Buongiorno amici. Oggi diretta adolescenti. Quali i compiti e i bisogni dei ragazzi.
Quali sono i compiti centrali dell’adolescenza (15-18 anni)
IDENTITA’:
il ragazzo e la ragazza hanno bisogno di rispondere alle domande “Chi sono io? Chi voglio essere?”. Chiaramente questi quesiti non se li pongono in modo intenzionale ma emergono dal modo di vestire, di pettinarsi, di porsi, dalle scelte fatte in termini di sport, scuola, amicizie ecc.
Molto spesso a quest’età si parla di ribellione, di “opporsi per porsi”. In effetti l’adolescente si oppone all’autorità (genitori, insegnanti, educatori, allenatori) per salvaguardare la propria posizione. Non è raro vedere ad esempio una sedicenne frequentare un ragazzo che non piace al padre e finchè il padre si oppone, la ragazza continuerà a starci assieme. Nel momento in cui il genitore alza le braccia e si arrende, la figlia lascia il fidanzato. Ha messo in chiaro così che “sono io a guidare la mia vita e a decidere per me”.
SPERIMENTARE:
l’adolescente sente il bisogno di fare “degli assaggini” in tutti i campi che possono comprendere la sessualità, le amicizie, il fumo, le sostanze. Ciò aiuta a capire con chi vuole stare e da chi e cosa si vuole allontanare.
SEPARAZIONE FISICA E PSICOLOGICA
dalle figure adulte. Gianoli ha sottolineato in più modi che se ci si ritrova a ripetere al figlio “questa casa non è un albergo!” oppure “perché non parli più con me?” “perché preferisci stare solo in contatto coi tuoi amici?” siamo all’interno della piena normalità! Compito dell’adolescente è infatti anche quello di trovare la sua dimensione, il suo ruolo nel mondo e per farlo ha bisogno di staccarsi dai genitori, a volte anche ribellandosi. È normale che creino dei giardini segreti e che non desiderino condividere con i grandi ed è bene rispettarli in questo.
Il perché alcune persone, non solo ragazzi, non riescono a rispettare le regole.
Buongiorno amici:) Oggi diretta: perché non rispetto le regole?
Problemi con il rispetto delle regole: perché?
Avete difficoltà ad adattarvi agli ambienti di lavoro? Eravate tra quelli che creavano sempre scompigli ai propri genitori per non aver obbedito? Vi sentite a disagio in contesti in cui gli altri si aspettano che soddisfiate determinati standard? I problemi nel seguire le regole sono innescati dalla necessità quasi persistente di sfidare l’autorità.
Quando questa persona viene sollecitata a rispettare regole o convenzioni, ciò che viene percepito è disagio, disagio e talvolta rabbia.
Tuttavia, la differenza tra chi fa fatica ad accettare le regole e chi le rispetta è il principio di civiltà. Sappiamo tutti che per vivere in società è necessario obbedire a linee guida e regolamenti, ma c’è chi li salta, li trasgredisce o alza la voce per protestare contro quegli invisibili recinti di filo spinato.
Cosa c’è dietro queste personalità?
Nella diretta analizzeremo tutte le tipologie di personalità e capiremo il perché non riescono a rispettare e regole, o linee guida, necessarie per stare in società e che esistono n tutti gli ambiti, dalla scuola, al lavoro alla famiglia, alle relazioni sociali.
Diremo, inoltre, cosa è importante fare in questi casi e ,s e siamo genitori, come comportarsi con i nostri ragazzi.
Come videochiamate e social compromettono l’autostima dei ragazzi
Buongiorno amici. Oggi parliamo de lo specchio digitale.
Social
Le vetrine dei social network, il numero dei like, l’approvazione social condizionano la percezione del proprio corpo e influenzano l’insoddisfazione verso il proprio aspetto.
Tutto questo è vero non solo per pre-adolescenti e adolescenti, che già fisiologicamente affrontano una fase caratterizzata da grandi cambiamenti, ma anche per giovani e adulti, che si confrontano costantemente con immagini e modelli diffusi dai social media.
In una società tecno-mediata, dove ogni relazione e interazione si svolge online, il confronto tra la propria immagine reale e l’immagine ideale che si vorrebbe raggiungere produce sempre maggiore insoddisfazione.
Selfie dismorfia: piacersi solo con filtri e fotoritocco
La ricerca della perfezione sembra prioritaria e i ragazzi sono spinti a trovare strategie di qualunque tipo pur di apparire più belli e ottenere il maggior numero di like.
Tantissimi adolescenti, ma anche adulti, trascorrono ore a scattare foto e selfie che, prima di essere pubblicati, vengono elaborati con programmi e filtri, per eliminare ogni difetto.
Anche influencer, personaggi famosi e star del web sembrano essere stati contagiati da questa mania.
“Mi sono resa conto di non poter più rinunciare all’utilizzo di filtri sui social. Mi sento più vulnerabile e nuda di fronte alla fotocamera, è come se mi fossi abituata ad una nuova immagine e non mi riconoscessi più”
“Quando faccio storie e video da pubblicare online utilizzo sempre un filtro che modifica radicalmente il mio viso. In questo modo riesco a focalizzarmi maggiormente sui contenuti da condividere, senza pensare costantemente alla mia immagine e a come gli altri mi vedono”
Videochiamate: ad una persona su tre non piace la propria immagine online
Le videochiamate sono sempre più diffuse, non sole legate all’ambito scolastico per i ragazzi e lavorativo per gli adulti e diventano uno specchio in cui mentre si parla si vede anche la propria immagine e tutto ciò che può attivare soprattutto in chi tende a guardare i difetti e ciò che non accetta o gli piace.
Si parla di «effetto zoom» per definire l’insoddisfazione per la propria immagine, il viso soprattutto, che molti sperimentano guardandosi nello schermo, proprio come se ci si trovasse sempre di fronte ad uno specchio, nel corso di videochiamate e riunioni online.
In molti casi si ricorre all’utilizzo di tecniche di manipolazione della propria immagine (filtri, illuminazione ecc) e si arriva a concentrarsi più sul proprio viso e su come si appare che sui contenuti in discussione .
Quali conseguenze sugli adolescenti?
Bisogna tener conto di come i ragazzi oggi siano sottoposti, fin da bambini, alla pressione di media e modelli sociali che diffondono una precisa idea di bellezza.
Crescere con l’ossessione dell’apparenza, non sentendosi mai soddisfatti di sé, può determinare vissuti di insicurezza e scarsa autostima.
Non sono ovviamente gli strumenti in sé a determinare effetti negativi, molto dipende dalla modalità con cui vengono utilizzati.
I social possono offrire un modo per connettersi con gli altri, ma possono anche alimentare fragilità già presenti offline.
È fondamentale, dunque, essere sempre attenti e non sottovalutare preoccupazioni e ansie dei ragazzi.
Le conseguenze che derivano dal fatto di essere stati allevati da genitori manipolatori spesso non vengono prese in considerazione. Partiamo dal presupposto che, una volta raggiunta l’età adulta, tutte quelle dinamiche vissute all’interno della famiglia scompaiono, si dissolvono e perdono automaticamente rilevanza. Ma non è così. I segni del controllo psicologico prevalgono e alterano molti strati della personalità e dell’identità umana.
L’autonomia diminuisce se cresciamo sotto l’influenza di un genitore dominante. È normale infatti che, pur avendo già 30 o 40 anni, prevalgano intorno a noi i fili di queste figure. Quasi senza rendersene conto, le decisioni, i progetti per il futuro e anche le relazioni affettive sono condizionate da queste presenze disfunziona
Quali sono quei segni evidenti che siamo stati cresciuti da genitori manipolatori?
1. Avete difficoltà a prendere decisioni
Se siete cresciuti in un ambiente familiare dove gli altri decidevano per voi, è difficile che troviate una vostra autonomia. Come si dice spesso, diventare adulti è imparare a prendere le proprie decisioni. Tuttavia, essendo stata manipolata e controllata per diversi anni, la mente è piena di insicurezze.
Avete paura di prendere le redini della vostra vita, paura dei cambiamenti, di fare il primo passo, di chiudere tappe, iniziare nuovi progetti. La paura è quella particella che gli altri hanno inoculato in voi e che vi rende una persona insicura.
2. Vi mettete a paragone con gli altri
Se c’è una strategia di manipolazione che usano i genitori disfunzionali, è il confronto.
Nell’infanzia e nell’adolescenza non hanno esitato a mettervi a paragone con altri bambini, per dimostrarvi che non eravate abbastanza intelligenti, intraprendenti o che non eravate dei bravi studenti.
Tutte queste situazioni lasciano delle conseguenze.
E, oggi, continuate a confrontarvi automaticamente con gli altri, ripetendo le dinamiche della vostra famiglia. Questo diminuisce e distrugge la vostra autostima.
3. Non vi sentite degni di essere amati
Uno dei segnali che siete stati allevati da genitori manipolatori e narcisisti è da individuare nelle relazioni sessuali-affettive.
È comune per voi avere difficoltà a stabilire legami duraturi e felici. L’amore, nel vostro caso, è sempre tortuoso e doloroso. Il fatto di avere dei genitori che vi hanno fatto credere che l’affetto risponda a delle condizioni, lascia dei segni.
Le mamme e i papà che manipolano usano spesso frasi come “se non fai così non ti amerò”, “se tu fossi così mamma ti amerebbe molto di più”. Tutte queste verbalizzazioni costruiscono in noi un’immagine molto sbagliata di cosa siano le relazioni.
4. Essere stati cresciuti da genitori manipolatori e la necessità di approvazione dal mondo esterno
Una delle conseguenze dell’essere stati allevati da genitori manipolatori è la necessità di rinforzi esterni.
E no, non importa che siate maggiorenni e che non abitiate più nella casa di famiglia.
Spesso chiedete l’approvazione degli altri per sentirvi apprezzati, per sapere che state facendo le cose giuste e per avere un’immagine positiva di voi stessi.
Quella vostra tendenza spesso esaurisce gli altri. Tuttavia, non potete farne a meno. È il carburante per rafforzare la vostra autostima e il concetto che avete di voi stessi.
5. Controllate gli altri senza rendervene conto
I modelli comportamentali dei genitori sono solitamente inconsciamente interiorizzati dalla loro prole. Inoltre, in caso di genitori narcisisti, c’è il rischio che i figli ereditino questo profilo.
A volte, quando raggiungiamo l’età adulta, ripetiamo le stesse dinamiche che i nostri genitori hanno applicato a noi. Essere consapevoli di questo è fondamentale.
6. È difficile per voi esprimere ciò che sentite
Essere stati allevati da genitori manipolatori deriva, nella maggior parte dei casi, dalla repressione emotiva.
Vi hanno cresciuto facendoti credere che i vostri bisogni e sentimenti non fossero importanti.
Di conseguenza, mettete da parte quello che sentite e non sapete come esprimere le vostre emozioni; dunque, fate i conti con molte sofferenze interiori.
7. Alti e bassi emotivi
I genitori che controllano, manipolano e invalidano spesso lasciano il segno di un trauma psicologico.
Niente è più dannoso per lo sviluppo del bambino che crescere in un ambiente in cui l’amore ha condizioni e in cui vengono violati i bisogni e l’opportunità di sviluppare autonomia e sana identità.
Ciò significa che, una volta raggiunta l’età adulta, si soffrono seri problemi di regolazione delle emozioni e si è prigionieri dello stress e dell’ansia.
Suggerimenti per sanare le ferite lasciate dai genitori manipolatori
Coloro che dimostrano questa dinamica in modo dannoso presentano tratti di personalità nevrotici.
È nelle nostre mani guarire l’impronta di quelle esperienze, per raggiungere il benessere e la realizzazione. Vediamo quali tasti aiutano:
Lavorare sulla propria assertività e autostima
Allenatevi nell’intelligenza emotiva.
Praticate l’auto-compassione e la cura di voi stessi.
Cercate l’aiuto della vostra cerchia sociale: amici, partner, ecc.
Sviluppate strategie che migliorino la vostra autostima.
Imparate le tecniche per risolvere problemi e prendere decisioni.
Stabilite dei limiti sani con i vostri genitori. Decidete se continuare a vederli e in quali circostanze.
Date spazio alle vostre emozioni e convalidatele. La rabbia, la tristezza, la vergogna e l’angoscia che provi a causa di ciò che hai vissuto sono legali e accettabili.
Buongiorno amici. Oggi diretta importante: impegno e sacrifici, non solo desideri.
Molti genitori dicono ai propri figli adolescenti: “Tu sarai in grado di fare qualsiasi cosa”. Tutti i genitori dovrebbero spronare i propri figli a seguire i loro interessi e a non sentirsi limitati dalla visione che la società ha delle loro capacità. Nonostante ciò, un atteggiamento così positivo e, a quanto sembrerebbe, motivante, può avere degli svantaggi inaspettati.
Prima di tutto, perché non è detto che tutti possano essere e fare ciò che vogliono nella vita, o forse sì, ma la strada dei sacrifici è talmente lunga che gli adolescenti dovrebbero sapere anche che cosa li aspetta prima di tagliare la linea del traguardo.
Creare una strada da seguire senza una mappa è nocivo per gli adolescenti
Dire agli adolescenti che possono fare qualsiasi cosa senza aiutarli a disegnare una mappa da seguire ha implicazioni molto negative. Spronarli a stabilire mete ambiziose senza fornire loro nessun tipo di informazione né aiuto su come raggiungerle può essere fonte di una grande frustrazione, con la quale forse non sono pronti a convivere o, semplicemente, non vogliono.
Le tre P-impegno e sacrifici, non solo desideri
Invece di dire agli adolescenti che possono fare tutto nella vita, Erica Reischer propone di insegnare loro le tre P: pratica, pazienza e perseveranza.
Pratica: lo sforzo, insieme al feedback, è fondamentale per lo sviluppo della maestria e il raggiungimento dell’eccellenza.
Pazienza: il dominio di un’attività e i successi significativi accadono dopo un lungo periodo di tempo.
Perseveranza: gli ostacoli sono normali e i contrattempi sono comuni in qualsiasi grande impresa.
Buongiorno amici Oggi riflettiamo sull’essere vicini in silenzio.
Vicinanza
Che bella parola…e come ogni parola ha un suo significato.
Che cosa vuol dire stare vicini ad una persona, in questo caso parliamo di adolescenti ma è esteso a tutti ovviamente?
La maggior parte di noi pensa alla vicinanza solo fisica. Io sono vicino ad una persona quando posso toccarla, abbracciarla, quando c’è insomma un contatto fisico.
Oppure, pensiamo alla vicinanza emotiva, affettiva che ci porta a comportarci, o a sentirci quai i dovere , di comportarci in un certo modo.
Se, ad esempio, vedo un amico, un figlio che non sta bene, che piange, che è triste chiediamo “cosa c’è che non va? dillo a me che posso aiutarti!”. O ancora, cominciamo a dare parei, a esprimere opinioni anche quando non viene richiesto.
Ma il vero senso della vicinanza?
Il silenzio
Sembra assurdo ma è il silenzio. E voi mi direte, sì ma Terry, come faccio ad esprimere la mia vicinanza senza poter dire una parola, senza chiedere qualcosa o farmi sentire fisicamente?
E invece è , per la maggior parte delle volte, il modo più giusto.
Come spesso dico io, ma come dice sempre il linguaggio del corpo e del volto, le parole possono essere superflue se diamo spazio a quello che parla sinceramente: il nostro corpo, il nostro volto, il nostro esserci sena dire una parola.
Sofferenza
Nella vignetta viene rappresentata una scena molto comune. Padre che chiede alla figlia cosa c’è che non va e come può fare a farla star meglio.4Di tutta risposta la figlia dice” stammi vicino, anche in silenzio”.
Partiamo dal fatto che , prima di arrivar a questo punto, abbiamo costruito un rapporto fatto di comunicazione, dialogo, e, soprattutto di ascolto attivo.
Quando la figlia può fare questa richiesta? Quando si sente capita. Quando sa che, in casa, c’è qualcuno su cui poter contare perché , questo qualcuno, è riuscito a far capire, con i piccoli gesti quotidiani, quanto sia importante per lei.
Quando c’è sempre stato rispetto reciproco, quando il genitore ha sempre rispettato i tempi della ragazza. E allora sì.
Una riposta di questo tipo può assolutamente esser detta: stammi vicino anche in silenzio”..sottotitolo: lo so che ci sei e posso contare su di te. Semplicemente ho bisogno di averti vicino senza parlare, ma anche solo tenendomi la mano o guardando un film.
Buongiorno amici:)Oggi parliamo di sport e adolescenza.
L’attività sportiva durante l’infanzia e l’adolescenza è estremamente importante sia da un punto di vista fisico che mentale.
Vita
Dove c’è movimento c’è vita, c’è attività mentale, apprendimento ed espressione di se stessi.
Attraverso la pratica sportiva bambini e ragazzi hanno la possibilità di mettersi alla prova sperimentando la propria autonomia, imparando a stare insieme agli altri e a collaborare per raggiungere obiettivi comuni.
Ma non solo: lo sport permette di lavorare sulla disciplina mentale e acquisire strumenti per gestire al meglio i propri vissuti, stimolando anche il rilascio, da un punto di vista neurochimico, di sostanze che fanno bene al cervello.
Sport e cervello adolescente: cosa cambia?
In adolescenza avviene la cosiddetta potatura sinaptica, un processo che porta ad eliminare, a livello cerebrale, le connessioni nervose che non serviranno più.
Al contempo, vengono stabilite nuove connessioni che permettono di acquisire nuove abilità cognitive ed emotive.
Inoltre, con la maturazione della corteccia prefrontale, area deputata alle funzioni di controllo (come valutare le conseguenze delle proprie azioni, effettuare scelte, decidere tra diverse alternative) migliora e si affina anche la capacità dei ragazzi di prendere decisioni, controllare gli impulsi, lavorare su obiettivi a lungo termine e non solo su gratificazioni immediate.
Quando pratichiamo uno sport, ad esempio, accadrà in alcune situazioni di dover dedicare il proprio tempo all’allenamento, rinunciando magari ad altre attività.
In questo modo si impara non solo a lavorare per raggiungere i propri obiettivi, ma anche a utilizzare strategie per fronteggiare gli ostacoli o regolare e gestire le proprie emozioni.
Apprendere in movimento
L’attività sportiva può avere effetti positivi anche sull’apprendimento, in quanto permette di sviluppare in modo più efficace alcune capacità cerebrali.
Bambini e ragazzi che praticano regolarmente sport hanno una maggiore velocità di elaborazione cognitiva e ciò sembra accadere per diverse ragioni, fra cui un aumento dell’afflusso di sangue al cervello, compresa l’area dove risiedono la capacità di apprendere, l’attenzione e la memoria.
Lo sport, inoltre, richiede di pensare, elaborare strategie e mantenere sempre pronta anche la mente.
Infine, vengono rilasciate sostanze in grado di favorire la funzionalità dei neuroni; è stata, infatti, identificata una speciale proteina che si produce nella stessa zona attivata dall’attività fisica, che sembra influenzare in modo positivo la crescita e la sopravvivenza delle cellule nervose.
Lo sport e il valore dell’errore
L’attività sportiva ha anche un’altra funzione: permette di fronteggiare anche ostacoli o frustrazioni, che sono importanti per lo sviluppo e la crescita, non solo fisica ma anche psichica ed emotiva.
L’attività fisica allena la loro autostima, fa scoprire i loro limiti ma anche le loro risorse e capacità, porta a confrontarsi con gli altri e vivere emozioni intense.
Per imparare a fare qualcosa, infine, serve esercizio costante e non bisogna mai dimenticare che alla base dell’apprendimento c’è l’errore.
Solo lasciando liberi bambini e ragazzi di sbagliare e di apprendere dai propri errori, capiranno anche come fare l’analisi di un problema e come trovare strategie efficaci per affrontarlo.
Lucchetta ha detto uns cosa verissima.
Spesso mi è capitato, tra comunità, scuola, adm, di consigliare sport, anche molto fisici, si genitori dei ragazzi. Il rugby, ad esempio.
Se ti fermi all’apparenza vedi solo un mucchio di persone che si saltano addosso.
Invece c’è una disciplina, un rispetto per gli altri, compagni e non, pazzesco.
Qui il compito è Dell allenatore che, in questi casi, diventa una sorta di educatore. In questo caso specifico il rugby era stato consigliato ad un ragazzo che aveva bisogno di scaricare tensione e di stare alle regole del gruppo.
Ma, alla base di ogni sport, c’è tutto questo. Basta scegliere i più giusto in base alla propria personalità e ai propri interessi.
Buongiorno amici:) Oggi l’attenzione va ad un discorso di Bebe Vio agli studenti.
La campionessa paralimpica è intervenuta a Montecitorio in occasione della cerimonia per il 75° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione Italiana
Il discorso
“È molto bello essere qui a rappresentare i giovani”, esordisce così l’atleta con quel sorriso che l’ha sempre contraddistinta.
Poi arriva l’esortazione rivolta ai giovani: “75 anni della Costituzione sono tantissimi, io ricordo qui l’articolo 34 che riguarda l’istruzione. Io l’ho vista come un mezzo per trasformare i sogni in obiettivi. Il sogno resta un sogno se resta nel cassetto, l’istruzione, invece, ci dà la possibilità di tirare fuori il sogno dal cassetto”.
“La squadra che si crea con i compagni di classe è pazzesca, ti fa dire ‘arriviamoci insieme’. Io mi sono finalmente laureata, è stata un’impresa, ma ce l’ho fatta”.
Tutti mi dicono come fai a fare tutto? In realtà siamo bravi ad inventarci scuse e dire ‘non ce la faccio, in realtà la mia fortuna è quella di avere una combo tra sport e scuola”
Insegnamento
Il discorso è toccante ed stato fatto da una delle persone, a mio avviso, più coraggiose, forti e caparbie che abbia mai conosciuto.
E’ vero, ci chiediamo sempre, in casi come il suo, “ma come fa?”..semplice, con la determinazione.
Ha dovuto, Bebe, affrontare momenti drammatici nella sua vita e on tutti, purtroppo, sanno reagire.
Lei, invece, a preso in mano la sua vita e, con la costanza, la voglia , la caparbietà di voler raggiungere i suoi obiettivi, ce l’ha fatta.
E, altra cosa importantissima, non si è fatta scoraggiare dalle mille, sicuramente, persone che invece di aumentare la sua autostima, di incoraggiarla hanno cercato di fermarla.
Non fatelo mai, per nessun motivo. Siete voi artefici del vostro destino ricordatevelo sempre.
Genitori
E voi, cari genitori, non sminuite mai i desideri dei vostri figli magari solo perché non sono quello che pensavate o volevate.
Aiutateli a diventare forti, sicuri di se stessi.
Insegnate loro, come dice Bebe, a essere caparbi, a sognare, mettercela tutta e lavorare. Lavorare sodo, mettendoci tutto l’impegno che hanno per poter realizzare i propri obiettivi.
Buongiorno amici:) Oggi un’importante diretta: perché è difficile essere genitori di un adolescente.
La fine dell’idealizzazione
L’adolescenza è un processo attraverso il quale il ragazzo e la ragazza vanno maturando la propria identità di giovani adulti, sessuati ed emancipati. Per l’adolescente è necessario uscir fuori dal mondo infantile, nel quale i genitori erano il principale, se non l’unico, modello cui riferirsi. Per arrivare a questo è necessario togliere i genitori dall’idealizzazione in cui erano stati messi. Devono, in questo processo ruvido e discontinuo, cogliere e sottolineare ogni mancanza dei genitori, ogni loro contraddizione, ogni loro difetto, ogni errore.
E quanto più i genitori erano stati precedentemente idealizzati, tanto più grande sarà per gli adolescenti il dolore e lo scandalo di accorgersi che essi non sono affatto ideali.
Non rinunciare a essere genitori
Allora, se è vero che un adolescente normale che sta vivendo il proprio normale processo di crescita è una persona in crisi, è ugualmente vero che è normale che anche i suoi genitori siano in crisi.
Se i genitori sono preparati a queste evenienze, è più probabile che reggano le onde d’urto interne ed esterne, e che non vengano meno ai loro compiti di genitori, assolutamente indispensabili in questo periodo.
È necessario, infatti, che essi continuino a esserci, senza fuggire, senza annullare il loro ruolocon atteggiamenti seduttivi o di sottomissione acritica, senza mettersi a giocare coi propri figli a chi fa più l’adolescente, senza soccombere all’invidia.
Oggi, come sempre, voglio riflettere con voi sulla gentilezza. E, soprattutto, sugli errori che i genitori fanno quando parliamo di insegnamenti.
Troppo spesso vedo genitori impegnati a impartire lezioni di…
“non piangere perché sembri una femminuccia”
“chi piange dimostra debolezza”
“la persona gentile è considerata debole e intimidita dal mondo. Senza attributi”
” devi farti rispettare”
E le conseguenze a tutto questo sono due : o si diventa bulli, pensando che si venga rispettati solo se gli altri ci temono; o si diventa bullizzati, timidi, impauriti dal fatto di sentirsi sbagliati solo perché si è semplicemente e meravigliosamente gentili.
Insegnamenti
I veri e giusti insegnamenti sono atri…sono il contrario, l’esatto opposto di quello ceh abbiamo visto sopra.
I genitori devono insegnare ai ragazzi ad essere se stessi, ad esprimere le loro emozioni, il loro carattere così com’è e , soprattutto, non devono vergognarsi di essere gentili, di piangere .
Noi siamo fatti di emozioni. Plauso bellissimo a chi ha diretto e soprattutto ideato il film “inside out”.
Nel film si parla proprio di questo: di come le nostre emozioni vengono a galla e influenzano la nostra vita, i nostri atteggiamenti e reprimerle non è assolutamente un bene.
Non esiste il debole
La persona gentile è la persona rispettosa degli altri che l circondano; è la persona empatica, sensibile, educata…appunto, educata ed educata bene.
Non esiste la persona debole, nessuno deve bullizzare per il proprio modo di essere perché, fortunatamente, siamo tutti diversi, tante bellissime unicità che itneragiscono…ma interagiscono nel modo corretto.
e ricordatevi, genitori e fili, che in un mondo ni cui, ormai, il rispetto è una perla rara, voi farete la differenza.