Buongiorno amici:) Oggi parliamo de le 10 cose da non fare post vacanze…
Sembra facile il rientro dalle vacanze, ma effettivamente non lo è.
Crisi-le 10 cosa da non fare post vacanze
Arriviamo alle ferie troppo carichi di stress e di aspettative e ci mettiamo un po’ prima di riuscire a staccare completamente la spina e godere dei benefici della vacanza.
Per questa ragione il tempo sembra sempre poco.
Quando stiamo bene, cambia la nostra percezione del tempo, sembra scorra tutto più veloce perché viviamo la vita in maniera più “leggera”, e quindi ci pesa tutto molto meno.
In vacanza stacchiamo dalla routine quotidiana e da parte delle nostre responsabilità.
Quante volte ci siamo detti “basta, non ne voglio sapere di niente e di nessuno!”.
Ed è così che si va in crisi già a partire dai due-tre giorni che precedono il rientro e si arriva sempre un po’ provati e svogliati di rientrare in quella non sempre amata routine.
Ci sono delle cose da NON fare per evitare di vanificare i benefici della vacanza in quattro e quattr’otto
Ecco un breve elenco, un po’ ironico, ma non troppo:
1. Non riempirsi di buoni propositi.
2. Non cambiare repentinamente abitudini.
3. Non pensare a tutto quello che si dovrà fare a lavoro.
4. Non guardare l’estratto conto.
5. Non salire sulla bilancia.
6. Non farsi prendere dalla tristezza della vacanza finita tanto ne arriverà un’altra. Se fosse sempre domenica anche la domenica diventerebbe routine.
7. Non guardare i profili social di chi è ancora in vacanza e fa viaggi da sogno (spesso sono finti e poi anche sti cavoli di quello che fanno gli altri).
8. Non rinchiudersi subito nella routine quotidiana.
9. Non mettersi subito a dieta drastica, ma puntare ad una sana alimentazione, accompagnata da movimento, possibilmente non maniacale. Basta poco per stare in forma!.
10. Non prendersi del tempo per se stessi (sempre che ci sia mai stato, compreso per “il dolce far nulla” (credo non ci sia condizione più salutare, presa a piccole dosi, per il nostro corpo e per la nostra mente).
Il problema vero è il rientrare nella nostra routine quotidiana, ciò che sancisce la fine della vacanza.
E’ il pensiero proiettato su una routine che forse andrebbe cambiata, almeno da alcuni punti di vista, che genera stress, e a volte, soffoca senza neanche essere ripartiti.
Scherzi a parte.-le 10 cose da non fare post vacanze
Per evitare un impatto negativo e sviluppare una sindrome da rientro, bisogna tenere bene a mente la parola GRADUALITÀ.
Non si può ripartire “a bomba” altrimenti si rischia davvero di esplodere in breve tempo.
Si deve mantenere un po’ di continuità con le abitudini acquisite in vacanza. È fondamentale ritagliare degli spazi personali in cui si stacca il cervello dagli innumerevoli problemi della vita, anche i più piccoli, che spesso sottovalutiamo dimenticandoci che “tanti pochi fanno assai”.
Qualità
Ricordatevi che non è la QUANTITÀ che conta, ma la QUALITÀ del tempo che ci dedichiamo. Basta poco, ma deve essere nostro, e fatto su misura per noi.
Dobbiamo rigenerare i sensi, non serve andare lontano o ripartire, dobbiamo imparare a farlo anche a casa nostra, anche quando non abbiamo le condizioni ottimali e con quello che abbiamo a disposizione.
Ci ricarichiamo se ascoltiamo noi stessi e capiamo ciò che ci fa bene. Anche se, tante volte, non lo sappiamo nemmeno noi di cosa veramente abbiamo bisogno. Ma questo è un altro problema.
Cerchiamo troppo spesso quello che non abbiamo. Non sono i beni materiali che ci rendono felici.
Non è dall’esterno che deve dipendere la nostra felicità, ma da noi, dalla nostra interiorità.
Ovviamente, dobbiamo identificare OBIETTIVI REALIZZABILI, non possiamo desiderare ciò che con estrema difficoltà sarà nostro. PARTIAMO DA COSE CONCRETE.
Anche un castello si costruisce mattone dopo mattone, troppo spesso lo dimentichiamo.
Tempo
Fondamentalmente dobbiamo prenderci, o riprenderci, se non lo facevamo già prima, il nostro tempo.
Si chiama tutela dei propri spazi ed è fondamentale per una buona riuscita individuale, relazionale e affettiva.
È importante definire mentalmente delle priorità e cercare di rispettarle, NON È TUTTO INDISPENSABILE, ci sono cose che possono essere rimandate.
L’errore più comune che viene fatto è di distribuire male le proprie energie. Spesso si sprecano per futili motivi.
Buongiorno amici. Oggi parliamo de la noia nei bambini.
Perché la noia è importante per i bambini
La noia dovrebbe essere un diritto di ogni bambino e non un problema da risolvere.
Oggigiorno, invece, si fa di tutto per soffocarla e non affrontarla: la giornata dei bambini e dei ragazzi è scandita da ritmi e da attività così numerose e intense che non ci si annoia più, non si hanno nemmeno le energie vitali per annoiarsi.
E ciò è male, sia per la crescita psicofisica del fanciullo che per la vita dell’adulto in generale: viviamo nella fretta, nella non riflessione, nel rumore uditivo ed emotivo, nel superfluo e nella distrazione.
E la soluzione a tutto ciò potrebbe derivare semplicemente dalla possibilità di vivere la noia.
La noia, infatti, permette al fanciullo di fare introspezione, di pensare e riflettere, di vivere il silenzio e l’inattività e di agire di conseguenza per creare qualcosa in grado di superare la noia stessa.
Ma deve essere lui stesso, il bambino o il ragazzo, ad attivarsi in prima persona per trovare una soluzione e non noi adulti a farlo al posto suo mediante innumerevoli attività per cercare di prevenire questo stato di quiete.
Quando un bambino esprime la sua noia è un bene (vuol dire che ha il tempo per potersi annoiare!) e l’adulto deve semplicemente prenderne atto e accompagnarlo con amore e pazienza ad allenare la creatività o semplicemente a godersi la quiete di quel momento. Fermarsi fa bene a noi ma anche e soprattutto a loro!
Perché la noia spaventa tanto gli adulti?
La noia crea un vuoto da riempire o da contemplare e questo ci spaventa.
In realtà è un’opportunità per guardarsi dentro, per riprendere fiato, per fermarsi e ricaricarsi.
Ma all’adulto spaventa questa pausa da tutto perché è abituato a mettere in pratica attività seriali organizzate e il vuoto della noia lo immobilizza.
Non siamo soliti rimanere in silenzio, non fare e pensare a nulla, vivere il momento presente senza fini.
Invece di vivere la noia per quello che è – un momento necessario di quiete fisica ed emotiva che precede un momento di attività – la viviamo come un pericolo da superare o, meglio, da prevenire.
Siamo convinti che se ci annoiamo perdiamo tempo e così anche i bambini: in realtà i fanciulli hanno bisogno di sperimentare questo stato di libertà che noi concediamo loro per poter decidere cosa fare e come impiegare energie, pensieri e movimenti.
Come attraverso il gioco maturano e crescono, mediante la noia si attivano in prima persona e diventano più autonomi, sperimentando la libertà e la responsabilità!
Cosa fare per vivere la noia come un’opportunità di crescita?
La prima cosa da fare, in prima persona come adulti, è di cercare dei momenti durante la settimana per non fare assolutamente nulla, senza sensi di colpa o timori vari. E provare a vivere questi momenti facendosi trasportare da essi con la curiosità e l’entusiasmo di vedere dove ci portano.
In secondo luogo, dopo aver imparato ad apprezzare la noia, provate a farla vivere ai vostri figli: non programmate loro ogni ora della giornata, lasciate loro del tempo libero per sperimentare, per riflettere, per riposare mente e corpo. Durante l’anno scolastico ma soprattutto durante il lungo periodo estivo non abbiate paura che i vostri figli si annoino o che perdano tempo senza attività strutturate: potranno finalmente sperimentare un tempo e uno spazio libero, si dedicheranno a ciò che più li rende sereni, comprenderanno cosa piace e cosa no, si riposeranno davvero, s’inventeranno attività e giochi… la loro noia riuscirà a stupirvi perché li condurrà in sentieri che non avranno mai avuto l’occasione di imboccare e sperimentare!
È grazie a questo senso di vuoto, infatti, che il bambino si mette alla ricerca, che allena la creatività.
Ecco cosa vogliono i vostri ragazzi per le vacanze.
Buongiorno amici. Oggi parliamo dei desideri de ragazzi per le vacanze.. voi.
Vacanze E’ arrivato il momento tanto desiderato dai ragazzi: le vacanze estive.
Quelle più lunghe, quelle dove ci si può rilassare dopo tante ore di studio e impegni.
Quelle dove si ha più voglia di uscire e vedere gli amici.
Ma sono anche quelle in cui si ha più voglia, soprattutto per i più piccini, di passare più tempo con mamma e papà.Presi, di solito, dai loro mille impegni.
Genitori Eh sì, voi siete fondamentali, siete la guida, il porto sicuro, il buon esempio che aiutano i figli a crescere nel modo più sereno possibil, aiutandoli, anche , a sbagliare per poter imparare e fortificarsi.
Voi siete coloro che camminano vicino e mai avanti o dietro.
Ma siete anche coloro che, spesso, pensano di accontentare i ragazzi riempiendoli di cose da fare.
O…per tenerli occupati visto che voi…non avete tempo.
Impegni
Ovvio, i genitori lavorano e non possono passare tutta la giornata coi ragazzi. Ma, come dico sempre, non deve essere la quantità ma la qualità del tempo passato insieme.
Organizzare la loro giornata con mille e più attività, che sia durante l’anno scolastico e ancor meno durante le vacanze, non fa bene.
Lasciate che siano loro a scegliere cosa fare. Lasciate che trovino un po’ il tempo, ora, di rilassarsi e svagare la mente.
E soprattutto, lasciate che soddisfino il desiderio di stare un po’ più di tempo con voi.
E, altro consiglio, condividete gli interessi dei ragazzi. Guardate quel film che a loro piace tanto anche se non l’avete mai sopportato. Ascoltate la loro musica, giocate a quello che desiderano, guardate quella partita X.
Condividete, empatizzate e conquisterete i vostri ragazzi.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di vacanze e di come viverle in modo sereno.
Dopo un anno carico di stress, è arrivata l’estate e sono sopraggiunte le tanto attese vacanze, troppo spesso vissute come se fossero l’unica occasione in cui poter recuperare le energie.
Vacanze
Molti genitori arrivano alle ferie talmente distrutti e stremati che non riescono neanche a godersele a pieno. Tante volte si pensa “Devo assolutamente staccare la spina perché chissà cosa mi aspetterà a settembre!”, soprattutto in questo periodo di pandemia, pieno di incognite e di incertezze.
Ma fa davvero bene pensare di avere solo un periodo in cui potersi rilassare e rigenerare?
In realtà si rischia di andare ancora più in ansia, si vive in funzione delle vacanze e, se qualcosa va storto, viene vissuto come una tragedia.
Come riuscire a staccare la spina e godersi le vacanze?
Le tempistiche e i ritmi della vacanza devono essere diversi rispetto ai mesi precedenti, con dei ritmi meno pressanti accompagnati da nuovi stimoli per sganciarsi dalla routine quotidiana e dare il tempo al cervello di rigenerarsi.
Non bisogna sottovalutare neanche l’importanza del sonno, è proprio in quelle ore che il cervello fa una sorta di pulizia e si attiva in modo costruttivo.
Nel periodo estivo bisogna inserire occasioni per vivere attività diverse rispetto a quelle della routine quotidiana, anche con i figli.
Tante volte si è talmente abituati a ripetere ai figli frasi come “Dai, alzati che è tardi!”, “Devi fare i compiti”, che anche in vacanza si continua ad avere la priorità della scuola e dei ritmi frenetici.
Il rapporto tra genitori e figli non deve essere basato solo sui doveri ma anche sui piaceri e, in vacanza, deve fondarsi su altre dinamiche.
Siamo stati educati in genere con “prima il dovere e poi il piacere”, in realtà il dovere e il piacere possono andare anche di pari passo.
Se l’asticella della bilancia però è sempre posta sui doveri, è normale che poi si accumula lo stress e si arriva al periodo di vacanza completamente sfiniti.
Significa che il tempo che ci siamo ritagliati durante l’anno è stato insufficiente e che dobbiamo essere più bravi a non trascurare il nostro benessere.
Compiti per le vacanze per genitori: come ritrovare il benessere?
CAMBIARE LE PICCOLE ABITUDINI.
È bene partire dalle piccole abitudini: bisogna smettere di riempire il vaso per poi svuotarlo tutto insieme.
Non fa bene alla mente e non fa bene al corpo che tante volte manda dei segnali di allarme molto chiari che indicano una condizione psico-fisica di stress per cui è necessario fermarsi.
IMPARARE AD ASCOLTARE SE STESSI.
Quando si parla, è importante ascoltare le parole che si dicono e i pensieri che si nascondono dietro, perché tante volte siamo dei campioni a vedere prettamente gli aspetti negativi a discapito di quelli positivi.
Bisogna stare più sul presente, dare ascolto ai propri bisogni e rispondervi. Se usiamo parole di ansia, di allarme tipo “oddio “, “mamma mia” per ogni cosa, o di pesantezza come “che stress”, “è sempre così”, “è tutto così…”, ci condizioniamo senza rendercene neanche conto.
È importante iniziare a fare caso a queste parole e iniziare a sostituirle con altre più funzionali al nostro benessere, anche perché i figli imparano dal linguaggio dei genitori anche in maniera indiretta.
Fate caso a quanto i vostri genitori vi hanno condizionato quando usate frasi o parole che dicevano loro.
METTERE SEMPRE UN PIZZICO DI PIACERE, NON C’È SOLO IL DOVERE. Tra i doveri quotidiani, deve esserci sempre la possibilità di recuperare un minimo le energie.
A volte basta poco, anche pochi minuti, senza pensieri che schizzano impazziti nella testa. Riuscire a staccare la spina non dipende dal posto in cui siamo ma dal nostro atteggiamento mentale.
Come trovare quindi un equilibrio tra il dovere e il piacere?
Bisogna cambiare prospettiva ed equilibrare durante l’anno: se ci sono dei periodi più intensi, dopo ci deve essere un minimo di stacco, e lo stesso vale per i figli.
La vita di un figlio non può ruotare solo intorno alla scuola, così come per un genitore non ci devono essere solo il lavoro e i doveri quotidiani.ù
Bisogna puntare al benessere a 360°: pensare anche allo sport, ad un alimentazione sana, alle attività di svago, alle relazioni.
Devono farlo in primis i genitori ed essere da esempio ai figli se vogliono che imparino a bilanciare il dovere e il piacere e a vivere più serenamente anche i periodi più intensi.
Buongiorno amici:) Oggi parliamo di vacanze in autonomia.
Crescono i ragazzi, cresce la voglia di libertà e crescono anche i rischi
Per gli adolescenti estate non significa soltanto riposo e libertà dagli impegni scolastici, ma anche voglia di autonomia e indipendenza.
Desiderio di trascorrere maggior tempo con gli amici, di uscire di più e fare tardi la sera e magari di sperimentarsi nelle prime vacanze da soli.
Godersi le vacanze oppure oltrepassare i limiti?
Durante il periodo estivo moltissimi ragazzi, liberi dai doveri invernali e senza altri tipi di stress, si spingono oltre, mettono in atto più facilmente comportamenti a rischio e assumono di più, oppure per la prima volta, alcol e droghe.
Durante le vacanze, ci sono più occasioni per fumare, bere, partecipare a giochi alcolici, fare mix di sostanze.
Si abbattono così i freni inibitori e ci si espone a tutta una serie di rischi, tra cui intossicazioni alcoliche, guida in stato di ebrezza, ma anche comportamenti sessuali promiscui e a rischio.
Spesso i ragazzi rischiano, dunque, di oltrepassare i limiti ed esporsi a situazioni di pericolo, anche perché inconsapevoli delle reali conseguenze e di alcuni rischi legati al proprio comportamento, arrivando anche a mettere a repentaglio la loro vita e quella degli altri.
Genitori
Certamente i genitori giocano un ruolo molto delicato in cui devono monitorare i comportamenti dei figli e, allo stesso tempo, concedere gradualmente maggiore autonomia e indipendenza.
È fondamentale lasciare ai ragazzi maggiore spazio per sperimentare, senza però mai smettere di vigilare, così da poter intervenire quando necessario e aiutarli ad affrontare eventuali difficoltà o problemi.
Primi viaggi da soli: nuove esperienze e sfide per i figli
Molti adolescenti, in questo periodo, stanno per partire o sono già partiti per trascorrere dei periodi di vacanza da soli e c’è chi sta facendo per la prima volta un viaggio lontano dalla famiglia.
I ragazzi non vedono l’ora di vivere nuove esperienze in totale autonomia e dimostrare di riuscire a cavarsela anche da soli.
Si tratta, per loro, di una tappa davvero importante.
I genitori si trovano a sperimentare emozioni ambivalenti: da un lato l’orgoglio di vedere il proprio figlio crescere e la consapevolezza che sta diventando grande, dall’altro il timore che non sia ancora così maturo e non sappia come affrontare eventuali rischi.
L’obiettivo non deve essere né quello di farlo restare un bambino perenne, né lasciarlo a se stesso come se fosse già un adulto, ma farlo crescere e maturare.
Bisogna trovare l’equilibrio giusto attraverso il quale dare fiducia ai ragazzi, credere nelle loro potenzialità e, al contempo, fornire quelle regole che possano dare dei confini, entro i quali muoversi in sicurezza nella sperimentazione di se stessi.
Conquista
Ogni conquista per un adolescente è un’occasione per dimostrare a se stesso le sue risorse.
E’, pertanto, fondamentale che i ragazzi possano fare le loro esperienze per acquisire maggiore consapevolezza, esprimersi e scoprirsi.
L’estate è comunque vacanza, i ragazzi devono potersi dedicare anche al riposo e allo svago, modificando i ritmi rispetto al periodo scolastico. Non gli si può concedere tutto, ma non gli si può impedire di fare tutto.
Sarebbe importante applicare la famosa regola del buon senso, comprendere i loro bisogni, mettendosi anche nei loro panni e cercando insieme di trovare dei compromessi.
Non significa perdere il ruolo genitoriale, ma acquistare autorevolezza.
E se avete bisogno di me contattatemi pure alla sezione contatti e consulenze del sito
da riempire di cose belle, momenti felici, persone amorevoli d esperienze meravigliose.
Buongiorno amici. Oggi vediamo come creare uno spazio nella nostra mente da riempire delle cose e perone più belle, che possano migliorare la nostra vita.
A volte spendiamo così tante energie per sopportare certe situazioni credendo di essere forti, quando invece la scelta più coraggiosa che possiamo fare e proprio quella di lasciarle andare.
Durante l’infanzia, l’attaccamento è necessario al bambino, al fine di stabilire e definire il rapporto con i propri genitori e con il mondo.
Su questo modello, poi, verranno costruiti tutti i legami di intimità e di amore con gli altri.
Se la natura di questo attaccamento è sana, riusciremo a intessere relazioni soddisfacenti e di fiducia. Quando però l’attaccamento diventa nocivo, anche solo per la nostra condizione psicologica, è necessario imparare l’arte del lasciare andare.
Quanta negatività stai accumulando?- creare uno spazio
Come possiamo pensare di stare bene se continuiamo a mantenere la mente all’erta, se non lasciamo mai andare nulla? La mente chiacchiera incessantemente, e troppe volte è focalizzata su pensieri di ansia, paura, rabbia. I pensieri non sono neutri: hanno una carica emotiva.
E c’è dell’altro: i pensieri creano sostanze che inondano il nostro corpo. È facile comprendere che pensieri “stressanti”, ovvero quelli che ci danneggiano oltre a rovinarci la giornata, con il tempo minano addirittura la nostra salute.
Pertanto, è importante imparare a chiudere i cerchi, o capitoli della nostra vita, che è la stessa cosa.
Significa lasciare andare persone o esperienze che in un determinato momento avevano un senso, ma che ora non lo hanno più. Significa voltare pagina e aprirsi a nuove esperienze.
“Lasciar andare” significa non forzare le cose
Significa lasciare che “fluiscano” naturalmente! Consapevoli del fatto che lottare insistentemente per qualcosa da cui, siamo certi, non trarremo frutti, può precluderci la scoperta di nuovi traguardi, nuove cose o persone che potrebbero renderci felici.
Comporta quindi l’accettazione del fatto che alcune cose “sono come sono” e che giudicarle o tentare di cambiarle (quando non se ne ha il potere o semplicemente il diritto), comporterebbe un inutile spreco di energie.
Per quali strani percorsi mentali o emotivi continuiamo a farci del male?
E per quale motivo persistiamo anche di fronte alle evidenze negative di determinate situazioni sociali, o di legami affettivi ambigui che ci procurano solo dolore?
Pur accettandoci e instaurando un buon rapporto con noi stessi, o vivendo la reciprocità di un amore, siamo capaci lo stesso di creare l’inferno nella nostra vita interiore, spingendoci a negare ogni sembianza di felicità.
Spesso il restare intrappolati in relazioni distruttive nasconde problemi più profondi.
Ad esempio, a volte accade che tanto più malsane sono le relazioni familiari tanto più lo sono anche quelle di cui ci circondiamo nella vita adulta.
Se abbiamo imparato a dover soddisfare l’altro, più che noi stessi, per sentirci amati e accettati, nelle relazioni adulte tenderemo a corrispondere alle aspettative altrui in modo automatico, senza dare importanza a noi stessi.
Ecco perché chi nasce in famiglie con dinamiche relazioni disfunzionali è probabile che, una volta adulto, possa farsi coinvolgere in relazioni tossiche e non funzionali al suo benessere e pertanto poco soddisfacenti.
Perché chiudere con il passato?-creare uno spazio
Il passato fa parte di noi, ha contribuito a renderci quello che siamo.
Non possiamo semplicemente nasconderlo perché prima o poi tornerà. Pertanto, è essenziale imparare a sistemare le cose con il nostro passato.
Solo quando assumiamo e accettiamo queste esperienze ci liberiamo dal loro peso e possiamo continuare il nostro cammino.
Sono migliaia le ragioni per cui ci aggrappiamo al passato, ma tra queste vi è sempre la paura dell’ignoto e la nostra tendenza a rimanere nella nostra zona di comfort.
Anche se suona contraddittorio, ci fa più paura fare il passo successivo piuttosto che continuare a soffrire restando nel punto in cui ci troviamo.
Ma non possiamo vivere il presente tenendo un piede nel passato. Ciò che è è successo è successo, dobbiamo liberarci della sua influenza perché altrimenti non potremo crescere come individui!
Infatti, crescere non significa solo appropriarsi di nuove competenze, acquisire conoscenze e incontrare nuove persone, ma significa fondamentalmente troncare con il passato.
Per conquistare alcune cose dobbiamo lasciarne andare altre. Questo significa che dobbiamo avere il coraggio di chiudere i cicli della nostra vita e lasciarci alle spalle le persone o le esperienze che, anche se in un determinato momento ci hanno dato molta felicità, ora rappresentano solo un ostacolo alla nostra crescita.
Cosa dovremmo lasciare andare?- creare uno spazio
Tutto quello che ci fa male e genera delle sofferenze inutili
Tutto quello che ci toglie felicità e ci fa morire un po’ ogni giorno, spegnendoci lentamente
Tutto quello che ci tiene legati al passato sulla base di false speranze
Tutto quello che è privo di significato nella nostra vita attuale e non si adatta alla nostra nuova visione del mondo
Tutte le persone che ci hanno lasciato e non vogliono che facciamo parte della loro vita
Tutti quei luoghi in cui non ci sentiamo più a nostro agio e dove andiamo solo per dovere o per abitudine
Tutte quelle abitudini, credenze e atteggiamenti che sono un ostacolo per la nuova fase della vita che stiamo per affrontare
Chiudere i cerchi della vita non significa mettere la parola fine, ma è piuttosto l’inizio di qualcosa di nuovo.
Quando è il momento di lasciare andare?
Quello che si è vissuto ha fatto male, certo, ma quello che si fa con il proprio dolore è probabilmente più importante del dolore stesso. Si preferisce riuscire a godersi per intero la vita che si potrebbe avere o si preferisce rimuginare all’infinito sul passato e su qualcosa che non può essere cambiato? Ma come si può lasciar andare le ferite del passato e andare avanti?
Quando abbiamo troppe aspettative su di noi
Le aspettative sono quelle che ci tagliano fuori dal flusso della vita, ci portano lontano dal momento presente e ci fanno dire: “sarò felice solo quando avrò una nuova relazione, un nuovo lavoro, una nuova casa, etc”.
Senza aspettative non viviamo più schiacciati tra passato e futuro, siamo presenti. Solo così possiamo assaporare il qui e ora.
Se la nostra mente è continuamente sballottata tra le ferite del passato e le apprensioni per il futuro, come possiamo goderci la magia del presente? Come facciamo allora a vedere, sentire, percepire la bellezza dell’attimo corrente?
Quando ci ostiniamo a volerci far amare
Non possiamo forzare nessuno ad amarci, ma possiamo essere una persona da amare.
Non dobbiamo forzare nessuno a rimanere nella nostra vita quando vuole andarsene. L’amore è libertà, non dipendenza o forzatura. La fine di un amore non é la fine del mondo.
Ogni persona che esce dalla nostra vita lo fa per una ragione, ma non lo fa mai senza prima averci insegnato la lezione. Lasciamo che le cose accadono e si risolvano da sole.
Quando si è legati a un passato che ci tormenta- creare uno spazio
Il passato è passato e non può essere cambiato.
Il segreto della libertà e della felicità non sta nella vendetta, nel rancore verso chi ci ha fatto del male e ci ha fatto anche piangere, ma nel lasciare che le cose si sistemino da sole, naturalmente e nell’imparare dagli errori.
Ciò che conta di più non é il primo capitolo, ma l’ultimo. Liberiamoci dalle catene del passato, apriamo il nostro cuore e la nostra mente a nuove esperienze!
Quando stiamo sacrificando la nostra felicità
Una relazione dovrebbe essere una condivisione di amore, un dare e avere, non un prendere e basta.
Se la persona accanto a noi non ci dà la serenità che cerchiamo è meglio chiudere. Non ha senso elemosinare amore con chi non ci merita o non ci apprezza..
Non permettiamo che questo succeda, non sacrifichiamo la nostra dignità e la nostra felicità solo per tenere qualcuno accanto a noi.
Ripetiamoci sempre, ogni giorno “IO SONO LA PERSONA PIU’ IMPORTANTE DELLA MIA VITA!
Lasciare andare è un atto che richiede coraggio
Un famoso detto napoletano recita: “Acqua ca nun cammina, fa pantano e feta” (acqua che non scorre si intorbidisce e fa cattivo odore).
Questo vecchio proverbio rende pienamente il concetto: tutto quello che non lasciamo fluire si sedimenta dentro di noi, lasciandoci con energie “sporche” che ci affaticano.
Certo, non è semplice capire quale sia il tempo migliore per andare oltre.
In generale, ogni volta che la memoria ci richiama alla mente attimi dolorosi del passato, e questi influenzano la nostra realtà nel presente, siamo imprigionati in un tempo che non ci rappresenta più.
Senza il peso dei pensieri negativi, il dolore, la sofferenza, riusciremo a camminare a passo svelto in questo folle viaggio che è la vita.
Lasciare andare non significa arrendersi, al contrario: vuol dire accettare la sfida e imparare a non avere bisogno di niente, se non di quello che ci consente di essere felici.
Trova la parte di te che non rimugina ma sente, che non pensa ma sa, che non dubita e vive, fiduciosa nel fatto che non ti manca nulla in questo momento né per essere felice, né per affrontare le difficoltà.
Se vuoi che da questo momento qualcosa di straordinario entri nella tua vita, crea uno spazio da riempire.. di cose belle, di momenti felici, di persone amorevoli ed esperienze meravigliose.
Insomma, riempi di senso la tua vita perché ti porta a dare un immenso valore al presente. Ti porta ad Esserci.
Io spero che capre come creare uno spazio importante per stare bene nella nostra mente vi sia stato utile
Vi ricordo che se avete bisogno di me potete contattarmi nella sezione “contatti e consulenze” qui