buongiorno amici. Oggi parliamo di abusi sui minori.
Cos’è un abuso sessuale?- abusi sui minori
E’ ogni atto di una persona adulta, o di un altro minore, che con violenza, coercizione e minacce costringe un minore ad avere qualsiasi forma di contatto e atto sessuale.
L’abuso non comprende solo l’atto sessuale in se’ ma anche comportamenti molesti senza che ci sia questo tipo di contatto.
L’abuso, ovviamente, può avvenire anche in chat o online.
Quali le caratteristiche?
uso raro di forza fisica: il minore viene attirato con al predatore conquistando la sua fiducia
il predatore è solitamente una persona di cui il minore si fida e conosce bene
spesso il rapporto si prolunga per settimane o addirittura anni
gli episodi sono sempre più ricorrenti ed invasivi fino ad arrivare m infine, all’abuso sessuale
gli abusi di solito si consumano all’interno della famiglia
la scoperta dell’abuso
Solitamente il minore non parla di quello che gli sta accadendo subito perchè, erroneamente, ne prova vergogna. Tende, così, a tenere tutto dentro . Ha paura di essere additato, giudicato e non creduto dalla famiglia e, per questo motivo, tende ad assecondare l’aguzzino.
Se il minore rivela l’abuso , il fallimento della famiglia diventa, per lui, causa di maggiore stress.
Quando gli abusi accadono in età molto giovane, addirittura su bambini molto piccoli, difficilmente si riesce a capire che quello che sta succedendo è una cosa sbagliata e, ovviamente, il bimbo non ne parla.
Tutto questo, crescendo, innesca delle dinamiche e dei comportamenti pericolosi soprattutto per se stessi.
ma come dimostrare un abuso sessuale?
Si pensa spesso che le dichiarazioni e i racconti di un bambino non siano completamente attendibili ma è esattamente il contrario. Da qui, i test fatti coi disegni perché dietro ai pensieri anche nascosti di un bambino si nasconde la verità.
Ma ci sono dei segnali espliciti?
Il primo e il più importante è un cambiamento repentino di comportamento o comportamenti anomali, mai visto prima nel bambino o nel ragazzo adolescente.
Non siate superficiali cari genitori, cercate di capire davvero se c’è una variazione che si protrarre nei giorni in vostro figlio o figlia perché può nascondere qualcosa di importante che non ha il coraggio di rivelare.
Col tempo, negli abusati, che siano bimbi o meno, si sviluppano senso di colpa, paura degli estranei, paura di rivelare le proprie emozioni. Si innescano meccanismi di difesa come rimozione e dissociazione: si cerca, come negli adulti, di rimuovere il trauma ma non capiscono che se non si affronta il problema con un professionista non si riuscirà a vivere mai bene.
Le patologie che si possono riscontrare sono atteggiamenti borderline, depressione , disturbi alimentari, dipendenze.
Parole d’ordine?
Protezione, aiuto, comprensione. E se avete bisogno di me contattatemi.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sull’argomento body shaming e bullismo.
Body shaming
Il body shaming è, alla lettera, la derisione del corpo e la discriminazione di una persona a causa del suo aspetto fisico.
La prima e più elementare forma di questa odiosa tattica di bullismo prende di mira una silhouette troppo abbondante, ma qualsiasi elemento può diventare oggetto di derisione.
Il colore dei capelli, la calvizie, la forma o le dimensioni del seno o del lato B di una ragazza, un’imperfezione della pelle come l’acne o anche il fatto di portare gli occhiali o l’apparecchio ai denti, indipendentemente dal fatto che la vittima possa modificare o no l’aspetto per cui è preso di mira.
Imparare a difendersi e soprattutto a non lasciarsi ferire è di importanza fondamentale, per non perdere la stima di sé e per non cadere in depressione.
Stereotipi
La società impone i suoi canoni di bellezza: una donna deve essere magra, avere qualche curva, ma solo nei posti “giusti”, ed essere capace di adeguarsi rapidamente alle mode dettate dallo star system quanto ad abbigliamento, make-up, acconciature.
Anche gli uomini devono essere conformi a certi standard estetici: occorre avere un fisico alto e muscoloso, capelli fluenti, atteggiamento da vincenti.
Chi non possiede queste caratteristiche, anche se si tratta solo di aspetto esteriore, è automaticamente persona non degna di rispetto e potenziale oggetto di derisione.
Se poi la vittima ha poche capacità di difendersi, ancora meglio: lo scherno diventa ancora più divertente.
Quando la derisione e il bullismo colpiscono soggetti fragili, ad esempio ragazzi o ragazze adolescenti, quando l’identità di sé è ancora tutta da costruire, l’impatto può essere devastante, come purtroppo la cronaca riferisce troppo spesso.
La vittima viene indotta a provare vergogna e a sentirsi in colpa per il proprio aspetto, tanto da essere a rischio di depressione, di ammalarsi di disturbi alimentari o di crisi di ansia.
Cosa fare
Subire attacchi, commenti negativi e veri e propri atti di bullismo e perfino di violenza per il proprio aspetto fisico suscita dolore, vergogna e rabbia in chi ne è vittima. Per questo è fondamentale imparare a difendersi.
– Le vie legali – Non sempre una strada possibile perché il body shaming è difficile da inquadrare come reato.
Nei casi più gravi, quando si trasforma in bullismo, in cyberbullismo se gli attacchi si verificano sui social, o in diffamazione, può trasformarsi in reato ed essere perseguito: a maggior ragione se diventa istigazione al suicidio.
Di solito però è considerato solo come una forma estrema di cattiva educazione, contro cui la legge non può nulla. Dobbiamo quindi difenderci da soli.
Autostima
– Costruire la propria autostima su elementi diversi dall’aspetto corporeo: è un duro lavoro, ma occorre imparare a conoscersi a fondo e ad amarsi per come si è e per aspetti diversi dalle caratteristiche fisiche: a quel punto si può arrivare a reagire positivamente contro chi si permette di dileggiare il nostro corpo.
– Non lasciarsi condizionare dai commenti negativi: non è facile né istintivo perché siamo naturalmente portati a cercare l’approvazione dei nostri simili.
Eppure, possiamo leggere questi attacchi come una sfida sulla strada dell’accettazione gentile di noi stessi: nessuno ha il diritto di dirci come dobbiamo essere e a chi dobbiamo assomigliare.
– Un invito a migliorarci: anche se i commenti che ci vengono rivolti sono malevoli e puntano solo a ferirci, proviamo a trasformiamoli in critiche costruttive e in una spinta a essere migliori.
Ci sono cose che possiamo fare senza troppo sforzo per migliorare noi stessi: ad esempio, possiamo provare le lenti a contatto al posto degli occhiali che ci appesantiscono i lineamenti, o curare di più il nostro make up o scegliere qualche outfit che valorizzi i nostri punti di forza.
Body positivity
– Pratichiamo la body positivity e la body neutrality: la body positivity ci dice di amare il nostro corpo, difetti compresi; la body neutrality ci invita a non odiarlo se anche non è pefetto, magari impegnandoci per migliorarci se proprio non riusciamo a sopportare qualche difetto.
– Educhiamo le persone intorno a noi – Il body-shaming è in gran parte legato a fattori di ignoranza e di inciviltà.
Per contenere il fenomeno, come si fa ad esempio contro il bullismo, possono essere molto utili le azioni di sensibilizzazione e di educazione anche a livello personale.
Ciascuno può e deve fare la sua parte, stigmatizzando i singoli episodi di body shaming di cui si è venuti a conoscenza, attirando l’attenzione sulla sofferenza inflitta alle vittime, e invitando a una linea di comportamento più rispettosa.
Big mama
In questi giorni sui social ne ho lette tante su di lei, o meglio contro di lei..o ancora meglio contro il suo aspetto fisico.
Giusto l’altro ieri leggevo su twitter di una mamma( mi chiedo che esempio dai a tua figlia)che scriveva” ah, ho visto che a Sanremo quest’anno c’è anche questa COSA QUI..mamma che schifo, ma cos’è?”
E la cosa che mi ha fatto ancora più ribrezzo è vedere tantissima gente che rideva e rincarava la dose in modi veramente cattivi e violenti.
Le stesse persone che, poi, fuori, vanno a manifestare contro il bullismo a scuola dei figli.
Ragazzi, mi raccomando. Non giudicate il libro dalla copertina perché non conoscete chi avete davanti e cosa sta passando, il perché di tante cose e cosa porta, emotivamente, questa condizione.
E, se siete vittime di bullismo, ricordate sempre e sottolineo sempre, di denunciare a chiedere aiuto a chi un aiuto può darvelo.
Padova: picchiata da ex compagne di scuola sulla strada.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di bullismo tra ragazzi.
Attesa dopo le lezioni, minacciata e aggredita da due 14enni, mentre una terza coetanea riprende col cellulare. Il video dell’agguato postato sui social dalle bulle come un trofeo. La vittima ha presentato denuncia ai carabinieri
13enni
Ha appena tredici anni la ragazzina che nel pomeriggio di ieri, mercoledì 24 gennaio, è stata pestata da due ex compagnedi scuola che la aspettavano fuori dall’istituto che frequenta (siamo a Padova, omettiamo i dettagli per tutelare la vittima e anche le aggressore, trattandosi di minori) dopo l’ultima campanella.
L’aggressione, che avviene in strada, senza remore, senza timori, senza contegno, è stata filmata col cellulare da una terza ragazzina (ha 14 anni, come le due che si fanno riprendere mentre prendono a schiaffi, pugni e calci l’ex compagna appena più piccola) e postata sui social, a documentare la «bella impresa», quasi fosse un trofeo da mettere in vetrina.
L’aggressione filmata e condivisa
Dopo aver visto il video in una storia pubblicata stamattina, la tredicenne si è rivolta ai genitori, che l’hanno accompagnata al comando dei carabinieri di Padova principale per presentare denuncia.
I militari sono ora sulle tracce delle tre adolescenti coinvolte: una, fino allo scorso anno,era compagna di scuola della vittima; le altre due, invece, sarebbero solo amiche della prima.
Tutte e quattro sarebbero state alunne di una scuola media di uno dei principali quartieri di Padova. Le ragioni del pestaggio?Una parola di troppo, una frase sbagliata: questo, almeno, si evince dalle parole che una delle bulle rivolge alla vittima.
«Le ca…te che escono dalla tua bocca fanno male…». Per questo tre adolescenti hanno aspettato una ragazzina più piccola di un anno fuori da scuola, l’hanno accerchiata e brutalizzata.
La tredicenne riceve un ceffone in pieno volto dalla ragazza che, puntandole l’indice al mento, l’ha appena avvisata del «motivo».
Poi interviene la seconda bulla, che prede per i capelli la vittima, la strattona, le tira un pugno alla nuca…
La più piccola si piega a terra ma non è ancora abbastanza: parte un calcio, che arriva alla testa.
A quel punto, la prima bulla, che, un attimo prima ride mentre la compagna atterra il bersaglio, dice che può bastare.
Il filmato si interrompe dopo poco meno di un minuto, quando una donna, che ha assistito a tutta la scena, si avvicina in bicicletta alle quattro ragazzine e chiede alla più piccola se abbia bisogno di aiuto o di avvertire la polizia.
L’indagine
Il video sarebbe rimbalzato anche su alcune chat di gruppo dei genitori di altri alunni della scuola, che avrebbero segnalato l’accaduto anche alla questura di Padova.
Già in questi giorni potrebbero essere presi i primi provvedimenti, tanto nei confronti tanto delle due autrici dell’aggressione quanto della terza compagna che ha ripreso la scena con lo smartphone.
Visti i fatti, saranno con tutta probabilità indagate per violenza privata dalla procura minorile di Venezia, che ha competenza sui reati commessi da minori.
Responsabilità
Di chi è la responsabilità di tutto questo?
Mi spiace dirlo sempre ma del background familiare ed educativo che hanno ricevuto i ragazzi fin da piccini.
Purtroppo il bullismo è una brutta piaga che circola tra i nostri ragazzi, che siano essi piccini o più adulti.
Bisogna sensibilizzare il più possibile e in diversi ambiti: scolastico, con degli incontri familiari perché quello che succede ancora, non succeda mai più.
E voi, ragazzi vittime di atti di questo tipo, più o meno gravi, non rimanete in silenzio: parlatene, denunciate, perché le vittime siete voi.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di problemi adolescenziali.
L’adolescenza è un periodo della vita di forti e rapidissimi cambiamenti non solo a livello fisico, ormonale e anatomico, ma anche a livello psicologico.
Il ragazzo adolescente vive una vera e propria crisi di identità poiché in questo momento della sua esistenza si avvia all’abbandono di modelli di tipo infantile per strutturare la propria personalità adulta.
Adolescenza
Egli mette in discussione la propria identità proprio per poterla definire e maturare l’idea che ha di sé stesso.
Si tratta di un processo non lineare, con un andamento che può prevedere dei balzi in avanti e dei passi indietro e anche delle fasi regressive in cui si ripropongono modalità e schemi di comportamento infantili.
Quello che deve ricordare ogni genitore è che in tutto questo non c’è nulla di patologico o preoccupante.
Si tratta di un processo naturale e necessario di crescita che passa anche attraverso la ribellione adolescenziale, la sfida all’autorità e l’allontanamento dai genitori.
In questa fase, importantissima per lo sviluppo del singolo individuo, il ragazzo si avvia a diventare un adulto autonomo e indipendete, con un suo proprio percorso personale.
Le derive dell’adolescenza: quando diventare grandi diventa un problema
I problemi adolescenziali veri e propri sono altri, che possono discendere da una difficoltà nell’affrontare il cambiamento in atto. Alcune delle problematiche più diffuse tra i ragazzi durante questa “età difficile” sono:
Autolesionismo
Fase depressiva vera e propria
Chiusura e isolamento sociale
Disturbi alimentari come anoressia e bulimia, che in una fase di cambiamento fisico possono acutizzarsi
Abuso di droghe o alcool
Disturbi d’ansia e dell’umore
In questo articolo, in particolare approfondiremo i fenomeni dell’autolesionismo e della depressione in età adolescenziale.
Spiegando anche quali sono i segnali che un genitore può cogliere per intervenire e aiutare il proprio figlio a uscire da una situazione di disagio e sofferenza.
Autolesionismo negli adolescenti
L’autolesionismo si esprime solitamente nella forma dei tagli eseguiti sul corpo con oggetti affilati come lamette, forbici, pezzi di vetro in punti che possono essere nascosti.
In questo primo caso di parla di “cutting”, parola inglese che serve a definire l’atto di tagliarsi ripetutamente la pelle.
Ma l’autolesionismo negli adolescenti può anche prendere la forma delle bruciature di sigaretta, inflitte su parti del corpo non visibili. In termini tecnici lo si definisce “burning”.
Esiste anche una forma nota come “branding”, che indica il marchiarsi a fuoco con un ferro rovente o con un altro strumento adatto.
È un fenomeno che esprime un forte disagio psicologico, una sofferenza che l’adolescente non riesce a comunicare.
Suicidio
Si tratta di una pratica che potrebbe far pensare al suicidio ma in realtà è connessa alla volontà di provare dolore fisico che serve nella maggior parte dei casi a spostare l’attenzione dal dolore e dal vuoto.
Si infliggono ferite al proprio corpo per cercare di non sentire un dolore che è tutto emotivo.
Le condotte autolesive possono verificarsi in relazione a un profondo vuoto interiore, legato a un trauma o a un abuso.
In quel caso, la pratica di tagliarsi o ferirsi in qualche altro modo serve a mettersi in contatto con con la vita.
Il sangue che scorre, il taglio, la sensazione di sofferenza fisica consentono di riconnettersi con la realtà, quando la mente se ne distacca per difendersi da un’esperienza traumatizzata.
Ma questo comportamento può derivare anche dal sentirsi soli in momenti difficili, quando emozioni negative come tristezza e rabbia prevalgono e non si ha un luogo sicuro in cui rifugiarsi, il supporto di qualcuno che possa confortare.
Autolesionismo
L’autolesionismo negli adolescenti è in crescita, ed è anche favorito da una sorta di moda e dalla presenza su internet di siti web in cui i ragazzi condividono questo tipo di esperienza e arrivano anche a incitare gli altri all’autolesionismo.
Depressione negli adolescenti
Gli adolescenti devono vivere il lutto della perdita della propria infanzia, affrontare un cambiamento naturale ma imprevisto poiché non possono scegliere in che direzione andrà il loro corpo ed è possibile che questa situazione inneschi un problema a livello di umore.
I sintomi della depressione in adolescenza sono l’apatia, la perdita di interesse verso ogni cosa, l’isolamento e il distacco da amici e parenti, la perdita del sonno, la mancanza di motivazione o entusiasmo per le attività, gli hobby, gli interessi.
Problemi adolescenziali, i segnali di allarme per i genitori
Considerando, dunque, tutti i problemi nei quali può cadere un figlio adolescente, maschio o femmina che sia, quali sono i segnali, i campanelli d’allarme ai quali un genitore dovrebbe prestare attenzione per poter intervenire il più presto possibile?
Innanzitutto un forte segnale può provenire dal luogo in cui il ragazzo passa la maggior parte del suo tempo cioè la scuola.
Il rendimento scolastico è un indicatore da tenere sempre in grande considerazione.
Un calo repentino dei voti di un ragazzo adolescente può essere sintomo di un disagio che si ripercuote sull’attenzione, sulla capacità di studiare e sulla motivazione e che porta, quindi, a un abbassamento della media scolastica.
Un altro campanello di allarme di allarme dovrebbe scattare quando un figlio adolescente manifesta apatia e sembra non riuscire a trovare alcuno stimolo.
Il disinteresse nei giovani talvolta è normale e fisiologico, ma c’è il rischio che l’indolenza si trasformi in apatia giovanile, causata da un contesto poco stimolante, dalla bassa autostima e dall’assenza di gratificazione.
Ci si può trovare di fronte a un ragazzo che fatica a trovare un senso o uno scopo, che passa le giornate tra letto e divano, senza concludere nulla.
Emancipazione
A differenza di quello che si crede comunemente, inoltre, la preoccupazione dovrebbe scattare quando l’adolescente dimostra difficoltà a emanciparsi dai genitori e ad assumersi le proprie responsabilità.
Non bisogna preoccuparsi troppo di fronte ai conflitti con i genitori e alla ribellione adolescenziale, sana e necessaria per un processo di autoaffermazione.
Piuttosto è l’incapacità di prendere decisioni, continuando a proporre modelli infantili, che dovrebbe instillare nel genitore il dubbio che il proprio figlio abbia un problema, si trovi in una situazione di crisi.
Altro importantissimo segnale da considerare sono le relazioni sociali del ragazzo in età adolescenziale: se il ragazzo si isola, tende a chiudersi in casa o si allontana e non sembra avere rapporti con i propri coetanei, è possibile che stia vivendo un forte disagio.
Infine anche l’aspetto fisico del figlio può dare motivo di riflessione: la trascuratezza può essere un segnale forte di scarsa autostima e mancata accettazione oltre che di assenza di stimoli.
Come comportarsi con un figlio adolescente? L’errore più comune tra i genitori
Quando un figlio entra nella fase dell’adolescenza un genitore può essere spaventato, pensare di non riconoscere in quell’individuo ribelle o silenzioso il bambino che ha cresciuto con amore e fatica.
Ribadiamo che la sfida contro l’autorità è un comportamento normale e sanissimo poiché è intesa come possibilità di mettersi alla stessa altezza del genitore e di cominciare a vederlo come un normalissimo essere umano, al di là della mitizzazione dell’infanzia, con i suoi pregi e difetti.
Quello che un genitore, però, non dovrebbe fare è assumere un atteggiamento amicale nei confronti del figlio, trasformarsi in compagno, quasi in complice.
Questo perché un simile comportamento crea confusione tra i due ruoli, genitore e amico, e mette spesso il genitore nella condizione di non saper dire di no.
Occorre trovare un equilibrio tra la vecchia figura del genitore normativo e punitivo e questa nuova modalità di entrare in relazione con i figli che risulta altrettanto deleteria.
Il genitore di un ragazzo adolescente deve essere disponibile a capire l’impatto emotivo dei cambiamenti che il figlio subisce, disponibile all’ascolto, né troppo tollerante né troppo repressivo.
Prevenzione dei problemi in adolescenza
Naturalmente esiste anche una fase di prevenzione dei problemi e disturbi adolescenziali.
A parer nostro il luogo primo in cui effettuare degli interventi volti a prevenire il disagio negli adolescenti è proprio la scuola.
È necessario che vi siano degli incontri preparatori nei quali esperti psicologi e terapeuti possano entrare in relazione con i ragazzi per poter parlare di queste situazioni e per poter dar modo ai giovani stessi di esprimere emotivamente quello che sentono.
Questo perché spesso i ragazzi vivono nell’illusione che quello che stanno provando loro sia unico, che nessun altro sia nella stessa situazione.
Parlare
Poterne parlare annulla quest’illusione e li aiuta a ritrovare l’equilibrio.
Per quel che riguarda, invece, l’ambito strettamente familiare è possibile per i genitori aderire a un programma di parent training e sostegno alla genitorialità durante il quale vengono espressi dubbi e perplessità riguardo questa fase di passaggio e si imparano le tecniche e le strategie più adeguate per sostenere il proprio figlio, comprenderlo e aiutarlo lungo il suo percorso di crescita.
In tal modo possono essere attivate delle nuove modalità di dialogo e capire come ascoltare i cambiamenti anziché sanzionarli.
Buongiorno amici. Oggi riflettiamo sul femminicidio e su quali sono i segnali d’allarme.
Cosa si intende per femminicidio?
E’ l’omicidio di una donna a causa del suo genere, ossia del suo essere donna.
Si stima che in tutto il mondo, cica il 35% delle donne sia stata vittima di violenza da parte di un uomo.
Violenza che può essere sessuale, fisica, psicologica.
Femminicidio: spirale di violenza
Comincia sempre tutto da un litigio forte. Ma dopo questo litigio, la donna cerca sempre di trovare una giustificazione, un “adesso tutto passa”.
Ma la spirale di violenza continua. E arriviamo all’aggressione. Con il seguito di un “scusami, perdonami , non lo farò mai più” lasciando, così, la donna perplessa, impaurita, e destabilizzata.
Ricordatevi amiche che la colpa per tutto questo, anche se a volte vogliono farvi credere il contrario, non è mai vostra. Voi siete delle vittime; la colpa è del carnefice.
Le conseguenze che derivano dal fatto di essere stati allevati da genitori manipolatori spesso non vengono prese in considerazione. Partiamo dal presupposto che, una volta raggiunta l’età adulta, tutte quelle dinamiche vissute all’interno della famiglia scompaiono, si dissolvono e perdono automaticamente rilevanza. Ma non è così. I segni del controllo psicologico prevalgono e alterano molti strati della personalità e dell’identità umana.
L’autonomia diminuisce se cresciamo sotto l’influenza di un genitore dominante. È normale infatti che, pur avendo già 30 o 40 anni, prevalgano intorno a noi i fili di queste figure. Quasi senza rendersene conto, le decisioni, i progetti per il futuro e anche le relazioni affettive sono condizionate da queste presenze disfunziona
Quali sono quei segni evidenti che siamo stati cresciuti da genitori manipolatori?
1. Avete difficoltà a prendere decisioni
Se siete cresciuti in un ambiente familiare dove gli altri decidevano per voi, è difficile che troviate una vostra autonomia. Come si dice spesso, diventare adulti è imparare a prendere le proprie decisioni. Tuttavia, essendo stata manipolata e controllata per diversi anni, la mente è piena di insicurezze.
Avete paura di prendere le redini della vostra vita, paura dei cambiamenti, di fare il primo passo, di chiudere tappe, iniziare nuovi progetti. La paura è quella particella che gli altri hanno inoculato in voi e che vi rende una persona insicura.
2. Vi mettete a paragone con gli altri
Se c’è una strategia di manipolazione che usano i genitori disfunzionali, è il confronto.
Nell’infanzia e nell’adolescenza non hanno esitato a mettervi a paragone con altri bambini, per dimostrarvi che non eravate abbastanza intelligenti, intraprendenti o che non eravate dei bravi studenti.
Tutte queste situazioni lasciano delle conseguenze.
E, oggi, continuate a confrontarvi automaticamente con gli altri, ripetendo le dinamiche della vostra famiglia. Questo diminuisce e distrugge la vostra autostima.
3. Non vi sentite degni di essere amati
Uno dei segnali che siete stati allevati da genitori manipolatori e narcisisti è da individuare nelle relazioni sessuali-affettive.
È comune per voi avere difficoltà a stabilire legami duraturi e felici. L’amore, nel vostro caso, è sempre tortuoso e doloroso. Il fatto di avere dei genitori che vi hanno fatto credere che l’affetto risponda a delle condizioni, lascia dei segni.
Le mamme e i papà che manipolano usano spesso frasi come “se non fai così non ti amerò”, “se tu fossi così mamma ti amerebbe molto di più”. Tutte queste verbalizzazioni costruiscono in noi un’immagine molto sbagliata di cosa siano le relazioni.
4. Essere stati cresciuti da genitori manipolatori e la necessità di approvazione dal mondo esterno
Una delle conseguenze dell’essere stati allevati da genitori manipolatori è la necessità di rinforzi esterni.
E no, non importa che siate maggiorenni e che non abitiate più nella casa di famiglia.
Spesso chiedete l’approvazione degli altri per sentirvi apprezzati, per sapere che state facendo le cose giuste e per avere un’immagine positiva di voi stessi.
Quella vostra tendenza spesso esaurisce gli altri. Tuttavia, non potete farne a meno. È il carburante per rafforzare la vostra autostima e il concetto che avete di voi stessi.
5. Controllate gli altri senza rendervene conto
I modelli comportamentali dei genitori sono solitamente inconsciamente interiorizzati dalla loro prole. Inoltre, in caso di genitori narcisisti, c’è il rischio che i figli ereditino questo profilo.
A volte, quando raggiungiamo l’età adulta, ripetiamo le stesse dinamiche che i nostri genitori hanno applicato a noi. Essere consapevoli di questo è fondamentale.
6. È difficile per voi esprimere ciò che sentite
Essere stati allevati da genitori manipolatori deriva, nella maggior parte dei casi, dalla repressione emotiva.
Vi hanno cresciuto facendoti credere che i vostri bisogni e sentimenti non fossero importanti.
Di conseguenza, mettete da parte quello che sentite e non sapete come esprimere le vostre emozioni; dunque, fate i conti con molte sofferenze interiori.
7. Alti e bassi emotivi
I genitori che controllano, manipolano e invalidano spesso lasciano il segno di un trauma psicologico.
Niente è più dannoso per lo sviluppo del bambino che crescere in un ambiente in cui l’amore ha condizioni e in cui vengono violati i bisogni e l’opportunità di sviluppare autonomia e sana identità.
Ciò significa che, una volta raggiunta l’età adulta, si soffrono seri problemi di regolazione delle emozioni e si è prigionieri dello stress e dell’ansia.
Suggerimenti per sanare le ferite lasciate dai genitori manipolatori
Coloro che dimostrano questa dinamica in modo dannoso presentano tratti di personalità nevrotici.
È nelle nostre mani guarire l’impronta di quelle esperienze, per raggiungere il benessere e la realizzazione. Vediamo quali tasti aiutano:
Lavorare sulla propria assertività e autostima
Allenatevi nell’intelligenza emotiva.
Praticate l’auto-compassione e la cura di voi stessi.
Cercate l’aiuto della vostra cerchia sociale: amici, partner, ecc.
Sviluppate strategie che migliorino la vostra autostima.
Imparate le tecniche per risolvere problemi e prendere decisioni.
Stabilite dei limiti sani con i vostri genitori. Decidete se continuare a vederli e in quali circostanze.
Date spazio alle vostre emozioni e convalidatele. La rabbia, la tristezza, la vergogna e l’angoscia che provi a causa di ciò che hai vissuto sono legali e accettabili.
La compagna non passa i compiti .L e altre la picchiano in strada.
Buongiorno amici. Oggi parliamo di bullismo tra compagne.
Non fa copiare i compiti in classe e per questo, appena fuori da scuola, subisce l’aggressione delle coetanee, con una che per giunta riprende tutto col telefonino. L’episodio di pesante bullismo è accaduto nei giorni scorsi in centro a Cesena.
Violenza
Dopo l’episodio di ieri mattina a Bari, dove un diciassettenne in classe ha sparato al professore con una pistola giocattolo a pallini provocandogli un malore, da Cesena oggi arriva notizia di alcune adolescenti che si sono rese protagoniste di un’aggressione particolarmente violenta.
Nel filmato – riporta il Corriere di Romagna – si vedono le ragazzine, giovanissime, circondarne una, buttarle a terra il cellulare e cominciare a strattonarla e colpirla con calci e pugni.
Il filmato
Tre contro una.
Una quarta ha filmato la scena col telefonino.
Sarebbero compagne di classe di un istituto professionale della città, mentre la «colpa» della vittima sarebbe quella di non aver fatto copiare i compiti.
«Un episodio che colpisce per la sua violenza, un fatto grave che non va banalizzato», ha detto al quotidiano romagnolo il sindaco Enzo Lattuca.
L’intervento della preside
Il dirigente dell’istituto – cui si sono rivolti diversi genitori una volta appreso l’accaduto – aveva inizialmente sottolineato che «l’episodio è avvenuto in contesto extra scolastico», dunque fuori dalla scuola e non in orario delle lezioni.
Una presa di distanza costatagli diverse critiche dai genitori stessi degli alunni che frequentano la scuola.
Poi, come sottolineato anche dal sindaco, il preside ha cambiato atteggiamento.
Il sindaco
«Ho contattato il dirigente e mi ha riferito che si sono attivati con gli insegnanti, parlando con i diretti interessati e coinvolgendo anche i genitori», spiega il primo cittadino.
«Che possano esserci conflitti in una classe che si va formando, è comprensibile, forse anche normale – dice Lattuca – ma quel video ci trasferisce una violenza che colpisce e non può essere minimizzata.
La scuola ha attivato i suoi percorsi anche per cercare di riportare serenità nella classe.
Come Comune ci siamo messi a disposizione, sia per pensare ad eventuali iniziative, sia come competenze, ma anche se servisse il supporto di servizi e operatori sociali, noi siamo disponibili a collaborare».
A Bari, invece, ha parlato Pasquale Pellicani, il docente di diritto ed economia all’istituto tecnico Romanazzi, che ieri, appena seduto in cattedra, si è visto sparare da un allievo alcuni pallini di plastica.
«Pensavo si trattasse di una pistola vera – rivela – e sono rimasto scioccato. Questo, secondo me, è un gesto di bullismo: ‘ti faccio vedere che sono più forte di te, ti posso mettere i piedi in testa e faccio ridere la classe, questo è il significato».
Il docente non denuncerà gli studenti «per non rovinarli» – uno aveva portato la pistola a scuola, l’altro l’ha utilizzata – ma vuole adottare una pena severa dal punto di vista scolastico, «sono a favore dell’espulsione e servono provvedimenti serissimi o le scuole le possiamo chiudere».
Bullismo
E’ terribile come, a 14 anni, tu possa anche solo pensare di fare atti di violenza su una tua coetanea . La motivazione’ Non mi ha passato i compiti.
Ogni volta che sento e vedo e assisto ad azioni di bullismo così atroci, penso al background di questi ragazzi.
Background
Dico sempre che i genitori sono i loro influencer, il loro esempio ma dovrebbero esser un buon esempio. Se un ragazzo, fin da bimbo, abituato a vedere e giustificare atti di questo tipo in famiglia è ovvio che li farà propri.
Ma come intervenire, arrivati ad un punto del genere?
Prendendo dei provvedimenti. Ingiustificata la reazione del preside di Cesena.
Non sei il buttafuori di un pub che puoi lavartene le mani se un atto violento avviene fuori dal locale e, oltretutto, tra persone adulte.
Se queste azioni vanno sempre fatte passar anche, purtroppo a volte, giustificandole, mi dite che esempio date ai ragazzi?
Si Sentiranno liberi di continuare a comportarsi in questo modo. La scuola deve formare e deve anche punire in questi casi.
Cosa ne pensate? Ditemi la vostra e se avete bisogno di me contattatemi
buongiorno amici. Oggi parliamo di violenza di genere negli adolescenti.
Ci sono varie manifestazioni di violenza di genere negli adolescenti, sebbene le molestie sessuali siano le più diffuse. Ciò è rilevante, soprattutto se si tiene conto del fatto che l’adolescenza è una fase cruciale nell’esplorazione dell’identità e nella comprensione delle aspettative sociali e delle norme di genere che vengono imposte. Una distorsione in questo porterebbe allo sviluppo di comportamenti violenti.
La violenza di genere assume molte forme, comprese le molestie sia fisiche che emotive, nonché le molestie online. Inoltre, le molestie sessuali nel contesto dell’adolescenza hanno il potenziale per essere piuttosto dannose per i giovani, abbassando la loro autostima e diminuendo la loro autostima e l’amor proprio. Isolamento, lesioni o bassa autostima sono solo alcuni dei suoi sintomi.
“La violenza di genere è una delle forme più estreme di discriminazione e una violazione dei diritti umani”.
-Ban Ki-Moon-
Cos’è la violenza di genere?
Questo è un tipo di violenza che ruota attorno a relazioni di potere ineguali tra uomini e donne. In generale, si verifica nel contesto di una relazione, indipendentemente dal fatto che ci sia stato un qualche tipo di convivenza. In questo senso, il rapido aumento del numero di casi che vengono denunciati, giorno dopo giorno, crea la necessità di portare sulla scena pubblica questo problema socio-sanitario.
La violenza di genere può iniziare con comportamenti finalizzati allo stretto controllo delle donne, un fatto che spesso passa inosservato e viene minimizzato. Tuttavia, potrebbe cristallizzarsi in colpi, esplosioni e altre aggressioni. Pertanto, emergono sintomi come mancanza di protezione, impotenza e diminuzione dell’autostima.
La tensione si accumula durante il primo periodo della relazione tra l’adolescente e la sua compagna. Di conseguenza emergono piccoli scoppi di rabbia e irritabilità che finiscono per produrre ansia all’interno della coppia.
Nella fase intermedia, la tensione di cui parliamo si proietta in esplosioni di violenza la cui potenza è variabile. La gravità è così diversa, a questo proposito, che potrebbe passare da uno schiaffo alla morte.
Infine, si verifica la cosiddetta “luna di miele”. In questo caso, l’autore del reato si scusa. Promette che il controllo eccessivo, le percosse o gli abusi verbali non si ripeteranno mai più.
Lungi dall’essere una verità certa, la “luna di miele” minaccia sempre di promesse non mantenute e diventa una speranza che finisce per essere infranta. Ricomincia il ciclo violento di controllo e aggressione fisica e verbale, come un orologio che ha compiuto le 24 ore, cosa si può fare per prevenirlo? Il punto di partenza è il rilevamento.
Chiavi che aiutano l’ambiente a rilevare la violenza di genere negli adolescenti
Essere genitori e vedere male un figlio è un fatto doloroso, come se fosse una legge. È un dolore emotivo che va oltre i margini quando la persona vulnerabile cade nelle reti dell’abuso. Se sei un parente o un amico, secondo la guida che abbiamo citato, ecco alcune chiavi che aiutano a rilevare la violenza di genere negli adolescenti:
Isolamento.
Bassa autostima.
Cambiamenti di atteggiamento.
Abbandono degli studi.
Segni di lesioni fisiche.
Riproduzione di idee maschiliste.
Comportamenti dirompenti come l’aggressività.
Mancanza di autonomia nel processo decisionale.
Cambiamenti nell’abbigliamento e nei rituali di toelettatura.
Abbandono delle attività (pittura, calcio, tennis, ecc.).
Giustificazione della gelosia da parte del partner (“è geloso perché mi ama”).
Dipendenza manifestata dal contatto permanente sui social network o attraverso lo smartphone.
Quando sei in una relazione, la cosa normale è che la relazione si basa sulla fiducia, l’ammirazione e il rispetto reciproci. Tuttavia, a volte questo è ben lungi dall’essere il caso. Se predomina la gelosia e la persona si sente alienata, è un segno di essere consapevoli che sta succedendo qualcosa di malsano. Potrebbe essere prima dell’abuso.
Questi segni consentono alla potenziale vittima di individuare il proprio scenario.
Sentirsi umiliati, controllati e sottovalutati può essere un buco nero capace di inghiottire anche la più piccola lama d’aria. È estenuante. Sembra infinita, poiché la strada che percorri è buia e pensi che non abbia né fine né luce. Chiedi aiuto ai tuoi genitori, ai tuoi insegnanti, alla polizia, al tuo medico se noti i seguenti segnali:
Controlla il tuo telefono.
Non ti fa lavorare.
Ti costringe a fare sesso.
Ti umilia, ti urla o ti insulta.
Ti mette in ridicolo, ti insulta o ti abbatte.
Ti isola dalla famiglia e dagli amici.
Controlla il modo in cui ti vesti.
Minaccia di ferire te o i tuoi cari.
Provi un costante senso di inferiorità.
Hai lasciato fuori i tuoi amici perché non gli piacevano.
Spesso ti ignora e ignora il modo in cui ti senti.
“La GBV può avere conseguenze a lungo termine per le relazioni future e la capacità dei giovani di formare connessioni sane e rispettose”.
-Emma Watson-
La violenza di genere può nascere nell’adolescenza e perpetuarsi per tutta la vita. In questo senso, la diagnosi precoce contribuisce a spezzare il ciclo. Parlare, riferire e contare sono i primi passi e il preludio alla cura di sé e al rispetto di sé. Implica dare priorità alla propria salute, sia fisica che mentale.
Questo tipo di violenza sta diventando sempre più pubblico. Preoccupa la società perché i suoi effetti negativi agiscono come una bomba a orologeria sul corpo e sulla mente. Per questo, se vedi qualcuno in una situazione come questa o ti senti in mezzo al caos che implica la violenza di genere, segnalalo.
Prevenzione e intervento: pilastri contro l’aggressione di genere nei giovani
La violenza di genere è uno degli scenari peggiori che un adolescente possa affrontare. Come risultato di questo atto dannoso, si producono comportamenti come l’isolamento, la giustificazione di un controllo eccessivo da parte dell’altra persona o quelli che si adattano a un quadro di ansia. Pertanto, è fondamentale investire nella prevenzione e intervenire quando identifichiamo una situazione di rischio.
La sfida è grande, sfaccettata e multicausale. L’approccio che richiede deve essere anche multidisciplinare. Richiede piccole azioni individuali che, in breve, diventano grandi azioni come gruppo sociale. A questo collaborano l’educazione all’uguaglianza e la promozione di una cultura della denuncia. Lavoriamo insieme.
Buongiornoa mici:) Oggi parliamo di violenza di genere-diretta.
Adolescenti
E’ cronaca, purtroppo, quasi quotidiana sentire di donne, soprattutto, vittime di violenza sessuale e non solo.
Ragazza di 17 anni trascinata, tramortita, portata in un boschetto e violentata mentre aspettava l’autobus per portarla casa da scuola, quindi pieno giorno.
Donna di 33 anni va in bagno in un locale dove stava passando la serata con i suoi amici e viene violentata all’interno del bagno.
E , purtroppo, queste non solo le uniche forme di violenza.
Violenza di genere-diretta
Non esiste solo la violenza sessuale. C’è quella psicologica, manipolatoria, fisico e sessuale.
Durante al diretta, per l’ appunto, spiegherò la differenza tra queste, il fatto che già d ragazzi sci sano comportamenti di questo tipo su coetanee e coetanei.
Parlerò, poi, di come educare al rispetto i ragazzini , maschi, fin da piccini, cosa scatena questi atteggiamenti violenti e come, i gentiori, devono stare attenti per capire se la figlia è stata vittima di una di queste violenze.
Da cosa nasce l’aggressività, perché, c’è differenza con la violenza?
Buongiorno amici. Oggi diretta sull aggressività.
Aggressività o violenza- diretta sull aggressività
In effetti c’è una sottilissima differenza. Semplicemente nel fatto che la violenza è quando il soggetto aggressivo ha atteggiamenti autodistruttivi o distruttivi nei confronti del malcapitato che, invece, diventa il suo obiettivo, ciò che deve sottomettere.
Cosa fare
Nella diretta, rifletteremo di un sacco di punti legati alle motivazioni per cui un ragazzo può diventare aggressivo o violento nei confronti degli altri e, spesso, di se’ stesso.
E vi dirò come fare a capire se è il caso di intervenire o no.
I ragazzi, a quest’età, sono ribelli, e hanno il diritto di esserlo. Stanno cercando di costruire la propria identità.
Ma se la ribellione non è legata al singolo episodio ma diventa sistemica, beh, allora è il caso di correre ai ripari.
Diretta sull aggressività
Niente ulteriori spoiler. Gustatevi la diretta e vi ricordo, come sempre , che se avete bisogno del mio aiuto potete contattarmi in questo modo: