Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sul tagliare i ponti.
Tagliare i ponti, a volte, è di fondamentale importanza.
Perché..
Pensiamo a noi adulti e a noi ragazzi.
In una situazione adulta, solitamente all’interno di una coppia, facciamo l’errore di voler “aggiustare” una situazione che sappiamo non porterà a nulla.
“ma magari cambia… Magari è colpa mia”
” adesso metto un cerotto a tutto e voltiamo pagina”.
No, non funziona così.
Ragazzi
Quando siamo adolescenti la cosa più importante è sentirci parte di un gruppo di coetanei. E, spesso, si fa l’errore di annullare la nostra personalità per accondiscendere al volere del gruppo.
Perché? Per essere accettati.
Errore – tagliare i ponti
In entrambi i casi facciamo un gravissimo errore. E perché?
Per paura di rimanere soli. Ma non è così.
Non siamo per tutti né tantomeno dobbiamo per forza piacere a tutti o farci piacere tutti.
Per quale motivo?
Feelings
Come vi sentireste in una situazione del genere? Senza farvi conoscere davvero, senza far sapere agli altri cosa ci fa star male, cosa ci rende felici?
Frustrati, infelici.
Cosa fare? Tagliare i ponti
Tagliate I ponti, con tutte quelle situazioni e persone che vi fanno stare male, che non ridoettanonil vostro modo di essere, che non vi rendono sereni.
Che non sono un valore aggiunto per la vostra vita. Io spero che riflettere sul tagliare i ponti vi sia stato d’aiuto.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di maschi e femmine e di come dovrebbero essere educati.
Purtroppo vedo ancora molte famiglie fare la differenza su come educare un figlio rispetto a una figlia.
E per quale motivo?
Bimbi
I bambini sono tutti uguali e hanno bisogno degli stessi valori per diventare prima adolescenti e poi adulti sereni e senza l’idea, inculcata dall’infanzia, che un ♂ può ed ha il diritto di essere e fare determinate cose e la femmina no solo perché femmina.
“non pui giocare con le bambole o fare il ballerino…sei un maschio queste cose sono da femminucce”…
e ancora “ma sei una bambina, non puoi giocare a calcio…è uno sport da maschiacci questo”…
Ideali
I ragazzi devono crescere con l’idea che tutti possono e hanno il diritto di fare e diventare quello che vogliono. Negli ultimi anni si vedono donne che fanno lavori o sport che prima erano “non adatti” a loro. Che assurdità.
Sapete qual’è l’unica , forse, sostanzaiale differenza tra uomo e donna? La forza fisica( generalmente è così, poi ci sono sempre le eccezioni ovvio).
Ma per tutto ilr esto, le donne e gli uomini hanno le stesse potenzialità, le stesse capacità per fare quello che più desiderano. Ovviamente, in base alle loro inclinazioni, ai loro obiettivi.
Tante sono state le donne che hanno, nella storia, eguagliato gli uomini in un periodo storico in cui non erano granché considerate. Pensate solo alla regina Elisabetta, un esempio recente, cotnrocorrente per gli inizi del secolo partecipando attivamente alla vita militare.
O ncora alla prima donna pilota d’aerei o alla nostra mervaigliosa Cristoforetti, primo astronauta donna a capo di una spedizione.
Eppure? Ancor amolte persne lo beffeggiano. Ancra molte persone non considerano uan donna medico o manager in grado di esserlo perché donna. Ma il motivo?
Famiglia
Vero è che, negli anni ’50 la maggior parte delle famiglie educavala donna ad essere l’unico membro della famiglia a badare alla casa, ai figli, al marito.
Ora, nel 2022, quasi 23, purtroppo, c’è ancora chi non si è evoluto ed edcua i bambini in questo modo.
Purtroppo, nel mondo del lavoro e non solo la donna deve faticare il doppio per essere presa in considerazione.
E allora, educhiamoli fin da bambini a sconfiggere questa mentalità.
E se siete figli che cercano di staccarsi dalla realtà in cui vivono e volete una persona che vi aiuti in tutto questo; o sesiete genitori e volete capire melgio il mondo dei vostri ragazzi contattatemi nella sezione contatti e consulenze del sito
O su camtv come dottoressanapolitano o col nome del canale “adolescenti istruzioni per l’uso”
Buonigorno amici. Oggi riflettiamo sul fatto che i figli non riparano nulla.
Uno degli errori che fanno i genitori è quello di avere aspettative sui figli…aspettative, spesso, malate.
Mi capita spesso, purtroppo e lo ribadisco, di incontrare mamme, o papà ( ma sono in minoranza in questo caso), che pretondono che il figlio sia quello che vogliono, che faccia quello che vogliono, che studino quello che decidono loro e che abbiamo gli obiettivi che loro, da giovani, non son riuscite a realizzare.
Ma vi siete chieste, o chiesti, se è proprio questo che è melgio fare per loro?
Errori
A volte viene così spontaneo comportarsi in questo modo che nemmeno ci accorigmao dell’errore che si sta facendo. Magari perché noi stessi siamo stati vittime di un atteggiamento di questo tipo.
E’ il solito discorso della famiglia, del retaggio culturale: siamo crescouti così, ergo, pensiamo sia nrmale comportarsi così.
O, forse, siamo stati costretti, mossi d ricattini morali o dal non voler deludere nessuno, a prendere starde che non desideravamo.
Riflettete
Ma mettetevi ovi, ora, al posto di un figlio, di un ragazzo, non più bambino ma nemmeno ancora adulto, che non può esprimere la propria personalità, le proprie idee, le proprie opinioni.
Un ragazzo che ha i propri sogni,desideri ma ha paura a comuncialri perché non corrispondono a quello che la famiglia ha pensato, anticipatamente, per lui.
Vi accontenterà, certo, perché non vuole deludervi ma cfrescerà insoddisfatto, frustrato, andrà incontro a fallimenti quasi certi perché fa cose che non sono nella sua indole e natura.
E , col tempo, darà la colpa, giustamente(mi permetto di dire), a voi per le sue frustrazioni. Vi sembra giusto? Vis embra il modo corretto di crescere un ragazzo che diventerà presto un adulto e non saprà come camminare da solo nel mondo? no, non lo è.
Vuoti
I figli, oltretutto, non devono essere ricatto nei casi dis eparaione, non è un pacco dono nè una proprietà privata.
Non devono colmare i vostri vuoti. Mis ento sola quindi mio figlio non può andare a vivere da solo.
“dopo tutto quello che ho fatto per lui/lei adesso che o bisogno io se ne va”
Vi sembra corretto? I figli hanno il diritto di cotruire una proprià identità, una propria ita.
Questo non vuol dire che vi abbandonerà…vuol dire che sta crescendo, che avete fatto il giusto lavoro dig eniori che aiutano i propri figli a trovare la LORO strada.
Riflettete su tutto questo e, se avete bisogno di me, che voi siate genitori o figli, contattatemi nella sezione “contatti e consulenze” del sito
Buongiorno amici. Oggi parliamo di bugie delgi adolescenti.
Le bugie degli adolescenti nel rapporto con i genitori.
Il rapporto tra genitori e figli, spesso, è caratterizzato da momenti di scontro, soprattutto durante il periodo dell’adolescenza, un periodo questo caratterizzato da cambiamenti a diversi livelli e in cui i ragazzi si ritrovano più facilmente a mentire.
Alcuni genitori possono arrivare a chiedersi “ma perché mio figlio mi dice le bugie? Cosa mi sta nascondendo? Sto sbagliando qualcosa?”
Le bugie degli adolescenti
L’adolescenza è un periodo delicato che tutti noi ci ritroviamo ad attraversare. Un periodo in cui avvengono cambiamenti a livello fisico, ma anche a livello psicologico e sociale.
In questa fase l’adolescente sente fortemente il bisogno di essere indipendente e di fare da solo le proprie scelte.
Sarà per questo che un figlio, durante il periodo dell’adolescenza, inizia a dire bugie e a nascondere alcuni comportamenti o azioni, omettendo per esempio dettagli importanti su una o più questioni.
E’ come se le bugie in adolescenza diventassero quasi quel rifugio in cui rintanarsi.
Per quanto tutto questo possa dare “fastidio” ai genitori è importante prendere atto del fatto che questo processo è funzionale e del tutto fisiologico: un adolescente che dice bugie, cerca di capire meglio se stesso, prendendo le distanze dai genitori per ritrovare uno spazio in cui esercitare la propria autonomia.
In un primo momento questo può far scattare la rabbia: un genitore che scopre le bugie del proprio figlio può arrivare a sentirsi tradito, deluso. Eppure da genitori dovremmo ricordare che anche una bugia può essere un punto di partenza per capire meglio i bisogni di nostro figlio.
Insomma la bugia è accettabile e fa parte del nostro percorso di crescita e di quello dei nostri figli. Ovviamente il “dire bugie” non deve diventare un’abitudine, o meglio, il proprio modo di rapportarsi all’altro.
Si può dire allora che “la bugia è una tappa fisiologica del processo di crescita. Altrimenti sono sempre mamma e papà che decidono e fanno al posto loro. Mentre i figli non crescono mai”, afferma la psicologa Paola Scalari.
Bugie degli adolescenti e loro funzione
Da quanto abbiamo detto, possiamo evincere una bella verità: una bugia sembra avere un obiettivo o comunque una funzione specifica.
Pensate ad un bambino di 3-4 anni: le sue bugie fanno parte del suo mondo fantastico in cui sembra essere tutto possibile. Per questo, per evitare ad esempio una punizione, un bambino di quest’età può arrivare a dire una bugia raccontando delle storie fantasiose.
Un adolescente, invece, spesso arriva a mentire perché sente di dover di difendere i propri spazi e la sua privacy: tutto ciò è funzionale al raggiungimento della sua autonomia.
A volte le bugie degli adolescenti servono per:
Affermare se stessi. A volte gli adolescenti compiono azioni mal viste dai genitori, come fumare o bere e di conseguenza arrivano a mentire per preservare il quieto vivere.
Aggirare un ostacolo. Quando un adolescente è convinto che dire la verità significa ricevere un no, può decidere di dire una bugia.
Evitare le punizioni. Per paura della reazione dei genitori, spesso un adolescente decide di mentire.
Bypassare il controllo dei genitori che in certi casi risulta particolarmente oppressivo.
Evitare di deludere uno o entrambi i genitori.
Ottenere considerazione e attenzione da parte del genitore: spesso si mente anche per attirare l’attenzione su di sé.
Evitare di sentirsi incompresi se dicessero il vero.
Bugie degli adolescenti che nascondono un disagio
Dietro alle bugie degli adolescenti potrebbero esserci le specifiche problematiche e dei disagi più profondi.
Un adolescente a volte può dire una bugia per compensare la sua bassa autostima, a causa di un disagio sociale o emotivo. Alla base insomma potrebbero esserci depressione, stress o altro.
Insomma, dietro ad una bugia può esserci davvero il mondo: per questo un genitore dovrebbe vivere questa “situazione” come un’opportunità per conoscere meglio il proprio figlio e migliorare il dialogo con lui.
Ovviamente va anche tenuto conto della bugia che viene detta: bisogna contestualizzarla e darle il giusto peso.
Esistono bugie e bugie. Se nostro figlio ci dice, ad esempio, che ha finito di fare i compiti, perché non vede l’ora di andare a giocare e questo non è vero, sicuramente non bisogna farne un dramma.
La questione cambia se queste bugie riguardano cose più serie e possono metterlo nei guai.
In questi casi bisogna tenere alta l’attenzione, che non significa stare addosso ai figli.
Vediamo ora quali sono i campanelli d’allarme che ci fanno capire se nostro figlio ci sta mentendo o meno.
Campanelli d’allarme: quali sono?
Riconoscere le bugie è fondamentale, perché come accennato, a volte rappresentano il sintomo di problematiche più serie e non semplicemente delle “cose da far passare come inosservate”.
Sicuramente è importante prestare attenzione a quello che i nostri figli ci dicono, ma anche al loro linguaggio del corpo.
Quando un adolescente mente evita di guardare negli occhi il genitore, gli tremano le mani o la voce.
Un adolescente che dice una bugia di solito tende a ripetere diverse volte lo stesso concetto magari aggiungendo dettagli con l’intento di rendere più veritiera la propria bugia.
Inoltre è importante considerare le loro abitudini, se sono cambiate.
Il loro umore, i rapporti che intrattengono con gli altri.
Dobbiamo certamente osservare nostro figlio e ciò che si muove intorno, senza però essere opprimenti.
Ricordiamo che un figlio ha il diritto di sbagliare.
Il ruolo dei genitori: cosa possono fare?
Se da una parte le bugie degli adolescenti fanno parte del percorso di crescita, dall’altra possono nascondere un disagio, come già accennato.
Alla base deve esserci sicuramente una buona comunicazione: solo così un genitore avrà la possibilità di capire e quindi aiutare il proprio figlio.
Ma concretamente cosa può fare un genitore in questi casi?
Come comportarsi con i figli
Vediamo qualche consiglio utile.
Evitare di considerare la bugia del figlio come un attacco personale, non entrare in sfida con lui e interessarsi alla motivazione sottostante la bugia.
Mantenere un dialogo sano: un genitore deve essere aperto e mostrare disponibilità circa la comunicazione. Non deve sicuramente avere un atteggiamento rigido e appunto permettere al figlio di aprirsi, senza sentir addosso il giudizio. Frasi del tipo “sei un bugiardo” tendono a chiudere il confronto e la comunicazione. Meglio adottare frasi del tipo “va bene, cosa è successo, come ti senti?”. Insomma l’attenzione deve ricadere sul figlio più che sulla bugia che ha detto.
Creare un clima di fiducia. Un adolescente ha la necessità di fidarsi. Il genitore è il punto di riferimento: a chi possiamo rivolgerci se non ai nostri genitori? Più un adolescente non si fida del proprio genitore, più sarà in un certo senso incline a mentire.
Favorire il confronto esercitando un ascolto attivo. Da genitori dobbiamo considerare la posizione di nostro figlio evitando di dare per scontato che debba ascoltare noi. Ascoltiamoli per comprendere le loro azioni, le loro emozioni, per fare attenzione a quello che provano, a quello che sentono.
Evitare di utilizzare frasi che iniziano con “devi”. Un adolescente vede in quel deve una minaccia e con questo presupposto è più facile che dica una bugia, piuttosto che una scomoda verità.
Evitate di caricare figlio di aspettative esagerate. Se non è in grado di soddisfarle, sarà maggiormente portato a mentire per evitare di deludervi.
Siate chiari e sinceri. Dobbiamo fungere, in un certo senso, da modello positivo. Dare l’esempio a volte è più importante di tante altre parole. Se una madre o un padre riescono ad essere sinceri, onesti, è più facile che diano un esempio di modello positivo che il figlio potrà seguire. Evitiamo quindi di mentire a nostro figlio, altrimenti indirettamente, gli trasmettiamo il messaggio che dire una bugia è meglio che confrontarsi. La comunicazione in questi casi è come se passasse in secondo piano.
Come porsi da genitori
Ricordiamo sempre che i figli osservano i comportamenti dei genitori.
Educhiamo i figli a raccontare la verità, anche quando non ci piace. Come afferma la psicologa Paola Scalari “È senz’altro importante che il genitore educhi il ragazzo alla verità, che serve non solo per costruire con lui un rapporto basato sulla fiducia, ma anche per abituare il ragazzo ad affrontare la realtà, quella che piace e quella che non piace, e a non nascondersi dietro una bugia per scappare da una situazione difficile o che impaurisce”.
Se vostro figlio vi ha raccontato una bugia grossa rimproveratelo, evitando di punirlo, quanto piuttosto cercando di spiegare perché quello che ha fatto è sbagliato e mettendo in rilievo il fatto che se vi avesse raccontato la verità, l’avreste comunque supportato.
Aiutate i vostri figli a valutare i pro e i contro delle loro azioni e il fatto che è importante prendersi la responsabilità delle proprie scelte, anche di quelle sbagliate. Perché se sbagliano, non significa che sono sbagliati, ma semplicemente umani. In questo senso potrebbe essere utile far presente ai vostri figli che commettere un errore non è la fine del mondo, ma un passo che a volte dobbiamo fare per riprendere la retta via. Sbagliare significa avere l’opportunità di imparare. Imparare, soprattutto dai nostri passi falsi, che se condivisi con i nostri genitori, possono rappresentare un valore aggiunto per la nostra crescita.
Mettete in rilievo il fatto che mentire complica i rapporti. Per quanto dire una bugia serva a provare un sollievo, è più utile dire la verità. Se ci pensiamo dire una bugia significa doverne dire un’altra e un’altra ancora. Tutto questo provoca sentimenti di ansia e tensione, finendo per complicare il tutto.
Insomma, dire la verità, anche se all’apparenza può sembrare difficile, è la soluzione che ci può salvare. Questo deve essere chiaro anche ai nostri figli.
Se avete poi bisogno del mio aiuto potete contattarmi nella sezione contatti e consulenze del sito
Riflettiamo su questa bellissima frase di Montaigne.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo su il coraggio.
Non dovrebbe essere un’imposizione ma,in realtà, purtroppo, molte volte è così.
Il coraggio…coraggio di fare, di dire, di esprimersi…ecco, proprio questi ultimi aspetti sono i più difficili.
Riflettiamo
Perché, troppe volte, per non dire sempre, riusciamo più a fare quello che abbiamo in mente e non ad esprimerlo?
Quante volte i ragazzi, e non solo, sono costretti a dire bugie bianche per fare quello che desiderano?
“io vorrei andare a ballare…vorrei suonare la chitarra…vorrei fare quella o questa scuola ma non riesco a dirlo ai miei”…”esco con il mio fidanzato ma mamma e papà non lo sanno, non ho il coraggio di dirlo”…
Ecco, non ho il coraggio di dirlo. E perché? Ce lo siamo mai chiesti perché è così difficile dire ,esprimere un concetto, un desiderio, una volontà.
No,non lo sanno però lo faccio lo stesso perchè, alla fine, li metterò al corrente a cosa già compiute e non potranno rifiutare nulla.
Perché?
Perché succede? Perchè, spesso, siam cresciuti in un ambiente dove tacere à meglio per non causare problemi.
Perché a casa non c’è mai stato un vero e proprio dialogo.
Perché abbiamo paura di ripercussioni, per pregiudizi stupidi sulla base di nulla.
Perché non vengo mai ascoltata …per esprimere un concetto devo alzare la voce o compiere dei gesti estremi. solo così mi considerano, forse”
Per paura di punizioni, divieti, per paura che qualcuno distrugga i nostri desideri, perché “per loro tutto è tabu”.
Dialogo
Pensateci…alla base di tutto questo c’è sempre la mancanza di dialogo e di ascolto attivo. C’è la mancanza di apertura mentale, ci sono solo pregiudizi. E allora che si fa? Si preferisce tacere e nascondere.
Ma come vi sentite alla fine? Frustrati, depressi, rabbiosi…in un limbo.
Esternare
E allora non abbiate mai e dico MAI paura di esprimere voi stessi…i vostri concetti, desideri, emozioni.
Fate sempre sentire la vostra voce anche se avrete, in alcune occasioni, tutti contro. Solo così vi farete conoscere davvero. Solo così vi contornerete di persone che vi amano davvero.
Solo così potrete cambiare il rapporto che c’è in famiglia.
E se avete bisogno del mio aiuto contattatemi pure nella sezione contatti e consulenze del sito
o, in alternativa, su camtv come dottoressa napolitano o col nome del canale “adolescenti istruzioni per l’uso”
Buongiorno amici. Oggi parliamo di violenza assistita sui bambini.
La violenza assistita è una violenza a tutti gli effetti, ha lo stesso impatto psicologico di quella fisica e diretta, non può essere trascurata.
VIOLENZA ASSISTITA significa far assistere al minore a scene di violenza fra i genitori, dove i maltrattamenti possono essere di tipo fisico, sessuale, psicologico ed economico.
Il bambino può fare esperienza diretta della violenza intrafamiliare, quando avviene nel suo campo percettivo o indiretta, quando è a conoscenza dei conflitti tra i genitori o quando ne percepisce gli effetti.
I livelli di violenza a cui un figlio può essere esposto sono svariati: dalla piccola violenza quotidiana, alle forme più gravi, che creano nel minore traumi tanto gravi quanto le altre forme di violenza.
È violenza anche quando i genitori amplificano i propri stati ansiosi nei figli, esponendoli a situazioni psicologiche difficili da affrontare, senza curarsi del carico emotivo negativo che provocano nei propri bambini.
I danni della violenza assistita a breve e a lungo termine
Purtroppo, si vive ancora nella convinzione errata che i bambini non vedano o non capiscano realmente cosa accade sotto i loro occhi all’interno delle mura domestiche. I bambini vedono e sentono tutto e si comportano di conseguenza.
Subiscono, anche se a volte non lo manifestano apertamente e si portano dentro i segni a volte apparentemente invisibili della violenza assistita.
Viene trascurato l’impatto da un punto di vista emotivo, fisico, relazionale, affettivo e sociale di queste forme di violenza che a volte sono estremamente condizionanti e hanno esiti clinicamente importanti.
violenza domestica
Le differenti modalità con cui si agisce la violenza all’interno delle mura domestiche costituiscono, per la vittima, una condizione che confonde e destabilizza l’integrità e la personalità di un bambino ancora in fase di maturazione e di stabilizzazione dei tratti andando a gravare sul processo di crescita.
Si favoriscono, così, gravi conseguenze sullo sviluppo psicologico a breve, medio e lungo termine.
Enuresi, encopresi, disturbi alimentari, bassa autostima, sbalzi d’umore, mancanza di fiducia negli altri, dipendenze da droghe e alcol, difficoltà di apprendimento, depressione, ritardo nello sviluppo, fino ad arrivare alla prostituzione, delinquenza, criminalità e sviluppare disturbi psicopatologici in età adulta.
Psicosomaticità
Anche se non lo esprimono a parole o con comportamenti manifesti, l’impatto della violenza assistita si manifesta con problematiche psicosomatiche, di umore, di autostima, relazionali e legate all’inibizione dell’esternazione dei propri stati interni.
Certamente, le reazioni più gravi a un’esposizione sistematica e continuativa alla violenza, si manifestano in quei bambini costretti a vivere in un contesto familiare che li tiene continuamente in allarme, in quanto il minore non si sente protetto.
Se il vissuto traumatico del bambino vittima non viene elaborato e rimane inespresso, l’impatto sulla psiche sarà ancora più devastante.
Un bambino che è cresciuto in un ambiente violento, non ha sicuramente sviluppato un legame di fiducia con il genitore, o con i genitori violenti, non può fidarsi di lui e affidarsi a lui (o loro) dopo aver visto le sue reazioni e aver subìto i suoi comportamenti.
Vive in una condizione di costante allerta, di attivazione interna generata dalla paura che la violenza sia dietro l’angolo.
Vivere a contatto con il, o i genitori violenti, potrebbe rappresentare un rivivere, anche in maniera indiretta, ciò che è stato subito per anni.
Come possono lasciarsi andare, esprimersi e vivere invece che sopravvivere? Chi aiuta questi bambini che si sentono soli e troppe volte non riconosciuti e incompresi?
Vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete cotnattarmit ramite la sezione contatti e consulenze de sito
Vi leggo storie tratte dal libro “cuori connessi”.
Buongiorno amici. Oggi vi leggo due storie di bullismo, scritte dal pugno di chi lo ha subito, e redatto da Luca Pagliari.
Il libro in questione è “cuori connessi”, redatto, appunto , da Luca Pagliari, con la collaborazione della polizia di stato, ma scritto da chi il bullismo l’ha subito e, a volte, l’ha provocato.
Storie
Oggi vi presento due delle storie, riassunte ovviamente, che troverete nel libro, due delle tante.
Avevo già fatto uan diretta di questo tipo tempo fa, leggendo altre storie.
E’ un tema, lo sapete, cui sono legata e che voglio riproporre ciclicamente per cercare di combattere il bullismo, visto anche le due ultime notizie degli ultimi giorni.
E, allora, vi lascio alla visione, ma soprattutto all’ ascolto, della diretta.
Buongiorno amici:) Oggi parliamo di depressione da social e adolescenti.
Una diretta correlazione tra il tempo trascorso sui social network e il calo del tono dell’umore nonché con lo sviluppo di disturbi di vario genere (alimentari, comportamentali, sessuali).
Che nelle forme peggiori può dare origine a una vera e propria patologia, chiamata “depressione da social”. Specialmente se chi è davanti allo schermo del computer o dello smartphone è un minore.
E’ la preoccupante conclusione a cui è giunto uno studio condotto dalla Società Italiana di Pediatria (SIP), recentemente pubblicato sulla rivista International Journal of environmental research of public health, facendo ordine nella vasta letteratura scientifica prodotta sull’argomento negli ultimi 18 anni.
Depressione da social, bambini e ragazzi davanti allo schermo per troppo tempo
Come riporta il sito Skuola.net, sui 68 studi analizzati dai pediatri, ben 19 – ovvero circa 1 su 4 – segnalano un’associazione significativa tra depressione e uso delle piattaforme social.
Quello che resta da vedere, come sottolinea Rino Agostiniani, Consigliere Nazionale SIP, è “se l’uso dei social porti a una maggiore depressione o se questi sintomi depressivi inducano le persone a cercare di più i social media (il che potrebbe alimentare un circolo vizioso).
Ciò che però emerge in maniera inequivocabile dai lavori svolti sinora è che più tempo bambini e adolescenti trascorrono sui dispositivi digitali, più alti livelli di depressione vengono segnalati.
E ciò avviene senza grandi distinzioni geografiche: dalla Svezia all’Egitto”.
Meccanismi
Ma per quale motivo si innesca un meccanismo del genere? Sono gli stessi pediatri a provare a dare una spiegazione.
“La depressione è collegata a un rapido aumento della comunicazione digitale e degli spazi virtuali che sostituiscono il contatto faccia a faccia con uso eccessivo dello smartphone e delle chat online.
Bambini e adolescenti navigano in Internet per lo più da soli, consultando con assiduità i social media.
Primi tra tutti, Instagram, Tik-Tok e Youtube. Con inevitabili conseguenze sulla loro vita: dalle interazioni sociali e interpersonali al benessere fisico e psicosociale”.
Fragilità_ depressione da social e adolescenti
Perché è molto facile che questo stato di fragilità emotiva, dalla dimensione digitale, esca e vada a produrre effetti negativi sullo stato di salute generale.
Alcuni esempi?
La “depressione da social” potrebbe essere benissimo alla base di: problemi psicologici, disturbi del sonno, dipendenza, ansia, problemi comportamentali, distorsione della percezione del proprio corpo, ridotta attività fisica.
Nonché patologie strettamente legate all’uso delle nuove tecnologie, come disturbi visivi e posturali, rachialgia, tendinite, fino al cosiddetto “pollice da sms”.
Minori sui social esposti a messaggi sbagliati, soprattutto su alimentazione e la sessualità
Ma sono soprattutto i disturbi alimentari quelli su cui pongono di più l’accento i pediatri. Anche perché evidenziati da ben 15 studi – oltre 1 su 5 – tra quelli esaminati.
I bambini, rileva l’analisi, quando sono in Rete sono esposti alla commercializzazione di cibi malsani, che inducono a comportamenti non salutari.
Questo perché i minori sono più vulnerabili ai contenuti sponsorizzati e agli influencer e le piattaforme di social media si sono dimostrate inefficaci nel proteggerli dal marketing di cibo spazzatura.
Specie durante la pandemia, avverte la SIP, è aumentato il rischio di un aggravamento delle abitudini alimentari inadeguate, tanto che in un precedente rapporto la SIP ha indagato il fenomeno della “covibesity”.
All’opposto, i social potrebbero anche essere un fattore di rischio per i messaggi pro-anoressia.
Questi messaggi, sottolinea lo studio, non sono più limitati come in passato a siti web che possono essere facilmente monitorati, ma sono stati trasferiti su Snapchat, Twitter, Facebook, Pinterest.
Di conseguenza, i contenuti che incitano a comportamenti alimentari errati sono più facilmente accessibili, da tutti.
Così come bisognerebbe prestare attenzione agli effetti di un eccesso di Internet sulla sfera sessuale.
Le piattaforme social possono, infatti, negli adolescenti possono alterare la percezione della propria sessualità.
L’esposizione a materiale sessuale online anche attraverso finestre pop-up o pubblicità è un rischio reale della Rete e può predisporre a sviluppo di depressione, suicidio e abuso di sostanze.
Cyberbullismo, un rischio reale che colpisce soprattutto i più giovani
Infine, non va dimenticato il ruolo determinante che un abuso dei social potrebbe avere sulle “devianze” più strettamente legate alla sfera digitale.
Come il cyberbullismo (anche questo collegamento è stato rilevati in 15 studi su 68) o il grooming (adescamento) online.
Ciò è dovuto principalmente alla crescente divulgazione negli ultimi anni di messaggi ostili e aggressivi tramite i dispositivi elettronici sotto forma di messaggi, immagini e video condivisi sui social media.
In questo contesto, l’uso problematico dei social media è stato ormai riconosciuto dalla letteratura quale un importante fattore di rischio di cyberbullismo, soprattutto nei ragazzi di età compresa tra i 13 e i 15 anni.
“La diffusione dei social media, soprattutto tra i più giovani richiede un’attenzione particolare.
Un uso non responsabile può creare problemi rilevanti nella vita quotidiana dei ragazzi e delle loro famiglie.
L’età preadolescenziale e adolescenziale rappresenta una fase cruciale per lo sviluppo dell’individuo.
Darvi un ragguaglio sulla depressione da social e adolescenti sia stato utile.
Vi ricordo che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi nella sezione contatti e consulenze del sito
Buongiorno amici. Oggi parliamo di im…possible…ovvero, lotta sempre per ciò in cui credi
Se hai davvero un sogno a cui credi, un obiettivo che vuoi davvero raggiungere niente è nessuno potrà mai fermarti.
Può darsi che quell’ obiettivo va contro le aspettative di tutti. Ma non importa. È il TUO obiettivo e devi metterci tutto te stesso per poterlo realizzare.
Difficoltà-im…possible
Non i dico che tutto sarà facile ma che, al contrario, ci saranno mille ostacoli da superare e, purtroppo, mille persone che cercheranno di fermarti.
Ci sarà di sicuro chi cercherà di screditarti, di farts entire inferiore (ma a chi poi?); chi remerà contro i tuoi ideali.
Ma la colpa sarà tua…
Il problema-im…possible
E adesso tu mi dirai “ma come Terry colpa mia??”…
Sì, perché se qualcuno ti fa credere di non essere in grado di arrivare alla meta, se qualcuno ti farà sentire incapace e inferiore la colpa sarà tua erché sarai tu a permettergli di farlo.
E allora cosa fare?
Andare dritto per la tua strada. Nessuno nella vita è arrivato…e nessuno è superiore a qualcun altro.
Se hai chiaro il tuo obiettivo, lotta con tutto te stesso per raggiungerlo, credi in te, nelle tue capacità perché tutti abbiamo talenti diversi.
Dovrai lottare contro chi non avrà le tue stesse idee ma non fermarti e , alla fine del percorso, dimostrerai anche a loro che si erano sbagliati e allora sì, sarai la persona più felice del mondo, orgogliosa di te.
E se da solo non riesci e vuoi il mio aiuto contattami nella sezione contatti e consulenze del sito
Come capire se si sono avvicinati alle droghe, come ascoltarli, come aiutarli.
Buongiorno amici. Oggi parliamo insieme di adolescenti e droga.
Qui di seguito vi ho linkato a diretta fatta su instagram, giusto questa settimana, sul tema.
Molti i partecipanti, molti interessati all’ argomento ed è questo lo scopo delle dirette, cui invito tutti a partecipare il giovedì.
Perché…-adolescenti e droga
Perché gli argomenti trattati toccano la maggior parte di voi..perché, molte volte, siete proprio voi a chiedermi di trattare determinati argomenti per capire cosa fare in certe situazioni.
Il tema della droga, purtroppo, è caro a molti genitori che cercano di capire se il figlio è si è davvero avvicinato a questo mondo come parlare con loro e come aiutarli al meglio.