusa incomunicabilità. Solamente il 40% dei ragazzi dice di condividere con una certa frequenza le proprie idee e i propri pensieri con i genitori.
Quasi il doppio (79%) preferisce di gran lunga farlo con amici e coetanei.
Ma mamme e papà sono fortemente insidiati anche da fratelli e sorelle, che ottengono un buon 30% di preferenze.
I genitori risalgono un po’ nella gerarchia dei “confessori” giusto se c’è un problema: in questi casi è il 43% a scegliere loro per parlarne.
I fratelli perdono un po’ di affidabilità, interpellati solo dal 22%. Ma la via che rimane più battuta è quella che porta verso i pari età, percorsa prioritariamente da circa i due terzi degli intervistati (64%) anche se la questione è più delicata.
Soluzioni?
Tante e tutte diverse in base alle situazioni, la caso, ai soggetti coinvolti.
Ma la cosa che accomuna tutti è una: l’empatia.
E la presenza. Crescete coi vostri figli, cercate di far capir loro che voi ci siete sempre, anche senza parlare.
E ogni volta che avranno bisogno di voi sarete pronti ad ascoltarli e supportarli davvero, senza essere giudicanti.
Interessatevi ai loro interessi, comprendeteli, capite i loro silenzi e se avete bisogno di me contattatemi