Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sul mai vergognarsi.
Trendy
Purtroppo oggi più sei trendy, più sei al centro dell’attenzione, più hai vestiti firmati e più, agli occhi di un ragazzo che sta cercando la sua strada, sei figo, giusto, top.
Ma la vita non gira attorno a tutto questo anche se, la maggior parte delle volte, è la società che ci impone determinati standard.
E qui, è importante l’educazione ai valori della famiglia.
Lo so che per un ragazzo è difficile rapportarsi tar un gruppo di amici con cui comunque vuole relazionarsi che lo giudica perché non veste in quello o in quell’altro modo.
Ma ragazzi ricordatevi che lo stil va aldilà della marca. Lo stile, anche lo stile, lo detta la nostra personalità . E, cosa più importante, quando togli quei vestiti devi fare i conti con te stesso, con la persona che sei.
Origini
Ragazzi le nostre origini sono importanti e non dobbiamo vergognarcene. La nostra famiglia è quella che ci fa crescere e più le origini sono umili più sono piene di veri valori.
Non vergognatevi mai del posto o dalla famiglia da cui provenite perché sono la vostra vita, le vostra fondamenta. Perché loro, molto probabilmente, vi hanno insegnato a vivere nel modo corretto.
Pochi amici
Avere pochi amici non è un male , anzi. Vuol dire che quelli che avete rimarranno per sempre vicino a voi perché non possiamo piacere a tutti, perché chi ha mille amici alla fine non ne ha. Perché i veri amici se contano sulle dita di una mano.
Il gruppo di pari è fondamentale per i ragazzi. E’ senso di appartenenza ed è bellissimo.
Ma non distruggete la vostra personalità per piacere agli altri, a loro. Perché, questi, non sono amici. Gli amici veri sono quelli che vi amano per quello che siete e, vi assicuro, sono davvero una piccola ma sincera parte.
E ricordatevi che avere tanti soldi non farà di voi una persona migliore. È come siete voi in quanto persone che vi identifica, non la borsa di marca. Siate sempre voi stessi e miglioratevi giorno dopo giorno.
Buongiorno amici. Oggi riflessione. Vediamo perché un ragazzo su cinque soffre di ansia e il perché è tabu’ chiedere aiuto.
Più di un ragazzo su cinque prova ansia, ma chiedere aiuto a un esperto di salute mentale è percepito come motivo di vergogna da un giovane su tre.
Lo rivela un’indagine di Telefono Azzurro, realizzata con il supporto di Bva Doxa, su 800 ragazzi tra i 12 e i 18 anni. Nelle ultime due settimane solo il 41% dei ragazzi si è sentito felice.
Il 21% ha dichiarato di sentirsi in ansia o preoccupato (20%), il 6% triste.
QUALI SONO LE PREOCCUPAZIONI DEGLI ADOLESCENTI?
Tra le principali sofferenze che gli adolescenti riscontrano nei loro coetanei al primo posto vi è la dipendenza da internet e dai social network (52%), seguita dalla mancanza di autostima (41%) e dalle difficoltà relazionali con gli adulti (40%).
Per il 41% sarebbe utile insegnare ai genitori come essere vicini ai figli che stanno male, mentre il 39% auspica che a scuola si parli di più di salute mentale.
Soltanto il 39% parla nella vita di tutti i giorni di benessere mentale. La rete affettiva rimane il riferimento in caso di malessere psicologico.
Il 74% dei ragazzi ritiene la famiglia un punto fermo, seguita da amici (38%), dallo psicologo (26%) e dalla scuola (11%).
INTERNET COME RIFUGIO
— Chiedere aiuto a un esperto di salute mentale rappresenta però ancora una vergogna per uno su tre, che teme di essere giudicato dalla società.
La linea di Ascolto 19696 nel 2022 ha raccolto 1459 segnalazioni relative a problemi di salute mentale (quattro casi al giorno) e quelle gestite dal numero Emergenza Infanzia 114 nel 2022 sono state 347.
Dall’indagine emerge come la solitudine di fronte alla crescita porti sempre più ragazzi a rifugiarsi nella rete.
LE RICHIESTE DI AIUTO PER LA SALUTE MENTALE
— In media i ragazzi passano almeno tre ore al giorno sui social chattando.
Il 92% concorda che potrebbero causare dipendenza, ma il 31% li usa per combattere solitudine e noia.
“Nell’ultimo anno abbiamo visto aumentare le richieste di aiuto legate alla salute mentale – spiega Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro – la velocità trasformativa del digitale ha modificato lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei ragazzi che si trovano a gestire, spesso soli, forme di difficoltà e di disagio”.
Riflessioni
Ricordate, voi genitori, di essere sempre aperti all’ascolto, di essere presenti.
Voi insegnanti di aiutare nella crescita di esseri umani,non solo di studiosi.
E voi, ragazzi, non abbiate paura di chiedere aiuto. Nessuno vi giudicherà.
Oggi, come sempre, voglio riflettere con voi sulla gentilezza. E, soprattutto, sugli errori che i genitori fanno quando parliamo di insegnamenti.
Troppo spesso vedo genitori impegnati a impartire lezioni di…
“non piangere perché sembri una femminuccia”
“chi piange dimostra debolezza”
“la persona gentile è considerata debole e intimidita dal mondo. Senza attributi”
” devi farti rispettare”
E le conseguenze a tutto questo sono due : o si diventa bulli, pensando che si venga rispettati solo se gli altri ci temono; o si diventa bullizzati, timidi, impauriti dal fatto di sentirsi sbagliati solo perché si è semplicemente e meravigliosamente gentili.
Insegnamenti
I veri e giusti insegnamenti sono atri…sono il contrario, l’esatto opposto di quello ceh abbiamo visto sopra.
I genitori devono insegnare ai ragazzi ad essere se stessi, ad esprimere le loro emozioni, il loro carattere così com’è e , soprattutto, non devono vergognarsi di essere gentili, di piangere .
Noi siamo fatti di emozioni. Plauso bellissimo a chi ha diretto e soprattutto ideato il film “inside out”.
Nel film si parla proprio di questo: di come le nostre emozioni vengono a galla e influenzano la nostra vita, i nostri atteggiamenti e reprimerle non è assolutamente un bene.
Non esiste il debole
La persona gentile è la persona rispettosa degli altri che l circondano; è la persona empatica, sensibile, educata…appunto, educata ed educata bene.
Non esiste la persona debole, nessuno deve bullizzare per il proprio modo di essere perché, fortunatamente, siamo tutti diversi, tante bellissime unicità che itneragiscono…ma interagiscono nel modo corretto.
e ricordatevi, genitori e fili, che in un mondo ni cui, ormai, il rispetto è una perla rara, voi farete la differenza.
Cosa vivono i ragazzi che decidono di togliersi la vita
Buongiorno amici. Oggi parliamo di cyberbullismo e suicidio adolescenziale.
Una delle paure più grandi di un genitore è quella di arrivare “dopo”, di non giungere in tempo, di non riuscire a comprendere il dolore, la sofferenza, il disagio interiore di un figlio.
Non è così immediato per un genitore vedere il malessere di un adolescente perché purtroppo, non sono sempre così evidenti e manifesti.
Tante volte i ragazzi esprimono ciò che hanno dentro in maniera indiretta attraverso specifici comportamenti, parole, sguardo e soprattutto i “non detti”.
Il problema legato al fenomeno delle prevaricazioni dirette, come quelle fisiche e verbali, e indirette, è che ormai sono sempre più presenti già a partire dalla tenera età e si manifestano soprattutto attraverso l’uso di quel dispositivo che la maggior parte di persone tiene costantemente in mano: lo smartphone.
Commenti
Leggo spesso commenti impulsivi soprattutto sotto le notizie di cyberbullismo in cui si dà la colpa alla tecnologia. Il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo è molto complesso.
Sono coinvolte più persone e sono presenti delle dinamiche personali, relazionali, sociali, individuali, familiari da tenere in considerazione. Per questa ragione non è facile sradicarlo.
Purtroppo, ci si ferma a riflettere sulla gravità di questi comportamenti prettamente davanti alle tragedie, quando si legge della morte di un ragazzo che decide volontariamente di togliersi la vita.
È importante affrontare il problema della violenza giovanile tutti i giorni perché quotidianamente migliaia di ragazzi vivono incastrati nella morsa delle prevaricazioni e delle prepotenze online.
Cosa scatta nella testa di chi subisce queste forme di violenza?
Coloro che subiscono queste forme di prepotenza si sentono intrappolati. La trappola è quell’oggetto che blocca nei movimenti, nell’espressione di se stessi, non ci si sente più liberi, ma incatenati, legati a quella condizione che giorno dopo giorno diventa sempre più stretta e soffocante.
Diventa il problema principale della propria vita, quella condizione inaccettabile, ingiusta e ingiustificata.
Quello che fa più male è che non capisci il perché di questi comportamenti, non riesci a fartene una ragione, non te ne capaciti, non comprendi come sia possibile che non vedano che sei una persona come loro, anche se non la pensi e non ti comporti come loro.
Rischi di arrivare a pensare di essere tu quello sbagliato.
La psiche- cyberbullismo e suicido adolescenziale
A livello psicologico pesa tantissimo non sapere quando arriveranno le prepotenze e che entità avrà il problema.
Sai che arriveranno, ma non sai quando e come. Questo stato genera profondo stress psicofisico. Attiva quella condizione di impotenza appresa che fa ammalare il corpo e la mente.
Per comprendere pienamente cosa vive e cosa pensa chi è preso di mira, immaginiamo un cielo cupo scuro, sempre coperto, dove giorno dopo giorno c’è sempre meno spazio per il sole, per il sereno, per i momenti di luce. Questo è lo stato di fondo di tanti ragazzi.
Cosa succede? cyberbullismo e suicidio adolescenziale
E poi cosa succede? Arriva il tuono, arriva quel frastuono che ogni volta fa sussultare anche quando si è consapevoli che arriverà.
Il nostro cervello, anche se si aspetta qualcosa di negativo, è solo più pronto, anche se in realtà non è mai davvero pronto. È solo più in allarme e quindi ha un livello di attenzione più alto.
Ogni volta che arriva il tuono delle parole e il fulmine delle prese in giro, c’è una reazione di allarme, anche fisica perché c’è il rilascio dell’adrenalina e di ormoni dello stress nel cervello.
È il significato che si attribuisce alle cose, persone, situazioni che attiva specifiche reazioni psico-fisiche e chimiche.
La reazione di allarme ha un suo tempo di estinzione: la paura non passa immediatamente e si riattiva tutte le volte che si rivivono quelle immagini e si sentono quelle parole, anche solo a livello immaginario.
Pensate di vivere costantemente in questa condizione.
Cammini e non sai quando arriverà quel tuono, quando e dove cadrà quel fulmine, se ci sarà una tempesta più forte o un uragano. Il cervello di un ragazzo deve già affrontare tanti cambiamenti legati alla crescita e ai problemi legati al quotidiano e in più, si ritrova a dover vivere e gestire tutta questa turbolenza emotiva.
Rischi cyberbullismo e suicidio adolescenziale
Questa condizione rischia di spegnerli e questo non lo possiamo permettere, perché hanno bisogno degli adulti, hanno bisogno della rete di supporto e di sostegno. Da soli diventa troppo duro.
Tutti questi ragazzi sarebbero caricati di un peso ancora più grande, di un altro peso che non è giusto che debbano sopportare da soli.
Questa è anche una delle ragioni per le quali è difficile accorgersi di ciò che accade a un figlio se non parla esplicitamente dentro casa o a scuola.
È una morsa che si stringe piano piano, giorno dopo giorno, ed è per questo che quando si hanno dei dubbi, delle perplessità, è importante confrontarsi con degli specialisti, anche solo per fare delle domande, per capire le motivazioni che spingono i ragazzi a chiudersi in se stessi, a farsi del male mettendo in atto comportamenti autolesivi, fino ad arrivare al suicidio.
Come capirli
Sono ragazzi che spesso hanno perso la fiducia, che non vedono una via d’uscita e tutti noi adulti, qualunque ruolo si ricopra, dobbiamo essere lì in maniera pertinente, efficace e supportiva.
Dobbiamo guardare i loro occhi e leggere la situazione con il filtro di un cervello adolescente che vede i problemi in maniera diversa da noi adulti.
Noi siamo andati oltre quella fase e abbiamo imparato a gestire tante condizioni. Loro, invece, hanno bisogno di credere che ci sia chi è in grado di risolvere la loro situazione.
Devono fidarsi delle istituzioni e degli adulti. Spesso hanno paura di denunciare, per il timore di affrontare gli esiti negativi.
Tante volte si interviene in maniera inefficace e chi subisce queste forme di violenza ha addirittura paura che possa peggiorare la loro condizione.
Nelle azioni di contrasto al bullismo tecnologico è importantissimo lavorare su scuola e famiglia e anche su tutta la rete che circonda i ragazzi vittime di bullismo, soprattutto gli amici e i conoscenti, per indurli a parlare, a confrontarsi con gli adulti, capendo che non significa fare la spia, ma aiutare i loro amici e quindi creare quella fondamentale rete di solidarietà e supporto.
Solo così le vittime di bullismo potranno sentire di non essere sole, capire che non sono loro sbagliate, ricostruendo nella loro mente una fiducia nel mondo e nelle persone che gli stanno vicine.
Io spero che parlare di cyberbullismo e suicidio adolescenziale vi abbia fatto riflettere.
E se avete bisogno del mio aiuto contattatemi nella sezione contatti e consulenze del sito
Prendi le distanze da chi ti impedisce di pensare con la tua testa.
Buongiorno cari. Oggi opinioni di un clown, che che ha deciso di non ascoltare chi pretende di influenzare il tuo modo di pensare.
Vero. Molte volte sento mamme che dicono “eh ma poi cosa direbbe il vicino.. Il parentado.. Gli amici”.. E quindi?
Perché devo vivere pensando come o cosa qualcuno pensa di te? Questo è l’errore che si fa e che porta le persone ad evitare di risolvere un problema.
L’OPNIONE ALTRUI, IL GIUDIZIO
Niente e nessuno deve influenzare il tuo modo di essere e di vivere, ma scherziamo?
Se devi andare dal dottore perché HO un Z problema non penso a cosa direbbe la gente che mi vede andarci no?
E perché per altro ci facciamo mille problemi?
Anche per farsi aiutare da me le persone si fanno mille problemi. E perché? perchè “se qualcuno lo viene a sapere poi mi prende per pazza” o ancora” poi chi sa la dottoressa che pensa della mia situazione” “che vergogna”:
VERGOGNA
Perché questo senso d vergogna? Non deve esistere. Tutti abbiamo, prima o poi, bisogno di essere aiutati per qualsiasi motivo, e nessuno di questi è banale o merita un giudizio.
Giudicare è sempre sbagliato e ancora di più lo è farsi influenzare dall’opinione degli altri che non ci conoscono e non sanno cosa stiamo passando.
Molti, infatti, per nascondere la testa sotto la sabbia o per non fomentare pettegolezzi, preferiscono accantonare il problema. Ma, col passare del tempo, questo diventerà sempre più grande tanto da non saperlo più gestire. E perché; allora, ridursi a questo?
Abbiamo una testa, possiamo ascoltare i consigli di chi c’è lì da’per riflettere sulla decisione da prendere ma poi faccio come la mia testa mi dice di fare.
E questo vale per ragazzi e adulti.
Io vi ricordo che potete trovare tuti i miei contatti qui
Come affrontare ancora oggi questo increscioso problema.
Siamo nel 2020e si parla di body shaming.. “Corpo vergognoso”..
DI COSA PARLIAMO
Siamo nel 2020 e ancora ci sentiamo offesi, e offesi pesantemente a volte, per come siamo fatti. Sei troppo magra.. Sembri anoressica.. Sei un tappo.. Che tempo Fa lassù?.. Che ti sei mangiata la nonna?
E a volte sono offese quotidiane che ci fanno compiere gesti estremi.. A volte anche il suicidio.
Indubbiamente i ragazzi più giovani sono più esposti, sono più attaccati e attaccabili proprio per la loro giovane età.
Quando cresci impari ad affrontare in modo diverso le cose, a difenderti.
Anch’io, per ben un anno intero al liceo (avevo 15 anni) ho dovuto subire attacchi da gente stupida che prendeva il mio stessopullman due volta al giorno: quando andavo a ascuola e quando tornavo indietro.
Non avevo nulla che non andasse, ero in forma ma mi prendevano in giro lo stesso per avere un corpo ben formato. Non mi interessavano i loro pensieri ma,quello che mif eriva di più, erano le urla, i nomignoli che siinventavano ogni qual volta che mettevo il piede su quel maleetto pullman. La gente si chiedeva chi fosse questa persona e io diventavo piccolissimaogni volta.
A volte non prendevo il pullman per tornare a casa…aspettavo quello dopo proprio per evitarli. Per me era una sofferenza pazzesca e facevo l’errore, che commettono appunto molti ragazzi, di non dire niente a casa proprio perché me ne vergognavo.
Poi, un giorno, con la testimonianza anche di una mia comagna, ho deciso di parlare a casa co i miei e di denunciare il tutto alle autorità e a chi gestiva la compagnia di pullman che prendevo.
Beh, il giorno dopo lad enuncia, la polizia è salita e ha dato una bella multa salata a queste persone, multa arrivata ovviamente a casa, per calunnie.
CONSIGLI
Io posso solo dire che la troppa magrezza e la troppa carne sono segnali di una cattiva salute ed è giusto alimentarsi nel modo corretto per star bene dentro e fuori.
Ma nessuno, e dico nessuno, ha il diritto di giudicare come siamo fatti. Se continuate a subire offese denunciate, parlatene, e soprattutto non credete ma pensate ad amarvi.. Che col tempo il corpo cambia, il nostro animo resta.
e VOI GENITORI IMPARATE AD ASCOLTARE E NOTARE I SEGNALI, ANCHE SILENZIOSI, CHE VOSTRO FIGLIO O FIGLIA DA’. IMPARATE AD OSSERVARLI.
e, SE AVETE BISOGNO DI UNA PERSONA CHE VI INSEGNI A FARLO E CHE PRENDA PER MANO VOI E I VOSTRI FIGLI CONTATTATEMI QUI
Io spero che il mio pensiero sul body shaming vi sia stato utile.